HOME ARTICOLI NEWS LA REDA DOWNLOAD LINK E-MAIL


KIDO KEISATSU PATLABOR
(MOBILE POLICE PATLABOR)

THE PATLABOR STORY (parte 2)
I LABOR

LE PRODUZIONI ANIMATE
LA PRIMA SERIE DI O.A.V.
CONCLUSIONI

THE PATLABOR STORY (parte 3)
LABOR TECH
LA SERIE TV
CONCLUSIONI

La prima parte l'avete trovata sullo scorso numero, in questo leggerete la seconda e terza parte. Ho scelto quest'opera non solo per il suo indubbio valore, ma soprattutto per fare maggiore chiarezza dato che, nonostante il suo passaggio televisivo e le numerose pubblicazioni in videocassetta, su questa produzione regna il caos. Questo č dimostrato anche dalla "randomizzazione" con cui sono usciti gli anime e dallo scarso successo del manga, che, come vedremo pių avanti, ha rischiato di diventare un incompiuto.

SCHEDA TECNICA

SPECCHIETTO RIASSUNTIVO
1988:
- Uscita del manga.
1988/89:
- Prima serie di O.A.V.
Fine '89:
- Esce nelle sale
Patlabor -T he movie
1990:
Serie tv
1992:
Seconda serie di O.A.V.
1993:
Esce il secondo film,
Patlabor - The movie 2

VIDEOCASSETTE

TITOLO
KIDO KEISATSU PATLABOR
(Polizia Mobile Patlabor)
EDIZIONE ITALIANA:
-
YAMATO, 2 videocassette
VOTO:
- 6+

STAFF
Soggetto originale:
- Masami Yuki,
- Kazunori Ito
Sceneggiatura:
- Kazunori Ito
Direzione esecutiva:
- Mamoru Oshii
Regia:
- Koji Sawai (ep.1,3,5)
- Ryutaro Nakamura (ep.2,4)
- Ichiro Itano (ep.6)
- Naoyuki Yosinaga (ep.7)
Ideazione dei personaggi:
- Masami Yuki
Character designer:
- Akemi Takada
Meka design:
- Yutaka Izubuchi
Direzione dell'animazione:
- Kazuchika Kise (ep.1,3,5)
- Masahiro Kitazaki (ep. 2, 4)
- Takuya Wada (ep.6)
- Naoto Takahashi (ep.7)
Animazione delle sigle:
- Hiroyuki Kitakubo,
- Masami Yuki
Direzione Artistica:
- Hiromasa Okura (ep.1,2,3,4,5,6)
- Tsutomu Ishigaki (ep.7)
Fotografia:
- Shigeo Sugimura
Musiche:
- Kenji Kawai
Animazioni e produzione:
- Studio Deen
Anno di produzione:
- 1988/89

