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Il Testo integrale del discorso di Bush Servizio Foto1 - Foto 2
Guerra in IRAQ Segue ... Il dopo Guerra in IRAQ
Disordini a Mosul, Usa sparano sulla folla, almeno 10 morti
Mosul 15 aprile 2003 - Tensione e disordine a Mosul. Secondo testimoni
oculari citati dalla tv britannica Sky News, nella città del nord ci sono
stati scontri e tensioni di piazza. I marine hanno sparato sulla folla e
ucciso almeno 10 persone.
Fonti ospedaliere di Mosul parlano di un numero di morti che oscilla "dai 10
ai 12". I feriti potrebbero essere un centinaio.
La sparatoria sarebbe avvenuta presso gli uffici del governo locale, nella
piazza centrale di Mosul. La popolazione protestava contro il nuovo
governatore della città, Mashaan al-Juburi, che stava tenendo un comizio di
forte impronta filoamericana.
Ancora nessun commento ufficiale da parte del comando centrale americano.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 15:20)
Centcom: ci sono progressi quotidiani. Aiuti umanitari e sicurezza in primo piano
Doha 15 aprile 2003 - "Ci
sono progressi quotidiani. Le ultime azioni sono concentrate ad aumentare la
sicurezza, eliminando le ultime sacche di resistenza, a portare contributo
umanitario e a cercare di aiutare le comunità ad organizzarsi".
E' quanto ha dichiarato il portavoce del Comando centrale in Qatar, Vincent
Brooks, nel corso della conferenza stampa quotidiana sulla situazione in Iraq.
Le forze della coalizione in Iraq hanno superato un "importante punto di
transizione". Gli interventi militari ora saranno "molto più localizzati e non
in risposta a un regime organizzato". "Ma le operazioni decisive allo scopo di
rimuovere il regime, a distruggere le capacità militari irachene e la loro
capacità di colpire sta giungendo alla fine" - ha affermato il generale nel
suo briefing di oggi.
Acqua, energia elettrica e assistenza medica in primo piano -
"Pensiamo che sia necessario riportare gli impianti di elettricità in funzione
molto presto. Alcuni impianti di energia elettrica a Nassiyria sono stati già
messi in funzione", ha spiegato Brooks, che ha parlato anche delle emergenze
sanitarie, spiegando che sono stati portati aiuti medici alla popolazione
locale.
Gli ospedali "sono stati resi sicuri", e i pazienti che non potevano esservi
curati in modo corretto sono stati trasferiti alle strutture militari.
Medicinali delle scorte militari americane sono stati distribuiti agli
iracheni.
Brooks ha spiegato che si cerca di migliorare anche la consegna dell'acqua:
"Ci sono state delle distribuzioni di container di acqua potabile e cibo in
tutto il territorio dell'Iraq per la popolazione civile".
L'assistenza umanitaria, ha spiegato Brooks, sta continuando anche attraverso
l'aiuto delle forze speciali.
Trovate armi, tre arresti - Sono stati trovati missili
terra-aria e munizioni. Ieri, all'interno di Baghdad, è stato
trovato esplosivo al plastico, bombe, granate, altre armi grazie a molti
iracheni che hanno portato i soldati a scoprire luoghi nascosti, ha detto
Brooks. La sfida militare più significativa è quella di "disporre di tutte le
armi, munizioni e mezzi del regime" - ha detto Brooks - sottolineando che le
forze della coalizione hanno trovato altri 12 missili già montati sulle rampe
di lancio e sei elicotteri, oltre a 15 camion pieni di munizioni.
Il portavoce del Comando centrale ha precisato: "I nostri sforzi continuano,
ma ci sono ancora persone che rimangono all'interno dell'Iraq e stiamo
cercando di aumentare la sicurezza". Inoltre, tre membri delle "squadre della
morte" irachene sono stati arrestati dalle forze della coalizione militare.
Gli iracheni collaborano - Le forze anglo-americane
lavorano "in modo molto stretto" con gli iracheni per ripristinare strutture
di governo locale. Lo ha riferito il generale americano Vincent Brooks
precisando che gli episodi di vandalismo e i saccheggi "stanno diminuendo".
Si cerca di creare governi locali - Sul fronte della
riorganizzazione della vita civile Brooks ha spiegato che gli amministratori
locali stanno cercando di creare dei governi locali ed una sorta di polizia.
Non ci sono pozzi in fiamme - In Iraq non ci sono più pozzi
in fiamme e tutti gli incendi sono stati spenti, ha dichiarato il portavoce
del Comando centrale.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 13:00)
Centcom: entrati in fase di transizione
Baghdad 15 aprile 2003 -
"Siamo entrati nella fase di transizione" tra la guerra vera e propria e le
operazioni di stabilizzazione dell'Iraq. Lo ha detto un portavoce del Centcom,
in Qatar, il capitano dell'Us Navy Frank Thorp.
Scambiando alcune battute con i giornalisti, alla base di As Sayliyah, nel
deserto vicino a Doha, Thorp ha insistito soprattutto sulle operazioni di
carattere umanitario che i militari Usa stanno svolgendo in queste ore.
Dal punto di vista militare - ha aggiunto il capitano - le cose sono
tranquille, ci sono soltanto pochi scontri sporadici qua e là.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 11:40)
Afp, il comando di una forza 16.000 soldati iracheni si arrende nell'Iraq occidentale
Baghdad 15 aprile 2003 - Il comando di una forza di 16.000 soldati iracheni nella provincia di Al Anbar, nell'Iraq occidentale, si è arreso. Lo ha detto la France Presse. "Sono pronto a fornire il mio aiuto. Vi ringrazio di aver liberato l'Iraq e di averlo stabilizzato", ha detto il generale iracheno Mohamed Jarawi al colonnello americano Curtis Potts, dopo aver firmato l'atto di resa delle sue truppe nel deserto occidentale dell'Iraq. "Spero che avremo relazioni di amicizia con gli Stati Uniti", ha detto il generale. La provincia di Al Anbar è al confine con la Siria.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 11:20)
Manifestazioni di protesta per il vertice di Nassiriya
Nassiriya 15 aprile 2003 -
Migliaia di persone, in maggioranza sciiti, stanno manifestando stamattina a
Nassiriya, in Iraq meridionale, per protestare contro la riunione in programma
per oggi dei principali gruppi dell'opposizione al regime di Saddam Hussein,
patrocinata dagli Usa. Lo ha constatato un giornalista della France Presse.
"Sì Sì alla libertà"; "Sì, Sì all'islam"; "No all'America, no a Saddam",
gridano in coro i manifestanti, radunati nel centro della città. Guidati da
notabili religiosi, i manifestanti - circa 20.000 secondo i giornalisti
presenti - innalzavano cartelli su cui c'erano scritte quali: "Noi chiediamo
che la nostra voce sia quella della Hawza (scuola)" religiosa degli sciiti a
Najaf, la città santa sciita a sud di Baghdad.
"Le forze popolari e religiose che hanno organizzato questa manifestazione
ritengono che la Hawza di Najaf sia l'unica rappresentante del popolo
iracheno, che è all'80% sciita", ha
detto Warrad Nasrallah, uno degli imam che dirigono la manifestazione.
Secondo stime non ufficiali, gli sciiti sono il 65% della popolazione
irachena. "Spetta alla Hawza, e non gli Stati Uniti e la Gran Bretagna,
scegliere i rappresentanti le popolo", ha aggiunto il dignitario sciita,
attorniato da giovani alcuni dei quali, brandendo copie del Corano, lanciavano
slogan contro la riunione delle opposizioni.
I manifestanti, che innalzavano ritratti di Mohammad Sadeq al Sadr, un
dirigente sciita assassinato nel 1999 probabilmente da sicari di Saddam, si
sono diretti verso il palazzo del governatorato.
Fra i manifestanti non ci sono solo istanze religiose. "Chiediamo che le forze
americane e britanniche se ne vadano. Ci hanno liberato da Saddam e la loro
missione è terminata", ha detto Ihsan Mohamed, responsabile della federazione
degli ingegneri della regione. "Noi non vogliamo un governo sciita perché
siamo contrari a regimi confessionali. Ma vogliamo una rappresentatività vera
e onesta degli sciiti", ha aggiunto Mohamed.
Lo Sciri, principale gruppo dell'opposizione sciita, con base in Iran, ha
annunciato che boicotterà la riunione. Nei piani degli americani, la riunione
dovrebbe porre le basi per far emergere "nel giro di qualche settimana" una
nuova autorità civile in Iraq.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 09:40)
'IRAQI FREEDOM' E' CONCLUSA, ORA ARRIVA IL DIFFICILE
BAGHDAD 15 Apr - Occupata anche Tikrit, le
forze anglo americane sono padrone del territorio iracheno anche se un po'
dovunque restano sacche di resistenza da debellare e, soprattutto, non
s' allenta il rischio di attacchi suicida. Saddam Hussein e i
suoi piu' fedeli accoliti restano uccel di bosco e continuano a rincorrersi le
voci piu' disparate sulla loro sorte. Sono stati arrestati invece 59
gerarchi militari del regime scovati dai reparti speciali australiani
della Sas mentre fuggivano in direzione della Siria a bordo di un furgone.
Scontri sporadici sono segnalati in diverse aree del Paese e, dopo la morte di
due marine, ieri un altro soldato del quinto corpo dell' esercito Usa e' morto
in un ennesimo episodio di 'fuoco amico' nei pressi dell'aeroporto di Baghdad.
Sono 119 i militari americani morti dall'inizio del conflitto. Nella
capitale ed altrove si cerca di riportare l'ordine grazie anche alla
cooperazione tra militari Usa e uomini della polizia irachena tornati al
lavoro.
TRE SOLDATI MUOIONO IN INCIDENTI A BAGHDAD - Due soldati del V Corpo
d'Armata americano sono morti a Baghdad quando una granata e' esplosa
accidentalmente a un posto di blocco a sud della capitale irachena. Altri due
sono rimasti feriti nell'episodio. Un terzo soldato del V Corpo d'Armata e'
stato ucciso in quella che viene descritta come una sparatoria accidentale nei
pressi dell'aeroporto internazionale di Baghdad. Qui, un soldato e' rimasto
ferito. Le fonti del Comando Centrale nel Qatar riferiscono questi dati, senza
fornire dettagli, ma precisando che i due episodi non sono collegati l'uno
all'altro e che i soldati non erano impegnati in azioni di combattimento.
BATTAGLIE CAMPALI FINITE, DICE PENTAGONO - Le battaglie campali in Iraq
sono finite. Lo ha detto il generale Stanley McChrystal, dello Stato Maggiore
Usa. McChrystal non ha detto che la guerra e' finita, spiegando che ''stiamo
passando a una fase del conflitto in cui vi saranno combattimenti su scala
minore, ma aspri'', anche se i combattenti iracheni non sono piu' in grado di
produrre ''una difesa coerente''. Il gen. Vincent Brooks, al Comando Centrale
(CentCom) in Qatar, ha parlato di una guerra che durera' ancora ''settimane,
non mesi'', ripetendo che ''molto rimane ancora da fare''. Ieri i carri armati
Usa sono arrivati nel centro di Tikrit, citta' natale di Saddam Hussein,
ultima roccaforte del regime. Ma anche qui le operazioni non sono ancora
concluse, ed e' troppo presto per parlare di resa, ha detto Brooks. Intanto
sono state abolite le due zone di non sorvolo, istituite nel nord e nel sud
dell'Iraq dopo la Guerra del Golfo del 1991 per proteggere i curdi del nord e
gli sciiti del sud dalla repressione.
ARMI CHIMICHE: TROVATI LABORATORI SEMOVENTI SOSPETTI - Soldati
americani - secondo l'emittente Cnn - hanno trovato in Iraq centrale, non
lontano da Karbala, undici laboratori chimici semoventi, nascosti sottoterra,
che potrebbero essere i centri di ricerca per la guerra chimica e biologica
che Washington aveva accusato Baghdad di possedere. Contengono apparecchiature
per un valore di un miliardo di dollari, che ora si dovra' appurare a cosa
servissero.
POWELL, L'ARCHEOLOGIA LA PROTEGGIAMO NOI - Il segretario di stato Colin
Powell ha detto che gli Usa si impegnano a proteggere il patrimonio storico
iracheno e ad aiutare a riparare i danni provocati dai saccheggi.''Stiamo
assumendo il ruolo di maggiore responsabilita' rispetto alle antichita''', ha
detto Powell, aggiungendo che ''siamo preoccupati per quello che e' successo
al museo archeologico di Baghdad''.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 09:00)
Incursione di marines nell'Hotel Palestine a Baghdad
Baghdad 15 aprile 2003 -
Incursione questa mattina di marines americani nell'Hotel Palestine a
Baghdad. L'albergo, dove sono ospitati le centinaia di giornalisti, secondo
i militari americani sarebbe stato utilizzato per proteggere gruppi di fedeli
a Saddam.
I marines sono entrati in alcune stanze, hanno ordinato a tutti di stendersi
a terra, poi hanno controllato le credenziali dei giornalisti, li hanno
perquisiti e li hanno interrogati. A quanto riferisce la Cnn, almeno tre
persone - probabilmente iracheni - sono stati fatti inginocchiare nel
corridoio con le mani sulla testa e poi sono stati portati via.
Il sergente Jose Guillen, conferma l'operazione ma non fornisce ulteriori
dettagli anche se precisa che "non ci sono stati colpi di arma da fuoco".
Una producer della Cnn, Linda Roth, dice che i marine sono entrati anche nella
sua stanza senza fornire spiegazioni. I marine, dice la Roth, erano
apparentemente in "cerca di qualcuno".
