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L'AUTONOMIA DELLO STUDENTE:

 CHE NE PENSANO GLI INSEGNANTI?

Leggi attentamente queste affermazioni, raccolte tra colleghi nel corso degli anni ... In che misura sei d´accordo o in disaccordo? Quanto dovrebbero pesare questi temi nell´ottica di una riforma della scuola? Se puoi, confronta le tue opinioni con un collega.

 

Certe volte mi sembra che insegnare abilità di studio sia un ulteriore carico, sia per me che per i miei studenti: non abbiamo già abbastanza carne al fuoco?

Credo che il compito della scuola non sia soltanto di insegnare delle cose, ma anche di insegnare un metodo di studio e di lavoro: non è quello di cui insegnanti e genitori si lamentano sempre, che i ragazzi non sanno studiare?

La scuola non è mai riuscita ad insegnare veramente quello che serve nella vita, nel lavoro. Figuriamoci oggi, con i cambiamenti continui e veloci nelle conoscenze e nelle tecnologie …è indispensabile che gli studenti siano capaci di continuare a imparare e a riciclarsi anche da soli, una volta finita la scuola.

Insegno in una scuola media. I ragazzi a questa età non sono in grado di esercitare molta autonomia … e poi non si può pretendere da loro una capacità di consapevolezza, di riflessione critica …

Quando i miei studenti iniziano il biennio una delle cose che noto sempre è la mancanza di un metodo di studio, di iniziativa personale … anche una scarsa abitudine ad uno studio regolare a casa … e mi dà l'impressione che, nonostante i miei sforzi, i giochi a questa età ormai siano fatti …

All'inizio dell'anno faccio rispondere ad un questionario sugli stili e sulle strategie, e da lì poi sviluppo una discussione in classe. I ragazzi sono sempre molto interessati a scoprire qualcosa di se stessi e a parlare dei loro problemi.

L'insegnante è uno, gli studenti trenta (o più!). E' letteralmente impossibile tener conto di tutti gli individui.

Certo, insegnare un metodo di studio porta via del tempo … ma credo che non sia tempo sprecato, è un investimento per il futuro … i risultati a volte si vedono molto più tardi. Certi studenti del triennio mi hanno detto di riuscire solo adesso a mettere veramente in pratica quello che avevo insegnato loro nel biennio.

I ragazzi sono pragmatici: se una strategia funziona, si ricordano di usarla. Ma ne devono essere convinti … e devono sentire che fa al caso loro, che risponde a una loro esigenza …

Il paradosso è che gli studenti che più avrebbero bisogno di strategie sono proprio quelli che le rifiutano o che non riescono ad applicarle

Il tempo è l'ostacolo principale. Già nel biennio devo svolgere un programma fin troppo ampio … non parliamo poi del triennio …

Se gli studenti devono imparare ad essere autonomi è bene che comincino a farlo subito, già alle elementari: sono atteggiamenti e capacità che vanno costruiti nel tempo. E poi ci vuole un collegamento con le medie e le superiori: non si parla tanto di "continuità" ?

Come possono diventare autonomi se non li abituiamo a fare delle scelte, a prendere delle decisioni? Quando organizzo dei piccoli progetti di gruppo, noto un interesse e una capacità di iniziativa che normalmente non dimostrano.

Finché si esercitano in classe con me, i ragazzi applicano le strategie. Poi quando sono lasciati soli se ne dimenticano.

 

Fumetto 2: La scuola non è mai riuscita ad insegnare veramente quello che serve nella vita, nel lavoro. Figuriamoci oggi, con i cambiamenti continui e veloci nelle conoscenze e nelle tecnologie …è indispensabile che gli studenti siano capaci di continuare a imparare e a riciclarsi anche da soli, una volta finita la scuola. Fumetto 2: Quando i miei studenti iniziano il biennio una delle cose che noto sempre è la mancanza di un metodo di studio, di iniziativa personale … anche una scarsa abitudine ad uno studio regolare a casa … e mi dà l'impressione che, nonostante i miei sforzi, i giochi a questa età ormai siano fatti …      Fumetto 2: L'insegnante è uno, gli studenti trenta (o più!). E' letteralmente impossibile tener conto di tutti gli individui.
Fumetto 2: Finché si esercitano in classe con me, i ragazzi applicano le strategie. Poi quando sono lasciati soli se ne dimenticano.
Fumetto 2: Insegno in una scuola media. I ragazzi a questa età non sono in grado di esercitare molta autonomia … e poi non si può pretendere da loro una capacità di consapevolezza, di riflessione critica …
Fumetto 2: All'inizio dell'anno faccio rispondere ad un questionario sugli stili e sulle strategie, e da lì poi sviluppo una discussione in classe. I ragazzi sono sempre molto interessati a scoprire qualcosa di se stessi e a parlare dei loro problemi.
Fumetto 2: I ragazzi sono pragmatici: se una strategia funziona, si ricordano di usarla. Ma ne devono essere convinti … e devono sentire che fa al caso loro, che risponde a una loro esigenza …
Fumetto 2: Come possono diventare autonomi se non li abituiamo a fare delle scelte, a prendere delle decisioni? Quando organizzo dei piccoli progetti di gruppo, noto un interesse e una capacità di iniziativa che normalmente non dimostrano.
Fumetto 2: Il paradosso è che gli studenti che più avrebbero bisogno di strategie sono proprio quelli che le rifiutano o che non riescono ad applicarle …
Fumetto 2: Se gli studenti devono imparare ad essere autonomi è bene che comincino a farlo subito, già alle elementari: sono atteggiamenti e capacità che vanno costruiti nel tempo. E poi ci vuole un collegamento con le medie e le superiori: non si parla tanto di
Fumetto 2: Il tempo è l'ostacolo principale. Già nel biennio devo svolgere un programma fin troppo ampio … non parliamo poi del triennio …
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www.learningpaths.cjb.net      Luciano Mariani, Milano     luciano.mariani@iol.it