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Il paradigma
di complessità
SOMMARIO Il paradigma di semplicità Ordine e disordine nell' universo Auto - organizzazione Autonomia Complessità e completezza Ragione , Razionalità , Razionalizzazione Necessità dei Macro-concetti Tre principi Il Tutto è nella parte che è nel Tutto Verso la Complessità
NON BISOGNA CREDERE
CHE
LA QUESTIONE DELLA COMPLESSITA
SI PONGA
SOLO OGGI
SULLA SPINTA
DI NUOVI SVILUPPI SCIENTIFICI.
OCCORRE VEDERE
LA COMPLESSITA
LA DOVE SEMBRA GENERALMENTE ASSENTE
COME, PER ESEMPIO
NELLA VITA QUOTIDIANA.
QUESTA SPECIFICA COMPLESSITA
E STATA AVVERTITA E DESCRITTA
DAL ROMANZO DEL XIX SECOLO E DELL INIZIO DEL XX.
MENTRE IN QUELLO STESSO PERIODO LA SCIENZA
TENTA DI ELIMINARE
CIO CHE E INDIVIDUALE (= casuale = aleatorio) E PARTICOLARE
PER CONSIDERARE ESCLUSIVAMENTE
LEGGI GENERALI E IDENTITA SEMPLICI E CHIUSE,
MENTRE
ESPELLE PERFINO
IL TEMPO
DALLA SUA VISIONE DEL MONDO,
IL ROMANZO AL CONTRARIO ( Balzac in Francia, Dickens in Inghilterra),
CI MOSTRA
PERSONE PARTICOLARI
NEI LORO CONTESTI E NEL LORO TEMPO: mostra che la vita più quotidiana è, di fatto, una vita in cui
ciascuno ricopre più ruoli sociali, secondo che si trovi a casa, al lavoro,con amici o con sconosciuti.
VEDIAMO QUI
CHE OGNI PERSONA
HA
UNA MOLTEPLICITA DI IDENTITA,
UNA MOLTEPLICITA DI PERSONALITA
DENTRO DI SÉ,
UN MONDO DI FANTASMI E DI SOGNI
CHE ACCOMPAGNANO
LA SUA VITA.
IL TEMA
DEL MONOLOGO INTERIORE, per esempio,
COSI POTENTE NELL OPERA DI FAULKNER,
FA ANCH ESSO PARTE
DI QUESTA COMPLESSITA .
QUELL INNER - SPEECH, quella parola permanente
E RIVELATA
DALLA LETTERATURA E DAL ROMANZO,
COSI COME QUEST ULTIMO
CI RIVELA ANCHE CHE
CIASCUNO
CONOSCE MOLTO POCO
SE STESSO : in inglese, questo si chiama
self-deception, il mentire a se stessi.CONOSCIAMO
DI NOI STESSI
SOLO UN APPARENZA; ci inganniamo su noi stessi. Anche gli scrittori più sinceri come Jean-Jacques Rosseau
o Chateaubriand dimenticavano sempre, nel loro sforzo di sincerità, qualcosa di importante di se stessi.
La relazione
ambivalente con altri da sé, le autentiche trasformazioni di personalità quali avvengonoin Dostoevskij, il fatto che si sia trascinati nella storia senza sapere bene come, al pari di Fabrizio Del
Dongo o del Principe Andrea, il fatto che la stessa persona si trasformi nel tempo come mostrano
ammirevolmente Alla ricerca del tempo perduto e soprattutto il finale de Il tempo ritrovato in Proust,
tutto questo indica che non è soltanto la società a essere complessa, ma ogni atomo del mondo umano.
&
Il paradigma di semplicitàPER CAPIRE
IL PROBLEMA DELLA COMPLESSITA,
OCCORRE innanzitutto SAPERE
CHE ESISTE
UN PARADIGMA DI SEMPLICITA.
IL TERMINE PARADIGMA
VIENE IMPIEGATO SPESSO.
NELLA NOSTRA CONCEZIONE,
UN
PARADIMAE COSTITUITO
DA UN CERTO TIPO DI
RELAZIONE LOGICA estremamente forte tra nozioni principali,nozioni-chiave, principi-chiave.
TALE RELAZIONE E TALI PRINCIPI
PRESIEDERANNO
A TUTTE LE ASSERZIONI che inconsciamente obbediscono alla sua Autorità.
COSI,
IL PARADIGMA DI SEMPLICITA è un paradigma che
METTE ORDINE
NELL UNIVERSO,
E
NE SCACCIA IL DISORDINE. L ordine si riduce a una legge, a un principio. La semplicità vede sia l Uno, sia il
molteplice, ma non può vedere che l Uno può essere nello stesso tempo Molteplice.
Il principio di semplicità ora separa ciò che è legato (disgiunzione), ora unifica ciò
che è diversificato (riduzione).
PRENDIAMO PER ESEMPIO L UOMO. L uomo è un essere evidentemente biologico. E allo stesso tempo un
essere evidentemente culturale, meta-biologico, che vive in un universo di
linguaggio, di idee e di coscienza.
ORA
IL PARADIGMA DI SEMPLIFICAZIONE
CI COSTRINGE
VUOI A SCINDERE queste due realtà, la realtà biologica e la realtà culturale,
VUOI A RIDURRE la più complessa alla meno complessa.
SI STUDIERA , quindi,
L UOMO BIOLOGICO
NEL DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA, come un essere anatomico, fisiologico, ecc.,
E
L UOMO CULTURALE
NEI DIPARTIMENTI DELLE SCIENZE UMANE E SOCIALI.
SI STUDIERA, quindi,
IL CERVELLO come organo biologico
E
SI STUDIERA
LA MENTE, come funzione o realtà psicologica.
SI DIMENTICA
CHE
L UNO
NON ESISTE
SENZA L ALTRA : anzi, che l uno è
contemporaneamente l altra, sebbene siano trattati mediante termini econcetti diversi.
CON QUESTA VOLONTA DI SEMPLIFICAZIONE,
LA CONOSCENZA SCIENTIFICA
ASSUMEVA
COME MISSIONE QUELLA DI
SVELARE
LA SEMPLICITA
NASCOSTA DIETRO L APPARENTE MOLTEPLICITA E L APPARENTE DISORDINE DEI FENOMENI.
Forse il punto è che, privati di un Dio al quale non potevano più credere, gli
scienziati avevano bisogno inconsciamente di essere rassicurati.
Pur sapendo di vivere in un universo materialistico, mortale, senza salvezza,
avevano bisogno di sapere che c era qualcosa di perfetto e di eterno :
l UNIVERSO STESSO.
QUESTA MITOLOGIA ESTREMAMENTE POTENTE, OSSESSIVA, benché nascosta,
HA ANIMATO
IL MOVIMENTO DELLA FISICA.
BISOGNA RICONOSCERE CHE
QUESTA MITOLOGIA
E STATA FECONDA
PERCHE
LA RICERCA DELLA GRANDE LEGGE DELL UNIVERSO
HA PORTATO
ALLA SCOPERTA
DI LEGGE FONDAMENTALI quali la gravitazione, l elettromagnetismo, le interazioni nucleari forti, poi quelle
deboli.
OGGI, ancora,
GLI SCIENZIATI E I FISICI
CERCANO DI TROVARE
IL NESSO
TRA QUESTE DIVERSE LEGGI
CHE
FAREBBEDI LORO
UNA VERA LEGGE UNICA.
