Progetto catechistico

Introduzione
1. Chiarificazione terminologica.
Il presente progetto, frutto di ricerca comune ed esperienza vissuta nel territorio, è la cellula vitale del Piano Pastorale d'Insieme della Comunità parrocchiale poiché la catechesi è il momento essenziale dell'attività pastorale (RdC 143).
A scanso di equivoci ci chiariamo subito il significato di due termini a cui facciamo riferimento:
a. per piano intendiamo l'organizzazione complessiva e sistematica dell'azione pastorale globale nei suoi molteplici settori d'intervento: catechesi d'iniziazione cristiana, associazionismo, vocazioni, famiglie, malati ed anziani stranieri ed immigrati, lavoro volontario...;
b. per progetto vogliamo intendere l'articolazione operativa delle scelte fondamentali, delle finalità educative, delle strutture e dei criteri di verifica e di valutazione che emergono dal piano pastorale d'insieme.
2. Perché questo progetto?
Il presente progetto riscontra la sua motivazione:
- in un'attenta analisi socio -culturale- religiosa dell'ambiente da cui emergono con evidenza
aspetti positivi: rinnovato bisogno di Dio, affannosa ricerca di senso della vita, generosa disponibilità di aiuto e di solidarietà verso i bisognosi, presenza di associazioni culturali con cui dialogare; ed aspetti negativi: scristianizzazione, irregolarità matrimoniali, visione della vita come ricerca del piacere, spostamento del baricentro della fede sull' economia come unica fonte di ricchezza, benessere, futuro, devozionalismo diffuso spesso misto a forme di superstizione, disincarnazione del Vangelo dalla politica del quotidiano.
- negli stimoli provocanti e ricorrenti che ci pervengono dai documenti e dai numerosi interventi del Magistero ecclesiastico: dall'alito della nuova Pentecoste del Concilio Vaticano II° al Rinnovamento della catechesi, "dall'Educare alla fede oggi" (1979) a "La formazione dei Catechisti nella comunità cristiana" (1982), da "Il pano pastorale per le vocazioni in Italia" (1985) a "La sollecitudine sociale della Chiesa" (1987), da "I fedeli laici" (1988) a "Evangelizzazione e testimonianza della carità" (1990), da "Educare alla legalità" (1991) a la "Centesimus annus" (1991) ad "Evangelizzare il sociale" (1992), da la "Redemptor Hominis" (1979) a la "Incarnationis mysterium" (1998);
- nella risposta pronta e generosa di servizio ecclesiale ad un sottesa richiesta che ostenta la finitudine dell'uomo ed il suo bisogno innato di Dio ed il desiderio di ritorno alla fedeltà ed all'autenticità delle origini storiche della Chiesa;
- nella prassi pastorale che necessita di un
cammino unitario.
3. Il progetto si fa itinerario.
Volendo scongiurare il rischio del sacramentalismo nella comunità ecclesiale ridotta a distributrice automatica di sacramenti e volendo soprattutto generare una mentalità nuova riguardo alla formazione alla fede che non può esaurirsi alla preparazione immediata ai sacramenti dell'iniziazione cristiana, ma che si estende a tutto l'arco dell'esistenza umana, noi proponiamo l'ipotesi di un progetto che si traduce in
itinerario. Itinerario da concepirsi come una mappadi percorso che evidenzia obiettivi circostanziati riferiti alle mete generali, fa attenzione ai processi ed alle dinamiche dell'attenzione, accenna in specifico alle tappe progressive, ne evidenzia gli atteggiamenti, i contenuti, i comportamenti, traduce in esperienze concrete quanto viene delineato nel progetto.
Secondo questa prospettiva, dunque, il nostro progetto intende attivare il coinvolgimento ed una condivisione allargata e vasta di tutta la comunità parrocchiale: parroco, religiosi, catechisti, famiglie, ragazzi - giovani - adulti,...

1. IDENTITÀ DEL CATECHISTA
Premessa
Siccome il ruolo del catechista è fondamentale nell'educazione alla fede dell'uomo, cominciamo a conoscere l'identikit del catechista così come ci viene tracciato dal Magistero ecclesiastico.
* Intanto cominciamo con la chiarificazione di fondo che il catechista è un "vocato". Vocazione dal latino "vocare", cioè chiamare, ci costringe a superare un concetto riduttivo e distorto che nel corso della storia è stato usato per esprimere la vocazione "allo stato di speciale consacrazione". Dunque, essere catechista significa (vocazione ) essere chiamato a vivere un
ministero "ufficiosamente" riconosciuto e di fatto esercitato (cfr EM, 67). Essere catechisti non è un optional od un hobby da aggiungere alle proprie qualità personali. Il catechista è sempre un "inviato": mai in forza della propria persona, pur se ricca di preziosi talenti, ma quale "segno" della Chiesa, della propria comunità di fede.

1.  Il catechista è sempre chiamato ad annunciare il Vangelo.
- È il Signore che prende l'iniziativa. Tutta la storia della salvezza è percorsa da questa dinamica: Dio chiama e l'uomo risponde.
"La chiamata che il Signore fa per il servizio della sua Parola è un dono che il catechista riceve. Non si sceglie di diventare catechisti, ma si risponde ad un invito di Dio: «il catechista è un consacrato ed un inviato da Cristo» per mezzo della sua Chiesa" (RdC 185).
-Il servizio catechistico nasce dalla vocazione battesimale: esso è specifica attuazione della vocazione battesimale.
*Non si tratta di coprire vuoti pastorali.
*Non è una preoccupazione di carattere puramente tecnico ed organizzativo.
*Non è un modo per ostentare le proprie capacità o la propria preparazione teologica.
*Non è neanche una strategia per acquisire ruoli di autorità.
Si tratta invece di aiutare ogni cristiano a scoprire la sua specifica vocazione nella Chiesa e nel mondo (Non è questa una sfida per superare la mentalità che finalizza la catechesi ai sacramenti dell'iniziazione cristiana?).
Non basta dunque solo la propria disponibilità: "Padre, vorrei fare il catechista!". E' necessaria, normalmente, la paziente ricerca individuale e comunitaria. C'è bisogno di preghiera e di riflessione personale, di discernimento comunitario, di garanzia che viene da chi nella Chiesa ha il carisma dell'autorità e, poi, di gioiosa accettazione del dono e di fattivo sostegno per maturarlo.
Chi si sente chiamato a questo servizio deve continuamente sollecitare, nella preghiera, l'abbondanza della grazia "per divenire, nello Spirito, strumento adatto alla benevolenza del Padre" (RdC 185)
-Il catechista è destinatario di un dono di Dio per essere dono di Dio agli altri. Questa consapevolezza deve far sorgere nel catechista l'esigenza di una forte crescita spirituale.
-Egli è discepolo del Maestro interiore, lo Spirito Santo: in costante ascolto della Parola di Dio. Come Maria, la prima dei discepoli del suo Figlio, così il catechista deve sapere accogliere con umiltà e meditare la parole del Vangelo e riferirsi costantemente ad essa.

