(Studi preliminari) (AMP in Italia)
La pianificazione ha come obiettivo organizzare e coordinare gli interventi, definire i criteri, indicare le priorità di intervento. Nel caso delle Aree Protette Marine, ed in particolare di quelle italiane, bisogna considerare lelevato grado di antropizzazione della costa, per cui appare spesso difficile effettuare confronti con situazioni diverse. Tutti gli interventi finalizzati alla protezione dellambiente marino devono essere, quindi, inseriti in un contesto di azioni opportunamente programmate e coordinate tra loro, mirate alla gestione razionale ed integrata della fascia costiera. In pratica, devono essere elaborati programmi gestionali, i quali permettano la convivenza delle esigenze naturalistiche con quelle socioeconomiche, non per singole e sporadiche zone, ma per tutto lambiente costiero. Non ha molto senso, infatti, proteggere piccole aree, consentendo lalterazione di tutto il resto. Il Piano per la Difesa del Mare e delle Coste dallInquinamento, previsto dalla legge 979/82 e mai realizzato nella sua versione definitiva, nonostante lesecuzione di numerosi studi propedeutici, avrebbe proprio lo scopo di rispondere a queste esigenze.
Secondo Salm e Clark (1989), un programma di pianificazione di aree naturali protette dovrebbe prevedere, nellordine, le seguenti azioni:
la politica e la legislazione formalizzano la decisione del Governo di sviluppare il programma e di definirne gli obiettivi per la sua realizzazione, giungendo al Piano Generale del Sistema Nazionale delle Aree Protette. In seguito alla decisione politica di attuare un programma di tutela delle risorse in una data regione, vengono identificate le aree in base agli obiettivi prefissati, suffragati da studi tecnico-scientifici e guidati da un altrettanto rigoroso processo decisionale e procedimento amministrativo. Le zone oggetto di attenzione sono da identificarsi secondo logiche omogenee intorno a valori ben determinati: elementi biologici, ecologici e socioeconomici. Dopo lindividuazione e qualificazione di tali aree, si passa alla scelta e delimitazione definitiva della zona da proteggere; |
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la pianificazione preliminare interpreta la politica e la legislazione, organizza lo schema ed i tempi di azione, identifica le competenze necessarie e definisce gli obiettivi; |
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la pianificazione del sistema esamina gli obiettivi del programma e fornisce i criteri per identificare e scegliere i siti; |
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la pianificazione del sito fornisce il progetto iniziale, compresi la zonazione ed il piano preliminare di gestione per ogni area. Lo studio approfondito delle caratteristiche ambientali e lanalisi socioeconomica di ogni area permettono la preparazione dei piani di zonazione e lidentificazione delle necessità infrastrutturali e gestionali per listituzione dellarea protetta; |
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listituzione e la gestione sviluppano, amministrano ed attuano la conduzione e la crescita dellarea protetta. |
In condizioni ideali tale sequenza dovrebbe essere rispettata, ma, in realtà, ciò succede raramente poiché una di queste fasi viene spesso evitata o spostata rispetto allordine che abbiamo citato.
Considerata la realtà italiana, il processo di identificazione non potrà essere mirato solamente alle scelta di siti in cui non vi siano insediamenti o conflittualità di tipo socioeconomico, dovendosi prestare, invece, la massima attenzione a quegli interventi protettivi che valgono a limitare e controllare le attività umane aggressive delle risorse naturali in unarea particolare. La concreta pianificazione delle attività antropiche dovrà così giungere a risultati di protezione proprio in forza dello svolgimento regolato e controllato di tali attività.
E importante distinguere tra pianificazione e gestione di unarea. La pianificazione fornisce le basi per le decisioni relative allallocazione delle risorse, il disegno di zonazione ed un programma di gestione. La gestione, invece, indirizza le operazioni necessarie a soddisfare gli obiettivi del Piano di Gestione. Come suggerito dall I.U.C.N.(International Union for the Conservation of the Nature) (1984), questo Piano non deve essere considerato come la meta finale; lesperienza e le nuove conoscenze, così come gli errori di pianificazione, riveleranno nuovi argomenti per ulteriori risoluzioni. Sono molto importanti, quindi, quei meccanismi di feed-back che permettono di seguire nuove esigenze gestionali.
