Storia delle
ricerche
Agli inizi del 1968 mentre si effettuavano lavori agricoli nella tenuta
della famiglia De Pompeis vennero alla luce frammenti ceramici
riconosciuti come appartenenti all’età protostorica. Ricerche più
estese rivelarono la esistenza di ulteriori affioramenti di materiale
archeologico, tanto da permettere una iniziale delimitazione dell’area
e un suo inquadramento come insediamento utilizzato a scopo abitativo
durante l’età dei metalli. La prima indagine archeologica sistematica
fu effettuata sul lato N-E del terrazzo in prossimità del suo ciglio;
lo scavo condotto da C. de Pompeis e G.B. Leopardi portò alla luce
resti attribuibili ad almeno tre strutture abitative (capanne 1-2-3).
Negli anni seguenti nuovi scavi furono condotti dall’Università di
Pisa.
Il nuovo
intervento di scavo
Nel maggio 2000, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza
Archeologica dell’Abruzzo, il Comune di Pescara, e il "Museo
delle Genti d’Abruzzo" di Pescara, è stato possibile riprendere
le ricerche archeologiche nel villaggio protostorico di Madonna degli
Angeli sotto la direzione di Vincenzo d’Ercole. Il nuovo saggio di
scavo, realizzato con il personale del Museo di Preistoria di Celano, è
stato aperto nei terreni dell’Azienda Agrituristica Madonna degli
Angeli, a circa un centinaio di metri ad est del casale principale.
Descrizione dello
scavo
Dopo l’asportazione dello strato superficiale di terreno di colore
scuro disturbato dai lavori agricoli moderni (il cui spessore variava, a
seconda dei punti, dai 40 ai 70 cm) sono cominciate ad emergere
complesse situazioni stratigrafiche a testimonianza di più fasi di
frequentazione (foto 1).
La prima evidenza strutturale apparsa al di sotto dell’arativo e
limitata alla sola area meridionale del saggio di scavo è rappresentata
da più livelli pavimentali (foto 3) sovrapposti consistenti in diversi
strati di concotto (ovvero terreno limoso-argilloso indurito dall’azione
del calore sprigionato dai focolari) che probabilmente dovevano
appartenere ad un livello pavimentale (US 6, 7 e 8), più volte
restaurato in antico, di una grossa abitazione di forma quadrangolare.
Le US 6, 7 e 8 (i livelli pavimentali) poggiavano su uno strato di
terreno scuro, quasi nero per il gran numero di carboni di legna
contenuto al suo interno, l’US 11, che si estendeva in orizzontale su
quasi tutta la superficie indagata. Lo scavo dell’US 11 ha comportato
lo smontaggio dei piani pavimentali suddetti (un lembo di essi è stato
prelevato mediante "strappo" (esposto nella mostra) e il
riconoscimento di ulteriori tracce antropiche: il suo spessore medio era
di circa 20 – 25 cm, e alla sua base sono stati individuati più punti
di fuoco consistenti in aree carboniose e in un vero e proprio focolare
di forma ellittica. Nello strato 32 è stato riconosciuto un
allineamento di buche di palo (del diametro di circa 30-35 cm per una
profondità media di circa 30 cm) scavate ad una distanza regolare: sono
queste le tracce di una ulteriore struttura abitativa più antica della
precedente. L’esistenza è, inoltre, avvalorata da un livello di
crollo (US 61), rinvenuto nel quadrato E 5 e formato da numerosi
frammenti di rivestimento parietale che, pur essendo piuttosto distante
dall’allineamento di pali, potrebbe costituire ciò che resta di una
seconda parete perimetrale Oltre alle evidenze strutturali descritte
vanno segnalati i cospicui rinvenimenti di materiale ceramico
attribuibile a stoviglie e utensili di uso domestico la cui natura
conferma, ulteriormente se mai fosse necessario, l’origine abitativa
del contesto indagato. Infatti, tra i numerosi reperti venuti alla luce
si segnalano frammenti di recipienti legati alla lavorazione del latte
quali i cosiddetti "coperchi di bollitoio", le fuseruole e i
pesi da telaio a testimonianza delle attività di filatura della lana;
fornelli e alari fittili legati alla cottura dei cibi e al focolare;
vasellame di diversa fattura e qualità che va dalle scodelle e tazze
destinate al consumo dei cibi fino alle olle usate per la cottura delle
vivande e, per finire, i grossi contenitori adoperati per la
conservazione delle derrate alimentari. Non mancano oggetti di curiosa
natura quali una sorta di disco con foro centrale interpretabile, per
ora, come peso da rete.
(s.c.) |
Foto 2: buche di palo
Foto 3: i battuti
Foto 1: veduta dello
scavo
Foto 4: olletta
con decorazione
plastica
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Bibliografia
Giovanni
Batttista Leopardi, Claudio de Pompeis, "Un villaggio dell'età
del Bronzo finale a Madonna degli Angeli di Tocco Casauria
(Pescara)", in Quaderni del Museo delle Tradizioni Popolari
Abruzzesi, n. 3. Pescara 1980.
Tiziana Fratini, La protostoria nella Valle del Pescara. 2. Bronzo
finale e prima età del Ferro, in Quaderni delle genti d'Abruzzo,
n. 25, Pescara 1997
Tiziana Fratini, La protostoria nella Valle del Pescara. 1. Bronzo
antico e Bronzo medio-recente, in Quaderni delle genti d'Abruzzo,
n. 24, Pescara 1997 |