Le "FAQ"...

1 - Cenni storici
2 - Lo standard
3 - Standard a confronto
4 - Frequently asked questions
5 - Il carattere
6 - Le tare ereditarie


CENNI STORICI

Le origini del Piccolo Levriere Italiano sono senza ombra di dubbio molto antiche: sono stati ritrovati scheletri fossili di cani molto simili all'attuale PLI risalenti a circa 5000 anni fa in Egitto, dove si ritiene che la razza abbia avuto origine.
Dall'Egitto, all'antica Grecia e poi all'Italia il passo è breve: abbiamo testimonianze della presenza di levrieri di piccola taglia in rilievi, sculture e affreschi sia etruschi che romani, oltre che alcune testimonianze scritte.
Lo vediamo così attraversare il Medio Evo (lo troviamo dipinto addirittura da Giotto) per poi approdare a quella che è stata probabilmente la sua età d'oro, vale a dire il Rinascimento, quando è stato ritratto da artisti quali Tiepolo e Michelangelo; sappiamo inoltre che molti personaggi importanti della Storia, nonché dame illustri e molti letterati hanno posseduto piccoli levrieri (Federico Il Grande e Caterina di Russia per fare due nomi).
A giudicare dalle testimonianze, il PLI è stato sempre allevato sia come cane da caccia che come cane da compagnia (anche se quest'ultimo impiego sembra trovare maggiore risalto a partire dal Rinascimento). La sua specialità era la caccia al fagiano (cha faceva alzare in volo) e alla lepre (che invece inseguiva).
Dopo il Rinascimento, ecco dunque il PLI impiegato sempre di più come cane da compagnia (anche se l'espressione più consona è... cane da grembo!), finché nell' ‘800 la razza è in piena crisi: soggetti nani, fragili, delicatissimi e senza il benché minimo istinto venatorio (al punto che il naturalista Brehm diceva di lui: "nato per riposare su morbidi tappeti").
Solo nel secondo dopoguerra, si diede una svolta all'allevamento, ritornando all'ideale di cane elegante ma comunque "levriere".
Ecco così la modifica dello standard (siamo nel 1984) per quel che riguarda l'andatura (da "elegante, saltellante", e quindi leziosa e anti-funzionale, che comporta anche un anteriore esageratamente stretto, a "leggera, elastica ed armonica", senza ombra di dubbio più consona a un LEVRIERE).
E oggi? Oggi il PLI è senza ombra di dubbio più diffuso che negli anni passati (le iscrizioni ogni anno sono circa 120); vi sono molti PLI che hanno la licenza di corsa e che prendono parte alle prove di coursing ma anche di racing (soprattutto all'estero); al tempo stesso però l'eccessiva consanguineità sta creando problemi non indifferenti in termini di tare ereditarie e salute: così, affianco ai cani che corrono dietro alle lepri (vere o finte che siano), piuttosto robusti e solidi, con gran carattere... abbiamo cani fragili, rachitici, che SI ROMPONO semplicemente scendendo giù dal divano di casa... Penso sia decisamente giunto il momento di correre ai ripari, prima che sia troppo tardi: con le giuste importazioni, con una maggiore attenzione nella scelta dei riproduttori (i test per molte tare esistono: facciamoli!) e perché no? Con una piccola modifica dello standard che prescriva un'ossatura non più "leggerissima" ma SOLIDA, oltre a una maggiore tolleranza nei confronti del bianco, in modo da poter utilizzare in riproduzione anche cani portatori appunto di bianco e di conseguenza allargare il pool genetico.

