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i perchè dell'offensiva all'occidente    Speciale tensioni internazionali

Terrorismo e Islam

ITALIA: OLTRE 13.000 GLI OBIETTIVI SENSIBILI PROTETTI

ROMA 08 APR - Cresce la minaccia terroristica ed aumentano anche gli obiettivi sensibili tutelati in Italia. Da poco piu' di 8.000, i luoghi ''sottoposti a speciale vigilanza'' sono passati a 13.421, secondo quanto ha comunicato alla Camera il ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu.
E in vista di Pasqua, una circolare inviata dal Viminale alle questure invita a potenziare i controlli nelle chiese e nei luoghi ''ad elevata concentrazione di persone''. Pisanu ha parlato di un' ''ampia e articolata politica di prevenzione, che va dalle attivita' di intelligence, al controllo del territorio (compresi i 'territori mobili', come i treni e quelli 'virtuali' come internet), alla sorveglianza degli obiettivi sensibili, all' interruzione dei canali di finanziamento, al monitoraggio di ambienti dove la minaccia puo' prendere forma e orientamento''. Naturalmente, ha sottolineato, ''questi dispositivi seguono la sua evoluzione: oggi, per esempio, i luoghi sottoposti a speciale vigilanza sono 13.421''.
Tra gli obiettivi sensibili, su cui vigilano oltre 12.000 uomini
delle forze dell' ordine ci sono sedi istituzionali, diplomatiche e religiose, scuole straniere, rappresentanze americane ed israeliane in Italia, ecc.
Quattromila militari sorvegliano invece i cosiddetti obiettivi fissi: aree esterne a basi, installazioni e caserme Nato e statunitensi, centri di trasmissione e di comunicazione, impianti di erogazione di servizi di pubblica utilita' e relativi snodi, strutture portuali, aeroportuali e ferroviarie, impianti nucleari.
Le stragi di Madrid hanno portato ad attuare misure di vigilanza
anche su possibili obiettivi spagnoli, come l' ambasciata, le sedi consolari, scuole, sedi di compagnie aeree, nonche' su cosiddetti ''soft target'' come treni e stazioni. Oltre agli attentati spagnoli, la circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza fa riferimento anche alla situazione di alta tensione in Iraq.
Si impone cosi' l' esigenza di un' attenta vigilanza nei confronti di chiese e luoghi di culto dove si svolgeranno come ogni anno le tradizionali cerimonie religiose, con la presenza di numerosi fedeli, ''le quali potrebbero costituire obiettivo per azioni terroristiche''. Stessa attenzione dovra' essere assicurata nei confronti dei luoghi ''ad elevata concentrazione di persone, ordinariamente non oggetto di vigilanza''. La nota invita, quindi, a potenziare l' attivita' informativa, investigativa e di prevenzione e a sensibilizzare il personale affinche' vengano effettuati ''accurati controlli e scrupolose verifiche di ogni situazione di allarme o sospetta''.

 (Aggiornato il 08 Aprile 2004 ore 09:00)

 

LA CONVENZIONE DI SCHENGEN

ROMA 17 MAR 2004- Conclusa nel 1985 in un villaggio del Lussemburgo sulle rive della Mosella dal quale ha preso il nome, la Convenzione di Schengen prevede - indipendentemente dalle norme nello stesso senso dell'Unione Europea - la totale abolizione tra i suoi stati membri dei controlli di frontiera sulle persone e un parallelo rafforzamento e armonizzazione dei controlli alle frontiere esterne del gruppo. L'accordo prevede anche un'accresciuta cooperazione giudiziaria, in particolare in tema di estradizione, un'armonizzazione delle norme sui traffici di stupefacenti, armi ed esplosivi e la concessione - per i cittadini stranieri che ne hanno bisogno - di visti d'ingresso comuni. Per funzionare, esso si basa soprattutto su un sistema informativo computerizzato (Sis) che si trova a Strasburgo e nel quale i paesi firmatari devono riversare, mettendole in comune, le proprie liste di persone ricercate o indesiderabili. Fanno parte attualmente di Schengen 15 paesi: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia. Alla Convenzione aderirono inizialmente i tre paesi del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo), la Germania e la Francia, cui si aggiunsero l'Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e l'Austria e nel dicembre 1996 la Danimarca, la Finlandia e la Svezia. Sempre nel dicembre 1996, accordi speciali di cooperazione erano stati conclusi con la Norvegia e l'Islanda, che non fanno parte dell'Ue ma hanno da tempo abolito i controlli di frontiera con gli altri paesi scandinavi. Fuori da Schengen rimasero, per dichiarata volonta', la Gran Bretagna e l'Irlanda. Originariamente, l'abolizione dei controlli doveva scattare il primo gennaio 1993, ma ritardi tecnici e complicazioni politiche ne consentirono una prima, parziale entrata in vigore solo il 26 marzo del 1995. A quella data, la Convenzione comincio' ad essere applicata da Benelux, Germania, Spagna e Portogallo. La Francia segui' nel 1996. Italia e Grecia restarono provvisoriamente fuori per ritardi 'tecnici' (per l'Italia si trattava in particolare della legge sulla protezione dei dati personali computerizzati approvata solo il 19 dicembre 1996 dal Parlamento), mentre l'Austria ebbe il via libera effettivo dal comitato esecutivo di Schengen a partire dal primo dicembre 1997, preceduta dall'Italia che entro' il 26 ottobre di quello stesso anno. Il primo gennaio 2000 fu la volta della Grecia e il 24 marzo 2001 di Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia e Islanda.

(Aggiornato il 17 Marzo 2004 ore 19:30)

 

PORTOGALLO SOSPENDE SCHENGEN PER EUROPEI 2004

LISBONA 17 MAR 2004 - A maggio, prima degli Europei di calcio, il Portogallo reintrodurra' i controlli alle frontiere. Lo ha annunciato il ministro degli Interni portoghese Antonio Figueiredo Lopes.
I controlli erano stati eliminati nel quadro degli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone.
Oltre a Euro 2004 a spingere il Governo ad adottare il provvedimento e' anche il festival 'Rock a Rio' in programma a fine maggio a Lisbona.
''Il governo - ha detto il ministro in parlamento -
ha deciso che in occasione dell'Euro 2004 di calcio e del festival musicale Rock a Rio i meccanismi Schengen non saranno applicati. Il sistema dei controlli alle frontiere sara' ristabilito''.
La prossima estate per gli Europei in Portogallo
e' previsto l'arrivo di circa 500 mila persone, alle quali si aggiungeranno 1,4 milioni di turisti. A fine maggio a Lisbona sono attesi a Lisbona migliaia di appassionati di musica per assistere al festival ''Rock a Rio'', concepito sul modello delle tre precedenti edizioni organizzate in Brasile a Rio de Janeiro.
Intanto sul fronte della sicurezza
il ministro della Difesa portoghese, Paulo Portas, non ha escluso l'impiego anche dei militari a fianco alle forze di polizia per rendere Euro 2004 ''un evento sicuro''. La collaborazione tra militari e forze di polizia - ha concluso il ministro - era comunque ''prevista prima degli attentati di Madrid''.
ATENE 2004: GRECIA, RESTERA' IN VIGORE SCHENGEN - La Grecia intende lasciare in vigore l'accordo di Schengen durante le Olimpiadi del prossimo agosto: si era cosi' espresso, rispondendo ad un domanda dei giornalista, il presidente del Comitato Olimpico greco Lambis Nicolaou, in occasione della riunione ad Atene dei comitati olimpici nazionali, a fine febbraio. Le autorita' greche hanno sempre detto che gli accrediti olimpici avranno al tempo stesso il valore di visto per quanti verranno in Grecia per i Giochi. Non e' pero' noto se i recenti attentati di Madrid abbiamo messo in discussione queste posizioni.

(Aggiornato il 17 Marzo 2004 ore 19:00)

 

4 NORDAFRICANI DIRIGEVANO CELLULA PER ATTENTATI IN ITALIA

ROMA 25 FEB - I quattro cittadini extracomunitari raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere, nell' ambito di un' operazione della Polizia di Stato, coordinata dal procuratore aggiunto della procura distrettuale di Brescia, Roberto Di Martino, sono ritenuti responsabili del delitto di associazione con finalita' di terrorismo, in quanto dal 1998 costituivano e dirigevano una cellula radicale islamica, che puntava al terrorismo e all' eversione dell' ordine democratico.
In particolare, la Polizia di Stato
ha scoperto che la loro attivita' consisteva nella predisposizione di documenti falsi, nella progettazione di attentati e nella raccolta di fondi destinati ad organizzazioni terroristiche o di guerriglia operanti all' estero.
L' indagine e' stata avviata nel 2002,
quando si apprese che era in atto un tentativo di attentato al Duomo di Cremona e ad una fermata della metropolitana milanese. L' episodio e' stato sventato grazie alle perquisizioni fatte congiuntamente dalle Digos di Brescia e Cremona, su decreto della procura distrettuale di Brescia che hanno consentito il sequestro di copioso materiale propagandistico inneggiante alla Jihad.
Nel corso dell' operazione,
peraltro ancora in corso, sono state fatte anche perquisizioni che hanno portato all' individuazione di altri soggetti, di cui si sta al momento valutando la posizione.

(Aggiornato il 25 Febbraio 2004 ore 10:40)

 

ISLAM: MOSCHEA CREMONA ANCORA NEL MIRINO

BRESCIA 24 FEB - C'e' ancora una volta il ruolo ricoperto dalla moschea di Cremona al centro delle indagini condotte dalla Digos di Brescia e coordinate dalla Procura di Brescia, che hanno portato alla richiesta e all'emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare. Secondo quanto e' ribadito nell'ordinanza tutte e quattro le persone destinatarie del provvedimento hanno avuto a che fare, ricoprendo anche ruoli di rilievo, con la moschea. Un'altra persona arrestata, nell'ambito della medesima inchiesta, e in carcere dall'ottobre scorso, Mohammed Rafik, aveva gestito con Trabelsi la moschea. Rafik, che quando si recava a Cremona era solitamente alloggiato presso Boughanemi, venne arrestato nell'ottobre scorso nella citta' del Torrazzo: in quella occasione era ospite di Khalid Khamlich. Infine, El Bohuali era stato imam della moschea di Cremona, prima che si perdessero le sue tracce. Cosi', nell'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Roberto Spano', parlando del luogo di culto islamico cremonese, vengono usate frasi inequivocabili con riferimento al ruolo che gli viene attribuito. Sulla base delle indagini, il giudice sostiene che sussiste ''un profondo legame tra gli indagati, cementati tra loro da una comune matrice ideologica deviata e dal fatto di avere rivestito nel tempo (almeno a partire dal 1998) il ruolo di responsabili religiosi o amministrativi della moschea di Cremona''. Moschea divenuta ''epicentro di un' offensiva integralista in territorio occidentale, o forse piu' esattamente, strategica base logistica in territorio neutrale (e dunque presumibilmente piu' tranquillo) da compiersi in altri Paesi''. Il giudice parla poi della ''formazione terroristica insediatasi'' a Cremona: una cellula 'dormiente' dedita nei momenti di 'sonno' all'opera di reclutamento, indottrinamento e addestramento degli adepti e nei momenti di 'veglia' ad attivita' di finanziamento, fiancheggiamento ed esecuzione diretta ''di azioni violente''. Con riferimento a quanto accadeva nella moschea si usano termini come ''focolaio eversivo'' che appare ''lontano dall' essere spento'', con il ''copione delle prediche'' che non e' mutato se e' vero che nel dicembre 2003 ''oltre ad inneggiare alla vittoria dei mujaheddin in nome di Allah'' si insiste ''sull'impossibilita' di punti di contatto tra cristiani e musulmani e sull'idea che 'la religione diventi una spada sul collo dei cristiani, perche' la terra crolli sotto i loro piedi come in un terremoto, perche' le loro bombe scoppino su di loro e sui loro figli'''.