2. II catechista è maestro.
L'insegnamento è la funzione tipica del catechista all'interno del quadro generale dell'evangelizzazione.
"In varia misura, egli esercita nella Chiesa il compito di maestro, a edificazione del corpo mistico di Cristo, per la piena conoscenza dell'amore divino...
Il catechista è chiamato e rendere esplicita tutta la ricchezza del mistero di Cristo...
Egli deve insegnare: fare percepire e capire, per quanto è possibile, la realtà di Dio che si rivela e si comunica (RdC 187). Vanno dunque evitate le improvvisazioni, sia pure volenterose, le presentazioni disorganiche del messaggio di fede, le riduzioni del ruolo del catechista a semplice animatore di gruppo. La catechesi è "insegnamento cristiano organico e sistematico" (CT21), che richiede competenza, fedeltà all'integrità del messaggio, capacità creativa nell'attualizzare la verità che si comunica "perché chi ascolta entri completamente in comunione con Dio, per mezzo di Gesù Cristo" (RdC187). Il catechista è insegnante di una verità viva. "Alla sua catechesi il catechista deve premettere un'accurata preparazione immediata, tutta orientata a "come dire", a "come insegnare" le realtà e le verità della fede, a "come far vedere" l'amore e l'opera di salvezza delle divine Persone. Egli non può improvvisare nè tanto meno recitare una lezione; deve impartire un insegnamento vivo, che lo rende interprete del colloquio di Dio con gli uomini" (RdC 187)

3. II catechista è educatore.
I catechisti possono essere definiti "educatori - dell'uomo e della vita dell'uomo -nella fede"(CT 22).
E' un pericolo da evitare quello di uno scadimento del catechista a puro trasmettitore di conoscenza, di nozioni, a suscitatore di esperienze frammentarie. Il catechista è educatore di tutto l'uomo.
Ciò deve stimolare i catechisti sia ad una formazione personale che renda credibile la loro attività di educatori, sia ad una competenza umana e cristiana che rende efficace il rapporto educativo, sia a sentirsi strumenti di un'opera educatrice che ha la sua prima fonte nell'azione dello Spirito.
In quanto educatore di tutto l'uomo, il catechista si propone come termine il pieno sviluppo della personalità cristiana dei fedeli (integrazione fede-vita: cfr RdC 52-55). Instaura un rapporto personalizzato con i catechizzandi: "Il catechista si rivolge all'intera personalità di ciascuna, a tutto quanto ciascuno è per natura e per grazia. Si stabilisce così un rapporto da persona a persona, che impegna tutta la vita" (RdC131).

4. Il catechista è testimone.
Fondamentalmente il catechista è un testimone. Lo scopo della sua attività educatrice è di aiutare a vivere nella vita quotidiana la propria scelta di fede.
"Oltre a conoscere adeguatamente il messaggio che espone, egli ne è segno visibile, mediante la sua vita. Quanti lo ascoltano devono potere avvertire che, in certo modo, i suoi occhi hanno visto e le sue mani hanno toccato (1Gvl,1); della  sua  stessa  esperienza religiosa  devono  ricevere
luce e certezza" (RdC186). "La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l'efficacia profonda della predicazione...
Il mondo, che nonostante paradossalmente lo cerca attraverso vie inaspettate e ne sente dolorosamente il bisogno, reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio, che essi conoscono e che sia loro familiare, come se vedessero l'Invisibile" (EN76). I catechisti sono chiamati ad essere non ripetitori, sia pure competenti, di un messaggio che resta però loro estraneo, ma segni viventi di quanto comunicano.
La loro vita deve essere il primo catechismo per gli uomini a cui si rivolgono.

5. Alcuni requisiti...umani.
Quando si tocca il tasto delle doti umane richieste al catechista, egli viene tentato dallo scoraggiamento e dalla voglia di mollare il suo servizio alla comunità, dimenticando che la sua opera è innanzi tutto opera di Dio nello Spirito.
Pur rimanendo docile all'azione illuminante dello Spirito, egli è tenuto a coltivare la conoscenza degli elementi fondamentali delle scienze dell'uomo: psicologia, sociologia, pedagogia (RdC 186; deve avere "una seria preparazione dottrinale e metodologica" (RdC 189).
Al catechista vengono richieste una certa preparazione biblico-liturgico-teologica ed una "solida spiritualità ecclesiale" (RdC 189); la dimestichezza con i documenti del Magistero ecclesiastico e la "costante comunione con il Magistero" (RdC 189).
Il catechista deve maturare la sua capacità di rapporto umano attraverso una "profonda carità verso Dio e verso il prossimo" (RdC 189), preceduta da equilibrio psico-affettivo pensando che non di rado egli espleta il ruolo di guida spirituale per cui si richiedono prudenza, vigilanza, capacità di ascolto, dominio di sè...
Dato il suo ruolo d'insegnamento della dottrina cristiana, il catechista è bene che possegga "intelligente capacità inventiva" (RdC 181) e si serva di linguaggi adeguati alle svariate circostanze e situazioni ed alla variegata fascia di età dei suoi interlocutori.