torna su

LO STANDARD FCI

Paese d'origine: Italia
Utilizzazione: Cane da corsa.
Classificazione F.C.I.: Gruppo X : Levrieri
Brevi cenni storici: Il piccolo levriero italiano discende dai levrieri di minor taglia presenti, già nell'antico Egitto nelle corti Faraoniche. Attraverso la Laconia (Grecia), dove le raffigurazioni in molti vasi e crateri che danno ampia testimonianza, è giunto in Italia sin dal V secolo avanti Cristo, il suo maggior sviluppo risale al Rinascimento, nelle corti dei nobili, e non è raro trovarlo rappresentato nei dipinti dei più grandi Maestri italiani e stranieri.
Aspetto generale del cane: Dolicomorfo, il suo tronco sta nel quadrato e le sue forme ricordano in miniatura quelle del Greyhound e dello Sloughi. Può essere definito un modello di grazia e distinzione.
Proporzioni importanti: Altezza al garrese: Minima 32 massima 38 cm. Peso massimo 5 kg. La lunghezza della testa può raggiungere il 40% dell'altezza al garrese.
Comportamento e carattere: Riservato, affettuoso, docile.
Testa: Dolicocefala, la sua lunghezza può raggiungere il 40% dell'altezza al garrese.
1. Regione cranica
Cranio piatto con assi cranio-facciali tra loro paralleli. La lunghezza del cranio è pari alla metà della lunghezza totale della testa. Regione sottorbitale con buon cesello.
Stop: Depressione naso-frontale pochissimo marcata.
2. Regione facciale
Tartufo: Con narici ben aperte e pigmentazione scura, di preferenza nera. Muso: appuntito con margini labiali ben pigmentati in scuro, labbra sottili e aderenti alla mascella.
Mascella: Allungata, con incisivi formanti corona, robusta in rapporto alla taglia.
Guance: Asciutte.
Denti: Sani e completi con impianto perpendicolare alle mascelle; chiusura degli incisivi a forbice.
Occhi: Grandi, espressivi, con bulbo ne infossato ne sporgente. Iride scura. Margini palpebrali pigmentati.
Orecchio: Inserito ben in alto, piccolo con cartilagini sottili. E' piegato su se stesso e portato indietro sulla nuca e sulla parte posteriore del collo. In attenzione la prima parte viene eretta e la parte superiore tenuta lateralmente in senso orizzontale "a tetto".
Collo
Profilo: Superiormente leggermente arcuato con inserzione brusca al garrese.
Lunghezza: Pari a quella della testa.
Forma: Troncoconica. Muscolosa.
Pelle: Asciutta e priva di giogaia.
Tronco: La sua lunghezza è pari o appena inferiore all'altezza al garrese.
Linea superiore: Retta con regione dorso-lombare arcuata. L'arco lombare si fonde armonicamente con la linea della groppa.
Garrese: Abbastanza pronunciato.
Dorso: Retto, ben muscoloso con torace disceso sino ai gomiti e profondo.
Groppa: Molto scoscesa, larga e muscolosa.
Petto: Stretto.
Coda: Inserita in basso, fine anche alla radice va affusolandosi fino alla punta. E' portata bassa e rettilinea nella sua prima metà per poi ricurvarsi nella sua seconda. Fatta passare tra gli arti posteriori e tirata in alto verso l'anca deve sorpassarla di poco. Il suo pelo è raso.
Arti
1. Arti anteriori
Nell'insieme: bene in appiombo con muscolatura asciutta.
Spalla: Poco obliqua con muscoli ben sviluppati, netti e salienti.
Braccio: Con angolo scapolo-omerale molto aperto e con direzione parallela al piano mediano del corpo.
Gomiti: Né sporgenti né rientranti.
Avambraccio: L'altezza da terra al gomito è di poco maggiore dell'altezza al garrese, ossatura leggerissima in perfetta posizione verticale sia di fronte che di profilo.
Metacarpo: Segue la linea verticale dell'avambraccio ed è alquanto flesso se visto di profilo.
Piede: Di forma quasi ovale, piccolo con dita arcuate e unite tra loro. Cuscinetti plantari pigmentati. Unghie nere o scure in rapporto al colore del manto e al bianco al piede che è tollerato.
2. Arti posteriori
Nell'insieme: in appiombo se visti da dietro.
Coscia: Lunga, asciutta e non voluminosa con muscoli nettamente divisi tra loro.
Gamba: Molto inclinata con ossatura fine e con canale gambale ben evidente.
Garretto e metatarso: Si trovano sulla verticale del prolungamento della linea delle natiche.
Piede: Meno ovale dell'anteriore con dita arcuate e unite tra loro, cuscinetti plantari e unghie ben pigmentate come gli anteriori.
Andature: Elastica, armonica e non steppante. Galoppo veloce e scattante.
Pelle: Sottile e ben aderente in ogni regione del corpo ad eccezione dei gomiti dove è leggermente rilassata.
Mantello
1. Pelo: Raso e fine in ogni regione del corpo senza il minimo accenno di frangiatura.
2. Colore: Unicolore, nero, grigio, ardesia e isabella in tutte le gradazioni. Il bianco è tollerato solo al petto e ai piedi.
Taglia e peso
Altezza al garrese: Maschi e femmine da 32 a 38 cm.
Peso: Maschi e femmine massimo 5 kg.
I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.
Difetti
Ogni deviazione delle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce un difetto, che deve essere penalizzato nel giudizio in rapporto alla sua gravità ed alla sua diffusione, così come l'ambio continuato e l'andatura steppante o arpeggiante.
1. Difetti eliminatori
Convergenza o divergenza accentuata degli assi cranio-facciali, tartufo depigmentato, anche solo per metà, canna nasale concava o convessa, speroni, coda rivoltata sul dorso, mantello pluricolore, presenza di bianco oltre che nelle parti indicate dallo standard. Altezza, sia nei maschi che nelle femmine, inferiore ai 32 cm. o superiore ai 38.
2. Difetti da squalifica
Enognatismo, prognatismo, monorchidismo, criptorchidismo, sviluppo incompleto di uno o di tutti e due i testicoli, occhio gazzuolo, depigmentazione totale degli orli palpebrali, anurismo o brachiurismo tanto congeniti quanto artificiali.

torna su

STANDARD A CONFRONTO

Esistono ben quattro standard che descrivono il Piccolo Levriero Italiano: oltre ovviamente allo standard FCI (adottato in Europa ma anche in Sud America e Giappone), ci sono infatti gli standard inglese (il più antico), quello americano e quello canadese (Sud Africa e Australia seguono lo standard inglese).
Tutti e quattro gli standard descrivono sostanzialmente lo stesso cane: le differenze maggiori le ritroviamo per quel che riguarda taglia, movimento e colore.
Innanzitutto sulla taglia: lo standard FCI recita: "Altezza al garrese: maschi e femmine da 32 a 38 cm. Peso: maschi e femmine massimo 5 kg." (Un'altezza, sia nei maschi che nelle femmine, inferiore ai 32 cm o superiore ai 38 rientra tra i difetti eliminatori).
A puro titolo informativo, lo standard in vigore negli anni '50 a proposito della taglia diceva:
"Altezza massima al garrese per i maschi 38 cm e per le femmine 36 cm. Su un soggetto perfetto si può ammettere lo scarto di un cm in più, ma la massima altezza non deve mai toccare i 40 cm e i soggetti molto piccoli non devono mostrare segni di nanismo patologico (occhi sporgenti, cranio rotondo, etc.) e non devono avere gli arti corti.
Peso: non oltre i 5 kg."

