1.
Coinvolgere in un confronto professionale e in una collaborazione
produttiva insegnanti delle scuole del distretto
2.
Realizzare una formazione teorica finalizzata alla implementazione di
nuove pratiche didattiche
3.
Sperimentare sul campo la validità delle pratiche proposte e diffondere
i risultati
1999/2000
- Le
strutture additive e il problem solving.
1.
teorie dell’apprendimento (comportamentismo, cognitivismo,
teorie ecologiche) e problem solving
2.
campi concettuali, modelli intuitivi, problemi:
prospettiva evolutiva dei concetti e funzione dei modelli
3.
classificazione dei problemi verbali implicanti strutture
additive
4.
elaborazione di contesti semantici (matrici) da cui ricavare
problemi verbali e rappresentazioni
5.
dalla composizione di operatori additivi alla costruzione degli
interi relativi
Riferimento
bibliografico:
Liliana
Artusi Chini (a cura di), "Numeri e operazioni nella scuola di
base", Zanichelli, Bologna, 1985.
2000/2001
- Le strutture moltiplicative e il problem solving.
1.
risoluzione di problemi e attività matematica: approccio
tassonomico e interventi nell’area di
sviluppo prossimale
2.
le strutture moltiplicative: proporzionalità diretta tra due
spazi di misura, prodotto di misura,
proporzionalità multipla
3.
operatori scalari e operatori proporzionali: dagli operatori di
moltiplicazione e divisione, alla definizione
dell’operatore frazionario, alla costruzione della serie numerica dei
razionali
4.
il collegamento tra strutture additive e moltiplicative mediante
la distributività; tecniche di
approccio ai problemi complessi: rielaborazione del testo, produzione di
problemi verbali a partire da matrici, utilizzazione di modelli per
evidenziare le relazioni tra i dati, procedimenti
Riferimenti
bibliografici:
-
Liliana Artusi Chini (acura di), "Numeri e operazioni nella
scuola di base", Zanichelli, Bologna, 1985.
-
Bruno D’Amore, "Problemi. Pedagogia e psicologia della
matematica nell’attività di problem solving",
Franco Angeli, Milano, 1986 (2° ediz.)
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Dopo
una prima fase di approfondimento teorico, e parallelamente ad essa,
sono stati predisposti dei test, da somministrare prima
dell’intervento didattico e alla sua conclusione, per verificare
essenzialmente due cose:
a
- se complessivamente si poteva riscontrare un incremento
dell’apprendimento in conseguenza dello intervento effettuato;
b
- quali aspetti dei campi concettuali e delle abilità di problem
solving dovevano essere fatti oggetto di ulteriori interventi
compensativi.
Complessivamente i risultati sono stati soddisfacenti, anche se
costituiscono altrettanti punti di partenza per nuovi interventi, più
che dei punti di arrivo definitivi.
La
metodologia
dell’intervento didattico è stata orientata su due linee essenziali:
1.
integrare le pratiche didattiche in uso con interventi
finalizzati a compensare gli aspetti solitamente trascurati (da
insegnanti e ..... dai libri di testo!)
2.
curare in modo particolare l’attivazione di processi
costruttivi da parte degli alunni, attraverso la sollecitazione a
discutere e a riflettere su ciò che si sta facendo (aspetto
metacognitivo), a ipotizzare modifiche e alternative rispetto alla
situazione data (aspetto euristico), ad affrontare i problemi riducendo
la componente ansiogena e consolidando la fiducia di riuscire (aspetto
ecologico).
L’attenzione
alla dimensione
metodologico-disciplinare
da parte dei docenti e lo sviluppo di atteggiamenti
volti alla comprensione e al controllo dei processi
da parte degli alunni sembra abbiano costituito l’aspetto più
positivo della sperimentazione.
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