(Aggiornato il 24 Febbraio 2004 ore 10:40)

 

CATTURATI DA POLIZIA BR ALGRANATI E FALESSI

ROMA 14 GEN - I brigatisti Rita Algranati e Maurizio Falessi sono stati catturati dalla polizia di Roma. I due sono in Questura negli uffici della Digos.
I due latitanti sono stati catturati all' aeroporto del Cairo
. L' operazione e' stata condotta dagli investigatori romani con la collaborazione dei servizi di sicurezza italiana e della polizia egiziana. Algranati e Falessi avevano documenti falsi e non hanno opposto resistenza quando gli agenti di polizia egiziani li hanno bloccati in aeroporto.
Le indagini della Digos di Roma e dei servizi di sicurezza era cominciata alcuni mesi fa con pedinamenti, intercettazioni telefoniche, lavoro sui tabulati delle chiamate fatte e ricevute da parenti e amici dei due latitanti.
Algranati e Falessi sono stati localizzati in Egitto e da allora gli investigatori li hanno tenuti costantemente sotto controllo. Quando si e' avuta la sensazione che i due stessero per trasferirsi altrove, gli investigatori italiani hanno chiesto la collaborazione della polizia di frontiera del Cairo che ha fermato i due nello scalo aereo.
Rita Algranati, 46 anni compiuti proprio due giorni fa, e' la moglie di Alessio Casimirri, uno dei latitanti storici dell' eversione, rifugiato in Nicaragua, ritenuto uno dei sequestratori dello statista democristiano. Algranati, il 12 gennaio, e' stata condannata all'ergastolo nel processo Moro Ter ed e' considerata una figura storica di primo piano delle Br. Tra i fatti piu' importanti di cui e' accusata, gli omicidi del giudice Riccardo Palma, responsabile dell'edilizia carceraria (febbraio 1978); del consigliere provinciale di Roma della Dc Italo Schettini (1979); del generale Antonio Varisco (13 luglio 1979) e dell'assalto alla sede della Dc in piazza Nicosia, a Roma (3 maggio 1979), nella quale vennero uccisi due agenti di polizia.
Maurizio Falessi, considerato uno dei militanti delle Ucc e accusato di associazione sovversiva e partecipazione a banda armata, comincio' nel Cococen (Comitato comunista Centocelle), una struttura da cui nacque il Movimento Politico Resistenza Offensiva (Mpro) considerato ''struttura di lancio verso le Br''. Nel Cococen furono attivi anche Antonio Savasta, Germano Maccari e Bruno Seghetti.

(Aggiornato il 14 Gennaio 2003 ore 12:00)

 

Torna Bin Laden: "Saddam tradito, guerra agli Usa"

Roma 05 GEN 2004 - Il messaggio attribuito ieri sera ad Osama Bin Laden e trasmesso dalla rete satellitare araba Al-Jazeera è stato inviato in maniera speciale ai musulmani di tutto il mondo che compongono la cosiddetta 'nazione Islamica'.
Non è un caso quindi
che gran parte dello spazio è stato dedicato non tanto alle questioni di carattere politico internazionale quanto a quelle interne dei paesi arabo-islamici.
Il primo dato su cui riflettere è che Bin Laden invita tutti i musulmani al Jihad contro l'America, avvertendo i governanti arabi che dopo Saddam Hussein potrebbe toccare proprio a loro.
Interessante è il continuo riferimento che viene fatto ai Capi di Stato arabi e alla loro impotenza davanti al colosso americano che prima o poi finirà per divorarli tutti.
Bin Laden ha usato come esempio quello di Saddam Hussein. Pur senza nominarlo direttamente ha sostenuto che, dopo aver combattuto una guerra contro l'Iran per conto degli Stati Uniti, è stato tradito proprio da loro che hanno finito per imprigionarlo. Quale migliore ammonimento quindi per i governanti arabi?
Nell'ultima parte del discorso, inoltre, il leader di Al-Qaida ha fatto una lunga analisi sull'attuale situazione della 'nazione Islamica'. Per la prima volta ha analizzato i motivi per cui il mondo islamico in questo momento è economicamente indietro rispetto a quello occidentale. La mancanza di una politica rispettosa della Sharia sarebbe alla base di questa crisi che dura ormai da secoli. Ed infatti viene ricordato che la lotta con l'occidente non è iniziata da poco, ma continua da molti anni.
Ma qual è allora la soluzione per risolvere tutti i guai dei musulmani? La prima è stata avanzata immediatamente, il Jihad contro gli Stati Uniti. "Contro gli americani - ha detto Bin Laden - non è possibile nessun dialogo, bisogna solo usare le armi". La seconda l'ha enunciata alla fine del suo discorso. Per la prima volta viene auspicata la nascita di un consiglio di dotti e di personalità islamiche che in arabo si chiama "Ahl Al-Hall ws Al-Aqd". Si tratta di una formula nota a pochi, che si trova nei manuali di Diritto Musulmano.
Alla base del potere politico nel mondo islamico c'è la figura del Califfo, così come è stato nella storia dell'Islam.
Questo califfo in passato veniva scelto da un gruppo di personalità scelte tra la comunità islamica chiamato "Ahl Al-Hall ws Al-Aqd".
Un estimatore di questo sistema era proprio lo Sceicco Ibn Taymiya, vissuto nel 1200 d.C. che è alla base del pensiero Wahabita seguito da Al-Qaida e dai talebani. L'Imam siriano ha spiegato in che modo realizzare un governo islamico attraverso la nascita di questo consiglio nel suo testo dal titolo "La politica secondo la Sharia". Si tratta quindi di un ritorno al passato, di un ritorno al sistema usato dai quattro califfi ben guidati, venuti dopo Maometto, che hanno governato il mondo islamico fino al 650 d.C.
Per la prima volta quindi Bin Laden delinea in che modo i musulmani possano ristabilire dei governi islamici nei paesi arabi, dimenticando però che dopo più di mille anni il mondo e cambiato e con esso anche l'approccio dei musulmani alla loro religione.

(Aggiornato il 05 Gennaio 2003 ore 11:00)

 

BUSH, LA GUERRA AL TERRORISMO VA AVANTI

WASHINGTON 12 Set - Il video di Osama bin Laden 'ci ricorda che la guerra contro il terrorismo va avanti': lo ha detto il presidente americano George Bush aggiungendo che 'l'America non si lascer'a intimidire'. Il presidente, che parlava a militari feriti in Iraq e Afghanistan, alcuni dei quali ha decorato, ha quindi detto che i aesi che fanno parte delle Nazioni Unite hanno l'obbligo morale di aiutare gli Stati Uniti in Iraq: lo ha detto oggi il presidente americano George W. Bush dopo avere decorato in un ospedale militare di Washington alcuni soldati che hanno combattuto in Afghanistan e in Iraq, dove sono stati feriti. 'La risoluzione delle Nazioni Unite dovrebbe incoraggiare gli altri paesi a partecipare. Penso che gli altri paesi abbiano un obbligo morale a parteciparvi perche' un Iraq libero e' nel loro interesse', ha spiegato Bush, secondo cui 'un Iraq libero al cuore del Medio Oriente ci aiutera' a garantire la sicurezza dell'America e degli altri paesi liberi e rendera' piu' facile la pace a lungo termine'. Un progetto di risoluzione per l'invio di una forza multinazionale in Iraq e' allo studio a palazzo di Vetro, ed e' stato presentato dagli Usa nei giorni scorsi. Domani si riuniranno a Ginevra per discuterne i ministri degli Esteri dei cinque paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina), oltre al segretario generale dell'Onu Kofi Annan.

 

BIN LADEN: LA PARABOLA DEL PRINCIPE DEL TERRORE

ROMA 10 SET - Nell'imminenza del secondo anniversario degli attentati dell'11 settembre, la sorte di Osama bin Laden, ritenuto dagli Usa il principale responsabile degli attacchi e' ancora ignota. Le immagini video diffuse questa sera dalla Tv satellitare araba al Jazira risalirebbero ad aprile-maggio scorso, e lo mostrano sensibilmente invecchiato. Su di lui pende una taglia di 25 milioni di dollari. Miliardario asceta che ha rinunciato ad agi e lussi per la causa della 'guerra santa', e' considerato un eroe da milioni di musulmani. Per molti altri e' il 'principe del terrore'. Ecco un suo profilo. PRIME ESPERIENZE FONDAMENTALISTE - Dal 1999 nella lista nera dei piu' ricercati dall'FBI, nasce a Riad nel 1957 da una facoltosa famiglia naturalizzata saudita, da madre siriana e padre di origine yemenita. Come suo padre, che aveva fatto affari nel settore immobiliare e aveva stretti legami con la famiglia reale, non e' particolarmente religioso. All'Universita' si affilia alla 'Fratellanza musulmana'. Ad appena 22 anni, lascia l'Arabia Saudita per andare a combattere contro l'esercito sovietico in Afghanistan. Sulle montagne afghane e in Pakistan, in collaborazione con i servizi segreti pakistani finanziati dalla CIA, organizza campi di addestramento per i mujaheddin, che serviranno in seguito da base per le organizzazioni terroristiche. FONDAZIONE DI AL QAIDA - Dopo il ritiro sovietico dall' Afghanistan (1989), bin Laden e alcuni alleati danno vita ad 'al Qaida' (la base), rete terroristica che, secondo l'Fbi, e' presente in una trentina di paesi nel mondo e ha stretto alleanze con gli Hezbollah libanesi, la Jihad islamica egiziana, e i gruppi armati algerini. Nel 1991 torna in Arabia Saudita, ma le autorita' gli ritirano il passaporto, accusandolo di sostenere gruppi integralisti in Egitto e Algeria. Nei cinque anni successivi si rifugia in Sudan, dove realizza con fondi propri infrastrutture per il governo di Khartoum. Nel 1994 l'Arabia Saudita gli toglie la cittadinanza e il Sudan, dove si era rifugiato, gli impone di lasciare il Paese, sotto pressione degli Usa, gia' sulle tracce del leader di Al Qaida dopo il primo attentato al World Trade Center del 1993. IL RIFUGIO IN AFGHANISTAN - Cosi' bin Laden torna in Afghanistan, da dove lancia la 'guerra santa' contro gli Usa, diventati per lui il nemico numero uno dopo la Guerra del Golfo (gennaio-febbraio 1991) e l'operazione 'Restore Hope' in Somalia (dicembre 1992). In un'intervista alla Cnn nel 1997, ammette la responsabilita' sua e dei suoi seguaci nell'organizzazione dell'attentato dell'ottobre 1993 contro militari statunitensi impegnati in un'operazione umanitaria a Mogadiscio. Nel 1998, secondo gli investigatori americani, era stato anche l'artefice degli attentati alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania, che avevano causato 224 morti e 5.000 feriti. Gli Usa, nel tentativo di eliminarlo, lanciano qualche mese dopo missili contro sue presunte basi in Sudan e Afghanistan, ma bin Laden, negando ogni coinvolgimento, sopravvive alla rappresaglia. Ritenuto anche il responsabile principale degli attentati alla Guardia Nazionale Saudita a Riad nel 1995 (sette morti) e a Dahran nel 1996 (19 soldati americani morti), e' in seguito accusato dell'attacco nell'ottobre 2000 alla nave americana 'Uss Cole' ad Aden, nello Yemen, che provoca la morte di 17 marinai. Ammirato e protetto dal regime dei Taleban (cui elargisce finanziamenti ingenti), si rifugia in una sconosciuta localita' dell'Afghanistan, gestendo affari e collegamenti con gruppi fondamentalisti a livello mondiale. Da li', secondo la Cia, progetta gli attentati dell'11 settembre, potendo contare su proprieta' e conti bancari in tutto il mondo, valutati in centinaia di milioni di dollari. CHE FINE HA FATTO ? - Dall'inizio della guerra statunitense in Afghanistan le notizie su bin Laden sono sempre piu' incerte e frammentarie: voci sul suo stato di salute e le sue apparizioni in Pakistan o in Afghanistan si susseguono dal dicembre 2001 ad oggi. I video e i messaggi proposti continuamente dai media, assieme ai proclami rilanciati dai siti islamici, continuano a mantenere viva l'immagine del leader del terrorismo islamico internazionale.