LA STESSA OSSESSIONE
HA PORTATO ALLA RICERCA
DELLA TESSERA ELEMENTARE
CON CUI ERA COSTRUITO L UNIVERSO.
IN UN PRIMO TEMPO
SI E CREDUTO DI TROVARE
L UNITA DI BASE
NELLA MOLECOLA.
LO SVILUPPO DEGLI STRUMENTI DI OSSERVAZIONE
HA RIVELATO
CHE LA MOLECOLA STESSA
ERA COMPOSTA
DI ATOMI.
POI
CI SI E RESI CONTO
CHE LATOMO
ERA a sua volta
UN SISTEMA MOLTO COMPLESSO,
COMPOSTO DI UN NUCLEO E DI ELETTRONI.
ALLORA,
LA PARTICELLA
E DIVENTATA
L UNITA PRIMA.
POI
CI SI E RESI CONTO
CHE LE PARTICELLE STESSE
ERANO DEI FENOMENI
CHE POTEVANO ESSERE TEORICAMENTE DIVISI IN QUARK.
E,
NEL MOMENTO IN CUI SI È CREDUTO DI GIUNGERE
ALLA TESSERA ELEMENTARE con la quale era costruito il nostro universo,
QUESTA TESSERA
E SCOMPARSA
IN QUANTO TESSERA.
E
UN UNITA SFOCATA, COMPLESSA,
CHE NON SI RIESCE A ISOLARE.
L OSSESSIONE DELLA SEMPLICITA
HA PORTATO
L AVVENTURA SCIENTIFICA
ALLE SCOPERTE
IMPOSSIBILI A CONCEPIRSI
IN TERMINI DI SEMPLICITA.
INOLTRE NEL XIX SECOLO,
CE STATO
QUESTO EVENTO FONDAMENTALE :
L IRRUZIONE DEL DISORDINE NELL UNIVERSO FISICO.
INFATTI
IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA, formulato da Carnot e Clausius,
E IN PARTENZA
UN PRINCIPIO DI DEGRADAZIONE DELL ENERGIA.
IL PRIMO PRINCIPIO, che è il principio della conservazione dell energia,
SI ACCOMPAGNA
A UN PRINCIPIO CHE DICE CHE L ENERGIA SI DEGRADA SOTTO FORMA DI CALORE.
OGNI ATTIVITA, OGNI LAVORO
PRODUCE CALORE ;
IN ALTRI TERMINI,
OGNI IMPIEGO DI ENERGIA
TENDE A DEGRADARE
LA SUDDETTA ENERGIA.
POI
CI SI E RESI CONTO con Boltzman
CHE QUELLO CHE CHIAMIAMO CALORE
ERA in realtà
IL MOTO DISORDINATO
DI MOLECOLE E DI ATOMI.
CHIUNQUE
PUO VERIFICARE, incominciando a scaldare un recipiente d acqua,
CHE COMPAIONO DEI TREMORI
E
CHE SI VERIFICA UN TURBINARE DI MOLECOLE. Alcune si alzano nell atmosfera fino a che tutte si
SI DISPERDONO.
EFFETTIVAMENTE,
SI ARRIVA
AL DISORDINE TOTALE.
IL DISORDINE
E ,dunque, NELL UNIVERSO FISICO, LEGATO
A OGNI LAVORO, A OGNI TRASFORMAZIONE. (
= sofferenza ; la nota è mia.)Top
&
Ordine e disordine nell universoAL PRINCIPIO DEL XX SECOLO,
LA RIFLESSIONE SULL UNIVERSO
URTAVA
CONTRO UN PARADOSSO.
DA UN LATO,
IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
SUGGERIVA
CHE L UNIVERSO TENDE ALL ENTROPIA GENERALE, vale a dire al disordine massimo, e,
DALL ALTRO,
CI SI ACCORGEVA CHE
IN QUESTO STESSO UNIVERSO
LE COSE
SI ORGANIZZANO, SI COMPLESSIFICANO E SI SVILUPPANO.
FINCHÉ CI SI LIMITAVA AL PIANETA,
ALCUNI HANNO POTUTO PENSARE
CHE SI TRATTASSE DELLA DIFFERENZA
TRA L ORGANIZZAZIONE VIVENTE E L ORGANIZZAZIONE FISICA : l organizzazione fisica tende alla
degradazione, ma l organizzazione vivente, dal canto suo, fondata su una
materia specifica, molto più nobile, tende allo sviluppo.
SI DIMENTICAVANO DUE COSE.
INNANZITUTTO : come si è costituita questa organizzazione fisica
?Come si sono costituiti gli astri, come si sono costituite le molecole
?POI, SI DIMENTICAVA DELL ALTRO : la vita è un progresso che si paga attraverso la morte degli individui ;
l evoluzione biologica si paga attraverso la morte di numerose specie ;
sono molto più numerose le specie che sono scomparse dall origine della vita
delle specie che sono sopravvissute.
LA DEGRADAZIONE E IL DISORDINE
RIGUARDANO ANCHE
LA VITA.
ALLORA LA DICOTOMIA
NON ERA PIÚ POSSIBILE.
CI SONO VOLUTI
QUESTI ULTIMI DECENNI
PERCHE CI SI RENDESSE CONTO CHE
IL DISORDINE E L ORDINE, pur essendo l uno nemico dell altro,
COOPERAVANO in un certo modo
PER ORGANIZZARE L UNIVERSO. Ce ne rendiamo conto, per esempio, nei
vortici di Bénard. Prendiamo unrecipiente cilindrico nel quale vi sia del liquido, che viene riscaldato da
sotto. A una certa temperatura, il moto turbolento, invece di accrescersi,
produce una forma organizzata a vortice di carattere stabile, che forma in
superficie delle cellule esagonali disposte regolarmente.
SPESSO , NELL INCONTRO
TRA UN FLUSSO
E UN OSTACOLO,
SI CREA
UN VORTICE, cioè una forma organizzata costante
CHE SI RICOSTITUISCE
DA SE
INCESSANTEMENTE. ;
L
UNIONEDEL FLUSSO
E
DEL CONTRO-FLUSSO
PRODUCE
QUESTA FORMA ORGANIZZATA
CHE DURERA
INDEFINITAMENTE, PERLOMENO FINCHE dura il flusso e FINCHE c è l ostacolo.
QUESTO
EQUIVALE A DIRE CHE
UN ORDINE ORGANIZZATIVO ( VORTICE)
PUO NASCERE
A PARTIRE DA UN PROCESSO CHE PRODUCE DISORDINE (TURBOLENZA).
QUEST IDEA
HA DOVUTO ESSERE AMPLIFICATA
IN MODO COSMICO a partire dagli anni 1960-1966,
QUANDO si è giunti all opinione sempre più plausibile che
IL NOSTRO UNIVERSO, che sapevamo essere in corso di dilatazione con la scoperta da parte di Hubble
dellespansione delle galassie,
FOSSE ANCHE
UN UNIVERSO
DA CUI PROVENIVA
DA OGNI ORIZZONTE
UN IRRAGGIAMENTO ISOTROPO,
COME SE QUESTO IRRAGGIAMENTO
FOSSE
IL RESIDUO FOSSILE
DI UNA SORTA DI ESPLOSIONE INIZIALE.
