Le Interviste del Boss

Sessantacinquemila Tutti Dal Boss
di Gigi Zazzeri
da la Repubblica, 22-06-1985

la Repubblica - Sabato, 22 giugno 1985 - pagina 23
di GIGI ZAZZERI

Fin dalle prime ore di ieri pomeriggio una folla giovane e composta è affluita a San Siro per il concerto di Springsteen
SESSANTACINQUEMILA TUTTI DAL "BOSS"

MILANO - Il sole dell' estate ha ormai smesso di bruciare le schiene e i volti dei sessantacinquemila e passa fans accorsi allo stadio di San Siro, quando un boato saluta l' ingresso sul palco di Bruce Springsteen, vestito come sempre: blue jeans e magliettina grigia. E un' ovazione più potente di qualunque tifoseria ha accolto le prime note mentre, dal prato, una selva di braccia sollevate e plaudenti accompagnava i più celebri brani del "boss", a cominciare da Born to run a Badlands. E qualcuno, forse provato dal sole estivo e dalla lunga attesa, veniva portato in infermeria svenuto. Stipati come sardine tanto nel prato che su tutte le gradinate fin dalle prime ore del pomeriggio, i seguaci di Bruce hanno atteso con pazienza per quattro ore l' inizio del più atteso evento musicale estivo. In un grande andirivieni verso bar, punti di ristoro, docce, servizi, telefoni, mentre l' impianto audio (a volume ridotto) diffondeva i più famosi brani del "Boss", interrotti dalle consuete "comunicazioni di servizio" o da alcuni scrosci di applausi per passatempi innocenti (il lungo volo di un aeroplanino di carta è stato osannato come se allo stadio fosse entrato Springsteen in persona), il pomeriggio è passato abbastanza serenamente dopo la tensione precedente all' apertura dei cancelli. Fin da venerdì mattina era iniziato il "presidio" fuori dallo stadio, per non parlare delle duecento e più automobili (targhe di tutta Italia, da Napoli a Treviso) posteggiate sul piazzale davanti a San Siro dove i più previdenti hanno passato la notte. L' afflusso è cominciato verso le 8, quando coloro che avevano prenotato i biglietti a mezzo vaglia si sono messi in fila ai botteghini per ritirare i tagliandi. A mezzogiorno erano già più di cinquemila i ragazzi assiepati intorno alle cancellate o "accampati" all' ombra di pochi alberi e alle due la calca ha raggiunto livelli impressionanti. Tutti giovani, in jeans sdruciti, T-shirt, camicette, magliette con l' effigie del "Boss", ai piedi le scarpe da tennis (con altri tipi di calzature non si può entrare nel prato) trenta, quarantamila ragazzi (stando alle valutazioni degli addetti al controllo) stringono le barriere esterne di San Siro in una morsa di corpi umani bollenti, sudati, sotto il sole a picco. L' imponente spiegamento di carabinieri e poliziotti, ben predisposti ad ogni entrata, non risponde alle provocazioni e agli insulti che cominciano a partire dai fans. "Aprite vermi", "seghe", "siamo stufi": la tensione sale, vola una bottiglia di plastica, un fagotto di carta. Ma sarebbe pericolosamente sciocco essere troppo rigidi in questa situazione. Con un quarto d' ora d' anticipo sul previsto i cancelli si spalancano ed inizia la corsa verso il grande palco. Comincia la festa. Conquistato un pezzetto di prato o una buona posizione sulle gradinate, si può cercare qualcosa da bere, tirar fuori le cartine, mangiare un panino, non meno gramo di quelli propinati dai camioncini esterni, ma certo digeribile con la tranquillità di chi ha raggiunto almeno la prima meta. Salta fuori qualche striscione ("Born to run with you a Trento ' 65", "Fever", "Bruce we want the world and we want it now"), i gruppetti dispersi nella calca dell' ingresso cominciano a ricercarsi ("Loredana Dapunzo di Napoli aspetta Loredana Liberale al cancello 17", lo stesso posto dove Luisella Premoli di Legnano attende Giorgio, mentre sempre al 17, c' è chi cerca disperatamente qualcuno dell' Arci di Alberobello), a trenta minuti dall' ora "X" chi inganna l' attesa improvvisando qualche ballo. Anche l' affaire "schermo esterno" con trasmissione in contemporanea, dopo incredibili tira-e-molla, sembra risolto: fuori dal cancello "F", in corsa con il tempo, si sta montando il grande video. L' attesa è ormai finita, arrivano anche gli invitati di lusso (fra gli altri il ministro Gianni De Michelis, lo stilista Valentino, il sindaco Tognoli, Claudio Martelli, Gianni Minà) mancano gli ultimi spasmodici momenti. Poi è il via: sul palco protetto da un telo azzurro, immerso in un muro di diffusori neri (quarantotto elementi per una potenza complessiva di 200mila watt), sostenuto dalla gialla struttura dei tubolari, salgono i musicisti: comincia la lunga notte di Springsteen

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