Capitolo Quattro
Della Religione.
La complessa organizzazione sociale dei nani poggia le sue fondamenta su di un debole sentimento religioso che si esprime attraverso poche ma ben definite divinità che vengono, di volta in volta, utilizzate ad esclusivo consumo delle piu' elementari necessità dei nani come il fare la guerra, l'ubriacarsi o piu' in generale il divertirsi. Potremmo affermare che più che essere i nani a adorare gli dei siano quest'ultimi a spendere ogni energia allo scopo di ingraziarsi la devozione di quest'ingrato popolo.
I nani non tollerano, inoltre, eventuali ingerenze della casta sacerdotale, che tutto fa pur di trovare ogni giustificazione mistica o religiosa a qualsiasi operato individuale o collettivo al fine di mantenere la loro posizione privilegiata.
Il Pantheon.
Figura centrale tra le divinita' naniche e' Zgh, conosciuto anche con i nomi di Padre Pietra, Grande Forgia, Ventre Lavico e molti altri appellativi.
Nelle più profonde sale sotterranee della fortezza di Zhkorz antichissimi bassorilievi narrano di come Grugni nacque da una colata lavica di possenti dimensioni che si era raccolta in un lago sotterraneo chiamato Craz'k Rakk, letteralmente cuore della terra, e di come il neonato Dio sconvolse la conformazione del pianeta, che tutti i nani sanno essere tondo, nel tremendo sforzo della creazione di tutto quello che e'.
Solo i sacerdoti del culto conoscono tutti i dettagli della creazione ed essi affermano che alla fine Grugni si rifuse in lavica forma con il creato, ed ora, il suo essere, pulsa nelle vene della terra che n'è la sua immagine, nelle montagne che coronano la sua testa di Re di tutte le divinità del Cosmo, nelle colline che ne sono il naso, i fiumi la sua argentea barba di saggio e le foreste i suoi peli pubici.
Divinita' minori.
Molte sono le divinita' minori che cercano di accattivarsi l'adorazione del popolo dei nani. Tra le piu' rappresentative citiamo: Glotto, Grrrh, Grundha, Grogh e Gronenburg ed infine Grong.
Glotto: dio dei mari, dei fiumi e dei laghi. Nato dalle gocce di sudore asperse da Grugni durante l'immane sforzo della creazione, cura gli interessi di quei nani che svolgono le loro attivita' navigando per guerra o per commercio.
Grrrh: dio della guerra. Nato da quella scheggia del martello di Grugni che si conficcò nel cranio di Lalfolas il Tonto, dio caro agli elfi, proprio mentre questi era intento nella creazione di quell'inutile razza, ferendolo gravemente.
I nani in battaglia amano urlare il suo nome schiumando abbondantemente della bocca.
Grundha: dio della scienza e della tecnologia. Nato da quella scheggia dell'incudine di Grugni, nella stessa Sacra Mazzata che genero' Grrrh, e che si conficco' profondamente nell'inguine di Lalfolas il Gaglioffo compromettendo così per sempre la capacita' riproduttiva degli elfi per accoppiamento.
Da allora essi, infatti, si riproducono per gemmazione dalle unghie dei piedi.
Grogh e Gronemburg: divinita' gemelle dell'alcool.
Nati dalla prima ed unica vomitata di Grugni il quale aveva colmato il cratere di un
vulcano spento allo scopo di dissetarsi.
Grogh e Gronemburg sfiorano in popolarita' lo stesso Grugni, e i loro sacerdoti, tra i piu' tollerati e seguiti nei cerimoniali religiosi, professano il Verbo dall'alto di un gigantesco alambicco che distilla ininterrottamente il "Groghdek" che i nani amano bere caldo.
Grong: dio dei minatori e delle miniere. Nato dal piu' grande pezzo di
roccia staccatosi a seguito della Grande Capocciata di Grugni. I sacerdoti di questo culto
amano raccontare dell'avvento di Grong soprattutto per il fatto che questo evento coincise
con l'inizio delle storiche ostilitai con gli elfi.
Pare, infatti, che Grugni, ubriaco come solo il dio dei nani può essere, incrociò la sua
testa con la volta della caverna nella quale lavorava. Il colpo fu tale che l'intero
pianeta iniziò a tremare, alcuni continenti nacquero ed altri furono distrutti, ma non
per questo la Grande Capocciata rimase nella leggenda, ma perché fu diretta conseguenza
del millenario astio tra i nani e gli elfi. Grugni, infatti, causò, oltre a tutti gli
sconvolgimenti che abbiamo visto, la distruzione dell'unica dimora di Lalfolas il
Pezzente, ancora convalescente, spaccandone in due il baobab sacro sulla quale era
edificata. Nel crollo il povero Lalfolas l'Indegno assistette inerme allo sterminio di
tutti i pappagalletti verdi, suoi animali totemici, che ivi dimoravano. Anche il suo
roseto fu incenerito.