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 08:30)
Oggi vertice sul futuro del paese a Nassiriya
Baghdad 15 aprile 2003 -
Inizia la conferenza tra gli Usa e l'opposizione irachena a Nassiriyah.
Oggi, nei pressi di una base aerea vicino alla città del centro sud del
paese, si svolgera' il primo meeting regionale delle forze irachene di
opposizione "sponsorizzato" dagli Stati Uniti.
All'incontro saranno rappresentati tutti i gruppi di opposizione, dall'Iraqi
National Congress di Ahmed Chalabi (che non interverrà di persona), all'Iraqi
National Accord, ai partiti curdi, a quelli musulmani, ai rappresentanti
della monarchia abbattuta nel 1958: in tutto circa sessanta persone, secondo
i media americani. Ospite e grande regista dei lavori: Zalmay Khalilzad,
inviato speciale della Casa Bianca, l'uomo che ha coordinato sinora i
rapporti con l'opposizione in esilio, come gia' fece ai tempi della guerra
in Aghfanistan.
A introdurre l'incontro, come ha confermato ieri mattina il segretario di
Stato Usa Colin Powell, sarà Jay Garner, il generale in pensione che guida
l'Ufficio per la Ricostruzione e l'Assistenza Umanitaria (ORHA),
l'organizzazione che dovrà traghettare l'Iraq verso la democrazia fino alla
formazione di un governo civile iracheno. E la prima fase, ciò di cui si
discuterà domani, è proprio la formazione di una "IIA" Interim Iraqi
Authority, che dovrà reggere il paese fino alle elezioni.
Quella di Nasiriyah è la prima di una seria di conferenze regionali che
culmineranno in una sorta di costituente nazionale da tenersi a Baghdad nel
più breve tempo possibile, e che prenderà le decisioni finali sulla nuova
Autorità ad interim: che tipo di assetto avrà, qando dovrà durare, quali
saranno i suoi poteri, chi ne farà parte. Secondo il piano del generale
Garner, in ciascuna delle 17 province in cui è diviso il paese saranno
inoltre costituite altrettante commissioni locali che prepareranno il
terreno per le elezioni.
Nell'attesa, lo stesso generale Garner ha diviso l'Iraq in tre zone
amministrative: Il nord, affidato al generale in pensione Bruce Moore, il
centro, inclusa Baghdad, affidato alla veterana della diplomazia americana
Barbara Bodine, e il Sud, affidato a Buck Walters, che si trova già a Umm
Qasr in attesa di trasferire il suo quartier generale a Bassora.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 08:40)
Petrolio: la Halliburton torna in corsa per i 600 mln di dollari della ricostruzione
New York 15 aprile 2003 - La
Halliburton sembrava avesse già in tasca i primi 600 milioni appaltati
dall'Agenzia americana per lo sviluppo internazionale al fine di bonificare i
pozzi petroliferi iracheni incendiati dal regime di Saddam Hussein. Poi era
uscita di scena diventando semplice subcontraente e, all'improvviso, era
balzata di nuovo sul palcoscenico come destinataria, dietro regolare
contratto, di una commessa da sette miliardi di dollari. Adesso pare tornare
nella lista dei pretendenti ai primi 600 milioni senza alcuna garanzia di
spuntare l'intera posta.
Per l'ex società del vicepresidente Dick Cheney, la vicenda della
ricostruzione irachena non risulta proprio lineare. Secondo quanto affermato
dal Genio dell'Esercito americano - ripreso dalla stampa statunitense - la
Kellog Brown & Root, controllata di Halliburton, aveva firmato solo un
cosiddetto 'contratto-ponte' per intervenire immediatamente in Iraq, in attesa
di una gara definita per la ristrutturazione dei pozzi petroliferi iracheni.
Una ricostruzione stimata in circa sette miliardi di dollari, ora rivista a
600 milioni poiché i danni ai pozzi sono risultati inferiori al previsto.
L'uscita del Genio Militare arriva dopo che, la scorsa settimana, lo stesso
Genio aveva riconosciuto l'esistenza di un contratto da sette miliardi di
dollari in due anni - ora definito 'ponte' - il quale non aveva mancato di
alimentare polemiche, sulla scelta di Halliburton che, lo scorso marzo,
sembrava essersi ritagliata un ruolo secondario come subcontraente proprio per
evitare critiche legate al ruolo di Cheney, amministratore delegato e
presidente dell'azienda nel periodo 1995-2000.
Così, in maniera inattesa, la controllata di Halliburton, sembra rientrare, al
pari delle altre, nel novero delle aziende che interverranno nell'area senza
godere di particolari privilegi. Dall'11 settembre 2001, comunque, Halliburton
e la sua controllata Kellog Brown & Root hanno strappato buoni affari pur
rimanendo al centro dell'attenzione per i tanti appalti ricevuti dal
Pentagono: su tutti, quelli per la costruzione delle celle di Guantanamo -
destinate a ospitare i sospettati di terrorismo arrestati in Afghanistan - e
per la fornitura di servizi logistici a Esercito e Marina degli Stati Uniti.
(Aggiornato il 15 Aprile 2003 ore 07:30)
I sette soldati liberati raccontano la prigionia
Washington 14 aprile 2003 -
I cinque soldati americani catturati dopo un'imboscata nei pressi di
Nassiriyah il 23 marzo e messi in salvo ieri dai marine, oggi raccontano al
"Washington Post" i giorni di prigionia. Tutto il mondo ha visto in tv i loro
occhi terrorizzati mentre venivano interrogati dagli iracheni.
Shoshana Johnson, Hedgar Hernandez, Joseph Hudson, James Riley, e Patrick
Miller si erano arresi agli iracheni che li avevano circondati e hanno
picchiato alcuni di loro. "Ci sparavano da tutte le direzioni e non sapevamo
dove andare", ricorda Riley, mentre per Miller "sembrava un film". La
Johnson spiega che non appena gli iracheni si sono accorti che era una
donna l'hanno trattata in maniera più gentile dei suoi colleghi maschi; Miller
racconta che la sua prima domanda è stata: "Mi ucciderete? Hanno detto di no,
ma non ci ho creduto". Sono stati portati a Baghdad e tenuti prigionieri in
celle separate. All'inizio ognuno di loro ignorava cosa fosse successo agli
altri.
Tra loro c'era anche Jessica Lynch, liberata con un blitz delle forze speciali
Usa il 12 aprile ed ora già tornata a casa. Due di loro erano stati feriti
nell'imboscata e la Johnson racconta che in infermeria "più di una volta il
medico ha detto che volevano trattarmi bene, a dimostrazione dell'umanità
degli iracheni". "Apprezzo le cure ricevute. Ma so anche che c'era una ragione
nel loro comportamento. Non mi hanno curata solo per umanita"'. Poi la
liberazione, con una curiosità: la Johnson non e' stata subito riconosciuta
come americana dai marines. All'improvviso i prigionieri hanno sentito bussare
alle porte e le voci che urlavano "state giu', state giu"'. "Stavo seduto
-ricorda Miller- e i marines bussavano alla porta e dicevano di stare giù. Se
siete americani alzatevi. Ci siamo alzati e ci hanno portati via da li"'.
Sulla strada per Tikrit, città natale di Saddam Hussein, i
marines sono stati avvisati della presenza di prigionieri americani a
Samarra: secondo alti ufficiali sarebbe stata la guardia irachena,
mentre per i marines che hanno preso parte alla liberazione dei
prigionieri il merito sarebbe di un civile.
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 15:40)
Baghdad, iniziati pattugliamenti Usa e polizia irachena. Assalita ambasciata turca
Baghdad 14 aprile 2003 -
A
Baghdad la situazione sta iniziando a normalizzarsi. Sono iniziati i primi
pattugliamenti delle forze di polizia irachene che hanno risposto
positivamente all'appello dei militari americani e al momento non si ha
notizia di gravi saccheggi in città.
Nella capitale irachena hanno ripreso a viaggiare anche gli autobus e il
traffico questa mattina è abbastanza regolare. Intanto presso l'accademia di
polizia di Baghdad, si è riunito il primo centinaio di volontari disponibili a
contribuire all'amministrazione dell'ordine pubblico in città.
Il colonnello della polizia irachena Haitham al-Ani ha spiegato che le squadre
Usa e quelle irachene effettueranno I loro giri di pattugliamento su macchine
separate ma in modo costantemente coordinato.
Saccheggi in diminuzione - Per quanto I saccheggi sembrino in
diminuzione, anche questa mattina la gran parte dei negozi della capitale è
rimasta chiusa. La cittadinanza ha iniziato intanto a pulire le strade dalla
mondezza accumulatasi negli ultimi giorni e dai calcinacci e dai detriti
provocati da venti giorni di bombardamenti.
Assalita ambasciata turca - Una sparatoria si è svolta stamani a
Baghdad tra elementi armati che hanno attaccato l'ambasciata turca nella
capitale irachena - vuota dopo la partenza dei diplomatici turchi - e i
sorveglianti palestinesi che hanno messo in fuga gli assalitori. Lo ha
riferito la rete turca Ntv mostrando le immagini della sparatoria, che non ha
provocato feriti.
Uccisi 2 miliziani - Saddam City è ancora teatro dei regolamenti di conti tra feddayin e sciiti. Due miliziani sono stati uccisi questa mattina durante una sparatoria del sobborgo che i due milioni di residenti hanno ribattezzato 'Al Sadr'. Secondo le milizie sciite, la battaglia è stata contro i volontari palestinesi, siriani e libanesi giunti in Iraq per combattere al fianco del regime e rimasti intrappoolati in città dopo la caduta di Saddam. Ma secondo altre fonti si è trattato di uno scontro tra gruppi rivali che si contendono il controllo del quartiere.
Usa resta fuori da Saddam City - Le strade di accesso a Saddam City sono bloccate da uomini armati e i soldati americani non vi mettono piede da quando, la settimana scorsa, è stato trovato un accordo informale in base al quale le truppe alleate hanno lasciato ai residenti il compito di stanare ed eliminare le sacche di resistenza.
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 15:30)
Tikrit sotto controllo Usa, Brooks: guerra durerà ancora settimane non mesi
Tikrit 14 aprile 2003 - Tikrit è ormai quasi sotto il controllo degli americani, che ne hanno occupato il palazzo presidenziale, ma è prematuro dire che la guerra è finita. Complessivamente, la guerra in Iraq durerà "settimane, non mesi". Lo ha affermato il generale Vincent Brooks del comando Usa in Qatar. "Siamo vicini alla conclusione -ha detto Brooks- ma rimane lavoro da fare, anche perchè ci sono aree nelle quali non siamo ancora penetrati". La caduta della città è "un punto di transizione" nelle operazioni in Iraq, ha aggiunto, spiegando che restano posti nel Paese di cui le forze Usa e Gb non hanno ancora una 'valutazione' militare. Per Brooks sono ancora possibili combattimenti, localizzati e di dimensioni contenute, ma comunque "non organizzati dal regime". La città è stata comunque isolata dal resto del paese, e il ponte sul Tigri è sotto controllo. Il generale ha riconosciuto che i combattimenti che ci sono stati in questi ultime ore "sono stati gli unici combattimenti significativi di queste ultime 24 ore".
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 15:00)
Tikrit, marines prendono possesso della città. Comando centrale Usa: resistenza occasionale
Tikrit 14 aprile 2003 -
Anche Tikrit è caduta in mani Usa: il centro della città natale di Saddam
Hussein e del suo clan un tempo potentissimo, considerata l'ultima roccaforte
del vecchio regime in Iraq, o forse ormai soprattutto temuta come tale, è
presidiata dai carri armati Usa. Cinque tank e soldati, spalleggiati da aerei
ed elicotteri, si trovano nella piazza centrale, ma sono ancora in corso
combattimenti, riferisce la Bbc. Secondo i comandanti americani resistono
ancora circa 2500 sostenitori del defunto regime.
Comando centrale - Il comando centrale alleato a Doha ha oggi
confermato l'ingresso a Tikrit di forze americane, ma non considera la città
come caduta sotto il totale controllo degli Usa. Il tenente Herbert Josey,
portavoce del Centcom, ha detto che "in questo momento ci sono truppe a Tikrit
che hanno incontrato una certa resistenza", che non va comunque al di là di
"tiri occasionali". "Restano forze del regime di Saddam Hussein in quel
settore - ha aggiunto il portavoce - che non si sono ancora arrese". Tikrit,
dove e' nato Saddam Hussein, è l'ultima città ancora non in mano completamente
alle forze angloamericane.
La conferma di Al Jazira - La presa di Tikrit è stata
confermata anche dall'emittente satellitare pan-araba 'al-Jazira', che ha
mandato in onda immagini nelle quali si vedevano i carri armati attestati
nella vasta piazaa, e i marines che si aggiravano in armi lungo le vie della
città. L'inviato della televisione con sede in Qatar, Youssef al-Sharif, ha
riferito che il controllo delle forze Usa sul bastione di Saddam è totale, e
che i comandanti del contingente americano di occupazione hanno già intavolato
colloqui con i capi della tribù locali, mentre i soldati stanno portando a
termine lo spegnimento delle sacche di resistenza residue.
Calma in città - Tikrit del resto era stata abbandonata
svariate ore prima dalle truppe regolari irachene allo sbando e anche da gran
parte della popolazione civile, terrorizzata dai bombardamenti aerei che
avevano preceduto e accompagnato l'avanzata di terra di oltre 250 mezzi
corazzati. Ad accogliere gli occupanti solo qualche sparuto drappello di
persone che sono uscite dalle loro case semi-diroccate per curiosare.
