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libri letti nel 1998

dicembre


Iain M. Banks: Complicità (Complicity, 93) Teadue 98 pag. 328

Il Banks mainstream è meno interessante di quello FS.
Questo è un altro romanzo sui serial killer, più leggibile della media, ritengo.
Come se Il silenzio degli innocenti l'avesse scritto Le Carré.
Banks tenta il triplo salto mortale, usando la prima, la seconda e terza persona e i tempi presente e passato; non è del tutto gratuito, rispecchiando la con/fusione dei personaggi, ma la narrazione è a tratti impacciata.
Naturalmente questo è uno di quei libri da leggersi in originale, cosa che io non ho fatto.




novembre

Iain M. Banks: L'impero di Azad (The Player of Games, 88) Nord 90 pag. 352
La guerra di Zakalwe (Use of Weapons, 91) Nord 91 pag. 390

Dopo aver letto otto libri di Banks posso affermare che è una sicurezza.
Il suo livello è sempre più che dignitoso.
E se dopo lo splendido Excession fa un solo passettino avanti allora credo che si candidi alla carica di miglior scrittore di FS vivente.
Dei due consiglio specialmente Azad, per il tema abbastanza insolito, mi vengono in mente solo La grande ruota di Bayley e I giocatori di Titano di Dick (più che il Solar Lottery citato nella prefazione).
Ursula K. Le Guin Pianeta dell'esilio (Planet of Exile, 66) Nord 79 pag. 140

Un romanzo minore.

Leggetelo pure, se lo trovate a 8.000 come me,
o se siete fan della Le Guin.


ottobre

Valerio Evangelisti: Cherudek (97) Urania 98 pag. 470

Un romanzo nella media (buona) di Evangelisti. L'autore ha espresso l'intenzione di non abbandonare il personaggio né la formula, quindi si alternano le due storie, una ambientata nel futuro e una nel passato, unite e risolte dalla figura di Eymerich. Ciò può scontentare e le critiche stanno fioccando, ma vogliamo almeno dargli le stesse attenuanti che diamo agli amerikani? Stout fa forse diversamente? e tanti altri?
Secondo me la FS italica ha bisogno di autori più che dignitosi (e prolifici) come Evangelisti, poi, una volta creatosi un mercato per gli autori italiani, salterà fuori il nostro Dick. Comunque Picatrix mi era piaciuto di più, soprattutto per l'azzeccato personaggio dello scienziato timido -e notate che Picatrix è successivo a Cherudek.


settembre


Andrea Camilleri: La concessione del telefono (98) Sellerio 98 pag. 274
Il cane di terracotta (96) Sellerio 98 pag. 278
La stagione della caccia (92) Sellerio 94
La forma dell'acqua (94) Sellerio 94


Letti nell'ordine, gli ultimi due in prestito. Le fonti sono evidenti: Sciascia e il Pirandello delle novelle più bizzarre, uniti al mestiere di sceneggiatore. Il primo mi è piaciuto molto, gli altri un bel po' meno.
In parte credo che sia dovuto al svaporare dell'impatto con il suo linguaggio, un impasto di italiano comune e dialetto. Dall'altra dal fatto che nella Concessione preme di più sul pedale del grottesco e la trama è meno arzigogolata.
Da notare che La concessione è successivo agli altri, il che fan ben sperare. Ma è diventato il caso dell'anno, il che temo annulli le speranze.
Pierre Versins Le stelle ci amano (Les étoiles ne s'en foutent pas, 195?) Urania 55 pag. 128

Lo cercavo da tempo.

Purtroppo ha solo un valore storico.

Sarebbe bastato un breve racconto, per quello che aveva da dire.