 

AL QAIDA, FAREMO PEGGIO DELL'11 SETTEMBRE 2001

DUBAI 07 SET - Quando mancano solo pochi giorni all'anniversario dell'attacco alle torri Gemelle e al Pentagono, una nuova registrazione audio di Al Qaida minaccia attentati ancora piu' devastanti contro l'America, tali che gli Usa si dimenticheranno dell'11 settembre 2001. Nella registrazione, un sedicente portavoce della rete terroristica di Osama bin Laden nega qualsiasi responsabilita' nella strage del 29 agosto al mausoleo di Ali' nella citta' santa sciita di Najaf, in Iraq centro meridionale, in cui rimasero uccisi da un'autobomba l'ayatollah Mohammed Baqr al Hakim e piu' di altre 80 persone.Il nastro, datato 3 settembre, e' stato mandato in onda dalla televisione araba Al Arabiya, che trasmette da Dubai.''Annunciamo che ci saranno nuovi attacchi dentro e fuori (gli Usa) che faranno dimenticare all'America gli attacchi dell'11 settembre'', afferma nella registrazione il portavoce, che ha detto di chiamarsi Abu Abdel Rahman al Najdi.
Mentre trasmetteva la registrazione, al Arabiya ha mandato in onda la fotografia di un uomo barbuto con un copricapo. Ma non e' stato possibile per ora avere una conferma da fonte indipendente dell'identita' dell'uomo. ''Assicuriamo ai musulmani che i ranghi di al Qaida sono raddoppiati. Le nostre perdite sono niente in confronto alle nostre (buone) condizioni adesso. Le nostre prossime operazioni di martirio vi proveranno quello che stiamo dicendo'', dice al Najdi. Il portavoce ha negato qualsiasi ruolo della rete di bin Laden nella strage di Najaf, per la quale invece negli Usa e in Iraq erano state avanzate accuse a al Qaida. ''Neghiamo con forza che al Qaida abbia avuto un qualsiasi ruolo in questo attentato dinamitardo che ha ucciso Mohammed Baqr al Hakim, ha violato la santita' di una delle case di Dio e ha ucciso gente innocente'', afferma al Najdi.
''La nostra piu' alta aspirazione e' di combattere gli americani e ucciderli ovunque sulla Terra e scacciarli dalla Palestina, dalla penisola araba e dall'Iraq'', prosegue il sedicente portavoce. Al Najdi ha detto l'attentato con l'autobomba al mausoleo di Ali e' stato organizzato dagli Usa e da Israele perche' essi temevano che i legami di al Hakim con l'Iran avrebbero rafforzato l'influenza della Repubblica islamica nella regione. ''Noi non abbiamo motivi (per fare quell'attentato). Sono gli americani e gli ebrei ad aver ucciso Baqr al Hakim . Essi volevano liberarsi di lui perche' sapevano che la sua lealta' era rivolta all'Iran'', afferma al Najdi.
Un altro movente dell'assassinio del leader religioso sciita, ha aggiunto, e' quello di fomentare una guerra fra sciiti e sunniti iracheni e di rivolgere gli animi degli sciiti, che sono il 60% dei musulmani iracheni, contro al Qaida (che e' una organizzazione dominata da integralisti sunniti). Al Najdi ha anche detto che le perdite americane in Afghanistan sono molto piu' gravi di quelle che ha reso note Washington, e che il leader dei taleban afghani, il mullah Omar, e bin Laden sono vivi e guidano la guerra contro le forze Usa in Afghanistan. Il portavoce ha quindi esortato i musulmani a combattere la Jihad (guerra santa) contro le forze americane. ''Dio ha aperto le porte della Jihad in Iraq e in Palestina, quindi non richiudetela...'', esclama al Najdi. La settimana scorsa la polizia federale americana, l'Fbi, e responsabili del dipartimento della Sicurezza interna degli Usa avevano avvertito che gli Stati Uniti sono sotto la minaccia di attacchi di al Qaida, affermando che la rete di bin Laden continua a prendere di mira gli americani e ha una presenza in due citta' degli Stati Uniti.

(Aggiornato il 07 Settembre 2003 ore 22:30)

 

Un piano segreto per l'evacuazione totale di Londra

Londra 07 Set - Indiscrezione sul Sunday Times. Si chiamerebbe "operazione Sasson", l'Home Office non commenta; In una pagina, le misure per mettere al sicuro 6 milioni di persone. Oggi, intanto, esercitazione antiterrorismo in metropolitana. - Nel giorno in cui e' prevista a Londra una grande esercitazione antiterrorismo nel metro, e a pochi giorni dal secondo anniversario degli attentati dell'11 settembre, il Sunday Times rivela che in Gran Bretagna e' stato messo a punto un piano segreto per l'evacuazione di massa della citta' di Londra in caso di attacco terroristico. Secondo alcuni documenti di cui il Sunday Times e' venuto a conoscenza, il piano - nome in codice "operation Sasson" - sarebbe stato presentato al governo nel luglio scorso. Il piano illustra sia i possibili obbiettivi di un attentato stile 11 settembre sia le misure per l'evacuazione di praticamente tutta la popolazione della capitale in luoghi sicuri in provincia. Tra i piu' probabili obbiettivi di un attentato terroristico, "Operation Sasson" indica Canary Wharf, l'aeroporto di Heatrow, Westminster, Whitehall e la City. Ma a essere interessante sono soprattutto le prescrizioni relative alla possibile evacuazione della popolazione di Londra (almeno sei milioni di persone solo a considerare la citta' in senso stretto, 12 se si prende come riferimento la "greater London"). Il piano, in un capitoletto intitolato "how it will be done", spiega che i cittadini di Londra prima saranno invitati a dirigersi a piedi in alcune zone sicure di raccolta, poi verranno portati fuori dall'area urbana con diversi mezzi: metro, treni, pullman. Il ministero dell'Interno per il momento non conferma ne' smentisce. Un funzionario citato dal Telegraph commenta cosi' a proposito del piano rivelato dal Sunday Times: "non rilasciamo commenti su documenti resi noti in modo non ufficiale. Ovviamente disponiamo di un piano di emergenza. Ma la cittadinanza dovrebbe essere allertata non allarmata".

(Aggiornato il 07 Settembre 2003 ore 10:00)

 

BIN LADEN PREPARA ATTENTATI BIOLOGICI

WASHINGTON 01 Set - Il miliardario saudita Osama bin Laden, leader della rete terroristica al Qaida, sta bene e continua a nascondersi nelle montagne dell'Afghanistan, probabilmente nell'inacCessibile provincia di Kunar, a un centinaio di chilometri ad est dalla capitale Kabul, vicino alla frontiera con il Pakistan. Sta talmente bene - scrive il settimanale Newsweek nel numero in edicola oggi - che starebbe preparando una serie di attentati con armi biologiche. Dell'ipotesi si sarebbe parlaTo nel corso di un ''SuperVertice di terroristi'', svoltosi nelle montagne dell'Afghanistan ad aprile, subito dopo il rovesciamento del presidente iracheno Saddam Hussein da parte delle forze militari Usa. Secondo una fonte talebana di alto livello citata dal settimanale, un ex viceministro degli Esteri, ''il prossimo colpo di Osama sara' incredibile..., la sua priorita' e' l'uso di armi biologiche''. La fonte sostiene che bin Laden possiede armi biologiche e si sta ora interessando a come trasportarle e a come diffonderle.
Bin Laden rimane quindi direttamente coinvolto nella strategia e nelle finanze di al Qaida. Al vertice di aprile, ''il piu' importante dopo l'undici settembre'' 2001, data degli attacchi contro le Torri Gemelle e il Pentagono, hanno partecipato tre leader dei taleban, diversi responsabili di alto livello di al Qaida ed esponenti di gruppi islamici ceceni e uzbechi. Bin Laden, dovendo rivedere la strategia della sua organizzazione del terrore dopo l'arresto del numero tre Khalid Shaikh Mohammed, ha deciso di affidare la responsabilita' delle operazioni in Iraq a Saif al-Adil, uno dei suoi bracci destri, di nazionalita' egiziana.
Osama sembra godere di buona salute e accanto a lui ci sono tre dei suoi figli, pronti ad ucciderlo per evitare che venga catturato vivo. Il leader di al Qaida comunica con i suoi collaboratori sia attraverso messaggi scritti, sia attraverso dischetti informatici consegnati a mano. Un sistema lento, ma che lo protegge dalle intercettazioni elettroniche. Una delle ultime volte che Osama sarebbe stato visto in pubblico -secondo quanto ha raccontato una sua ex guardia del corpo algerina, Abu Hamza al Jaziri- sarebbe stato a gennaio, durante il funerale di una delle suo nuore, morta mentre stava partorendo. Secondo al Jaziri, poche decine di persone hanno partecipato ai funerali, ai quali bin Laden ha pronunciato un discorso.

(Aggiornato il 01 Settembre 2003 ore 08:50)

 

ALLARME TERRORISMO IN ITALIA: AEROPORTI E HOTEL BLINDATI

ROMA 05 AGO - Nuova allerta sui voli in partenza dall'Italia, in particolare su quelli diretti negli Stati Uniti. E l'allarme riguarda anche gli alberghi. Dopo l'esplosione dell'autobomba di Giakarta, fa alzare l'allerta anche in Italia. E l'attenzione degli investigatori si concentra sugli aeroporti, dove il livello dei controlli, assicurano, e' gia' ''altissimo'', ma anche sugli alberghi, presi di mira dai terroristi. Gli esperti dell'antiterrorismo non hanno dubbi sulla matrice dell'attentato: ''sono ancora una volta loro'', dicono, riferendosi agli estremisti islamici e ricordano i due precedenti di Bali, lo scorso anno, e Casablanca, appena pochi mesi fa. ''In entrambi i casi -spiegano- vennero presi di mira alberghi o comunque luoghi nei quali c'e' una grande concentrazione di turisti''. Quella di Bali, che avvenne il 21 ottobre dello scorso anno nella zona di Kuta Beach, uno dei paradisi turistici dell'isola, fu una vera e propria strage: oltre 200 morti e 300 feriti, tra cui, in modo leggero sei italiani. E tra le vittime molti turisti stranieri: australiani, inglesi, svizzeri, francesi, tedeschi, americani. E poi, nel maggio scorso, gli attentati a Casablanca: una serie di autobombe che colpirono anche ristoranti e alberghi. In quell'occasione, in Italia, il capo della Polizia firmo' una circolare invitando questori e prefetti ad innalzare il livello di attenzione sugli obiettivi a rischio e rafforzare le misure di controllo alle frontiere, nei porti e negli aeroporti sulle sedi diplomatiche e le compagnie aeree. E anche oggi l'input e' ad alzare al massimo il livello di allerta, tenendo conto del fatto che si tratta del terzo attentato dello stesso genere. ''Tutti gli obiettivi sono possibili'', dicono gli investigatori, ma la serie di colpi che ha preso di mira alberghi e hotel mette indubbiamente in guardia. Massima allerta; Possibile attentato di matrice islamica, dai responsabili della sicurezza è giunto alle articolazioni periferiche sul territorio un nuovo invito a prestare la massima attenzione in chiave di prevenzione antiterrorismo. In queste ultime settimane, le procedure di sicurezza contro il pericolo di attentati erano state ulteriormente rafforzate, anche in considerazione dell'approssimarsi della ricorrenza dell'11 settembre. Gli esperti dell'antiterrorismo non hanno dubbi sulla matrice dell'attentato: «sono ancora una volta loro», dicono, riferendosi agli estremisti islamici e ricordano i due precedenti di Bali, lo scorso anno, e Casablanca, appena pochi mesi fa. «In entrambi i casi -spiegano- vennero presi di mira alberghi o comunque luoghi nei quali c'è una grande concentrazione di turisti».
Quella di Bali, che avvenne il 21 ottobre dello scorso anno nella zona di Kuta Beach, uno dei paradisi turistici dell'isola, fu una vera e propria strage: oltre 200 morti e 300 feriti, tra cui, in modo leggero sei italiani. E tra le vittime molti turisti stranieri: australiani, inglesi, svizzeri, francesi, tedeschi, americani. E poi, nel maggio scorso, gli attentati a Casablanca: una serie di autobombe che colpirono anche ristoranti e alberghi. In quell'occasione, in Italia, il capo della Polizia firmò una circolare invitando questori e prefetti ad innalzare il livello di attenzione sugli obiettivi a rischio e rafforzare le misure di controllo alle frontiere, nei porti e negli aeroporti sulle sedi diplomatiche e le compagnie aeree. E anche oggi l'input è ad alzare al massimo il livello di allerta, tenendo conto del fatto che si tratta del terzo attentato dello stesso genere. «Tutti gli obiettivi sono possibili», dicono gli investigatori, ma la serie di colpi che ha preso di mira alberghi e hotel mette indubbiamente in guardia.

