ISTITUZIONI

 

In questa area sono presenti vari documenti che attestano il difficile rapporto con le Istituzioni allo scopo di promuovere iniziative e provvedimenti adeguati alla gravità del problema.

Il materiale è elencato secondo l'ordine riportato nella sottostante tabella.

(cliccando sul titolo azzurro nell'indice, si visualizza direttamente il relativo testo)

 

___________________________________________

 

   LEGGE REGIONALE TOSCANA N. 39/2001
"Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate"

_______________________

 

   LEGGE REGIONALE UMBRA N. 27/2001
"Norme in materia di divieto di detenzione ed utilizzazione
di esche avvelenate"

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Strasburgo, sentenza della Corte europea: "È vietato cacciare nei terreni privati"

BRUXELLES (f.p.) - Gli ecologisti cantano vittoria mentre i cacciatori minacciano di scendere in piazza. E' accaduto che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la legge francese che stabilisce libertà di caccia in tutti i terreni non recintati.

Leggi simili, però, esistono in tutti i 41 paesi che aderiscono al Consiglio d'Europa.

D'ora in poi, appellandosi alla sentenza di Strasburgo, i proprietari dei terreni potranno rifiutare ai cacciatori il diritto di inseguire la selvaggina nella loro proprietà. La "libertà di caccia" è inconciliabile con il diritto di proprietà.

Il governo di Parigi deve ora modificare la sua legislazione. Gli altri paesi non sono obbligati a farlo ma chiunque potrà difendere il suo campicello dai cacciatori rivolgendosi ai giudici di Strasburgo. In Italia sarà ancora più facile perchè la Cassazione stabilisce che le sentenze di Strasburgo sono direttamente invocabili di fronte a un giudice nazionale. (LA REPUBBLICA - 1 maggio 1999)

 

________________________________________

 

 

 

43. Lista definitiva avvelenamenti 2002 in provincia di Fi Comunicazione dalla Polizia Provinciale di Firenze 28 aprile 2003
42. Condannato a 1 mese di arresto per bracconaggio il Comandante dei Vigili Urbani di Arezzo Comunicato stampa WWF di Arezzo 24 aprile 2003
41. Lista provvisoria avvelenamenti 2002 in provincia di Fi Comunicazione dalla Polizia Provinciale di Firenze 14 maggio 2002

40. Continua la strage di gatti al Colosseo

Comunicato stampa dell'ARCA

22 febbraio 2002

39. Contro la strage di animali

Comunicato stampa di LAV e ADAA

21 febbraio 2002

38. Risposta al WWF toscano Provincia di Massa - Carrara 5 novembre 2001
37. Risposta al WWF toscano Provincia di Lucca 22 ottobre 2001

36. Petizione al Comune di Fiano Romano

Contro la strage di gatti

21 ottobre 2001

35. Risposta al WWF toscano Provincia di Arezzo 18 ottobre 2001
34. Recepimento della L. R. 39/2001 Provincia di Arezzo 8 ottobre 2001

33. Commento alla Legge Regionale 39/2001

Fabio Roggiolani - Capogruppo Verdi Reg. Toscana

28 agosto 2001

32. In Toscana approvata la legge

Comunicato stampa del WWF

27 luglio 2001

31. Dal Comune di Bagno a Ripoli (Fi)

Precisazione ed appello ai cittadini

17 aprile 2001

30. Provincia di Firenze

Comunicato ai Comuni

marzo 2001

29. Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza al processo di Firenze

11 gennaio 2001

28. SENTENZA al processo di Firenze

Comunicato stampa del Coordinamento

28 novembre 2000

27. III udienza al processo di Firenze

Comunicato stampa del WWF

19 settembre 2000

26. II udienza al processo di Firenze

Comunicato stampa del Coordinamento

20 giugno 2000

25. Al prefetto di Firenze

Lettera dell'On. Procacci al Prefetto di Firenze

20 aprile 2000

24. Basta agli avvelenamenti degli animali (Lettera aperta di Legambiente di Reggello)

Comunicato stampa
Lettera aperta

28 marzo 2000

23. Interpellanza del Cons. Franci al Presidente della Regione Toscana

Interpellanza

24 febbraio 2000

22. Comunicato stampa dei Verdi Toscana

Comunicato stampa

10 febbraio 2000

21. Sentenza di Strasburgo

Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

29 aprile 1999

20. Mozione del Gruppo dei Verdi

Provincia di Firenze

15 aprile 1999

19. Animalisti italiani della PeTa

Interrogazione parlamentare (e risposta del governo) sui veleni degli on. Procacci e Paissan

27 maggio 1999

18. Animalisti italiani della PeTa

Indagine della PeTa sui veleni

27 maggio 1999

17. VERDI per Impruneta

Comunicato stampa

20 Aprile 1999

16. Incontro con la Commissione Regionale

Resoconto

16 aprile 1999

15. Presidente WWF Toscana

Lettera al Sindaco di Montaione

12 aprile 1999

14. Atti Parlamentari

Interrogazione dell'On. A. M. Procacci

30 marzo 1999

13. Rapporti con le istituzioni

Resoconto di un anno di tentativi da parte del Coordinamento

marzo 1999

12. Capogruppo dei Verdi alla Provincia

Lettera ai Consiglieri Verdi

marzo 1999

11. Capogruppo dei Verdi alla Provincia

Comunicato stampa

21/1/99

10. Coordinamento

2° Lettera ai Sindaci della Provincia di Fi

18/1/99

9. Capogruppo dei Verdi alla Provincia

Incontro Coordinamento - Verdi della Prov. di Fi

16/1/99

8. Gazzetta Ufficiale , 310

Del commercio di sostanze velenose

6/9/98

7. Documento

Costituzione del Coordinamento di Fi

20/8/98

6. Coordinamento

1° Lettera ai Sindaci della Provincia di Fi

15/7/98

5. Atti Parlamentari

Interrogazione dell'On. A. M. Procacci

2/6/98

4. Atti Parlamentari

Interrogazione dell'On. A. M. Procacci

13/5/98

3. Avv. Passagnoli

Lettera al Sindaco di Fiesole

27/3/97

2. Direttore Polizia Provinciale di Fi

Denuncia episodi di intossicazione e uccisione di animali domestici con esche e bocconi avvelenati

18/9/96

1. Legge Reg. 12 Gennaio 1994 n.3

Recepimento della Legge Nazionale 11 febbraio 1992. n. 157

12/1/94

 

 

 



 

 

 

43. Lista DEFINITIVA degli avvelenamenti 2002 nella provincia di Firenze

 

(Dall'Ispettore A. Quercioli della Polizia Provinciale di Firenze riceviamo i dati definitivi per l'anno 2002)

 

Relazione finale sugli avvelenamenti di animali selvatici e domestici anno 2002

 

In allegato il prospetto riepilogativo degli episodi di avvelenamento di animali domestici e selvatici, rilevati nel corso dell'anno 2002.

E' evidente che gli episodi criminosi ai danni di animali domestici di affezione e selvatici, sono in incremento rispetto agli anni precedenti, come evidenziato nella tabella sottostante.
Ciò è sicuramente dovuto alla maggior sensibilità dei medici veterinari e dei cittadini nel comunicare tempestivamente i fatti accaduti.

Mi preme ricordare anche la collaborazione avuta con i Comandi Stazione dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato e con il Nucleo Guardie Zoofile dell'E.N.P.A. di Firenze, che hanno proceduto assieme a questo Comando a svolgere gli accertamenti sul fenomeno dei bocconi avvelenati.

 

ANNO
SEGNALAZIONI
RISOLTI
1997
47
3
1998
48
3
1999
111
1 con il CFS
2000
134
7
2001
152
12
2002
164
11

 

Ai fini di una corretta statistica, si evidenziano le attività svolte da questo nucleo nell'anno 2002 a seguito elencate:

Agenti addetti al nucleo - N° 1 + 1 dal mese di ottobre
Ufficiali addetti al nucleo - N° 1


ANIMALI AVVELENATI:

CANI n° 127
GATTI n° 77
VOLPI n° 2
PASSERI n° 2
PICCIONI n° non quantificati
POLLI n° 4
RATTI n° 1

TOTALE n° 213



INDAGINI DI POLIZIA GIUDIZIARIA EFFETTUATE

DENUNCIE/QUERELE RICEVUTE n° 91
NOTIZIE DI REATO n° 74
PERSONE INDAGATE n° 11
PERQUISIZIONI EFFETTUATE n° 7
ACQUISIZIONE SOMMARIE INFORMAZIONI n° 107
SOPRALLUOGHI n° 7
RELAZIONI n° 12
ATTI ACQUISITI n° 51
VERBALI ACCERTAMENTI URGENTI n° 4
REPERTI ACQUISITI n° 62
ANALISI SU REPERTI (ESCHE) n° 98
SANZIONI AMM.VE ELEVATE (LRT. N° 39/01) n° 5
SANZIONI AMM.VE ELEVATE ( D. Lvo n. 22/97) n° 2

 

SEQUESTRI

VELENI n° 44
ESCHE AVVELENATE n° 21
ARMI n° 1
ESPLOSIVO (polvere da sparo) Kg. 9.25
MUNIZIONI n° 1432
MUNIZIONI A PALLA n° 7
MUNIZIONI PER PISTOLA n° 21
TAGLIOLE n° 37
LACCI n° 6
TRAPPOLE n° 8
RETI PER CATTURA UCCELLI n° 15
ANIMALI TASSIDERMIZZATI n° 2
ANIMALI VIVI n° 3

 

TIPOLOGIA DI VELENO ACCERTATO SU ANIMALI VITTIME DI AVVELENAMENTI

INIBITORI DELLE COLINESTERASI n° 42
STRICNINA n° 15
METALDEIDE n° 5
ANTICOAGULANTI n° 1
FOSFURO DI ZINCO n° 1

 

ATTIVITA' D'INDAGINE SU FATTI ARCHIVIATI


ANIMALI PRESUNTI AVVELENATI

GATTI n° 11
VOLPI n° 3
FRINGUELLI n° 4
LEPRE n° 1
STORNI n° 2
FAGIANO n° 1

TOTALE n° 22

 

ATTIVITA'

ANALISI EFFETTUATE n° 21
VERBALI ACQUISIZIONE ATTI n° 1
VERBALI DI SS.II. n° 1
SEGNALAZIONI n° 1
RAPPORTI DI SERVIZIO n° 5

 

SEGNALAZIONI DI AVVELENAMENTI PER TERRITORIO COMUNALE


BAGNO A RIPOLI n° 4
BARBERINO DEL MUGELLO n° 1
BARBERINO VAL D'ELSA n° 3
BORGO SAN LORENZO n° 3
CALENZANO n° 3
CASTELFIORENTINO n° 1
DICOMANO n° 6
FIRENZE n° 25
FIRENZUOLA n° 1
FIESOLE n° 6
FIGLINE VAL D'ARNO n° 12
GREVE IN CHIANTI n° 4
IMPRUNETA n° 7
INCISA VAL D'ARNO n° 4
LASTRA A SIGNA n° 15
MARRADI n° 2
MONTELUPO FIORENTINO n° 1
MONTESPERTOLI n° 4
PALAZZUOLO SUL SENIO n° 6
PELAGO n° 2
PONTASSIEVE n° 5
REGGELLO n° 11
RIGNANO SULL'ARNO n° 9
RUFINA n° 5
SAN CASCIANO n° 7
SCANDICCI n° 9
SCARPERIA n° 1
SESTO FIORENTINO n° 2
VAGLIA n° 4
VICCHIO DEL MUGELLO n° 1

TOTALE n° 164

 

Per quanto sopra si trasmette la presente relazione, unitamente alla relazione riassuntiva delle segnalazioni acquisite da questo Nucleo nell'anno 2002 e alla cartografia relativa alla mappatura dei fatti di avvelenamento.

 

 

 

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42. Condannato a 1 mese di arresto per bracconaggio il Comandante dei Vigili Urbani di Arezzo

 

 

COMUNICATO STAMPA - WWF Sezione di Arezzo
24 aprile 2003


Condannato a 1 mese di arresto per bracconaggio il Comandante dei Vigili Urbani di Arezzo
il WWF parte civile soddisfatto della sentenza!

Dopo una estenuante serie di udienze e di rinvii (ben 10), si è concluso oggi presso il Tribunale di Arezzo il processo che vedeva imputati di bracconaggio il Comandante della Polizia Municipale di Arezzo ed un suo amico.

Il Giudice monocratico Dott. Mantellassi ha condannato entrambi gli imputati, ritenuti responsabili dei reati contestatigli dalla pubblica accusa condotta dal Dott. Matteo Calosi per avere, in concorso tra loro, esercitato la caccia all’interno di una zona di ripopolamento e cattura dove l’attività venatoria è costantemente vietata.

Il grave episodio di bracconaggio, risalente al 30 settembre 2000 era stato denunciato dagli agenti della Polizia Provinciale che avevano sorpreso i due in piena notte nella loro auto, all’interno della zona di divieto, con fucile carico e con una lepre uccisa da poco.

A seguito della denuncia, il WWF Arezzo aveva dato mandato ai propri legali, Avvocati Rosa Vignali e Massimiliano Manzo del foro di Firenze, di costituirsi parte civile nel procedimento penale, per testimoniare la gravità del fatto e non ultimo la particolare rilevanza dei personaggi coinvolti, all'epoca ricoprenti ruoli importanti anche all’interno dell’ordinamento giudiziario, ritenendo importante sottolineare come l’azione della nostra associazione non persegua esclusivamente il semplice cittadino o cacciatore in questo caso, ma all’occasione eserciti azioni decise anche nei confronti di coloro che rivestono importanti ruoli istituzionali e che con il loro comportamento dovrebbero essere da esempio per tutta la cittadinanza, in particolar modo quando si tratta di tutori della legge.

Nonostante l’energica difesa dei legali degli imputati, l’efficace azione degli agenti della Provincia al momento dei fatti e successivamente in aula, quella del Pubblico Ministero e dei legali di parte civile del WWF e della Provincia (Avv. Marco Manneschi), il Giudice riteneva fondate le accuse e condannava il Comandante dei Vigili alla pena di un mese di arresto e 370 euro di ammenda e l’altro imputato alla pena di 3 mesi di arresto e 1100 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali e quelle di costituzione di parte civile del WWF e della Provincia di Arezzo.

Con l’esito del dibattimento il WWF esprime il suo massimo compiacimento ai propri legali per l’eccellente lavoro e la determinazione profusa nelle fasi del processo, nonché all’azione del Pubblico Ministero e dell’Avv. Manneschi, parte civile per la Provincia, i quali con i loro interventi hanno egregiamente contrastato i tentativi della difesa degli imputati, volti a rendere inefficaci le prove prodotte durante il processo e inattendibili le testimonianze dell’accusa.

Di rumore intorno a questo processo ne è stato fatto molto nei mesi scorsi, ciò che interessa al WWF, al di là delle chiacchiere contro il bracconaggio che tali rimangono da parte del mondo venatorio, è rendere concreta agli occhi dei cittadini la quotidiana lotta a questo dilagante fenomeno che la nostra associazione persegue con ogni mezzo legale a disposizione. Ci auguriamo che questa sentenza possa servire da spinta per tutti gli organi di vigilanza territoriali affinchè la lotta al bracconaggio venga decisamente intensificata e che questo fenomeno negativo possa davvero iniziare a subire colpi decisivi.

Per ulteriori informazioni: Donato Marmorini - celll.: 338/8404482 - e-mail: marmobadwolf@inwind.it

 

 

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41. Lista PROVVISORIA degli avvelenamenti 2002 in provincia di Firenze

 

 

La lista degli avvelenamenti del 2002

 

In merito agli avvelenamenti di animali domestici e selvatici accertati da questo Ufficio nell'anno corrente, a mio avviso sono in aumento rispetto allo scorso anno, forse anche in ragione di una maggiore sensibilità profusa nei cittadini con gli interventi delle cronache e notiziari stampa.

In questo anno, fino alla data odierna, risultano arrivate n. 79 segnalazioni di casi di avvelenamento e/o uccisione di animali, tra i quali risultano al momento:

n° 61 cani
n° 27 gatti
n° 2 volpi
n° 2 passeri
n° 18 galline
n° 28 bocconi avvelenati trovati
n° 50 analisi tossicologiche effettuate dall'Università di Pisa
n° 3 perquisizioni domicialiari effettuate
n° 3 persone denunciate all'Autorità Giudiziaria

I fatti denunciati con querela alla competente Autorità sono al momento n° 26, altri invece sono in attesa di accertamenti.

