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luglio

Robert Silverberg Gli anni alieni - II parte (The Alien Years, 1998) Urania 1999 pag. 284

scrive Marco Castellani su it.cultura.fantascienza:
Certo le critiche rimangono tutte, ma il finale è IMHO davvero bello, e per quanto mi ricordi unico tra quello che ho letto. Niente Eroi salvatori dell'umanità, niente settimo cavalleggeri che conduce alla riscossa finale, niente intervento semidivino che distrugge gli invasori. Gli alieni come sono venuti così se ne vanno, totalmente incomprensibili come ogni vero alieno deve essere, lasciando l'umanità con la madre di tutte le sindromi di Stoccolma. Mi è piaciuto davvero, e se il romanzo avesse avuto un 200 pagine di meno non sarebbe stato affatto male.
concordo con lui, a parte che ricordava male, come ha ammesso prontamente: una concezione simile dell'incontro/scontro con alieni si può trovare in autori come Clarke e Tenn, e in altre opere dello stesso Silverberg;



giugno

Robert Silverberg Gli anni alieni - I parte (The Alien Years, 1998) Urania 1999 pag. 284

Dopo i romanzi tratti da racconti di Asimov ecco un altro lavoro alimentare di Silverberg.
Bob prova a rispettare la ricetta dei bestsellers precotti, e quindi:
malloppo di pagine, tanto da dover spezzare il romanzo in due volumi (il secondo uscirà ai primi di questo mese);
spazio all'approfondimento psicologico, con decine di pagine per dirci che un tizio amava veramente una tizia o che e' di rigidi principi;
un po' di sesso pornosoft;
storie di contorno a quella principale.
Lascia perdere, Bob, lasciala a Turtledove o a Smith, 'sta roba, ricordati che sei l'autore di Ali della notte, e se proprio vuoi ammollarci dei mattoni, che almeno siano digeribili come la trilogia di Lord Valentine.


maggio

Larry Niven La strada del destino
(Destiny's Road, 1997) pag. 284 Urania 1999

Un Niven alla Vance
Una serie di avventure a volte svagate e con un mistero sullo sfondo.
Come spesso in Vance l'eroe non è un superuomo (fa il cuoco!) e serpeggia un sottile umorismo.
Non delude, se non ci si aspetta il Niven più hard sf.
Charles Sheffield Punto di convergenza (Convergence, 1997) Urania 1999 pag. 284

E' l'ultimo di una quadrilogia, ma da noi è stato pubblicato solo questo e Quake, sempre su Urania.
Space opera con misteri e avvenimenti di portata cosmica, come va di moda adesso, ma Sheffield non indulge in psicologismi e aggiunge un pizzico di sano umorismo.


aprile

Roger MacBride Allen La sfera spezzata
(The Shattered Sphere, 1994) pag. 540 Urania 1998

Fs hard. Molto buona. La narrazione ha un ritmo serrato senza diventare un maledetto videoclip.
Uno dei limiti è che i personaggi sono fin troppo positivi e il lieto fine troppo prevedibile.
Tenendo presente che è il seguito de L'anello di Caronte, pubblicato qualche mese prima sempre su Urania, presumo che il primo sia ancora meglio, e che convenga iniziare da questo, se lo trovate.
Arturo Pérez-Reverte La tavola fiamminga (La tabla de Flandes, 1990) Bompiani 1999 pag. 314 brossura

Un giallo che non deve mancare a chi bazzica appena un po' gli scacchi, ma leggibile anche per chi non ha la minima idea del gioco dei Re, e con godimento appena un po' inferiore.


marzo

Mauro Antonio Miglieruolo Oniricon
letto in fotocopia, grazie alla gentilezza di Acquacheta, pag. 74

Un bel racconto lungo, più che un romanzo.
Un'avventura indiavolata tipo Opzioni di Sheckley, ma fortunatamente non fine a se stessa, c'è una logica e una coerenza interne.
Nella prefazione si avanzano delle riserve sulla seconda parte, meno parodistica, ma e' appunto questa parte ad evitare a Miglieruolo il fallimento dello Sheckley del romanzo citato.
Una breve comica finale chiude il lavoro, anche su questa il prefatore si mostra dubbioso, sfido, la pubblicazione è dei primi anni settanta, e se un certo puritanesimo regnava nell'ambiente fs estero, figuriamoci da noi.
Anne Rice Intervista con il vampiro (76) Teadue 97 pag. 362
Un vampiro in crisi esistenziale.
L'autrice scrive dal punto di vista dei vampiri ma purtroppo non riesce a rendere la loro alienità né a far scattare il meccanismo di identificazione del lettore con il protagonista.


Philip K. Dick Un oscuro scrutare (77) Fanucci 98 pag. 350

Uno dei più importanti lavori di Dick.
Ma badate che qui più di ogni altro suo lavoro la fs, almeno in senso tradizionale, c'entra poco.
E' un viaggio nell'inferno della droga e alla fine, scorrendo un breve elenco degli amici di Dick "defunti o con danni cerebrali permanenti" si prova una stretta al cuore pensando che alla lista bisogna aggiungere il suo nome.




febbraio

Mauro Antonio Miglieruolo Golpe 2000 (97) in Futuro Europa 20 Perseo libri 97 pag. 226 brossura

E' il terzo romanzo di Miglieruolo, dopo Come ladro di notte e Oniricon.
Un ottimo romanzo, anche se non si ritrova tutta la magia della sua opera d'esordio, venendo meno gran parte della forza mitica (si svolge in una Roma di un futuro abbastanza prossimo, mentre nel primo lo sfondo era costituito dall'intera galassia in un futuro remoto).
Il tema è quello consueto di Miglieruolo: il potere, i suoi meccanismi e le sue conseguenze e come corrompe le persone.
Parte in modo lieve per incupirsi sempre più.
Per il rapporto Agnes-Betty il curatore fa un parallelo con Sturgeon, mi trova in parte d'accordo, ma Miglieruolo è più disincantato, o forse realista, temo.
Leggendolo e tenendo presente Come ladro di notte si scopre una delle influenze decisive di Evangelisti.
Non posso che augurare a Miglieruolo almeno la metà del successo di Evangelisti, ma credo che non gliene importi molto.
Il volume si può reperire come molte altre opere di autori italiani nel sito citato nella nota su Aldani.
Lino Aldani La croce di ghiaccio (89) Perseo libri 89 pag. 222 rilegato

Un bellissimo libro, da consigliare senza esitare a chi ama la buona fs e ancor di più a chi le abbina la passione per gli scacchi.
Non è indispensabile conoscere il gioco, però.

Temo sia di difficile reperibilità nelle librerie, ma si può richiedere in
perseolibri.it
il servizio è velocissimo, a me è pervenuto in due giorni.


gennaio

Jack Vance: Fuga nei mondi perduti (Ports of Call, 98) Urania 99 pag. 316

Temo sia per vanciani incalliti.
Sembra che sia il primo di un ciclo.
La trama è esile e serve da pretesto a Vance per inanellare mondi popoli e usanze,
sorridenti gaglioffi e assassini filosofanti, vestiti e manufatti e cibi e bevande.
Mena il lettore per l'aia lungo trecento pagine.
Io adoro essere menato per l'aia da Vance,
ma se siete dei lettori che vogliono la suspense,
i colpi di scena, l'azione, rivolgetevi ai suoi libri precedenti.



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