2. IL CATECHISTA A SERVIZIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA
*spesso il catechista denuncia la sua "solitudine", lamenta scarsa collaborazione delle famiglie e qualche volta anche l'abbandono del Parroco o di chi coordina la catechesi quasi a volerlo obbligare alla logica dell'arrangiarsi;. però è anche vero che il catechista si rifugia talvolta nel suo tracotante individualismo rifiutando il dialogo ed il contributo di chi ha più esperienza catechistica e non offrendo una visibile testimonianza di comunione e di unità.
1. La Chiesa è carismatica
Il temine paolino che ci aiuta a capire la carismaticità della Chiesa è 'Charis', tradotto in latino: gratia: in lingua italiana: dono gratuito, gratuità...
Lo Spirito Santo opera nella Chiesa di Dio elargendo 'charis'. Paolo nella 1Cor 12,4 e ss. afferma: "Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune..." .
"Ogni cristiano è responsabile della parola di Dio, secondo la sua vocazione e le sue situazioni di vita, nel clima fraterno della comunione ecclesiale". Questi operatori qualificati sono i catechisti (RdC 184).
Essere catechisti è un dono che lo Spirito fa, come per ogni carisma nella Chiesa, alla comunità.

2. Il catechista agisce in nome della Chiesa .
- È qui il fondamento del carattere ecclesiale del servizio catechistico: "Evangelizzare non è mai per nessuno un atto individuale e isolato, ma profondamente ecclesiale. Allorché il più sconosciuto predicatore, catechista o pastore, nel luogo più remoto, predica il Vangelo... compie un atto della Chiesa .
...Ciò presuppone che egli agisce non per una missione arrogatas4 ne in forza di una ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa ed in nome di essa" (EN 60).
- Il Fondamento ecclesiale del ministero del catechista richiede, anzitutto, che le comunità cristiane non vivano il compito della catechesi con atteggiamento di delega nei confronti dei catechisti. Questi "devono sentirsi sostenuti dalla stima, dalla collaborazione e dalla preghiera dell'intera comunità" (RdC 184).
- A loro volta, i catechisti devono radicare sempre più il loro servizio nella Chiesa che li manda. Il catechista deve essere "consapevole portavoce della Chiesa, dalla cui esperienza di fede gli viene sicurezza" (RdC 185)
- Il Vangelo che egli annuncia non è l' elaborazione della sua filosofia o di qualche ideologia.
Nel servizio della catechesi, il catechista non manifesta le sue opinioni o le sue interpretazioni sulle verità di fede. Egli annuncia il Vangelo che la Chiesa gli dona.
- La fedeltà al compito di educatore nella fede, che gli viene dalla Chiesa, si esprime anzitutto nella comunione e nella fedeltà al suo vivo Magistero.
- Fedeltà alla Chiesa non è solo però fedeltà ad un mandato ricevuto, è anche partecipazione fedele alla vita ecclesiale: è sentirsi parte attiva della Chiesa locale in cui si esercita servizio.
- Questa partecipazione non può, confinarsi nel solo ambito dell'annuncio della Parola (sforzarsi di superare la discrepanza: annuncio-fede e sociale-vita): deve aprirsi a tutte le dimensioni della vita ecclesiale parrocchiale.

3. Il catechista a servizio dell'uomo.
- Al servizio di Dio, in nome della Chiesa, il catechista sa di essere chiamato ed inviato per un servizio ai fratelli. Egli "è testimone e partecipe di un ministero che egli vive e comunica agli altri con amore (RdC185).
Proprio il radicarsi in Dio e nella Chiesa spinge il catechista a vivere con gli altri e per gli altri.
- Il catechista deve sapersi porre accanto agli uomini, camminare con loro nell'ascolto delle loro esigenze, handicappati. " Educatori dei fratelli nella fede, egli è debitore verso tutti del Vangelo che annuncia; dalla fede e testimonianza di tutti, egli a sua volta si lascia educare" (RdC 185).
- Il catechista assume concretamente la storia dell'uomo e ne diventa attento lettore. Servitore della Parola che è per. l'uomo, egli si qualifica in particolare come "animatore" della comunità, favorendo la partecipazione di tutti e la presa di coscienza della storia che vive.
- Il servizio all'uomo è vocazione che non può restare circoscritta negli ambiti strettamente ecclesiali della catechesi e delle attività parrocchiali .C'è il rischio di ripiegarsi sui problemi interni della comunità e di estraniarsi dalle occupazioni e dalle sensibilità comuni dell'uomo (cfr RdC 154-156-157: la catechesi nelle strutture della società civile: la scuola, la famiglia, la parrocchia, il mondo del lavoro, i mass media).
- Il respiro di una autentica catechesi nasce anche da un'attenzione viva e generosa del catechista ai problemi della società. Per questo è consigliabile la lettura di quotidiani e periodici di diversa estrazione filosofico -politico- ideologica; è comprendere che le varie redazioni del TG  non sono pura faziosità ma canali d'informazione, finestre aperte sul mondo che stimolano ad un'interpretazione di fede dei fatti del quotidiano per evangelizzare la cultura, la società, il mondo. Fare come lo struzzo tappandosi gli occhi in forza di una pseudo morale non è certo l'atteggiamento migliore con cui vivere la propria vocazione di catechista.