Mentre lo standard precedente (pubblicato su "Rassegna Cinofila" del 1933):
"In genere è preferibile il soggetto più piccolo, a parità di punti. Peso inferiore ai 3,5 kg. Altezza al garrese inferiore ai 36 cm."
Lo standard del Kennel Club inglese dice invece: "Altezza ideale: 32-38 cm al garrese. Peso ideale 3,6-4,5 kg. Sono soprattutto essenziali tipo ed eleganza".
Per lo standard dell'American Kennel Club: "Altezza al garrese ideale tra 13 e 15 pollici (33-38 cm)."
Infine lo standard canadese: "Altezza 13-15 pollici (33-38 cm); qualsiasi deviazione da questi limiti deve essere considerata un grave difetto."
Oserei dire che già qui ci troviamo davanti a due differenti "visioni del mondo"!!
Per FCI e CKC (il Kennel Club canadese) una deviazione dai limiti imposti dallo standard è un grave difetto (addirittura eliminatorio per l'FCI); per KC e AKC l'altezza ideale è compresa tra i 32-33 e i 38 cm, ma la taglia non è un fattore primario nella valutazione complessiva del cane.
In realtà poi, davanti a un cane tipico e corretto, alcuni giudici chiudono un occhio se il cane in questione è un filo fuori taglia (diciamo sui 39 cm), cosa a mio parere sensata, dal momento che - come disse una volta una mia cara amica - "alleviamo cani, non bulloni!!".
Tra l'altro, lo stesso club di razza ha suggerito la tolleranza di un cm in più sulla taglia.
Il secondo punto è quello che riguarda il movimento.
Lo standard FCI dice: andatura "elastica, armonica e non steppante. Galoppo veloce e scattante." (L'ambio continuato e l'andatura steppante o arpeggiante devono essere penalizzati).
Gli standard inglese, statunitense e canadese invece dicono tutti e tre alla voce "Movimento": "high stepping and free action", precisando inoltre (l'inglese e lo statunitense) che gli arti anteriori e posteriori devono muovere in linea retta (quello inglese specifica anche con la giusta spinta del posteriore). Lo standard canadese è a questo riguardo più particolareggiato, dicendo (traduco un po' liberamente...):
"Il movimento del PLI è la sua caratteristica più distintiva. L'arto anteriore è sollevato quasi parallelo al terreno in un movimento fluido che si distende in avanti, con una buona flessione del metacarpo; a questo deve corrispondere una buona spinta degli arti posteriori. Il movimento deve procedere in linea retta, senza incrociare né davanti né dietro. L'azione non dovrebbe mai essere irregolare, ma deve apparire elegantemente sciolta; soprattutto, il movimento deve essere efficace. Un movimento tipo cavallo hackney, con un "lift" (rilevamento degli anteriori) esagerato, o al contrario un movimento radente, con lift insufficiente, sono difetti gravi".
La voce "movimento" dello standard FCI è stata una di quelle voci dello standard che sono state riviste nel corso degli anni.
Sullo standard degli anni '50 leggo:
"Alto sulle gambe, slanciato, il PLI ha in movimento una graziosa andatura cadenzata e saltellante."
E lo standard del '33 a questo proposito era sostanzialmente identico:
"Alto sulle gambe, svelto e vivace, il PLI ha in modo marcato un'andatura cadenzata saltellante."
A questo proposito penso sia conveniente prendere in prestito le parole del noto giudice specialista B.ne Piero Renai della Rena, che dice:
Nel 1984, nell'ambito della Commissione dei Levrieri della F.C.I. sorgeva il "caso" Piccolo Levriero Italiano. Eccone la storia: nel giugno dell'anno precedente, con circolare n. 2979, il Consiglio Direttivo dell'ENCI, su proposta del Comitato Tecnico dei Circolo del PLI, e sentito il parere del Comitato Giudici, aveva deliberato la modifica dello standard ufficiale in due punti, entrambi relativi all'andatura. Fino al giugno 1983 lo standard ufficiale precisava alla voce "Andatura": Elegante, saltellante. Su questo aggettivo "saltellante", di difficile traduzione ed interpretazione, si erano fatte relazioni e congetture; in Germania per esempio si riteneva che al trotto il PLI si muovesse a "passo di danza"; in Francia si pensava ad una azione degli anteriori fortemente rilevata tanto da ricordare quella di un cavallo Hackney; in Olanda ai movimenti di un cavallo Lipizzano della Scuola Spagnola; e così via; ed ovunque si era allevato, selezionato e giudicato secondo tali concetti. Forse a nessuno era venuto in mente che un levriero deve muoversi come un levriero. Bisogna tuttavia riconoscere che quel "saltellante" era il responsabile vero di questa strana deviazione. Fu dunque assai opportuna la delibera consiliare che sostituiva "saltellante" con: "leggera, elastica ed armonica". L'altra modifica (e questa non felice) era: "Andatura steppante e arpeggiante, difetto non grave". Ho detto non felice in quanto non escludeva in modo perentorio il concetto di saltellante. Comunque le proteste di alcuni paesi federati della FCI si fecero sentire; si sosteneva che è la costruzione stessa dei PLI che comporta un'andatura saltellante, che esigendo un passo più radente si snaturava il Tipo di razza e si sconfinava in un tipo di cane simile ad un piccolo Whippet. Inoltre si obiettava che quei paesi avevano sempre allevato seguendo lo standard Italiano, e che questo brusco cambiamento avrebbe messo in crisi tutta la produzione del Nord Europa.
Alla fine, dopo uno scambio di corrispondenza e di argomentazioni a non finire, siamo riusciti ad imporre il punto di vista che considera determinante ai fini del giudizio i seguenti punti:
Andatura: Elastica, armonica.
Difetti gravi: Andatura steppante ed arpeggiante.
La gravità di quel "saltellante" consisteva nel fatto di dare della razza un'immagine distorta che associata a quella della fragilità, finiva col raffigurare qualcosa che con il Levriero Italiano non aveva nulla da spartire: quella di un piccolo essere tremante e freddoloso che si muoveva arrancando, incrociando, steppando e cercando di compensare la strettezza dell'anteriore con un posteriore allargato oltre misura. Insomma, un vero disastro. [...]
Il movimento è aggraziato, con la testa portata superbamente; gli anteriori sono più rilevati che nel Whippet (conseguenza della posizione del collo; come del resto avviene per Sloughi e Saluki) ma coprono terreno con perfetta efficienza di azione, senza saltellamenti, senza quell'eccessiva flessione del metacarpo che taluno può prendere per graziosaggine e che è invece solo un movimento inutile e quindi indesiderabile.

