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Storia di Cagliari

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   Altri invece hanno osservato che Cara in una vasta area del Mediterraneo significa pietra e che il suffisso di valore collettivo al nel caso di Caralis autorizza il significato di "pietraia". Cagliari è stata dunque sempre vista come una grande pietraia; lo era già per i protosardi che abitarono le grotte naturali nelle sue rocce, e lo fu per i primi popoli che vi approdarono e vi si stanziarono facendone una città.

   Non si può dire che Cagliari sia stata fondata da questo o da quel popolo e che la sua origine sia legata ad una precisa civiltà. È vero piuttosto che i luoghi sono stati abitati da tempi preistorici, come rivelano i reperti delle caverne di S. Ella, nei dintorni della città, frequentate da popoli diversi che vi hanno prevalentemente disposto le loro stazioni commerciali. Anche favorito dalla forma delle coste, il golfo di Cagliari fu punto di approdo per i Fenici, che cominciarono a frequentarlo a partire dal X-IX sec. a.C. e a insediarsi più saldamente con fon-aci nel sec. VIII, nei due siti del promontorio di S. Ella e della laguna di S. GiIIa. Ma con loro Cagliari non assunse la struttura di una città.

   La mutazione si verifica invece coi Cartaginesi che, a parte le ragioni commerciali che vi avevano spinto i predecessori, realizzano quel tessuto urbano che era mancato nei precedenti insediamenti discontinui ed occasionali. I reperti che attestano la città punica sono numerosi e provano varie funzioni: quelle religiose con le terracotte votive di S. Gilla, la necropoli di Tuvixeddu nel quartiere di S. Avendrace, il tophet in zona S. Paolo non lontano dalla attuale stazione ferroviaria.

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