Tanti saluti,

Ispettore della Polizia Provinciale di Firenze Alessandro Quercioli

 

 

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40. Strage continuata di gatti al Colosseo

 

Comunicato Stampa dell'ARCA

 

A dispetto del fatto che i gatti romani siano stati recentemente dichiarati Patrimonio Bioculturale della città, che la Festa del Gatto sia stata celebrata il 16 febbraio tra l’entusiasmo di tanti, i soliti sadici ignoti si stanno producendo, presso la Colonia del Colosseo, in una delle loro barbare e ottuse performances, e purtroppo non da oggi.

La colonia del Colosseo è composta da una cinquantina di gatti ed è curata da poche benemerite signore che si tolgono il pane di bocca per cibarli e curarli. Da almeno un anno, alcuni di questi gatti vengano sistematicamente messi a morte da ignoti con modalità che definire efferate sarebbe ancora poco, quali ad esempio l’impalamento.

Non si tratta di fantasie di gattare paranoiche, ma purtroppo di una realtà che è stata anche oggetto di un servizio sul TG3 alle ore 14 del 21. 02.02, in tutta la sua raccapricciante

La giornalista Maria Grazia Melia ha contattato direttamente le signore che curano gli animali, meravigliate di tanto interesse, aduse come sono all’indifferenza generale e così scoraggiate al punto di non avere ancora richiamato l’attenzione su questi fatti, nonostante la loro efferatezza.

L’ARCA (Associazione Romana Cura Animali e Ambiente) ha scritto al Sindaco chiedendogli di intervenire personalmente, sia manifestando pub blicamente la sua esecrazione, sia sollecitando chi di dovere ad una maggiore sorveglianza.

Chiediamo, soprattutto, che siano finalmente applicate le moltissime leggi che tutelano gli animali, facendo sì che i colpevoli si trovino e non sfuggano alle sanzioni previste per il loro reato. Chiediamo che, in caso di denuncia, le forze dell’ordine siano più cooperative. C’è sempre qualcosa di più importante da fare che indagare sulla barbara fine di un animale. Nessuno vuole pensare che il degenerato capace di torturare un animale coglierà la prima occasione per trasferire il suo "know how" a qualche essere umano indifeso, un bambino o un handicappato. E questo, nonostante un’inchiesta pubblicata anche dai giornali italiani ed effettuata presso molte carceri degli Stati Uniti abbia portato alla conclusione che la maggior parte dei criminali conclamati ivi rinchiusi ha al suo "attivo" una quantità di violenze e torture commesse, sia in età giovanile che adulta, contro animali indifesi.

Le gattare, almeno quindici o ventimila in tutta Roma, sono stanche di vivere in uno stato di ansia e di disperazione. Sono tante e possono cominciare a far sentire la loro voce. In fondo sono anche loro delle attive public relation women dell’immagine del nostro Paese. All’opera in tutte le aree archeologiche di Roma, esse testimoniano ai turisti stranieri, piacevolmente sorpresi, che gli Italiani amano gli animali, a dispetto del tuttora perdurante pregiudizio in contrario.

22/02/02

ARCA - Associazione Romana Cura Animali e Ambiente

Via Luigi Robecchi Brichetti, 29 - 00154 Roma – Tel/Fax 065756085

 

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39. COMUNICATO STAMPA LAV E ADAA DEL 21 FEBBRAIO 2002

 

NON SI FERMA LA STRAGE DI ANIMALI A CAUSA DEI BOCCONI AVVELENATI.

LA LEGA ANTI VIVISEZIONE DI TREVISO E L' A.D.A.A. DI CONEGLIANO ANCHE QUEST'ANNO CHIAMANO TUTTI A RADUNO PER BONIFICARE IL MONTELLO DALLE MORTALI ESCHE.

L'APPUNTAMENTO DOMENICA 24 FEBBRAIO ALLE ORE 9.30 NEL PIAZZALE DELLA CHIESA DI V OLPAGO DEL MONTELLO.

 

Non c'è pace per gli animali, non passa giorno che non vi siano notizie di avvelenamenti di cani, gatti, uccelli, etc., dovuti alle micidiali esche, da Mogliano a Vedelago, a Vittorio Veneto. E non è possibile fare una stima di tutti i selvatici sterminati, volpi, tassi, corvidi, rapaci ed altri sono le vittime designate e solo perchè tali specie sono assurdamente considerate in competizione con le attività venatorie, agricole e di allevamento.

E non importa se l'utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine ( L.N. 157/92 art.21) e prevede sanzioni penali, i virtuosi della morte continuano imperterriti a fare terra bruciata al loro passaggio, incuranti dei gravissimi danni alla fauna ed all'ambiente e del dolore di chi si è visto morire tra le braccia il proprio amico a quattro zampe straziato dalla sofferenza. Lo scorso anno nelle notti di luna si poteva vedere una splendida coppia di tassi attraversare i se ntieri del Montello, poi c'è stata la semina di bocconi e più nessuno ha visto quelle povere creature.

E per protestare contro tutto questo scempio, per muovere le Autorità ai propri compiti istituzionali, anche quest'anno LAV e ADAA chiedono la massima partecipazione alla raccolta di esche avvelenate sul Montello domenica 24 febbraio, con raduno per la partenza alle 9,30 nel piazzale della Chiesa di Volpago del Montello.

Dobbiamo difenderci dal veleno, essere tutelati e non correre rischi. Un intero anno di analisi, condotte sui bocconi rinvenuti nella provincia o estratti dai corpi degli animali uccisi, e fatte eseguire da laboratori diversi, hanno fatto scartare la presenza di stricnina, veleno letale in brevissimo tempo, mentre hanno riscontrato quasi sempre la presenza di antiparassitari ad altissima concentrazione. Ci si chiede allora come mai le morti siano state fulminanti nella maggioranza dei casi mentre le "normali concentrazioni" dei pesticidi dovrebbero provocare la morte in circa 5 giorni. Forse la concentrazione di queste micidiali armi alla portata di tutti è stata aumentata in barba alle normative di legge? E' giusto che si possano reperire con tanta facilità e in grossa quantità? Vengono eseguiti controlli? E questi antiparassitari ad altissima concentrazione sono gli stessi usati per le colture?

Domande inquietanti alle quali vorremmo avere delle risposte chiare ed esaurienti.

 

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38. Risposta al WWF toscano

 

 

PROVINCIA DI MASSA - CARRARA
UFFICIO PRESIDENZA
Massa - Palazzo Ducale - Piazza Aranci 35 Tel. 0585/816516 Fax. 816505


Prot. n. 30162

Massa 5/11/2001

Al W.W.F. ITALIA
Sezione Regionale Toscana
Via S. Anna, 3
50129 Firenze

Oggetto: Applicazione Legge Regionale 16 agosto 2001 n. 39 "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate"


In riferimento alla Vostra nota Prot. n. 669 Cat.: 6a del 4/10/2001, si rappresenta che questa Provincia ha proceduto ad interessare il Consiglio dell'Ordine dei Medici Veterinari, per il corretto adempimento della normativa di cui all L.R. T n. 39/2001.

Distinti saluti

Il Dirigente
(Dott. Umberto Maloni)

 

 

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37. Risposta al WWF toscano

 

 

PROVINCIA di Lucca
POLIZIA PROVINCIALE

Prot. 97708/XI.A.9.

Lucca 22 OTT. 2001

Ns. Rif. prot. 93469/XI.A.7 del 10.10.2001
Vs. Rif. prot. 669 Cat.: 6a del 04.10.2001

Spett.le WWF ITALIA
Sezione Regionale Toscana
Via S. Anna, 3
50129 FIRENZE

OGGETTO: applicazione L.R. 16 agosto 2001 n. 39, "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate"


In riferimento alla pregiata Vs. pari oggetto, assunta al protocollo di questo Ente in data 10.10.2001, riteniamo di condividere quanto da Voi espresso in relazione all'importanza di questo provvedimento, che coinvolge direttamente la struttura scrivente nella lotta contro l'uso di bocconi avvelenati.

Per questo in data 03.10.2001 sono state inviate con note prot. n. 91540/XI.A.9. le schede di segnalazione a tutti i medici veterinari che, dall'elenco trasmessoci dall'Ordine dei Medici Veterinari, risultano operanti in questa Provincia. Si è provveduto inoltre ad inviare copia degli articoli 6 e 7 della Legge, riguardanti "compiti del Medico veterinario" e "analisi di laboratorio".

Nel contempo si è dato corso ad un'opera di sensibilizzazione fornendo all'Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Lucca copia della Legge, delle schede di segnalazione, con preghiera di dare ampia divulgazione anche alla luce delle eventuali nuove iscrizioni all'ordine.

Distinti saluti.

L'Addetto al Coordinamento e controllo
Marco Martini)

 

 

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36. PETIZIONE CONTRO LE BARBARE UCCISIONI DI GATTI A FIANO ROMANO

 

NONOSTANTE SIA STATA SPORTA UNA DENUNCIA NOMINATIVA PRESSO I CARABINIERI PER I PRIMI 30 GATTI AVVELENATI, PROSEGUONO LE BARBARIE

VI CHIEDIAMO DI INOLTRARE UNA PROTESTA ED UNA RICHIESTA ALLE AUTORITA' LOCALI AFFINCHE' FACCIANO ALMENO RISPETTARE QUANTO PREVISTO DAL REGOLAMENTO PER I DIRITTI DEGLI ANIMALI APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE LO SCORSO ANNO

 

Al COMUNE DI FIANO ROMANO

Piazza Matteotti - 00065 FIANO ROMANO RM - tel. 07654071 - Fax 0765-480385
e-mail: comunefianor@openaccess.it

 

All'attenzione del Sindaco
All'attenzione dell'Assessore all'Ambiente
All'attenzione dell'Assessore ai Servizi Sociali, Istruzione e Sanità

Egregi Signori,
Vi scrivo in merito all'assassinio di circa 30 gatti appartenenti alla colonia del centro storico di Fiano Romano in data 23 agosto 2001. A seguito di autopsie fatte eseguire al veterinario dai volontari animalisti, si è saputo che i gatti sono morti per avvelenamento dopo lentissima agonia.

Saprete anche che il giorno 27 settembre u.s. sono stati barbaramente uccisi a bastonate e poi abbandonati in un lago di sangue davanti alla porta di casa dei proprietari altri due gatti.

Chi vi scrive sente la necessità non solo di esprimere il più fermo dissenso, ma anche di sollecitare l'Amministrazione Comunale affinché faccia rispettare, con i mezzi a sua disposizione, quanto previsto dalle vigenti normative:

- Regolamento Comunale per la tutela dei diritti degli animali approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 82 del 28.12.1999 con particolare riferimento agli artt. 5 e 16.

- Legge Regione Lazio n. 34/1997 (artt. 11 e 19)

- Legge n. 281/1991 (art. 2)

- Legge n. 157/1992 (art. 21-U)

- Artt. 638 e 727 del Codice Penale.

Affinché queste stragi non passino inosservate Vi chiedo di far rispettare le normative sopra elencate applicando il massimo dell'ammenda prevista dal Regolamento Comunale sopra menzionato al cittadino fianese per mano del quale sono morti sicuramente i primi 30 gatti e che è già stato denunciato alla locale Stazione dei Carabinieri.

Chiedo inoltre che venga distribuito capillarmente il testo del Regolamento Comunale, in particolare a tutti gli alunni ed insegnanti delle scuole elementari e medie, affinché i docenti possano essere in grado di sensibilizzare i giovani ad un corretto e civile rapporto uomo-animale-ambiente.

Distinti saluti,

Nome e Cognome

Indirizzo

 

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35. Risposta della Provincia di Arezzo al WWF toscano

 

PROVINCIA DI AREZZO

Prot. n. PG 35047/42.23.A2

Arezzo, 18 OTT. 2001

Spett. W.W.F. - Sezione Reginale Toscana
Via S. Anna n. 3
50129 Firenze

OGGETTO: Applicazione L.R. 16 agosto 2001 n. 39 "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate".

Allegato: copia lettera distribuzione modulistica per interventi su casi di avvelenamento da esche ai medici veterinari ed ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Arezzo.


In riferimento alla nota del 4 ottobre 2001 Prot. 669 Cat. 6a, avente per oggetto "Applicazione L.R. 16 agosto 2001 n. 39 - Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate.", e in merito alle informazioni richieste sull'attivazione delle procedure previste dalla legge regionale, si trasmette copia della lettera inviata da questa Amministrazione Provinciale a tutti i Sindaci ed a tutti i medici veterinari della provincia di Arezzo.

Distinti saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE
(Dr. Gabriele Chianuc
ci)

 

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34. Recepimento della L. R. 39/2001 da parte della Provincia di Arezzo

 

PROVINCIA DI AREZZO
IL SEGRETARIO GENERALE

 

Prot. n. PG. 33819/42.23.A2

Arezzo, 8 OTT. 2001

A tutti i signori medici veterinari della provincia di Arezzo

e p.c. A.S.L. n. 8 - Servizio Veterinario /Dr. Lucio magi, Direttore U.O. Sanità animale

Sigg. Sindaci dei Comuni della provincia - LORO SEDI

Oggetto: Legge Regionale 16 agosto 2001 n. 39 "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate".

A seguito dell'entrata in vigore della Legge regionale di cui in oggetto, ricordo alle SS.LL. che il medico veterinario che, nell'esercizio delle sue funzioni, venga a conoscenza di un caso di avvelenamento di animali domestici o selvatici, anche semplicemente sospetto, è tenuto a dare comunicazione, entro 24 ore dal fatto, alla Polizia Provinciale ed al Comune di competenza, mediante la scheda di rilevazione allegata alla Legge Regionale, di cui si allega copia alla presente.

La Legge Regionale dispone, infatti, che la scheda sia distribuita ai medici veterinari, a cura delle Provincie, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della Legge.

Il medico veterinario, qualora avvenga il decesso dell'animale, dovrà inviare un campione del contenuto gastrico dell'animale ed altri campioni utili, ai laboratori idonei, individuati dalla Regione, o eventualmente all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Toscana e lazio, per compiere i necessari esami ed accertamenti.

Il mancato adempimento di tali disposizioni comporta l'applicazione a carico degli inadempienti di una sanzione amministrativa, con eventuale segnalazione all'Ordine dei medici Veterinari per eventuale provvedimento disciplinare.

Confidando pertanto nella fattiva collaborazione delle SS.LL., si allega copia della Legge e delle schede che, in caso di necessità, dovranno essere inviate a:
PROVINCIA DI AREZZO - Polizia Provinciale - Piazza della Libertà n. 3 - 52100 AREZZO Telefax 0575.392328

Per ogni informazione, i responsabili del procedimento sono: il Vice Comandante del Corpo di Polizia, Dr. Pierfrancesco Pedone e la Sig.ra Barbara Occhini (0575-392239 / fax 0575-392328)

IL SEGRETARIO GENERALE
(Dr. Gabriele Chianucci)

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33. Il commento di Fabio Roggiolani promotore della Legge Regionale N. 29/2001

 

DEDICATO A PACO E AI CANI AMMAZZATI COME CANI DAI BOCCONI AVVELENATI
Firenze , 28 agosto 2001

 

La legge Toscana contro i bocconi avvelenati è stata vistata dal governo ed è in vigore.

E' stato un impegno per me lungo circa tre anni, ma per un gruppo di ecologisti fiorentini la battaglia ne ha richiesti molti di più. In particolare se siamo arrivati alla legge lo si deve alla grande raccolta di firme promossa in tutta la Toscana da Maria Silvia Papais, da Guido Scoccianti e da tanta gente che spero non se la prenda se non li cito in prima persona. Senza di loro sia nella prima presentazione in consiglio fatta da Tommaso Franci che nella seconda da me sostenuta e trattata passo a passo sarebbe stato impossibile andare avanti.

Sono occorse oltre dieci stesure differenti per arrivare al risultato attuale, dieci stesure nelle quali ad ogni passo indietro corrispondeva un passo avanti, ovvero man mano che la legge perdeva aggettivi acquistava incisività e le sanzioni diventavano sempre più pesanti.