Commercianti difendono negozi - Più in lontananza si sentivano risuonare colpi di arma da fuoco, ma stando a testimoni oculari si tratterebbe non di nuovi scontri bensì della reazione armata dei cittadini contro i primi tentativi di saccheggio. Nella notte alla periferia erano invece divampati furiosi combattimenti con gli irriducibili paramilitari dei 'fedayeen Saddam', almeno una quindicina dei quali erano rimasti uccisi; distrutti cinque tank nemici. Si attende adesso l'annuncio ufficiale della presa dell'ultima città importante dell'Iraq che ancora non si trovasse sotto il pieno controllo delle forze alleate: a quel punto, dopo 26 giorni, la guerra potrebbe dirsi chiusa.
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 08:50)
Tikrit, Carri armati nel centro, dopo notte di bombardamenti. Baghdad, scontri a fuoco nei pressi del Palestine
Baghdad 14 aprile 2003 - Carri armati americani sono entrati nelle ultime ore nel centro di Tikrit, città natale di Saddam Hussein, con l'appoggio di alcuni elicotteri e dopo un intenso bombardamento aereo avvenuto nella notte. Nelle vie di Tikrit si sta combattendo duramente e le forze irachene sembrano ormai prossime a soccombere, stando agli ultimi dispacci delle agenzie presenti sul luogo. Ieri ci sono stati intensi scontri a fuoco nella periferia meridionale della città tra le truppe irachene e i soldati americani. Ma prima era partita una sorta di trattativa: con la mediazione dei 22 capi tribù locali sembrava poi vicina una resa dei fedelissimi di Saddam, ma l'accordo alla fine e' saltato e si è ricominciato a sparare.
Sconti a fuoco nella capitale - A Baghdad, intanto, non si allenta la tensione. Questa notte, intorno all'una ora locale, c'è stata una intensa sparatoria tra marines e alcuni cecchini, nelle vicinanze dell'Hotel Palestine, dove alloggiano i giornalisti. La calma è tornata dopo che sono stati arrestati tre uomini in un edificio vicino al grande albergo. La tv araba Al Jazeera ha detto che Saddam Hussein e i suoi due figli sarebbero morti sotto le bombe. Confermato dagli americani, invece, l'arresto di un fratellastro di Saddam, ex ministro dell'interno, arrestato dai miliziani curdi mentre cercava di fuggire in Siria.
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 07:30)
PER SETTE PRIGIONIERI USA RITORNO DALL'INFERNO DELL'IRAQ
BAGHDAD 14 Apr -
Con l'arrivo dei marines a
Tikrit il controllo degli anglo-americani sull'Iraq e' quasi totale. Dopo
l'ondata di saccheggi a violenze, a Baghdad c'e' stata la prima protesta
anti-Usa della popolazione, mentre gli americani hanno annunciato che saranno
formate pattuglie congiunte con la polizia irachena, che oggi e' tornata in
servizio a Mossul, nel nord. Ma nella capitale intanto, brucia la biblioteca
nazionale. Nuovo avvertimento alla Siria, questa volta da parte dello stesso
presidente George W. Bush.
PER SETTE PRIGIONIERI USA RITORNO DALL'INFERNO - Sette soldati
americani sono stati ''recuperati'' in Iraq, a un centinaio di km a nord di
Baghdad: sarebbero in buone condizioni, anche se due di essi appaiono feriti.
Tra i liberati vi e' anche la soldatessa di colore, Shosana Johnson, catturata
a Nasiriya il 23 marzo, le cui immagini erano state mostrate dalla tv
irachena. Attualmente, il Pentagono conta in Iraq sei dispersi e sette
prigionieri di guerra.
IRAQ: SPARATORIA A BAGHDAD VICINO A HOTEL PALESTINE - La sparatoria
scoppiata stanotte attorno alle 01:30 (locali) a Baghdad e' cessata quando i
marine statunitensi hanno arrestato un cecchino nei pressi dell'hotel
Palestine, dove risiedono quasi tutti i giornalisti impegnati nella guerra
irachena. Un giornalista britannico ha detto che lo scontro a fuoco era
scoppiato fra i fanti di marina statunitensi e uno o piu' cecchini attivi a
partire da un palazzo non lontano dall'albergo dei giornalisti. Un ufficiale
dei marine ha detto che a sparare potrebbero essere stati fino a cinque uomini
e che sono in corso ricerche per appurare ogni circostanza relativa al fatto.
BUSH AVVERTE LA SIRIA: COOPERA O TOCCA A TE - Il presidente americano
ha rivolto un nuovo avvertimento a Damasco, dopo quelli degli ultimi giorni
rivolti dal segretario di stato Powell e dal segretario alla difesa Donald
Rumsfeld. ''L'ho gia' detto e lo ripeto - ha detto Bush - La Siria non deve
offrire protezione ad elementi del regime di Saddam Hussein''. Gli Stati
Uniti, ha aggiunto il presidente, hanno motivo di ritenere che vi siano in
Siria armi chimiche e che si aspettano cooperazione anche su questo.
INCENDIATA LA BIBLIOTECA NAZIONALE A BAGHDAD - Le fiamme sarebbero
state appiccate alla biblioteca, che custodisce documenti di straordinaria
importanza culturale, da alcuni vandali entrati nei locali per fare saccheggi.
nella capitale devastata dai saccheggi e dalle violenze c'e' stata oggi la
prima manifestazione anti-Usa della popolazione esasperata. I soldati
americani sono intervenuti oggi per la prima volta arrestando 25 persone,
mentre e' stato annunciato l'imminente avvio di pattuglie congiunte con la
polizia irachena, tornata oggi in servizio a Mossul, nel nord.
TROVATI 5 BARILI DI SOSTANZE CHIMICHE, NON 278 OGIVE - E' stata
fortemente ridimensionata la notizia del ritrovamento in Iraq di 278 ogive di
artiglieria contenenti un agente chimico. In realta' i marines hanno trovato,
in una scuola di Baghdad, cinque fusti contenenti una sostanza urticante. In
precedenza si era parlato di ogive chimiche contenute in alcuni rimorchi
posteggiati nel cortile di una scuola.
NUOVO BILANCIO PENTAGONO, 115 VITTIME AMERICANE - Sono 115 i soldati
americani caduti nella Guerra del Golfo 2, secondo le cifre aggiornate,
domenica, dal Pentagono, che ha anche contato oltre 400 feriti e cinque
dispersi. Ieri sono stati invece liberati dai Marines i sette prigionieri di
guerra in mano all'Iraq. Il Pentagono non ha invece fornito, come di consueto,
cifre dei caduti iracheni ne' delle vittime civili. I prigionieri di guerra
iracheni superano i 7.700. L'ultimo morto dell'elenco del Pentagono e' il
pilota Nathan White il cui jet F/a-18 e' precipitato sull'Iraq il 2 aprile.
White era considerato finora disperso.
CATTURATO FRATELLASTRO SADDAM, CONFERMA USA - Fonti
dell'amministrazione Bush hanno confermato la cattura di Watban Ibrahim Hasan
al Tikriti, il fratellastro di Saddam che figurava come il cinque di picche
nel mazzo dei 55 super-ricercti del Comando Centrale in Qatar. Watban e' stato
catturato nei giorni scorsi da ''elementi non americani'' e consegnato alle
truppe Usa, hanno detto le fonti dell'amministrazione. Il fratellastro del
rais, figlio del secondo matrimonio della madre di Saddam, non era considerato
un membro della cerchia piu' vicina al presidente iracheno. ''Saddam lo
sospettava e lo teneva sotto stretta sorveglianza'', hanno detto le fonti Usa.
Una delle voci che si erano diffuse ieri, dopo che la notizia della cattura
era cominciata a circolare, e' che sia stato Watban la fonte del Dna
necessario all'identificazione del fratellastro a cui ha alluso il comandante
dell'operazione 'Liberta' per l'Iraq' Tommy Franks. Il Dna necessario per
l'identificazione dei resti di una persona deve appartenere a un parente per
via materna, e Watban sarebbe in questo senso ''un Dna ambulante'', ha detto
un funzionario americano protetto dall'anonimato.
(Aggiornato il 14 Aprile 2003 ore 01:30)
Ritrovamento armi chimiche: 5 fusti di una sostanza orticante, e non centinaia di ogive, trovati dai marines
Baghdad 13 aprile 2003 - Poche ore, e la notizia del ritrovamento di 278 ogive di artiglieria contenenti un agente chimico è fortemente ridimensionata: i marines hanno trovato in una scuola di Baghdad cinque fusti contenenti una sostanza urticante. In precedenza si era parlato di ogive chimiche contenute in alcuni rimorchi posteggiati nel cortile di una scuola. Resta peraltro confermato dai primi test di laboratorio che la sostanza contenuta nei cinque fusti provoca, se posta a contatto della pelle umana, grosse vesciche piene di acqua.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 20:20)
Bush: "La Siria deve cooperare con noi e non proteggere dirigenti del regime di Saddam"
Washington 13 aprile 2003 - "La Siria deve cooperare con la coalizione: l'ho già detto e lo ripeto. La Siria non deve offrire protezione ad elementi del regime" deposto di Saddam Hussein. Il presidente americano George W. Bush, di rientro alla casa Bianca da Camp David, risponde così ai giornalisti . Bush ha detto che gli Stati Uniti hanno motivo di ritenere che vi siano in Siria armi chimiche e che si aspettano cooperazione anche su questo punto. Il presidente americano, inoltre, ha definito questo "un grande giorno" per le famiglie dei sette militari americani liberati e che "faranno presto ritorno in patria : abbiamo ancora militari dispersi durante il combattimento -ha aggiunto Bush- continueremo a cercarli e a pregare per un loro ritorno sicuro". La breve dichiarazione di Bush era stata preceduta da prese di posizione ben piu' pesanti del segretario alla difesa Donald Rumsfeld. In un'intervista alla Cbs, il capo del Pentagono ha dichiarato che il governo siriano "sta compiendo parecchi errori gravi". "Un sacco di valutazioni errate, a mio giudizio". Ma se si dovesse scoprire che Saddam è nascosto in Siria, l'errore sarebbe ancora "più grande", ha ammonito. Rumsfeld ha anche affermato che cittadini siriani hanno preso parte agli attacchi alle forze Usa in Iraq:"Nel Paese - ha affermato - ci sono numerosi cittadini non iracheni, particolarmente a Baghdad... Parecchi sono della Siria, la maggior parte... sembra".
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 19:20)
Baghdad, incendiata la Biblioteca nazionale
Baghdad 13 aprile 2003 - La Biblioteca nazionale di Baghdad è in fiamme. Lo ha constatato un giornalista della France Presse, secondo il quale ad appiccare il fuoco sarebbero stati alcuni vandali entrati nei locali per fare saccheggi. Situata di fronte al ministero della Difesa, la biblioteca custodisce documenti di straordinaria importanza culturale. La Biblioteca nazionale della capitale irachena ospita anche il Centro nazionale degli archivi. Venerdì era stato saccheggiato il museo nazionale di Baghdad.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 18:30)
Baghdad, ritrovati vivi sei prigionieri Usa a nord della città
Baghdad 13 aprile 2003 - Un gruppo di sei
soldati americani, che si ritiene siano i prigionieri di guerra che ancora
mancavano all'appello, sono stati trovati dai marines a un centinaio di km a
nord di Baghdad. Lo ha annunciato il generale Tommy Franks dal Comando
centrale in Qatar, che ha così confermato le anticipazioni di fonti
giornalistiche.
I sei soldati americani sono stati già "trasferiti con urgenza in una unità di
trattamento psicologico a Baghdad per le cure del caso", ha detto un ufficiale
Usa che ha chiesto l'anonimato.
Il generale Franks ha precisato di aver ancora bisogno di tempo per capire
bene chi siano i soldati in questione.
Non è chiaro infatti se tra i sei ci siano i cinque soldati Usa elencati
sinora come "dispersi" o se i ritrovati facciano parte del gruppo di sette
ufficialmente classificati come prigionieri di guerra.
Per questo il generale al comando delle forze Usa nel Golfo ha detto di essere
"riluttante" a rilasciare informazioni immediatamente, e ha inizialmente
dichiarato che avrebbe rilasciato notizie su 7 prigionieri "entro 12 ore".
In totale, le forze Usa stanno cercando di recuperare 12 militari: sette
prigionieri e cinque dispersi.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 12:40)
Tikrit, truppe Usa preparano l'attacco, ma trovano resistenza inaspettata sulla strada
Tikrit 13 aprile 2003 - A
Nord di Baghdad, nella base militare di Al Tayi, le truppe Usa che si stanno
preparando all'offensiva contro Tikrit sono state accolte da una dura quanto
inaspettata resistenza.
La base militare di Al Tayi - segnala l'edizione online del quotidiano El
Mundo - è a soli 15 chilometri a nord di Baghdad, lungo una strada molto
importante del punto di vista strategico per quanto riguarda il transito mezzi
e truppe verso settentrione, in direzione di Tikrit.
Strada deserta - La strada che da Erbil porta a Tikrit - fino
a 5-6 chilometri dall'ingresso in città - è deserta, ha raccontato un abitante
della città natale di Saddam Hussein ad un giornalista dell'Ansa che sta
cercando di entrare in città.
A sud uomini armati, si ignorano le intenzioni - La zona sud
di Tirkit - ha detto ancora l'iracheno che è appena uscito dalla città - è
piena di uomini armati, nessuno in divisa. Molti sono arabi provenienti da
altri paesi, soprattutto dal Sudan. Dicono di aspettare gli americani, ma
senza spiegare se per sparargli addosso o per accoglierli a braccia aperte. Di
sicuro, dicono di non volere i curdi.
Un giornalista che parlava con il telefono satellitare - ha raccontato ancora
- è stato fatto smettere per paura che comunicasse agli americani le
coordinate per bombardare.