l
. I SOGGETTI DELLA CATECHESI

a. Il ministero del catechista è al servizio dell'uomo. dell'uomo.
Il suo dovere essere "esperto in umanità" comporta una fondamentale meta della sua formazione: la conoscenza dell'uomo, dell'uomo storico a cui si rivolge il suo annuncio (questa visione globale dell'uomo esige il superamento del dualismo platonico: anima-corpo).
Nel contesto di quest'area antropologica, la formazione dei catechisti dovrà preoccuparsi di dotarli di una conoscenza adeguata del mondo moderno, nelle sue dimensioni sociali e culturali. Allo stesso tempo si chiederà un'adeguata capacità di cogliere i dinamismi psicologici dei soggetti della catechesi (tutto in vista della vita di fede a cui si vuole educare l'uomo )
Per corrispondere a queste finalità il catechista ha bisogno d'imparare a "saper comprendere" le persone, a entrare in sintonia con le loro esigenze, allo stesso modo di Gesù di fronte agli uomini del suo tempo: "Il catechista deve essere un acuto conoscitore della persona umana, dei suoi spirituali processi, della comunità
in cui ciascun uomo vive e cresce. Assecondando le intenzioni di Dio e seguendo le vie dello Spirito Santo, egli sa raggiungere i fedeli nelle loro concrete situazioni" (RdC168). La conoscenza della persona, della situazione di vita, dell'ambiente in cui è posta, è indispensabile affinché il messaggio che il catechista porta giunga con efficacia al suo destinatario.

b. L'importanza dei fanciulli e dei giovani.

"L'ascesi dei giovani costituisce, senza dubbio, il fenomeno più ricco di speranza ed insieme d'inquietitudine per una buona parte del mondo di oggi. Alcuni Paesi, specialmente quelli del Terzo Mondo, hanno più della metà della popolazione al di sotto dei venticinque o trent'anni. Ciò significa milioni e milioni di fanciulli e di giovani, che si preparano al loro avvenire di adulti. E non si tratta solo di un fattore numerico: alcuni recenti avvenimenti, così come la cronaca quotidiana, ci dicono che quest'innumerevole moltitudine di giovani, anche se qui e là è dominata dall'incertezza e dalla paura, o è sedotta dall'evasione nell'indifferenza e nella droga, e perfino tentata dal nichilismo e dalla violenza, rappresenta tuttavia nella sua maggioranza la grande forza che, tra non pochi rischi, si propone di costruire la civiltà dell'avvenire.
Ora, nella nostra sollecitudine pastorale noi ci chiediamo: come rivelare Gesù Cristo, Dio fatto uomo...? Come far conoscere il senso, la portata, le esigenze fondamentali, la legge d'amore, le promesse, le speranze di questo Regno?" (CT35).

1. La catechesi è destinata a tutti i fedeli

-Tutti i battezzati hanno bisogno di una catechesi adeguata (Rdc 123).
Per molti, i termini catechismo o catechesi evocano un insegnamento rivolto quasi esclusivamente ai fanciulli senza sviluppi dell'età successive. Crescerebbe così l'uomo e non crescerebbe in lui il cristiano... Anzi gli adulti sono in senso più pieno i destinatari del messaggio cristiano" (RdC 124).
-Con premura speciale, i catechisti devono prendersi cura di coloro che hanno maggiore bisogno, perché più poveri, più deboli, meno dotati.

Basta guardare al ministero di Gesù in cui si evidenzia la scelta dei poveri (RdC 125).

-La povertà e la debolezza colpiscono intimamente la persona umana in vari modi. C'è chi è povero di verità, di amore, di speranza: chi è ignorante o sviato, dubbioso o lontano: e c'è perfino chi ignora di soffrire per la mancanza di un bene superiore. Questi poveri si trovano in tutti gli strati sociali, anche in ambienti di censo e cultura.
Ci sono i poveri e i disagiati materialmente che assaliti dall'urgenza del pane materiale potrebbero trascurare di procurarsi il nutrimento dello spirito.
Altri vivono ai margini delle strutture sociali, come gli immigrati, i nomadi, gli esclusi, i profughi, i meno dotati, gli incapaci di un lavoro qualificato, gli esclusi (RdC 126).
-Soprattutto ai fanciulli disadattati e subnormali bisogna assicurare forme appropriate di catechesi ed educatori pedagogicamente preparati.

2 .La catechesi deve raggiungere l'uomo nelle situazioni concrete della vita

- La catechesi deve raggiungere gli uomini nel tempo e nel luogo in cui essi operano (l'uomo in situazione), in tutti gli aspetti della vita: economico sociale, politico, psicologico, morale e religioso (RdC128); perché in tutti questi aspetti comuni della vita e a viverle con sapienza cristiana (cfr integrazione fede-vita: RdC52- 55)
- La catechesi va da persona a persona. La catechesi è rivolta all'intelligenza, alla capacità e al bisogno di agire del cristiano, alla sua esigenza di esperienza personale, alla sua affettività e immaginazione. Il catechista dunque si rivolge all'intera personalità di ciascuno (Cristo Gesù ha salvato e continua a salvare tutto l'uomo...consolo l'anima !). Egli rifugge l'anonimato personalizzando i suoi interventi di salvezza (RdC 131 ).
- E' importante per il catechista conoscere l'uomo con simpatia (RdC132 ed essere consapevole della sua responsabilità di mediazione dell'incontro tra Dio e l'uomo (RdCI33). Dipende alle volte, dal catechista la salvezza o la perdizione dell'uomo!
3 .La catechesi per tutte le età dell'uomo.
* I bambini
Il mondo interiore del bambino si presenta con fisionomia tutta sua ...Egli assimila più per affetto e per emarginazione che per ragionamento. Si identifica con la persona che stima e che ama e ne fa propri i valori, gli atteggiamenti, i gesti, il modo di considerare la vita.
In questa fase hanno un ruolo fondamentale la personalità dei genitori, la loro armonia la loro fede, la sicurezza del loro comportamento, cos' come la personalità di ogni altro educatore (RdC 135).
* I fanciulli (preadolescenti)
Il fanciullo raggiunge gradatamente la prima capacità di ragionamento; non di un ragionamento astratto, ma ancora legato ad immagini ed esperienze concrete. Egli allarga la sfera dei suoi interessi sociali al di fuori della propria famiglia. Notevoli sono la sua curiosità, l'egocentrismo logico e psicologico: ...la preghiera, ad esempio, può diventare solo richiesta di favori, anziché comunione col Padre, e può apparire espressione d'individualismo e di egoismo. Si tratta evidentemente di atteggiamenti spontanei che occorre gradualmente educare.
Quando al fanciullo si parla di Dio, conviene farlo in forma concreta: parlargli non di un Dio inimmaginabile, né di un Dio fantastico, ma di preferenza del Padre, di Cristo, dell'amore di Dio per noi. (Evitare il verbalismo, ma guidare all'attività). L 'esperienza intellettuale del fanciullo è ancora fortemente legata alla vita affettiva ed emotiva. Per apprendere, il fanciullo ha bisogno di vivere in un clima di calma e serenità. In questo senso è decisiva la testimonianza del catechista che vive intensamente la sua comunione con Cristo (RdC 136).
* Gli adolescenti.
Durante l'adolescenza va delineandosi sempre più determinante la personalità dell'uomo e del credente. L'adolescente passa da uno stato di dipendenza dell'adulto e dalla famiglia a uno stato autonomo. Si sviluppa in lui la vita affettiva e sessuale; soffre l'insicurezza e l'inquietudine che accompagnano la sua età. In definitiva, l'adolescente cerca il segno della propria esistenza; ha bisogno di certezza, realizza se stesso nell'azione e nella vita di relazione. Si accosta a chi sa mettersi, senza pregiudizio e con vera amicizia, al suo livello.
L 'educazione sessuale in questa età pone dei problemi. (Il catechista che fa?) (RdC 137).