Insomma, il PLI è un levriero e deve muovere come tale (deve sia essere elegante che coprire terreno!); tuttavia io personalmente ho trovato difficile immaginare, dalle parole dello standard FCI, come DAVVERO debba muovere un PLI, soprattutto perché la maggior parte delle razze canine è caratterizzata da un'andatura elastica e armonica (insomma, non sono molti gli standard che dicono: "movimento spezzato e irregolare"!!!), mentre il movimento del PLI è davvero MOLTO particolare.
Devo dire che a questo proposito, è stato molto interessante per me seguire il seminario tenutosi lo scorso luglio al Castello del Calcione in occasione del raduno per il cinquantenario del club di razza, il Circolo del Piccolo Levriero Italiano, dove, presenti praticamente tutti i maggiori allevatori italiani ed europei e alcuni noti giudici specialisti, si è concordato sul fatto che integrare l'attuale descrizione dell'andatura (e cioè "armonica, elastica e non steppante") con la dicitura "movimento rilevato nell'anteriore e coprente terreno" renda il nostro standard più chiaro e più completo.
In sostanza: un PLI in movimento deve rilevare i metacarpi e fletterli, ma senza esagerazione; soprattutto, il metacarpo non deve salire oltre la linea del gomito, che è quello che noi intendiamo per "movimento steppante", dispersivo e non funzionale, che non è da confondersi con l'high stepping degli standard inglese e americani. Ovviamente al movimento così particolare dell'anteriore deve fare da contraltare una buona spinta del posteriore, in modo da avere una buona copertura del terreno.
Un movimento in cui il metacarpo viene rilevato ma senza essere flesso (il cosiddetto "passo dell'oca", o "goosestepping"), oppure un movimento radente tipo Whippet, sono ugualmente movimenti non tipici.
Vorrei qui tornare un attimo sull' espressione high stepping e fare una piccola precisazione: molto spesso si traduce questa espressione con "andatura steppante", per cui apparentemente, confrontando i vari standard, sembrerebbe che in Gran Bretagna e America sia un pregio ciò che per noi è un difetto; in realtà l'espressione "high stepping" andrebbe tradotta con "movimento rilevato dell'anteriore"; ciò che noi chiamiamo andatura "steppante" per un allevatore americano è il cosiddetto "too exaggerated lift".
Il punto di maggiore scontro degli standard FCI e inglese/statunitense/canadese è tuttavia il colore: a questo proposito, fiumi di inchiostro sono stati versati, per quella che è forse la diatriba che maggiormente accende gli animi degli appassionati di PLI.
A proposito del colore, lo standard FCI dice: "Unicolore, nero, grigio, ardesia e isabella in tutte le gradazioni. Il bianco è tollerato solo al petto e ai piedi." (Mantello pluricolore e presenza di bianco oltre che nelle parti indicate dallo standard rientrano tra i difetti eliminatori).
Lo standard inglese: "nero, blu, crema, isabella, rosso, bianco o uno di questi colori con bianco. I cani bianchi devono avere macchie di uno di questi colori. Il blu e il nero focati, o il tigrato non sono accettabili."
Lo standard AKC: "qualsiasi colore e pezzatura sono accettabili, eccettuati il tigrato e le focature, che comportano la squalifica."
Infine, lo standard CKC: "bianco, isabella, crema, blu, grigio, nero, rosso, cioccolato, bronzo, blue fawn (isabella con la pigmentazione blu - NdA), red fawn (rosso molto chiaro senza essere diluito), in tutte le loro gradazioni, sia solidi che pezzati. E' ammessa la maschera.".
Interessante anche confrontare l'attuale standard FCI sia con quello degli anni '50 che con il precedente.
Quello degli anni '50 alla voce "Manto" diceva:
"Con pelo raso eguale su tutto il corpo, lucido e al tatto come di seta. Unicolore nero, grigio e fulvo (non isabella - NdA) in tutte le gradazioni. Tollerato il bianco al petto e alle estremità (un dubbio: ma per estremità si intendeva anche la punta della coda? NdA). I mantelli tigrati e pezzati non sono ammessi."
La stessa Marchesa Incontri scrisse: "Lo standard vuole mantello unito, però in base alla iconografia qui documentata dove in varie epoche si vedono piccoli levrieri con mantello pezzato, posso perfettamente comprendere perché molti allevamenti stranieri vorrebbero fosse preso in considerazione il mantello bianco pezzato - sempre escludendo qualunque tendenza all'albinismo." (cfr "Il Piccolo Levriero Italiano nella storia e nell'arte", Maria Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa, editrice Sansone, 1956)
Invece nello standard precedente si legge:
"Mantello e pelo: pelle fine e morbida, quasi diafana. Pelo raso, lucido, setaceo, dolce al tatto, eguale in ogni parte del corpo. Colori: unicolore nero, fulvo in tutte le sue gradazioni (preferito quello dorato), piombo, grigio ardesia (topo). Tollerato il bianco al petto ed alle estremità, il carbonato al dorso ed al muso. Proscritti i mantelli tigrati o comunque pezzati."
Tra i difetti rientrano poi per entrambi gli standard, "mantello impuro e tendenza all'albinismo nei suoi diversi aspetti".
Innanzitutto, due parole sull'isabella: da un punto di vista genetico, l'isabella è la diluizione del rosso, colore che nello standard non è neppure citato: non so perché sia stata cambiata, ma a mio modestissimo parere, la dicitura dello standard precedente, "fulvo in tutte le sue gradazioni (preferito quello dorato)" era più adatta a descrivere il manto del PLI rispetto al termine "isabella", che è appunto un colore diluito, mentre la gamma delle "tonalità fulve" del PLI è davvero vastissima, dato che si parte dall'isabella chiaro per arrivare al rosso cervo, magari con carbonature e/o maschera nera: ora come ora tutti i cani che non sono neri o grigi vengono iscritti come "isabella", anche quelli che propriamente isabella non sono, non essendo diluiti.
Tuttavia, la "questione colore" nel PLI è legata al bianco e alla sua estensione: sappiamo dall'iconografia che i PLI con mantello pezzato ci sono praticamente sempre stati, anche se lo standard FCI richiede tassativamente l'unicolore.
(Nota tra parentesi! Nonostante io utilizzi qui il termine "pezzato" per indicare qualsiasi estensione del bianco oltre i limiti imposti dallo standard, per dovere di precisione devo specificare che a seconda dell'estensione, possiamo distinguere tra "irish marked", "wild irish" e "pied": nel caso dell'irish marked, il bianco si estende agli arti, al petto, al sottogola, alla pancia e talvolta al collo e alla punta della coda, ma comunque non è mai predominante; la parola "pied" sta a indicare il pezzato vero e proprio, in cui il bianco è predominante; il wild irish è, dal punto di vista dell'estensione del bianco, una sorta di via di mezzo tra irish e pied).
C'è da dire che ancora negli anni '50-'60 la nascita di cuccioli pezzati in Europa non era certo rara: ci sono tantissimi esempi di cani pezzati (o comunque portatori di bianco, avendo dato figli pezzati) nati nel Vecchio Continente, che sono stati esportati in Inghilterra o negli Stati Uniti, diventando spesso importanti capostipiti: a iniziare dal grandissimo Orson von Bayerischen Meer, cane blu e bianco, nato in Germania nel 1955 ed esportato negli States, che troviamo oggi nel pedigree della quasi totalità dei cani americani, per continuare con un altro capostipite dell'allevamento americano, il campione internazionale e americano Ulisse di Peltrengo of Winterlea, cane italiano rosso e bianco nato nel 1955 ed esportato dapprima in Scozia e poi negli USA: Ulisse ha prodotto in Inghilterra svariati campioni, tra cui i più importanti sono senza ombra di dubbio Noways Matthew e i fratelli pieni Winterlea Piero e Berinshill Winterlea Lolita, tutti e tre nati nel '57, gli ultimi due da un'altra cagna italiana, Valeria di Peltrengo.
Negli USA Ulisse ha lasciato venti figli (tra cui gli importanti stalloni Lyonhil's Mark The Whip e Monfret Mercury): i suoi discendenti, appena cinque generazioni dopo, erano ben 3300: un numero considerevole, soprattutto in rapporto all'esiguo numero di cani allevati in quegli anni!
Winterlea Piero (cane fulvo e bianco) è stato a sua volta esportato negli States, dove ha prodotto, tra gli altri, la campionessa Flaminia of Alpine, cagna rossa e bianca, primo PLI a vincere un BIS negli USA (la madre di Flaminia era, guarda caso, la cagna tedesca Xena von Bayerischen Meer).

