Ernst Cassirer, Sostanza e
Funzione (1910), p. 202
Ora, come mette bene in evidenza Alan Richardson,
Carnap non propone una sola soluzione al problema della conoscenza
oggettiva, bensì due. La prima è, per così
dire ontologica, consiste, in accordo con il passo al §2,
nel costruire il mondo intersoggettivo come oggetto, ossia al
pervenire alla costruzione del mondo psichico altrui, delle altre
menti. L'altra soluzione è metodologica, ossia, come è
stato messo in evidenza sopra, sta nel metodo di dare una descrizione
puramente strutturale della realtà. Secondo Richardson
queste due soluzioni esprimono una tensione irrisolta nell'opera
carnapiana che sfociò in ultimo nell'abbandono del progetto
epistemologico dell'Aufbau. Questo è evidente nel
fatto che a un certo punto (§153) Carnap si chiede se, del
tutto in linea con il motto russelliano secondo il quale "dove
è possibile bisogna sostituire entità inferite
con costruzioni logiche" citato al §3, non si possano
eliminare anche le relazioni fondamentali. Per ribadire la dissimiglianza
di quest'opera dal progetto fondazionalista riduzionista di empirismo
radicale di cui abbiamo già parlato, questo ammonta a
un'estensione della logica al dominio empirico fino a che del
dato empirico non rimanga proprio nulla: di quest'idea Carnap
non dà adeguata trattazione, né offre, come giustamente
osserva Richardson, una discussione di cosa sia e qual scopo
debba avere la logica come disciplina. Altro elemento di disturbo,
a questo proposito, è il seguente: se Carnap avesse considerato
finito il suo compito dopo aver costruito il mondo intersoggettivo
perché avrebbe dovuto preoccuparsi di completare la logicizzazione
della sua costruzione eliminando anche la relazione primitiva?
continua
Arianna Betti, ultima modifica gennaio 2000