Attività |
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L'AIRiM
presente al Convegno:
In occasione del Convegno "La Qualità dell'integrazione nella scuola e nella società" promosso dal Centro Studi Erickson di Trento, è stato chiesto all'AIRiM di dare il patrocinio all'iniziativa, e di organizzare un workshop sul tema "ICF: International Classification of Functioning dell'OMS". Alcuni Soci ( Sala, Guzzon, Valsecchi) hanno infatti partecipato al Disability Italian Network, coordinato dall'Agenzia Regionale Sanità del Friuli, nella persona del Dott. Francescutti, e alle prove sul campo dello strumento, applicandolo ad utenti con Ritardo Mentale. La nuova classificazione delle disabilità, approvata ufficialmente dall'OMS nel maggio 2001, dopo un lungo lavoro di sperimentazione e revisione, costituisce uno strumento di grande rilievo: non solo consentirà ad operatori del settore e ad utenti di adottare un linguaggio comune, ma soprattutto porta con sé una concezione nuova in tema di salute, funzionamento della persona, rapporto individuo-ambiente. Il workshop è stato organizzato dai Soci sopra citati, e ha visto la partecipazione di Matilde Leonardi, dell'OMS di Ginevra, che ha illustrato i principi fondamentali dello strumento e le innovazioni apportate con la versione definitiva; questa verrà tradotta in italiano entro la primavera 2002, e ciò consentirà un utilizzo diffuso nel nostro Paese, pur tenendo presente che l'uso dello strumento richiede un training specifico. Matilde Leonardi ha anticipato che l'ICF verrà presentato ufficialmente a Trieste il 17 aprile 2002, in un Convegno internazionale che vedrà la partecipazione di governi di vari Paesi. Andrea Martinuzzi, Primario del Polo di Conegliano Veneto dell'IRCCS Eugenio Medea, Associazione La Nostra Famiglia, ha riferito sui lavori svolti dal gruppo che si è occupato di età evolutiva: per questo specifico settore lo strumento ha bisogno di essere affinato e quindi il gruppo appositamente costituito proseguirà i lavori a partire dal 2002. Marina Sala, dell'Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (MI), ha portato le considerazioni tratte dalla sperimentazione sul campo, per quanto riguarda l'utilizzo della classificazione con persone adulte affette da ritardo mentale . Il Presidente, Luigi Croce, ha moderato il workshop, e ha presentato la nostra Associazione ad un folto gruppo di professionisti che hanno partecipato alla sessione. Il Convegno, svoltosi a Rimini dal 9 all'11 novembre 2001, ha visto complessivamente la presenza di oltre 2000 partecipanti: si è trattato di una importante occasione, sia per la qualità degli interventi, sia per la vastità delle esperienze riportate e la possibilità di contatti professionali. Anche per l'AIRiM è stata un'occasione per fornire un contributo e presentarsi ad un pubblico interessato al lavoro con il ritardo mentale e al tema cruciale dell'integrazione.
La valutazione della funzione visiva nelle persone con ritardo mentale
Nell’ambito
delle iniziative promosse dal Consiglio Direttivo AIRiM in tema di aggiornamento
e formazione permanente, lo scorso 24 Aprile si è svolto il primo Seminario
monotematico dal titolo: “La valutazione della funzione visiva nelle persone
con ritardo mentale”. Il
seminario si è svolto presso la sala congressi del centro per la riabilitazione
dei bambini e degli adolescenti ipovedenti con plurihandicap “Gli Angeli di
Padre Pio” messaci generosamente a disposizione da Padre Michele Piacentini.
Alla riuscita dell’incontro hanno collaborato la Dottoressa Russi
coordinatrice del Centro e il personale tutto. I
seminari monotematici vogliono offrire un’occasione di approfondimento e di
confronto su problemi di valutazione clinica e funzionale a volte sottostimati
nella programmazione di piani di riabilitazione per le persone con disabilità
intellettiva. Per
ogni persona la funzione visiva rappresenta la via sensoriale elettiva per lo
sviluppo di aree importanti quali:
La
valutazione della limitazione sensoriale visiva, nonché uditiva, rappresenta un
elemento nodale per l’adeguata risposta funzionale del soggetto alle proposte
abilitative, dalla prima infanzia alla terza età. La
lettura magistrale è stata affidata alla Dr. Lea Hyvarinen, oculista
dell’Università di Helsinki, esperta internazionale di ipovisione ed
intervento precoce, ideatrice di tests per la valutazione del residuo funzionale
visivo nelle persone con disabilità sensoriale e/o intellettiva. Nei prossimi
numeri della Newsletter speriamo di potervi dare una Siti
della Dott.ssa Hyvarinen: http://www.lea-test.sgic.fi http://med-aapos.bu.edu/leaweb/index.html A.