Orson von Bayerischen Meer

Parents

GrandParents

G-GrandParents

G-G-GParents

Golo von der Porta Westfalica
(Sire)

Erno von der Bojaria

Husch von der Wilstermarsch

Blitzli von der Windschnur

Alice von der Wilstermarsch

Bessy von der Bojaria

Husch von der Wilstermarsch

Graciosa Springinsfeld

Geisha von der Porta Westfalica

Erno von der Bojaria

Husch von der Wilstermarsch

Bessy von der Bojaria

Dieta von der Bojaria

Varus Springinsfeld

Hebe Springinsfeld

Alfa von Bayerischen Meer
(Dam)

Golo von der Porta Westfalica

Erno von der Bojaria

Husch von der Wilstermarsch

Bessy von der Bojaria

Geisha von der Porta Westfalica

Erno von der Bojaria

Dieta von der Bojaria

Edda von der Porta Westfalica

Erno von der Bojaria

Husch von der Wilstermarsch

Bessy von der Bojaria

Wanda vom Heinbrand

Svet vom Heinbrand

Ussi vom Heinbrand

Ulisse di Peltrengo of Winterlea

Parents

GrandParents

G-GrandParents

G-G-GParents

Simba Springinsfeld
(Sire)

Jolly Springinsfeld

Eros Springinsfeld

Cheri Springinsfeld

Anmut Springinsfeld

Daisy von Gastuna

Beryll Springinsfeld

Cilly von der Alck

Kosi von Erlengrund

Ary von der Schoenen Aussicht

Volker vom Heinbrand

Biche (Ullrich)

Warte vom Heinbrand

Svet vom Heinbrand

Ussi vom Heinbrand

Ombretta di Peltrengo
(Dam)

Earl von Bayerischen Meer

Dandie vom Haus Gesemann

Cito vom Haus Gesemann

Bianka vom Haus Gesemann

Arabella Savelli

Lios Arco

Kosi von Erlengrund

Lula II di Peltrengo

Picci di Peltrengo

Lello di Peltrengo

Lula di Peltrengo

Fly von Gastuna

Cheri Springinsfeld

Cilly von der Alck

Winterlea Piero & Berinshill Winterlea Lolita

Parents

GrandParents

G-GrandParents

G-G-GParents

Ulisse di Peltrengo Of Winterlea
(Sire)

Simba Springinsfeld

Jolly Springinsfeld

Eros Springinsfeld

Daisy von Gastuna

Kosi von Erlengrund

Ary von der Schoenen Aussicht

Warte vom Heinbrand

Ombretta di Peltrengo

Earl von Bayerischen Meer

Dandie vom Haus Gesemann

Arabella Savelli

Lula II di Peltrengo

Picci di Peltrengo

Fly von Gastuna

Valeria di Peltrengo
(Dam)

King Springinsfeld

Beryll Springinsfeld

Lento de la Coterel

Libelle Springinsfeld

Charis Springinsfeld

Helios Springinsfeld

Ladola de la Coterel

Ornella di Peltrengo

Earl von Bayerischen Meer

Dandie vom Haus Gesemann

Arabella Savelli

Lula II di Peltrengo

Picci di Peltrengo

Fly von Gastuna

Flaminia of Alpine

Parents

GrandParents

G-GrandParents

G-G-GParents

Winterlea Piero
(Sire)