Anna F. Dal Dan: Braxas (1983) nel suo sito

Un racconto di heroic fantasy d'ordinaria amministrazione.
Ma scorre bene, è asciutto e non indulge in descrizioni dettagliate che solo in pochi possono permettersi.
E tutto questo fatto da una tredicenne.
Purtroppo il panorama FS italiota è asfittico, negli States l'Anna sarebbe stata già un'autrice affermata --o avrebbe rinunciato; a lei "piacerebbe molto fare la scrittrice di fantascienza".
Auguri (egoistici, ci guadagneremmo anche noi, no?).
Richard Cowper: Il tramonto di Briareo (The Twillight of Briareus, 74) Nord 82 pag. 202

Una specie d'incrocio tra Il giorno dei Trifidi e Le guide del tramonto.
Scritto bene, con il personaggio centrale ben tratteggiato, ma le figure femminili sono l'una la copia carbone dell'altra. Riposante, soprattutto pensando a quali scene di violenza sanguinolente ci avrebbero ammannito i seguaci di King o a come avrebbero gonfiato il libro (mi viene il dubbio che siano pagati a peso).



agosto

a cura di Robert Silverberg: Sonde nel futuro (S. F. Hall of Fame, 70) Grandi opere Nord 78 pag. 568

Sono i migliori racconti di FS antecedenti il 1964 secondo gli scrittori americani. (Ri)letti quasi tutti con piacere (sono allergico a John Campbell). Consigliabilissimo a chi si è accostato da poco alla FS, considerato anche il fatto che può approfittare dell'offerta estiva della Nord; io con 100.000 ho arraffato 4 Grandi opere, 2 Cosmo, 2 Cosmo oro e 1 Narrativa d'anticipazione. C'è anche il secondo tomo: I figli dello spazio, comprendente i racconti lunghi. Ho rigustato ancora una volta Arena di F. Brown e Odissea marziana del povero Weinbaum; e ora pregusto la rilettura di Primo contatto di Simak.
M. Clifton e F. Riley: La macchina dell'eternità (The Forever Machine, 54) Cosmo oro Nord 88 pag. 174

Ha vinto lo Hugo del 55. L'anno di pubblicazione è lo stesso di Frugate il cielo di Pohl e Kornblouth, di Il mondo che Jones creò di Dick, per non parlare del Signore degli anelli.
Si può leggere, ma non vale certo la pena di comprarlo.


Iain M. Banks L'arma finale (Against a Dark Background ,92) Cosmo Nord 93 pag. 470

Ancora sotto l'influsso dello splendido L'altro universo(97) mi ha in parte deluso. Un buon lavoro di forbici gli avrebbe giovato molto. La trama è quasi una ripetizione del suo primo romanzo pienamente FS, La mente di Schar (87), basato come un romanzo su tre del nostro genere su una quest: intrighi, combattimenti, colpi di scena.
Comunque ciò non mi ha distolto dal proposito di ricercare tutto il possibile di Banks; escluso questo mezzo passo falso quel che ho letto finora (ai citati aggiungete Criptosfera, del 94) è in crescendo, considerandone l'ordine temporale di scrittura; speriamo che continui.




luglio


John Brunner: Abominazione atlantica (The Atlantic Abomination, 60) Urania 83 pag. 155

Un divertissement dell'autore di romanzi come Tutti a Zanzibar e L'orbita spezzata, tra i testi più impegnati della FS.
Diverte anche noi.
Amitav Ghosh: Il cromosoma Calcutta (The Calcutta Chromosome, 95) Einaudi 96 pag. 292

Ghosh non è etichettato come uno scrittore di FS, ma questo romanzo per trama e atmosfera si presterebbe bene per una riduzione nella serie X-files. Gran parte della storia si svolge in India, ed è un piacevole cambiamento. Come autore main stream la sua scrittura è più sorvegliata di quella dei nostri autori FS e la psicologia dei personaggi più accurata.
Da leggere.



William Thackeray: La fiera della vanità (Vanity Fair, 1847) I Garzanti 92 due voll. pag. 892

D'accordo, dovrei allargarmi al massimo nei gialli o nello spionaggio oppure nell'avventura, ma non capita tutti giorni che un libro entri di prepotenza nei miei cento classici.
L'ho letto con ritardo perché avevo una nebulosa idea (dovuta a vaghi ricordi televisivi) della trama: matrimoni, eredità.. va be', lo so, la storia di per sé non significa nulla.
Leggendolo ho trovato una feroce e divertente satira della società, di allora e di oggi. Ogni tanto c'è qualche pistolotto, ma alla Swift, non alla Hugo, che Iddio ci scampi!
Leggetelo e la piccola Becky Sharp diventerà una delle vostre eroine, ammenoché non le preferiate quella gattamorta di Emy, ma si sa, dei gusti..

