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"Progetto DOMUS"Tradizioni Popolari
Progetto DOMUS
L'ALIMENTAZIONE TRADIZIONALE
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Lo studio e la riproposizione dell'alimentazione 

tradizionale sono aspetti fondamentali della 

storia e della cultura di un territorio. Il nostro 

percorso si è basato sulle erbe aromatiche e sul 

ciclo del grano e della vite, catalogando e 

documentando strumenti di lavoro, schemi 

decorativi, prodotti naturali di base, ricette.

Siamo convinti che tutelare cibi e vini della 

tradizione sia una forma efficace per la difesa 

dell'ambiente: terra, aria e sole, se naturali, 

continueranno a consentire cibi e vini buoni 

e puliti.

Tra i primi piatti predominano le minestre 

preparate con differenti legumi, molto semplici

e relativamente povere di ingredienti. 

I minestroni più completi, o variati, provengono 

da segnalazioni riferibili a un maggiore agio 

economico. Le principali paste usate, a base di 

semola di grano duro, sono "succu" e "tazzola 

fine" per brodi e minestre, "andarinos" e

"tazzolas ", con suggestiva lavorazione a mano, 

per le pastasciutte.
Tra le preparazioni a base di verdure, un ruolo 

predominante ricoprono le fave consumate in 

vari modi; più riservati alla commercializzazione 

i carciofi di produzione locale.
La ricerca ha dato un primo elenco di 93 piatti, 

o ricette, con addensamenti percentuali a favore 

dei piatti a base di verdure e di carne, specchio 

della particolare realtà agro-pastorale del centro. 

Meno diffusi i piatti a base di pesce. A tali 

preparazioni va ovviamente aggiunto, come 

forte valore del territorio, il vino, che si 

accompagnava ai cibi, proponendo valori non 

solo enologici ma culturali di assoluto rilievo, 

ponendosi come fattore centrale della socialità 

e delle relazioni.
Tra le preparazioni a base di carne, comunissima 

la gallina (animale allevato nei cortili di casa), 

con la quale la domenica si preparava il brodo o 

"su ghisadu". In inverno si macellavano i maiali e 

si preparavano le provviste di lardo, salsicce ed 

altri insaccati; il resto si regalava a parenti e vicini, 

favorendo uno scambio di produzioni alimentari. 

La carne dell'agnello era consumata soprattutto 

nelle festività di Pasqua.
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