Oggi per essere trovati in POSSESSO di esche e bocconi avvelenati si prendono tre milioni di multa e si possono vedersi sospendere tutte le licenze di origine regionale, il tutto non in sostituzione ma in aggiunta alla legge nazionale che parla sempre di una sanzione di tre milioni ma per essere trovato a PIAZZARE esche avvelenate. Le licenze di origine regionale sono ad esempio quella di agriturismo, o quella per la raccolta di tartufi o funghi, oppure il tesserino venatorio tutte autorizzazioni di origine regionale che spesso sono cumulate nella stessa persona. Alcune cose sono sparite ma erano nei fatti impraticabili, altre sono sparite perché si è preferito fare una legge condivisa che una legge contro intere categorie, come quella ad esempio dei cacciatori o degli agricoltori, si è preferito e me ne assumo tutta intera la responsabilità cercare di isolare i comportamenti criminali senza far si che scattasse l'omertà di gruppo. Sta di fatto che ad esempio non era pos

E' una grande vittoria, la legge dopo tutte le difficoltà di partenza per essere messa in calendario è stata in commissione oltre nove mesi, una sfibrante opposizione di Forza Italia , appoggiata da AN e non contrastata dai DS l'ha fatta ritornare al legislativo per verifiche pignole a cui mai nessuna legge era stata sottoposta. Si è cercato di dire che era inutile, che era incostituzionale, che era contro la categoria dei cacciatori, non si aveva il coraggio di dire che si era contro, ma si usava la tattica della morte per sfinimento. La mia pazienza in questi mesi è stata messa a dura prova ma sono riuscito ad evitare le polemiche che mi avrebbero isolato in questa battaglia che invece mano a mano ha trovato alleati, in particolare Federico Gelli dei Democratici che ha firmato con me il provvedimento ma tanta gente che nei luoghi più impensati mi ha consentito di arrivare a questa importante realizzazione.

C'è chi ancora ha qualche dubbio e chi parla di bluff, io ho fatto quello che mi è sembrato il massimo nella situazione data, ma credo che il testo alla fine sia in alcune parti addirittura migliorato rispetto alla situazione di partenza, ad esempio le multe che da 120.000 lire sono passate a tre milioni, c'è è vero la possibilità che pagando subito le sanzioni accessorie come le sospensioni non vengano aggiunte alla multa, ma innanzi tutto questo dipende dalla legge in generale e non da questa legge, secondariamente l'accettazione della colpa farà scattare le sanzioni della legge nazionale. Infatti se la legge nazionale indica che è colpevole chi METTE i bocconi e non chi li possiede, la legge regionale indica che basta che si POSSIEDANO per essere colpevoli e quindi chi paga subito non lascia……RADDOPPIA in quanto ammette la colpa e diventa perseguibile d'ufficio dalla magistratura che nella sentenza recente di Firenze aveva già aperto un varco in questa direzione.

Chiediamo ai consiglieri regionali Verdi di presentare la legge in tutte le regioni al più presto, questo testo va fino in fondo usatelo.

Chiediamo a tutti gli amanti degli animali di rendersi disponibili per una tabellazione massiccia del territorio con il testo della legge e con cartellini di STOP AI VELENI che il gruppo Verdi sta preparando e che verranno stampati mano a mano che verranno richiesti.

Chiediamo ai Verdi e agli ecologisti, anzi agli ecquologisti come mi piace chiamarli di essere per una volta soddisfatti e un po’ più convinti della propria forza se non numerica certissimamente ideale.


Fabio Roggiolani
Capogruppo Verdi in Consiglio Regionale Toscano

 

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32. COMUNICATO STAMPA DEL WWF TOSCANA

 

BOCCONI AVVELENATI: DOPO UN LUNGO ITER FINALMENTE APPROVATA LA LEGGE PORTATA AVANTI DA VERDI E ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E ANIMALISTE

PER IL WWF SI TRATTA DI UN IMPORTANTE PASSO AVANTI NELLA LOTTA A QUESTO ORRIBILE CRIMINE
(anche se il Consiglio Regionale ha escluso dal testo finale alcuni elementi rilevanti)

E ORA IL WWF VIGILERA' PERCHE' LA LEGGE SIA APPLICATA DA TUTTE LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI E PROVINCIALI

 

Dopo mesi di cammino attraverso le Commissioni consiliari, finalmente la Regione Toscana ha approvato la legge sui bocconi avvelenati. Tutto nasce da un testo su cui hanno inizialmente lavorato Associazioni, fra cui in particolare il WWF e l'Unione Amici del Cane e del Gatto, e i Verdi, che lo hanno poi presentato in Consiglio.

Le Associazioni hanno inoltre raccolto migliaia di firme a sostegno della necessità di una legge nuova e forte sul problema sempre più grave dei bocconi.

Adesso quindi avremo nuovi strumenti per combattere e monitorare questo crimine:

- Innanzitutto non sarà punibile solo chi viene trovato ad utilizzare le esche avvelenate ma anche chi sia solo scoperto detenerle;
- I Comuni dovranno attivare con procedura d'urgenza la segnalazione delle aree colpite e, insieme alle ASL, attivarsi per la bonifica di tali aree;
- Le Province dovranno ogni anno approntare un esauriente mappaggio del fenomeno e in questo monitoraggio vengono coinvolti per legge tutti i Medici Veterinari;
- Vengono previste importanti sanzioni sia pecuniarie che accessorie (sospensione di tesserini, licenze e autorizzazioni in campo venatorio e agrosilvopastorale) per chi utilizza questi terribili mezzi di morte;
- La Regione si impegna ad attivare un servizio di analisi chimiche realmente funzionale ed adeguato per i casi di sospetto avvelenamento;
- Si pongono le basi per un controllo della vendita (con regime di registrazione) delle sostanze venefiche più utilizzate.

Purtroppo alcuni altri punti dell'iniziale proposta (blocco dei ripopolamenti faunistici a fini venatori nelle aree colpite, alcuni aspetti delle sanzioni accessorie), sono stati stralciati dal testo finale, che quindi risulta in alcune parti ancora troppo debole.

Il WWF continuerà ad impegnarsi sia per un progressivo completamento in questo senso della legge sia, allo stato immediato, perché i tanti Enti a cui sono conferiti compiti e doveri dalla nuova normativa (Province, Comuni, ASL, Regione) applichino correttamente e da subito quanto previsto dalla legge.

'Non ammetteremo ritardi o tentennamenti da parte delle Amministrazioni - dice Guido Scoccianti, presidente del WWF Toscana - la piaga dei bocconi avvelenati è un'emergenza nella nostra Regione e finalmente cominciamo con questa legge ad avere qualche strumento in più per contrastarla. Avremmo voluto ancora più decisione su alcuni aspetti importanti, ma comunque la legge approvata costituisce sicuramente un passo avanti fondamentale e deve essere da subito applicata in tutti i suoi aspetti e da tutti i soggetti competenti.

Chiediamo inoltre - continua Scoccianti - che l'Amministrazione regionale e quelle locali impegnino maggiori risorse economiche sia sul fronte della prevenzione e del controllo sul campo (con un'adeguata vigilanza - a quando un aumento degli organici delle Polizie provinciali? - e un adeguato sistema di analisi tossicologica, di allarme e di bonifica dei luoghi), sia sul fronte della maggiore informazione dei cittadini su questo problema'.

Firenze, 27 luglio 2001

WWF SEZIONE TOSCANA

 

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31. Bocconi avvelenati: il Comune di Bagno a Ripoli (Fi) precisa

 

In relazione ad alcuni articoli apparsi in questi giorni sulla stampa cittadina a proposito dei bocconi e delle esche avvelenate ritrovate nelle campagne e colline di Bagno a Ripoli, il Comune precisa quanto segue:

· non corrispondono al vero le affermazioni per cui l'Amministrazione non avrebbe assunto alcun provvedimento al riguardo;

· infatti, è stata intensificata la vigilanza da parte della Polizia Municipale sulla scorta delle segnalazioni dei cittadini e delle associazioni venatorie ed ambientalistiche;

· l'azione congiunta dei due assessorati all'ecologia e alla caccia ha consentito di sensibilizzare anche le associazioni venatorie del territorio sul controllo e sulla ulteriore segnalazione di circostanze ed episodi che potrebbero aiutare le Autorità nell'opera di prevenzione e repressione dei comportamenti delittuosi;

· a tal fine, i due assessorati avevano anche inviato agli organi di informazione un comunicato stampa a carattere preventivo, diffuso precedentemente al ricevimento della petizione dei cittadini (14 febbraio 2001), il cui testo riportiamo integralmente:

"Il Comune di Bagno a Ripoli, tramite l'Assessore all'Ecologia Pierfilippo Checchi e l'Assessore alla Caccia e Pesca Arnaldo Bazzani, al fine di prevenire l'incivile pratica di disseminare le campagne di bocconi avvelenati che tanto danno hanno portato alla fauna selvatica e agli
animali domestici, con episodi non arrivati per puro caso alla tragedia dell'avvelenamento di bambini o adulti, fa presente a tutti i cittadini quanto segue: 1) la pratica dei bocconi avvelenati è un reato, quindi ha carattere penale ed è punibile a termini di legge; 2) è dovere di tutti i cittadini che vedessero compiere tali atti segnalarli alle autorità competenti (carabinieri, vigili urbani); 3) sarà intensificata la sorveglianza da parte delle forze di polizia di ogni tipo e richiesta la collaborazione delle guardie ambientali volontarie; 4) la pratica dei bocconi avvelenati non fa onore al senso di civiltà dei cittadini di Bagno a Ripoli e danneggia fortemente anche le attività venatorie".

Nella convinzione che la collaborazione fra cittadini ed Autorità sia la strada migliore e più opportuna da percorrere per prevenire e colpire gli 'untori' che depositano esche avvelenate e insidiano la salute e l'incolumità di persone ed animali, l'Amministrazione Comunale torna a chiedere una maggiore cooperazione da parte di tutti nella segnalazione la più circoscritta possibile degli episodi e dei comportamenti delittuosi, in modo che l'intervento della Polizia Municipale possa essere più preciso e, quindi, più efficace.

17 aprile 2001

 

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30. Comunicato della Provincia di Firenze ai propri Comuni

 

Difendi gli animali ed ama la natura

 

L'Assessorato all'Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia di Firenze ha promosso una campagna di informazione e sensibilizzazione contro l'avvelenamento degli animali domestici e selvatici.

Il diffuso malessere sociale legato a frequenti episodi di avvelenamento di animali domestici e selvatici sia nelle immediate vicinanze delle città che nelle campagne è motivo di richiamo al rispetto delle norme per la protezione della fauna selvatica e degli animali domestici.

Vivissimo è il sentimento di condanna di tali episodi e deciso è il senso di emarginazione di quanti, ricorrendo a mezzi non consentiti, colpiscono gli animali utilizzando bocconi avvelenati.

Oltre a condannare ed emarginare chi si è reso responsabile di tanto illogico comportamento, corre l'obbligo di sensibilizzare tutti i cittadini, in particolare gli studenti, sulle conseguenze che produce l'uso di sostanze tossiche e nocive sull'ambiente. Pensiamo alla "catena alimentare" in cui si inserisce il "boccone avvelenato" e all'azione diretta, oltre che sull'animale, che trova la morte, anche sull'intero ecosistema.

Sull'approfondimento di questo aspetto è auspicabile un arricchimento culturale, in particolare dal mondo della scuola.

La Provincia richiede a tutti la collaborazione per effettuare un primo soccorso degli animali in difficoltà, contattando subito i servizi veterinari di zona.

Anche la Polizia Provinciale (Via A. Del Sarto 8, Firenze, tel. 055/2760.901) e gli Uffici Caccia Provinciali (Via Mercadante 42, Firenze, tel. 055/2760.633) potranno fornire istruzioni per la formulazione della denuncia e per attivare ogni forma di controllo.

ATTENZIONE!!!

In caso di rinvenimento di bocconi avvelenati o in presenza di casi di sospetto avvelenamento di animali, bisogna immediatamente DENUNCIARE IL FATTO a:

1) Servizio Veterinario della Asl di zona (per Bagno a Ripoli: Via dell'Antella 19, Ponte a Ema, tel. 055/2496.497); OPPURE:
2) Numero Verde dell'Amministrazione Provinciale di Firenze: tel. 800-214157; OPPURE:
3) Corpo di Polizia Provinciale: tel. 055/2760.901; OPPURE:
4) Inviare fax al Servizio Caccia Provinciale: tel. 055/2760.639.

Servizio: PROVINCIA DI FIRENZE
Responsabile: ASSESSORATO AGRICOLTURA, CACCIA E PESCA
Indirizzo: Via Mercadante, n. 42 - Firenze
Referente: ASSESSORATO AGRICOLTURA, CACCIA E PESCA
Telefono: 055/2760.628
Fax: 055/2760.639

 

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29. RICORSO IN CASSAZIONE

 

TRIBUNALE PENALE DI FIRENZE - PER LA SUPREMA CORTE DI CASSAZ IONE - RICORSO

 

Degli avvocati Marco Santarlasci e Arnaldo Mariani ambedue del foro di Firenze difensori di fiducia di Pucci Franco nato a San Casciano Val di Pesa il 28/08/1935, imputato nell'ambito del procedimento n.1011/00 GIU MON R.G. (n.10961/97N.R.), come da ulteriore nomina procura che si deposita,

avverso

alla Sentenza n.3084 emessa il 28/11/00 dal Tribuna le di Firenze in composizione monocratica, 2a Sez. Pen. con la quale Pucci Franco è stato riconosciuto colpevole dei reati di cui agli articoli 638, 56, 638 e 674 C.P., riuniti sotto il vincolo della continuazione e condannato alla pena di Lit. 1.000.000= di multa nonché al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili ed al pagamento delle relative spese di costituzione per complessive Lit. 16.000.000= oltre CAP e IVA.

I sottoscritti difensori, ritenendo la Sentenza de qua errata ed in ficiata da vizi di motivazione dichiarano di proporre ricorso per Cassazione contro la stessa per i seguenti motivi:

Art. 606 lett b) e lett. e) C.p.p. - Violazione di legge processuale penale. In particolare violazione dell'art. 192, 2° comma C.p.p. - Manifesta illogicità, contraddittorietà ed in parte inesistenza della motivazione.
Il processo Pucci ha natura esclusivamente indiziaria il che comporta che il Giudice può trarre il s uo libero convincimento dall'apprezzamento discrezionale degli elementi indiziari prescelti purché dotati dei requisiti legali della gravità, precisione e concordanza. Nella motivazione della Sentenza impugnata si indicano quali elementi indizianti della responsabilità dell'imputato i seguenti fatti:
1) L'essere il Pucci "persona esperta sia delle tecniche di controllo degli animali predatori che dell'uso dei vari tipi di veleno in commercio".
2) L'aver sequestrato la Polizia Giudiziaria vari tipi di sostanze, fra cui ben 50gr. di stricnina, "in un luogo di esclusiva pertinenza dell'imputato, ancorché si tratti di un magazzino il cui accesso non è precluso a terzi".
3) L' interesse che solo il Pucci poteva avere nell'eliminazione dei cani. Secondo il giudicante detti indizi sono gravi, vale a dire resistenti alle obiezioni e perciò convincenti, precisi e cioè non suscettibili di diversa interpretazione per lo meno altrettanto verosimile e concordanti, vale a dire non contrastanti fra loro o con altri elementi certi.

I sottoscritti difensori si rendono conto delle difficoltà esistenti nel proporre il presente ricorso stante che le argomentazioni difensive, almeno apparentemente, possono essere ritenute censure di fatto alla Sentenza impugnata. Così però non è in quanto se è vero che la valutazione del fatto indizi nell'ambito del processo logico applicato in concreto non è sindacabile in sede di legittimità, è altrettanto vero che quella valutazione del fatto indizio deve essere sorretta da motivazione adeguata e logicamente non contraddittoria.