Sino ad ora, a livello internazionale, sono stati utilizzati vari criteri per la scelta dei siti in cui istituire Aree Protette Marine. Si possono citare, ad esempio, quelli adottati rispettivamente negli Stati Uniti ed in Giappone (Marini, 1986; Diviacco, 1992). In Italia non esiste una codificazione dei criteri di scelta dei siti, ma questi sono stati indicati nelle leggi 979/82 e 394/91. (Cartina Italia)
Secondo il Documento redatto dall I.U.C.N. (International Union for the Conservation of Nature) nel 1981, la scelta delle potenziali aree protette marine dovrebbe essere effettuata in modo sistematico, secondo precisi criteri scientifici, tenendo conto di tutti i molteplici fattori in gioco. Per giungere a ciò bisognerebbe:
identificare le aree critiche che possono richiedere particolari forme di protezione e tutela; |
|
applicare dei criteri per determinare quali tra tali aree necessitano maggiormente dello status di area protetta. |
Volendo entrare maggiormente nello specifico, possiamo rappresentare liter proposto dallI.U.C.N. come segue:
Il metodo proposto dall I.U.C.N., applicabile sia a scala locale che a quella nazionale, o perfino mediterranea, ha lo scopo di permettere lindividuazione di aree critiche dal punto di vista della conservazione delle risorse marine e costiere. I dati esistenti in bibliografia o presso Enti ed Istituzioni, nonché quelli raccolti mediante opportune indagini di campo, devono essere trattati in modo da essere facilmente utilizzati per lanalisi e la sintesi, sia in forma scritta, sia elaborati in carte tematiche.
Le indagini hanno lo scopo di:
identificare le aree critiche per la riproduzione, deposizione, nutrizione, sopravvivenza di specie economicamente importanti; |
|
identificare eventuali specie in pericolo ed importanti specie migratrici, fornendo informazioni sul loro ciclo biologico; |
|
compilare un elenco di habitat marini e costieri, comprendente struttura e composizione specifica. |
Al termine di tali attività si dovrebbe poter ottenere un elenco delle specie e degli habitat principali, secondo una scala di priorità, per poter stabilire la rappresentatività delle aree in studio.
2. Identificazione dei processi chimico-fisici ed ecologiciE importante conoscere i processi chimico-fisici ed ecologici, per identificare eventuali habitat critici. Lesame di tali processi può essere molto complesso, a causa della carenza di informazioni sulla dinamica degli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo. I risultati dell'identificazione dei processi ecologici sono fondamentali per conoscere lecologia e la distribuzione delle specie, al fine di poter intraprendere idonee misure di protezione. In altri termini, lidentificazione dei siti importanti dal punto di vista ecologico fornisce unindicazione di cosa gestire, mentre la conoscenza dei fenomeni e delle relazioni ecologiche coinvolte permette di indicarne le modalità.
3. Indicazione dei fattori socioeconomiciSebbene le situazioni ambientali critiche derivino in massima parte da attività socioeconomiche, queste ultime, nei limite del possibile, non dovrebbero essere eliminate allinterno di unarea protetta, bensì regolamentate e disciplinate, così da poter trarre beneficio dalla presenza del parco o della riserva. A tale scopo dovrebbero essere valutati i fattori socioeconomici in grado di influire sullambiente naturale dellarea in esame, sia mediante unadeguata conoscenza della situazione esistente, sia attraverso modelli che permettano di effettuare stime e valutazioni per il futuro. Tali indagini, che rientrano nel complesso degli studi interdisciplinari sulla fascia costiera, sono fondamentali per identificare potenziali conflittualità nelluso del territorio e delle risorse naturali, nonché eventuali effetti dannosi, anche cumulativi, delle attività umane sullambiente. Ci pare utile ricordare ancora una volta, a questo proposito, che spesso le azioni antropiche irrazionali sullambiente producono effetti negativi per la stessa economia, provocando, ad esempio, una riduzione delle presenze turistiche o una diminuzione del pescato.
