Le matrici in metallo nascono nel
secolo XV dall'esigenza di avere lastre meno fragili e più
durature del legno che si deteriorava facilmente a causa di tarli o umidità.
Inizialmente venivano incise a bulino per essere stampate con
la stessa tecnica della Xilografia ma questo metodo venne presto abbandonato in quanto non
dava buoni risultati, in particolare in stampa i neri risultavano spesso
irregolari e maculati in quanto il metallo tende ad allontanare l'inchiostro
dalla sua superficie. Ben presto si passò alla Calcografia dove
la matrice si otteneva incidendo con bulino una lastra levigata di rame, acciaio,
argento, zinco; l'incisione con linee più o meno continue più
o meno serrate e con varie profondità dava origine al disegno, al
modellato e ai valori tonali. E' solo verso gli inizi del XVII secolo che
si diffonde l'incisione su metallo con morsura di acidi, o acquaforte, che è una variante che differisce nei metodi
utilizzati per creare i solchi sulla lastra , non più determinati dall'azione diretta sulla
matrice di strumenti come il bulino , incisione diretta,
ma indirettamente dall'azione chimica di un acido sulla lastra
metallica, incisione indiretta. Sia nel metodo di incisione diretta
che in quella indiretta, la differenza sostanziale della Calcografia dalle
tecniche precedenti stava nel fatto che la stampa si otteneva dall'inchiostro
che si depositava sui segni incisi e non , come nella Xilografia, dalle zone restanti in rilievo che in questo caso venivano
ripulite dall'inchiostro. Il foglio di stampa, precedentemente inumidito,
veniva posato sulla lastra e pressato contro di essa con l'aiuto di un torchio
calcografico, la carta quindi compressa dentro i segni incavati ne raccoglieva
l'inchiostro.
La più antica incisione su metallo sembra
essere la "Flagellazione" dell'anonimo tedesco Maestro dell'Anno
1446, mentre la prima incisione italiana datata sembra essere una "Risurrezione"
di anonimo del 1461, conservata al British Museum. Nel 500 il Dürer
fu tra i primi ad sperimentare l'acquaforte, se ne conoscono sette su ferro
di cui ricordiamo il "Cannone" e l'"Agonia sul Monte degli
Ulivi".
Come abbiamo accennato la tecnica calcografica
si divide in due categorie, incisione diretta ed incisione indiretta;
l'incisione a bulino, la puntasecca, il punzone, la maniera nera rientrano
nella categoria di incisione diretta, cioè incidendo con
appositi utensili direttamente la lastra.
INCISIONE
A BULINO. In questo metodo per incidere la
lastra si usa il Il bulino che è un attrezzo affilato
e appuntito. Il bulino incidendo il metallo forma davanti a se un ricciolo ed
ai lati del solco delle sottili lamine di metallo dette barbe
che andranno asportate con il raschiatoio, così da ottenere,
in fase di stampa, un segno nitido che è la caratteristica di questo
metodo.
PUNTASECCA. In questo metodo il disegno si traccia direttamente
sulla lastra con uno strumento d'acciaio molto appuntito chiamato
puntasecca che si usa come una matita ma imprimendo una certa pressione
tanto da creare un solco. Le barbe si formano solo ai lati del solco
e sono molto sottili, queste non vengono asportate col raschiatoio
, come nell'incisione al bulino, in modo che trattengano l'inchiostro
dando all'immagine che si ottiene in stampa dei toni particolarmente vellutati
che sono la caratteristica di questo metodo.
PUNZONE. In questo metodo si utilizza uno attrezzo interamente
in metallo chiamato appunto punzone che percosso con un martello
sulla lastra produce dei piccoli fori. Questa tecnica si differenzia
dalle altre di tipo diretto in quanto non si formano barbe ma dei piccoli fori puliti
e ben delineati di misura e forma corrispondente alla sezione del tipo
di punzone utilizzato che può essere rotondo, quadrangolare,
triangolare, ecc.