DI QUI LA TEORIA DOMINANTE NEL MONDO ATTUALE DEGLI ASTROFISICI
CHE VEDE
L ORIGINE DELL UNIVERSO
IN UNA DEFLAGRAZIONE,
UN
BIG-BANG.QUESTO
CI PORTA
A UN IDEA STUPEFACENTE :
L UNIVERSO COMINCIA
COME UNA DISINTEGRAZIONE,
ED E DISINTEGRANDOSI
CHE SI ORGANIZZA.
Infatti proprio nel corso di quell intenso tumulto calorifico- il calore è del tumulto, del turbinare, del movimento in tutti i sensi -
si formeranno delle particelle e alcune particelle si uniranno le une alle altre.
Si creeranno così dei nuclei di elio,di idrogeno,
e poi altri processi, dovuti in particolare alla gravitazione,
raggrupperanno le polveri di particelle
e tali polveri si concentreranno sempre di più fino ad arrivare a un momento in cui
avverrà laccensione delle stelle,
e queste stelle a loro volta si auto-organizzeranno
tra implosione ed esplosione.
Inoltre, possiamo supporre che all interno di queste stelle si uniranno talvolta,
in condizioni estremamente disordinate,
tre nuclei di elio, i quali costituiranno l atomo di carbonio.
In una serie di soli che si sono susseguiti,
ci sarà carbonio a sufficienza perché,
alla fine,
su un piccolo pianeta periferico, la Terra,
ci sia quella materia necessaria
senza la quale
non esisterebbe
quella che noi chiamiamo
VITA.
VEDIAMO QUI
COME IL TUMULTO, L INCONTRO CASUALE
SONO NECESSARI
ALL ORGANIZZAZIONE DELL UNIVERSO.
SI PUO DIRE
DEL MONDO
CHE SI ORGANIZZA
PROPRIO DISGREGANDOSI. Ecco un idea tipicamente complessa. In che senso ? Nel senso che noi
dobbiamo unire insieme due nozioni che, logicamente, sembrano escludersi :
ordine e disordine.
Inoltre, possiamo pensare che la complessità di questa idea sia ancora più essenziale.
Infatti l universo è nato da un momento indicibile,
che fa nascere
il tempo dal non-tempo,
lo spazio dal non-spazio,
la materia dalla non-materia.
TRAMITE STRUMENTI DEL TUTTO RAZIONALI
ARRIVIAMO
A DELLE IDEE
CHE PORTANO
IN SE
UNA CONTRADDIZIONE FONDAMENTALE.
LA COMPLESSITA DELLA RELAZIONE
ORDINE - DISORDINE - ORGANIZZAZIONE
EMERGE dunque
QUANDO CONSTATIAMO EMPIRICAMENTE CHE
IN DETERMINATE CONDIZIONI, IN DETERMINATI CASI,
DEI FENOMENI DISORDINATI
SONO NECESSARI
ALLA PRODUZIONE DI FENOMENI ORGANIZZATI,
i quali contribuiscono all incremento dellordine .
L ORDINE BIOLOGICO
E
UN ORDINE PIU SVILUPPATO
DELL ORDINE FISICO ; è un ordine che si è sviluppato con la vita.
Contemporaneamente,
il mondo della vita
comporta e tollera
una quantità molto maggiore di disordini
del mondo della fisica.
In altri termini, il disordine e l ordine si incrementano a vicenda
in seno ad una organizzazione che si è complessificata.
POSSIAMO RIPRENDERE
LA CELEBRE FRASE DI ERACLITO, che, sette secoli prima di Cristo, diceva in modo lapidario :
" VIVERE DI MORTE, MORIRE DI VITA ".
OGGI NOI SAPPIAMO CHE
NON E
UN FUTILE PARADOSSO. I nostri organismi vivono unicamente grazie al loro lavoro incessante nel corso del quale
le molecole delle nostre cellule si degradano. Non solo le molecole delle nostre cellule si
degradano, ma le nostre cellule stesse muoiono. Continuamente, nel corso della nostra
vita, varie volte, le nostre cellule vengono rinnovate, tranne quelle del cervello e
probabilmente alcune cellule epatiche.
IN QUALCHE MODO,
VIVERE
E
UN CONTINUO MORIRE
E
RINGIOVANIRE. In altri termini, noi viviamo della morte delle nostre cellule,
come una società vive della morte dei suoi individui,
cosa che le permette di ringiovanire.
Ma a forza di ringiovanire si invecchia,
il processo di ringiovanimento si inceppa, si scardina e effettivamente,
se viviamo di morte, moriamo di vita.
OGGI LA CONCEZIONE FISICA DELL UNIVERSO
CI METTE NELL IMPOSSIBILITA
DI PENSARE
QUEST ULTIMO
IN TERMINI SEMPLICI. La microfisica ha incontrato un primo paradosso dove la nozione stessa di materia perde
la propria sostanza, dove la nozione di particella trova in se stessa una contraddizione
interna. Poi ha incontrato un secondo paradosso. Quest ultimo è venuto dal successo
dell esperimento di Aspect che mostrava che
le particelle possono comunicare a velocità infinite. In altri termini, nel
nostro universo, dominato dal tempo e dallo spazio, cè qualcosa che sembra sfuggire al
tempo e allo spazio.
C E
UNA TALE COMPLESSITA
NELL UNIVERSO, è apparsa una tale serie di contraddizioni,
CHE
ALCUNI SCIENZIATI
CREDONO DI POTER SUPERARE
QUESTA CONTRADDIZIONE
IN QUELLO CHE POSSIAMO CHIAMARE
UNA NUOVA METAFISICA.
QUESTI NUOVI METAFISICI
CERCANO
NEI MISTICI, in particolare in quelli dell Estremo Oriente, e in particolare nei buddisti,
L ESPERIENZA
DEL VUOTO CHE E TUTTO
E
DEL TUTTO CHE NON E NIENTE.
VI PERCEPISCONO
UNA SPECIE DI UNITA FONDAMENTALE,
IN CUI
TUTTO
E
COLLEGATO,
TUTTO
E
ARMONIA, in qualche modo,
E
HANNO UNA VISIONE RICONCILIATA, direi euforica,
DEL MONDO.
IN QUESTO MODO,
ESSI SFUGGONO a mio parere
ALLA COMPLESSITA.
PERCHE ?
PERCHE LA COMPLESSITA
SI TROVA
LA
DOVE NON E POSSIBILE DOMINARE
UNA CONTRADDIZIONE
O ADDIRITTURA
UNA TRAGEDIA.
SOTTO CERTI ASPETTI,
LA FISICA ATTUALE
SCOPRE
CHE QUALCOSA
SFUGGE
AL TEMPO E ALLO SPAZIO,
MA QUESTO
NON ANNULLA
IL FATTO CHE
CONTEMPORANEAMENTE (=sincronisticamente)
NOI SIAMO incontestabilmente
NEL TEMPO E NELLO SPAZIO.
NON SI POSSONO RICONCILIARE
QUESTE DUE IDEE.
DOBBIAMO ACCETTARLE
COSI COME SONO .
L ACCETTAZIONE DELLA COMPLESSITA
E
L ACCETTAZIONE DI UNA CONTRADDIZIONE,
E
L IDEA CHE
NON SI POSSANO MASCHERARE
LE CONTRADDIZIONI
IN UNA VISIONE EUFORICA
DEL MONDO.
NATURALMENTE IL NOSTRO MONDO
PREVEDE
L ARMONIA,
MA
TALE ARMONIA
E LEGATA
ALLA DISARMONIA.