* I giovani.

Attenti ai problemi della libertà personale e religiosa, al dialogo, ai valori universali, sono sensibili alla dignità dell'uomo e ambiscono partecipare alle responsabilità del mondo sociale. Stimano altamente i valori del corpo, dell'amicizia, dell'amore.
I valori religiosi possono trovare una loro collocazione pregnante e dinamica, se opportunamente presentati e motivati.
I giovani cercano nel catechista un fratello e un amico che sappia animare con spirito di servizio le loro aspirazioni e la loro ricerca. Sono aperti ad ogni forma d'impegno generoso e alla novità. Per progredire nella fede hanno bisogno di scoprire che la novità è Cristo (RdC 138).
* Gli adulti.
La catechesi, come abbiamo detto, è rivolta a tutti poiché suo preciso obiettivo è quello di condurre l'uomo alla maturità di fede. Quindi anche l'adulto è soggetto della catechesi.
La catechesi non può ignorare i problemi specifici che travagliano l'adulto del nostro tempo: la preoccupazione per la casa, per il lavoro, per i figli; il disagio di fronte ad un mondo e a una cultura vertiginosamente in progresso; l'insicurezza e la tensione per il mancato raggiungimento della pace e della giustizia sociale; l'attuale crisi religiosa e i suoi riflessi sulla fede e sulla posizione del laico nella Chiesa (RdC 139).

* L 'uomo e l'ambiente.

L'individuo non solo riceve l'influsso dell'ambiente, ma essendone egli stesso parte lo costruisce ed è chiamato a trasfondervi il suo stile di vita e a trasformarlo.
L'uomo concreto che il catechista cerca è l'uomo che non vive soltanto e prevalentemente in famiglia e in parrocchia. Nella società contemporanea, altri ambienti contribuiscono a formare la mentalità corrente. Si pensi all'influsso esercitato dagli ambienti di studio e di lavoro; alle suggestioni provocate dalla civiltà delle immagini e dagli strumenti di comunicazioni
sociale.
Il catechista cerca e soffre vivendo gli stessi problemi dei :fratelli e cammina con loro lunga la strada che conduce a Cristo (RdC 141).

4. IL CONTENUTO E LE FONTI DELLA CATECHESI

l. Il contenuto della catechesi.

- "II centro vivo della fede è Gesù Cristo. Solo per mezzo di Lui gli uomini possono salvarsi; in Lui trovano 'la chiave, il centro e il fine dell'uomo nonché di tutta la storia umana", (GS 1 Q).
Cristiano è chi ha scelto Gesù Cristo e lo segue. In questa decisione fondamentale per Cristo è compiuta e contenuta ogni altra esigenza di conoscenza e di azione della fede. Perché tanti cristiani disertano le assemblee liturgiche e/o non avvertano l'esigenza di approfondire i misteri della fede (e quindi di crescere nella fede spesso ridotta ad "adiafora", a forme appariscenti ed assai marginali)? Perché appartengono a Cristo senza averne mai fatto la scelta consapevole di Cristo (RdC 57).
- "La Chiesa deve predicare a tutti Gesù Cristo e fare in modo che ogni cristiano aderisca alla sua divina persona e al suo insegnamento, sino a conoscere e a vivere tutto il suo "mistero"... Il lieto annuncio di ogni catechesi è Gesù" (RdC 57).
- "Scegliendo Gesù Cristo come centro vivo, la catechesi non intende proporre semplicemente un nucleo di verità da credere; ma intende soprattutto fare accogliere la sua persona vivente, nella pienezza della sua umanità e divinità, come Salvatore e Capo della Chiesa di tutto il creato... predicare la persona di Gesù Cristo. Lui che è sempre presente e sempre il medesimo, 'ieri, oggi e in eterno' " (RdC 58).
- Il mistero di Cristo è mistero di comunione. Il disegno di Dio è di stabilire la pace in Gesù Cristo; di portare a tutti gli uomini al dialogo e alla comunione con se, di rea1i7.7.are tra loro una :fraterna comunione, riunendoli nel Corpo mistico del Figlio suo (AG3; LG 7).
- Il mistero di Cristo è accolto dai cristiani come realtà operante oggi e per ciascuno: così la catechesi deve annunciarlo.
"Risuscitato dai morti, Cristo non muore più" (Rm 6,9).
La catechesi annuncia il mistero di Cristo come mistero presente nella Chiesa, soprattutto, nella celebrazione eucaristica (RdC 72}.
La celebrazione dell' eucaristia è il momento fondamentale per la crescita di tutta la comunità e di ogni suo membro nella fede di Cristo. Anche ogni altro gesto religioso e di carità è occasione e mezzo per accogliere e manifestare il mistero di Cristo (RdC 73).
2. Le fonti della catechesi.

