ALESSANDRO LUPI

e mail: lupoart@yahoo.it

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

Le forme nascono dalla virtualità della materia nello spazio: un filo forte rosso illuminato dalla luce di wood crea la materia del corpo.

Miriam Cristaldi

Con Alessandro Lupi entra in gioco il movimento di una figura umana per via della luce di wood: la luminosità, il colore e il suono di "densità fluorescente" inseguono il fascino dell'immateralità.

Luciano Caprile (il secolo x1x)

La sua ricerca, aiutata dalla fluorescenza, ha per argomento la luce, nel caso quella della luce di Wood, usata per sensibilizzare immagini finalizzate allo svelamento della realtà guardata nei suoi dettagli sensibili e riscattata dalla superficialità dell'apparenza per approdare alle riflessioni intime di chi osserva con attenzione gli "scatti".

Germano Beringheli

"Secoli di pittura hanno usato la luce per ammantare di realtà rappresentazioni più o meno illusorie. Con la fotografia, dove è la realtà stessa che viene impressiona la pellicola e, subito dopo il supporto cartaceo, la luce diventa irrinunciabile e finalizzata allo svelamento di quello che l'artista desidera mostrarci. Anche Alessandro Lupi inizia il suo percorso artistico dalla luce, ma con il preciso intento di annullarla. Il suo interesse si sposta dalla visibilità del reale per entrare nel mondo delle radiazioni che, talvolta invisibili, comunque ci colpiscono quotidianamente.
La sua ricerca, aiutata dalla fluorescenza, si dirige verso il mondo delle tenebre dove la realtà tende a scomparire lasciando ampio spazio all'immaginazione ed ai sentimenti. Il corpo rappresentato diventa così una morbida icona che consente molteplici visioni alla fantasia ed ai desideri. Alessandro Lupi usa la luce nera (lampade di Wood) per oscurare provocatoriamente la nostra illusoria realtà, sollecitando riflessioni che il quotidiano lentamente ci sottrae.
Riuscire ad entrare nelle sue immagini permette di riappropriarci dei nostri sentimenti più intimi, riflettendo così sulla nostra vera, profonda, esistenza. Non a caso il suo desiderio è sempre stato quello di riuscire ad inventare una pila che potesse fare buio, oscurando in questo modo tutto quello che è sottoposto alla luce; progetto ambizioso che mi auguro possa avere successo affinché si riesca a cancellare, definitivamente, la luce che oscura il nostro desiderio di tornare ad essere uomini liberi."

Fabrizio Boggiano

Le installazioni sembrano fermare dei momenti magici.
Ogni figura è una donna colta in momenti privati, personali: mentre si stira,
appena sveglia, in cinta con il suo bambino, accovacciata, mentre si tuffa
nell'acqua e si rigira verso la superficie per prendere respiro.

Entri nella stanza, buia, ti avvicini piano, incuriosita cerchi di capire.
Il suono ti avvolge e ti porta dentro QUELLA donna che hai di fronte.
Lei ruota di fronte a te e ti senti affascinata da quella figura magica
che ti svela un po' di sè. Quel sè che è poi di tutte le donne.

Nel caso della donna in cinta,hai davanti a te una donna con il feto che
le è dentro.
E' dolce, partecipi a un loro momento intimo.
Senti il battito dei loro cuori che comunicano,quello della donna, deciso e più lento, quello del bambino più veloce e immerso in un fluido. Il liquido amniotico.

Nella stanza si crea un religioso silenzio,nessuno ha voglia di infrangerlo.

Lucia S.

 

L'uso dell'elettronica non disturbava: tutto era ben equilibrato e serenamente efficace. Molto semplicee vero. Ho goduto nell'acquisire diversa distanza dalla figura: sensazioni diverse, tutte importanti. Niente offendeva alcun senso.

Novizio Gesuita Fausto Gianfreda (Donna con Bambino)