Testimonianze sporadiche nell'area del castello di Roccagloriosa documentano la presenza umana sul crinale dei Capitenali a partire dall'Eta' del Bronzo.

     Nel IV secolo a.C. l'area di Roccagloriosa assume una funzione di rilievo quale avamposto sulla costa tirrenica e quale centro di controllo di un territorio "cerniera" (tra la costa tirrenica e la Lucania interna). Non si escludono presenze precedenti:lamelle di selce sono state rinvenute nell'area "Piani di Mariosa", reperti fatti risalire all'era neolitica ( V - IV millenio a .C.). Tracce sul monte Cervati risalenti a 30.000/20.000 anni a.C. e i "documenti" della costa tra Palinuro e Scario (cava delle ossa, grotta del Noplio, etc.)fanno pensare alla valle del Mingardo come un corridoio di passaggio per le bande di cacciatori preistorici. Al V secolo a.C. risalgono i resti di una casa che e' da porsi in relazione con la tomba piu' antica rinvenuta nella necropoli in contrada "La Scala", la tomba 6 (databile intorno al 400 a.C.) con un ricco corredo: da segnalare due pregevoli vasi di bronzo di provenienza etrusco-campana. Nel corso del IV secolo a.C. l'abitato subisce una notevole espansione, si costruiscono edifici "segnali di florida economia". Il sito lucano era formato da una pluralita' di agglomerati abitativi. Quello portato alla luce in localita' "Vauzi", grazie al suo stato di conservazione puo' offrire una immagine completa del tipo architettonico, delle tecniche edilizie, delle funzioni, del livello di organizzazione urbana. La regolarita' dei manufatti edilizi ed il sistema di comunicazione, lasciano pensare ad un progetto urbano preordinato per la costruzione degli isolati. Gli edifici con pianta a cortile centrale, porticato su tre lati, ricorda le case greche o quelle di altri siti della Magna Grecia. Le dimensioni del ritrovamento di una edicola votiva nell'angolo nord-est, sono da sovrapporre ad una "funzione" che va, certamente, al di la' della semplice residenza. " E' soprattutto nei lavori delle case italiche di Pompei che possiamo cogliere i piu' tardi riflessi di simili pratiche cultuali". "A parte i dati puntuali che tale documentazione fornisce sulle strutture ed il livello di organizzazione di una comunita' lucana, gli edifici di localita' "Vauzi", sono di notevole importanza per tracciare un modello ricostruttivo di un abitato italico, quasi del tutto inesistente, nella documentazione archeologica fino a tempi assai recenti". Nella seconda meta' del IV secolo l'area immediatamente a ridosso della cresta dei Capitenali viene protetta da un massiccio muro di fortificazione in blocchi di calcare, definito per una lunghezza di circa 1.200 m. Il livello economico del centro e' documentato, gia' nella prima meta' del IV secolo a.C. , dal ricco corredo di gioielli di alta orificeria della tomba 9 : fibule, bracciale ( FOTO ) , anelli ( FOTO ) , collana FOTO ) , che ben riflette aspetti del rituale funerario delle èlites lucane. Un processo di consolidamento delle èlites locali continua nella seconda meta' del IV secolo a.C. come dimostano una serie di tombe a camera organizzate in veri e propri recinti funerari, di cui la tomba 19 e la tomba 24 rappresentano l'elemento piu' vistoso. Importanti esemplari di ceramica a figure rosse, importati sia dall'area pestana che dall'area tarantina (v. anche bracciale e collana d'oro della tomba 9) riflettono la molteplicita' dei rapporti esterni della comunita' stanziata a Roccagloriosa. E' altresi' da segnalare una serie di oggetti appartenenti alle bardature dei cavalli, in particolare morsi equini, senza dubbio deposti per sottolineare il rango dell'individuo sepolto.

     Le vicende politico-militari del III secolo a.C. , che videro forse la citta' lucana parteggiare con Annibale nella sua lotta contro Roma, e la fondazione di una colonia latina a Paestum nel 273 a.C., decretarono la devitalizzazione ed infine la rovina di quello che era stato uno dei centri piu' importanti della Lucania tirrenica.

     Le tombe ritrovate nella necropoli non sembra si possono datare oltre il primo quarto del III secolo a.C., ma le zone circostanti continuarono ad essere abitate e ad uniformarsi al processo di romanizzazione successivo.

     Resti sporadici di ville di eta' imperiale, rinvenute in varie contrade testimoniano l'importanza agricola dell'area, almeno fino al III secolo d.C.

     I discendenti dell'antica citta' lucana di Roccagloriosa, malgrado le successive distruzioni subite a causa delle varie invasioni che caratterizzarono la storia successiva del Cilento ( invasione dei Bizantini nel 550, dei Normanni nel 1100, degli Aragonesi e Angioini nel 1330, dei Mori nel 1500 e dei Borboni nel 1800), ricostruirono sempre il proprio paese, scrivendo la storia che si legge nelle sue vie, nelle case, nelle pietre, storia di un legame di sangue tra uomini e la propria terra.

 

Bibliografia

- "Roccagloriosa I " ,Prof. Maurizio Gualtieri, Helena Fracchia - Centre Jean Bérard,Napoli 1990

- "Roccagloriosa, un antico centro lucano sul golfo di Policastro", Prof. Maurizio Gualtieri- EDIPRINT,Siracusa 1990

 

A chi e' interessato all'archeologia suggerisco di visitare le pagine dell'Universita' di Padova ( www.maldura.unipd.it)

Per le notizie su Roccagloriosa : www.maldura.unipd.it/%7ediscant/iper/schede3.htm