(Aggiornato il 05 Agosto 2003 ore 17:00)

 

Torna Al Qaeda, nuove minacce agli Usa

Roma 04 Ago - Messaggio audio di Ayman al Zawahri, braccio destro di Bin Laden. Terroristi contro "l'America dei crociati" e i processi dei prigionieri a Guantamo Bay. - "Diciamo all'America una sola cosa: quello che avete sofferto finora è stata solo una scaramuccia iniziale. La vera battaglia non è ancora cominciata...". Con queste minacce torna a farsi sentire l’organizzazione terroristica Al Qaeda, cui si attribuiscono gli attentati dell’11 settembre, guidata da Osama Bin Laden.
Il messaggio è "firmato" dall’egiziano Ayman al Zawahri (ma non ci sono riscontri ufficiali al momento), braccio destro dello sceicco del terrore e numero due dell’organizzazione ed è contenuto su un nastro audio messo in onda dall’emittente degli Emirati Arabi, Al Arabiya.
Ad alimentare il sentimento anti-americano di al Zawahri, questa volta, è l’annunciato avvio dei processi per i prigionieri attualmente detenuti a Guantanamo, davanti a corti militari con il rischio di essere condannati a morte. “Io giuro nel nome di Dio – dice il presunto al Zawahri - che l' America dei crociati pagherà a caro prezzo se farà del male a uno qualunque dei prigionieri musulmani...".
Nella base di Guantanamo (Cuba) al momento sono imprigionati circa 600 persone, tra cui britannici, australiani, sauditi, pachistani e afghani, sospettati di essere legati ad al qaida o al rovesciato regime dei taleban afghani. Sulla loro condizione da tempo le organizzazioni internazionali come Amnesty hanno sono in forte polemica con l’amministrazione Usa.
Martedì scorso le autorità americane avevano lanciato l'allarme per possibili nuovi dirottamenti suicidi come quelli dell'11 settembre, e il giorno dopo, il presidente George w. Bush aveva affermato che la minaccia di al Qaida di nuovi attentati con aerei di linea era "reale". L’ultimo messaggio attribuito ad al Zawahri era stato trasmesso da al Jazira il 21 maggio scorso.

(Aggiornato il 04 Agosto 2003 ore 09:00)

 

TERRORISTI, NUOVE MINACCE DI AL QAIDA AGLI USA

LONDRA 03 Ago - L'egiziano Ayman al Zawahri, il numero due di Al Qaida - la rete terroristica di Osama bin Laden - ha minacciato gli Stati Uniti che ''pagheranno a caro prezzo'' se non sara' garantita' l'incolumita' dei prigionieri detenuti nella base Usa di Guantanamo, a Cuba, e ha ammonito Washington che la ''vera battaglia'' ancora non e' cominciata. La tv araba Al Arabiya, basata a Dubai negli Emirati arabi uniti, ha trasmesso in nottata una cassetta audio, con una voce che ha identificato come quella di Al Zawahri, senza fornire altri dettagli. ''L'America - ha detto il vice di Bin Laden - ha annunciato che comincera' a processare davanti a corti militari i prigionieri musulmani a Guantanamo e che questi potrebbero essere condannati a morte... Io giuro nel nome di Dio che l'America dei crociati paghera' a caro prezzo se fara' del male a uno qualunque dei prigionieri musulmani...''.

Gli Stati Uniti
tengono prigioniere nella loro base di Guantanamo oltre 600 persone di una quarantina di paesi, tra cui britannici, australiani, sauditi, pachistani e afghani, sospettati di essere legati ad Al Qaida o al rovesciato regime dei Taleban afghani.
Il mese scorso Washington
ha annunciato che potrebbero presto aprirsi i primi sei processi davanti a tribunali militari. ''Noi - ha ancora detto al Zawahri - diciamo all'America una sola cosa: quello che avete sofferto finora e' stata solo una scaramuccia iniziale. La vera battaglia non e' ancora cominciata...''. ''Coloro che tramano insieme all'America - ha aggiunto - sappiano che l'America e' incapace di proteggersi... e ogni prigioniero degli infedeli sia certo che il giorno della liberazione e' vicino''. Martedi' scorso le autorita' americane avevano lanciato l'allarme per possibili nuovi dirottamenti suicidi come quelli dell'11 settembre, e il giorno dopo, il presidente George W. Bush aveva affermato che la minaccia di Al Qaida di nuovi attentati con aerei di linea era ''reale''. Un altro messaggio audio di Al Zawahri era stato trasmesso dalla tv del Qatar Al Jazira il 21 maggio scorso. In essa additava l'America e gli ebrei come i nemici dell'Islam ed esortava i musulmani a compiere nuovi attentati contro Usa, Israele ed altri Paesi occidentali e arabi, emulando i terroristi responsabili degli attacchi dell'11 settembre 2001 contro New York e il Pentagono.

(Aggiornato il 03 Agosto 2003 ore 09:00)

 

TERRORISMO: S'AVVICINA 11 SETTEMBRE, RISALE LIVELLO ALLARME

WASHINGTON 30 LUG - Stando a quanto annunciato ieri dalla rete televisiva americana Cnn, fonti di intelligence Usa avrebbero raccolto informazioni attendibili circa la preparazione di una clamorosa azione terroristica da parte di una cellula di Al Qaida, la rete del miliardario saudita Osama bin Laden. L' attentato riguardera' interessi o obiettivi americani, ma, sempre secondo le stesse fonti, potrebbe essere portato a termine anche in Gran Bretagna, Australia o Italia. Potenziate le misure di controllo soprattutto negli aeroporti in quanto si temono in particolare dirottamenti aerei. L' azione potrebbe avvenire prima del prossimo 11 settembre, data del secondo anniversario degli attentati contro le Torri Gemelle ed il Pentagono. Finora gli esperti italiani di antiterrorismo, pero', non hanno ricevuta alcuna segnalazione da parte delle autorita' statunitensi.

(Aggiornato il 30 Luglio 2003 ore 09:40)

 

Forse anche L'Italia nel mirino di Al Qaeda?

Roma 30 Lug - Secondo un rapporto dell'intelligence Usa ci sarebbe anche il nostro paese nella lista dei possibili obiettivi del terrorismo. Voli a rischio dirottamento per attacchi suicidi.

C'è anche l'Italia fra i paesi probabili obiettivi delle prossime imprese dei terroristi suicidi affiliati all'organizzazione al-Qaeda, agli ordini di Osama bin Laden: lo afferma il Ministero della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, secondo cui "almeno un attentato potrebbe essere effettuato entro la fine dell'estate 2003". "Le località degli attentati comprenderebbero la Gran Bretagna, l'Italia, l'Australia o la costa orientale degli Stati Uniti, in considerazione della densità relativamente alta di obiettivi governativi, militari ed economici", si legge nei documenti di allarme diramati dal Ministero della Sicurezza Interna americano, copia dei quali sono venuti in possesso dell'agenzia Reuters e dell'emittente tv Cnn. Le informazioni raccolte dai servizi segreti americani sembrano indicare che aerei dirottati con atti di pirateria saranno diretti contro obiettivi da colpire in paesi che hanno partecipato o sostenuto la guerra contro l'Iraq, ossia i quattro paesi citati. I nuovi attentati suicidi progettati da al-Qaeda dovrebbero essere perpetrati con aerei di linea dirottati e fatti schiantare come l'11 settembre, o fatti esplodere in volo, poiché, secondo le valutazioni dell'organizzazione terrorista islamica intercettate dai servizi segreti, "i dirottamenti e gli attentati dinamitardi suicidi costituiscono il metodo migliore per distruggere velivoli in volo o colpire obiettivi a terra". Nell'avviso diffuso dalla Homeland Security si esclude per il momento un innalzamento del livello nazionale di allerta anti-terrorismo, che resta al grado giallo, cioè "elevato", come è quasi sempre accaduto da quanto il sistema è entrato in vigore, nel marzo scorso. L'avviso di allarme parla di possibili squadre formate da cinque uomini ciascuna, che tenterebbero di impadronirsi dei velivoli subito dopo il decollo o prima dell'atterraggio. "I pirati potrebbero tentare di tranquillizzare i passeggeri - si legge ancora - per far credere loro di essere in una missione di cattura di ostaggi, non di terrorismo suicida". I terroristi starebbero inoltre studiando il modo per eludere i rigorosi controlli introdotti negli aeroporti dopo l'11 settembre. Il portavoce del Ministero USA per la sicurezza interna, Gordon Johndroe, ha affermato che i servizi segreti americani hanno ricevuto la segnalazione che al-Qaeda è ancora interessata a usare l'aviazione civile negli Stati Uniti e all'estero "per portare avanti la sua causa". "Continuiamo a verificare l’attendibilità di queste notizie - ha aggiunto il portavoce - ma intanto abbiamo lanciato l'avvertimento in modo che il personale possa esserne informato e, ove necessario, modificare le procedure e decidere misure di sicurezza aggiuntive".

