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Cronaca della guerra contro la democrazia    Speciale tensioni internazionali

Islam e Terrorismo

I perchè dell'offensiva all'occidente

Roma 17 Mag - Come nasce il terrorismo islamico: Il prof. Renzo Guolo ci descrive la figura dei fondamentalisti: "usano la religione a fini politici. Considerano irriducibile il conflitto".

Al Qaeda è la lotta santa, la jihad. Da cosa nasce l’odio fondamentalista verso l’occidente, che ha portato all’escalation terroristica registrata dalle cronache in questi ultimi giorni? Quali sono i motivi di questa lotta ‘senza quartiere’ di una parte minoritaria del mondo islamico contro gli ‘altri’, quelli che non hanno giurato fedeltà al profeta Maometto? E' come se dall’undici settembre 2001, la giornata “madre della jihad”, colpendo gli Stati Uniti, sia stata sancita la dichiarazione di guerra al nemico occidentale. Cerchiamo di capire partendo dalla lettura di due versetti del Corano, il libro sacro dell’Islam. Cosa si dice a proposito della guerra?

Come il Cristianesimo, l'Islam permette che si combatta per difesa personale, in difesa della religione o dalla parte di coloro che sono stati espulsi con la violenza dalle loro case. Sono previste alcune regole molto rigide che comprendono il divieto di armare i civili, di distruggere raccolti, alberi o bestiame. Secondo i Musulmani, l'ingiustizia trionferebbe in un mondo ove non vi fossero uomini probi preparati a rischiare la propria vita per una giusta causa. Il Corano dice: “Combattete per la causa di Dio contro coloro che vi combattono, ma non eccedete, perché Dio non ama coloro che eccedono" (Corano 2:190); “Ma se il nemico inclina verso la pace, anche tu inclina verso la pace. E confida in Dio, in quanto Egli è l’Unico, che ascolta e conosce (ogni cosa)” (Corano 2:256). La guerra, perciò, è l'ultima risorsa, ed è soggetta a condizioni rigorose stabilite dalla legge sacra. Il termine jihad letteralmente significa lotta, e i Musulmani credono che ci siano due tipi di jihad. L'altra jihad è lo sforzo intellettuale di studio e di interpretazione delle fonti dell’Islam.

A questo punto è lecito chiedere come sia stata possibile la nascita della frangia fondamentalista. E, soprattutto, domandare cosa ci sia alla base dell’odio fondamentalista verso il modello culturale occidentale. Cerchiamo di dare delle risposte partendo da quanto detto da due dei massimi ideologi del fondamentalismo islamico: l’egiziano Hassan Al-Banna, (fondatore dei “Fratelli Musulmani”) e l’ideologo Sayyid Qutb che, nel 1928, teorizzavano: "Il Corano è la nostra sciabola e il martirio è il nostro desiderio. L'Islam è fede e culto, religione e Stato, Libro e spada. In quanto religione universale l'Islam è una religione confacente a ogni popolo e a ogni epoca della storia umana". Ed ancora: “L'Islam è chiamato per necessità al combattimento se vuole assumere il comando e la guida del genere umano. Essere musulmano significa essere un guerriero, una comunità di credenti perennemente in armi. I combattenti che cadono in battaglia sono martiri della fede perché hanno messo in pratica la Legge di Dio".

A chiarirci meglio le idee è il Prof. Renzo Guolo, docente di Sociologia e Sociologia delle Religioni presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Trieste, uno dei massimi esperti italiani sul mondo dell’Islam. Il professore inizia il suo intervento parlando della figura dei fondamentalisti: “rappresentano - dice - quella parte dell’Islam, costituitasi in movimento politico. Questi usano la religione a fini politici. Questa situazione – continua il prof. Guolo – è possibile in quanto non vi è un’autorità a definire ciò che è dogma. I fondamentalisti islamici ritengono – dice ancora il docente triestino – che, dopo la fase profetica, l’Islam, storicamente, sia andato su binari differenti rispetto al messaggio musulmano. Così facendo, negano 14 secoli di storia della loro religione”. Il professor Guolo, poi, ci dice quanto siano stati importanti gli anni ’20 di questo secolo per la nascita del fondamentalismo: “in quel periodo, in India ed Egitto, si formano movimenti politici tendenti al ritorno all’Islam antico. Padre di questi gruppi, è certamente Qutb. Per capire il personaggio, basta dire che Osama Bin Laden fu allievo del fratello".

Il professore, poi, ci dice come i fondamentalisti giustifichino la morte di 'fratelli musulmani', vittime dell’escalation terroristica di questi ultimi tempi: “tutti coloro che ostacolano il ritorno verso l’antico Islam devono essere respinti, anche se si tratta di musulmani”. E l’occidente? Agli occhi dei fondamentalisti cosa rappresenta? “L’occidente – ci dice il professor Guolo – è l’altra faccia di una sorta di bipolarismo ‘georeligioso’. Da una parte il partito di Dio, dall’altra quello di Satana. L’America – continua il cattedratico – sostiene i governanti ‘empi’, diviene così un bersaglio certo”. La certezza del professor Guolo è che il conflitto “per i fondamentalisti è radicale, irriducibile. Bisogna favorire la nascita di ‘anticorpi’ in grado di contrastare culturalmente ed ideologicamente il divagare del movimento”.

"Il combattimento per Dio (Jihad) non ha altro scopo che Dio stesso, imporre l'ordine divino nel mondo terreno. Perciò i martiri della fede non muoiono veramente, continuano a vivere, cambiano solo forma di vita, come Gesù, figlio di Maria, che non è morto definitivamente sulla croce". "L'Islam è la soluzione" a tutti i problemi: è lo slogan dei Fratelli musulmani e compariva, per esempio, su migliaia di tende offerte dai militanti dell'associazione ai terremotati del Cairo nell'ottobre 1992.

Spalleggiati da una validissima rete di associazioni caritative, i Fratelli si mobilitarono per aiutare decine di migliaia di persone senzatetto superando di gran lunga in efficienza l'intervento statale. Quelle appena accennate sono frasi importanti per capire il fondamentalismo islamico, perché ad esse si sono rifatti numerosi leader di movimenti islamisti. Il fondamentalismo è sempre stato una spina nel fianco di molti regimi arabi e musulmani. Ieri come oggi. Lo stesso Sayyid Qutb fece una brutta fine. Fu fatto impiccare da Nasser nel 1966 dopo quindici anni di carcere. Questo ampio apparato ideologico e propagandistico, usato oggi da diversi movimenti estremisti islamici, minaccia non solo la stabilità di governi e nazioni, ma la stessa civiltà occidentale. Già negli anni venti-sessanta era stata teorizzata la lotta armata contro l'Occidente. I terroristi delle nuove generazioni, spesso giovani kamikaze, non fanno altro che leggere e utilizzare il materiale dei loro antenati. Per loro la morte è martirio, desiderio di martirio. Ma chi sono e dove prosperano gli estremisti islamici che seminano morte e distruzione? È una vera galassia di gruppi che spaziano dal Maghreb al Medio Oriente, all'Asia centrorientale.

(Aggiornato il 17 Maggio 2003 ore 15:00)

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