La storia della subacquea
Dalla leggenda alle cronache
    
 
La volontà di penetrare negli abissi marini è un'esigenza che si fece strada molto presto e di sommozzatori "ante litteram " si hanno testimonianze molto antiche.
Probabilmente l' uomo era capace di immergersi già dal 4500 a.c., gli archeologi hanno rinvenuto in Mesopotamia, tra reperti databili a quel periodo, conchiglie che potevano provenire solo dal fondo del mare.
Nel 3200 a.c. in Egitto, con la VI dinastia Tebana, alcuni fregi ornamentali, scoperti in molti siti archeologici, furono realizzati con incisioni di madreperla e conchiglie, materiali che gli antichi decoratori potevano avere a disposizione solo grazie alle immersioni dell' uomo.
I Cretesi già dal 2500 a.c. adoravano il dio Glauco divenuto immortale per aver scoperto alghe marine con magiche proprietà.
Omero nel libro XVI dell' Iliade citava le deridenti parole di Patroclo a proposito dell' atterramento di Cebrione, l' auriga di Ettore, " Oh l'agile uomo, come facilmente volteggia. Ma se venisse anche sul mare pescoso, questi cercando ostriche, sazierebbe parecchi, gettandosi dalla nave, pur col mare cattivo, come ora nel piano volteggia facilmente dal cocchio, anche fra i Teucri , dunque ci son tuffatori.".
A Erodoto dobbiamo invece il racconto delle vicende di un nuotatore greco di nome Scyllis impiegato da Serse per il recupero di materiali preziosi affondati con le navi persiane nel naufragio occorso presso il Monte Pelio nel 480 a.c..
Sempre nel 480 a.c. nella battaglia di Salamina furono impiegate formazioni di nuotatori subacquei, e del ' uso di queste si ha notizia anche nell'assedio ateniese di Siracusa del 414 a.c. e nell' assedio di Tiro del 332 a.c.
Nel 360 a.c. Aristotele descrive nel suo Problematum un sistema per andare sotto l' acqua costituito da un grande recipiente rovesciato, pieno d' aria, all' interno del quale prendeva posto un uomo.
Anni dopo, per la storia nel 325 a.c., Alessandro Magno sarà il primo potente
a scendere sotto la superficie del mare all' interno di una grande cassa di legno munita di un oblò di trasparente vetro fenicio. La barca del Sole
Tomba di Ramses I
L' episodio raccontato dallo stesso Aristotele avrà grande eco fra i suoi contemporanei e soprattutto fra i posteri, tanto che nell' iconografia medievale innumerevoli saranno le immagini che ricorderanno l' avventura di Alessandro.
L' impiego dei nuotatori subacquei non fu limitato solo agli scopi militari ma anche a quelli civili e, grazie alle testimonianze di Livio, possiamo conoscerne i compensi percentuali e proporzionali alla profondità a cui questi dovevano immergersi.
I sommozzatori dell' isola di Rodi, ad esempio, avevano una regolamentazione relativa ai salari stabilita da una legge che variava i compensi in rapporto alla profondità di lavoro, per un quota di 16 cubiti, circa 8 metri, avevano diritto alla metà dei beni recuperati, per 8 cubiti, 4 metri, ad un terzo e per 2 cubiti a non più di un decimo di questi.
La stessa Roma ebbe una corporazione di nuotatori subacquei gli "urinatores " come testimonia una epigrafe ritrovata presso il Portus Tiberinus e come racconta Vegezio nel 375 d.c. il loro lavoro consisteva principalmente nella rimozione delle ostruzioni fluviali che rallentavano la navigazione sul Tevere e nel recupero di materiali caduti in acqua nel corso delle operazioni di carico e di scarico delle navi o di quelli volontariamente affondati dai marinai di queste in occasione di violente tempeste al fine di alleggerire l' imbarcazione minacciata da un probabile naufragio.
Nello scavo archeologico della nave di Madrague de Giens, ad esempio, la parte del carico mancante ha fatto supporre proprio l' intervento degli "urinatores" dato che il relitto risultò, al momento della scoperta nel 1967 da parte degli allievi
Alessandro Magno che si immerge
Miniatura indiana del XVI secolo
della scuola subacquea della marina francese, ricoperto interamente di vegetazione e quindi non depredato in tempi moderni.
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