ASSOCIAZIONE PRO LOCO RIOLO TERME
Sezione di Borgo Rivola

Via Firenze, 150 - Borgo Rivola -
48025 Riolo Terme (Ravenna)
 

Storia
 

Caratteristico il centro storico, esempio di insediamento popolare artigianale e del bracciantato agricolo, attorno alla piazzetta F.lli Villa, uno degli angoli più suggestivi della Vallata. Nei dintorni vi sono i resti di residenze e ville romane e nella località Canova sono stati trovati reperti longobardi.


Piazzetta Fratelli Villa



In località Sasso Letroso ci sono ancora i ruderi del Castello dei Sassatelli, acquistato recentemente dalla famiglia di Loris Capirossi. Attorno al castello dei Sassatelli s'è svolta gran parte della storia militare e civile di queste popolazioni. I Sassatelli erano spesso in lite con iSignori dei Castelli di Serravalle, verso Riolo, e, soprattutto, di Susinana, verso Palazzuolo. Addirittura nel 1296 fu distrutto da Maghinardo Pagani di Susinana. Ricostruito dalla Famiglia Fantolini di Zerfugnano, divenne poi, nel 1371, proprietà di non meglio definiti Signori Imolesi, finché gli eredi Sassatelli riuscirono ad impossessarsene poco dopo il 1400. I nobili Sassatelli ebbero uomini di un certo carisma, sia nell'essere benvoluti, sia come violenti guerrieri implicati in tante battaglie sanguinose, come quella celebre del vicolo Inferno ad Imola. Il più noto fu Giovanni, divenuto celebre con il soprannome di Cagnaccio, affibbiatogli dal generale d'Armagnach, dopo che aveva ucciso a duello nove soldati francesi. I parrocchiani della Costa, trovatisi senza parroco, costituirono loro procuratore Gentile Sassatelli affinché trovasse un rettore da presentare al vescovo d'Imola per l'approvazione.

I Sassatelli ebbero molte ingerenze negli affari parrocchiali e su tutta la popolazione, con momenti di grande stima, come quando venivano date a loro le donazioni per l'erezione di Ospedali (posti letto di accoglienza per i poveri, sorti a Macerato, sulla strada del Bosco, a Paganico) e di grandi liti, in particolar modo all'inizio del secolo sedicesimo, come si riscontra in un atto di pacificazione, stabilito presso il cimitero di S. Stefano della Costa il 20 Aprile 1505. È bene annotare l'antica chiesa di San Martino dei Crivellari (una borgata unica nel suo genere in Italia, perché ha le fondamenta costituite dal gesso di vena), l'Oratorio di Miola (abbandonato e malauguratamente in demolizione), quello di Rivola, dedicato all'Assunta, costruito da don Bartolomeo Rivola nel 1796 e passato poi alla famiglia Giacometti, che l'ha recentemente restaurato.

In località Mongardino c'è ancora "Il mulino del sale" a testimoniare la presenza delle saline di proprietà di Caterina Sforza. In tutta la zona ci sono di nome o di fatto molto luoghi che ricordano le fornaci di gesso, a gestione famigliare, tese a sfruttare la risorsa naturale.



Cava del gesso


La lavorazione artigianale più consistente e completa nell'intero ciclo di lavorazione era gestita dalla famiglia Poggi di Casa Fagosto, da cui partiva il prodotto per i mercati di Imola, Lugo e Faenza. Nel 1957, con l'insediamento dello Stabilimento ANIC di Ravenna è iniziato lo sfruttamento del gesso ad uso industriale.



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