Ulisse di Peltrengo Of Winterlea

Simba Springinsfeld

Jolly Springinsfeld

Kosi von Erlengrund

Ombretta di Peltrengo

Earl von Bayerischen Meer

Lula II di Peltrengo

Valeria di Peltrengo

King Springinsfeld

Beryll Springinsfeld

Charis Springinsfeld

Ornella di Peltrengo

Earl von Bayerischen Meer

Lula II di Peltrengo

Xena von Bayerischen Meer
(Dam)

Labambi von Bayerischen Meer

Golo von der Porta Westfalica

Erno von der Bojaria

Geisha von der Porta Westfalica

Alfa von Bayerischen Meer

Golo von der Porta Westfalica

Edda von der Porta Westfalica

Arabella Savelli

Lios Arco

Petit de la Crahe'

Nixe vom Heinbrand

Kosi von Erlengrund

Ary von der Schoenen Aussicht

Warte vom Heinbrand

Oggi come oggi in Europa, dopo più di sessant'anni di selezione tesa a eliminare il bianco, la nascita di cuccioli pezzati è meno frequente che in passato, pur non essendo un evento "eccezionale": segno questo che, nonostante tutto, il bianco continua a "serpeggiare" anche nelle linee europee.
Da diverso tempo si parla di estendere il bianco ammesso nello standard, soprattutto per dare la possibilità agli allevatori di rinsanguare con cani d'Oltre Manica e d'Oltre Oceano. Io personalmente, nonostante da un punto di vista puramente estetico preferisca l'unicolore, ritengo che allo stato attuale delle cose, estendere il bianco sia non solo auspicabile ma addirittura NECESSARIO, proprio a causa di un pool genetico che sta diventando sempre più esiguo. But this is just my humble opinion!

torna su

"FREQUENTLY ASKED QUESTIONS"

Ovvero: tutto quello che avreste voluto sapere sul Piccolo Levriere Italiano e non avete mai osato chiedere!!!

Innanzitutto, il titolo è ovviamente scherzoso!!!! Infatti, la maggior parte delle persone che vede passare per strada un PLI, non è nemmeno conscia dell'esistenza di questa razza, per cui mi tocca rispondere alle domande più strane (e spesso fantasiose!) sulla mia stellina e sulla razza a cui appartiene.
Cito subito quelli per cui la razza non è importante: ciò che conta è la salute del cane! E infatti:
- Ma scusa, il cane sta bene?
- Ma gli dai da mangiare?
- Ma non ti vergogni ad affamare così questa povera bestia? Ma non lo vedi come sei grassa, perché la dieta non la fai tu, invece di farla fare al cane?!!! ( la volta ho rischiato una denuncia alla protezione animali!!)
Una vecchietta del mio vicinato, dopo avermi visto passare un paio di volte davanti a casa sua senza Imago:
- E il cagnolino, cos'è, morto?
- No, signora, è a casa! (io facevo gli scongiuri, Ima era con me da poche settimane...)
- Ah! Ma mangia?
- Si signora, certo che mangia! E' così magra perché è un cane da corsa!
- Ah! L'importante è che sia sano!

Le più divertenti tuttavia riguardano proprio la razza di Ima.
La più gettonata è:
- Scusa, è un pinscher??
Anche se a volte esordiscono con un:
- Ma guarda un po', è uguale alla mia Titti, ma davvero!!!
- Ah, lei signora ha un levriere italiano?
- Ma perché, questo è un levriere?! Non è un pinscher?!
Oppure:
- Ma cos'è, un pinscher che sta male? Sai, la vedo un po' magra... ( e qui si torna alla salute...)

E poi un'altra domanda classica:
- E' un chihuahua?
Oppure:
- Un cirneco? (e questa ci può anche stare, dopotutto son graioidi tutti e due...)
- Un bracchetto? (eufemismo per dire bastardino!)
C'è tuttavia chi riconosce il levriere:
- E' un levriere afgano?
- Mah, mi sembra un levriere... Cos'è, un levriere nano???

Ma le "perle" sono state:
- E' un ALANO TEDESCO? (????!!!!!!!!!!). Vabbé, Imago era dentro il trasportino, il tizio la vedeva blu e pensava fosse un cucciolo di alano... Ma perdiamine, comunque non bisogna essere dei grossi esperti per capire che dentro a quel trasportino un alano non ci entra più già a 30 giorni di vita!!!)
- E' un WEIMARANER? (Questa è la mia preferita: non solo perché il Weimar è un cane di taglia medio-grande, piuttosto grosso e robusto, che col PLI può condividere solo il colore del mantello. La cosa che più mi ha stupito è che il Weimar è molto più raro del PLI! Insomma, per sapere soltanto che il Weimar ESISTE, bisogna interessarsi di cinofilia, non semplicemente chiedere di che razza sono i cani che si incontrano per strada! E quello che mi son chiesta io è: ma perdinci, sei a conoscenza DELL'ESISTENZA del Weimar e non conosci che per lo meno ESISTE una razza che si chiama Piccolo Levriere Italiano, che è una razza antica, è una razza italiana, è una razza ritratta in mille dipinti, è persino finita sulle riviste di moda grazie a Trussardi... MAH!!!).

Ovviamente mi sono dimenticata i "complimenti" che spesso ricevo:
- Puh, che schifo, ma quello è un cane o un coniglio?
- AAAAHH!!! Un TOPO!!!! (e la mia amica a momenti scappava da casa mia a gambe levate, al punto che sono stata costretta a rinchiudere il cane "perché davvero, Ester, sembra un topo, lo sai quanto mi facciano schifo, i topi!")
- Ehi mamma, guarda, il Piccolo Aiutante di Babbo Natale! (l'hanno detto in molti, tuttavia pare che il cane dei Simpson sia in realtà un Greyhound!)
- IIIIHHH!!! Arrazz'e cosa leggia!!!! (che tradotto dal sardo, letteralmente significa: "che razza di cosa brutta"!!).