E ESATTAMENTE
QUELLO CHE
DICEVA ERACLITO :
CE DELL ARMONIA NELLA DISARMONIA, E VICEVERSA.
E DIFFICILE CONCEPIRE
LA COMPLESSITA
DEL REALE.
COSI, PER FORTUNA,
ALCUNI FISICI
ABBANDONARONO
IL VECCHIO MATERIALISMO INGENUO, quello della materia come sostanza dotata di tutte le virtù produttive,
poiché tale materia sostanziale è scomparsa.
ALLORA
SOSTITUISCONO
LA MATERIA
CON LO SPIRITO. Ma lo spiritualismo generalizzato non è molto meglio del materialismo generalizzato ; lo si incontra
in una visione unificante e semplificante dell universo.
HO PARLATO
DELLA FISICA
MA SI POTREBBE PARLARE ANCHE
DELLA BIOLOGIA. La biologia è arrivata oggi, a mio parere, alle soglie della complessità senza dissolvere lindividuale
nel generale.
SI PENSAVA
CHE NON VI FOSSE SCIENZA
SE NON
DEL GENERALE.
OGGI
NON SOLO LA FISICA
CI METTE IN UN COSMO PARTICOLARE,
MA LE SCIENZE BIOLOGICHE
CI DICONO
CHE LA SPECIE
NON E
UN QUADRO GENERALE
NEL QUALE NASCONO INDIVIDUI PARTICOLARI,
LA SPECIE STESSA
E
UNO SCHEMA PARTICOLARE
MOLTO PRECISO,
UN PRODUTTORE DI PARTICOLARITA. Gli individui di una specie, inoltre, sono molto diversi gli uni dagli altri.
Ma occorre capire che cè qualcosa di più della particolarità o della
differenza da individuo a individuo, ed è il fatto che ogni individuo sia un
soggetto.
LA PAROLA "SOGGETTO"
E
UNA DELLE PAROLE PIU DIFFICILI, PIU FRAINTESE
CHE POSSANO ESISTERE.
PERCHÉ ?
PERCHÉ nell ottica tradizionale della scienza, in cui tutto è determinismo, non esiste soggetto, non esiste coscienza,
non esiste autonomia.
SE NOI CI STACCHIAMO
DA UN RIGIDO DETERMINISMO
PER CONCEPIRE
UN UNIVERSO
IN CUI
CIO CHE SI CREA
SI CREA
NON SOLTANTO NELLA CASUALITA E NEL DISORDINE,
MA CON PROCESSI DI AUTO-ORGANIZZAAZIONE, ovvero con processi in cui ogni sistema crea le proprie
determinazioni e le proprie finalità,
POSSIAMO CAPIRE
INNANZITUTTO, come minimo,
L AUTONOMIA,
POI
POSSIAMO INCOMINCIARE A CAPIRE
CHE COSA VUOL DIRE ESSERE SOGGETTO.
ESSERE SOGGETTO
NON VUOL DIRE
ESSERE COSCIENTE ;
NON VUOL DIRE NEMMENO
AVERE UNA SFERA AFFETTIVA, dei sentimenti,
SEBBENE EVIDENTEMENTE LA SOGGETTIVITA UMANA
SI SVILUPPI
CON L AFFETTIVITA, CON DEI SENTIMENTI.
ESSERE SOGGETTO
SIGNIFICA
METTERSI AL CENTRO
DEL PROPRIO MONDO,
SIGNIFICA
OCCUPARE LA POSIZIONE
DELL "IO". E evidente che ciascuno di noi può dire "io" , ma ognuno può dire "io" soltanto per se stesso.
Nessuno può dirlo per un altro, anche uno che avesse un fratello gemello, omozigote, che gli assomiglia
in tutto e per tutto, dirà "io" per se stesso e non per il suo gemello.
IL FATTO DI POTER DIRE "IO", di essere soggetto,
CONSISTE
NELL OCCUPARE UN LUOGO, una posizione in cui ci si mette al centro del proprio mondo,
PER POTER OPERARE
SUL MONDO
E
SU SE STESSI.
E
QUELLO CHE SI PUO CHIAMARE
EGOCENTRISMO. Naturalmente, la complessità individuale è tale che quando ci mettiamo al centro del nostro mondo
vi mettiamo, insieme, anche i nostri : vale a dire i nostri genitori, i nostri figli, i nostri concittadini, e
siamo anche capaci di sacrificare la nostra vita per i nostri.
IL NOSTRO EGOCENTRISMO
PUO TROVARSI INGLOBATO
IN UNA SOGGETTIVITA COMUNITARIA PIU AMPIA ;
LA CONCEZIONE DEL SOGGETTO
DEVE ESSERE
COMPLESSA.
ESSERE SOGGETTI
SIGNIFICA
ESSERE AUTONOMI
ESSENDO contemporaneamente DIPENDENTI.
SIGNIFICA
ESSERE QUALCUNO DI PROVVISORIO, di intermittente,
SIGNIFICA
ESSERE QUASI TUTTO PER SE E QUASI NIENTE PER L UNIVERSO.
LA NOZIONE DI
AUTONOMIA UMANA
E
COMPLESSA
POICHE DIPENDE
DA CONDIZIONI CULTURALI E SOCIALI.
PER ESSERE NOI STESSI,
DOBBIAMO IMPARARE
UN LINGUAGGIO, UNA CULTURA, UN SAPERE,
E BISOGNA CHE
QUESTA STESSA CULTURA
SIA ABBASTANZA VARIA
PER PERMETTERCI DI FARE DA SOLI
LA SCELTA
NELLO STOCK DI IDEE ESISTENTI
E
DI RIFLETTERE
IN MODO AUTONOMO.
DUNQUE
QUESTA AUTONOMIA
SI NUTRE
DI DIPENDENZA ; noi dipendiamo da un educazione, da un linguaggio, da una cultura, da una società,
naturalmente dipendiamo da un cervello, a sua volta prodotto di un programma genetico, e
dipendiamo anche dai nostri geni.
NOI DIPENDIAMO
DAI NOSTRI GENI
E, in certo qual modo,
SIAMO POSSEDUTI
DAI NOSTRI GENI,
DAL MOMENTO CHE QUESTI
DETTANO PERMANENTEMENTE
AL NOSTRO ORGANISMO
IL MODO
DI CONTINUARE A VIVERE (e morire ; la nota è mia.).
RECIPROCAMENTE,
NOI POSSEDIAMO
I GENI CHE CI POSSIEDONO, vale a dire che siamo in grado, grazie a questi geni, di avere un cervello, di avere
una mente, di poter prendere in una cultura gli elementi che ci interessano e
sviluppare le nostre proprie idee. Anche qui, occorre tornare alla letteratura, a quei
romanzi che (come Les Possédés appunto) ci mostrano fino a che punto possiamo
essere posseduti.
The Origin of Consciousness ( L origine della coscienza* ) è un libro forse
contestabile ma interessante per l idea seguente : nelle civiltà antiche, gli
individui avevano nella mente due stanze non comunicanti.
Una stanza era occupata dal potere : il Re, la teocrazia, gli
dèi ; laltra stanza era occupata dalla vita quotidiana dell
individuo : le sue preoccupazioni personali, private. Poi, a un
certo momento, nell antica polis greca, si verificò una frattura del muro che
separava le due stanze. L origine della coscienza risale a quella
COMUNICAZIONE (di stanze).