I muri di Tikrit sono tappezzati delle immagini di Saddam Hussein e i
sobborghio nord sono apparentemente intatti senza segni di bombardamenti, ha
riferito.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 11:00)
Baghdad, si prova a riportare l'ordine. Situazione confusa anche nel resto del Paese
Baghdad 13 aprile 2003 - Baghdad è sempre nel caos. Mentre in alcuni settori della capitale si registrano ancora delle sparatorie tra americani e irregolari, si sta lentamente mettendo in movimento la macchina per la "normalizzazione" della città, dopo i saccheggi degli ultimi giorni.
Raccolta di cadaveri -
Gruppi
di volontari sono impegnati, questa mattina, a Baghdad, nella raccolta dei
cadaveri delle persone rimaste uccise - coinvolte, spesso involontariamente -
nelle sparatorie degli ultimi giorni, tra le truppe americane e formazioni
irachene. I cadaveri, secondo quanto hanno riferito giornalisti dell' Afp, si
trovano ancora dentro le autovetture che sono rimaste intrappolate tra i
gruppi di fuoco oppure adagiati sui marciapiedi. Un componente di uno dei
gruppi di volontari (che indossano mascherine chirurgiche, guanti di lattice e
grembiuli) ha riferito che solo la sua unità ha raccolto, questa mattina, già
18 cadaveri. Le salme sono sistemate su barelle, ricoperte di un drappo bianco
e di una bandiera irachena, poi portate in uno degli ospedali della città per
la loro identificazione e, quindi, inumazione. Da questa mattina, intanto, gli
americani stanno registrando gli iracheni che si sono offerti come volontari
per il riavvio dei servizi pubblici e la messa in sicurezza della capitale. Le
operazioni di registrazione dei
volontari sono controllate da militari americani armati, mentre un ingorgo si
è creato nel settore dell' hotel Palestine, intorno a piazza al Ferdus, dove
e' stato installato il centro di coordinamento.
Senza luce da giorni - Baghdad è senza energia elettrica da una dozzina di giorni, da quando cominciò l' offensiva della coalizione contro la capitale e la maggior parte delle sue abitazioni non hanno nemmeno acqua potabile e telefono, mentre non hanno ripreso a funzionare i trasporti pubblici. Ieri alcuni ufficiali di Polizia iracheni si sono presentati agli americani con i quali hanno avuto una prima riunione per riattivare un commissariato nel centro della città nel tentativo di dispiegare delle pattuglie.
Servizio d'ordine anche a Mossul -
La situazione rimane confusa anche nel resto del Paese. Nel nord, a
Mossul imperversano le bande armate e come a Baghdad, gli americani hanno
cominciato a organizzare un servizio di sicurezza per garantire l'incolumità
dei cittadini e mantenere la calma
nella città, dove curdi e arabi ieri si sono scontrati lasciando sul terreno
15 cadaveri.
Misure per la sicurezza - Il tenente colonnello Robert Waltemeyer, comandante delle forze Usa che si trovano nella regione settentrionale, ha annunciato un suo programma di sicurezza, dopo due riunioni tenute con i capitribù e gli ispettori di polizia. Oltre a un prossimo aumento delle forze americane a Mossul, l'ufficiale ha detto - durante una conferenza stampa alla presenza di tutte le autorità locali - che sarà ripristinata la polizia urbana, la quale sarà posta sotto la protezione della coalizione. "Da stasera la polizia sara' nelle strade, e nessuno lo potrà impedire", ha concluso Waltemeyer. Saranno istituite anche milizie di sicurezza interetniche per il presidio delle infrastrutture e milizie civili di quartiere.
Comitato civico a Kirkuk - A Kirkuk, invece, dopo i violenti saccheggi dei giorni scorsi, è stato istituito un comitato civico rappresentativo delle tre maggiori comunità - curdi, turcomanni e assiri - per gestire gli affari amministrativi e di sicurezza. Per quanto riguarda Tikrit, città natale di Saddam, secondo la Cnn le truppe irachene avrebbero abbandonato il campo, lasciando blindati e carri armati sulle strade deserte. Il convoglio di sette veicoli della Cnn, però, è stato preso di mira dal fuoco da un cecchino nelle vicinanze di un checkpoint. La scorta del team della tv americana ha risposto al fuoco, ma nessuno è rimasto ferito. I marines, infine hanno assunto il controllo di al Kut, nella parte centro-orientale del Paese.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 11:00)
BATTAGLIA A MOSSUL TRA CURDI E ARABI, 15 MORTI
MOSSUL (Nord Iraq) 13 Apr
- Un giorno dopo
la caduta del regime, Mossul sprofonda nell'incubo della guerriglia
urbana. Per le strade si spara e si muore: il bilancio e' di 15 morti e oltre
200 feriti. Le forze speciali americane, che avevano iniziato a pattugliare il
centro, sono state attaccate a colpi d'arma da fuoco e costrette ad un
temporaneo ritiro. Intorno all'aeroporto della citta', dove i marines hanno
installato il quartier generale, a mezzogiorno sono caduti due colpi di
mortaio.
La gente e' terrorizzata, i saccheggi continuano, gli edifici pubblici sono
ancora in fiamme. In un quartiere meridionale combattenti curdi peshmerga e
arabi (iracheni) armati, si sono fronteggiati a mitragliate in quelle che
appare come il primo, allarmante, segnale di un possibile scontro etnico
all'interno della citta'.
Entrare a Kirkuk e' come varcare la soglia di una metropoli impazzita e
fuori controllo, dentro la quale le auto sfrecciano senza regole e ad ogni
angolo risuonano raffiche di mitra. Dove la gente esce dai grandi magazzini
trasportando in spalla il bottino saccheggiato e altri piangono sulla soglia
del proprio negozio dato alle fiamme. Dove si muore colpiti dai proiettili
vaganti, come accaduto ad un giovane iracheno di 27 anni giunto cadavere in
ospedale. Dove i cadaveri (almeno tre quelli visti in una via del centro)
restano per ore in strada senza che nessuno abbia il coraggio di avvicinarsi a
raccoglierli. E' una metropoli in preda all'anarchia collettiva dove si
incendiano gli edifici governativi e si consumano, impunite, antiche vendette
private.
I guerriglieri curdi, che ieri avevano assicurato di non voler entrare in
citta', oggi ne hanno invece assunto il controllo occupando e trasformando nei
propri comandi gli uffici abbandonati dalle forze di sicurezza irachene. Ma a
differenza di Kirkuk, dove in gran parte la popolazione e' curda e percio' li
ha accolti acclamando, a Mossul i peshmerga rappresentano invece una
minoranza: eppure tocca a loro garantire la sicurezza di gente che e' in
maggioranza araba. Ma in questo caos generale accade persino che amici e
nemici si incontrino: davanti al ponte di Al-Hurya un iracheno, Abdullah Wahet,
corre incontro ad un posto di blocco presidiato dai guerriglieri curdi: ''Mi
hanno appena rubato la macchina - urla - dovete aiutarmi''. Loro annotano il
numero di targa su un foglietto di carta e promettono che faranno il
possibile. Ma non hanno neppure una radio per comunicare, ne' un'auto per
muoversi; imbracciano solo i fucili mitragliatori e restano dietro i sacchetti
di sabbia, ad arginare gli effetti di una guerra che fanno a paura anche a
loro che pure l'hanno combattuta. Tra i vicoli e le grandi piazze di Mossul,
dentro i suoi antichi bazar e tra i moderni palazzi del centro, convivono
disordinatamente fronti diversi. Ci sono gli iracheni amici di Saddam e quelli
che lo odiano, ci sono i curdi che lo hanno combattuto e quelli che lo hanno
sostenuto. E poi ci sono i soldati americani, dagli uni visti come occupanti,
dagli altri come liberatori.
Le facce di queste contraddizioni si incrociano attraversando il centro:
capiscono che siamo stranieri e qualcuno ci applaude, altri ci urlano di andar
via. Ad un posto di blocco curdo il comandante dell'unita', Bibo Zebari, ci
dice di fare attenzione ''perche' gli arabi sparano sui giornalisti
forestieri''. E' accaduto a due colleghi turchi, uno e' stato colpito alla
testa.
Nel vecchio quartiere della citta' altri arabi invece ci vengono incontro col
sorriso e ci pregano di far sapere al mondo che hanno paura: ''Dove sono gli
americani? - ripetono - dove sono la liberta' e la democrazia che ci avevano
promesso?''. E raccontano che vivono senza luce e senza acqua, i viveri
cominciano a scarseggiare, temono che il loro denaro non valga piu' niente, e
rischiano di morire anche solo attraversando la strada. Gli ospedali,
raccontano, sono stati saccheggiati e molti medici e infermieri oggi hanno
disertato i reparti temendo le bande armate. Ci sentiamo in colpa mentre li
ascoltiamo, noi infagottati dentro il giubotto antiproiettile e l'elmetto e
loro in maniche di camicia e ciabatte, mentre intorno si continua a sparare.
SI PREPARA BATTAGLIA PER TIKRIT - le truppe alleate si preparano alla
battaglia per occupare la citta' natale di Saddam, 200 chilometri a nord di
Baghdad, dove il CentCom dice di aspettarsi ''scontri violentissimi''. Il gen.
Brooks ribadisce pero' che Tikrit non sara' l'ultima tappa della guerra, anche
se gli Usa hanno gia' ritirato dalla zona del Golfo due portaerei e i
costosissimi bombardieri invisibili B-2.
FRONTE SUD: CONQUISTATA KUT - I marines americani hanno conquistato il
controllo della citta' di Kut, 170 chilometri a sud-est di Baghdad, che
rappresenta un punto di passaggio chiave per il passaggio di rifornimenti fra
Bassora e la capitale.
La notizia della conquista di Kut e' stata data dal reporter della Bbc, David
Loyn, al seguito delle truppe americane.
Secondo il giornalista, il combattimento era particolarmente temuto dai
militari, che sapevano di avere a che fare con milizie particolarmente
agguerrite e nutrite di odio verso gli invasori americani.
Il 3 aprile, il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said Al-Sahaf
aveva letto in televisione un messaggio di Saddam Hussein che fra l'altro
aveva lodato i difensori impegnati dentro e attorno alla citta' di Kut, sotto
i bombardamenti.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 10:50)
Tikrit, città natale di Saddam abbandonata dall'esercito. Lunga diretta della Cnn
Tikrit 13 aprile 2003 - Mentre i marines americani del Primo corpo di spedizione in Iraq si preparano ad attaccare Tikrit, considerata l'ultima roccaforte del regime iracheno, la Cnn ha mostrato nei sobborghi della città veicoli militari e carri armati abbandonati e una strada che non mostrava l'esistenza di una difesa né civile né militare. L'inviato della tv americana è persino salito su un veicolo blindato dell'esercito iracheno e vi ha trovato una mitragliatrice carica e pronta a sparare, ma abbandonata. Secondo l'inviato era difficile dire se tali condizioni di abbandono fossero recenti o risalissero all'inizio della guerra.
"Disordine e collasso" - La scena di "disordine e collasso", come è stata definita dal giornalista americano, si presentava nel dintorni settentrionali della città, a circa sette chilometri dal centro, in un'area che sembrava quella di una base militare. In contrasto con altre città abbandonate dal regime, non vi erano segni di saccheggio e grandi ritratti di Saddam Hussein ancora adornano gli edifici. Un portavoce del Comando centrale in Qatar ha scherzato sul reportage dicendo: "Abbiamo saputo che la Cnn ha preso Tikrit".
Presto attacco - Verso Tikrit si sta dirigendo un contingente di marines chiamato "Task Foce Tripoli" composto di unità combattenti e battaglioni di blindati leggeri, con l'incarico di individuare e distruggere quanto rimane delle forze nemiche a nord di Baghdad, secondo quanto ha comunicato il tenente Josh Rushing, portavoce del Comando centrale.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 07:50)
Baghdad, ritrovati centinaia di giubbotti esplosivi. Un marine muore al posto di blocco
Baghdad 13 aprile 2003 - Continua 'incubo kamikaze per le truppe di stanza nel Golfo. I marines americani hanno rinvenuto a Baghdad almeno 310 giubbotti esplosivi, da indossare per compiere attentati suicidi: lo hanno reso noto fonti del Comando Centrale alleato, secondo cui la scoperta risale a ieri; imprecisato il luogo del ritrovamento, anche se secondo il network televisivo 'Cnn' si tratterebbe di una scuola. In gran parte degli indumenti da kamikaze, circa 160, all'esplosivo erano stati abbinati cuscinetti a sfera per provocare un effetto-mitraglia e rendere ancora più micidiali le conseguenze degli attacchi dinamitardi; una sessantina di altri giubbotti erano inoltre in pelle nera, confezionati appositamente per essere indossati sopra gli altri vestiti.
Dettagli inquietanti - Stando a indiscrezioni, nel deposito clandestino è stato scoperto anche qualcosa persino più inquietante: numerose grucce per abiti sparse, senza più nulla di appeso. Ciò potrebbe indurre a ipotizzare che molti dei giubbotti esplosivi siano già stati consegnati ai singoli attentatori kamikaze. Prima della caduta di Baghdad in mani alleate, il regime di Saddam Hussein aveva fatto sapere che tremila volontari arabi erano giunti in Iraq per missioni suicide contro le truppe d'invasione degli 'infedeli'.
Marine ucciso al checkpoint - Un marine è morto ieri a Baghdad in un agguato a un posto di blocco ucciso da un colpo di pistola sparato da un uomo apparentemente siriano. Lo ha annunciato il Comando centrale americano (CentCom) in Qatar sul suo sito internet. Il marine era appostato davanti a un ospadale quando due uomini, spacciandosi per giardinieri, gli si sono avvicinati, uno di loro ha estrato la pistola e gli ha sparato. Altri marines, che erano nei paraggi, hanno subito reagito aprendo il fuoco contro l'attentatore uccidendolo. Sull'accaduto il CentCom ha aperto un'inchiesta.