Nel nostro processo invece la motivazione del Giudice di merito appare illogica, contraddittoria ed in parte anche inesistente. Infatti come può sostenersi che il Pucci è persona esperta dell'uso dei vari tipi di veleno in commercio per il fatto che è risultato essere il collaboratore alla gestione dell'Azienda attraverso l'allevamento dei fagiani e delle starne ed è anche presidente della zona di ripopol amento e cattura di Montepaldi.
Che nesso logico ci può essere fra quelle qualifiche del Pucci e la perfetta conoscenza dei veleni?
Non si comprende perché una persona che svolge quelle attività lavorative, debba di conseguenza essere persona esperta "dell'uso dei vari tipi di veleno in commercio" . La sentenza non dà alcuna spiegazione in merito per cui di fatto non è dato conoscere i motivi per i quali quel presunto indizio possa essere ritenuto grave, preciso e concordante ed assurgere così a valenza probatoria; è quindi impossibile verificare la correttezza logico-razionale del ragionamento seguito e delle argomentazioni svolte dal Giudice di merito per qualificare come indizio quella circostanza.

Ed ancora in ordine alla presunta rilevanza ("indubbio spessore probatorio") del ritrovamento della stricnina in un magazzino nel quale svariate persone avevano accesso, si argomenta e si afferma che quel luogo del ritrovamento è di esclusiva pertinenza dell'imputato " ancorché si tratti di un magazzino il cui accesso non è precluso a terzi ".
Quest'ultima circostanza è chiaramente in contrasto con la affermazione precedente e che cioè quel magazzino fosse di esclusiva pertinenza del Pucci.
La motivazione appare pertanto di per sé contraddittoria: il fatto che altre persone avessero la disponibilità di quel luogo contraddice l'affermazione di esclusiva pertinenza a favore dell'imputato.

Ma oltre a ciò la motivazione è del tutto mancante su un punto fondamentale del processo.
Il veleno ritrovato (stricnina e veleno per topi) che si sostiene essere del Pucci, nonostante tutto, cosa ha a che fare con la morte dei cani di cui in imputazione? La motivazione della Sentenza su questo punto è del tutto inesistente. Nessuno è stato in grado di sostenere, né tantomeno la Sentenza, che i bocconi avvelenati che hanno provocato la morte dei cani, fossero stati "confezionati" con parte di quella stricnina oggetto di sequestro. E' un dato di fatto che il Giudice ha del tutto trascurato e ciò costituisce un grave vizio di motivazione che incide sui requisiti minimi di esistenza e di logicità del discorso argomentativo svolto.

E' in sostanza, ad avviso dei difensori, del tutto inesistente l'esposizione delle ragioni giuridicamente apprezzabili per le quali è stato ritenuto che la morte dei cani sia stata provocata da bocconi avvelenati proprio con quella sostanza venefica reperita nel magazzino, che si sostiene contraddittoriamente di esclusiva disponibilità del Pucci.

L'inesistenza di motivazione in ordine a quel punto costituisce quindi violazione di legge.

P.Q.M.

Voglia la Suprema Corte di Cassazione, pronunciando sul presente ricorso, annullare la sentenza n.3084 emessa dal Tribunale di Firenze composizione monocratica in data 28/11/2000 contro Pucci Franco con ogni conseguenziale pronuncia.

Firenze 11/01/2001

 

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28. Comunicato stampa del COORDINAMENTO

 

CLAMOROSA SENTENZA A FIRENZE NEL PROCESSO SUI BOCCONI AVVELENATI: L'IMPUTATO E COLPEVOLE!

DOPO BEN CINQUE LUNGHE UDIENZE DEL PROCESSO INIZIATO NELL'APRILE DEL 2000, IL GIUDICE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE, DOTT.SSA ERMINIA BAGNOLI, HA RITENUTO LA PENALE RESPONSABILITA' DELL' IMPUTATO FRANCO PUCCI IN RELAZIONE AL REATO DI UCCISIONE TRAMITE AVVELENAMENTO DI DUE CANI, NONCHE' DEL REATO DI GETTO PERICOLOSO DI COSE (BOCCONI AVVELENATI).

 

L'IMPUTATO E' STATO CONDANNATO A PENA PECUNIARIA SENZA SOSPENSIONE CONDIZIONALE, AL PAGAMENTO DELLE SPESE PROCESSUALI SOSTENUTE DA TUTTE LE PARTI CIVILI, (LEGA ANTIVIVISEZIONISTA NAZIONALE, UNIONE NATURA ED ANIMALI, AMICI DELLA TERRA,WWF, LEGAMBIENTE TOSCANA, VERDI AMBIENTE E SOCIETA,UNIONE AMICI DEL CANE E DEL GATTO, AMICI DEL MONDO ANIMALE, NONCHE' PROVINCIA DI FIRENZE) ED AL RISARCIMENTO DANNI NEI CONFRONTI DELLE STESSE E DEI PROPRIETARI DEI CANI AVVELENATI.

IL GIUDICE HA DISPOSTO INOLTRE, LA TRASMISSIONE DI COPIA DEGLI ATTI ALL'AUTORITA' AMMINISTRATIVA PER L'IRROGAZIONE DELLE SANZIONI PER LA DETENZIONE ILLECITA ED ABUSIVA DI SOSTANZA FARMACOLOGICAMENTE ATTIVA (STRICNINA) DELLA QUALE E' STATA ORDINATA LA CONFISCA E LA DISTRUZIONE.

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE ED ANIMALISTE CHE COMPONGONO IL COORDINAMENTO CONTRO L'AVVELENAMENTO DI ANIMALI ALLA LETTURA DELLA SENTENZA HANNO ESPRESSO ENORME SODDISFAZIONE PERCHE' SONO STATI RICONOSCIUTI TUTTI GLI SFORZI DA TEMPO PRODOTTI PER FARE EMERGERE QUESTO GRAVE FENOMENO.

IL VALORE DELLA SENTENZA E'ASSOLUTO E SENZA PRECEDENTI IN QUANTO PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA NONOSTANTE IL PROCEDIMENTO FOSSE INDIZIARIO VIENE RICONOSCIUTA LA RESPONSABILITA' PENALE DELL'IMPUTATO PER L'AVVELENAMENTO DEGLI ANIMALI CON I BOCCONI AVVELENATI.

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE IN QUESTA IMPORTANTE OCCASIONE RINGRAZIANO PER LO SFORZO INVESTIGATIVO DELLA POLIZIA PROVINCIALE DI FIRENZE , LE CAPACITA' PROFESSIONALI DEI LEGALI DELLE PARTI CIVILI E LA SENSIBILITA' DELL'AUTORITA' GIUDIZIARIA.

Firenze 28 Novembre 2000

Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste ed Animaliste contro l'avvelenamento degli animali

 

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27. Comunicato stampa del WWF

 

BOCCONI AVVELENATI

IL 21 DI SETTEMBRE ALLE ORE 9.30 LA TERZA UDIENZA DEL
PROCESSO PER LA PRESENZA DI STRICNINA PRESSO L'AZIENDA DI MONTEPALDI (S.CASCIANO)


Presso l'aula penale della Pretura di Firenze in Piazza S.Martino si terrà, il 21 di Settembre alle ore 9.30, la terza udienza del processo contro F.P. iniziato il 6 Aprile 2000 a seguito di ripetuti casi di morte di cani, gatti e daini per avvelenamento da stricnina e cianuro presso l'Azienda agricolo-faunistica di Montepaldi(S.Casciano) gestita dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Firenze.

Nel corso delle precedenti udienze sono emersi ulteriori elementi che potrebbero sostenere l'attribuibilità dei 50 grammi di stricnina ritrovati nell'Azienda di Montepaldi all'imputato e la pericolosità della sostanza infatti con 50 grammi di stricnina possono mirire circa 1000 persone e oltre 3000 cani di media taglia.

Nell'udienza del 21 di Settembre verranno ascoltati dal giudice Bagnoli ulteriori testimoni.

Si sono costituite parte civile al processo le seguenti associazioni:AMA, Amici della Terra, LAN, Legambiente, UNA, Unione del Cane e del Gatto, Verdi Ambiente e Società; Verdi Ambiente e Lavoro e il WWF.


Firenze, 19 settembre 2000

 

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26. Comunicato stampa del COORDINAMENTO

 

BOCCONI AVVELENATI

CONCLUSA A FIRENZE LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO PER LA PRESENZA DI VELENI PRESSO L'AZIENDA DI MONTEPALDI (S. CASCIANO)

LA SENTENZA E' RINVIATA ALLA TERZA UDIENZA IL 21 SETTEMBRE

EMERGONO DATI ALLARMANTI SULLA PERICOLOSITA' DELLE SOSTANZE VENEFICHE PER UOMINI E ANIMALI

 

Presso l'Aula Penale della Pretura di Firenze si è svolta in data odierna la seconda udienza del processo contro F.P., iniziato il 6 aprile u.s. a seguito di ripetuti casi di morte di cani per avvelenamento presso l'Azienda di Montepaldi (S. Casciano) e il rinvenimento di 50 grammi di stricnina in un locale dell'Azienda adiacente all'abitazione dell'imputato.

Sono stati sentiti nuovi testimoni e la sentenza è stata rinviata ad una nuova udienza in data 21 settembre per ascoltare ulteriori testimonianze.

Nell'udienza odierna sono emersi ulteriori elementi che potrebbero sostenere l'attribuibilità della stricnina all'imputato.

In particolare è stata messa in evidenza la pericolosità della sostanza rinvenuta nel locale dell'azienda: 50 grammi di stricnina possono uccidere circa 1000 persone e oltre 3000 cani di media taglia.

Tra i documenti presentati dagli avvocati di parte civile delle Associazioni ambientaliste e animaliste e acquisiti agli atti dal Giudice Bagnoli, vi è anche una relazione di una farmacia del Nord Italia, diffusa dalla Regione Trentino Alto Adige alle altre Regioni, che documentava come ingenti quantità di stricnina venivano acquistate da persone provenienti dal Centro Italia, in particolare da Guardiacaccia.

Anche oggi nell'aula era presente un folto pubblico, a conferma dell'interesse della cittadinanza nei confronti di questo grave e diffuso problema.

Firenze, 20 giugno 2000

Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste e Animaliste contro l'Avvelenamento di Animali

 

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25. Lettera al Prefetto di Firenze

 

Al Prefetto Achille Serra - Prefettura di Firenze

Caro Prefetto,

conoscendo bene, grazie al periodo parlamentare comune, la sensibilità e l'attenzione che ti contraddistingue, mi rivolgo a Te riguardo al tragico fenomeno dei "bocconi avvelenati" che mettono in pericolo la vita di fauna domestica, selvatica e di bambini.

Sono a conoscenza dei contatti che hai gia' avuto con le associazioni ambientaliste ed animaliste toscane ma la gravità della situazione e l'amplificazione del pericolo per la sicurezza pubblica, tanto più con la ripresa delle gite nei boschi con la buona stagione, impone uno sforzo eccezionale.

Ti chiedo dunque di attivare e intensificare tutti i controlli possibili, in particolare per quello che sembra essere un forte legame fra il fenomeno ed il mondo venatorio, così come confermato peraltro ieri in diretta in una trasmissione di RadioRAI.

Disponibile ad incontrarti personalmente, grata fin d'ora per quanto farai, ti invio i più cordiali auguri di buona Pasqua.

On.Annamaria Procacci

Roma 20 aprile 2000

 

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24.  Comunicato Stampa, 28 Marzo 2000

Basta agli avvelenamenti degli animali
LETTERA APERTA DELLA LEGAMBIENTE Di REGGELLO AL PREFETTO DI FIRENZE

 

Nel Valdarno Fiorentino, in particolare nel comune di Reggello, si sta assistendo ad un aumento dei casi di avvelenamento di animali domestici con l'uso di bocconi avvelenati. Solo nel mese di Marzo i casi segnalati sono ormai decine . Non sono invece quantificabili i dati riguardanti gli animali selvatici.

Gli avvelenamenti non avvengono solo nei boschi o tra i viottoli delle campagne, questi criminali, perchè di criminali si tratta, giungono a portare i loro bocconi avvelenati nei parchi pubblici, perfino nei giardini privati. Si fa sempre più evidente il rischio reale che in futuro non siano solo gli animali ad essere le vittime di queste pratiche ignobili, ma possano essere coinvolti anche i nostri bambini.

Purtroppo, malgrado le campagne di informazioni, le denuncie e gli appelli, cani e gatti continuano a morire.

Finora non e' mai stato trovato nessun colpevole. E' evidente come le istituzioni, Regione Province e Comuni non fanno abbastanza.

Siamo ancora in attesa del coordinamento delle Guardie Volontarie, Venatorie, Ecologiche e Ambientali delle varie associazioni venatorie e ambientali che spetta alla Provincia e previsto dalle leggi già oggi in vigore.

Non è stato realizzato la mappatura delle zone più a rischio per i bocconi avvelenati.
Non e' stato istituito un numero verde con il quale i cittadini possano segnalare con urgenza i casi di avvelenamento e chiedere aiuto.

Le cause di queste pratiche che provocano la morte, dopo sofferenze atroci, a centinaia di cani e gatti, sono varie e complesse, e variano a secondo dei casi e dei luoghi dove si gli avvelenamenti si manifestano.
In alcuni casi gli avvelenamenti sono la conseguenza di comportamenti aberranti di una parte del mondo venatorio, in altri c'è chi reagisce con dispetto alla presenza di nuovi residenti ed infine, come è evidente negli ultimi casi, vi è l'azione di mitomani che odiano gli animali.

CHIEDIAMO

che finalmente si ricerchino approfonditamente le cause e si prendano le opportune misure di prevenzione. Ovvero:
a) la tabellazione di "zona a rischio" nelle aree colpite dal fenomeno e l’istituzione, nelle stesse zone, di divieti temporanei di caccia quando si verifichi la correlazione fra casi di avvelenamento ed attività venatoria (iniziative di ripopolamento, ecc.);

b) la verifica del funzionamento e dell’adeguatezza degli Istituti di Analisi competenti, in modo da assicurare una pronta e sicura individuazione delle sostanze tossiche utilizzate;

c) l'introduzione di sistemi di controllo e limitazione del commercio delle sostanze utilizzate;

d) potenziamento dei corpi di Polizia Provinciale, attualmente gravemente sottodimensionati ed impossibilitati a svolgere indagini efficaci.

INVITIAMO INOLTRE IL PREFETTO A VENIRE A VISITARE IL VALDARNO

per rendersi conto di persona di quanto è in corso, e per "incoraggiare" le forze di polizia preposte e le varie amministrazioni, a compiere i passi opportuni per iniziare a contrastare il massacro.


Il Presidente del Circolo
Gabriele Oliva

 

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23.  INTERPELLANZA

 

Prot. Firenze, 24 febbraio 2000

 AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE

OGGETTO: Interpellanza in merito a indagine e primi provvedimenti su bocconi avvelenati

 

Il sottoscritto consigliere regionale

CONSIDERATA la gravità del fenomeno dei bocconi avvelenati che negli ultimi mesi sta avendo una escalation che crea una vera e propria situazione di allarme e si configura come un vero e proprio problema di sicurezza e di ordine pubblico;

CONSIDERATO che tale fenomeno ha raggiunto ormai dimensioni tali da costituire una notizia anche per gli organi di informazione internazionali con gravissime conseguenze sul piano dell’immagine della nostra regione a partire dai flussi turistici legati all’agriturismo rurale;

RICORDATO che il Gruppo VERDI ha presentato una Proposta di Legge "Norme particolari relative al divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate", assegnata alla IV Commissione, che fino ad oggi non è staa esaminata;

VISTO che in data 4 ottobre ’99 il sottoscritto consigliere, in assenza di altri interventi a livello regionale, con una propria lettera indirizzata all’Assessore al Diritto alla Salute, ai Servizi Veterinari delle ASL e ai Corpi di Polizia Provinciale della Toscana chiedeva "i dati a vostra disposizione su fenomeno degli avvelenamenti di animali, in particolare sarebbe importente conoscere:

VISTA la risposta avuta dall’Assessore al Diritto alla Salute, prot. N. 105/33264/05-04 del 15 novembre ’99, dove si concordava "sulla necessità di raccogliere elementi puntuali e tempestivi sull’entità del fenomeno, al fine di prendere i provvedimenti che si riterranno opportuni" e di aver interessato "per competenza, la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari per avviare una specifica rilevazione, fra tutti i medici veterinari del nostro territorio regionale e appena saranno disponibili i pimi dati sarà nostra cura informarLa";

VISTO che ad oggi hanno risposto le ASL di Firenze, Empoli, Lucca, Viareggio, MassaCarrara, Grosseto, Livorno e i Corpi di Polizia Provinciale di Firenze, Livorno, Massa Carrara, Pistoia e Lucca (Arezzo ? – Roggiolani) e che non hanno risposto le ASL di Pisa, Prato, Pistoia, Siena e Arezzo e i Corpi di Polizia Provinciale di Prato, Siena, Grosseto, Pisa;

CONSIDERATO che le mancate risposte dei Servizi Veterinari e dei Corpi di Polizia Provinciale costituiscono una grave forma di negligenza amministrativa per le quali dovranno essere prese adeguate misure che non fanno fare bella figura né alla Regione Toscana né alle Amministarzioni Provinciali;

CONSIDERATO che in molti casi le risposte pervenute dagli uffici delle ASL e dai Copri di Polizia Provinciale dichiarano di non essere a conoscenza o di non aver ricevuto denuncia in merito ad episodi di avvelenamenti di animali o di reperimento di bocconi avvelenati e nello specifico la Polizia Provinciale di Lucca, di Pistoia, di Massa Carrara, di Livorno e la ASL di Firenze.