(Aggiornato il 30 Luglio 2003 ore 08:40)

 

USA: LA RIFFA DEL TERRORE IMBARAZZA IL PENTAGONO

NEW YORK 29 LUG - L'idea era presa in prestito dal mercato dei futures, ma invece di scommettere sul futuro del prezzo del petrolio, si invitava ad ipotizzare quando sarebbe stato ucciso il re di Giordania. I creativi del Pentagono, alla ricerca di modi originali per combattere il terrorismo, stavolta hanno superato se stessi e lasciato sbalordita l'America, oltre ad aver creato un gigantesco imbarazzo all'amministrazione Bush. La Wall Street del terrore, l'ultima trovata della Darpa,l'agenzia che si occupa dei progetti avanzati del Pentagono, e' sopravvissuta solo un giorno. Dopo che due senatori democratici hanno reso pubblico il piano, facendo esplodere il caso sui media e nell'aula del Congresso, i vertici della Difesa hanno compiuto una rapida retromarcia. ''Il progetto sara' terminato, credo che si siano spinti un po' troppo lontano con l'immaginazione'', ha detto il sottosegretario Paul Wolfowitz, cercando di mettere il freno ad un caso che ha assunto subito connotati politici.
Gli analisti avevano realizzato un sito Internet attraverso il quale intendevano creare un mercato dei futures che chiamasse un certo numero di investitori in tutto il mondo - 1.000 nella fase iniziale dal prossimo ottobre, 10 mila a regime - a scommettere sulla probabilita' di alcuni eventi. Gli utenti registrati dovevano creare un conto, depositarci del denaro (le cifre non erano ancora state rese note) e poi cominciare ad investire su ipotesi da brivido: l'assassinio del re di Giordania o di Yasser Arafat, un attacco biologico di Al Qaida in Israele, attacchi contro sedi di governo in Medio Oriente e via dicendo. Secondo la prima, timida difesa tentata dal Pentagono lunedi' sera, quando i due senatori hanno svelato il progetto, l'idea avrebbe avuto un'utilita' nell'ottenere informazioni su potenziali piani dei terroristi. Ma la rivelazione ha scatenato un putiferio. La Darpa ha reagito in un primo momento rimuovendo dal sito Internet del progetto (www.policyanalysismarket.org) i riferimenti alle scommesse piu' controverse. Le polemiche pero' sono cresciute d'intensita', soprattutto da parte dei democratici. ''Questo programma e' in realta' un incentivo a commettere atti di terrorismo'', ha detto il leader dei democratici in Senato, Tom Daschle, sottolineando che come a Wall Street c'e' chi e' pronto a tutto per cercare di condizionare l'andamento dei mercati, non e' fuori luogo pensare che Al Qaida possa alla fine guidare i futures del terrore a colpi di attentati.

(Aggiornato il 29 Luglio 2003 ore 13:55)

 

TERRORISMO: AL QAIDA PROGETTA ALTRI DIROTTAMENTI SUICIDI

WASHINGTON 29 Lug - L'intelligence americana dispone di informazioni su nuove minacce della rete terroristica al Qaida, che progetterebbe dirottamenti suicidi di aerei di linea quest'estate. Lo scrive il Washington Post, secondo cui le informazioni scaturiscono dagli interrogatori di elementi di al Qaida detenuti negli Stati Uniti e sono state corroborate indipendentemente da intercettazioni elettroniche ed altri elementi. Gli Stati Uniti attribuiscono ad al Qaida, che fa capo a Osama bin Laden, gli attacchi terroristici contro New York e Washington dell'11 Settembre 2001, che fecero oltre 3.000 vittime. Secondo quanto riferisce il WP, il Dipartimento per la sicurezza interna ha messo in allerta nel fine settimana le compagnie aeree e il personale di sicurezza, ma non progetta di alzare il livello di allarme, che e' attualmente giallo, al terzo dei cinque livelli previsti.

 

TERRORISMO: USA, MERCATO SCOMMESSE SU ATROCITA' PENTAGONO

 SENATORI PROTESTANO, 'RIDICOLO, GROTTESCO E STUPIDO'

WASHINGTON 29 LUG - Il Pentagono sta per avviare una controversa 'Borsa di analisi politica', una specie di mercato in cui gli investitori potranno scommettere su avvenimenti politici e economici del Medio Oriente, compresa la probabilita' di omicidi politici e attacchi terroristici. Secondo un grafico pubblicato sul sito web dedicato dal Pentagono all'iniziativa, gli 'investitori' potranno scommettere, per esempio, sulle probabilita' che il presidente palestinese Yasser Arafat venga assassinato, che la Corea del Nord lanci un attacco missilistico o che re Abdallah II venga deposto. L'obiettivo del Policy Analysis Market sarebbe quello di aiutare il ministero della difesa a calcolare le probabilita' che eventi del genere si verifichino. Benche' sul sito Web il Pentagono descriva l'iniziativa come ''mercato azionistico a termine sul Medio Oriente'', nella stessa pagina online e' citata, come esempio, la possibilita' di un attacco missilistico nordcoreano. Due senatori democratici si sono scandalizzati e hanno chiesto la chiusura della Borsa prima che gli 'investitori' comincino in settimana a giocare. ''L'idea di una sala corse federale su atrocita' e terrorismo e' ridicola e grottesca'', e' sbottato il senatore Ron Wyden dell'Oregon. ''Inutile, offensiva e incredibilmente stupida'' ha definito l'iniziativa Byron Dorgan del Nord Dakota. Poco dopo la conferenza stampa dei due senatori il grafico e' sparita dal sito. Il Policy Analysis Market e' concepito come un progetto congiunto dell'Agenzia del Pentagono per la ricerca avanzata (Darpa) e di due societa' private: la Net Exchange, un'azienda specializzata nelle tecnologie dei mercati, e la Economist Intelligence Unit, divisione economica della rivista britannica The Economist.

(Aggiornato il 29 Luglio 2003 ore 13:50)

 

ARRESTATI BRACCIO DESTRO E FIGLIO OSAMA BIN LADEN

ABU DHABI 27 Giu - Ayman Al Zawahri, il braccio destro di Osama bin Laden, uno dei figli del miliardario saudita e uno dei portavoce di al Qaida, Abu Rais, sono stati arrestati dalle autorita' iraniane. Lo ha detto un redattore della tv araba Al Arabya.
FONTE ISLAMICA NON CONFERMA - Interpellato al Cairo dalla stessa tv araba Al Arabya e dall'Ansa, l'avvocato Montasser Al Zayat, difensore di molti integralisti islamici accusati di azioni terroristiche, ha dichiarato di non aver alcuna conferma dei tre arresti ed ha ricordato che gia' piu' volte erano circolate notizie infondate dello stesso tipo.
''Anche quelle di oggi mi sembrano notizie provenienti da fonti sospette'', ha aggiunto Al Zayat.
La stessa fonte ha aggiunto che la notizia si era diffusa gia' nella serata di ieri nella citta' di Dhahran, sulla costa saudita del Golfo, ma che l'emittente e' riuscita ad averne conferma solo poche ore fa.
Non e' chiaro quale sia il figlio di Osama, ma analisti locali ritengono che si tratti di Saad bin Laden, la cui presenza - secondo varie fonti - era stata segnalata di recente in Iran.
Al-Arabiya non ha nemmeno potuto precisare se i tre identificati oggi siano stati catturati nei giorni scorsi o facessero parte del gruppo di presunti membri di Al Qaida arrestati nelle settimane scorse dalle autorita' iraniane.

(Aggiornato il 27 Giugno 2003 ore 15:40)

 

Manuali per aspiranti suicidi nel peschereccio intercettato

Roma 22 Mag - I militari israeliani hanno sequestrato l'imbarcazione e arrestato un esperto di esplosivi di Hezbollah.

C'erano manuali per attentatori suicidi e un sistema di attivazione via radio per bombe radiocomandate nel peschereccio catturato dalla marina israeliana a bordo della quale è stato trovato un esperto di esplosivi di Hezbollah, che è stato arrestato.

Lo hanno riferito fonti militari israeliane. I funzionari israeliani hanno detto che dietro la spedizione c'è l'Autorità palestinese, e che il suo scopo era di istituire una sorta di "scuola per le bombe" nella striscia di Gaza. Un consigliere di Arafat, invece, ha negato il coinvolgimento dell'Autorità palestinese.

I militari hanno affermato che il peschereccio, lungo 17 metri, è stato intercettato in acque internazionali nella notte tra martedì e mercoledì a largo delle coste israeliane.

A bordo c'erano otto membri dell'equipaggio e Hamad Maslam Moussa, un esperto preparatore di bombe. Gli ufficiali militari hanno affermato che lo scopo era di trasportare clandestinamente Moussa nelle aree palestinesi in modo da poter dare istruzioni su come fabbricare bombe più efficaci.

La barca trasportava 36 cd-rom con le istruzioni per gli attentatori suicidi, 25 detonatori di razzi e un sistema di attivazione via radio per bombe. Lo riferiscono i militari israeliani. Uno dei cd-rom illustrato ai giornalisti contiene le istruzioni passo per passo su come assemblare una cintura di attentatore suicida e su come riempirla di sfere metalliche per massimizzare i danni.

Il video, commentato in lingua araba con musica marziale in sottofondo, mostra le azioni da seguire per fabbricare esplosivi Rdx, un potente componente delle bombe. Molte delle bombe usate dagli attentatori palestinesi sono costituite da esplosivi preparati artigianalmente che utilizzano elementi disponibili senza difficoltà come i fertilizzanti.

Se i palestinesi fossero capaci di lavorare gli esplosivi del tipo mostrato nel video "didattico", hanno spiegato i militari, gli attacchi provocherebbero molte più vittime. I militari hanno aggiunto che del materiale di istruzioni per la fabbricazione domestica delle bombe potrebbe essere già arrivato in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.

Negli ultimi due anni, Hams e la Jihad islamica hanno tentato di inviare propri membri in Libano per addestrarsi. Silvan Shalom, il ministro degli Esteri israeliano, ha detto "che non c'e' dubbio che coloro che sono coinvolti in questa vicenda sono molto vicini ad Arafat".

(Aggiornato il 22 Maggio 2003 ore 19:30)

 

PRESI TERRORISTI PRONTI AD ATTACCO SIMILE 11 SETTEMBRE

NEW YORK 21 Mag - I tre uomini arrestati a Gedda tentavano di attuare un dirottamento suicida sull'esempio del'11 settembre. Lo ha riferito l'inviata della Cnn dall'Arabia Saudita. I tre uomini, secondo fonti della sicurezza saudita, si stavano imbarcando su un aereo delle linee aeree Saudia diretto in Sudan. La loro intenzione, ha detto la Cnn, era di farlo schiantare contro un edificio di Gedda. I tre, arrestati lunedi' sera all'aeroporto, avevano con se' coltelli e documenti che la Cnn ha definito ''ultime volonta''. Secondo le fonti della rete di Atlanta erano legati alla stessa cellula di al Qaida responsabile dell'attentato del 12 maggio in Arabia Saudita. Uno di loro figurava nella lista dei 'super-ricercati' stilata dai servizi sauditi.
A NEW YORK, L'intelligence americana ha intercettato segnali di un possibile piano per un attacco sul suolo americano, con dettagli che gli addetti ai lavori hanno definito 'da far accapponare la pelle', e negli Usa il livello di allarme e' stato riportato da 'giallo' ad 'arancione', come era stato per tutta la durata della guerra in Iraq.
In Arabia Saudita, Washington e Londra hanno deciso di chiudere da oggi e almeno sino al fine settimana le proprie ambasciate, mentre l'Italia chiude la sua nella giornata oggi e la Germania ha annunciato la chiusura dei suoi consolati fino a venerdi'.

(Aggiornato il 21 Maggio 2003 ore 15:50)

 

IL N. 2 DI AL QAIDA: ATTACCHIAMO LE AMBASCIATE AMERICANE

BEIRUT 21 Mag - Il braccio destro di Osama bin Laden Ayman al Zawahri ha esortato oggi a compiere altri attacchi contro americani in un'audiocassetta trasmessa da al Jazira. In aprticolare ha esortato i musulmani ''ad attaccare le ambasciate degli Usa, Gran Bretagna, Australia e Norvegia ed i loro interessi ed il loro personale a mettere il fuoco sotto i loro piedi''
''Tutti i paesi arabi sono ipocriti perche' in apparenza hanno rifiutato la guerra all'Iraq, ma allo stesso tempo hanno lasciato le basi militari dei crociati sui loro territori, come le basi che abbiamo visto in Giordania per proteggere Israele', ha detto nel messaggio.
Al Zawahri ha inoltre citato tutti quei paesi arabi che - a suo dire - hanno aiutato le forze anglo-americane nel conflitto contro l'Iraq. Il numero due di Al Qaida ha citato espressamenre Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Egitto, Yemen e Giordania. Rivolto infine agli iracheni, ha detto ''ricordate i vostri 19 fratelli che hanno attaccato l'America con i loro aerei a New York e Washington''. ''Possano i vostri fratelli mujaheddin (combattenti per la guerra santa) portarvi nei prossimi giorni buone notizie'', in riferimento a nuovi attentati, ha concluso.