MANIERA
NERA O MEZZOTINTO. In questo metodo gli utensili
adoperati sono la mezzaluna
o granitore, il raschiatoio e il brunitoio.
Dapprima tutta la superficie della lastra viene resa totalmente
ruvida con la mezzaluna che come nella puntasecca solleva delle sottili barbe.
Queste si asportano col raschiatoio dove si vogliono ottenere
i toni più chiari, e si livellano completamente col brunitoio
dove si vuole il bianco assoluto. Questo è l'unico metodo dove l'immagine
viene composta in negativo lavorando le parti bianche in modo tale che
non possano assorbire l'inchiostro. Le stampe prodotte con questo metodo
sono caratterizzate da toni pieni e sfumati l'uno nell'altro e per il nero
profondo e vellutato.
L'acquaforte, l'acquatinta, la vernice molle,
il punteggiato rientrano nella categoria della incisione indiretta,
dove l'incisione è ottenuta attraverso un processo di corrosione
o morsura di un acido che intacca la lastra di metallo.
ACQUAFORTE. In questo metodo indiretto la lastra si protegge con un sottile
strato di vernice a base di resina e cera che si applica a caldo ed in
seguito si annerisce con del nero fumo per evidenziare il disegno che si
andrà a tracciare. Con uno strumento appuntito si traccia il disegno
asportando la vernice e mettendo a nudo il metallo della lastra.
Una volta protetta la lastra anche nel retro con della cera questa viene messa in
una bacinella contenete il mordente, solitamente acido nitrico
diluito in acqua. L'acido corroderà le parti della lastra
messe a nudo creando l'incisione, in questo metodo il disegno finale risulta
molto fluido e naturale mancando lo sforzo che bisogna imprimere nell'incisione al bulino.
ACQUATINTA. Con questo metodo si ottengono effetti tonali simili
al mezzotinto.
Dapprima si incidono all'acquaforte le linee essenziali della composizione, poi ripulita
la lastra si ricopre con uno strato di impalpabile polvere di quarzo
e bitume giudaico che si fisseranno alla lastra una volta che questa verrà
scaldata. Con la cera si ricoprono le parti del disegno che non dovranno
essere incise e quindi si immerge nel mordente che penetrando fra gli
interstizi dei granelli corrode il metallo dandogli un particolare rugosità
che in fase di stampa darà all'impressione un tipico effetto
simile all'acquerello con gradazioni tonali e chiaroscurali. Il procedimento
spiegato si riferisce all'acquatinta alla polvere di bitume ma esistono
vari metodi di questa tecnica, come l'acquatinta allo zucchero, l'acquatinta
al sale, l'acquatinta alla colofonia, l'acquatinta allo zolfo, rimanendo
comune lo strato poroso creato dai granuli tra i cui interstizi penetra
l'acido.
VERNICE
MOLLE. E' questo un metodo simile all'acquaforte, dove la vernice
di protezione si prepara oltre che con resina e cera anche con del sego,
o sostanze simili, che serve a mantenere la vernice pastosa. In disegno
si esegue con una matita su di un foglio di carta che viene poggiato sulla
lastra. Finito il disegno si toglie il foglio di carta dove,
nella faccia posteriore nei punti corrispondenti ai segni tracciati dalla
matita, sarà rimasta attaccata la vernice mettendo a nudo le parti
della lastra che dovrà essere incisa dal mordente come nell'acquaforte. Questo metodo
crea delle stampe dal tratto morbido simile a quello di una matita o carboncino.
PUNTEGGIATO. Questo metodo parte dalla base dell'acquaforte per cui si ricopre la lastra con la solita vernice a
cera e si ottenendo poi vari effetti asportandola con attrezzi come punzoni,
bulini ed in particolare con rotelle e poi incidendola con
l'acido. Le rotelle, essendo degli strumenti con varie punte, producono delle
stampe dove il disegno e interamente cosparso di puntini (stipple),
da cui deriva il termine punteggiato.