l. La S. Scrittura è l'anima e il libro della catechesi:

- Il mistero di Cristo, parola vivente di Dio, contenuto integrale della catechesi viene da Dio comunicato nella sua pienezza alla Chiesa in molti modi. I fatti, i segni e le parole, intimamente :fra loro connessi, coi quali Dio interviene nella storia degli uomini, per invitarli ed ammetterli alla comunione con se, costituiscono la Rivelazione e sono, nel significato più ampio, la parola di Dio (RdC 102),
- La Scrittura è il documento preminente della predicazione della salvezza, in forza della sua divina ispirazione, ..Ignorare la Scrittura sarebbe ignorare Cristo (DV 24):

* I caratteri fondamentali della Scrittura sono:

1. l'origine della Scrittura che esprime in linguaggio umano la genuina parola di Dio;
2. la concretezza della rivelazione biblica. nella quale eventi e parole sono intimamente connesse reciprocamente sì integrano;
3. la progressività della manifestazione di Dio e della sua salvezza;
4. la profonda unità dei due testamenti;
5. la tensione dell'Antica Alleanza verso Gesù Cristo, rea1izzazione delle attese e delle promesse;
6. il rapporto continuo tra la Scrittura e la vita della Chiesa (RdC 106).
- La Scrittura è
il libro non un sussidio,che va usato ed interpretato con la fede e la mente della Chiesa con l'aiuto dello Spirito Santo (RdC 107).
- La catechesi sceglie nella Scrittura i testi e i fatti, i personaggi, i temi e i simboli che maggiormente convergono in Cristo, quelli che in genere sono più familiari alla liturgia... Nei personaggi si deve vedere la scelta che Dio ha fatto perché divenissero i suoi collaboratori... (RdC 108).

2. La Tradizione è il luogo vivo dell'incontro con la parola di Dio:

- La predicazione apostolica, espressa in modo speciale nei libri ispirati, perdura interrotta nella Chiesa. Gli Apostoli ammonirono perciò i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano da loro appreso a viva voce o per lettera (2 Tess 2, 15; 1 Cor !!,2 "), perché in esse è trasmesso tutto il mistero della salvezza (RdC 109).
- Non tutto è contenuto nella Scrittura. La Tradizione apostolica e la S. Scrittura offrono alla Chiesa un'unica visione di Dio e del suo disegno... Esse sono strettamente congiunte e comunicanti (RdC 110).
- Nell'alveolo della Tradizione, si colloca l'impegno con cui le scienze teologiche cercano di meditare la parola di Dio. Con i suoi vari compiti e sviluppi, la teologia è un sussidio indispensabile della catechesi (RdC 111 ).
- Anche la storia della Chiesa è vera tradizione a cui la catechesi deve riferirsi per attingervi la verità della nostra. salvezza in Gesù Cristo (RdCI12).

3. La liturgia è espressione viva del mistero di Cristo:

- Espressione culminante di Tradizione e di vita, la liturgia è nella Chiesa una sorgente inesauribile di catechesi... (RdC 113) (laòs + èrgon: opera-azione (buona"preghiera) del popolo).
- La liturgia è catechesi in atto perché la partecipazione all'azione liturgica consente ai credenti di penetrare sempre più nel mistero di cristo, di coglierne l'ampiezza e la mirabile unità (SC 33; RdC 114).
- Vi è una catechesi liturgica per fare bene capire che la liturgia realizza ciò che significa. Perché se ne possa cogliere con efficacia l'insegnamento, la celebrazione liturgica deve essere adeguatamente preparata (RdC 114 ).
- E' necessario dunque conoscere i tempi forti dell'anno liturgico; la domenica deve essere presentata come festa primordiale e pasqua settimanale, fondamento e nucleo dell'anno liturgico... Seguono poi l'Avvento e il Natale, la Quaresima e la Pasqua. In Maria SS. e nei Santi, nei quali Dio manifesta la sua presenza , Cristo riproduce la sua - immagine, e la Chiesa ammira modelli di vita e venera intercessioni presso il Padre.


4. Le opere del creato parlano di Dio
- Dio si rivela nelle sue opere (RdCl18).
- Il mondo ha verità e bellezza perché è rispondente al disegno di Dio (RdC119).
- La bontà delle creature esprime l'amore di Dio (RdC120).

- La verità, la bellezza , la bontà e il dinamismo delle creature rifulgono soprattutto nella creatura umana... per questo non è ardito affermare che bisogna conoscere l'uomo per conoscere Dio: bisogna amare l'uomo per amare Dio (RdCl22).

5. ALCUNI ORIENTAMENTI OPERATIVI
1. La formazione dei catechisti
a. La scelta dei catechisti

I sacerdoti responsabili della comunità ecclesiale, con i loro collaboratori, hanno il compito di riconoscere e di promuovere nei fedeli i doni dello Spirito anche in riferimento al servizio della parola.
Nella scelta dei catechisti dovranno tenere presenti alcune condizioni di base:
- i futuri catechisti abbiano già fatto la scelta cristiana di fondo;
- siano disposti a proseguire il loro cammino di maturazione umana e cristiana ;
- accolgano da fare catechesi come missione che è fondata sulla loro condizione di battezzati e cresimati;
- siano pronti a servire i fratelli e collaborare nella comunità cristiana, nel rispetto del ministero di ogni altro educatore alla fede, m particolare di quello dei genitori nei confronti dei figli (FCC 22).
b. il cammino permanente, sistematico ed organico della formazione
La "chiamata" al servizio catechistico non abilita da sola al suo servizio, né comporta una competenza innata. Al contrario, la vocazione è anche chiamata ad un impegno di formazione che sia itinerario permanente, sistematico ed organico (FCC 23):

- la permanenza rimanda alla gradualità delle mete da raggiungere;

