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La storia In occasione degli scavi per la costruzione del viadotto Bussi-Roccasecca da parte della società Edison Gas, sono stati effettuati saggi di scavo preventivi in località Colle Santa Rosa valle, nel comune di San Benedetto in Perillis (AQ). L’area era già stata segnalata per il rinvenimento occasionale di materiale archeologico; l’apertura di numerose trincee nelle zone adiacenti il percorso previsto dalla linea del gasdotto ha permesso di identificare più evidenze archeologiche a testimonianza di una frequentazione dell’area almeno dagli inizi del II millennio a. C fino all’età storica. A quest’ultima sono da attribuire i resti strutturali, oltre che di cultura materiale, appartenuti ad un vicus (ovvero una villa rustica) e ad un tracciato stradale; il rinvenimento a poca distanza di un nucleo di sepolture dimostra che precedentemente l’area era stata destinata, invece, ad uso ben diverso. Le sepolture Le sepolture identificate, in numero complessivo di 7, sono inumazioni del tipo a "fossa" con copertura di lastre litiche; sulla base delle caratteristiche strutturali e per analogia dei materiali con altre sepolture note sono da collocare nell’ambito del VII sec. a.C.. Trattandosi di un numero piuttosto limitato viene da pensare ad un gruppo familiare: gli individui esaminati sotto l’aspetto antropologico, si sono rivelati essere quattro giovanissimi (tre bambini ed un adolescente che coprono la fascia di età tra 1 e 10-14 anni) e tre adulti tra cui una donna di età stimata tra 45-60 anni. Il costume funerario prevedeva la deposizione di oggetti personali generalmente indossati dal defunto e di più contenitori ceramici, secondo un costume che si delinea essere proprio dell’area aquilana gravitante sulla conca subequana. I vasi erano collocati nei pressi dei piedi del defunto ma anche presso la testa. Almeno in un caso, quello della tomba 3, due vasi di diversa forma e funzione sembravano essere stati messi in modo tale da sorreggere la testa; particolare riguardo veniva comunque usato per il capo del defunto in quanto mentre il corpo sembra essere stato adagiato direttamente sul terreno (nel corso dello scavo non si è notata nessuna traccia che potesse far pensare ad un contenitore ligneo o altro) il capo veniva sollevato su una pietra a modo di guanciale. I defunti di sesso maschile sono caratterizzati dalla presenza di armi in ferro (pugnale con fodero e lancia); l’uso di deporre le armi anche in sepolture di bambini rispecchia un costume diffuso in altre necropoli dell’Abruzzo interno già a partire dalla fine del I millennio a.C. e riveste un significato fortemente simbolico. (g.m.) |
Fig. 1: il tracciato stradale
Fig. 2: veduta del sito
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Bibliografia Gianfranco Mieli, "I reperti della necropoli di Colle Santa Rosa", in: Vincenzo d'Ercole, Roberta Cairoli (a cura di), "Archeologia in Abruzzo – Storia di un metanodotto tra industrie e cultura", Tarquinia (VT) 1997 |
Reperti associati |
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