Bilancio vittime -
E' salito
così a 114 morti il bilancio provvisorio delle perdite subite dalle forze
statunitensi durante la guerra in Iraq. Ne ha dato notizia il Pentagono, che
ha invece mantenuto fermi i dati relativi a prigionieri di guerra e dispersi,
intendendosi con tale termine
coloro di cui non si conosce la sorte precisa, cioé se siano morti oppure se
si trovino in mani irachene: rispettivamente ammontano a sette e a sei
persone. Almeno 399 i feriti.
(Aggiornato il 13 Aprile 2003 ore 07:10)
ANCORA CAOS A BAGHDAD, MORTI 20 IRACHENI E DUE MARINES, SI SPARA ANCORA
Baghdad 12 Apr - Ancora caos a Baghdad:
nella capitale sparatorie e saccheggi, ora anche di case private, mentre
emergono primissimi embrioni di collaborazione tra poliziotti iracheni e forze
Usa. Tikrit, citta' natale di Saddam, e' sotto pesanti bombardamenti.
BAGHDAD: INTENSA SPARATORIA PRESSO HOTEL PALESTINE - Diversi
combattenti ''nemici'' - forse 20 - e un Marine sono rimasti uccisi in
sparatorie avvenute nelle vicinanze dell'Hotel Palestine a Baghdad, secondo
quanto riferito da fonti militari Usa. Il sergente dei Marines Daniel Finn ha
detto all'agenzia Reuters che combattenti nemici hanno aperto il fuoco contro
le truppe americane da sei bunker sulla riva occidentale del Tigri. ''Non
sappiamo con certezza quanti fossero, ma hanno aperto il fuoco e ora sono
morti'', ha precisato il sottufficiale, aggiungendo di ritenere che nella
sparatoria fossero coinvolti 15-20 combattenti iracheni o di altre
nazionalita'. Secondo corrispondenti della Reuters sulla riva orientale del
fiume, vi e' stato un nutrito fuoco di armi automatiche e di carri armati da
parte di truppe Usa sull'altra sponda. In un altro incidente, un uomo in abiti
civili ha aperto il fuoco contro i Marines di guardia a un ospedale vicino
all' albergo, uccidendone uno. ''Abbiamo perso un Marine'', ha annunciato
Michael Purcell, un maggiore del corpo. ''Lo sparatore e' stato ferito o
ucciso'', ha aggiunto. Secondo il racconto dell'ufficiale, l'uomo, che era
mescolato a un gruppo di civili, si e' avvicinato alla postazione dei Marines
e ha sparato da breve distanza. Un altro soldato alleato e' stato ucciso da un
colpo di pistola sparato da una persona presumibilmente siriana.
Il marine era appostato davanti a un ospadale quando due uomini, spacciandosi
per giardinieri, gli si sono avvicinati, uno di loro ha estrato la pistola e
gli ha sparato. Altri marines, che erano nei paraggi, hanno subito reagito
aprendo il fuoco contro l'attentatore uccidendolo.
A BAGHDAD SACCHEGGIATE ANCHE LE CASE - Da ieri sera i marines
pattugliano le strade della capitale irachena, in preda ai saccheggi e
all'anarchia, per conquistare la fiducia degli abitanti e riportare la calma.
Ma testimoni parlano di saccheggi ormai anche nelle case private, che la gente
cerca di difendere come puo'. Forze Usa hanno trovato un grosso nascondiglio
di armi, anche ''placcate d'oro', e la tv Fox news ha riferito della scoperta
in una scuola di una cinquantina di giubbetti esplosivi. Nel museo delle
antichita' della capitale, ha denunciato la sua vicedirettrice, sono stati
saccheggiati o distrutti 170.000 reperti. Considero gli americani responsabili
del disastro, ha detto.
POLIZIA BAGHDAD A USA, IN 72 ORE RISTABILIREMO ORDINE - Un gruppo di
ufficiali dellapolizia irachena ha assicurato oggi di essere in grado di
ristabilire l'ordine pubblico a Baghdad entro 72 ore a condizione che gli
americani mettano a disposizione i ferri del mestiere: auto, armi e
altoparlanti. ''Siamo pronti a collaborare con le forze alleate per la
sicurezza della citta' e per porre fine ai saccheggi e alle violenze di questi
giorni'', ha detto il colonnello Ahmad Abdelrazzak Saeed alla Tv satellitare
del Qatar, Al Jazira.
''E' un nostro dovere, sia come uomini sia come tutori dell'ordine
pubblico - ha aggiunto - la polizia deve riprendere il proprio lavoro''.
Da quando il regime di Saddam Hussein e' caduto, Baghdad e altre citta' come
Bassora, Mussul e Kirkuk sono sprofondate nel caos: ci sono stati saccheggi e
regolamenti di conti. Persino gli ospedali sono stati presi d'assalto e ora
sono sorvegliati da infermieri armati di Kalashnikov.
Salvo alcune eccezioni, le forze anglo-americane non sono intervenute per
ristabilitre l'ordine pubblico nonostante le polemiche esplose anche a livello
internazionale. I portavoce militari sostengono che per il momento le forze
alleate in campo non sono abbastanza numerose.
Con altri sei colleghi, il colonnello Ahmad Abdelrazzak Saeed stamane si e'
recato all'Hotel Palestine a Baghdad ed ha parlato con alcuni ufficiali
americani. Non e' noto quale sia stata la risposta.
''Saremmo in grado di riportare la calma a Baghdad entro 72 ore'', ha
assicurato uno degli ufficiali ai microfono di Al Jazira. Gli americani, ha
poi spiegato, dovrebbero mettere a disposizione auto, armi leggere e
altoparlanti. ''Noi della polizia non siamo mai stati per il regime criminale
di Saddam Hussein - ha proseguito - penalizzando noi, lui privilegiava i
servizi segreti, i servizi di sicurezza e le milizie del partito Baath''.
Il colonnello Mohammad al-Banna ha lanciato un appello a tutti i colleghi.
''Agli ufficiali e agli agenti chiediamo di ritornare urgentemente al loro
posto di lavoro'', ha detto. ''Io non mi considero certo un esponente
dell'opposizione e dobbiamo assolutamente fare qualcosa per salvaguardare
l'ordine pubblico'', ha aggiunto un ufficiale in pensione che si e' detto
pronto a rientrare in servizio come volontario.
NAZIONI UNITE PREOCCUPATE PER ANARCHIA E CAOS. I timori delle Nazioni
unite sono stati espressi, oggi ad Amman, dal coordinatore dell' Onu per gli
aiuti umanitari per l'Iraq Ramiro de Oliveira Lopes da Silva, il quale non ha
voluto rispondere al segretario alla difesa Donald Rumsfeld, secondo cui caos
e violenza sono esagerati dalla stampa internazionale mentre la realta' e' che
l'Iraq e' ''liberato''. ''Vi posso solo dire che dal nostro punto di vista -
ha detto - siamo estremamente preoccupati per quello che noi riteniamo essere
anarchia e caos''.
RIUNIONE OPPOSIZIONE SI TERRA' MARTEDI' A NASSIRYA - Una riunione di
gruppi di opposizione che nei giorni scorsi era stata annunciata, poi
cancellata e riconfermata, e' stata nuovamente messa in programma da Pentagono
e Dipartimento di Stato: si svolgera' martedi' prossimo a Nassiriya, nel sud
del Paese, dove in giornata i marine americani, temendo un attacco suicida,
hanno ucciso due bambini sparando contro un pulmino il cui autista aveva
ignorato il segnale di alt.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 23:00)
Baghdad, poliziotti iracheni si offrono per riportare la calma
Baghdad 12 aprile 2003 -
Sette poliziotti iracheni, tra cui un colonnello, si sono presentati questa
mattina all'hotel Palestine di Baghdad e hanno offerto a ufficiali
statunitensi la loro collaborazione per riportare l'ordine nella capitale.
Il colonnello Ahmad Abdelrazzak Said era l'unico a indossare l'uniforme,
mentre i suoi sei uomini erano in abiti civili. All'ingresso, sono stati sono
stati perquisiti dai militari Usa.
Ai giornalisti che risiedono al Palestine, l'ufficiale iracheno ha raccontato
di voler aiutare gli americani a mettere fine ai saccheggi e alle devastazioni
seguite alla caduta di Baghdad.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 10:30)
Gino Strada: mai visto un disastro simile
Baghdad 12 aprile 2003 -
"Oggi a Baghdad i feriti muoiono nelle moschee, dagli ospedali ormai è sparito
tutto. Da questa mattina ne cercheremo uno che ci dia un minimo di garanzie di
sicurezza e lì rimetteremo in funzione un reparto. Ci vorranno un paio di
giorni. Poi il passaparola in città farà il resto. Appena si saprà che c'è un
centro chirurgico di una Ong italiana dove si può essere operati, gli iracheni
verranno a farsi curare".
Comincia così l'intervista del Corriere della Sera a Gino Strada, il
medico chirurgo fondatore di Emergency che si trova a Baghdad per aiutare la
popolazione martoriata dalla guerra.
"Non ho mai visto niente del genere - racconta - La città è avvolta dal fumo,
piena di incendi, non si respira. Per la strada regna l'anarchia: oggi qui
nessuno sembra al sicuro. I soldati della coalizione sparano e poi se ne
vanno. Nelle vie di Baghdad si incontrano soltanto cadaveri e sciacalli, tanti
sciacalli e purtroppo anche tanti cadaveri. Io credo che se nel mondo si
sapesse quello che accade quaggiù, sarebbe chiaro a tutti che la guerra è un
obbrobrio, è massacrare persone, privarle della dignità, ridurle alla fame, al
ladrocinio, al saccheggio, persino dei loro ospedali.
Chi ha bombardato e chi controlla questo Paese si preoccupa esclusivamente
della propria sicurezza, certo non di quella della popolazione irachena. Le
porte dei palazzi vengono sfondate dai tank e poi tutto viene abbandonato a se
stesso. Così adesso Baghdad è nelle mani di migliaia di mascalzoni. Girano per
la città a mani nude o con dei carretti e saccheggiano tutto: palazzi
presidenziali e case private, uffici, negozi, ambasciate. Anche gli ospedali
sono stati presi d'assalto. Gli altri cittadini rimangono chiusi in casa,
senza l'acqua e la luce. In una situazione del genere anche il nostro lavoro
rischia di diventare impossibile.
Per qualcuno la guerra finisce quando smettono di cadere i missili. Ma non è
così. Qui ci sono bombe a frammentazione per strada e gli effetti della guerra
dureranno chissà quanto tempo. Chi ha espresso la propria volontà di pace ha
fatto una cosa giusta, sacrosanta e fondamentale. Ora credo che debba
continuare. Magari gridare ancora più forte per denunciare quello che è stato
fatto qui".
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 09:30)
TRUPPE ALLEATE NEL NORD, CALMA APPARENTE
KIRKUK 12 Apr - Dopo il caos di ieri, con
saccheggi, vendette tribali e personali, oggi nel Nord dell'Iraq sembra essere
tornata la tranquillita' con l'arrivo di nuove forze alleate.
KIRKUK: CURDI VOGLIO ENTRARE NEL GOVERNO LOCALE - I curdi che si
trovano a Kirkuk chiedono una amministrazione civile in cui ci siano anche
loro. Una radio locale oggi ha detto che i desideri della popolazione sono che
nella citta' dell'Iraq settentrionale - finora araba - venga formato un
governo locale cui partecipino curdi, arabi e turcomanni.
I combattenti curdi, i peshmerga, continuano a tenere Kirkuk sotto controllo,
presidiando le sedi delle istituzioni piu' importanti.
Il generale Mam Rostam, comandante militare dell'Unione patriottica del
Kurdistan (Puk), ha annunciato che le forze curde hanno cominciato ad
abbandonare la citta', sebbene tale dichiarazione non sembra essere confermata
dalla situazione attuale.
Altre fonti parlano di un ritiro curdo entro due giorni. In citta' vi sono
anche un migliaio di soldati americani, ma se ne attendono 4 mila circa per
poter prendere in pieno controllo del perimetro urbano.
MOSSUL: TORNA LA TENSIONE - Forze speciali americane, 15 mezzi secondo
testimoni, sono arrivate nelle prime ore di questa mattina a Mossul, nel
Kurdistan iracheno. I peshmerga, che sono coordinati dagli americani, stanno
in particolare perquisendo le auto in entrata ma soprattutto in uscita da
Mossul alla ricerca di armi.
Una forte esplosione e' avvenuta alle 12 (ora locale, le 10 in Italia) nella
periferia occidentale.
Dal luogo del boato si e' alzata un'alta colonna di fumo nero e non e' al
momento chiara l'origine della bomba. Secondo alcuni guerriglieri curdi
potrebbe trattarsi di un colpo di mortaio.
La tensione in citta' e' di nuovo alta, nel corso della mattinata nella zona
meridionale uomini armati hanno aperto il fuoco contro unita' speciali
americane e contro i guerriglieri peshmerga, uno dei quali sarebbe rimasto
ucciso. Nella zona est della citta' continuano a levarsi colonne di fumo che
testimoniano incendi ancora in corso dopo i saccheggi iniziati ieri.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 09:20)
Truppe Usa entrano a Mosul
Baghdad 12 aprile 2003 - Un
ingente convoglio di truppe statunitensi è entrato a Mosul, la principale
città nel nord dell'Iraq, dove ieri il Quinto Corpo d'armato iracheno si è
arreso ai peshmerga curdi senza combattere.