- la sistematicità esclude l'episodicità (questa settimana ci si incontra, poi ci si rivede chissà quando), ma obbliga a porsi obiettivi precisi, tappe successive e complementari a partire da un nucleo essenziale;
- l'organicità concerne l'armonia tra le diverse aree della formazione che consentono di muoversi INSIEME ed UNITARIAMENTE:

1. Area antropologica-metodologica-didattica:
- conoscere l'uomo
- studiare le strategie di intervento
- usare gli strumenti messi a disposizione
2. Area biblico-teologica:
- conoscere e pregare la parola di Dio
- studiare i contenuti essenziali della Rivelazione

- approfondire la morale cristiana

3. Area liturgico ecclesiale:

- conoscere l'ecclesiologia del Vaticano II°
- conoscere, approfondire e vivere i segni della salvezza operati da Dio per Cristo nello Spirito nell' oggi della Chiesa
- educarsi all'anno liturgico ed alla celebrazione dei sacramenti.


a. I tempi della formazione
Si diventa catechista "facendo" catechesi e riflettendo sistematicamente su di essa; pregando e curando la propria interiorità; aggiornandosi con  vari documenti del Magistero ecclesiastico; vivendo la collaborazione reciproca e testimoniando la comunione col Parroco, Vescovo, Papa; guardando ai destinatari della propria missione come il dono Dio; preparandosi scrupolosamente alla lezione; conoscendo ed usando correttamente strumenti e mezzi di catechesi (immagini, diapomontaggi, audiocassette, sonorizzazioni ...).
Per fare tutto questo occorre darsi dei momenti intoccabili di formazione:
il primo di preghiera:
- sentirsi Chiesa vivace nasce dall'Eucaristia:liturgia
- adorare il mistero che si celebra nella fede: Adorazione eucaristica
- interiorizzare e pregare la parola: celebrazione dei Vespri
- riconoscere il proprio peccato per vivere m comunione: liturgia penitenziale;
il secondo di studio e di fraternità:
- programmare, realizzare,verificare (mensilmente e per ogni trimestre), tenendo conto del Piano pastorale diocesano e parrocchiale e dei vari progetti in essi contenuti
- studiare ed aggiornarsi m riferimento alle aree scelte per la formazione
- creare e vivere momenti di distensione e di fraternità.


b. Inseriti in una grande progettazione secondo itinerari diversificati
Avere un progetto che non vanifichi nessun lavoro, che sia l'espressione dell'unità e della comunione pastorale ed offra simultaneamente continuità nel cammino di fede tenendo conto di itinerari e di educazione alla fede che facciano percorrere per ogni età le diverse aree che conducano mano a mano alla maturazione nella fede ed all'impegno nel servizio ecclesiale:

- AREA DELL'IDENTITA' PERSONALE: l'uomo                     mete
- AREA DELL'INCONTRO CON GESU' CRISTO: Cristo             
o
- AREA DELL'APPARTENENZA ALLA CHIESA: Chiesa
- AREA DELLA VIA COME VOCAZIONE: vocazione           
movimenti


Non si tratta d'indottrinare o di collaborare con le famiglie perché "si tolgano il pensiero", ma soprattutto miriamo a fare
maturare atteggiamenti di vita; ad educare alla partecipazione liturgica (Lit. della Parola, della Penitenza, dell'Eucaristia ); a educare all'universalità della Chiesa (attraverso documentari, incontri con missionari ed incontri di preghiera interconfessionali, esperienze di fine settimana, campi estivi di fraternità e della parola, vocazionali, esercizi spirituali, convivenze...); a educare all'impegno e alla vocazionalità della Chiesa (sacrificio, rinuncia, risparmio, generosità, solidarietà, mondialità, giustizia; iniziative come la raccolta della carta e di alluminio, pesche di beneficenza, mostre di lavori artigianali. ..; volontariato ed obiezione di coscienza, accoglienza di extracomunitari e di giovani a rischio; incontri con i seminaristi o con i giovani religiosi di vari carismi; direzione spirituale); a educare alla ricchezza carismatica della Chiesa facendo conoscere i movimenti in essa suscitati dall'inesauribile creatività dello Spirito Santo (Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Focolarini, Rinnovamento dello Spirito, Movimento Giovanile Salesiano ).

c. Schematica proposta di un itinerario catechistico

Com'è stato più volte ribadito, proprio perché la catechesi è finalizzata alla maturazione della fede e non esclusivamente alla sacramentalizzazione, offriamo, schematicamente e traducendo in operatività quanto è stato esposto, una proposta di itinerario catechistico che riteniamo sia in sintonia con gli orientamenti del Magistero Ecclesiastico. Invitando a fare attenzione che una proposta è sempre una proposta da sperimentare e da verificare nel tempo:
l. Preparazione alla prima comunione
Essa si articola in cinque anni con itinerari ed obiettivi specifici ed accoglie mediamente ragazzi dai 6 ai 10 anni:
I° Anno: Itinerario della Preghiera.
E' rivolto ai bambini della Ia elementare che non sanno ancora leggere e non sono abituati alla preghiera personale e comunitaria .
Questo primo percorso deve costituire una vera scuola di preghiera che attraverso l'operatività, la manualità, il linguaggio visivo e delle immagini deve iniziare all'incontro con Cristo nel silenzio della preghiera. A tal proposito è importante far conoscere i personaggi biblici vetero e neotestamentari come modelli oranti.
Questo primo anno si concluderà con una celebrazione in cui si consegnerà a ciascun bambino, che frattanto ha imparato a leggere, un manuale di preghiera del cristiano.
II° Anno: Itinerario della Parola.
Destinatari di questo cammino sono i bambini di IIa elementare perché avviati alla lettura della Parola possano maturare la consapevolezza della Sua importanza nella vita di fede del cristiano e cominciare a considerarLa quale rifèrimento chiaro e preciso per il proprio comportamento morale.
Rileggere le feste cristiane più importanti alla luce della Parola è cosa assai necessaria per preparare i bambini alla liturgia della parola domenicale e festiva.
Alla fine di questa tappa, nel contesto di una celebrazione della Parola, sarà consegnato a ciascuno il libro della Parola.
III° Anno: Itinerario battesimale.
Spesso volte si dà troppo per scontato che i fanciulli abbiano già capito il senso dell'essere figli di Dio a motivo di una scelta fatta dai loro genitori quando li hanno presentati al fonte battesimale. Dunque, obiettivo di questo itinerario è quello di far capire il proprio battesimo per stimolare a vivere con maggiore responsabilità i propri impegni di cristiano, facendone rivivere questa loro prima Pasqua attraverso la spiegazione dei segni e dei riti della liturgia battesimale.
L'anno si concluderà con una festa battesimale in cui si rinnovano le promesse battesimali.