(Aggiornato il 21 Maggio 2003 ore 15:30)

 

Turchia, donna kamikaze in bar del centro

Ankara 20 MAG - Non si ferma l'ondata di attentati sferrata dal mondo terroristico Islamico. Un morto e un ferito. Una Donna si sarebbe fatta esplodere per sbaglio all'interno della toilette per le donne. La polizia: l'obbiettivo era un altro. La donna era di origini curde e membro del Pkk.

L'esplosione avvenuta poco fa in un caffe' del centro di Ankara, che ha ucciso una persona e ne ha ferita un'altra, potrebbe essere stata causata da una donna kamikaze. Lo ha affermato la rete tv Ntv, citando fonti della polizia.
Secondo le fonti citate dalla Ntv, l'esplosione e' avvenuta nella toilette delle donne del caffe ''Crocodile'', nel quartiere commerciale Kizilay del centro di Ankara. La polizia considera ''altamente probabile'', secondo la stessa rete, che si sia trattato di un attacco suicida da parte di una donna, probabilmente come ritorsione per le recenti operazioni della stessa polizia contro due organizzazioni terroriste islamiche operanti in Turchia.
La prima e' stata condotta la settimana scorsa in quattro citta' turche (Istanbul, Ankara, Bursa, Ismit) contro l'organizzazione di origine giordana Hizbut-Tahrir. Circa 60 persone sono state arrestate nel corso di quella operazione. La seconda e' stata condotta il 17 maggio scorso contro il gruppo degli Hizbollah turchi a Konya, nel corso della quale sono state arrestate 16 persone, inclusi 4 dirigenti.

La kamikaze che avrebbe fatto esplodere una bomba verosimilmente per errore nel 'Crocrodile cafe' di Ankara, sarebbe di origini curde e membro del pkk, partito dei Lavoratori curdi, o del dhkp-c o aderente al pkp/ml.

Da quanto emerge sembra che l'attentatrice abbia fatto saltare la bomba per errore nel locale del fratello di un ex deputato dell' anap, partito di destra di cui faceva parte l'ex presidente del consiglio negli anni novanta, Tansu Ciller. Il magistrato che sta effettuando l'inchiesta, Ahmed Mutlu, ha spiegato ai giornalisti che non aveva certezze: "non ho certezze, penso che forse il posto dell'attentato non fosse questo".

Il ‘Crocodile’ si trova nel quartiere commerciale Kizilay ed è uno dei piu' affollati della citta'. La polizia ha isolato l'intera zona con cordoni di sicurezza. La televisione ha mostrato immagini di detriti e frammenti di vetro sparsi lungo la strada che corre davanti al locale.

La polizia ritiene che l’attacco suicida fosse in risposta alle recenti operazioni condotte dalle forze dell’ordine contro due organizzazioni terroristiche islamiche operanti in Turchia. La prima è stata condotta la scorsa settimana in quattro città turche (Istanbul, Ankara, Bursa, Izmir) contro l’organizzazione di origine giordana Hizbut-Tahrir e ha portato all’arresto di circa 60 persone. La seconda è del 17 maggio contro il gruppo degli hozbollah turchi a Konya con 16 arresti, inclusi quattro dirigenti.

(Aggiornato il 20 Maggio 2003 ore 10:20)

 

Bush: "Guerra al terrorismo continua e sarà lunga"

Roma 20 Mag - Il presidente Usa commenta la scia di attentati di matrice islamica: "Il mondo resta pericoloso e dobbiamo renderlo più sicuro". Frattini: "Anche per l'Europa, il terrorismo si conferma la prinicpale minaccia globale".

La guerra contro il terrorismo continua e sarà lunga: lo abbiamo sempre detto. Così, George W. Bush, presidente degli Stati Uniti, ha commentato gli ultimi attentati di matrice islamica. "Lentamente, ma sicuramente, stiamo smantellando le cellule operative di Al Qaeda. Sappiamo, però, che stanno ancora tramando per uccidere: non dobbiamo negoziare con i terroristi, dobbiamo trovarli e prenderli e assicurarli alla giustizia". "Il mondo resta pericoloso e dobbiamo renderlo più sicuro", ha aggiunto il presidente.

Secondo Bush il legame tra Al Qaeda e le stragi in Arabia Saudita è certo, mentre quello con le stragi in Marocco deve essere ancora verificato.

Rispondendo a una domanda, Bush ha ribadito la volontà degli Stati Uniti di portare avanti il tracciato per la pace recentemente consegnato alle parti in causa, pur senza fare riferimenti specifici all'ultimo attentato in Medio Oriente, la cui notizia è arrivata mentre era a colloquio con la presidente filippina Arroyo. "Ci sono assassini che si mettono sul percorso della pace, che sarà una strada dissestata", ha detto il presidente, ma che intendiamo "percorrere fino in fondo, fino alla realizzazione della mia visione", che prevede la realizzazione di uno stato palestinese accanto a quello israeliano entro il 2005.

Sul tema del terrorismo è intervenuto, da Bruxelles, anche Franco Frattini. “Il terrorismo si sta confermando come principale minaccia globale", ha detto il ministro degli Esteri, a margine della riunione dei capi della diplomazia dell’Unione europea. Frattini ha sottolineato che l'Europa deve rispondere a questa sfida "con una grande volontà politica di esaminare il problema, di prevenirlo e di condurre azioni repressive adeguate".

Ai giornalisti che gli chiedevano se i ministri degli Esteri dell'Ue avessero compiuto oggi una sorta di "autocritica" per il fatto che la guerra all'Iraq abbia potuto togliere attenzione alla lotta al terrorismo, Frattini ha risposto: "Più che una autocritica, oggi noi abbiamo una percezione chiara che problemi come l'Iraq o il Medio Oriente non possono essere affrontati singolarmente". Secondo il titolare della Farnesina infatti si tratta di “un problema che ormai interessa una intera regione: anzi, il terrorismo non ha più l'approccio esclusivo in Medio Oriente ma è passato ad un approccio globale".

In questo contesto, secondo Frattini, diventa sempre più importante il tema "delle relazioni euro-atlantiche", all'Interno del quale si dovrà esaminare la lotta al terrorismo e la lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Naturalmente, ha proseguito, devono essere affrontate anche "le cause" e deve essere preso in esame "di nuovo l'approccio culturale". Bisogna, in sostanza, portare avanti "analisi più rigorose e più attente, certamente anche cogliendo le esperienze fatte in Iraq", facendo tesoro per esempio delle relazioni tra i gruppi sciiti e l'Iran, tutti fatti che, ha concluso, "richiedono un allargamento del raggio di azione".

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 19:00)

 

MO: ISRAELE, ATTENTATO SUICIDA A AFULA

GERUSALEMME 19 Mag - Non si ferma il massiccio attacco terroristico degli estremisti Islamici, Nuovo, ennesimo attentato in Medio Oriente. Un kamikaze si e' fatto esplodere all' ingresso di un centro commerciale a Afula, nel centro-nord di Israele. Lo ha annunciato la radio pubblica. I morti sarebbero almeno quattro i morti ai quali va aggiunto il kamikaze.
Stamane, un altro kamikaze in bicicletta si era fatto esplodere vicino all'insediamento di Kfar Darom, nel centro della Striscia di Gaza, ferendo tre soldati. Il kamikaze si e' lasciato saltare in aria mentre incrociava una jeep militare che pattugliava la zona. Ma l'unico a morire e' stato lui. Il movimento integralista islamico Hamas ha rivendicato l'attacco suicida con una telefonata alla Reuters a Gaza.
TERRORISMO: TENSIONE IN ARABIA SAUDITA - Un uomo armato e' stato fermato al consolato americano in Arabia saudita. Lo hanno detto funzionari americani precisando che non ci sono stati ne' vittime ne' danni. L'incidente e' avvenuto all'esterno del consolato a Dhahran, nella regione orientale del regno saudita presso le coste del Golfo. ''Un uomo armato e' stato fermato all'esterno del perimetro di sicurezza del consolato alle 06:00 locali (le 05:00 in Italia) ed e' stato arrestato dagli agenti sauditi'', hanno precisato fonti dello stesso consolato. Nessuno, hanno quindi aggiunto le fonti, e' stato minacciato o e' rimasto ferito ma i responsabili del consolato hanno deciso di chiudere temporanenamente gli uffici, per ''fare il punto sulle misure di sicurezza''.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 16:00)

 

LA PISTA DI AL QUAIDA PORTA IN VENETO

VICENZA 19 Mag - Massima allerta alla Digos di Vicenza dove si attende che il ministero degli Interni, in contatto continuo con quello spagnolo, comunichi notizie sul nordafricano arrestato in Spagna e sospettato di aver preso parte agli attentati terroristici di Casablanca. L'uomo, secondo quanto trapelato, è residente nel capoluogo veneto. I dirigenti della Digos locale hanno già iniziato le indagini tra gli oltre 50 mila immigrati
extracomunitari di cui oltre 40% di fede musulmana. Vicenza è una delle province italiane più affollate di stranieri, quasi tutti impiegati nelle numerose fabbriche della zona ed apparentemente ben integrati nel tessuto sociale ed economico. I nordafricani rappresentano solo una parte di questa realtà composita caratterizzata da fedi diverse. Sono almeno una decina i centri di culto islamici nel Vicentino, una moschea a Vicenza, una nel Bassanese, tutti luoghi di preghiera attivi da anni e che
non hanno mai destato preoccupazione.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 15:00)

 

ALGERIA - LIBERATI 15 TURISTI OCCIDENTALI

BERLINO 19 Mag  - Sarebbero stati liberati anche gli ultimi 15 turisti europei, da mesi progionieri di estremisti islamici nel Sahara algerino. Ne hanno dato notizia oggi prima il quotidiano 'El Youm' quindi la tv tedesca N-Tv citando guide turistiche e giornalisti che operano nel Sud dell'Algeria. Non sono stati diffusi al momento altri dettagli, salvo che l'operazione condotta da forze speciali del governo locale avrebbe causato diverse vittime. Nella giornata di ieri vari quotidiani arabi avevano annunciato che le autorità algerine stavano trattando la liberazione dei turisti ancora nelle mani dei rapitori. Martedì scorso un blitz dell'esercito aveva portato alla liberazione di una comitiva composta da 17 austriaci e tedeschi dopo una breve ma cruenta battaglia in cui sono rimasti uccisi sette affiliati alla formazione paramilitare "Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento", una delle tante che fanno capo ad Al Quaida.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 14:00)

 

PISANU, IN ALLERTA PER CELLULE DORMIENTI

JEREZ DE LA FRONTERA 19 Mag - ''Esiste in Europa una rete di cellule dormienti del terrorismo islamico che possono risvegliarsi per commettere attentati'' e per questo e' necessaria ''la massima attenzione'' dopo gli attentati di Casablanca. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, che a Jerez partecipa a una riunione dei ministri degli Interni di Spagna, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. Pisanu ha aggiunto che ''finora le cellule scoperte in Italia si occupavano esclusivamente di funzioni di carattere logistico'', ma, dopo la recente ondata di attentati legati al terrorismo islamico, ''abbiamo potenziato le misure di sicurezza per 6.150 potenziali obiettivi sensibili'' in tutto il territorio nazionale. In merito ad un possibile nesso fra la recente guerra in Iraq e la nuova ondata di attacchi del terrorismo islamico, il ministro ha detto: ''In queste questioni non bisogna sottilizzare: il terrorismo islamico ha un carattere prepolitico, religioso e si attiva a prescindere dalle circostanze''. Sulla possibilita' di una collaborazione tra gruppi terroristici politici come le Brigate Rosse e reti del fondamentalismo islamico, Pisanu ha detto che ''c'e' stato un corteggiamento da parte di organizzazioni terroristiche italiane verso gli islamici, ma finora non abbiamo registrato nessun segnale di congiunzione operativa''.