CONSIDERATO che in genere i servizi delle ASL sembrano essere in possesso di dati limitati rispetto alla reale portata del fenomeno per come viene riportato giornalmente dagli organi di stampa;

CONSIDERATO che non può passare inosservato il fatto che, a fronte della comunicazione dell’Unità Operativa di Sanità Animale della ASL di Firenze che comunica che "nel solo Comune di Firenze non risultano avvelenamenti" mentre invece il Corpo di Polizia Provinciale con una circostanziata comunicazione segnala nei primi nove mesi dell’anno 1999 ben 102 casi con una precisione di eleborazione di dati che costituisce un esempio di come dovrebbe essere affrontato la raccolta di dati e la loro organizzazione su questo problema;

CONSIDERATO che i dati raccolti confermano la gravità della situazione, ed il ritardo con cui le Pubbilche Ammnistrazioni, sia a livello regionale che provinciale, stanno affrontando questo problema;

CONSIDERATO che dai dati raccolti gli avvelenamenti massicci nelle campagne toscane corrispondono ai periodi dei ripopolamenti a fine venatorio.

Interpella

Il Presidente della Giunta Regionale affinché prenda i seguenti provvedimenti urgenti:

 Tommaso Franci

 

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22.   Comunicato Stampa dei Verdi - Toscana - 22 febbraio 2000

 

 

In questi giorni, in pieno centro di Firenze, nei giardini frequentati dai bambini, sono stati gettati, ancora una volta, dei bocconi avvelenati, e alcuni gatti ne sono stati le innocenti vittime.

La settimana scorsa in Provincia di Pistoia, in Valdinievole tra i comuni di Pescia e Uzzano.

Da anni questo fenomeno si ripete in tutti i Comuni e le Provincie della Regione Toscana, migliaia di animali domestici hanno perso la vita per aver ingerito i bocconi avvelenati ed il numero di animali selvatici uccisi è impossibile da stimare, a volte anche i bambini sono venuti a contatto con queste sostanze velenose, come ad esempio a Tavarnelle in Provincia di Siena.

Le pubbliche amministrazioni sono latitanti: da una recente verifica a tappeto del gruppo Verde della Regione Toscana, in cui sono state inviate 40 lettere ai responsabili del settore (usl, polizia provinciale, responsabile caccia e pesca) dei vari capoluoghi di provincia della Regione Toscana, solo in 25 hanno risposto. Siena, Pisa, Prato dopo oltre quattro mesi tacciono…

Solo la Polizia Provinciale di Firenze ha risposto in maniera organica alle richieste con un data-base di 120 avvelenamenti dal 1 di gennaio del 1999 al 30 di settembre del 1999; purtroppo altre relazioni pervenute smentivano i dati inconfutabili della Polizia , segnale questo molto pericoloso, che denuncia la pericolosità di questa pratica in quanto protetta anche dalle amministrazioni pubbliche che invece dovrebbero occuparsi principalmente della salute dei cittadini e dell'ambiente.

I sindaci dei comuni colpiti dal problema, come ora il Sindaco di Firenze, tacciono, anche se sono i tutori della salute pubblica.

I Verdi ed il Coordinamento contro l'avvelenamento di animali hanno studiato una proposta di legge Regionale per arginare e debellare il fenomeno: la proposta di legge n°518 presentata in regione il 16 giugno 1999.

Nessuno però ha iniziato a discuterne, forse le forze politiche giudicano che il problema dei bocconi avvelenati sia di poco conto ma in realtà ci troviamo di fronte ad un problema d'ordine e di salute pubblica.

Le normative attuali, sono del tutto insufficienti a fronteggiare questa strage.

Chiediamo con urgenza una nuova specifica normativa che preveda:

La piaga dei bocconi avvelenati è presente in tutti i comuni della nostra Regione, solo con una presa di posizione da parte delle amministrazioni si potrà sradicare questo fenomeno. I cittadini denunciano da anni questi soprusi spesso sono state aperte delle inchieste che però poi sono state chiuse senza mai trovare i colpevoli.

Come nel caso della Provincia di Arezzo in cui sono stati trovati in alcune aziende faunistico venatorie ingenti quantità di stricnina.

Molti cittadini stranieri residenti in Toscana o semplicemente di passaggio si sono trovati coinvolti in questo problema.

La televisione inglese BBC ha mostrato l'anno scorso un documentario che testimoniava l'agonia dei cani avvelenati e le testimonianze dei loro proprietari ...

Non dobbiamo dimenticare che gli animali domestici sono solo la punta dell'iceberg degli avvelenamenti: gli animali selvatici muoiono a migliaia con grave rischio per le specie protette. La catena alimentare dei selvatici è avvelenata oltre che dai bocconi anche dai resti degli animali morti avvelenati. Nel terreno rimangono i veleni che si riassorbono nell'ambiente.

Rifiutiamo i veleni, salvaguardiamo la terra, gli animali e noi stessi.

 

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21. FRANCIA - LA LEGGE VERDEILLE ANNULLATA DALLA CORTE DEI DIRITTI DELL'UOMO

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Strasburgo, sentenza della Corte europea: "È vietato cacciare nei terreni privati"

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a Strasburgo il 29 aprile ha annullato alcuni articoli di una legge francese del 10 luglio 1964 (detta "Legge Verdeille") per violazione della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo.

La legge Verdeille obbligava infatti tutti i proprietari terrieri la cui proprietà è più piccola di una certa superficie (che varia secondo i dipartimenti) ad aderire ad un'ACCA (Associazione comunale di caccia concordata) che gestisce il suo territorio insieme a quello degli altri proprietari per consentire ai cacciatori l'esercizio della caccia.

Dieci proprietari (Chassagnou, Petit, Lasgrezas, Dumont, Galland, Galland, Petit, Petit, Pinon and Montion), per lo più agricoltori, oppositori della caccia ma i cui terreni erano troppo piccoli per vietare la caccia stessa, hanno fatto ricorso alla Corte. Questa, composta da 17 giudici di diverse nazionalità, ha deciso che il conferimento forzato del diritto di caccia ad un'ACCA è una violazione dell'articolo 222-1 del codice rurale, secondo il quale nessuno può cacciare su un fondo senza il consenso del proprietario, e dell'articolo 1 del primo protocollo della Convenzione; il differente trattamento di grandi e piccoli proprietari è una discriminazione che viola l'articolo 1 del primo protocollo e l'articolo 14 della Convenzione; l'adesione forzata ad un'associazione, come è un'ACCA, è una violazione della libertà di associazione garantita dall'articolo 11 della Convenzione.

La Corte ha concesso ad ogni ricorrente una somma di 30.000 franchi francesi come danni morali.

Il testo della sentenza può essere letto su Internet all'indirizzo: www.dhcour.coe.fr.

 

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20. MOZIONE DEL GRUPPO DEI VERDI

 

PROVINCIA DI FIRENZE

Attività del Consiglio e delle Commissioni - Mozioni presentate

Data 15 Aprile 1999
Gruppo consiliare: Cons. Di Cintio (Verdi) e Turchi (PDS-DS)
OGGETTO: bocconi avvelenati

 

Il Consiglio Provinciale di Firenze,

PRESO ATTO che il fenomeno dei "bocconi avvelenati" sta assumendo proporzioni estremamente preoccupanti in tutto il territorio provinciale dove nell'anno in corso si sono già registrati numerosi casi di mortalità di animali per avvelenamento, che non hanno risparmiato neppure animali di proprietà, con enorme danno per la fauna selvatica e gli animali d'affezione.

CONSIDERATO che l'uso di esche avvelenate costituisce un pericolo per la sicurezza, l'incolumità e la salute pubblica.

RICORDATO che su questa tematica è stato costituito dalle Associazioni ambientaliste e animaliste della Provincia di Firenze, un Coordinamento per portare avanti tutte le iniziative possibili per contrastare questa situazione, avanzando a riguardo precise proposte operative rivolte ai diversi livelli istituzionali interessati;

RITENUTO che il problema sia stato fino ad oggi sottovalutato, e che sia pertanto necessario un impegno urgente anche della Amministrazione Provinciale per poter debellare questa piaga.

Si impegna la Giunta Provinciale ad assumere i necessari atti per contrastare il fenomeno dei "bocconi avvelenati, attraverso urgenti provvedimenti, che prevedano:

1. azioni di informazione e sensibilizzazione delle Autorità Locali, dei settori veterinari pubblici e privati, dell'opinione pubblica, degli agricoltori, degli allevatori, ecc..;

2. distribuzione di opuscoli che indichino zone a rischio e riportino i sintomi causati dall'avvelenamento;

3. attività di controllo del territorio tese alla raccolta e distruzione dei bocconi avvelenati ed alla "bonifica" dell'area;

4. attività di indagine e prevenzione nei confronti dei provocatori e degli autori di detti atti criminali e vandalici.

 

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19. IL GOVERNO ED I BOCCONI AVVELENATI - INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU VELENI

[da: animali@uucp.peacelink.it (Multiple recipients of Animalisti)]

 

GLI ANIMALISTI ITALIANI PROSEGUONO LA MOBILITAZIONE CONTRO I BOCCONI AVVELENATI E CONTRO LA STRAGE DI DECINE DI MIGLIAIA DI ANIMALI

Il Ministro della Sanità, rispondendo giovedì 27 maggio, nell'Aula di Montecitorio, all'interpellanza urgente presentata dagli onorevoli Procacci e Paissan dopo la segnalazione degli Animalisti Italiani della PeTA sulla vendita di un potentissimo veleno – acquistato in Farmacia senza alcuna prescrizione medica da un volontario della PeTA – risponde pilatescamente che:

"In relazione all'atto parlamentare in questione, si comunica innanzitutto che il veleno "Cyonan" non viene più prodotto né distribuito dalla "Farmacia dottori Spalviero" di Tarvisio in provincia di Udine e, pertanto, ogni suo impiego è da considerarsi illegale.

In particolare il Dr. Spalviero Francesco, titolare della suddetta farmacia, interpellato dal Comando Compagnia Carabinieri, ha riferito:

di non trattare più il prodotto commerciale denominato "Cyonan" da circa 10/15 anni;

di aver avuto la licenza per la vendita di tale prodotto sia da parte del Ministero della Sanità, Ufficio del Medico Provinciale di Udine sia della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Assessorato dell'Igiene e della Sanità;

che il Dott. Ottowitz Alfried di Villach, produttore delle fiale, è deceduto da circa 20 anni.

Il predetto Dott. Spalviero non ha escluso che ancora oggi vengano utilizzati contenitori vecchi di "Cyonan", da parte della ditta o di terze persone riportanti le etichette a nome della farmacia di Tarvisio (UD).

Ciò premesso, non si può non prendere nella dovuta considerazione il contenuto dell'interpellanza circa la pericolosità del prodotto e la gravità delle conseguenze del suo utilizzo.

Pertanto, si assicura che, quanto rappresentato dall'On.le interrogante sarà oggetto di tutti i necessari ed opportuni approfondimenti, anche attraverso il coinvolgimento degli organismi sanitari di vigilanza sul territorio nnonchédel Comando Carabinieri per la Sanità.

Si soggiunge, infine che, per quanto attiene all'eventuale implicazione nella diffusione del prodotto da parte di un coordinatore di settore degli agenti di vigilanza venatoria della provincia di Brescia, la prefettura di Brescia ha comunicato che l'Amministrazione Provinciale non è attualmente in possesso di elementi di riscontro in ordine alla condotta attribuita al proprio dipendente.

L'Amministrazione Provinciale ha assicurato comunque di esperire puntuali verifiche al riguardo e di adottare conseguenti provvedimenti una volta accertati eventuali profili di responsabilità".

Nota degli Animalisti Italiani:

Un nostro volontario si è recato presso la Farmacia Spalviero all'inizio del mese di maggio, dopo aver telefonato ed ordinato telefonicamente il veleno "Cyonan", acquistato senza alcuna ricetta, al costo di Lire 140.000 per un totale di 20 fialette.

Il Ministro della Sanità non si è sentito in dovere di convocare il suddetto volontario ma ha preferito non affrontare il problema della diffusione di esche o bocconi avvelenati né di voler perseguire i proprietari della Farmacia.

Negligenza, indifferenza, omissione, interessi, menefreghismo? Non lo sappiamo, ma è a questo punto ancora più urgente l'elaborazione e la presentazione di un disegno di legge che, una volta approvato, possa arginare questo gravissimo fenomeno.

LA RACCOLTA DI FIRME E' L'UNICA ARMA CHE HANNO I CITTADINI PER PRETENDERE ED ESIGERE DAL GOVERNO UNA NUOVA NORMATIVA.

VI SOLLECITIAMO NELLA RACCOLTA DI FIRME: APPROFITTATE DELL'ESTATE PER FIRMARE E FAR FIRMARE AMICI, CONOSCENTI, PARENTI, TURISTI……DOBBIAMO ROMPERE IL MURO DELL'OMERTA' E DELL'INDIFFERENZA DI CUI E' PURTROPPO AL MOMENTO VITTIMA ANCHE IL NOSTRO GOVERNO.

…….MA LE VERE VITTIME RIMANGONO LORO, I CANI ED I GATTI, GLI ANIMALI SELVATICI CHE OGNI GIORNO MUOIONO E CONTINUERANNO A MORIRE A CAUSA DELLA NOSTRA INDIFFERENZA ED INSENSIBILITA'.

I moduli per la raccolta delle firme possono essere richiesti a:

Animalisti Italiani della PeTA - Via degli Ontani 32 – 00172 Roma - Tel 06-23.23.25.69 Fax 06-23.23.25.98
Email: peta@mclink.it

I moduli per la raccolta delle firme possono essere fotocopiati e devono essere restituiti entro il 31 dicembre 1999.

Walter Caporale - Presidente Animalisti Italiani della PeTA

Roma, Ufficio Stampa - Tel 06-23.23.25.69 0335-52.74.688 - E-mail: peta@mclink.it
http://members.exploit.it/animalistiit/

 

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18. Bocconi avvelenati: continua la battaglia degli animalisti italiani della PeTa

[da: animali@uucp.peacelink.it (Multiple recipients of Animalisti)]

 

STRAGE DI ANIMALI CON BOCCONI AVVELENATI

PETA E VERDI SMASCHERANO VENDITA VELENO PER STERMINARE LUPI E VOLPI

OGGI IL GOVERNO RISPONDE IN PARLAMENTO

Sono decine di migliaia i cani, i gatti e gli animali selvatici che ogni anno muoiono lentamente, avvelenati, tra atroci sofferenze. Esche o bocconi avvelenati vengono disseminati sul territorio per cercare di sterminare quegli animali selvatici (volpi, faine, cervi, cinghiali) considerati capaci di competere con le attività di cacciatori, agricoltori, allevatori o tartufari.

"Nelle scorse settimane abbiamo lanciato una Campagna Nazionale contro i bocconi avvelenati" – dichiara Walter Caporale, Rappresentante Italiano della PeTA (People for the Ethical Treatment of Animals), la più grande associazione animalista al mondo che ha tra i suoi testimonial Paul McCartney, Pamela Anderson, Kim Basinger – "con una raccolta di firme e la richiesta specifica al Governo italiano di introdurre una normativa più severa sull'argomento, dopo aver ricevuto centinaia di segnalazioni di avvelenamenti e di ritrovamento di animali morti lentamente tra atroci sofferenze".