Ancora oggi, noi conserviamo due stanze in noi . Continuiamo, per una parte di noi
stessi almeno, a essere posseduti. Il più delle volte noi ignoriamo di essere posseduti.
E questo il caso, per esempio, dell esperimento assai illuminante in cui si sottopone
un soggetto ad una doppia suggestione ipnotica.
A un fumatore che non aveva mai chiesto di smettere di fumare si dice : " Da
domani lei smetterà di fumare ". E si aggiunge : " Domani per andare al lavoro
seguirà questo percorso ", che è un percorso del tutto insolito per lui. Poi gli si
fanno cancellare dalla memoria queste ingiunzioni. Il mattino dopo, il soggetto si
sveglia e dice : " Beh, smetterò di fumare. In effetti è meglio, perché si respira
meglio, si evita il cancro.....". Poi si dice : " Per ricompensa, passerò da quella
strada, cè una pasticceria, mi comprerò una pasta ". Ovviamente è il tragitto che gli
è stato indicato.
Quello che qui ci interessa è che il soggetto ha l impressione di avere liberamente
deciso di smettere di fumare, e di aver razionalmente deciso di passare per la strada
in cui non aveva alcuna ragione di recarsi.
QUANTE VOLTE
ABBIAMO L IMPRESSIONE DI ESSERE LIBERI
SENZA ESSERE LIBERI. Ma, contemporaneamente, siamo capaci di libertà, come siamo capaci di esaminare delle
ipotesi di comportamento, di fare delle scelte, di prendere delle decisioni.
SIAMO
UNA MISCELA
DI AUTONOMIA, DI LIBERTA, DI ETERONOMIA
E DIREI ANCHE
DI POSSESSIONE DA PARTE DI FORZE OCCULTE che non sono semplicemente quelle dell inconscio messe in
luce dalla psicanalisi.
ECCO
UNA DELLE COMPLESSITA
PROPRIAMENTE UMANE.
LA COMPLESSITA
APPARE
AL PRINCIPIO COME
UNA SORTA DI BUCO, di confusione, di difficoltà.
CI SONO naturalmente
VARI TIPI DI COMPLESSITA.
DICO LA COMPLESSITA
PER COMODITA. Ma ci sono complessità legate al disordine, altre complessità che sono legate soprattutto a
contraddizioni logiche.
SI PUO DIRE CHE
CIO CHE E COMPLESSO
PARTECIPA,
DA UNA PARTE, del mondo empirico, dell incertezza, dell incapacità di essere certi di tutto, di formulare una legge,
di concepire un ordine assoluto ;
DALL ALTRA, partecipa di qualcosa di logico, OVVERO dell incapacità di evitare contraddizioni.
NELL OTTICA CLASSICA,
QUANDO IN UN RAGIONAMENTO
COMPARE
UNA CONTRADDIZIONE
E UN SEGNO DI ERRORE. Occorre fare marcia indietro e imboccare un altro ragionamento.
ORA, NELLA VISIONE COMPLESSA,
QUANDO SI ARRIVA per vie empirico-razionali
A DELLE CONTRADDIZIONI,
QUESTO SIGNIFICA NON GIA UN ERRORE
MA IL RAGGIUNGIMENTO DI UNA FALDA DELLA REALTA CHE, proprio perché è profonda,
NON PUO ESSERE TRADOTTA
NELLA NOSTRA LOGICA.
QUI
LA COMPLESSITA
SI DIFFERENZIA
DALLA COMPLETEZZA. Si crede spesso che i sostenitori della complessità pretendano di avere una visione completa
delle cose. Perché dovrebbero pensarlo ? PERCHÉ E VERO che noi pensiamo che non
si possano isolare gli oggetti gli uni rispetto agli altri. Al limite TUTTO E CORRELATO.
SE SI HA IL SENSO DELLA COMPLESSITÀ
SI HA IL SENSO DELLA CORRELAZIONE.
INOLTRE
SI HA IL SENSO
DEL CARATTERE MULTIDIMENSIONALE
DI OGNI REALTA.
LA VISIONE NON COMPLESSA
DELLE SCIENZE UMANE, delle scienze sociali,
CONSISTE
NEL PENSARE
CHE CI SIA
UNA RELATA ECONOMICA DA UN LATO,
UNA REALTA PSICOLOGICA DALL ALTRO,
UNA REALTA DEMOGRAFICA DALL ALTRO, ECC.
SI CREDE CHE QUESTE CATEGORIE
CREATE DALLE UNIVERSITA
SIANO
DELLE REALTA ,
MA
SI DIMENTICA
CHE NELL ECONOMIA, per esempio,
CI SONO
I BISOGNI E I DESIDERI UMANI. Dietro il denaro, cè tutto un mondo di passioni,
C E
LA PSICOLOGIA UMANA. Anche nei fenomeni economici stricto sensu agiscono i fenomeni di folla, i fenomeni
cosiddetti di panico, come, talvolta abbiamo visto a All Street e altrove. La dimensione
economica contiene le altre dimensioni e nessuna realtà può essere compresa in modo
unidimensionale.
LA COSCIENZA
DELLA MULTIDIMENSIONALITA
CI PORTA
ALL IDEA CHE
OGNI PROSPETTIVA UNIDIMENSIONALE, OGNI VISIONE SPECIALISTICA, PARCELLARE,
E
POVERA.
DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE COLLEGATA
ALLE ALTRE DIMENSIONI ; di qui la convinzione che si possa identificare la complessità con la completezza.
IN UN CERTO SENSO,
DIREI CHE
L ASPIRAZIONE ALLA COMPLESSITA
COMPORTA
L ASPIRAZIONE ALLA COMPLETEZZA, dal momento che si sa che
TUTTO E CORRELATO e che
TUTTO E MULTIDIMENSIONALE.
MA, IN UN ALTRO SENSO,
LA COSCIENZA DELLA COMPLESSITA
CI FA CAPIRE
CHE NON POTREMO MAI SFUGGIRE ALL INCERTEZZA
E
CHE NON POTREMO MAI AVERE UN SAPERE TOTALE :
" LA TOTALITA E LA NON-VERITA ".
SIAMO CONDANNATI
AL PENSIERO INCERTO, a un pensiero crivellato di buchi, a un pensiero che non ha alcun fondamento assoluto di
certezza.
MA SIAMO CAPACI DI PENSARE
IN QUESTE DRAMMATICHE CONDIZIONI.
ANALOGAMENTE,
NON BISOGNA CONFONDERE
COMPLESSITA E COMPLICATEZZA.
LA COMPLICATEZZA, che è l estremo aggrovigliamento delle inter-retroazioni,
E
UN ASPETTO,
UNO DEGLI ELEMENTI DELLA COMPLESSITA. Se per esempio, un batterio è già molto più complicato
dell insieme delle fabbriche che circondano Montréal, è
evidente che questa stessa complicatezza è legata alla
complessità che gli consente ( al batterio ) di tollerare al
suo interno il disordine, di lottare contro i suoi aggressori,
di avere la qualità di soggetto, ecc.
COMPLESSITA E COMPLICATEZZA
NON SONO
DUE DATI ANTINOMICI
E
NON SI RIDUCONO
L UNA ALL ALTRA.
LA COMPLICATEZZA
E
UNO DEI COSTITUENTI
DELLA COMPLESSITA.
&Ragione, razionalità, razionalizzazione .
VENIAMO
AGLI STRUMENTI
CHE CI CONSENTIRANNO DI CONOSCERE
L UNIVERSO COMPLESSO. Questi strumenti sono evidentemente di natura razionale. Solo che, anche qui, occorre
fare una complessa autocritica della nazione di ragione.