Copertine di alcuni dei cd

THE PATLABOR STORY (parte 2)
Come abbiamo visto in precedenza patlabor è nato agli inizi degli anni '80 dalle menti del gruppo di persone chiamato Headgear, allo scopo di creare un nuovo tipo anime, dallo stile diverso, che svecchiasse il vecchio concetto di robot, che imponeva sempre combattimenti e scontri continui, dove la macchina fosse sempre al centro dell'attenzione. Volevano, insomma, ideare qualcosa che fosse allo stesso tempo più reale ma pur sempre rimanendo in campo fantascientifico. Da questa idea di base vennero create più storie. La prima, che prevedeva di prendere il nome di "Jeilazard", si poneva al centro di una guerra planetaria. I protagonisti erano i membri di una nave di addestramento, e il personaggio principale una donna (cosa insolita per il tempo).I robot assomigliavano molto a dei gundam. L'idea comunque non piacque, per via soprattutto dell'ambientazione troppo futuristica e il progetto fu rivisto. Questa volta si sarebbe dovuto chiamare "Lightning Garrakress", sempre con ambientazione futuristica ma spostata su un pianeta colonizzato lontano dal nostro sistema solare. Il protagonista è ancora un volta una donna, dal nome Aidi Rime, facente parte di una piccola compagnia di frontiera equipaggiata con il robot Garrakress, assomigliante a un autorobot. Il progetto anche questa volta non andò in porto. Dopo qualche anno di silenzio il gruppo ci riprovò: così nel 1982 venne concepito "Vidor", e qui per la prima volta venne menzionato la parola Labor per identificare i robot che venivano usati per lavorare nelle colonie. Ed è sempre una protagonista donna al centro della storia, con il nome (rivisto) di Andy Rime, appartenente ad un gruppo speciale di polizia chiamato POPS 110. Questa polizia usano i robot Vidor per svolgere attività che vanno dal semplice controllo del traffico alla solita lotta al crimine robotizzato. Il progetto finalmente conciliava le idee di tutti e nel 1988 ci furono gli ultimi aggiustamenti: il gruppo decise di spostare l'ambientazione sulla terra anziché nello spazio e di cambiare i nomi per rendere il tutto più realistico. Nacque così Noa Izumi (anziché del provvisorio nome di Celia Saotome) e della squadra mobile patlabor.
I LABOR
Ne esistono svariati modelli, ciascuno con le proprie caratteristiche di potenza, resistenza meccanica, velocità di reazione, peso, consumo e versatilità. Diciamo innanzi tutto che un labor che possa garantire il massimo di ogni prestazione non esiste, in quanto a ogni cambiamento della struttura portante comporterebbe una conseguente perdita in termini di resa di altre parti meccaniche. In parole povere dovendo costruire un labor da utilizzare per caricare o scaricare materiali molto pesanti, si dovrà munirlo di un adeguato sistema di contrappesi per evitare che perda l'equilibrio, così facendo si limiteranno notevolmente le caratteristiche di velocità, consumo e naturalmente peso. Partendo da questo presupposto un patlabor, cioè un labor anticrimine, dovrà necessariamente conglobare in un'unica unità operativa tutte le caratteristiche strutturali più importanti, in maniera tale da consentirne l'utilizzo in ogni circostanza. Nasce così il modello 98 AV (veicolo avanzato) denominato Ingram, ovvero il labor attualmente più usato dalle forze di polizia. Si tratta di un patlabor leggero e di alte capacità, che consente una manovrabilità eccellente in ogni ambiente. Armato con una 37 mm thunder (compartimento gamba destra), utilizza un sistema idraulico di allungamento della mano destra che gli permette di afferrare l'arma da ogni posizione. L'Ingram porta con sé pure un bastone stordente elettrico. Nel modello usato da Isao Ota (Ingram 2), la testa, dopo essere stata distrutta più volte dall'esuberante agente, è stata modificata con una speciale maschera di protezione , che oltre per contrastare le potenti deflagrazioni prodotte dal fucile a pompa (ironicamente detto cannone portatile), gli consente una maggiore visibilità. Esiste una seconda versione di Patlabor, denominato AV-X0 Peacemaker (type-zero), si tratta di un labor di originale concezione, prodotto come prototipo per la prima volta nel 1999, grazie alla sensazionale scoperta di un programmatore delle industrie pesanti Shinohara, tale Eishi Hoba, il quale realizzò la nuova Hiper Operating System. Lo Zero assume caratteristiche meccanico-strutturali che lo rendono particolarmente adatto ad azioni in cui si richieda velocità e agilità di movimento, e con il nuovo sistema di guida consente al pilota operazioni dinamiche al massimo delle prestazioni, assicurando coordinazione motoria e velocità di reazione in qualunque condizione di utilizzo. La sua particolare conformazione anatomica, leggera e affusolata, gli consente di applicare sul campo anche mosse di karatè e di judò.
Invece il Modello 97, usato dalle forze di autodifesa (Self Defence Force), in termini di potenza di fuoco non ha rivali. Si tratta di un labor corazzato da combattimento, armato con una torretta da 20 mm rotante, simile a quelle montate sigli elicotteri d'assalto della SDF (detti Apaches), e da una serie di batterie missilistiche terra aria. Altri labor che rappresentano il massimo nel ruolo dell'attaccante per potenza e agilità sono il Type 7 Broken, l'Helldiver e il Griffon. Molto spesso questo tipo di macchine verranno utilizzate in azioni di guerriglia o attacchi terroristici. Esistono poi altri labor, tra cui il Bulldog, l'Heracles 21 e il Crabman Hi-Leg, utilizzati per specifici impieghi Commerciali. Sono solitamente resi impermeabili e resistenti alle alte pressioni quelli da utilizzare sui fondali oceanici, mentre altri sono designati all'agricoltura, escavazione e lavori boschivi.