"Abbiamo dunque scoperto, insieme al Gruppo Parlamentare Verde, l'esistenza di un veleno altamente tossico che viene reclamizzato come 'la più sicura ed efficace esca per lo sterminio di volpi, lupi e nocivi in genere'. Questo prodotto austriaco, brevettato con il nome di "Cyonan" e distribuito in Italia dalla 'Farmacia dottori Spaliviero' di Tarvisio in provincia di Udine è stato acquistato da un attivista della PeTA direttamente dalla Farmacia senza alcuna ricetta medica, dopo averlo prenotato telefonicamente.

Si tratta dell'ennesima vergogna a cui il Governo Italiano deve immediatamente porre rimedio, perché sono prodotti di questo tipo che provocano la morte tra atroci sofferenze di decine di migliaia di cani e gatti domestici e randagi, oltre che di altri animali. Il Governo deve rendersi conto anche della grave pericolosità di questi prodotti per i bambini, che possono venirne a contatto e rimanere intossicati giocando nei giardini, nelle aiuole o nei parchi".

"E' scioccante leggere" – conclude Walter Caporale della PeTA – "nella sezione descrittiva del veleno liberamente venduto in Italia che 'due gocce a contatto delle mucose provocano la morte immediata per paralisi del centro respiratorio' e che 'il contenuto di una fiala è sufficiente ad uccidere un animale di 150 kg' – QUINDI ANCHE UNA PERSONA! - e che 'un buon accorgimento è quello di collocare la fiala di veleno nella testa di un uccello morto, da usare come esca'!"

Gli Animalisti Italiani della PeTA chiedono dunque al Governo di approvare un decreto legge che preveda:

1) forme rigorose di controllo nella vendita e detenzione di sostanze velenose con l'istituzione di un registro comunale di chi vende, acquista, detiene tali sostanze e l'indicazione di quantità e motivo d'impiego (come avviene per le armi);

2) chiusura della caccia per almeno un anno nelle aree colpite (come avviene in caso di incendi di zone boschive con il divieto di edificazione);

3) potenziamento della Polizia Provinciale;

4) divieto di effettuare per cinque anni ripopolamenti a fini venatori nelle aree colpite.

Oggi, alle ore 14:30, il Sottosegretario alla Sanità, on. Mangiacavalli, risponderà a Montecitorio, a nome del Governo, all'Interpellanza urgente presentata dagli on. Procacci e Paissan sulla vicenda. Gli Animalisti Italiani della PeTA chiedono al Governo di annunciare, già in questa occasione, la predisposizione di un decreto legge che regolamenti in maniera severa questo settore.

Roma, 27 maggio 1999

Tel 06-23.23.25.69 0335-52.74.688 - E-mail: peta@mclink.it
http://members.exploit.it/animalistiit/

 

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17. COMUNICATO STAMPA - 20 Aprile 1999

"Bocconi avvelenati" all'Impruneta - I Verdi portano la vicenda in Consiglio Comunale

 

Con la primavera la piaga dei bocconi avvelenati ricompare puntuale, e dopo i casi registrati nei Comuni vicini è ora la volta di Impruneta, dove nei giorni scorsi si è avuto il primo caso denunciato quest'anno, con la morte di un cane meticcio femmina in località "Le Sodera", proprio a causa di un boccone avvelenato.

Già in passato vi sono state alcune denunce per avvelenamento di animali, ma troppo spesso per fatti analoghi non viene fatta l'opportuna denuncia. Sull'argomento è intervenuta la consigliera comunale dei VERDI, Costanza Loni che ha presentato un Ordine del Giorno che sarà discusso dal Consiglio Comunale.

Nel documento si sottolinea che il fenomeno dei "bocconi avvelenati" sta assumendo proporzioni estremamente preoccupanti anche nei Comuni del circondario, con numerosi casi di mortalità di animali per avvelenamento, che non hanno risparmiato neppure animali di proprietà, con enorme danno per la fauna selvatica e gli animali d'affezione.

"Ma l'uso di esche avvelenate - ricorda Loni - oltre a causare la morte tra atroci sofferenze dei molti animali avvelenati, costituisce un serio pericolo per la sicurezza, l'incolumità e la salute pubblica; il problema non può quindi essere sottovalutato, ma è anzi necessario un impegno urgente anche degli Enti Locali per poter debellare questa piaga".

Il documento presentato della consigliera dei Verdi, raccoglie le proposte operative avanzate su questo tema dal Coordinamento delle Associazioni ambientaliste e animaliste che si è costituito a livello provinciale, ed impegna l'Amministrazione Comunale ad assumere i necessari atti per contrastare il fenomeno dei "bocconi avvelenati, con urgenti provvedimenti, che prevedano:

1. azioni di informazione e sensibilizzazione delle Autorità Locali, dei settori veterinari pubblici e privati, dell'opinione pubblica, degli agricoltori, degli allevatori, ecc..;

2. distribuzione di opuscoli illustrativi del fenomeno, che riportino i sintomi causati dall'avvelenamento, contenenti le prime essenziali indicazioni e suggerimenti da seguire in caso di avvelenamento, nonché delle modalità per la denuncia alla Polizia Provinciale.

3. stesura di una mappatura completa delle zone ove siano stati registrati casi di avvelenamento;

4. tabellazione perimetrale ad ampio raggio delle zone in cui si rinvengono tali esche, con avvisi che segnalino il pericolo;

5. attività di controllo del territorio tese alla raccolta e distruzione dei bocconi avvelenati ed alla "bonifica" dell'area interessata.

Un invito viene inoltre rivolto al Sindaco, affinchè adotti una specifica ordinanza a tutela della sicurezza e della salute pubblica, secondo le peculiari caratteristiche del fenomeno locale, che possa provvedere altre e più rigorose disposizioni; ciò in quanto il Sindaco è Ufficiale di Governo nonché organo periferico dei Ministeri e della Sanità.

VERDI per IMPRUNETA

 

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16. Resoconto dell'incontro tra la Commissione Affari Animali della Regione Toscana e due rappresentanti del Coordinamento.

 

In data 16 aprile in Commissione per gli Affari Animali della Regione Toscana sono stati chiamati come esperti del fenomeno 'Bocconi avvelenati' due rappresentanti del Coordinamento contro l'avvelenamento degli animali, per portare in sintesi il complesso delle conoscenze acquisite in questi ultimi mesi.

Dopo una relazione breve ma completa del problema e delle attuali conoscenze (cause e modalità) esposta dai due rappresentanti del Coordinamento, insieme ad una proposta di possibili interventi immediati, i rappresentanti della Regione nella Commissione si sono voluti riservare la decisione se attivarsi sulla problematica soltanto dopo un'ulteriore verifica della consistenza (come se le continue morti di cani, gatti e animali selvatici non bastassero a dimostrarne la gravità), volendosi accertare in particolare se il fenomeno avviene su scala regionale o è limitato ad alcune province soltanto.

Si è rimandata quindi la discussione su come affrontare il problema ad una prossima riunione (in data da definirsi) dopo l'acquisizione dei dati di cui sopra, nonostante che a questa decisione sia stata contrapposta anche da uno degli stessi componenti della Commissione (rappresentante delle Associazioni ambientaliste e animaliste) l'evidenza dell'ingente numero di animali che nel frattempo morirà.

Anche alla luce di questo ultimo episodio diviene sempre più importante la segnalazione al Coordinamento da parte delle persone che hanno avuto un cane od un gatto avvelenato (anche se si fosse salvato) oppure che hanno trovato un animale selvatico morto in circostanze sospette per avvelenamento.

Abbiamo necessità di conoscere tutti i casi avvenuti per dimostrare quale è la gravità del fenomeno.

 

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15. Firenze, 12 aprile 1999

 

Al Sindaco del Comune di Montaione 

Egr. Sig. Sindaco,

a seguito dei numerosi e gravissimi episodi di morti di cani per avvelenamento avvenuti nel territorio comunale di Montaione, in qualità di Presidente del WWF Toscana e in rappresentanza del Coordinamento contro l'avvelenamento di animali, del quale fanno parte 19 associazioni ambientaliste e animaliste di Firenze, Le scrivo per nuovamente richiamare la Sua attenzione e chiedere un Suo intervento sul tragico problema dei bocconi avvelenati.

Dopo l'assemblea pubblica tenutasi in data 30 marzo u.s. in codesto Comune (alla quale era presente l'Assessore all'Ambiente della Sua Giunta), non abbiamo ancora avuto segnali di iniziative specifiche da parte del Comune. Ciò ci sorprende dal momento che una situazione di questo tipo richiederebbe, a nostro avviso, una risposta urgente e forte da parte dell'Amministrazione Comunale.

Il fenomeno degli avvelenamenti di animali sta assumendo delle proporzioni estremamente preoccupanti su tutto il nostro territorio. Per la folle e criminosa volontà di colpire animali selvatici (volpi, faine, ecc.) nonchè cani e gatti randagi, c'è chi non esita a spargere veleni nelle nostre campagne. Moltissimi sono i casi di morte di cani e gatti, che stanno portando dolore e paura nella cittadinanza; innumerevoli e incalcolabili i danni alla fauna selvatica.

Ma un timore ancora più terribile fa sì che sia assolutamente necessario intervenire con fermezza e senza indugio. Bocconi avvelenati sono stati rinvenuti anche vicino a abitazioni e comunque in zone frequentate regolarmente dalle persone; chi può essere sicuro che una di queste esche non giunga un giorno in mano a un bambino con terribili conseguenze ?

E' per questo che a Lei, quale Sindaco e quindi primo garante della salute dei cittadini e dell'ambiente nonché del rispetto delle leggi, chiediamo una serie di provvedimenti, fra i quali:

* una campagna di informazione della cittadinanza;

* l'individuazione di strumenti capaci di assicurare un preciso mappaggio del fenomeno;

* la tabellazione perimetrale ad ampio raggio delle zone colpite, con avvisi che segnalino il pericolo;

* l'applicazione di misure di tutela nelle stesse aree, quali il divieto temporaneo dell'attività venatoria e delle attività di ripopolamento faunistico a fini venatori;

* la messa in opera di convenzioni (a carico del Comune) con Istituti di analisi in grado di assicurare una precisa      individuazione delle sostanze utilizzate, nonché l'attivazione in collaborazione con la USL di iniziative di bonifica dei terreni colpiti.

Egregio Sindaco, le Associazioni ma soprattutto la cittadinanza attendono una Sua risposta e un Suo intervento.

Confidando in un Suo pronto riscontro, Le porgo molti saluti

Dr. Guido Scoccianti - Presidente WWF Toscana

 

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14. ATTI PARLAMENTARI - CAMERA DEI DEPUTATI - Seduta del 30/3/1999
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN AULA

Anna Maria Procacci. Ai ministri dell'Interno, della Sanità, dell'Ambiente e delle Politiche Agricole.

 

Premesso che:

il fenomeno dei bocconi avvelenati colpisce gran parte del territorio nazionale, dalla Sicilia alla Lombardia, causando la morte o quanto meno atroci sofferenze a numerosi animali, sia domestici che selvatici; in particolare ne restano vittime soprattutto cani, sia randagi che di proprietà, nonché volpi, rapaci ed altri animali protetti con grave danno al nostro patrimonio naturale; le cause di tale fenomeno criminoso sono da ricondurre in primo luogo all'attività di ripopolamento della cosiddetta selvaggina - starne, fagiani, ecc. - di cui gli animali selvatici sarebbero predatori in regime di concorrenza di chi pratica attività venatorie. Non casualmente, lo spargimento di bocconi avvelenati, soprattutto in alcune zone del nostro Paese, avviene in concomitanza con il rilascio di animali "da carniere"; negli ultimi anni all'opera di cacciatori senza scrupoli si è aggiunta quella di chi pretende di tutelare i propri terreni dalla presenza di selvatici attraverso il ricorso a micidiali cocktail di pesticidi; recente esempio è costituito dalla vicenda delle mele avvelenate in Valtellina che hanno provocato la morte di numerosi cervi; il fenomeno ha assunto dimensioni sempre più vaste e preoccupanti, in quanto ormai affligge anche le periferie dei centri urbani, nonché parchi e giardini, con evidente pericolo per l'incolumità delle persone, soprattutto dei bambini; lo spargimento di bocconi avvelenati viola, tra l'altro, l'articolo 727 del Codice Penale sui maltrattamenti degli animali, la legge 281/92 sul randagismo; l'interrogante ha già segnalato al Governo l'intensità del fenomeno, le spese di cani sia randagi che di proprietà, per quanto riguarda alcune zone della Sicilia.

Per sapere:

- se i Ministri interrogati ritengano opportuno vietare per un periodo di almeno cinque anni i ripopolamenti, che sono alla radice degli atti criminosi e che rappresentano inoltre una cattiva pratica venatoria, causa d'inquinamento genetico della fauna autoctona e di dispendio di pubblico denaro. Se nelle zone più esposte e che abbiano mostrato caratteri di recidiva del fenomeno, non ritengano opportuno vietare temporaneamente ogni attività venatoria;

- se vogliano predisporre un più accurato controllo del territorio, in modo particolare nelle aree più provate, soprattutto attraverso l'attività del Corpo Forestale dello Stato;

- se intendano attivare i presidi sanitari sul territorio per procedere alle analisi dgli animali rinvenuti morti e per monitorare il traffico di veleni, come la stricnina, di cui sembra esservi una diffusione illegale e quasi incontrollata;

- se intendano intervenire sugli amministratori locali perché facciano opera di informazione all'opinione pubblica, di prevenzione del fenomeno e di controllo del territorio.

 

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13. Rapporti con le Istituzioni (resoconto di un anno di tentativi da parte del Coordinamento)

 

Il Coordinamento ha avviato una serie di contatti con le Amministrazioni pubbliche (al momento soprattutto dell’area fiorentina), nella convinzione che l’intervento delle Istituzioni sia fondamentale e necessario per ottenere effettivi risultati (oltre che eticamente doveroso e giuridicamente dovuto, dal momento che i rappresentanti delle Istituzioni, Sindaci in testa, sono anche i garanti dell’ordine pubblico e della salute dei cittadini e dell’ambiente).

In quest’ottica è stata inizialmente cercata una collaborazione con la Provincia di Firenze (Assessorato Agricoltura e Caccia), che però è stata in seguito interrotta. Dopo infatti un iniziale interessamento, che ha visto anche la convocazione di un’assemblea-dibattito su questo tema (con la partecipazione dei Sindaci dei Comuni in quel momento più colpiti, delle Associazioni ambientaliste e animaliste, nonché di alcuni rappresentanti di Associazioni venatorie), in realtà non è stato possibile giungere ad una effettiva e concreta collaborazione a causa della "diversità di vedute" sul fenomeno: sia per quanto riguardava la sua entità - ampiamente e sistematicamente sminuita dalla Provincia - sia e soprattutto per la determinazione di non voler indicare l’attività venatoria fra le attività e le motivazioni connesse al fenomeno degli avvelenamenti.

Il Coordinamento sta attualmente cercando di aprire fattive collaborazioni con i singoli Comuni.

Sono state quindi inviate due successive lettere a tutti i Sindaci della Provincia di Firenze, per chiedere la loro disponibilità ad impegnarsi su questo problema, con l'indicazione di tutta una serie di possibili interventi che potrebbero essere realizzati dalle Amministrazioni Comunali.

Fra tali possibili interventi, i più importanti sono: la tabellazione delle aree colpite come ‘zona a rischio’; una campagna di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza; un impegno nel mappaggio del fenomeno; la stipula di convenzioni con laboratori di analisi per l’individuazione delle sostanze utilizzate; la chiusura temporanea dell’attività venatoria nelle aree dove siano stati riscontrati ripetuti casi di avvelenamento.

Solo una minoranza dei Sindaci ha, finora, risposto alle nostre lettere. In alcuni di questi Comuni speriamo di poter arrivare ad una effettiva collaborazione e ad alcune iniziative concrete. Continueremo comunque ad insistere con tutte le Amministrazioni Comunali. In questo senso, sicuramente importante è anche l'attivazione dei cittadini, allo scopo di far capire ai nostri Amministratori che l’orrore per l'estensione del fenomeno degli avvelenamenti è realmente diffuso in tutta la popolazione, e che un intervento forte e rapido non è più rinviabile.

Marzo 1999

 

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12. Lettera del Capogruppo dei Verdi ai Consiglieri comunali dei Verdi della Provincia di Firenze

 

Ai Consiglieri Comunali, Agli Assessori ed ai Portavoce dei Verdi nei Comuni ella Provincia di Firenze

OGGETTO: Campagna contro i bocconi avvelenati.