4. Criteri di selezione delle areeTutti i dati raccolti devono poi essere opportunamente elaborati ed utilizzati per linquadramento ambientale e socioeconomico, visualizzati e resi disponibili mediante carte tematiche che possiedono una notevole capacità di sintesi e di comprensione anche da parte dei non addetti ai lavori e degli amministratori pubblici. Non è però sufficiente conoscere la situazione ambientale ed antropica, bisogna anche stabilire i criteri per selezionare le aree più meritevoli di tutela, secondo una scala di priorità. Per fare questo sono stati identificati diversi criteri, riuniti in alcune categorie (I.U.C.N., 1981; Salm e Clark, 1989), da applicare a tutte le aree meritevoli di tutela a livello nazionale, al fine di stabilire le priorità con cui operare nella fase successiva, cioè quella dellistituzione. Assegnando alle seguenti categorie opportuni valori numerici, in funzione dei risultati degli studi eseguiti da una equipe interdisciplinare di esperti nei vari settori, è possibile stilare una graduatoria utile per pianificare tali priorità di intervento.
Tali valori numerici sono:
1 punto: valore basso. Larea non è significativa per un determinato criterio o esistono esempi maggiormente validi in altre zone. |
|
2 punti: valore medio. Larea è importante ma non critica; esistono pochi esempi simili in altre zone. |
|
3 punti: valore alto. La zona presenta livelli di qualità molto elevati, rappresentando un esempio unico. |
Le categorie in cui sono stati suddivisi i criteri sono le seguenti:
Criteri operativi; considerano le azioni da compiere.
Urgenza: indica la priorità delle azioni di tutela da
intraprendere, prima che le peculiarità ambientali dellarea vengano minacciate o
modificate.
Opportunità: indica la possibilità di agire con nuovi interventi, laddove le
condizioni preesistenti lo consentano.
Facilità di protezione: rappresenta la capacità di proteggere unarea
senza difficoltà.
Difendibilità: è legata alla possibilità di protezione sulla base della
regolamentazione esistente.
Dimensioni: le aree devono essere grandi abbastanza per funzionare come unità
ecologiche.
Ripristinabilità: rappresenta il grado con cui larea può essere riportata
alla condizione naturale originaria.
Criteri ecologici; legati al valore naturalistico degli ecosistemi e delle specie.
Dipendenza: costituisce il grado con cui una specie dipende, per tutto o parte del proprio ciclo vitale, dal territorio compreso nellarea. Per esempio, la presenza di zone per la riproduzione, di sosta per la migrazione o aree dove sono presenti specie rare o minacciate.
Rappresentatività: indica il grado in cui larea è rappresentativa di un tipo di habitat o di particolari caratteristiche ecologiche. Habitat particolari, non protetti altrove, conferiranno un elevato valore alla zona.
Integrità naturale: misura il grado in cui larea non è disturbata o alterata dalle attività umane. Bisogna tener presente che ormai sono molto poche le aree non disturbate o modificate dalluomo, per cui è fondamentale considerare limportanza di recupero di alcune zone degradate.
Unicità: indica la presenza di specie rare o minacciate.
Diversità: rappresenta il grado di ricchezza di habitat, comunità o specie.
Autonomia: è legata alla possibilità, per unarea, di funzionare come entità ecologica autosufficiente, quindi con maggiore facilità di protezione.
Produttività: costituisce il livello con cui i processi produttivi dellarea contribuiscono al benessere delluomo ed alla sopravvivenza delle specie.
Vulnerabilità: misura la sensibilità dellarea ad impatti di tipo naturale ed antropico. Aree con comunità biotiche aventi ristretti limiti di tolleranza alle variazioni delle condizioni ambientali avranno una maggiore considerazione.
Criteri legati a ricerca, educazione ed addestramento.
Accessibilità: la facilità di accesso per attività di ricerca, educazione ed addestramento.
Area di riferimento: il grado in cui una zona può servire come "controllo" in senso scientifico, vale a dire come area intatta e non alterata, per poter valutare le modificazioni ecologiche che avvengono altrove.