Una fonte d'agenzia ha contato 40 veicoli militari, in gran parte camion
Humvees (i mezzi usati dall'esercito statunitense per il trasporto di terra)
lungo l'arteria principale di congiungimento con Arbil. Molti dei veicoli sono
armati con mitragliatrici pesanti e lancia-razzi, alcuni hanno le bandiere 'a
stelle e strisce' che sventolano sulla sommità.
Ieri, a Mosul, vero e proprio cuore petrolifero dell'Iraq, insieme ai
peshmerga curdi era entrato solo un piccolo numero di militari statunitensi. E
la città, che oggi sembera tranquilla, era rapidamente sprofondota nel caos.
La Turchia, che ha seguito con apprensione tutti gli ultimi sviluppi nel nord
dell'Iraq per il timore di possibile ricadute interne, aveva però ricevuto
ampie assicurazioni da Washington che le truppe statunitensi avrebbero
vigilato sui movimenti dei peshmerga.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 09:20)
Peshmerga cominciano ritiro da Kirkuk
Baghdad 12 aprile 2003 - I miliziani 'peshmerga'
curdi hanno cominciato a ritirarsi da Kirkuk, lo strategico centro petrolifero
nel nord dell'Iraq conquistato giovedì. A riferirlo è l'emittente britannica
Bbc.
Il ritiro dei 'peshmerga' è stato confermato anche dal comandante dell'Unione
patriottica del Kurdistan, il generale 'Mam' Rostam. La città, ha assicurato,
ora è tranquilla.
La caduta di Kirkuk nelle mani dei 'peshmerga' era avvenuta praticamente senza
combattimenti, ed era stata seguita con grande apprensione dalla vicina
Turchia, preoccupata di tutelare i propri interessi.
I miliziani curdi erano stati subito affiancati dai soldati delle 173esima
brigata aviotrasportata statunitense; Washington si era affrettata a
rassicurare Ankara che avrebbe preso presto il controllo totale della città.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 09:40)
Tikrit, angloamericani a 100 km dalla città. Fonti Usa: non ci saranno resistenze
Baghdad 12 aprile 2003 -
L'attenzione dei generali angloamericani è concentrata su Tikrit, la città
natale di Saddam Hussein. Le forze Usa sono a 100 chilometri dalla città,
considerata strategica dal punto di vista politico. Le unità della guardia
repubblicana si sono ritirate e sembra che ci sia una trattativa in corso per
la resa definitiva.
Usa non si apettano grandi resistenze - Da Baghdad, per la
presa di Tikrit, sta risalendo la quarta divisione di fanteria Usa, la più
tecnologica dell'esercito statunitense. Saranno i suoi 15.000 uomini a
lanciare l'assalto alla città di 100.000 abitanti.
Secondo fonti militari Usa, non sono comunque da attendersi forti resistenze.
I bombardamenti hanno destrutturato le difese e intorno alla città non vi
sarebbero più reparti militari organizzati.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 08:30)
Paese nel caos, Usa chiedono aiuto alla polizia di Saddam
Baghdad 12 aprile 2003 - Per
riportare legge e ordine a Baghdad, i marine e i militari Usa contano sulla
collaborazione della vecchia polizia irachena. Il Paese rischia di sprofondare
nel caos più totale e bisogna fare qualcosa. Ma il rischio è quello di
affidare l'amministrazione della giustizia a uomini legati a filo doppio col
passato regime e col partito Baath.
"La liberazione dell'Iraq - scrive oggi il Washington Post - si è trasformata
nel saccheggio di Baghdad". La Croce rossa e gli altri organismi umanitari
aggiungono: in questa condizioni non possiamo lavorare.
Franks: si freni illegalità - Ora, c'è l'esigenza di
riportare un po' d'ordine e di normalità, specie a Baghdad, dopo giorni di
saccheggi, di devastazioni, di atti di terrorismo e di morti ai posti di
blocco. Il generale Tommy Franks, comandante della campagna "Libertà per
l'Iraq", ha diramato nuovi ordini ai suoi uomini perché cerchino di frenare
l'illegalità e di favorire la ripresa delle normali attività.
Come in Giappone nel Dopoguerra - L'amministrazione
provvisoria Usa (non ancora insediata) starebbe già cercando di avere la
collaborazione della polizia del regime di Saddam Hussein. Il Guardian di
Londra rivela che gli americani sono intenzionati ad usare almeno una parte
selezionata della polizia irachena per amministrare la giustizia nella
capitale. Non è una mossa inedita nella storia americana. Qualcosa del genere
venne deciso anche in Giappone nell'immediato dopoguerra. Allora ci si rivolse
alla polizia di Hiroito per riportare l'ordine a Tokyo.
Problema della selezione - Ieri, così, le forze Usa hanno
fatto appello proprio alla polizia irachena (oltre che ai vigili del fuoco e
ai guidatori di ambulanze) e hanno chiesto ad agenti, pompieri e piloti di
tornare al lavoro. Al momento, dicono fonti militari Usa, "stiamo cercando di
identificare le persone chiave nella gestione dell'ordine in città prima del
nostro arrivo: il capo della polizia, il responsabile delle forniture idriche,
il capo dei vigili del fuoco, il responsabile della sanità". La cosa veramente
complicata è effettuare una selezione efficace del personale dell'ordine
pubblico iracheno.
Verso la presa di Tikrit - Intanto il conflitto va avanti nel
Nord dell'Iraq, dove le forze della coalizione hanno occupato senza colpo
ferire la città di Mosul e sperano di indurre alla resa le forze a difesa di
Tikrit, la roccaforte del clan di Saddam. Anche le via i fuga verso la Siria,
almeno le principali, sono state tagliate, mentre il governo di Damasco
avrebbe, a sua volta, chiuso le frontiere con l'Iraq.
(Aggiornato il 12 Aprile 2003 ore 07:50)
Paese nel caos. Baghdad: assalto al museo archeologico. Bassora: inglesi uccidono 5 saccheggiatori
Baghdad 11 aprile 2003 - Neppure il prestigioso museo archeologico di Baghdad si è salvato dalla furia dei saccheggiatori. Una decina di persone sono entrate indisturbate al piano terra del Museo nazionale e hanno scorrazzato nelle sale dell'esposizione e negli uffici. Ceramiche e statue sono state rovesciate a terra e distrutte; qualcuno ha visto due uomini trascinare via un antico portale dell'edificio. Per ora, sarebbero satte risparmiate le sale del piano superiore. L'Iraq ha uno dei patrimoni archeologici più ricchi del mondo e il museo ospita, o ospitava, una collezione ricchissima di reperti provenienti dalle antiche Babilonia, Ur e Ninive. Tra i pezzi più pregiati, un'arpa di argento di 4mila anni fa trovata a Ur.
Bassora, gli inglesi sparano - Le truppe britanniche hanno ucciso ieri a Bassora, nel sud dell'Iraq, cinque uomini che cercavano di saccheggiare una banca. Lo ha reso noto oggi il generale americano Vincent Brooks, nel corso della conferenza quotidiana al Comando centrale statunitense in Qatar. "I ladri hanno sparato sulla pattuglia", ha spiegato Brooks, e i militari britannici hanno risposto al fuoco. Brooks ha chiarito che le forze alleate non hanno intenzione di assumersi compiti di polizia in Iraq, ma la risposta dura dei britannici sembra avere scoraggiato i saccheggiatori. "Le razzie sono diminuite a Bassora", ha assicurato il generale.
Ordine in 72 ore - Il colonnello Chris Vernon, portavoce delle forze britanniche, proprio oggi ha annunciato che presto si interverrà per riportare l'ordine nella città meridionale in preda al caos. "Vedrete che più o meno tra 72 ore cominceremo a cambiare il nostro atteggiamento per gestire quella che chiamiamo un'operazione di sicurezza interna", ha spiegato. Vernon ha ammesso che i saccheggi e gli episodi di banditismo hanno reso impossibile la distribuzione di acqua, cibo e medicine alla popolazione.
Organizzazioni umanitarie protestano - Duro attacco delle organizzazioni umanitarie delle Nazioni unite che accusano le "forze occupanti" in Iraq di avere ignorato nei loro piani di guerra le previdibili conseguenze in termini di sicurezza del crollo di un regime. Ad una conferenza stampa oggi ad Amman, tutte le organizzazioni dell'Onu hanno denunciato una situazione "insostenibile" in Iraq, dove i saccheggi non hanno risparmiato neanche i letti degli ospedali, l'anarchia è diffusa a Baghdad e in tutte le altre città e perfino nel porto della piccola Umm Qasr, conquistata per prima, esistono ancora problemi. Le condizioni sono tali che non è pensabile inviare i pur indispensabili aiuti, hanno detto i portavoce, ribadendo quando affermato ieri dal segretario generale dell'Onu: in base alla convenzione di Ginevra sui conflitti, la responsabilità di garantire l'ordine e la sicurezza per i civili sta alle forze occupanti.
"Aspettiamo che facciano qualcosa" - "Sono gli unici che possono fare qualcosa - ha detto il portavoce del coordinamento per gli aiuti all'Iraq, David Wimhurst - stiamo aspettando che facciano questo qualcosa". Quando uno pianifica una guerra, spendendo "una fortuna" si deve pianificare anche questo aspetto. Era "prevedibile" che con il crollo del regime si sarebbe verificata una situazione di caos, "ma ciò non è stato calcolato nelnpiano", ha detto Wimhurst.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 17:40)
Baghdad. Cnn: marines bloccano un secondo kamikaze. A Tikrit ucciso fratellastro di Saddam
Baghdad 11 aprile 2003 - I marines a Baghdad hanno sventato, nelle ultime ore, almeno due attacchi suicidi, secondo quanto riferisce uno degli inviati della Cnn, Walter Rodgers. In un caso, i marines hanno intercettato un uomo che aveva con sè una granata. In un altro caso, la loro attenzione è stata attratta da un individuo con una borsa che conteneva un ordigno esplosivo. Secondo Barbara Starr, corrispondente della Cnn dal Pentagono, un soldato americano è stato oggi ucciso a Baghdad e altri sono rimasti feriti quando il loro veicolo blindato Bradley è stato attaccato con un ordigno comandato a distanza.
Terrore al posto di blocco - Il timore di attentati suicida ha fatto altre vittime in Iraq: i Marines hanno ucciso due bambini e ferito altre nove persone a un checkpoint a Nassiriya, perche' l'autista della vettura sulla quale viaggiavano aveva ignorato l'avvertimento di fermarsi. "Temevano si trattasse di un attentato kamikaze", ha spiegato il capitano Jay Delarosa, portavoce della 15esima unità di spedizione dei Marines nella citta' meridionale. "E' stato un deplorevole errore", ha aggiunto.
Ucciso parente di Saddam - Uno dei fratellastri di Saddam Hussein, Barzan Al Tikriti, è stato ucciso durante un raid aereo anglo-americano sulla provincia di Ramadi, a ovest di Baghdad. Ne hanno notizia la tv satellitare del Qatar Al Jazira e altre fonti di stampa. Come indica il nome, Barzan Al Tikriti proviene dalla stessa città natale di Saddam, Tikrit.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 15:40)
Usa, Gen Franks: il regime di Saddam è finito, ma restiamo
Washington 11 aprile 2003 - Il regime di Saddam Hussein è finito, ma le truppe americane resteranno in Iraq fino a che un governo libero non sarà stato installato. Lo dice, in un ordine diramato alle proprie truppe, e di cui l'Ap ha copia, il generale Tommy Franks, comandante della campagna Libertà per l'Iraq. L'ordine è stato letto oggi ai comandanti delle unità impegnate nella Guerra contro l'Iraq e dà anche indicazioni di comportamento alle truppe a Baghdad, adesso che la città non è più sotto il controllo del regime. Ai soldati, viene fatto esplicito divieto di utilizzare una forza letale per impedire i saccheggi e viene ordinato di consentire ai dipendenti pubblici di andare al lavoro. D'altro canto, l'ordine di Franks fa divieto agli iracheni di compiere saccheggi e atti di terrorismo e prevede che ospedali, uffici e moschee restino aperti e che le scuole riaprano e tengano un registro delle presenze.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 15:20)
Mosul e Kirkuk nel caos, saccheggi e uccisioni
Mosul 11 aprile 2003 -
Le città a nord dell'Iraq, Mosul e Kirkuk, sono cadute e hanno
fatto il loro ingresso truppe speciali statunitensi. Lo afferma un portavoce
della Centrale di comando della coalizione anglo-americana in Qatar. Dopo un
negoziato avviato ieri, il quinto corpo d'armata iracheno, posto a difesa di
Mosul, centro petrolifero del nord dell'Iraq, si è arreso. Lo ha affermato il
Comando centrale americano nel Qatar precisando che i soldati iracheni stanno
trattando con le forze americane per decidere se continuare a combattere, ma a
fianco degli americani, o tornare a casa. Alcuni di essi, invece, sono stati
dichiarati prigionieri di guerra.
La città è nel caos e chiama i marines - Il palazzo presidenziale di
Saddam Hussein è stato interamente saccheggiato e la gente racconta che i
saccheggi sono in corso anche nell'ospedale della città. I guerriglieri curdi
peshmerga sostano lungo il perimetro esterno di Mossul e solo poche unità si
addentrano nel cuore della città. Ma la popolazione qui, in maggioranza araba,
non li vuole: "noi non siamo Kirkuk - dicono per strada - noi vogliamo i
marines e solo loro".