Robert Sawyer: Starplex (Starplex, 1996) Urania 98 pag. 330

Un buon romanzo di FS dura. All'inizio l'autore sembra deciso a seguire i consigli della Scuola di Scrittura Creativa e dare al protagonista uno Spessore Psicologico con la descrizione della solita Crisi della Mezza Età, ma fortunatamente lascia perdere.
Esplorazioni, incontri con ET, guerre, viaggi nel tempo, tutto l'armamentario, insomma.
Un romanzo leggero e leggibile, il che, viste le notizie che mi arrivano dal mio newsgroup sugli altri Urania di questo periodo, non è affatto poco.




giugno


Jack Vance: La fiamma della notte (Night Lamp, 96) Urania 97 pag. 456

Un romanzo minore del grande Vance. Temi e atmosfere sono vicini a quelle del ciclo di Stazione Araminta. Piacevole e divertente come al solito, un tocco di cupezza si è aggiunto negli ultimi tempi nel lavoro del Nostro.
Nancy Kress: Mendicanti di Spagna (Beggars in Spain, 93) Urania 97 pag. 476

E' l'ampliamento del racconto lungo che nel 91 ha vinto sia il Nebula che lo Hugo. Il racconto non l'ho letto, ma avrei fatto meglio a leggerlo al posto di questo romanzo. E' l'ennesima variazione sul tema dei superuomini. Slan di Van Vogt sarà più ingenuo ma ha un fascino che questo romanzo non sfiora. Comunque, dell'autrice mi è rimasto un buon ricordo del precedente La città della luce (An Alien Light, 88).


Harry Turtledove: Invasione: Atto finale (Worldwar: Striking the Balance, 96) Narrativa Nord 97 pag. 550

E' l'ultimo, si spera, romanzo di una tetralogia. Di Turtledove non mi aveva impressionato il primo di un'altra serie: quella della Legione perduta, ma mi sembra di ricordare che ha scritto dei buoni racconti. Da qualche anno si gonfiano trame e trovate che andrebbero bene per un racconto o un racconto lungo non in un romanzo, ma in un ciclo.
John Le Carré: Il sarto di Panama (The Tailor of Panama, 96) Feltrinelli 97 pag. 368

Che dire? Arridateci Smiley!


a cura di G. Hartwell: Le meraviglie dell'invisibile (Year's Best SF, 96)
14 racconti, Urania Millemondi 97 pag. 396

A un mese di distanza non ricordo alcun racconto in particolare.
Intendiamoci, si possono leggere, e sono a buon mercato; ma il fatto è che questi dovrebbero essere i migliori racconti del 1995.


Valerio Evangelisti: Picatrix la scala per l'inferno (98) Urania 98 pag. 320

Ritorna il nostro inquisitore preferito. Dopo i tanti eroi americani così politicamente corretti è un piacere incontrare un'autentica carogna.
In due pagine è abbozzato un piano del ciclo di Eymerich, speriamo che Evangelisti lo realizzi al più presto.
Iain M. Banks: L'altro universo (Excession, 96) Cosmo Nord 97 pag. 476

Banks è un autore da tenere d'occhio, di lui ho letto i precedenti La mente di Schar (87) e Criptosfera (94) con valore e soprattutto godibilità sempre crescente.
Questa ultima opera regala a piene mani il sense of wonder tipico della migliore fantascienza.
Un unico appunto: Banks tende a essere troppo esplicativo; la Cherryh avrebbe tralasciato metà delle spiegazioni aumentando il fascino della narrazione (se non incappa in una giornata storta e non ottiene che irritare il lettore).



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