Interesse scientifico.
Criteri legati a benefici economici e sociali.
Benefici e/o perdite economiche: indicano il grado in cui la protezione può arrecare benefici all'economia locale a breve e lungo termine.
Importanza delle attività di pesca.
Accettabilità sociale e conflitti di interessi: rappresenta il livello di sostegno delle popolazioni locali.
Salute pubblica: il grado in cui la protezione dell'area può contribuire a ridurre i problemi di salute legati all'inquinamento.
Ricreazione: la capacità di un'area di fornire opportunità di svago e di divertimento, legate alle sue caratteristiche naturali.
Turismo: possibilità di forme di turismo compatibili con le finalità di conservazione.
Criteri paesaggistici e culturali.
Proprietà paesaggistiche.
Proprietà culturali.
Volendo, per esempio, applicare questo metodo a degli ipotetici siti previsti dalla normativa nazionale, si potrebbero ottenere, in via puramente indicativa, i quadri esposti in tabella 1.
|
Sito 1 |
Sito 2 |
Sito 3 |
Sito 4 |
Criteri pratici |
||||
Urgenza |
3 |
2 |
2 |
2 |
Opportunità |
1 |
3 |
2 |
2 |
Facilità di protezione |
1 |
2 |
2 |
3 |
Difendibilità |
2 |
2 |
2 |
2 |
Accessibilità |
3 |
2 |
2 |
3 |
Ripristinabilità |
2 |
2 |
2 |
3 |
SUB- TOTALE |
12 |
13 |
12 |
15 |
Criteri ecologici |
||||
Dipendenza |
2 |
2 |
2 |
2 |
Naturalità |
2 |
2 |
2 |
2 |
Rappresentatività |
2 |
2 |
2 |
2 |
Unicità |
3 |
2 |
2 |
2 |
Diversità |
3 |
2 |
2 |
2 |
Autonomia |
3 |
3 |
2 |
2 |
Produttività |
2 |
2 |
2 |
2 |
SUB- TOTALE |
16 |
15 |
14 |
14 |
Criteri legati a ricerca, educazione ed addestramento |
||||
Accessibilità |
2 |
2 |
2 |
3 |
Area di riferimento |
2 |
2 |
2 |
2 |
Interesse scientifico |
3 |
3 |
3 |
2 |
SUB- TOTALE |
7 |
7 |
7 |
7 |
Criteri legati a benefici economici e sociali |
||||
Benefici economici |
2 |
3 |
2 |
2 |
Accettabilità sociale |
1 |
3 |
2 |
2 |
Salute pubblica |
2 |
2 |
2 |
2 |
Ricreazione |
3 |
3 |
2 |
2 |
Turismo |
3 |
3 |
2 |
2 |
SUB- TOTALE |
11 |
14 |
10 |
10 |
Criteri paesaggistici e culturali |
||||
Proprietà paesaggistiche |
3 |
3 |
2 |
2 |
Proprietà culturali |
3 |
3 |
2 |
2 |
SUB- TOTALE |
6 |
6 |
4 |
4 |
TOTALE |
52 |
55 |
47 |
50 |
L'esame della tabella evidenzia che il sito 2 ha ottenuto, in totale, il valore più alto, perciò su di esso dovrebbero essere concentrate le priorità di intervento. Anche il sito 1, d'altra parte, presentando un punteggio di poco inferiore, evidenzia un notevole interesse che, sulla base dell'urgenza e dei criteri ecologici, è addirittura maggiore di quello del sito 2: entrambi i siti sono quindi da considerarsi prioritari, ma il sito 1, caratterizzato da una scarsa accettabilità da parte delle comunità locali, richiederà un maggiore impegno e tempi più lunghi per il raggiungimento del consenso, mentre l'istituzione dell'area protetta nel sito 2 potrà avvenire in tempi più brevi.