Kirkuk: curdi lasciano città - A Kirkuk, i parà della 173 divisione aviotrasportata hanno preso il controllo dei pozzi di petrolio nella zona. I miliziani curdi hanno ricevuto l'ordine di lasciare la città nel nord dell'Iraq, che avevano preso ieri con l'appoggio delle forze americane. Lo ha annunciato uno dei comandanti militari dell'Unione patriottica del Kurdistan, che ha spiegato: "Ora aspettiamo l'arrivo delle forze americane, e comunque i peshmerga in armi dovrebbero lasciare la città oggi o domani". A Kirkuk ci sarebbero circa 10.00 guerriglieri, la cui presenza è stata definita "inaccettabile" dal governo turco.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 13:20)
Tensioni anche in Iran, oppositori sciiti prendono d'assalto ambasciata irachena
Teheran 11 aprile 2003 -
L'ambasciata irachena a Teheran è stata presa d'assalto da un
gruppo di una cinquantina di esiliati dell'opposizione sciita, che hanno
distrutto ritratti e simboli di Saddam Hussein, tentando di portarsi via
documenti della legazione diplomatica. Secondo fonti iraniane, i manifestanti
si erano inizialmente radunati di fronte all'ambasciata, e poi, al grido di
"Morte a Saddam" e "No al partito Baath", hanno preso d'assalto le mura
dell'ambasciata, hanno rotto le vetrate e fatto irruzione all'interno,
devastandone l'arredamento. In Iran operano vari gruppi dell'opposizione
irachena sciita, il più importante dei quali è l'Assemblea suprema della
rivoluzione islamica (Asri), guidata dall'ayatollah Mohammad Baker al Hakim,
che si è sempre mostrato contrario non solo al regime di Saddam, ma anche alla
presenza degli Stati Uniti in Iraq.
Khamenei a iracheni: "Non cooperate con Usa" - La Guida
suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha fatto appello oggi ai "politici
iracheni" perchè non commettano "l'errore strategico" di "cooperare con un
governo straniero" instaurato dagli americani a Baghdad.
Parlando come guida della preghiera del venerdì a Teheran, Khamenei ha
affermato che il generale a riposo Jay Garner, scelto dagli Usa come
governatore militare per l'Iraq, è "un sionista, o un uomo che sostiene gli
interessi sionisti.
Iran condanna uccisione leader sciita - L'Iran, intanto, ha
oggi condannato l'uccisione del religioso sciita Seyed Abdul Majid al Khoei,
membro dell'opposizione irachena, avvenuta ieri nel mausoleo dell'Imam Ali a
Najaf, in Iraq. "Il coraggioso popolo iracheno, nell'attuale delicata
situazione - ha detto il portavoce del ministero degli esteri, Hamid Reza
Asefi - deve mantenere la sua unità, solidarietà e vigilanza e non deve
lasciare che forze esterne gli impongano le proprie idee sfruttando le sue
divisioni e conflitti". Asefi ha anche presentato le sue condoglianze alla
famiglia dell'hojatoleslam al Khoei.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 10:50)
I marines entrano a Mossul. Truppe Usa occupano anche campo petrolifero a Kirkuk
Mossul 11 aprile 2003 - Marines americani stanno entrando a Mossul per prendere il controllo della città dalle mani dei peshmerga curdi del Pdk che vi sono entrati in precedenza. Lo rende noto la rete turca Ntv da Mossul.
Truppe Usa occupano anche campo
petrolifero a Kirkuk - Le truppe statunitensi si sono dislocate
intorno al campo petrolifero di Kirkuk, nel nord dell'Iraq, in un'operazione
finalizzata a ottenere il controllo della più grande area estrattiva irachena.
Lo hanno riferito testimoni oculari.
La strada che conduce agli impianti di Baba Gargur, una delle molte
piattaforme di estrazione del campo di Kirkuk, è stata sbarrata con rotoli di
filo spinato e militari della 173ma divisione aviotrasportata vi montano la
guardia.
Dal campo si leva un pennacchio di fumo, probabilmente dovuto all'incendio di
un unico pozzo, forse lo stesso che aveva già preso fuoco per un incidente sei
settimane prima dell'intervento Usa in Iraq. Nel complesso l'area petrolifera
di Kirkuk sembra avere essere stata poco danneggiata nel corso del conflitto.
I pozzi di Kirkuk hanno una capacita' produttiva di 900.000 barili di greggio
al giorno; la loro conquista consentirebbe alle forze angloamericane di
controllare virtualmente tutte le risorse petrolifere dell'Iraq.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 10:40)
Per errore i marines uccidono due bambini a un posto di blocco
Nassiriya 11 aprile 2003 -
Il timore di attentati di kamikaze ha fatto altre vittime in Iraq: i Marines
hanno ucciso due bambini e ferito altre nove persone a un checkpoint a
Nassiriya, perchè l'autista della vettura sulla quale viaggiavano aveva
ignorato l'avvertimento di fermarsi.
"Temevano si trattasse di un attentato suicida", ha spiegato il capitano Jay
Delarosa, portavoce della 15esima unità di spedizione dei Marines nella città
meridionale. "E' stato un deplorevole errore", ha aggiunto.
Delarosa ha raccontato che il furgoncino si è avvicinato "ad alta velocità" al
posto di controllo intorno alle 06,45 di stamane (le 04.45 in Italia).
"Al veicolo i Marines hanno ripetuto più volte di fermarsi, non solo
attraversa segnali, ma anche con movimenti", ha continuato. "Il veicolo ha
accellerato ed è passato in mezzo alla serpentina che proteggeva davanti il
checkpoint. Per via di quelle mosse, i Marines hanno avuto il timore che si
trattasse di un attentato-suicida; e hanno aperto il fuoco".
Numerosi feriti durante scontri con saccheggiatori -
Venticinque persone sono state ricoverate oggi in un ospedale di Baghdad con
ferite d'arma da fuoco riportate in scontri con saccheggiatori. Lo hanno
riferito fonti ospedaliere.
Caos nell'ospedale di Baghdad - "Caotica e catastrofica":
così il Comitato internazionale della Croce rossa ha definito la situazione
nel principale ospedale di Baghdad. La struttura ospedaliera è stata
ispezionata oggi dal Cicr.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 10:10)
Pdk, negoziati per resa Mossul
Mossul 11 aprile 2003 - Negoziati per la resa di Mossul (nord dell'Iraq) sono in corso tra comandanti militari iracheni, che hanno chiesto di arrendersi senza combattere, e americani, ha detto un alto responsabile del partito democratico del Kurdistan (Pdk).
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 08:30)
BAGHDAD TRA SACCHEGGI, INCENDI E KAMIKAZE
BAGHDAD 11Apr
- E' ancora incerto il
bilancio dell'attentato suicida di giovedi' sera nella capitale, ma
sembra che almeno un soldato americano sia morto. Un uomo in abiti civili si
e' fatto saltare in aria a un posto di blocco, in centro, vicino all'Hotel
Palestine e alla piazza del Paradiso, dove mercoledi' e' stata abbattuta la
grande statua di Saddam Hussein.
Dopo la battaglia di ieri in una moschea nella zona nord (almeno cinque civili
e un Marine morti) e attacchi di elicotteri contro gruppi residui di Feddayn,
nella notte erano in fiamme - senza che vi fosse alcun segno di intervento dei
pompieri - i ministeri dell'Informazione, Commercio, Istruzione, Istruzione
superiore e Industria; ma anche il vecchio mercato della via Rashid. Grosse
nuvole di fumo si alzavano nel cielo, mentre il centro della capitale era
immerso nell'oscurita'.
RAZZIA IN VILLA UDAY HUSSEIN - Bottiglie di vino e whisky, armi,
ritratti di donne discinte: questo, ed altro, ha saccheggiato la folla che ha
dato l'assalto alla lussuosa residenza del primogenito di Saddam Hussein, a
Baghdad, sulla riva del Tigri. ''C'erano le sette meraviglie del mondo, li',
perche' Uday credeva di essere Dio'', ha commentato un suo ex conoscente. I
predatori hanno svuotato anche lo yacht del figlio del rais, ormeggiato a un
molo privato della sua tenuta, e portato via alcuni suoi cavalli arabi,
bianchi. Quello che non ha potuto sottrarre - ad esempio rubinetti d'oro e
lampadari - la folla ha distrutto. Intanto, di Uday - come pure di suo
fratello minore Qusay e di loro padre - nessuna traccia. Sembrano svaniti nel
nulla, come del resto tutti i gerarchi del regime.
BOMBARDATA LA CASA DEL FRATELLASTRO DEL RAIS - Di Barzan Ibrahim Hasan
al Tikriti, ex capo del Mukhabarat (la polizia segreta), e' stata bombardata
in nottata la casa. Non si sa se egli fosse presente. Aerei della coalizione
hanno sganciato sei 'bombe intelligenti' Jdam a guida satellitare sulla
residenza del fratellastro di Saddam, che si trova a Ramadi, circa 110 km a
ovest di Baghdad. Barzan e' accusato di aver contribuito allo sterminio dei
curdi nel nord, come pure di aver ordinato deportazioni e assassinii di
oppositori, anche all'estero.
CHALABI CONTRO AMMINISTRAZIONE USA - Il capo del Congresso nazionale
iracheno (Inc), per il quale il Pentagono auspica un ruolo politico di rilievo
nel dopoguerra, ha detto di non vedere ''alcuno spazio'' per
un'amministrazione Usa in Iraq. Intervistato dalla televisione Bbc, Ahmed
Chalabi spera in libere elezioni nel Paese entro due anni, dopo l'elaborazione
di una Costituzione dal parte degli iracheni, approvata da un' assemblea
costituente e ratificata da un referendum popolare.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 07:40)
L'AVANZATA NEL NORD: NEGOZIATI PER RESA MOSSUL
MOSSUL 11 Apr
- Negoziati per la resa di
Mossul sono in corso tra comandanti militari iracheni, che hanno chiesto di
arrendersi senza combattere, e americani, ha detto un alto responsabile del
partito democratico del Kurdistan (Pdk). Secondo il corrispondente della
Reuters Sabastian Alison, un importante ponte a Khazer, sulla strada da Mossul
a Erbil, e' stato riparato, il che consentira' ai carri armati americani di
raggiungere facilmente la citta'. Le truppe irachene in ritirata avevano fatto
saltare il ponte alcuni giorni fa.
KIRKUK - I peshmerga curdi hanno preso Kirkuk e la resistenza delle
truppe fedeli a Saddam e' finita. I combattenti curdi sono stati poi raggiunti
da forze speciali e truppe dell'esercito americano, che sono entrate a Kirkuk
accompagnate da alcuni carri armati. Si tratta probabilmente dei para' il cui
invio era stato preannunciato dal segretario di stato Usa Colin Powell al suo
collega turco Abdullah Gul.
I combattenti curdi hanno ricevuto l'ordine di lasciare Kirkuk (nord
dell'Iraq). Lo ha annunciato uno dei comandanti militari dell'Unione
patriottica del Kurdistan (Upk), il generale 'Mam' Rostam. ''L'ordine e' stato
dato. Ora aspettiamo l'arrivo delle forze americane. I peshmerga in armi
dovrebbero lasciare la citta' oggi o domani'', ha dichiarato venerdi' mattina
Rostam all'Afp. A suo avviso, quasi 10.000 peshmerga si troverebbero a Kirkuk,
citta' storicamente curda. Alcuni di loro - ha aggiunto - resterebbero
comunque per aiutare le truppe americane a rendere sicuri i luoghi. La notte a
Kirkuk - a quanto hanno constatato giornalisti dell'Afp sul posto -e'
trascorsa nella calma, a parte qualche tiro sporadico.
WASHINGTON Dopo avere decimato intorno a Baghdad la Guardia
Repubblicana, prima ancora che potesse ingaggiare battaglia, la campagna aerea
alleata, che prosegue al ritmo di circa un migliaio di missioni al giorno,
sposta il suo epicentro sul Nord dell'Iraq. Lo si apprende al Pentagono, dove
le fonti precisano che gli aerei della coalizione, altrove nel Paese,
continuano ad attaccare cosiddetti ''bersagli di opportunita''' ed a fornire
supporto aereo ravvicinato alle forze di terra. Nel Nord, i bombardamenti si
concentrano sulle truppe irachene schierate in aree non ancora controllate
dalla coalizione, con l'obiettivo di ridurle all'impotenza e alla resa senza
dover dare loro battaglia. La citta' di Makhmur, situata circa 40 km a
nord ovest di Erbil e a meta' strada fra Mossul e Kirkuk, le due grandi citta'
del nord dell'Iraq, e' stata invece completamente ''liberata''. Lo ha
annunciato la tv satellitare dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk, di
Jalal Talabani). ''La citta' non e' piu' sotto il controllo dei 'baathisti'
(militanti del partito Baath di Saddam Hussein) ed e' tornata in seno al
popolo curdo'', ha affermato la Kurdsat tv senza precisare se sono stati i
peshmerga (combattenti curdi) ad aver conquistato la citta'.
Dopo Makhmur i combattenti curdi e le forze americane hanno preso oggi il
controllo anche della localita' di Altun Kupri. I peshmerga hanno poi
annunciato anche la conquista della citta' di Tuz Khurmato, a circa 15
chilometri a sud-ovest di Kirkuk, ancora formalmente sotto il controllo
iracheno, ma dove una parte della popolazione locale sarebbe insorta nelle
prime ore di questa mattina. Fonti locali aggiungono che sarebbero in corso
negoziati con un'unita' dell'esercito iracheno per una sua resa.