CASABLANCA, I SOSPETTI SU GRUPPI DI INTEGRALISTI - Le autorita' marocchine puntano i loro sospetti su due gruppi estremisti islamici marocchini, dopo gli attentati di venerdi' notte a Casablanca in cui 13 kamikaze hanno ucciso se stessi e altre 28 persone. Un 14/mo attentatore, sopravvissuto all'azione ma ferito, e' stato arrestato. Le organizzazioni su cui si concentrano le indagini sono la Jihad salafita e un altro gruppo vietato dalle autorita', Assirat Al Mustaqim (La giusta via), secondo fonti governative. Tra i trenta (o trentatre', a seconda delle fonti) arrestati dalla polizia marocchina alcuni sono legati alla Jihad salafista marocchina, secondo fonti governative le quali hanno precisato che cinque persone di questo gruppo sono tra i detenuti. Il ministro marocchino dell'interno Al Mustafa Sahel ha detto alla tv di stato 2M che gli investigatori ''concentrano le loro indagini su un gruppo che ha subito numerosi arresti recentemente'', facendo riferimento, a quanto sembra, ai salafiti. Il capo spirituale di questa organizzazione, Ould Mohammed Abdelwahab Raqiqi, alias Abu Hafs, e' stato arrestato e messo in carcere quest'anno per avere incitato alla violenza contro gli occidentali. Il religioso, 28 anni, era con i mujaheddin arabi in Afghanistan negli anni '90. Ha espresso chiaramnente il suo sostegno agli attacchi dell'11 settembre e a Osama bin Laden. Il ministro marocchino della giustizia Mohammed Bouzoubaa ha affermato che alcuni dei kamikaze che hanno compiuto gli attacchi a Casablanca sono legati al gruppo estremista islamico proibito Assirat Al Mustaqim (la Giusta Via).

CASABLANCA: RABAT, 'FAREMO LUCE IN BREVE' - Il Marocco sara' in grado di ''fare luce'' sugli attentati compiuti venerdi' notte a Casablanca ''in breve tempo'', ha assicurato il ministro marocchino delle comunicazioni Mohammed Benabdellah, portavoce del governo. Le autorita' hanno gia' acquisito la convinzione, ha proseguito il ministro, che i 14 terroristi autori degli attacchi - 13 dei quali sono morti e uno, sopravvissuto, e' in arresto - sono ''collegati a una rete internazionale''.
Alcuni dei kamikaze, ha dal canto suo affermato alla tv nazionale il ministro della giustizia Mohammed Bouzoubaa, venivano dall'estero. L'inchiesta, sottolinea il portavoce del governo di Rabat, ha proceduto ''molto rapidamente''.

RIAD: PRIMI ARRESTI COLPISCONO AL QAIDA - Sei giorni dopo i sanguinosi attentati di Riad, che lunedi' hanno lasciato sul terreno 34 morti, di cui otto americani, sono arrivati i primi risultati concreti delle indagini. Le autorita' saudite hanno annunciato l'arresto di quattro persone ritenute membri di al Qaida, la rete terroristica di Osama bin Laden, e di aver identificato cinque dei nove terroristi kamikaze. Secondo le autorita' saudite sono stati in totale quindici i terroristi, tutti cittadini sauditi, ad eseguire i tre attentati che hanno colpito residence abitati da occidentali. Di essi, nove sarebbero quelli che sono sicuramente morti, mentre dei restanti sei si ignora ancora la sorte. I quattro arrestati ''sono membri di al Qaida, tutto lo conferma'', ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro degli interni, Nayef ben Abdel Aziz, secondo cui i quattro ''sono legati all'operazione, anche se non abbiamo prove che vi abbiano partecipato''.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 11:00)

 

CECENIA: BASAIEV, FAREMO ALTRI ATTENTATI SUICIDI

MOSCA 19 Mag - Il principale comandante militare della guerriglia cecena, generale Shamil Basayev, ha oggi annunciato che gli attentati suicidi contro gli ''occupanti'' russi continueranno ''ovunque'' nella repubblica caucasica e in tutta la Federazione per liberare la Cecenia dal ''giogo straniero''.
Basayev, in dichiarazioni riportate dall'agenzia 'Kavkaz', rivendica al suo 'Battaglione dei martiri' gli attentati dei giorni scorsi a Znamenskoie e Iliskhan-Iurt, che hanno fatto in tutto 78 morti e decine di feriti, e afferma che questi ''rappresentano solo una piccola parte delle operazioni progettate per quest'anno''. Basayev afferma che la nuova campagna contro il ''terrorismo'' russo si chiama 'Tornado' e ''questo tornado colpira' ovunque''. Basayev afferma che ''con il consenso tacito di tutta la comunita' mondiale oggi il popolo ceceno e' vittima di un genocidio, e ci riserviamo quindi il diritto ad usare tutte le forze e tutti i mezzi a nostra disposizione per fermare questo genocidio e liberare la patria dal giogo straniero''. Il presidente indipendentista Aslan Maskhadov ha smentito di essere in qualsiasi modo coinvolto con gli attentati di Znamenskoie e Iliskhan-Yurt, ma e' noto che il controllo militare della guerriglia e' piuttosto nella mani di Basayev. Dopo il sequestro degli ostaggi al teatro Dubrovka di Mosca lo scorso ottobre, nel quale Basayev ammise la sua responsabilita', Maskhadov lo sospese dal comandante militare di tutta la resistenza, ma non lo ha ancora formalmente destituito pendendo un'inchiesta. Dopo la sospensione, Basayev si e' concentrato sull'attivita' del suo 'battaglione dei Martiri' iscritto di recente dalla casa Bianca, su richiesta di Mosca, nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 09:40)

 

MO: GAZA; KAMIKAZE IN BICI, FERITI TRE SOLDATI ISRAELIANI

GERUSALEMME 19 Mag - Continua l'ondata di attentati terroristici in Medio Oriente. Un kamikaze in bicicletta si e' fatto esplodere stamane vicino all'insediamento di Kfar Darom, nel centro della Striscia di Gaza, ferendo tre soldati. Lo hanno riferito fonti militari israeliani. Il kamikaze si e' fatto esplodere mentre incrociava una jeep militare che pattugliava la zona. Ma l'unico a morire e' stato lui. Il movimento integralista islamico Hamas ha rivendicato l'attacco suicida con una telefonata alla Reuters a Gaza.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 09:10)

 

Attentato a Casablanca, viveva in Italia uno degli arrestati

Roma 19 mag - Si tratta di un cittadino marocchino affiliato alla rete di Osama bin Laden. Lavorava a Vicenza.

E’ un marocchino che viveva in Italia uno dei sospetti arrestati in seguito al multiplo attentato di Casablanca. L’uomo sarebbe anche legato alla rete di Al Qaeda.

Il marocchino è stato catturato durante operazioni di sicurezza nelle zone delle due enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. In tali regioni sono stati arrestati - secondo Al Jazira - una trentina di altri militanti, appartenenti al gruppo integralista Assirat al Mustaqim (La giusta via).

In un altro gruppo di arrestati a Tangeri, figurano invece un egiziano giunto dal Belgio una settimana prima degli attentati e un cittadino degli Emirati Arabi Uniti che vive a Londra.

L'uomo, che è stato arrestato nella città spagnola di Melilla, sembra lavorasse a Vicenza.

(Aggiornato il 19 Maggio 2003 ore 09:00)

 

MAROCCO, ALLARME FONDAMENTALISMO ISLAMICO

CASABLANCA 18 mag - Un Paese di vacanze, di lunghe spiagge di sabbia bianca, di paesaggi in una luce accecante, di tappeti e argenti e ceramiche a poco prezzo per la gioia dei turisti. Un Paese che nella miseria delle medine, le vecchie citta', alimenta l'integralismo islamico, fornisce ''carne da macello'' per le organizzazioni terroristiche: il Marocco e' in pericolo, denunciano giornalisti, politici, attivisti dei diritti umani che non si stupiscono degli attentati di due giorni fa a Casablanca. ''E' vero, sono i primi attentati in dieci anni, ma erano prevedibili - dice all'Ansa Bachir Znagui, direttore del quotidiano 'Liberation'- il fondamentalismo e' in aumento, sotto gli occhi di tutti''. E nella tolleranza di una monarchia che, come quelle mediorientali, e' pronta ai compromessi, temendo forse di piu' le spinte democratiche degli estremismi islamici. Un errore, sostengono gli attivisti politici che da anni combattono da ''gauche''. I cinque attentati, che hanno fatto 41 morti, inclusi 13 dei 14 terroristi coinvolti, e una sessantina di feriti ''sono un problema interno'', ripete con insistenza Znagui, che e' uscito dal carcere nel 1999, dopo aver scontato una sentenza di quindici anni per la sua attivita' politica. Oggi dirige l'organo del Partito d'Unione socialista, attualmente con sette ministri nella coalizione di governo. ''I marocchini sono la seconda forza in al Qaida - dice Znagui - i sauditi sono le menti e la potenza economica e i nostri giovani sono il braccio. Almeno un migliaio sono ancora legati alla rete terroristica, sono stati in Afghanistan, in Bosnia, in Cecenia. Ce ne sono anche in Italia''. 55 militanti marocchini erano stati catturati in Afghanistan durante la guerra dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti e detenuti a Guantanamo (Cuba), una parte e' rientrata. Fino all'attacco alle Twin Towers ''nessuno ci faceva caso''. Si conoscevano i legami della Jihad Salafista con al Qaida, ma ufficialmente ''venivano minimizzati''. La Jihad Salafita, insieme all'altro gruppo islamico integralista che si ritiene nato da una sua scissione - Assirat Al Mustaqim (La giusta via) - sembra sia direttamente coinvolta negli attentati di venerdi' notte. Negli ultimi mesi sono state arrestate un centinaio di appartenenti all'organizzazione, fra cui il giovane leader religioso Abu Hafs, famoso per i suoi sermoni contro l'Occidente depravato. Il fondamentalismo parte dalle moschee, si nutre con le televisioni satellitari arabe, terrorizza con delle specie di milizie popolari che negli angusti quartieri delle medine fa giustizia di infedeli, di comportamenti scorretti, racconta Znagui. Un mese fa, gli imam hanno fatto distribuire nelle moschee di Casablanca dei volantini che incitano alla 'jihad', a punire gli stranieri. ''Gli appelli fanno presa sui poveri ma anche su persone appartenenti alla classe media'', dice Salah Sbyea, giornalista esperto di terrorismo. Queste organizzazioni ''Sono una setta e come tale agiscono e reclutano i loro adepti''. Solo dopo l'11 settembre, il governo ha iniziato a collaborare con gli Usa nella lotta al terrorismo. Nel maggio dello scorso anno sette marocchini e tre sauditi, con legami con al Qaida, sono stati arrestati, su segnalazione dei servizi segreti americani. Stavano organizzando degli attacchi contro unita' navali militari britanniche ed americane nello stretto di Gibilterra. Agenti dei servizi americani e francesi sono a Casablanca da ieri per aiutare le autorita' marocchine nell'inchiesta sugli attentati. I gruppi integralisti erano in qualche modo tenuti sotto controllo con il re Hassan II che ha dominato per 38 anni il Marocco, ma le timide riforme in senso democratico del figlio, l'attuale sovrano, danno spazio agli estremisti islamici. E non e' un caso che l'ex ministro degli interni Driss Basri, destituito senza troppi complimenti da Mohammed VI appena salito al trono nel 1999, si faccia oggi loro 'portavoce'. Pochi giorni fa aveva messo in guardia sulla ''scarsa sicurezza'' del Marocco e le minacce contro la monarchia. Ad aprile sono state rinviate le elezioni municipali nel timore di un'ulteriore avanzata dei fondamentalisti. A settembre, il Partito islamico moderato Giustizia e sviluppo ha triplicato i seggi al parlamento, oggi ne detiene 42 su 325.