Ancora un altro esempio dal puro carattere esemplificativo:
VALORE TURISTICO DEL PARCO X |
||||||
Sito |
Criterio |
|||||
|
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
TOTALE |
Sito A |
1 |
1 |
2 |
0 |
0.86 |
4.86 |
Sito B |
2 |
1 |
1 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Sito C |
2 |
1 |
1 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Sito D |
2 |
2 |
2 |
0 |
0.86 |
6.86 |
Sito E |
2 |
2 |
2 |
0 |
0.86 |
6.86 |
Sito F |
1 |
2 |
2 |
0 |
0.86 |
6.86 |
Sito G |
1 |
2 |
2 |
0 |
0.71 |
5.71 |
Sito H |
2 |
1 |
1 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Sito I |
2 |
2 |
1 |
1 |
0.71 |
6.71 |
Sito L |
2 |
1 |
1 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Criteri:
Estetica: varietà e ricchezza degli ambienti, limpidezza delle acque (Valore estetico: 0 = basso, 1 = medio, 2 = alto).
Sicurezza: scarsa influenza del moto ondoso o di correnti o altri fattori ambientali (Fattore di sicurezza: 0 = basso, 1 = medio, 2 = alto).
Accessibilità: distanza da infrastrutture turistiche (Punteggio di accessibilità: 0 = basso, 1 = medio, 2 = alto).
Livello di attività di pesca, stimato in base alla distanza da un porto con pescatori e dal numero di addetti (Livello di attività di pesca: 0 = alto, 1 = basso).
Valore turistico, calcolato come percentuale del punteggio massimo potenziale (= 7).
VALORE CONSERVAZIONISTICO DEL PARCO X |
|||||
Sito | Criterio |
||||
|
1 |
2 |
3 |
4 |
TOTALE |
Sito A |
3 |
0 |
1 |
0.57 |
4.57 |
Sito B |
4 |
1 |
1 |
0.86 |
6.86 |
Sito C |
5 |
1 |
1 |
071 |
7.71 |
Sito D |
2 |
0 |
1 |
0.43 |
3.43 |
Sito E |
4 |
0 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Sito F |
2 |
0 |
1 |
0.43 |
3.43 |
Sito G |
2 |
0 |
0 |
0.29 |
2.29 |
Sito H |
4 |
0 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Sito I |
2 |
0 |
1 |
0.43 |
3.43 |
Sito L |
4 |
0 |
1 |
0.71 |
5.71 |
Criteri:
Varietà di ambienti: valutazione delleterogeneità degli ambienti presenti, quali praterie di Posidonia oceanica, prati di Cymodocea nodosa, Coralligeno, ecc. (da 1 = varietà bassa a 5 = varietà estremamente alta).
Unicità: presenza di una biocenosi, comunità, ecc., non ritrovata in altre zone ( 0 = assente, 1 = presente).
Integrità: stima del livello di danneggiamento delle biocenosi, comunità, ecc., (0 = molto danneggiato, 1 = poco o per niente danneggiato).
Valore conservazionistico, calcolato come percentuale del punteggio massimo potenziale (= 7).
Sommando i punteggi per ciascun sito, ovvero lungo le righe, si ottiene:
VALORI TURISTICI E CONSERVAZIONISTICI DEL PARCO X |
|||
Sito |
Criterio |
||
|
Turistico |
Conservazionistico |
TOTALE |
Sito A |
4.86 |
4.57 |
9.40 |
Sito B |
5.71 |
6.86 |
12.60 |
Sito C |
5.71 |
7.71 |
13.40 |
Sito D |
6.86 |
3.43 |
10.30 |
Sito E |
6.86 |
5.71 |
12.60 |
Sito F |
5.71 |
3.43 |
9.10 |
Sito G |
5.71 |
2.29 |
8.00 |
Sito H |
5.71 |
5.71 |
11.40 |
Sito I |
6.71 |
3.43 |
10.10 |
Sito L |
5.71 |
5.71 |
11.40 |
E così possibile costruire delle mappe indicative delle zone con diverso interesse.
Aree con elevato punteggio turistico saranno gestite al fine di promuovere, ad esempio, attività subacquee e di diporto; aree con alto valore conservazionistico, invece, verranno gestite in ordine alla protezione dei siti o delle specie particolari. Le rimanenti zone combineranno conservazione a turismo.