Facciamo seguito a quanto concordato nell'incontro svoltosi lo scorso 16 gennaio a Firenze, tra Consiglieri Comunali, Assessori e portavoce dei verdi, con i rappresentanti del coordinamento delle associazioni Ambientaliste ed Animaliste, in merito alle iniziative da attivare a livello locale sul fenomeno dei "bocconi avvelenati".

Durante l'incontro furono consegnati i materiali sulla campagna (analogo materiale è stato fatto pervenire alle realtà locali che non avevano potuto essere presenti) affinché i consiglieri e gli assessori dei Verdi potessero attivarsi per una immediata opera di promozione, presso i rispettivi Comuni, per l'adozione di iniziative quali:

Distribuzione capillare negli Uffici e luoghi pubblici di un opuscolo illustrativo del fenomeno, contenente prime essenziali indicazioni e suggerimenti da osservare in caso di avvelenamento, e spiegazioni sulle modalità della necessaria denuncia alla Polizia Provinciale.

* Affissione di un manifesto di segnalazione del rischio ai cittadini nei Comuni nel cui territorio il fenomeno si e' verificato e l'impiego di apposita cartellonistica di avvertimento nelle zone coinvolte dal fenomeno.

A distanza di un mese e mezzo - essendo già avvenuti nuovi casi di avvelenamento nel '99 - occorre fare un urgente verifica delle iniziative e dei risultati che i Verdi sono stati in grado ad oggi di attivare localmente, a riguardo si chiede quindi che sia fatta pervenire al più presto una relazione informativa, allegando anche eventuale documentazione (lettere, ordini del giorno, mozioni, rassegna stampa, ecc..).

Cordiali saluti, Alberto Di Cintio (marzo 1999)

P.S.: con l'occasione si invia versione aggiornata della scheda di segnalazione dei casi di avvelenamento, pervenuta dal Coordinamento contro i bocconi avvelenati.

 

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11. Capogruppo dei Verdi alla Provincia di Firenze

 

COMUNICATO STAMPA 21 GENNAIO 1999: TORNANO I "BOCCONI AVVELENATI"

"Quest'anno la piaga dei bocconi avvelenati si ripresenta in anticipo", e già nei giorni scorsi è stato segnalato il primo caso di avvelenamento di un cane a S.Casciano, in località Chiesanuova già conosciuta per fatti analoghi negli anni passati.

E' l'allarme lanciato durante l'incontro svoltosi a Firenze tra il fiorentino "Coordinamento contro l'avvelenamento di animali", ed i consiglieri e gli assessori dei Verdi presenti nei Comuni della Provincia di Firenze, per discutere forme e modi per la promozione della campagna informativa sui "bocconi avvelenati" nei rispettivi Comuni.

Rilevata la preoccupante e crescente diffusione del fenomeno, con rischi sempre maggiori per l'incolumità' collettiva e per la salute dell'ambiente, si è convenuto sulla immediata necessita' di provvedere ad un accurato monitoraggio delle aree territoriali interessate al fenomeno ed alla più' sistematica raccolta delle segnalazioni di avvelenamento o di ritrovamento di bocconi avvelenati.

A rendere difficile fino ad oggi tale indispensabile rilievo delle reali e precise dimensioni del fenomeno, oltre ad un diffuso ed irresponsabile atteggiamento di sistematica sottovalutazione dei rischi (finora assunto da diverse amministrazioni comunali), concorrono anche diversi altri problemi: primo tra tutti la disinformazione tra i cittadini; la complessità' delle procedure di denuncia alla Polizia Provinciale; la scarsa (quando non del tutto assente) collaborazione da parte degli Uffici; la paura di ritorsioni e vendette cui si sentono esposti i cittadini che procedono alla denuncia; il senso di isolamento e di abbandono da parte delle Istituzioni cui sono soggetti comunque tutti coloro che si battono per rompere il silenzio su questo allarmante fenomeno.

Si è quindi riconosciuta l'urgenza di organizzare una estesa ed adeguata campagna di informazione ai cittadini sul fenomeno. In proposito, i consiglieri e gli assessori dei Verdi si sono impegnati per una immediata opera di promozione, presso i rispettivi Comuni, per l'adozione di iniziative quali:

* Distribuzione capillare negli Uffici e luoghi pubblici di un opuscolo illustrativo del fenomeno, contenente prime essenziali indicazioni e suggerimenti da osservare in caso di avvelenamento, e spiegazioni sulle modalità della necessaria denuncia alla Polizia Provinciale.

* Affissione di un manifesto di segnalazione del rischio ai cittadini nei Comuni nel cui territorio il fenomeno si e' verificato e l'impiego di apposita cartellonistica di avvertimento nelle zone coinvolte dal fenomeno.

* Forme di pattugliamento del territorio (da attivare mediante convenzioni con volontari) che, oltre agli indubbi vantaggi di un effettivo controllo del territorio, avrebbe la preziosa funzione di ripulire l'ambiente dai bocconi avvelenati e di inviarli presso i centri di analisi tossicologica.

Il Capogruppo Verdi Provincia Firenze - Alberto Di Cintio

 

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10. SECONDA LETTERA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE DA PARTE DEL COORDINAMENTO

 

Firenze 18 gennaio 1999

Gent.mo. Sig Sindaco di .........

Facendo seguito alla nostra del 15 luglio 1998 e alla Sua cortese risposta, Le vorremmo segnalare che si avvicina il periodo dell’anno in cui, statisticamente, si fa pressante il problema dei "bocconi avvelenati" disseminati sul territorio delle nostre campagne.

Il problema di cui Lei è senz’altro a conoscenza è molto complesso: sicuramente vanno cambiate normative e leggi, in un processo purtroppo molto lungo e difficile.

Ma c'è qualcosa che invece può essere fatto subito (e che sicuramente rappresenta un preciso dovere per tutti i Sindaci): informare opportunamente la popolazione del problema, affinchè i danni possano essere ridotti al minimo e ci possa essere maggiore sorveglianza e coscienza del problema.

Le chiediamo pertanto di voler distribuire il pieghevole informativo e la scheda di denuncia che alleghiamo in tutti gli Uffici Comunali e presso le sedi (presenti nel Suo Comune) dei Vigili Urbani, dei Carabinieri e delle ASL.

La stampa e la relativa distribuzione del predetto materiale dovrà essere cortesemente a V.ro carico.

Sarebbe infine molto opportuna la stampa di un manifesto di avviso alla popolazione - che potremmo, se Lei vuole, concordare insieme - da affiggere nei Vostri appositi spazi, soprattutto nei periodi in cui il fenomeno si è statisticamente manifestato con maggiore frequenza: generalmente dall’inizio del mese di marzo alla fine del mese d’agosto.

Grati alla Sua cortese disponibilità, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Il Coordinamento Contro l'avvelenamento Di Animali

 

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9. RESOCONTO DELL'INCONTRO DI SABATO 16/01/99 tra il Coordinamento Associazioni Ambientaliste e Animaliste contro l'avvelenamento di Animali ed i Consiglieri dei Verdi alla Provincia di Firenze.

 

Su richiesta del fiorentino "Coordinamento contro l'avvelenamento di animali", il Consigliere dei Verdi alla Provincia di Firenze Alberto di Cintio ha organizzato sabato 16/01/99 un incontro tra il Coordinamento stesso ed i consiglieri e gli assessori dei Verdi presenti nei Comuni della Provincia di Firenze, per discutere forme e modi per la promozione della campagna informativa sui "bocconi avvelenati" nei rispettivi Comuni.

Rilevata la preoccupante e crescente diffusione del fenomeno, con rischi sempre maggiori per l'incolumità' collettiva e per la salute dell'ambiente (attestata anche dalla raccolta avvenuta in breve tempo di più' di 4000 firme di denuncia, per lo piu' di persone che hanno perduto cani e gatti per i bocconi avvelenati), si conveniva sulla immediata necessita' di provvedere ad un accurato monitoraggio delle aree territoriali interessate al fenomeno ed alla più' sistematica raccolta delle segnalazioni di avvelenamento o di ritrovamento di bocconi avvelenati.

A rendere difficile fino ad oggi tale indispensabile rilievo delle reali e precise dimensioni del fenomeno, oltre ad un diffuso ed irresponsabile atteggiamento di sistematica sottovalutazione dei rischi (finora assunto da diverse amministrazioni comunali), concorrono anche diversi altri problemi: primo tra tutti la disinformazione tra i cittadini; la complessità' delle procedure di denuncia alla Polizia Provinciale; la scarsa (quando non del tutto assente) collaborazione da parte degli Uffici; la paura di ritorsioni e vendette cui si sentono esposti i cittadini che procedono alla denuncia; il senso di isolamento e di abbandono da parte delle Istituzioni cui sono soggetti comunque tutti coloro che si battono per rompere il silenzio su questo allarmante fenomeno.

Conseguentemente si e' riconosciuta l'urgenza di organizzare una estesa ed adeguata campagna di informazione ai cittadini sul fenomeno. In proposito, i consiglieri e gli assessori dei Verdi si sono impegnati per una immediata opera di promozione, presso i rispettivi Comuni, per l'adozione di iniziative quali:

L'incontro si e' quindi concluso nella reciproca speranza di avere presto occasione di entrare più operativamente nel merito delle singole iniziative.

Inviamo a coloro che non hanno potuto partecipare all'incontro i materiali consegnati sull'argomento.

Vi chiediamo inoltre di contattare il Coordinamento delle Associazioni (c/o WWF - tel. 055/477.876) per avere ulteriori informazioni su questa importante iniziativa, per iniziative specifiche, per segnalare la vostra attività in merito a livello locale (CHE VIVAMENTE SOLLECITIAMO) e le risposte che vengono dalle Amministrazioni Comunali.

Il Capogruppo Verdi Alberto Di Cintio

 

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8. Aggiornamento alla Gazzetta Ufficiale 06/09/98, 310.

 

Sanità Pubblica. B) Disposizioni fondamentali e di carattere generale Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265 (1)

Sezione III - Del commercio di sostanze velenose

146. Chiunque, non essendo farmacista o commerciante di prodotti chimici, di droghe o di colori, fabbrica, detiene per vendere, vende o in qualsiasi modo distribuisce sostanze velenose, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 100.000 a lire 1.000.000 (146/a). I farmacisti, i droghieri, i fabbricanti di prodotti chimici autorizzati a tenere sostanze velenose e coloro che per l'esercizio della loro arte o professione ne fanno uso, se non tengono tali sostanze custodite in armadi chiusi a chiave e in recipienti con l'indicazione del contenuto e con il contrassegno delle sostanze velenose, sono puniti con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda non inferiore a lire 400.000 (146/b) (147)

147. I farmacisti, i droghieri, i fabbricanti di prodotti chimici e chiunque in qualsiasi modo faccia commercio di colori e prodotti chimici per uso industriale ed agricolo non possono vendere sostanze velenose che a persone conosciute o che, non essendo da loro conosciute, siano munite di un attestato dell'autorità di pubblica sicurezza indicante il nome ed il cognome, l'arte o la professione del richiedente, e dimostrino di aver bisogno delle sostanze per l'esercizio dell'arte o della professione. In ogni caso debbono notare in un registro speciale da presentarsi all'autorità sanitaria a ogni richiesta, la quantità e la qualità delle sostanze velenose vendute, il giorno della vendita col nome e cognome e domicilio, arte o professione dell'acquirente.

Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da lire 40.000 a lire 400.000. A detta pena può essere aggiunta la sospensione dell'esercizio della professione o dell'arte fino a tre mesi.

(1) Pubblicato nel Suppl. ord. alla Gazz. Uff. 9 agosto 1934, n.186 (146/a). La misura della multa è stata così elevata dall'art.3, L. 12 luglio 1961, n.603, riportata alla voce SANZIONI PECUNIARIE IN MATERIA PENALE (AUMENTO DELLE), nonché dall'art.113, primo comma, L. 24 novembre 1981, n.689, riportata alla voce ORDINAMENTO GIUDIZIARIO. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art.32 secondo norma, della citata l. 24 novembre 1982, n.689.

(146/b). La misura della multa è stata così elevata dall'art.3, L. 12 luglio 1961, n.603, riportata alla voce SANZIONI PECUNIARIE IN MATERIA PENALE (AUMENTO DELLE), nonché dell'art.113, primo comma, L. 24 novembre 1981, n.689, riportata alla voce ORDINAMENTO GIUDIZIARIO. Per effetto dell'art.26 c.p. l'entità della sanzione non può superare lire 2.000.000. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art.32, secondo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n.689.

(147) Vedi, anche, l'art.81, R.D. 3 febbraio 1901, n.45, riportato al n.B/1.

 

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7. NASCE IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E ANIMALISTE PER AFFRONTARE LA GRAVE PROBLEMATICA DEI BOCCONI AVVELENATI 

 

Il susseguirsi negli ultimi mesi di episodi di morte di cani per avvelenamento ha portato ancora una volta allo scoperto una piaga silenziosa che sempre di più colpisce le nostre campagne: le esche e i bocconi avvelenati.

Ma perché c’è chi semina morte sul nostro territorio? L’obiettivo in genere è quello di colpire i predatori selvatici (volpi, faine e simili), una assurda e insensata caccia alle streghe con gravissimo danno per questi animali ma anche per cani e gatti domestici e pericolo per le stesse persone, in particolare i bambini che possono venire a contatto con i veleni disseminati in natura.

La situazione è di grave allarme, con numerosi casi di avvelenamento negli ultimi mesi in molti Comuni della Provincia di Firenze.

Per questo le Associazioni ambientaliste e animaliste di Firenze hanno deciso di costituire un Coordinamento su questa tematica per portare avanti insieme tutte le iniziative possibili, insieme alle Istituzioni. Partecipano al Coordinamento: AISPA, ALT, AMA, Amici del Cane, Amici del Cane e del Gatto, Amici della Terra, Bisarca, Infotime, LAN, LAV, Lega Difesa del Cane, Legambiente, LIDA, LIPU, ProNatura, UNA, Verdi Ambiente e Società, Verdi Provincia di Firenze, WWF.

Purtroppo la diffusione dei bocconi avvelenati è un problema di difficile soluzione sia per la scarsa sorveglianza sul territorio sia perché queste pratiche appaiono fortemente radicate in alcuni ambienti del mondo venatorio, nei quali vi è chi non esita a disseminare veleni per salvaguardare qualche fagiano o qualche lepre dalla normale predazione naturale.

Gli obiettivi e le richieste che il Coordinamento delle Associazioni intende portare avanti, e per le quali chiede l’impegno e la collaborazione delle Pubbliche Amministrazioni, sono:

Mappaggio del fenomeno

Sensibilizzazione e informazione sul problema

Interventi

Firenze, 20 luglio 1998 - Coordinamento Contro l’Avvelenamento degli Animali

 

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6. PRIMA LETTERA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE DA PARTE DEL COORDINAMENTO

 

Firenze, 15 luglio 1998

Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Firenze

Egr. Sig. Sindaco

Il fenomeno degli avvelenamenti di animali sta assumendo delle proporzioni estremamente preoccupanti in tutta Italia. Gli obbiettivi di coloro che disseminano sul territorio esche avvelenate sono cani vaganti o randagi, gatti, ma anche animali selvatici quali topi, talpe, volpi, tassi, mustelidi, corvidi e rapaci, tutti considerati competitivi per le attività venatorie e causa di danni all'agricoltura, al pollame, alla selvaggina o agli allevamenti.

Le sostanze piu comunemente usate sono: METALDEIDE, DlCUMAROLICI, ORGANOFOSFORICI, ORGANOCLORURATI e CARBAMATI, GLICOLE ETILENICO, CIANURO, FOSFURO DI ZINCO e STRICNINA.

L'approvvigionamento di tali sostanze varia secondo la tipologia, potendo avvenire purtroppo per alcune di esse anche in comuni negozi e in rivendite autorizzate di prodotti per la zootecnia, l'agricoltura o l'ortifloricoltura (ove la commercializzazione di sostanze tossiche non è controllata).

In molti Comuni della provincia di Firenze da qualche anno assistiamo ad un'alta mortalità per avvelenamento, che non ha risparmiato neppure animali di proprietà, con enorme danno per la fauna selvatica e gli animali d'affezione.