Poi ovviamente molti mi chiedono se è un cane delicato, se è pauroso, se soffre il freddo (SI!!), etc. etc., oltre ovviamente alle persone che esclamano:
- Ma perché, non è un cane "da salotto"?
E se c'è una cosa che mi fa imbestialire, è quella di considerarlo un cane puramente da compagnia! Certo che è un cane da compagnia, ma come lo è un setter, un bracco, un siberian! Cani che sono degli ottimi compagni, ma di cui non bisogna mai dimenticarsi le attitudini, il lavoro per il quale sono stati selezionati!
Così considerare il PLI un cane "da salotto" (come molti lo definiscono), negargli le corse, l'inseguimento, le grandi distese d'erba - la libertà stessa - significa svilirlo, negare la sua storia e la sua stessa essenza... E renderlo un inutile gingillino, fragile e delicato (cosa che purtroppo, troppo spesso succede! E la causa di questo va cercata anche - ma forse soprattutto - nell'attuale selezione, mirata esclusivamente al ring).

torna su

IL CARATTERE

Certo, i levrieri sono cani "essenziali", in cui non c'è spazio per il superfluo...
Ritengo tuttavia che colui che ha meglio espresso la natura del levriere (non solo dell'italiano, ma di tutta la "famiglia") sia stato il giudice e allevatore Piero Renai della Rena:

"Ci sono molte differenze tra un impulsivo afgano, un indipendente saluki, un riflessivo wolfhound, un allegro whippet e un raffinato levriero italiano. Ma di tutti si può dire questo: sono tutto o nulla; o totalmente calmi o totalmente attivi; cani docili, contenti di starvi accanto, vicino al caminetto in quieta dignità e con regale portamento, dimostrandovi il loro affetto con lo sguardo o il timido contatto di una zampa (in realtà, il PLI è un po' più... appiccicoso, ma tant'è!! "N.d.R."); quasi una carezza; ma che repentinamente possono trasformarsi in un potente fascio di muscoli, tendini e nervi, con occhi scintillanti e zanne minacciose.
Sono cani che non si buttano via col primo venuto implorando carezze e offrendo sottomissione; la loro antica nobiltà e la loro fierezza li fanno agire con aristocratico riserbo.
Non cercano la rissa, ma non temono nulla; e certo non si fermano davanti ad alcuna asperità del terreno, ad alcuna selvaggina, ad alcun avversario. Richiedono una mano delicata perché non sono cani da tutti; ma ben trattati mostrano sorprendenti facoltà di apprendimento. Di solito sono cani dal temperamento equilibrato, senza isterismi, testardaggini, fobie, e totalmente privi di pericolose imprevedibilità.
Dunque cani sensibili, dolci, tranquilli, né timidi né paurosi né attaccabrighe, ma profondamente cacciatori, e il modo più idoneo a sviluppare armoniosamente tutte le attitudini psichiche presenti nel loro patrimonio genetico è, appunto, l'esercizio della caccia, o almeno del suo surrogato: la corsa a inseguimento.
E' nella caccia che un levriero esprime sé stesso ".

"Si definiscono normalmente i levrieri come cani velocissimi ma privi di resistenza. Mi sembra che i fatti non confermino la regola. Piuttosto che fare un'affermazione come questa, direi invece che il trotto è un'andatura che è più congeniale a un trottatore che a un galoppatore, anche se ciò non significa che un galoppatore non possa trottare e anche a lungo; che la specializzazione del levriero è il galoppo veloce e non il galoppo meno spinto; il che non significa che un levriero non possa sostenere per lungo tempo un buon galoppo da caccia. E' però vero che un galoppo a 60 Km all'ora non può essere mantenuto a lungo neppure da un levriero; che peraltro è il solo cane capace di svilupparlo".

"Ogni levriero, di qualunque razza esso sia, e sia esso uno splendido soggetto da esposizione o un più modesto cane da famiglia, dovrebbe almeno un paio di volte nella vita dimostrare di possedere quelle famose qualità naturali tipiche della razza (equilibrio psichico, sicurezza di sé, passione venatoria, avidità e velocità nell'inseguimento della preda, cioè il coniglio di pezza). Se manca di queste caratteristiche, vuol dire che avrete un cane. Ma non un levriero".

"I levrieri sono senza dubbio cani sensibili, ma ciò non implica che siano anche psichicamente fragili, quanto piuttosto che non sono cani per tutti, ma solo per chi abbia sufficiente sensibilità per comprenderli".

da "I Levrieri", di Piero Renai della Rena, Editoriale Olimpia

torna su

LE TARE EREDITARIE

Purtroppo, il Piccolo Levriere Italiano non è una razza sanissima, nel senso che il numero delle patologie congenite che affligge la razza è uno dei più alti in assoluto nell'intero panorama delle razze canine.
Si va da patologie che non creano alcun problema al cane (ma solo alla sua estetica) come l'alopecia da colore diluito, fino a patologie molto gravi come l'epilessia o il megaesofago.
Descriviamo dunque le patologie che maggiormente interessano la razza.
Impossibile dare una percentuale di incidenza delle singole patologie, visto che qui in Italia non esiste una statistica simile, e addirittura da più parti si sente dire che... NON CI SONO TARE!

Alopecia da colore diluito (CDA)
La CDA è legata ai mantelli dei cosiddetti colori "diluiti", vale a dire il blu (sarebbe la diluizione del nero) e l'isabella (diluizione del rosso). E' caratterizzata dalla perdita di peli (ovviamente nelle aree dove il mantello ha un colore diluito). Il pelo è normale alla nascita, e la sua perdita comincia solitamente tra i sei mesi e i tre anni di età, di solito lungo la linea dorsale (proprio in mezzo alla schiena!) e spesso si estende a testa, coda e arti. La perdita di pelo può essere totale o parziale e i peli rimanenti sono di solito radi e ruvidi e cadono facilmente. Normalmente l'alopecia non crea alcun disagio al cane, neppure un semplice prurito. E' tuttavia una tara piuttosto diffusa (e non è necessaria una statistica ufficiale per rendersene conto, basta frequentare qualche esposizione!)