LE PRODUZIONI ANIMATE
Vediamo ora come vanno collocati gli anime in generale. La prima serie di O.A.V. è uscita quasi in contemporanea con il manga, tra il 1988/89, che è servito per aprire la strada, perché, come leggerete più avanti, derivano sempre dallo stesso progetto multimediale. Tuttavia le due opere non sono legate tra di loro, ma vanno viste come due storie parallele. Il successo riscontrato fu tale che venne creato un film (1989) subito dopo la fine dei due lavori precedenti. Quello che né è uscito fuori è ormai leggenda: uno tra i più bei film dell'animazione giapponese. Come vedremo più avanti è difficile collocare questo movie nella cronologia di patlabor perché non ci sono elementi che possano legarlo al manga o alle altre produzioni televisive ma neanche che lo neghino. Dopo tale successo venne creata una serie tv, siamo ormai nel 1990, e anche questa volta si è optato per la creazione di una storia che sfrutti i personaggi e l'ambientazione di patlabor, mettendoli però in un'altra storia parallela diversa sia a quella del manga sia a quella della prima serie di O.A.V. Il risultati ottenuti sono stati ottimi per tutte e tre le versioni della squadra mobile. E come era prevedibile, a distanza di solo un anno della fine della serie tv venne creata una lunga seconda serie di O.A.V (anno 1992), ma questa volta si preferì non ricominciare (a ben vedere) da capo la storia ma collocarla cronologicamente dopo la fine della serie tv. In ultimo in ordine temporale si colloca lo splendido secondo film (1993), che riprende le vicende del primo lungometraggio. Le avventure di patlabor per ora si fermano qui, ma già da parecchio tempo si sta aspettando il terzo film, che già si preannuncia un capolavoro.
LA PRIMA SERIE DI O.A.V
Per questa prima serie di O.A.V, come abbiamo accennato all'inizio, si è scelto di fare una storia parallela al manga. In totale sono stati fatti sette episodi dalla durata di 25 minuti circa, ma cosa insolita non sono stati divisi tra uno è l'altro con la classica sigla e titolo ma si susseguono uno via l'altro. In questi episodi appaiono inoltre i personaggi Kanuka e Matsui, assenti nel manga.
- GLI EPISODI:
1° OAV: (Regia Koji Sawai) Questo episodio è praticamente una versione riveduta di quello del manga. Anche qui la storia si apre con il secondo plotone che aspetta i tanto agognati Ingram e i piloti. Ma se i primi sono arrivati puntuali gli Ingram dovranno andarseli a riprendere… durante la missione! Avremo così modo di conoscere tutti i personaggi principali e di vederli in azione, in generale un buona puntata anche se un po' lenta come narrazione.
2° OAV: (Regia Ryutaro Nakamura) L'episodio si apre con l'arrivo di Kanuka in Giappone. Questa altezzosa poliziotta è in missione per proteggere nientemeno che il presidente Americano in visita nel paese del sol levante per osservare gli sviluppi del babilon project. Per Asuma sarà una giornata… molto pesante! Altro episodio carino, con un buon livello di patos.
3° OAV: (Regia Koji Sawai) Anche questa trama e stata ricavato da un'idea del manga. Il protagonista sarà un enorme mostro nato dalla mutazione di uno scienziato pazzo. Compito del secondo plotone sarà ovviamente quello di fermarlo… o almeno credono! Questa e la puntata che mi è piaciuta di meno, troppo fantascientifica e assurda per patlabor. Comunque veramente ottima la regia, che condensa in poco spazio molti avvenimenti.
4° OAV: (Regia Ryutaro Nakamura) I membri della seconda sezione veicoli speciali sono dei novellini, e questa volta l'hanno fatta grossa e vengono rispediti al centro addestramento. Loro non sanno però che il tutto e una finzione per insegnarli a non sparare. Episodio esilarante con tanto di morale di fondo.
5° & 6° OAV: (Regia Kazuchika Kise, Ichiro Itano) Febbraio 1999. Notte. Un convoglio di camion con le insegne delle Forze di Autodifesa sfondano un posto di blocco e si dirige verso la capitale. Febbraio 1999. Tokyo. Nella metropoli addormentata, i labor corazzati Tipo 97 delle Forze di Autodifesa circondano il palazzo della Dieta. Nella confusione generale echeggiano parole allarmanti: "colpo di stato", "basi americane", "nucleare". Febbraio 1999. Tutti i membri del Secondo Plotone si trovano improvvisamente costretti a interrompere la loro licenza.
Che dire di questi due stupendi oav? Magnifici. Grande regia, grande sceneggiatura e forti emozioni. Dopo i precedenti capitoli quasi comici, qui si fa sul serio, sembra addirittura di assistere a un film. Per intenditori dal palato fino.
