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La fruizione ipertestuale
Gli snodi e la struttura reticolare propri degli ipertesti consentono modalità di lettura innovative al fruitore, il quale non si limita a seguire percorsi rigidamente prestabiliti, ma ha ora la possibilità di divenire autore di percorsi unici e personali all'interno della rete dei link ipertestuali; è come se l'ipertesto fornisse una serie di materiali, i blocchi testuali, o, come li definisce Barthes, lessie, con cui poi il fruitore può costruire i propri percorsi e le proprie strategie enunciazionali. In questo senso la fruizione ipertestuale ha una connotazione creativa, l'utente è, allo stesso tempo, produttore e consumatore, enunciatore ed enunciatario, d'altronde lo stesso Nelson, l'inventore del termine "hypertext", sottolineava anzitutto che "l'ipertesto è un testo che si dirama e consente al lettore di scegliere" (Nelson, 1992). 

Ciò non significa comunque che si voglia sminuire o negare una forma di attività anche nella fruizione testuale, anzi c'è da dire che l'approccio semiotico al testo ed alla comunicazione è stato sempre caratterizzato da una grande attenzione per i processi di cooperazione attivi fra il lettore, soggetto enunciatario, l'enunciato, ovvero il testo, ed il soggetto enunciatore, ovvero l'autore. Per Umberto Eco "un testo rappresenta una catena di artifici espressivi che debbono essere attualizzati dal destinatario... il testo è dunque intessuto di spazi bianchi, di interstizi da riempire, e chi lo ha emesso prevedeva che essi fossero riempiti e li ha lasciati bianchi per due ragioni. Anzitutto perché il testo è un meccanismo pigro (o economico) che vive sul plusvalore di senso introdottovi dal destinatario, e solo in casi di estrema pignoleria... il testo si complica di ridondanze e specificazioni ulteriori... un testo vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare... il testo postula la cooperazione del lettore come propria condizione di attualizzazione" (Eco, 1979). La forma di cooperazione teorizzata da Eco è molto profonda e va oltre semplici processi di interpretazione e decodifica, essa opera su più livelli di interazione fra lettore e testo e coinvolge direttamente l'enciclopedia, le conoscenze, la competenza testuale del fruitore-enunciatario. 

A questo proposito Pierre Lèvy fornisce una valutazione della fruizione testuale in termini, più che interpretativi o creativi, di costruzione soggettiva, infatti il filosofo francese sostiene che "ascoltare, guardare, leggere significa insomma costruirsi. Nell'apertura all'impulso di significazione che viene dall'altro, lavorando, trascegliendo, frammentando il testo, rendendolo parte integrante di noi stessi, distruggendolo, noi contribuiamo alla costruzione della geografia semantica che vive in noi. Qui il testo funge da vettore, da supporto, da pretesto all'attualizzazione del nostro personale spazio mentale" (Lèvy, 1997). Sempre Lèvy sottolinea poi che "l'ipertestualizzazione oggettiva trasforma in azione ed eleva alla potenza del collettivo questa identificazione incrociata del lettore e dell'autore" (Lèvy, 1997), segnalando quindi un salto di qualità fra la cooperazione testuale e quella ipertestuale. 

Se ora riconsideriamo le tesi di Eco e di Lèvy sulla fruizione e la cooperazione testuale alla luce degli sviluppi della tecnologia ipertestuale ci accorgiamo forse che l'interattività ipertestuale, pur essendo senza dubbio maggiore come quantità, è paradossalmente meno libera di quella testuale in senso stretto. L'interfaccia ipertestuale, strutturata in collegamenti intra e intertestuali, da un certo punto di vista, necessita l'opera di comprensione e di interpretazione del fruitore, il quale ha certamente maggiori spazi di dialogo e di interazione col testo, ma minori possibilità, ad esempio, di ipocodifica ed ipercodifica, ovvero di interpretazioni del testo che si scostano dalle reali intenzioni dell'autore, visto che il sistema di rimandi proprio degli ipertesti consente correzioni immediate di eventuali casi di decodifica aberrante o di interpretazione distorta. A ulteriore conferma di ciò vi è poi la considerazione che l'ipertesto permette, come ho già detto, modalità di fruizione creative, che generano forme di cooperazione testuale in cui i piani dell'enunciatore e dell'enunciatario si avvicinano e si sovrappongono, limitando così a priori le possibilità di distorsione in sede di interpretazione, visto che il ruolo del lettore si confonde con quello dell'autore
 
 

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