LA RAGIONE
CORRISPONDE
A UNA VOLONTA
DI AVERE UNA VISIONE COERENTE
DEI FENOMENI, DELLE COSE E DELL UNIVERSO.
LA RAGIONE
HA UN ASPETTO INCONTESTABILMENTE LOGICO.
MA ANCHE QUI,
POSSIAMO DISTINGUERE
TRA RAZIONALITA
E RAZIONALIZZZAZIONE.
LA RAZIONALITA
E
IL GIOCO, IL DIALOGO INCESSANTE
TRA LA NOSTRA MENTE che crea le strutture logiche, che le applica al mondo,
E
QUESTO MONDO REALE.
QUANDO QUESTO MONDO
NON E D ACCORDO
CON IL NOSTRO SISTEMA LOGICO,
BISOGNA AMMETTERE CHE
IL NOSTRO SISTEMA LOGICO E INSUFFICIENTE, che incontra solo una parte del reale.
LA RAZIONALITA, in qualche modo,
NON HA MAI LA PRETESA DI ESAURIRE
IN UN SISTEMA LOGICO
LA TOTALITA DEL REALE :
HA LA VOLONTA
DI DIALOGARE
CON CIO CHE LE RESISTE. Come già diceva Shakespeare : " Ci sono più cose nel mondo che in tutta la nostra
filosofia ". L universo è molto più ricco di quanto possano immaginare le strutture
del nostro cervello, per quanto sviluppato esso sia.
CHE COS E
LA RAZIONALIZZAZIONE ? Razionalizzazione, una parola usata molto appropriatamente in patologia da Freud e da
molti psichiatri.
LA RAZIONALIZZAZIONE
CONSISTE
NEL VOLER RINCHIUDERE
LA REALTA
IN UN SISTEMA COERENTE.
E
TUTTO CIO CHE, nella realta ,
CONTRADDICE
QUEL SISTEMA COERENTE
VIENE SCARTATO, DIMENTICATO, MESSO DA PARTE, VISTO COME ILLUSIONE O APPARENZA.
CI RENDIAMO CONTO
QUI
CHE RAZIONALITA E RAZIONALIZZAZIONE
HANNO
ESATTAMENTE LA STESSA ORIGINE,
MA CHE SVILUPPANDOSI
DIVENTANO
NEMICHE L UNA DELL ALTRA. E molto difficile riconoscere il momento in cui passiamo dalla razionalità alla
razionalizzazione ; non esiste una frontiera ; non esiste segnale di allarme.
Abbiammo tutti una tendenza inconsapevole ad allontanare dalla nostra mente ciò
che si prepara a contraddirla, in politica come in filosofia.
Siamo pronti a minimizzare o a respingere gli argomenti contrari. Avremo un
attenzione selettiva verso ciò che favorisce la nostra idea e una disattenzione
selettiva verso ciò che la sfavorisce. Spesso la razionalizzazione si sviluppa
addirittura nella mente degli scienziati.
LA PARANOIA
E
UNA FORMA CLASSICA DI RAZIONALIZZAZIONE DELIRANTE. Per esempio voi vedete qualcuno che vi
guarda in modo strano e, se avete tendenze un po maniacali, iniziate a supporre che sia
una spia incaricata di seguirvi. Allora guardate le persone sospettandole di essere delle
spie, e quelle persone, vedendo il vostro sguardo strano, vi guardano in modo sempre
più strano, e voi vi vedete sempre più razionalmente circondati da un numero sempre
maggiore di spie.
TRA LA PARANOIA, LA RAZIONALIZZAZIONE E LA RAZIONALITA
NON CI SONO
FRONTIERE NETTE. Dobbiamo stare sempre attenti. I filosofi del XVIII secolo, in nome della ragione, avevano un
quadro ben poco razionale di cosa fossero i miti e di cosa fosse la religione. Credevano che le
religioni e gli dèi fossero stati inventati dai preti per ingannare la gente. Non si rendevano conto
della profondità e della realtà della sensibilità religiosa e mitologica nell essere umano .
Ed ecco che erano scivolati nella razionalizzazione, VALE A DIRE nella spiegazione
semplicistica di ciò che la LORO ragione non riusciva a capire.
Ci sono voluti nuovi sviluppi della ragione per cominciare a capire il mito. E stato necessario,
per questo, che la ragione critica diventasse autocritica.
DOBBIAMO INCESSANTEMENTE LOTTARE
CONTRO
LA DEIFICAZIONE DELLA RAGIONE che è peraltro il nostro solo strumento di conoscenza affidabile,
A PATTO CHE SIA
NON SOLO CRITICA
MA AUTO-CRITICA.
VOGLIO SOTTOLINEARE
L IMPORTANZA
DI UNA COSA : all inizio del secolo gli antropologi occidentali, come Lévy-Bruhl in Francia, studiavano le società
che loro credevano "primitive", ( e che noi oggi chiamiamo più appropriatamente "società di
cacciatori e raccoglitori" ), e che hanno fatto la preistoria umana, quelle società di poche centinaia di
individui che, per decine di migliaia di anni, hanno costituito in qualche modo l umanità. Levy-Bruhl
vedeva questi cosiddetti primitivi, secondo lidea dominante a quell epoca nella ragione occidental-
centrica cui faceva riferimento, come creature infantili e irrazionali.
Non si poneva la domanda che si è posto Wittgenstein quando, leggendo Il ramo d oro di Frazer, si
chiedeva : " Com è che tutti quei selvaggi che passano il tempo a fare riti di stregoneria, riti
propiziatori, incantesimi, disegni, ecc., non dimenticano di fare delle frecce reali con degli archi reali,
con strategie reali ? ". *
In effetti, quelle società dette primitive hanno una grandissima razionalità, effettivamente diffusa in
tutte le loro pratiche, nella loro conoscenza del mondo, diffusa e mescolata con qualcosa d altro che è
la magia, la religione, la credenza negli spiriti, ecc. Noi stessi, che viviamo in una cultura che ha
sviluppato certi settori della razionalità come la filosofia o come la scienza, viviamo altrettanto
impregnati di miti, altrettanto impregnati di magia, ma di altro tipo, di altro genere.
ABBIAMO DUNQUE BISOGNO
DI UNA RAZIONALITA AUTOCRITICA,
DI UNA RAZIONALITA
CHE ESERCITI
UN COMMERCIO ININTERROTTO
CON IL MONDO EMPIRICO, unico correttivo al delirio logico.
L UOMO
CONOSCE
DUE TIPI DI DELIRIO.
UNO - ovviamente molto visibile - è quello dell incoerenza assoluta,
delle onomatopee, delle parole pronunciate a caso.
L ALTRO - molto meno visibile - è quello della coerenza assoluta.
Contro questo secondo delirio, la risorsa è nella razionalità autocritica e nel ricorso
all esperienza.
MAI LA FILOSOFIA
AVREBBE POTUTO CONCEPIRE
QUESTA STRAORDINARIA COMPLESSITA
DELL UNIVERSO ATTUALE, quale lo abbiamo potuto osservare con i quanti, le quasar, i buchi neri, con la sua
origine incredibile ed il suo avvenire incerto.
MAI NESSUN PENSATORE
AVREBBE POTUTO IMMAGINARE
CHE UN BATTERIO FOSSE UNA CREATURA DI UNA COMPLESSITA COSI ESTREMA.