Degenerazione vitrea (VD)
Il vitreo è la struttura fisica più grande del globo oculare. E' situato dentro il globo, appena dietro la lente ma davanti alla retina; ha una struttura gelatinosa ed è trasparente. Tutta la luce che entra nell'occhio e che arriva alla retina deve prima passare attraverso il vitreo. Questa struttura gelatinosa può degradare, diventando più fluida e opaca. Di solito questo processo è legato all'età e non arriva a livelli di "degenerazione" significativi, che possano cioè mettere a rischio la vista. Tuttavia nei PLI si riscontra un'insorgenza della malattia in giovane età (anche prima dei due anni). Non sono conosciuti né gli effetti a lungo termine, né le modalità di trasmissione del gene che determina la TARA. I cani affetti da VD possono essere utilizzati in riproduzione a discrezione dell'allevatore. Parlando con un medico veterinario, mi disse che TUTTI (vorrei sottolineare quel TUTTI) i PLI da lui visitati presentavano degenerazione vitrea. I soggetti in questione non erano imparentati tra di loro. A voi le conclusioni.

Epilessia
Il termine epilessia viene spesso utilizzato impropriamente per indicare qualsiasi manifestazione di tipo convulsivo. Una crisi epilettica può essere ricondotta a diverse cause scatenanti; nel caso dell'epilessia congenita , si manifesta una "propensione intrinseca del cervello alle convulsioni senza che intervenga alcuna causa nota" (cfr Andrea Spaterna - "Sindrome convulsiva ed epilessia nel cane e nel gatto"). Nonostante le modalità di trasmissione siano sconosciute, si è osservata una maggiore predisposizione alla malattia nei maschi; l'insorgenza può verificarsi nell'80% dei casi tra i sei mesi e i tre anni di età e si è riscontrata una maggiore incidenza in razze ad alto tasso di consanguineità.

Lussazione della rotula (Displasia del ginocchio)
La lussazione della rotula è una tara congenita, presente già alla nascita, nonostante nella maggior parte dei casi si evidenzi solo con la crescita. La rotula non rimane nella sua locazione, ma si sposta, causando la zoppia del cane, più o meno accentuata a seconda del grado di lussazione. Non si conosce la modalità esatta di trasmissione, ma l'incidenza nel PLI è notevole.

Necrosi della testa del femore (Legg Perthe's Disease - LPD)
Nel caso della necrosi della testa del femore, il sangue irrora la testa del femore, "deteriorandolo" e provocandone la necrosi (asettica). Il disturbo appare tipicamente tra i quattro e i dodici mesi di età. Maschi e femmine sono ugualmente affetti, e spesso il problema riguarda una sola anca. La modalità di trasmissione è difficile da determinare, ma sembra che si tratti di un gene autosomico recessivo a penetranza incompleta.

Atrofia progressiva della retina (PRA)
La PRA è una tara ereditaria frequente in molte razze canine. L'età dell'insorgenza della malattia varia a seconda della razza. I cani con la PRA perdono gradualmente la vista a causa delle degenerazione della retina. Non vi sono cure. Le modalità di trasmissione per il PLI non sono ancora chiare, ma sembra trattarsi di un gene recessivo semplice.

Megaesofago
E' una malattia che insorge quando l'esofago, la cui parete è composta da muscoli che spingono il cibo nello stomaco, perde il suo tono muscolare, e invece di mantenere l'aspetto di un "tubo", finisce per allargarsi in un condotto flaccido simile a una borsa. La maggior parte dei casi è di natura congenita e vengono probabilmente causati da una funzione nervosa inadeguata per uno sviluppo non corretto dell'innervazione dell'organo.

Ipotiroidismo
L'età dell'insorgenza della malattia può variare tra i due e i cinque anni di età. Il cane può apparire clinicamente normale per anni, finché non manifesta l'ipotiroidismo, magari in tarda età. Essendo dovuto alla presenza di autoanticorpi, poiché la maggior parte dei cani affetti presenta autoanticorpi fino ai quattro anni, si consiglia un test annuale fino a quell'età. Dopo i quattro anni, sarà sufficiente un solo altro test. Si ritiene che la trasmissione di questa tara sia determinata da un gene autosomico recessivo.

Morbo di Von Willebrand (vWD)
Come altri disturbi del sangue, il morbo di von Willebrand è caratterizzato da ematomi, zoppia intermittente (derivante da emorragie nelle articolazioni) e perdita di sangue dal naso. I cani affetti sono deficienti nell'attività del fattore VIII che regola la coagulazione del sangue. Esistono test del DNA per molte razze, ma non per il PLI. Per tali razze la modalità di trasmissione è determinata da un gene autosomico recessivo. Finché non esisterà un test per il morbo di von Willebrand anche per il PLI, si potrà solo determinare il cosiddetto "fattore di von Willebrand" (a percentuali maggiori corrisponde una minore percentuale di "affezione". Soggetti con percentuali del fattore di vW superiori al 120% si possono ritenere assolutamente sani).

Patent Ductus Arteriosus (PDA)
Grave malformazione cardiaca ereditaria, nelle femmine ha carattere recessivo, nei maschi è sempre dominante.

Fratture
Per ultime... Ma sono il grande problema di questa razza, oserei dire la sua "croce". Il 15-20% dei PLI è affetto da fratture: una percentuale altissima! Le fratture possono essere ricondotte a una sola causa: la generale FRAGILITA' OSSEA che caratterizza i nostri PLI, dovuta più che altro a un problema di "densità ossea". L'unica soluzione al problema, oltre a eliminare dalla riproduzione i soggetti che si sono fratturati in circostanze "sospette" e quelli che non si sono fratturati solo perché... fortunati! (in sostanza: i cani RACHITICI!) penso sia selezionare cani ROBUSTI e SOLIDI, che non necessariamente significa cani "pesanti"!!!

torna su

Articoli scritti da me:
- Il PLI su "Cani DOC"

Home Page | News | PLI | Cucciolate | Bionda | Gli altri cani | I gatti | Amici | "About me" | Le "FAQ" | Links | Photogallery | Guestbook