Piccioni Centro
“Gli Angeli di Padre Pio” S.
Giovanni Rotondo FG Gruppi
di lavoro: L’assessment Rivolgiamo
alcune domande al dottor Roberto Massironi, coordinatore del gruppo di lavoro
sull’Assessment per un breve bilancio dell’attività svolta in questi tre
anni. Da
quanto tempo e come mai si è pensato di costituire un gruppo di studio sull’Assessment? Si
può affermare che il nostro gruppo abbia iniziato la propria attività in
concomitanza con la costituzione stessa dell’A.I.Ri.M., in quanto si voleva
cercare di dare risposte concrete all’esigenza, da più parti emersa, di approfondire il tema degli strumenti di valutazione, da sempre oggetto di ampie
e controverse discussioni. Da
chi è costituito il vostro gruppo? Inizialmente
il nostro gruppo era formato da alcuni componenti il consiglio direttivo
dell’associazione, ad essi si sono poi aggiunti operatori di alcuni dei
maggiori centri pubblici e privati di Piemonte, Veneto e Lombardia, che vantano
notevoli esperienze nella gestione del ritardo mentale. Come
si è sviluppato il vostro lavoro? La
segnalazione dell’imminente pubblicazione di nuovi strumenti di valutazione ci
aveva inizialmente indotto a proporre una ricerca policentrica sul loro
utilizzo, purtroppo problemi organizzativi e ritardi editoriali ci hanno fatto
accantonare un simile progetto. Abbiamo
quindi pensato di rivolgere la nostra attenzione su quanto già esistente
cercando di raccogliere, presso i vari centri italiani, informazioni sugli
strumenti attualmente in uso. Dalle informazioni raccolte, abbiamo ritenuto di
poter definire come l’assessment si possa sostanzialmente articolare in due
ambiti specifici: uno rappresentato dalle scale per la valutazione criteriale
della gravità ed un secondo costituito da scale di valutazione funzionale. Per
quanto riguarda il primo gruppo, le scale che risultano maggiormente in uso,
seppur con tutti i limiti riconosciuti per le situazioni più gravi, sono
sicuramente i tests di livello. Per quanto riguarda invece il secondo gruppo,
abbiamo ritenuto di poter ulteriormente suddividere gli strumenti in tre tipi:
a) scale pubblicate, più o meno validate, in lingua italiana; b) scale
autonomamente tradotte in lingua italiana dalla letteratura internazionale e
quindi non sottoposte ad alcuna validazione; c) scale prodotte ad uso interno
dagli stessi centri. A
quali considerazioni vi ha portato una simile analisi? A
conclusione di una tale indagine, per quanto informale, abbiamo potuto prendere
atto di come nella scelta degli strumenti si debba avere la consapevolezza di
utilizzare lo strumento prescelto solo per gli scopi per cui esso è stato
realizzato, se poi si ricercano dati da proporre ad un più ampio confronto, sarà
buona cosa utilizzare scale il più possibile diffuse e che soprattutto
risultino validate, in quanto solo così si potrà pensare di discutere su dati
scientificamente attendibili. Per un maggiore approfondimento del tema rinvio
agli atti del 1° congresso dell’AIRiM, tenutosi lo scorso anno a Brescia ed
in corso di pubblicazione. Ed
ora in che direzione state indirizzando il vostro interesse? Nei
mesi scorsi abbiamo avuto modo di prendere visione dell’intervista DAS II,
predisposta dall’O.M.S., in relazione all’ICDH - 2
e tradotta in italiano dal dott. Nocentini di Roma.
Abbiamo voluto sperimentare tale strumento in una popolazione di individui con
ritardo mentale. L’intervista è stata somministrata a 34 soggetti, 21 maschi
e 13 femmine, di età compresa tra i 18 ed i 52 anni, con un Q.I. < a 65,
seguiti in regime diurno o a tempo pieno presso 7 diversi centri di Lombardia e
Piemonte. Dalla valutazione che ne è conseguita, abbiamo rilevato come tale
strumento mal si presti ad una popolazione come quella da noi esaminata,
soprattutto perché l’intervista si fonda esclusivamente su di un approccio
verbale, inadatto per persone con gravi disturbi del linguaggio e della
comprensione; a titolo di esempio vorrei citare come alla risposta sulla lingua
da utilizzare, un soggetto di madre lingua italiana abbia risposto francese, o
un altro, alla domanda sul proprio stato civile abbia dichiarato di essere
convivente per il solo fatto di risiedere in una comunità, in cui condivide la
camera con altri compagni. Per
un tentativo di valutazione più approfondita, si è cercato di compilare il
questionario anche attraverso la collaborazione degli operatori che
quotidianamente seguono tali soggetti, ma anche in questo caso la raccolta delle
risposte si è rivelata incompleta in quanto, sebbene tra assistito ed
assistente vi possa essere un rapporto di vicinanza, non è possibile a
quest’ultimo fornire risposte attendibili sulle emozioni e sui vissuti dell’altro.