C E BISOGNO
DI DIALOGO PERMANENTE
CON LA SCOPERTA.
LA RISORSA DELLA SCIENZA
CHE LE IMPEDISCE
DI SPROFONDARE NEL DELIRIO
E
IL CONTINUO SOPRAGGIUNGERE DI DATI NUOVI
CHE
LA PORTANO A MODIFICARE
LA SUA VISIONE DELLE COSE E LE SUE IDEE.
& Necessità dei macro - concetti
VOGLIO CONCLUDERE
CON ALCUNI PRINCIPI
CHE POSSONO AIUTARCI A PENSARE
LA COMPLESSITA
DEL REALE.
INNANZITUTTO
IO CREDO CHE CI SERVANO
DEI MACRO - CONCETTI. Allo stesso modo in cui un atomo è una costellazione di particelle, il sistema solare è
una costellazione intorno ad un astro, così noi abbiamo bisogno di pensare per
costellazioni e correlazioni di concetti.
Del resto, dobbiamo sapere che, nelle cose più importanti, i concetti non si
definiscono mai attraverso le loro frontiere ma sulla base del loro nucleo.
E un idea anti-cartesiana, nel senso che Cartesio pensava che la distinzione e la
chiarezza fossero caratteristiche intrinseche della verità di un idea.
Prendiamo l amore e l amicizia. Possiamo riconoscere nettamente nel loro nucleo l
amore e l amicizia, ma esiste anche un amicizia amorosa, esistono amori amicali.
Ci sono dunque degli intermedi, dei misti tra l amore e l amicizia ; non c è una
frontiera netta.
NON BISOGNA MAI CERCARE DI DEFINIRE
ATTRAVERSO DELLE FRONTIERE
LE COSE IMPORTANTI.
LE FRONTIERE SONO SEMPRE SFUMATE,
SONO SEMPRE INTERFERENTI.
BISOGNA, DUNQUE, CERCARE DI DEFINIRE
IL CUORE.
E
QUESTA DEFINIZIONE
RICHIEDE SPESSO
DEI MACRO - CONCETTI.
&
Tre principiDIREMO IN CONCLUSIONE CHE
CI SONO
TRE PRINCIPI
CHE POSSONO AIUTARCI
A PENSARE
LA COMPLESSITA.
IL PRIMO
E
IL PRINCIPIO che io chiamo DIALOGICO. Prendiamo l esempio dell organizzazione vivente. Essa è nata,
indubbiamente, dall incontro tra due tipi di entità chimico - fisiche, un
tipo
stabile che si può riprodurre e la cui stabilità può comportare unamemoria che diventa ereditaria - il DNA - e, d altro canto, degli
AMINOACIDI che formano delle proteine dalle forme molteplici,
estremamente
instabili, che si degradano ma si ricostituisconocontinuamente sulla base dei messaggi emanati dal DNA.
IN ALTRI TERMINI,
CI SONO
DUE LOGICHE :
UNA è quella di una proteina instabile, che vive in contatto con l ambiente, che rende possibile l esistenza fenomenica,
L ALTRA quella che garantisce la riproduzione.
QUESTI DUE PRINCIPI
NON SONO SEMPLICEMENTE GIUSTAPPOSTI,
SONO NECESSARI
L UNO ALL ALTRO. Il processo sessuale produce degli individui, i quali producono il processo sessuale.
I DUE PRINCIPI,
QUELLO DELLA RIPRODUZIONE TRANS - INDIVIDUALE
E
QUELLO DELL ESISTENZA INDIVIDUALE HIC ET NUNC,
SONO COMPLEMENTARI
MA
SONO ANCHE ANTAGONISTI. A volte ci si stupisce di vedere dei mammiferi mangiare i propri figli e sacrificare la
loro prole alla propria sopravvivenza.
Noi stessi possiamo contrapporci violentemente alla nostra famiglia ed anteporre il
nostro interesse a quello dei nostri figli o dei nostri genitori.
Cè un RAPPORTO DIALOGICO tra questi due principi.
QUELLO CHE HO DETTO
DELL ORDINE E DEL DISORDINE
PUO ESSERE CONCEPITO
IN TERMINI DIALOGICI. L ordine e il disordine (
JANG - JIN [ la nota è mia] ).
L ORDINE E IL DISORDINE
SONO
NEMICI : l uno sopprime l altro,
MA CONTEMPORANEAMENTE , in certi casi,
COLLABORANO E PRODUCONO
ORGANIZZAZIONE E COMPLESSITA .
IL PRINCIPIO DIALOGICO
CI CONSENTE DI MANTENERE
LA DUALITA
IN SENO
ALL UNITA ;
ASSOCIA
DUE TERMINI COMPLEMENTARI E INSIEME ANTAGONISTI.
IL SECONDO PRINCIPIO
E QUELLO DI
RICORSO DI ORGANIZZAZIONE. Per il significato di questa espressione, richiamo il processo del vortice. Ogni
momento del vortice
è contemporaneamente prodotto e produttore.Un processo ricorsivo è un processo in cui i prodotti e gli effetti sono
contemporaneamente cause e produttori di ciò che li produce.
Ritroviamo lesempio dell individuo, della specie e della riproduzione.
Noi, individui, siamo i prodotti di un processo di riproduzione che è anteriore a noi;
ma, una volta prodotti, diventiamo i produttori del processo che continuerà.
Questa idea vale anche in campo sociologico.
La società è prodotta dalle interazioni tra gli individui,
ma la società, una volta prodotta, retroagisce sugli individui e li produce.
Se non ci fossero la società e la sua cultura, un linguaggio, un sapere acquisito, non
saremmmo individui umani.
In altre parole : gli individui producono la società che produce gli individui.
Noi siamo contemporaneamente prodotti e produttori.
L idea del ricorso è dunque un idea di rottura con l idea lineare
di causa / effetto,
di prodotto / produttore,
di struttura / sovrastruttura,
dal momento che tutto ciò che è prodotto RITORNA su ciò che lo produce in un
CICLO che è esso stesso
AUTO - COSTITUTIVO,
AUTO - ORGANIZZATORE e
AUTO - PRODUTTORE.
IL TERZO PRINCIPIO
E
IL PRINCIPIO OLOGRAMMATICO. In un ologramma fisico, il più piccolo punto dell immagine dell ologramma
contiene la quasi-totalità dell informazione dell oggetto rappresentato.
Non solo la parte è nel tutto,
ma il tutto è nella parte.
Il principio ologrammatico è presente nel mondo biologico e nel mondo sociologico.
Nel mondo biologico, ogni cellula del nostro organismo contiene la totalità dell
informazione genetica di tale organismo. L idea dell ologramma costituisce dunque
un superamento tanto rispetto al riduzionismo ( che non vede che le parti ), quanto
rispetto all olismo ( che non vede che il tutto ).
E un po l idea formulata da Pascal : " Non posso concepire il tutto senza concepire
le parti e non posso concepire le parti senza concepire il tutto ". Questa idea,
apparentemente paradossale, paralizza il pensiero lineare. Ma, nella logica ricorsiva,
noi sappiamo benissimo che ciò che si acquisisce come conoscenza delle parti
RITORNA sul tutto.
Ciò che apprendiamo sulle qualità emergenti del tutto, ( un tutto che non esiste senza
organizzazione ), RITORNA sulle parti.