Furioso Lalfolas Il Codardo incarico' il suo secondo animale totemico, il lombrico, di scoprire l'origine di tanta distruzione che cosi' profondamente aveva colpito il suo animo sensibile.
Le orde di anellidi non ci misero molto a
scoprire l'origine di quello che per i nani fu definito il principio del "Grande
Divertimento" e per gli elfi della "Grande Onta". Le due razze si odiavano
ancora prima d'incontrarsi.
Il Grande Incrociatore.
Quella del Grande Incrociatore e' una storia che ha molta importanza per la societa' e la cultura nanesca. Visto il carattere mistico del personaggio trattato, sembra, infatti, che esso sia immortale, appare quindi giusto citarlo del capitolo che tratta della religione.
I nonni dei nostri nonni tramandavano
cosi' l'avvento del Grande Incrociatore:
" lavoravamo alla costruzione delle fondamenta della fortezza di
Zhkorz con grande lena, in quanto le fortificazioni erette a protezione del cantiere e di
noi stessi non erano molto robuste dato che ci trovavamo all'interno di quelli che allora
erano definiti i Territori Selvaggi.
Una mattina, era appena sorto il sole, il fragore dei picconi sulla pietra, dei martelli
sulle incudini e dei potenti mantici, che alimentavano la forgia costruita allo scopo di
fondere in un'unica colata il portale principale, furono sovrastati da un rumore simile al
tuono, accompagnato dal tremolio della terra. Tutti abbandonarono i martelli e i picconi
per imbracciare le armi e ci precipitammo sui bastioni di quelle improvvisate
fortificazioni alte appena venticinque metri, e che apparivano ogni istante più fragili e
comunque non adatte a fronteggiare quello che ci si stava per apparire dal folto di quella
selvaggia foresta che ora non esiste piu'.
Mentre l'origine di quel frastuono si
avvicinava i comandanti decisero di affrontare, come era logico, il nemico a viso scoperto
e ci ordinarono di uscire dalle fortificazioni a ranghi serrati.
L'impatto sembrava imminente, e tutti noi cercavamo di scrutare nel folto della foresta
per avere l'onore di avvistare per primo il nemico, quando il frastuono cessò di colpo.
Nella calma innaturale una voce di fronte a noi ringhiò: "Sono tornato". Dalla
boscaglia uscì un nano incredibilmente basso, anche per gli stessi nani, con il nudo
corpo ricoperto da una fitta peluria ispida e biancastra.
Tra lo stupore che ci paralizzo' tutti la creatura fece un cenno e dal bosco emersero una
trentina di cingialotti. Dopo aver lanciato a tutti uno sguardo sardonico s'incamminò con
il suo seguito verso la fortezza scomparendo nelle stanze più profonde.
Di colui che fu chiamato poi "Il
Grande Incrociatore" non si seppe più nulla per molto tempo, ma coloro che abitavano
nelle sale più profonde della rocca lamentavano di non poter dormire dal grande rumore di
pietra frantumata e per le urla dei cinghiali che provenivano da sotto.
Dopo molti anni, la fortezza era ormai ultimata e occupava la maggior parte della
montagna, durante un banchetto organizzato per festeggiare il trecentotrentesimo
compleanno di Brumbar Mangiapietra primo Re sotto la montagna, un piccolo cinghiale del
colore della pietra giunse al cospetto di sua maesta' recante un plico tra le zanne. Re
Brumbar, dopo aver tentato inutilmente di infilzare la bestia con una forchetta a due
mani, lesse il plico e si diresse con aria grave e senza scorta nel cuore della fortezza.
Dopo pochi minuti l'attonito silenzio in cui era caduta tutta la fortezza, data la
stranezza della cosa, venne rotto dalla riecheggiante e cavernosa voce del Grande
Incrociatore che scandendo lentamente le parole proferì: "Ne Sei Tu Degno?" poi
fu battaglia che durò giorni."
Sicuramente quella di Re Brumbar fu la prima prova di dignita' nella storia dei nani, e molte cose cambiarono da quel momento anche nel modo di fare la guerra. Il re, infatti, esibi' alla prima occasione la sua cavalcatura da battaglia: un enorme cinghiale bianco.
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