Di fronte a questa situazione, le Associazioni ambientaliste e animaliste di Firenze hanno deciso di costituire un Coordinamento su questo problema, per organizzare con maggior forza tutte le iniziative possibili assieme anche alle Istituzioni.

Partecipano al Coordinamento: AISPA, ALT, AMA, Amici del Cane, Amici del Cane e del Gatto, Amici della Terra, Bisarca, Infotime, LAN, LAV, Lega Difesa del Cane, Legambiente, LIDA, LIPU, ProNatura, UNA, Verdi Ambiente e Società, Verdi Provincia di Firenze, WWF.

Ricordando che chiunque sia responsabile di aver causato la morte degli animali tramite esche avvelenate, oltre a contravvenire alle leggi italiane per la tutela degli animali - legge 281/91; legge 473/94 (mod. 727 c.p.) - contravviene anche alla legge che vieta la dispersione di sostanze tossiche sul territorio.

Si rendono pertanto necessari ed urgenti i seguenti provvedimenti:

1 - azioni di informazione e sensibilizzazione delle Autorità locali, dei settori veterinari pubblici e privati, dell'opinione pubblica, degli agricoltori, allevatori, etc.;

2 - stesura di una mappatura completa, a livello provinciale, delle zone ove si sono registrati casi di avvelenamento;

3 - attività di controllo del territorio tese alla raccolta e distruzione dei bocconi avvelenati ed alla-"bonifica" dell'area;

4 - tabellazione perimetrale ad ampio raggio delle zone in cui si rinvengono tali esche, con avvisi che segnalino il pericolo;

5 - qualora si tratti di zone agro-silvo-pastorali, l'interdizione "ope legis" di ogni attività venatoria e cinofilo-venatoria per almeno un anno. Si ricorda che è facoltà e dovere del Comune richiedere alla Provincia di vietare l’esercizio venatorio per un anno in zone determinate "quando ricorra la necessità di proteggere la fauna selvatica per insufficiente consistenza faunistica, per la salvaguardia dell’ambiente, per la tutela dell’incolumità delle persone … ed altre calamità" (Legge regionale n. 3/94, art. 33, comma 5);

6 - forme rigorose di controllo della vendita e detenzione di sostanze velenose e/o pericolose, (fermo restando l'art. 146 T.U.L.S. e l'art. 81 R.D. 3/2/1901 n. 45), come ad esempio l'istituzione di un registro (comunale) di chi vende/acquista/detiene tali sostanze, con indicazione di quantità, motivo d'impiego, etc.;

7 - allorquando si rinvengano animali (domestici o selvatici) morti, oppure bocconi sospetti, polpette e simili, questi dovranno essere consegnati all'A.U.S.L. e/o ad un Istituto zooprofilattico per l'esame tossicologico e il referto medico, con la trasmissione dei risultati ad una "banca dati" provinciale da creare;

8 – adozione obbligatoria da parte del sindaco di una ordinanza a tutela della sicurezza e della salute pubblica, secondo le peculiari caratteristiche del fenomeno locale, che possa provvedere altre e più rigorose disposizioni: ciò in quanto il Sindaco è Ufficiale di Governo, nonchè organo periferico dei Ministeri e quindi anche di quello della Sanità, nonchè ai sensi e per gli effetti dell'art. 3 del D.P.R. 31/311979;

9 - l'applicazione dell'art: 650 C.P. per i trasgressori;

10 - diffusione di opuscoli che indichino le zone a rischio e riportino i sintomi causati dall'avvelenamento.

Si ritiene inoltre opportuno la revoca dell’autorizzazione degli istituti faunistico-venatori ove si sia riscontrata la presenza di bocconi avvelenati.

Chiediamo quindi a codesto Comune che voglia adoperarsi con il massimo impegno e la massima urgenza per contrastare questo fenomeno.

Disponibili per qualsiasi collaborazione e approfondimento del problema, rimaniamo in attesa di una Sua gradita risposta.

Distinti saluti.  Coordinamento contro l’Avvelenamento degli Animali

 

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5. Atti parlamentari - 17691 - Camera dei Deputati - XIII Legislatura - allegato B ai resoconti

 

Seduta del 2 giugno 1998

Interrogazione On. Anna Maria Procacci

Ai Ministri dell’interno, delle politiche agricole e della sanità

Per sapere – premesso che:

il fenomeno dei bocconi avvelenati è purtroppo una pratica "tradizionale" di una parte del mondo venatorio al fine di eliminare gatti domestici, cani vaganti, liberi o di proprietà, volpi, rapaci eccetera, nel malinteso intento di chi spera di contrastare la competizione di questi naturali predatori che approfittano della selvaggina d’allevamento immessa nelle aziende faunistiche venatorie, nelle zone di ripopolamento e di cattura;

le esche, pezzi di carne con fialette di potenti veleni, uccidono migliaia di animali sia domestici che selvatici, soprattutto dove la pressione venatoria è più forte;

sembra che, sino a qualche anno fa, nel Triveneto venissero importate illegalmente dall’Austria tra le cinquemila e le diecimila fialette di stricnina all’anno; attualmente, invece, esche di diserbanti e di pesticidi sono preferite per la maggiore facilità di reperimento sul mercato;

il fenomeno potrebbe coinvolgere, poi, anche bambini che ignari del pericolo, incautamente frequentano zone a rischio e possono entrare in contatto con le fialette, letali per inalazione o per semplice contatto cutaneo;

se quanto esposto non costituisca materia per disporre opportune misure di controllo specialmente nelle aree dove si pratica l’attività venatoria;

se non si ritenga opportuno rendere obbligatorie per le Asl le analisi su animali la cui morte sia da imputarsi in modo certo o anche sospetto ad avvelenamento.

(4-17896)

 

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4. Atti Parlamentari - 17078 - Camera dei deputati XIII Legislatura - allegato B ai resoconti

 

Seduta del 13 maggio 1998

Interrogazione On. Anna Maria Procacci

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai ministri dell’ambiente, della sanità, di grazia e giustizia e dell’interno,

Per sapere -- premesso che:

nei territori a più intensa attività venatoria, dove maggiore è l'esigenza di tutelare la selvaggina dalla concorrenza predatoria dei cani randagi, si verifica frequentemente che, nei periodi di sospensione della medesima attività, vengano sparsi bocconi avvelenati che, provocando ricorrenti morie di cani randagi e non randagi, lasciano indenni soltanto i cani da caccia che, proprio in questi periodi, non vengono portati in giro; tali esche, composte prevalentemente da stricnina e da altre sostanze non soggette a decadimento, costituiscono un serio pericolo per la popolazione e soprattutto per i bambini per i quali una passeggiata in campagna (in qualche caso le esche avvelenate sono state trovate anche in prossimità di abitazioni) può trasformarsi in vera e propria tragedia, perché basta che portino alla bocca uno di questi bocconi per rimanere avvelenati.

Se quanto esposto in premessa corrisponde al vero;

se siamo a conoscenza delle indagini svolte dal Corpo della polizia provinciale di Firenze (località ove i fatti citati in premessa si sono verificati per il terzo anno consecutivo provocando sdegno e timore nella popolazione) che non lasciano dubbi circa la correlazione fra attività venatoria ed il verificarsi dei fatti sopra descritti seppure dovuti ad una "infima minoranza irresponsabile" (relazioni redatte, in merito, dal direttore del Corpo di polizia provinciale, dott. Massimo Matteini, prot.3556 del 18 settembre 1996 e prot.60 del 7 gennaio 1997);

se il Ministro dell’ambiente, per fermare tali accadimenti, non ritenga necessario intervenire predisponendo con una apposita iniziativa normativa (analoga a quella che vieta l’edificazione nei territori boschivi incendiati), che funga da deterrente e vieti l’esercizio dell’attività venatoria, nei territori teatro dei fatti citati in premessa, per la stagione successiva al verificarsi degli stessi;

se il Ministro dell’ambiente non ritenga che tale norma sia un’occasione per dimostrare che l’attenzione per gli animali non è unicamente alla sterilizzazione del pit-bull ;

se il Ministro della sanità non ritenga che tale norma possa contribuire a tutelare la salute pubblica riducendo il rischio di avvelenamenti;

se il Ministro di grazia e giustizia non ritenga opportuno promuovere ispezioni per accertare le cause della scarsa applicazione dell’articolo 727 del codice penale (maltrattamenti animali) e di ottenere maggiore attenzione da parte delle procure su questa norma;

se il Ministro dell’interno non ritenga che tale norma, isolando le persone irresponsabili e dando certezze a tutte le altre, possa evitare che si aggravi ulteriormente la tensione, già alta (la stampa ne riferisce di continuo) fra cacciatori e proprietari di cani.

(4-17378)

 

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3. Lettera al sindaco di Fiesole (Alessandro Pesci) dell’avvocato Marco Passagnoli

 

Ill.mo Signor Sindaco,

Le rimetto copia della denunzia-querela da me presentata in data odierna presso la Stazione dei Carabinieri di Fiesole, in relazione all’avvelenamento da stricnina dei miei due cani, nonché copia del certificato rilasciato dall’ambulatorio veterinario di Fiesole nella persona del Dott. Eugenio Miceli.

Anche tralasciando il personale rammarico per la perdita di uno dei due cuccioli, morto dopo atroce agonia, alla quale abbiamo assistito impotenti, mi preme far rilevare la notevole pericolosità insita nel comportamento di chi getta bocconi avvelenati nei pressi delle altrui abitazioni (talvolta anche all’interno dei giardini), mettendo a rischio non solo la vita degli animali domestici, ma anche quella delle persone, in particolare bambini, che inavvertitamente possono venire a contatto con le sostanze venefiche utilizzate.

La pericolosità sociale è fin troppo evidente, tant’è che mi risulterebbe essere in corso un’indagine della Procura della Repubblica presso la Pretura Circondariale di Firenze tesa ad accertare le responsabilità in relazione ad episodi analoghi verificatisi nella stessa zona in epoche precedenti, curiosamente tutte prossime all’apertura della caccia (episodi di fine luglio 1996) o al periodo dei lanci di ripopolamento cioè fine marzo/aprile.

Per evitare, fin d’ora il verificarsi di strumentali polemiche e per scongiurare l’eventuale travisamento di quanto esposto, tengo a precisare che non voglio in alcun modo aprioristicamente criminalizzare una categoria come quella dei cacciatori poiché ben potrebbero esserci altre spiegazioni al fenomeno.

Desta in me perplessità il fatto che potenti e micidiali veleni quali la stricnina (la cui vendita e circolazione mi risultano essere rigorosamente regolamentati) possano essere detenuti da soggetti non qualificati che dette sostanze utilizzano per scopi palesemente illegali.

Proprio per l’allarme sociale che avvenimenti simili debbono destare mi auguro, Signor Sindaco, che Ella provveda, con tutta l’urgenza e la determinazione del caso, ad adottare i più idonei ed opportuni provvedimenti affinché episodi del genere non abbiano a ripetersi. Confidando che questa mia "denunzia" trovi adeguata considerazione Le porgo i miei più rispettosi saluti.

Marco Passagnoli Firenze 27 marzo 1997

 

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2. PROVINCIA DI FIRENZE - Corpo di Polizia Provinciale Firenze - mercoledì 18 settembre 1996

 

prot.n°35\96

Al Presidente della Provincia di Firenze, All Assessore all'agricoltura caccia e pesca

Oggetto: Denuncia episodi di intossicazione e uccisione di animali domestici con esche e bocconi avvelenati.

* * * * *

In relazione alla nota del Sindaco di Fiesole (22759 del 4c.m.) nella quale si fa riferimento ad accertamenti di responsabilità di cacciatori per alcuni avvelenamenti si precisa quanto segue:

1)Le indagini svolte in merito ai fenomeni denunciati dai cittadini di Fiesole, e che riguardano una serie di episodi avvenuti nella valle del Mugnone fino al confine con il Comune di Vaglia, non hanno permesso di accertare responsabilità personali specifiche e pertanto i relativi rapporti sono stati trasmessi all'A.G. come denuncie contro ignoti ;

2)Il fatto di non avere individuato con certezza i singoli autori dei fatti criminosi, cosa che avviene nella stragrande maggioranza dei casi segnalati in tutta la Provincia, non significa che non si possano ipotizzare generiche responsabilità e in tal senso non vi sono dubbi sul fatto che vi sia una relazione tra attività venatoria e il verificarsi di tali fenomeni;

3)Nell'ambito degli accertamenti svolti sono state accertate numerose circostanze(minacce e conflitti esasperati tra cacciatori della zona e proprietari dei terreni, concomitanza tra gli avvelenamenti e il lancio di selvaggina per il ripopolamento e comunque sempre con periodi nei quali i cani da caccia non vengono portati in giro ne per l'addestramento ne per l'esercizio della caccia) che non lasciano dubbi sull'esistenza di una relazione tra fenomeni di avvelenamento e lo svolgimento dell'attività venatoria;

4)Le circostanze e le relazioni emerse nelle indagini a Fiesole sono del tutto analoghe a quelle accertate in numerosissimi analoghi episodi(si tratta di decine di casi nell'ambito dell'intera Provincia)e sono state rilevate oggettivamente senza alcuna velleità di generica condanna dei cacciatori ne di alimentare strumentali polemiche contro l'attività venatoria anche perché siamo profondamente convinti che tali comportamenti riguardano comunque una infima minoranza irresponsabile.

Più in generale si ritiene(stante l'inadeguatezza della norma e le difficoltà insite nel fronteggiare e reprimere questi specifici reati) che l'unica possibilità di arginare tali fenomeni che talvolta hanno ripercussione anche sulla pubblica incolumità, vada ricercata nell'adozione di specifici atti da parte dell'Amministrazione che, indipendentemente dall'individuazione del responsabile, possano fungere da deterrente con particolare riferimento a provvedimenti di sospensione dell'autorizzazione per gli istituti faunistici o all'istituzione di specifici divieti di caccia nelle località oggetto dei fenomeni. Se è vero, come è convincimento di questo Corpo, che il motivo principale del verificarsi di tali situazioni è da imputare in larga parte ad un malinteso senso di tutela della selvaggina da parte dei cosiddetti "predatori" l'adozione di tali atti sortirà effetti positivi in quanto andrà ad incidere proprio sui moventi di tali comportamenti. Parallelamente si ritiene utile un opera d'informazione e sensibilizzazione, anche nei confronti dei proprietari di animali domestici al fine d'incentivare comportamenti conformi alle disposizioni concernenti la custodia e l'abbandono degli animali, la tutela della selvaggina e il controllo degli animali inselvatichiti in quanto si è accertato che, non di rado, i fenomeni di avvelenamento si verificano dove è più diffusa l'abitudine di lasciare vagare incustoditi gli animali domestici o vi è una fitta presenza di cani e gatti inselvatichiti.

Per una idonea valutazione dei fatti si allega un prospetto riassuntivo delle segnalazioni pervenute recentemente a questo Comando e si sottolinea come tutti gli episodi denunciati si riferiscono a fatti avvenuti a caccia chiusa e fuori dal periodo dell'addestramento dei cani.

Si resta a disposizione per quant'altro ritenuto necessario.

Il Direttore del Corpo di Polizia Provinciale - Dott.Massimo Matteini

 

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1. Legge Regionale 12 Gennaio 1994 n.3 - Recepimento della Legge Nazionale 11 febbraio 1992. n. 157

 

"Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio"

Art.33, comma 5, divieti speciali di caccia:

Le Provincie, sentiti i Comuni interessati o su richiesta degli stessi, possono vietare per periodi non superiori ad un anno, l'esercizio venatorio in zone determinate, quando ricorra la necessità di proteggere la fauna selvatica per insufficiente consistenza faunistica, per la salvaguardia dell'ambiente e/o delle produzioni agricole, per la tutela della incolumità delle persone, per sopravvenute particolari condizioni stagionali, climatiche, di malattie ed altre calamità. I provvedimenti relativi sono pubblicati a cura delle Provincie. Le Provincie provvedono altresì alla apposizione delle tabelle perimetrali disposte ai sensi dell'art.26.

 

Art.33, comma 8 divieti speciali di caccia:

I comuni hanno la facoltà di vietare la caccia per periodi limitati di tempo, in aree dove, per ragioni turistiche o altre motivazioni, si abbiano concentrazioni di persone che rendano pericoloso l'esercizio di caccia per la pubblica incolumità.

 

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