IV° Anno: Itinerario penitenziale.

Il fanciullo va facendo l'esperienza della cattiveria dell'uomo e del peccato. Egli non sempre risponde in maniera positiva alla grandezza dell'amore paterno di Dio. Dio però è amore e quindi aperto alla misericordia ed al perdono. Abilitare il fanciullo a saper chiedere perdono ed a riconciliarsi con Dio, senza considerare il confessionale come il banco degli imputati ed il sacramento della riconciliazione come sacramento finalizzato esclusivamente a ricevere la comunione è il traguardo di  questo quarto catechistico in cui s'insisterà sulla dimensione ecclesiale del proprio peccato e sull'abbraccio di perdono del Padre che attende con instancabile pazienza il figlio che da Lui si è allontanato.
Anno: Itinerario eucaristico
Quest'anno costituisce la tappa che nella tradizione della fede ha la sua valenza. Alla luce del cap. VI° del Vangelo di Giovanni e con l'ausilio di minuscole biografie dei Santi di ieri e di oggi si apriranno mente e cuore dei fanciulli alla comprensione del mistero della fede per eccellenza. Inoltre con progressività si educheranno i fanciulli alla partecipazione liturgica dell'Eucaristia attenta e dinamica, avviandoli al "protagonismo liturgico".
Si concluderà questo cammino quinquennale con, la festa di prima comunione...

2. Preparazione alla confermazione

Il cammino della fede iniziato per la prima comunione non si spezza, non conosce parentesi o pause, ma continua articolandosi in tre anni successivi, abbracciando i ragazzi che vanno dagli undici ai tredici anni:
VI° Anno: Itinerario ecclesiale.
Poiché il preadolescente è per sua natura predisposto alla socializzazione, questa potrebbe essere l'età in cui rileggere e vivere i percorsi precedenti evidenziandone la dimensione ecclesiale. Se è importante comprendere l'identità di figli di Dio è altrettanto importante capire l'essere famiglia dei figli di Dio. La dimensione ecclesiale del cristiano deve essere fatta percepire come la dimensione pervasi va del nostro essere, pensare ed agire. A tal proposito farà da guida l'icona della comunità cristiana di Gerusalemme presentataci da Luca nel cap. 2 degli Atti degli Apostoli.
Questo sesto anno catechistico si chiuderà con una celebrazione a cui parteciperanno i padrini del battesimo e quelli della confermazione.
VII° Anno: Itinerario vocazionale
Presentare le due dimensioni fondamentali della Chiesa aiuta il ragazzo ad un impegno maggiore nella comunità cristiana di appartenenza quella vocazionale e quella missionaria.
Nel Cammino di quest'anno si evidenzierà la dimensione vocazionale.
Si illustrerà la storia della salvezza come la storia di Dio che chiama e dell'uomo che risponde. Si prenderanno in considerazione i personaggi biblici di "vocati" con cui confrontarsi: Abramo, Mosè, Isaia, Geremia...Maria, gli Apostoli, i diaconi ...
L'anno si concluderà con una festa in cui si proporrà la testimonianza di un giovane seminarista e/o
di un/a religioso/a.

VIII° Anno: Itinerario della confermazione

Questo itinerario si configura come il percorso che fa maturare uno stile di vita e d'impegno.
E' l'anno della missionarietà della, nella, per la Chiesa: chiamati per essere inviati. Questo non è l'anno del congedo, ma dell'inserimento più responsabile nella vita attiva della Chiesa.
Com'è logico, il conferimento del sacramento della confermazione è il traguardo di quest'ultimo triennio catechistico. Nel corso dell'anno verranno proposte esperienze di vita missionaria, invitando qualche missionario/a o qualche genitore impegnato in primo piano nell'ambito di un settore pastorale della Chiesa, qualche diacono permanente.
3. Costruttori del Regno (dopo la cresima)
La vita continua, l'uomo cresce ed in lui maturala sua fede verso orizzonti più ampi. La catechesi non finisce; anzi, maturando, si esprime in gesti concreti d'impegno e di servizio nei vari gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali e nel tessuto quotidiano come luogo in cui realizzare la propria vocazione e celebrare la liturgia della vita.
Inoltre, a parte il cammino di fede per gli adulti che si preparano alla confermazione, nella nostra comunità parrocchiale si avvia l'esperienza della catechesi per le mamme che accompagnano presso gli ambienti parrocchiali i propri figli ai momenti formativi della catechesi perché affianchino il lavoro del catechista e insieme ai papà, creino in famiglia un clima tale che consenta di fare un cammino unitario.
Prima dell'inizio dei tempi i più forti dell' Anno liturgico è consolidata l'esperienza di due incontri, i cui destinatari sono entrambe i genitori, di preghiera e di presentazione del cammino di fede parrocchiale e delle attività programmate.
Come appendice al presente progetto sono previsti degli incontri formativi con i genitori ed i padrini di battesimo e di cresima perché ciascuno rivisiti i propri impegni, in particolare modo i genitori che li hanno assunti già con il rito del matrimonio, comprenda il proprio ruolo ed eserciti la propria funzione e si curi la celebrazione onde evitarne l'improvvisazione e la trasandatezza.



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