7° OAV: (Regia Naoto Takahashi) Anche in questo episodio i nostri amici della polizia mobile non avranno tempo di tirare il fiato. Un misterioso camion carico di due Broken labor militari corre all'impazzata lungo i distretti del Giappone. Un caso difficile per Noa. Anche qui poco spazio al divertimento, compensato però da belle scene di azione.
- LA TECNICA: Sul piano dell'animazione e del disegno bisogna dire che il peso degli anni si fa sentire parecchio. Se pur i fotogrammi scorrono a una velocità più che decente, spesso si usano delle inquadrature fisse mentre si svolgono i dialoghi (anche se per via della buona regia spesso non si notano o non pesano). I disegni nel complesso non sono male, ma nelle scene più frenetiche risultano un po' troppo abbozzati. Al di la di questi piccoli nei, (che in ogni caso all'epoca dell'uscita rappresentavano lo standard), comunque bisogna notare il buon lavoro svolto per il character design di Akemi Takada, che, se pur inferiore a quello di Masami Yuki, riesce a dargli un tratto piacevole (come d'altronde ci ha abituato in tutti i suoi lavori). Sempre confrontando il manga con questi O.A.V. si nota che se pur la fisionomia dei personaggi è pressoché identica, non lo sono le espressioni. Certo quelli della Takada hanno il limite delle produzioni televisive, ma l'idea generale è che abbia voluto distaccarsi dall'opera del suo collega. Abbiamo quindi bocche più larghe ed espressioni più ridicole, per il resto è questioni di gusti (io voto per Yuki). Invece per i labor ce poco da dire, sono più o meno gli stessi del manga, si è solo preferito dargli dei colori differenti qua e la, un buon lavoro anche in questo caso, svolto da Yutaka Izubuchi. Sul piano audio è tutto ok, musichette allegre si alternano a bgm più scure, e comunque non si possono certo definire anonime, dato che durante la visione avranno un'impronta pesante. D'altronde non poteva essere diversamente con un compositore di qualità come Kenji Kawai. Nota di merito la sigla iniziale, che fin da subito ci porta dentro in questo strano mondo.
- L'EDIZIONE ITALIANA: Le edizioni italiane di questi O.A.V. sono state due. La prima ad opera della Yamato e la seconda quella televisiva. Dato che il passeggio televisivo e identico a quello dall'home video (ad eccezione della sigla, che è stata ricantata in italiano) li tratterò alla pari. Partendo come sempre dalle copertine, subito mi cascano le braccia. Brutte, come tutte quelle raccolte nella collana Yamato Video (queste sono la 38 e 39), con quell'orribile numero sulla costina e i disegni della copertina sono solo una parte di quelli originali. Meglio non esprimersi sull'impaginazione. Poi, per dovere di cronaca, se uno non si è informato, non potrà mai sapere che ha fra le mani la prima serie di oav, dato che non solo non è riportato, ma addirittura per le due videocassette gli "amici" della yamato si sono inventati dei nomi: "1998" per la prima, "il giorno più lungo" per la seconda. Un bel colpo se poi pensiamo che prima è stato pubblicato il primo film di patlabor, e questa serie è stata fatta uscire solo per sfruttarne il successo. Non parliamo poi dei riassunti presenti sul retro: sembra proprio di stare a leggere la trama di un film.
Anche l'adattamento non è ai massimi livelli: troppe parolacce e alcuni nomi di vie o città sono stati inventati. Poi di tanto in tanto, alcuni dialoghi sono sbagliati, come, ad esempio nel secondo episodio quando Nagumo dice a Kanuka: "… in realtà e una finta trappola, chiamata squadra inferno… e poi ci saranno i miei uomini della seconda squadra…" quando, come dovrete sapere Nagumo e il capo della prima squadra e non della seconda, ma gli esempi potrebbero essere molti altri. Per la scelta delle voci niente da dire, molto buona, solo Kanuka poteva essere scelto di meglio e, forse, per Noa sarebbe stato meglio un'interpretazione meno svampita.
CONCLUSIONI
L'impressione che si ricava guardando questi episodi, soprattutto dopo aver letto il manga, è che si e cercato di dare all'opera un tono più scherzoso e meno serio rispetto al progetto iniziale. Ottima l'idea di non suddividere gli episodi ma di mandarli in sequenza, dando così l'impressione di una storia continua, pur se effettivamente gli episodi sono slegati fra di loro.
Indubbiamente il tutto è inferiore al manga, sia come trama che come disegno, ma non per questo è da considerare come uno scarto. Infatti lo spirito dell'opera si fa sentire, e i personaggi di patlabor sono pur sempre una garanzia. Con la loro umanità e simpatia vi faranno sicuramente divertire anche quando le gag non saranno il massimo dell'originalità. Sono presenti ovviamente anche momenti di azione, concentrati maggiormente nella seconda videocassetta (episodio 5 e 6), che non mancheranno di farvi saltare sulla sedia.

Ryu