Allora possiamo arricchire la conoscenza delle parti attraverso il tutto e del tutto
attraverso le parti, in uno movimento che produce conoscenze.
Dunque l idea ologrammatica è essa stessa legata all idea ricorsiva, che a sua volta è
in parte legata all idea dialogica.
Top
& Il tutto è nella parte che è nel tutto
LA RELAZIONE ANTROPOLOGICO - SOCIALE
E
COMPLESSA,
PERCHE
IL TUTTO E NELLA PARTE,
CHE E
NEL TUTTO. Fin dall infanzia, la società in quanto tutto entra in noi, in primo luogo attraverso i primi divieti e le
prime ingiunzioni familiari : di pulizia, di sporcizia, di educazione ; poi attraverso le ingiunzioni della
scuola, della lingua, della cultura.
IL PRINCIPIO SECONDO IL QUALE
" NON E AMMESSA L IGNORANZA DELLA LEGGE "
IMPONE
LA PRESENZA INCISIVA
DEL TUTTO SOCIALE
SU OGNI INDIVIDUO,
ANCHE SE
LA DIVISIONE DEL LAVORO
E
LA PARCELLIZZAZIONE DELLE NOSTRE VITE
FANNO SI
CHE NESSUNO POSSIEDA
LA TOTALITA DEL SAPERE SOCIALE. Di qui il problema del sociologo che rifletta un poco sul proprio statuto.
Bisogna abbandonare il punto di vista divino,
il punto di vista di una specie di trono superiore
da cui contemplare la società.
IL SOCIOLOGO
E
UNA PARTE
DI QUESTA SOCIETA. Il fatto di essere detentore di una cultura sociologica non lo pone al centro della società.
Al contrario, il sociologo fa parte di una cultura periferica nell università e nelle scienze ; è
tributario di una cultura particolare.
Non solo è una parte della società, ma inoltre, senza saperlo, è posseduto da tutta la società
che tende a deformare il suo modo di vedere.
Come venirne fuori ?
Evidentemente, il sociologo può tentare
di confrontare il suo punto di vista con quello di altri membri della società,
di conoscere società di tipo diverso,
di immaginare forse società virtuali che non esistono ancora.
L UNICA COSA POSSIBILE
DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMPLESSITA, e che ci sembra già molto importante,
E
AVERE DEI MÈTA - PUNTI DI VISTA
SULLA NOSTRA SOCIETA, esattamente come in un campo di concentramento in cui potessimo erigere delle torrette
che ci permettessero di guardare meglio la nostra società e il suo ambiente esterno.
NON POSSIAMO MAI RAGGIUNGERE
IL MÈTA - SISTEMA, ovvero il sistema superiore meta-umano e meta-sociale.
ANCHE SE POTESSIMO RAGGIUNGERLO,
NON SAREBBE
UN SISTEMA ASSOLUTO, poiché la logica di Tarski ed il teorema di Gödel ci dicono che nessun sistema è in grado
di auto-spiegarsi totalmente da solo né di auto-dimostrarsi totalmente da solo.
In altri termini, ogni sistema di pensiero è aperto e comporta una breccia, una lacuna nella
sua stessa apertura.
NOI ABBIAMO, però,
LA POSSIBILITA
DI AVERE
DEI META-PUNTI DI VISTA.
IL META-PUNTO DI VISTA
E POSSIBILE
SOLTANTO SE
L OSSERVATORE - FORMULATORE
DI CONCETTI
INCLUDE
SÉ STESSO
NELL OSSERVAZIONE
E
NELLA FORMULAZIONE.
ECCO PERCHE
IL PENSIERO DELLA COMPLESSITA
HA BISOGNO
DELL INCLUSIONE
DELL OSSERVATORE E DEL FORMULATORE DI CONCETTI
NELL ATTO
DELL OSSERVAZIONE E DELLA FORMULAZIONE.
Top
&
Verso la complessitàNELLA STORIA OCCIDENTALE
POSSIAMO DIAGNOSTICARE
LA DOMINAZIONE
DI UN PARADIGMA
FORMULATO DA CARTESIO. Cartesio ha scisso DA UN LATO la sfera del soggetto, riservata alla filosofia, alla
meditazione interiore, e DALL ALTRO la sfera della cosa nell estensione, campo
della conoscenza scientifica, della misura e della precisione.
Cartesio ha formulato egregiamente questo principio di disgiunzione, e questa
scissione ha regnato sovrana sul nostro universo.
Ha separato sempre più scienza e filosofia ; ha separato la cultura che chiamiamo
umanistica ( quella della letteratura, della poesia, delle arti ) dalla cultura scientifica.
La prima cultura, fondata sulla riflessione, non può più alimentarsi alle fonti del
sapere oggettivo ; la seconda cultura, fondata sulla specializzazione del sapere, non
può riflettere né pensare se stessa da sola.
IL PARADIGMA DI SEMPLIFICAZIONE ( disgiunzione e riduzione )
DOMINA OGGI
LA NOSTRA CULTURA
E OGGI, appunto, COMINCIA
LA REAZIONE
CONTRO IL SUO DOMINIO.
MA NON E POSSIBILE ESTRARRE
DALLA TASCA, io non posso, non pretendo di estrarre dalla tasca
UN PARADIGMA DI COMPLESSITA.
UN PARADIGMA, se dev essere formulato da qualcuno, da Cartesio per esempio,
E , essenzialmente,
IL PRODOTTO
DI TUTTO UNO SVILUPPO CULTURALE, STORICO, DI CIVILTA.
IL PARADIGMA DI COMPLESSITA
VERRA
DALL INSIEME
DI NUOVE CONCEZIONI,
DI NUOVE PROSPETTIVE,
DI NUOVE SCOPERTE e
DI NUOVE RIFLESSIONI
CHE
SI COMBINERANNO
E
SI AGGIUNGERANNO
LE UNE ALLE ALTRE.
Ci troviamo nel mezzo di una battaglia incerta e non sappiamo ancora chi avrà lameglio. Ma possiamo dire, fin d ora, che SE il pensiero semplificante si fonda
sul dominio di due tipi di operazioni logiche - disgiunzione e riduzione - che
sono entrambe brutalizzanti e mutilanti, ALLORA i principi del pensiero
complesso saranno necessariamente dei principi di distinzione, di congiunzione e
di implicazione.
CONGIUNGETE LA CAUSA E L EFFETTO, L EFFETTO RITORNERA SULLA CAUSA PER RETRO-
AZIONE, il prodotto sarà anche il produttore. (
Feed-back ; la nota è mia. )DISTINGUERETE QUESTE NOZIONI
E
contemporaneamenteLE CONGIUNGERETE. (nota mia :
solve et coagula). Congiungerete l UNO e il MOLTEPLICE ( il tutto degliopposti : nota mia ), li unirete, ma l UNO non si dissolverà nel Molteplice e il
MOLTEPLICE farà comunque parte dell Uno.
IL PRINCIPIO DELLA COMPLESSITA, in qualche modo,
SI FONDERA
SUL PREDOMINIO
DELLA
CONGIUNZIONE COMPLESSA.MA, di nuovo,
CREDO PROFONDAMENTE
CHE SIA
UN COMPITO CULTURALE, STORICO, PROFONDO E MOLTEPLICE.
SI PUO ESSERE
IL SAN GIOVANNI BATTISTA
DEL PARADIGMA DELLA COMPLESSITA e annunciarne la venuta
SENZA ESSERNE
IL MESSIA.
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