(Aggiornato il 18 Maggio 2003 ore 22:50)

 

DA JEREZ PARTE ALLARME, NESSUNO E' IMMUNE

JEREZ DE LA FRONTERA 18 Mag - ''Non esiste alcun paese che possa sentirsi immune al terrorismo islamico di matrice integralista'': con queste parole il ministro spagnolo degli Interni, Angel Acebes, ha riassunto il senso di una riunione, apertasi oggi in questa citta' andalusa, che tiene con i suoi omologhi di cinque paesi dell'Unione Europea, fra i quali l'italiano Giuseppe Pisanu. I ministri degli Interni di Spagna, Italia, Francia, Regno Unito e Germania si sono dati appuntamento sotto il cocente sole di Jerez per esaminare due questioni di massima priorita' condivisi da tutti: i flussi di immigrati illegali e la nuova ondata di attentati riconducibili alle reti dell'integralismo islamico. Pisanu ha sottolineato che i paesi che partecipano alla riunione di Jerez ''sono tutti e cinque destinazione principale dei flussi di immigrazione clandestina e anche principali bersagli del terrorismo islamico''. ''Esiste in Europa una rete di cellule dormienti del terrorismo islamico che possono risvegliarsi per commettere attentati'', ha aggiunto il ministro degli Interni, secondo il quale, anche se ''l'attenzione e' massima'', questo non comporta un aumento dell'allerta antiterrorista ''perche' non abbiamo mai abbassato la guardia dinnanzi al rischio del terrorismo''. Pisanu, come ha fatto anche Angel Acebes, ha negato che vi possa essere un nesso fra la nuova ondata di attentati del terrorismo islamico e la guerra in Iraq, perche' ''in queste questioni non bisogna sottilizzare: il terrorismo islamico ha un carattere prepolitico, religioso e si attiva a prescindere dalle circostanze''. La cooperazione internazionale e sopratutto europea contro le reti terroristiche -secondo il modello della collaborazione in chiave anti-Eta fra Madrid e Parigi- dovra' inoltre estendersi anche alla lotta contro l'immigrazione illegale, perche'i due fenomeni, come ha sottolineato Pisanu, sono legati. ''Le stesse reti criminali vengono utilizzate come vettori per il terrorismo, il traffico di armi, il traffico di droga e il traffico di esseri umani'', ha detto il ministro degli Interni, che vorrebbe vedere varato durante la presidenza italiana dell'Ue un programma operativo per coordinare la lotta alle reti dell'immigrazione illegale nel Mediterraneo. La riunione di Jerez de la Frontera e' informale e tecnica, per cui il dibattito fra i cinque ministri, che anda' avanti fino al mezzogiorno di domani, dovra' poi essere ripreso in sede istituzionale europea, prima di produrre misure concrete di coordinamento nella lotta contro le reti terroristiche e quelle che controllano i flussi di immigranti clandestini.

(Aggiornato il 18 Maggio 2003 ore 22:40)

 

USA, POCHI DUBBI SUL RITORNO DI AL QAIDA

WASHINGTON 18 mag - Ormai non ci sono piu' dubbi, o quasi: dietro agli attentati di Riad, in Arabia Saudita, e di Casablanca, in Marocco, c'e' la mano di al Qaida, la rete del terrore del miliardario saudita Osama bin Laden, o di gruppi comunque vicini alla rete cui sono stati attribuiti gli attentati dell'11 settembre contro le Torri Gemelle ed il Pentagono. I servizi segreti americani, che stanno lavorando con gli inquirenti sauditi - con qualche difficolta' - e con quelli marocchini, ne sono convinti quasi al cento per cento. Come sono convinti che l'organizzazione terroristica di bin Laden colpira' di nuovo, probabilmente in Africa e in Asia dove ci sono poche misure di sicurezza, ma non escludono che un attentato possa ferire di nuovo gli Stati Uniti, nonostante le precauzioni senza precedenti prese sia negli aeroporti, sia alle frontiere esterne dell'Unione. L'attentato in Marocco ha stupito, quello in Arabia Saudita, dove proprio oggi sono state arrestate persone vicine a al Qaida presumibilmente coinvolte negli attentati di Riad, non viene invece considerato una vera sorpresa. A piu' riprese i servizi di intelligence americani avevano infatti sottolineato l'ottima collaborazione con i colleghi del Marocco, Paese che da anni combatte l'integralismo con un pugno di ferro, convinti che la situazione nel regno fosse tutto sommato abbastanza sotto controllo. AL QAIDA OPERATIVA IN IRAN - Gli attentati che lunedi' scorso hanno colpito Riad provocando almeno 34 morti sarebbero stati organizzati da uno dei principali responsabili di al Qaida, Saif Adel, un egiziano che attualmente si troverebbe in Iran. Lo ipotizza il 'Washington Post, citando fonti di alto livello dell'amministrazione Usa, secondo le quali al Qaida, avrebbe l'intenzione di colpire il piu' possibile nel minor tempo possibile ''per dimostrare che l'organizzazione e' tuttora molto attiva''. In Iran si troverebbero, oltre a Adel, alcuni degli attuali responsabili della rete terroristica, tra cui Abu Mohammed Masri, responsabile per l'addestramento; Saad bin Laden, uno dei figli di Osama; Abu Musab Zarqawi, che prima dello scoppio della guerra, secondo fonti di intelligence Usa, si era rifugiato nel nord dell'Iraq. Il quotidiano cita anche una delle frasi pronunciate, durante uno degli interrogatori, da Khalid Sheik Mohammed, il numero uno operativo di al Qaida catturato nel marzo scorso in Pakistan: ''Mi avete preso, ma ce ne sono tantissimi come me in giro'' per il mondo. IN MAROCCO LEGAMI CON RETE INTERNAZIONALE - Gli attentati di venerdi' sera a Casablanca, che hanno fatto almeno 41 morti tra cui un italiano, sono l'opera di un gruppo marocchino che ha legami diretti con una rete internazionale, forse proprio quella di al Qaida. Lo ipotizza il portavoce del governo di Rabat, Nabil bin Abdallah, che ne ha parlato con il 'New York Times'. Ha detto bin Abdallah: ''E' prematuro affermare che al Qaida e' responsabile (degli attentati) finche' non abbiamo prove chiare, ma sono personalmente convinto che si sia trattato di una organizzazione dello stesso peso''. Il portavoce del governo marocchino ha aggiunto che gli autori ''sono giovani commando kamikaze'' e ''siamo convinti che facciano parte di una cellula legata direttamente ad una rete internazionale installata sul suolo internazionale''. PRONTI A COLPIRE GLI USA VIA MARE - Un altro quotidiano americano, 'The Christian Science Monitor' (Csm), torna invece a parlare della minaccia di uno o piu' attentati di al Qaida, via mare, anche contro gli Stati Uniti. L'organizzazione del terrore di bin Laden controllerebbe almeno una quindicina di navi, essenzialmente nel Mar Rosso o nel Corno d'Africa, ma azioni contro grandi porti americani, dove i controlli sarebbero insufficienti, non sono affatto da escludere. Lo confermerebbe per esempio il fatto che la maggior parte della droga importata negli Usa passa attraverso i porti. Tra le citta' portuali piu' a rischio, il Csm cita Houston, in Texas, che possiede un grande porto protetto da una baia interna, con istallazioni petrolchimiche a pochi metri dall'acqua, non sorvegliate in modo particolare. O ancora Boston, nel Massachussetts, con il porto che si affaccia sulla Cape Cod Bay; Baltimora, nel Maryland, il cui porto si trova in fondo alla Cheasapeake Bay; Charleston, in South Carolina.

(Aggiornato il 18 Maggio 2003 ore 22:30)

 

GB, UOMINI AL QAIDA PREPARANO ATTENTATI

LONDRA 18 mag - E' tornato ai massimi livelli il grado di all'erta contro il rischio di possibili attentati terroristici in Gran Bretagna: alcune cellule di Al Qaida stanno pianificando attacchi a Londra ed almeno in un'altra grande citta' inglese, mentre la polizia ritiene che un'azione del gruppo guidato da Osama bin Laden sia ormai inevitabile. Due giorni dopo l'attentato di Casablanca, costato la vita ad almeno 41 persone, il tabloid domenicale britannico Sunday Express rivela che i servizi segreti esteri di Sua Maesta' (l'MI6) hanno infiltrato due cellule di Al Qaida attive sul territorio nazionale. Si tratta di due squadre composte da quattro uomini ciascuna per un totale di otto kamikaze pronti a sacrificare la propria vita per portare la campagna del terrore anche in Europa. Una di queste due cellule, sempre secondo il Sunday Express, starebbe studiando un attacco contro l'aeroporto di Heathrow, mentre l'altra avrebbe gia' cominciato la ricerca di possibili obiettivi nelle citta' di Birmingham, Manchester o Leeds. ''Siamo estremamente preoccupati da questa minaccia - ha condidato al Sunday Express una fonte dell'intelligence britannica -, ma almeno sappiamo dove si trovano e possiamo controllarli, cio' vuol dire che siamo un passo davanti a loro''. Secondo quanto appreso dalla testata, i membri di una di queste cellule vivono a pochi chilometri dall'aeroporto londinese, gia' oggetto di rigide misure di sicurezza nel febbraio di quest'anno, quando il Governo chiamo' l'Esercito a proteggere le piste proprio in seguito a timori di un possibile attacco di Al Qaida. Scotland Yard, scrive oggi il domenicale News of the World, ritiene che per un attentato del gruppo terroristico in Gran Bretagna sia ''solo questione di tempo''. Secondo una fonte di un servizio di intelligence medio orientale, nel Paese ci sono attualmente ''probabilmente due, certamente non piu' di tre cellule di Al Qaida, ciascuna composta da quattro uomini''. La poliza, sottolinea inoltre il Sunday Express, teme che questi terroristi siano riusciti ad introdurre nel Paese un nuovo tipo di esplosivo, piu' potente del Semtex e piu' difficile da rilevare anche con l'aiuto dei moderni sistemi utilizzati negli aeroporti del Paese. Si tratta di un esplosivo di produzione cinese, che sarebbe stato gia' usato dai due terroristi britannici nel recente attentato di Tel Aviv. Proprio oggi, intanto, il Governo britannico ha sconsigliato ai turisti che dovessero recarsi in Marocco di visitare luoghi affollati e di stare attenti nei locali pubblici frequentati da stranieri. Il ministero degli Esteri non sconsiglia i viaggi in Marocco, ma sottolinea che il Paese rappresenta una ''chiara minaccia terroristica''. Venerdi' scorso, qualche ora prima degli attentati di Casablanca, il Foreign Office aveva diffuso lo stesso avviso nei confronti di altri sei Paesi africani: l'Uganda, l'Etiopia, la Tanzania, la Somalia, l'Eritrea e Gibuti.

(Aggiornato il 18 Maggio 2003 ore 22:20)

 

ITALIA, CIAMPI ESPRIME APPREZZAMENTO A PISANU SU SICUREZZA

ROMA 18 mag - Nel pomeriggio, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a quanto si apprende, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu per esprimergli apprezzamento per l'attivita' svolta dal Dicastero per garantire la sicurezza nel Paese. Pisanu e' stato raggiunto in Spagna dove ha partecipato a un vertice con i suoi omologhi di Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna.

(Aggiornato il 18 Maggio 2003 ore 22:10)

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Ultimo aggiornamento: 08-04-04.

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