Italiani alla riscossa: Breda 65! Ma non questa volta!! 

 

In questo articolo dal titolo un poco criptico voglio presentarvi un aereo che ha rappresentato un vero fallimento dell'ingegneria aeronautica italiana: il Breda 65. Fino ad oggi ho sempre raccontato le gesta di aerei che hanno in qualche modo segnato la storia dell'ingegneria per qualche loro pregio: aerodinamica, avionica, struttura, avanguardia progettuale, agilità, etc..., ma oggi ho fatto questa scelta perché mi sembra doveroso ricordare anche gli errori.

Se non vi fossero mai errori in tutte le cose, non vi sarebbe miglioramento, proprio perché si riterrebbe che il modo in cui esse sono state fatte sono state fatte è il miglior modo possibile! Errore! Doppio errore!! 

Quindi l'errore è fondamentale, sugli errori si modificano comportamenti, azioni e perché no, aerei! Ebbene l'errore diede la possibilità di modificare questo velivolo e di progettarne 100 memorabili! Quindi vi parlerò in breve del Breda 65 tralasciando quelle che sono le sue caratteristiche che potrete trovare all'interno del sito (caratteristiche).

Nato come velivolo multiruolo, in grado di operare come caccia, bombardiere leggero, ricognitore o assaltatore, il Breda 65 ritornò dall'esperienza della Guerra di Spagna, dove aveva volato nella 65° Squadriglia, molto ridimensionato, e valutato idoneo al solo compito di attacco al suolo.

Poco amato dai piloti, anche in questo ruolo, comunque, il velivolo si dimostrò un fallimento a gli esemplari inviati sul fronte  del Nord Africa nel 1941 andarono tutti persi in breve tempo. Nel periodo 1938-39 ben 55 esemplari furono esportati in Iraq, Cile e Portogallo.

 

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