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Natalizia Pinto

 

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Felpa e rasoio

 

 

- Felpa e rasoio -

 

La presenza di Glauco nell'associazione fu per Tenera esaltante, anzi un delirio. Quando si girò verso di lei, scorse l'espressione che di lui amava di più. Istintivamente avrebbe voluto accarezzargli il volto, come l'acqua della pioggia che ancora glielo rigava. Accarezzarglielo spontaneamente... come quando lo baciava in risposta ai suoi problemi. Tutto ciò che addolorava lui era per Tenera una sua stessa ferita di cui doveva lenire il bruciore. Seduta ad ascoltarlo o in giro sfaccendando,lei, spesso, gli andava vicino e lo baciava sulle tempie, sulla nuca, sulle guance, oppure sul collo sussurrandogli parole lievi come "Angelo, Tesoro Dolce, Cuore". Lui puntualmente le diceva "Grazie" e restava lì immobile e triste.

Ora, in quell'associazione Glauco gli appariva refrattario alla sua presenza, circondato dalle attenzioni che lì gli rivolgevano. Eppure, a un certo punto, inavvertitamente, in quel giorno di pioggia, le si avvicinò e, preoccupato per lei, le avvolse il suo cappotto dalla vita in giù. Tenera sentì confortevole quel gesto. La riportava a quando lui amorevolmente la metteva a letto lasciandola addormentare.

Ora però Glauco le doveva tagliare i capelli e lei si ribellò perché stava usando il rasoio. Lui passò subito alle forbici, ma Tenera era preoccupata per la ricrescita di una più copiosa peluria sul collo. D'altronde non le piaceva nemmeno la rasatura in alcune parti del collo di Glauco, dopo ch'era stato dal barbiere. La rasatura, esclusa quella sul volto per i maschi, le ricordava l'espressione allarmata della sorella Berta, quando la scorse ad usare il rasoio dei fratelli che tanto aveva osservato mentre si radevano: "Ti ricresceranno lunghissimi!" le aveva gridato e lei ne restò spaventata. Ci teneva alla sua bellezza.

Intanto ora Glauco le tagliava i capelli con maestria, sfumandoglieli per bene. Era da un bel po' che i capelli di Tenera richiedevano una spuntatina e quell'intervento capitava proprio ad hoc.
Glauco era intenso e assorto nel suo intento e a lei non sfuggì, scorse così una particolare espressione. Sentì forte l'impeto di prendergli il viso fra le mani... E baciarlo teneramente sulla bocca... Ma si limitò a riflettere su quella bella espressione manifestante. Glauco s'era chiamata. Le apparteneva, che sentita Tenera l'aveva in sé come una creatura tutta sua.
Restò così in attesa.

 

 

  

 

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