Che
sviluppo pensate di dare alle vostre osservazioni sul DAS II? Riteniamo
importante approfondire i dati raccolti per farne poi dettagliata relazione
all’OMS al fine di sottolineare la necessità di approntare strumenti di
osservazione specifici per il Ritardo Mentale, condizione assai diversa rispetto
alle altre condizioni di handicap fisico e sensoriale. Sicuramente
avete intrapreso un lavoro complesso, in quale direzione intendete rivolgere ora
i vostri interessi? Per
i prossimi mesi il nostro gruppo di studio si è dato tre compiti:
Come si può vedere l’impegno di quanti partecipano al gruppo di lavoro sull’assessment non manca, vogliamo quindi esprimere loro l’augurio di una proficua attività che possa fornire un contributo attivo a tutti coloro che ogni giorno lavorano nel campo del ritardo mentale.
Gruppi
di lavoro: qualità dei servizi Il gruppo di lavoro sulla qualità dei servizi ha ormai da diverso tempo completata la stesura della scheda di rilevazione sulla qualità dei servizi a favore delle persone con ritardo mentale. Tale versione sperimentale è stata inviata a diverse strutture operanti soprattutto nel nord Italia, con la preghiera di compilarla e di ritornarla all' AIRiM. Allo stato attuale solo poche strutture hanno risposto all'invito (due ad oggi) inviando la scheda compilata. L'intenzione con cui il gruppo di lavoro ha concluso la prima fase della sua attività è quella di raccogliere un certo numero di schede compilate (almeno una decina) e poi riprendere gli incontri di gruppo per valutare la capacità della scheda di cogliere e differenziare i livelli di qualità espressi nelle varie strutture e quindi di apportare alla scheda stessa quelle modifiche che emergessero come necessarie. Successivamente a questa fase che speriamo di poter completare al più presto, il gruppo si è posto l'obiettivo di far sì che l'AIRiM si possa porre come interlocutore presso il Ministero e le Regioni per l'individuazione di indicatori di qualità specifici delle strutture e dei servizi che si occupano di ritardo mentale. Questo ambizioso obiettivo chiede però, come già detto, un certo numero di schede compilate e a tal proposito l'AIRiM sta sollecitando le strutture che ancora non hanno risposto a farlo, confidando che con la collaborazione di tutti si riesca a cogliere un obiettivo che potrebbe diventare molto importante per la nostra associazione e per tutti coloro che lavorano nel settore.
Maurizio Pilone ANFFAS di Brescia
e Genova Attività
di ricerca: musicoterapia e ritardo mentale Nell’ambito
delle attività di ricerca promosse dall’A.I.Ri.M. si sono svolti alcuni
incontri tra le equipes di musicoterapia attive presso centri che ospitano
soggetti affetti da ritardo mentale. Il percorso di
ricerca, avviato dall’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (MI),
dall’Istituto Ospedaliero di Sospiro (CR) e dal Centro di Riabilitazione Paolo
VI di Casalnoceto (AL), nasce dall’esigenza di analizzare, confrontare e
possibilmente condividere modelli teorici di riferimento (sia psicologici che
strettamente musicoterapici), metodologia e stile personale. L’enunciato da
cui siamo partiti per un progetto di ricerca condivisibile dai tre istituti può
essere così riassunto: è possibile
tentare di valutare, analizzandola, la qualità all’interno della relazione
musicoterapica ? Partendo da
questo enunciato, abbiamo cominciato il lavoro di ricerca individuando una
specifica casistica ( R.M. grave e autismo), e una metodologia precisa :
l’analisi di sedute videoregistrate selezionando i momenti caratterizzati da
un alto grado di interazione comunicativa, comparati a momenti caratterizzati da
un basso grado di interazione. Tale modo di
procedere dovrebbe nelle nostre intenzioni portarci alla definizione Questa procedura
ci ha poi condotto, nel corso degli incontri, a riflettere sui diversi stili di
relazione espressi dai diversi musi-coterapisti, e a cercare di chiarire i
rapporti intercorrenti tra:
In particolare,
sono emerse le seguenti considerazioni :
Il nostro lavoro
è appena cominciato e ha già dato notevoli spunti di discussione e di
riflessione: invitiamo quindi i colleghi interessati a contattarci. M. Picozzi Fondazione
Istituto Sacra Famiglia
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