Carri armati americani sono entrati ad Erbil, la principale roccaforte
curda nel Kurdistan iracheno. Giornalisti sul posto hanno visto una colonna di
12 carri da combattimento Abrams e altri quattro veicoli blindati dirigersi
verso il centro della citta' contornati da una folla festante.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 07:10)
Baghdad, dopo i saccheggi deciso il coprifuoco. A Mosul si tratta la resa
Baghdad 11 aprile 2003 - All'inizio del 23/o giorno di guerra, con il regime di Saddam Hussein ormai caduto, le forze americane e curde avrebbero esteso il controllo al nord dell'Iraq - dove si sono intensificati i bombardamenti aerei - entrando a Mossul, dopo aver conquistato Kirkuk. Il tenente colonnello Robert Waltemeyer, comandante delle forze speciali Usa che operano presso Dohuk, nel nord dell'Iraq, ha detto che nella mattinata di oggi, venerdì, è previsto un incontro con rappresentanti della città di Mosul per trattare la resa. Le autorità cittadine, secondo esponenti curdi, sarebbero disposte a cedere le armi in cambio di una amnistia e della fine dei bombardamenti. A Baghdad, teatro di un attentato suicida contro i soldati americani, la notte è trascorsa tra il perdurare dei saccheggi e gli incendi.
Contro i saccheggi - Il tenente colonnello Michael Belcher, del Settimo reggimento Marines che opera a Baghdad, ha detto che probabilmente verrà istituito in alcune zone della capitale irachena, a partire da oggi, venerdì, il coprifuoco dal tramonto all'alba per arginare i saccheggi che hanno luogo nella città. I marines hanno avuto l'ordine di impedire le ruberie che stanno avvenendo in tutta Baghdad.
Il mistero del rais - Continua intanto il mistero Saddam: si ignora dove si trovi il rais - o addirittura se sia vivo o morto -, come pure i suoi figli Uday e Qusay, e i gerarchi del potere. Nell'ovest del Paese è stata bombardata la casa del suo fratellastro Barzan, già capo della polizia segreta.
L'anti summit - A San Pietroburgo, per un consulto sul dopoguerra, si riuniscono oggi i leader del fronte contro il conflitto: i presidenti di Russia e Francia, Vladimir Putin e Jacques Chirac, e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 06:10)
Baghdad, ai marines l'ordine di fermare i saccheggi. La folla saccheggia villa e yacht di Uday Hussein
Baghdad 11 aprile 2003 - Il comando del Settimo Reggimento dei Marines, che sta operando a Baghdad, ha avuto ordine di impedire i saccheggi nella capitale irachena. Il tenente colonnello Michael Belcher, comandante del terzo Battaglione dell'unità, ha detto che verranno bloccati in particolare i furti negli uffici governativi, gli ospedali e le strutture di soccorso. Ai comandi dei Marines è stato comunque detto di agire a propria discrezione. Dalla liberazione della città, sono in atto saccheggi continuati, soprattutto nei "palazzi" del passato regime. Belcher ha detto di non ritenere rischioso il compito di prevenire i furti. "Abbiamo visto che, quando diciamo loro di smettere, i saccheggiatori si ritirano in buon ordine", ha affermato.
Dentro la villa del figlio di Saddam - Continuano intanto i saccheggi. Bottiglie di vino e di whisky, armi, ritratti di donne seminude: questo, ed altro, ha razziato la folla che ha dato l'assalto alla lussuosa villa di Uday Hussein, figlio di Saddam, a Baghdad, sulla riva del Tigri.
Il cameraman della Reuters Khdayer Majid ha filmato ieri i saccheggiatori all'opera: hanno svuotato anche lo yacht del primogenito del rais, ormeggiato a un molo privato della sua tenuta, e portato via alcuni suoi cavalli arabi, bianchi.
Quello che non ha potuto sottrarre - ad esempio rubinetti d' oro e lampadari - la folla ha distrutto.
"C'erano le sette meraviglie del mondo lì, perché Uday pensava di essere Dio", ha affermato Majid, che conosceva di persona Uday, in quanto presidente del Comitato olimpico iracheno.
Secondo il corrispondente della Reuters Khaled Yacoub Oweis, fino a pochi giorni fa, prima dell'ingresso in forze delle truppe Usa nella capitale irachena, la gente aveva paura di avvicinarsi e perfino di guardare la lussuosa villa sul Tigri, a causa della fama di crudeltà del primogenito di Saddam.
A circa 36 ore dall'arrivo dei carri armati americani nel cuore di Baghdad, e dall'abbattimento della grande statua del rais nella piazza del Paradiso, si ignora la sorte sua, di Uday e del secondogenito Qusay, oltre che dei gerarchi del regime.
(Aggiornato il 11 Aprile 2003 ore 03:10)
IL REGIME E' CROLLATO, MA SADDAM DOV'E'?
Baghdad
10 Apr - Il regime di Saddam Hussein non c'e' piu', le sue statue
vengono abbattute, ma al trionfo degli anglo-americani manca proprio lui. Del
Rais non c'e traccia almeno da lunedi' scorso quando lui (o uno dei suoi
sosia) e' stato mostrato per l'ultima volta dalla televisione irachena. Si
prospetta cosi' la possibilita' che, come gia' il mullah Omar e Osama Bin
Laden in Afghanistan, l'obiettivo numero uno dell' azione militare sfugga agli
americani. Anche per evitare questo, gli americani continuano in una caccia
senza tregua. Lo cercano innanzitutto a Baghdad, fra i vivi e fra i morti. Il
suo corpo potrebbe infatti trovarsi fra le macerie del palazzo bombardato
lunedi' scorso, dopo che l'intelligence aveva segnalato una riunione
presieduta dal Rais. Gli americani continuano quindi a scavare fra le macerie,
alla ricerca del cadavere di Saddam e di quelli dei suoi figli, Uday e Qusay,
che faciliterebbero il riconoscimento permettendo un confronto fra il Dna. La
violenza dell'esplosione potrebbe infatti aver reso difficilmente
identificabili i resti di Saddam Hussein, riproponendo l'incertezza sulla
sorte di 'Ali il chimico', gia' comandante militare della regione sud, che gli
anglo-americani sono convinti di aver ucciso nel bombardamento di un edificio
a Bassora, senza pero' averne trovato la prova. Uno scontro a fuoco avvenuto
presso una moschea conferma poi che gli americani non escludono che Saddam
possa essere vivo, e nascosto nella capitale. Per entrare nella moschea,
vicina ad uno dei palazzi di Saddam, i marines hanno combattuto aspramente
contro alcuni iracheni che non si sono ancora arresi. Il risultato, come
riferito in Qatar dal comando centrale e' stata la cattura o l'eliminazione di
non meglio precisati ''membri della leadership irachena'', un morto e ventidue
feriti fra gli americani. Ma se in quella moschea si cercava Saddam, il
tentativo non ha dato l'esito sperato. In questa situazione di incertezza,
restano in piedi tutte le altre ipotesi su Saddam fatte dal momento della
caduta di Baghdad. Come quella di una fuga in Siria, adombrata dallo stesso
ministro della difesa di Washington, Donald Rumsfeld, anche se in termini
molto generici. Oppure che Saddam si trovi a Baqubah, citta' a nord est di
Baghdad dove, secondo il leader sciita Ahmad Chalabi, avrebbe trovato rifugio
con i suoi figli. Oppure che sia fuggito piu' a nord, nella sua Tikrit, citta'
dove e' nato e che resta fra le ultime ancora non in mano agli
anglo-americani. Qui, soprattutto se la presenza di Saddam dovesse essere
confermata, potrebbe consumarsi l'ultimo scontro. E se lunedi' scorso gli
americani hanno sganciato una bomba da 900 chili sul palazzo di Baghdad dove
si sarebbe potuto trovare Saddam Hussein (uccidendo almeno 14 civili), per
chiudere la pratica potrebbero ora usare una bomba dieci volte piu' pesante.
Si tratta della 'Blu 52 Moab', un ordigno mai utilizzato prima, del peso di
9.525 chilogrammi, ribattezzata ''madre di tutte le bombe''. Gli Stati Uniti
ne hanno portate alcune nella zona del Golfo, e il generale Vincent Renuart,
in Qatar, non ne ha escluso l'utilizzo. Anche se una decisione del genere e'
difficile, visto che sganciarla su Tikrit o su un'altra citta' per eliminare
Saddam comporterebbe inevitabilmente una strage di civili. Ne' Saddam e'
l'unico nome che manca all'appello; a cominciare dai figli del presidente,
Uday e Qusay, non c'e' traccia di nessuno di coloro che appartenevano alla
ristretta cerchia che partecipava con Saddam alla gestione del potere. Nulla
si sa del vice primo ministro Tareq Aziz, ne' del vice presidente Taha Yassin
Ramadan, o di Ezzat Ibrahim, considerato il numero due del regime, e del
ministro degli esteri, Naji Sabri. Cosi' come mancano notizie del ministro
dell'informazione Mohammed Said al Sahaf, che dalla televisione ha raccontato
per giorni un'altra guerra, fatta di successi degli iracheni sugli
anglo-americani, e che ora potrebbe essere morto. O potrebbe essersi
prudentemente allontanato dalla citta' poco prima dell'arrivo, negato fino
all'ultimo momento, degli americani.
E' CACCIA ANCHE ALLE ARMI CHIMICHE - Conclusa la prima parte
dell'operazione militare con la presa di Baghdad e delle altre grandi citta',
le forze americane in Iraq possono tornare con rinnovato vigore e nuovi
strumenti a dare la caccia alle armi di sterminio che hanno spinto Washington
sul sentiero di guerra ma delle quali, nonostante i ripetuti allarmi, non si
trova traccia. Mentre dal Palazzo di Vetro si viene a sapere che qualcuno
cerca un nuovo coinvolgimento degli ispettori per il disarmo dell'Onu, il
portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer ha assicurato che essendo le armi di
sterminio ''la ragione della guerra, le troveremo''. Washington ha fondato
questa guerra sull'accusa che Baghdad non ha saputo render conto agli
ispettori per il disarmo dell'Onu di grosse quantita' di agenti chimici e
biologici prodotti in passato. Piu' esattamente, secondo gli Stati Uniti, di
25.000 litri di soluzione ad alta concentrazione di bacilli del carbonchio,
38.000 litri della tossina botulino, 500 tonnellate di gas nervini di vario
genere e 30.000 munizioni e vettori trasformare in armi le ogive caricate con
queste sostanze. Tutte cose che il regime di Baghdad non ha mai distrutto come
avrebbe dovuto fare e che in realta', secondo il Pentagono, ha semplicemente
nascosto. Per questo, sostiene Washington, bastera' cercare con sufficiente
attenzione per trovarle. L'unica conclusione'' che si puo' del resto trarre
dal continuo ritrovamento di maschere e tute antigas e antidoti contro i gas
nervini nel corso dell'avanzata delle forze americane, secondo il portavoce
del dipartimento di Stato Richard Boucher, ''e' che i soldati iracheni si
preparavano all' uso di armi chimiche da parte dei propri reparti''. Se finora
non l'hanno fatto e' solo perche', spiegano gli esperti del Pentagono, le
forze della coalizione sono riuscite a distruggere i proiettili che dovevano
servire a lanciare queste armi, o perche' non si sono mai fatte trovare in
gran numero in una piccola area, nemmeno durante l'assedio a Baghdad,
situazione che avrebbe certo attirato un attacco chimico. Ora pero' che
l'offensiva e' terminata, anche se la guerra e' lungi dall'essere finita,
molti reparti potranno dedicarsi al compito di trovare le armi di distruzione
di massa, fornendo cosi' la prova che giustifica la guerra e da cui dipende il
giudizio di gran parte della comunita' internazionale sulla politica
americana. A indirizzare le ricerche ci saranno le indicazioni di ufficiali
delle forze armate irachene e scienziati che sono caduti in mano alle forze
americane o britanniche. ''La gente si fara' avanti presto'' per puntare il
dito verso i nascondigli, sostiene Kenneth Adelman, che e' stato consigliere
militare dell'amministrazione Reagan.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 20:40)
ATTACCO SUICIDA A BAGHDAD, MORTI E FERITI
BAGHDAD 10 Apr - Un attacco suicida e' stato
compiuto vicino all'hotel Palestine nel centro di Baghdad causando almeno un
morto e quattro feriti tra i marines americani.
L'attacco suicida, stando a fonti ufficiali citate dalla Cnn, ha colpito un
posto di blocco istituito dai marines su una delle vie d'accesso al centro di
Baghdad. Uno sconosciuto che evidentemente aveva una carica ad alto potenziale
sotto gli abiti civili, come suggerisce il forte boato dell'esplosione e
l'alta colonna di fumo da questa prodotta, si e' avvicinato al posto di blocco
e si e' poi fatto saltare in aria. Non si conoscono dettagli delle condizioni
dei marines feriti che tuttavia sarebbero ''gravi'', dice la Cnn. L'Afp da
Baghdad citando fonti militari ha detto che un militare e' morto. I
commentatori della Cnn hanno indicato che l'attacco suicida, che non e' il
primo, potrebbe rientrare negli attacchi di tipo non convenzionale promessi
alcuni giorni fa agli americani dal ministro dell'informazione iracheno Saeed
al- Sahaf, il quale aveva pero' chiarito che non parlava di armi di sterminio.
Marines americani sono entrati questa mattina in una moschea di Baghdad
che sorge presso uno dei palazzi presidenziali di Saddam Hussein dopo aver
ingaggiato uno scontro a fuoco con le forze irachene. Lo ha reso noto
l'inviato della Bbc sul posto. Secondo David Willis, dell'emittente
britannica, le forze statunitensi ritenevano che il leader iracheno potesse
nascondersi nella moschea. ''I marines sono finiti sotto il fuoco, forse di
unita' della Guardia Repubblicana, all'alba, lungo il Tigri'' ha aggiunto la
fonte precisando che ''un marine e' morto durante la battaglia, durata
mezz'ora'' e altri 20 sono rimasti feriti. C'erano ''indicazioni che
esponenti della leadership irachena'' stavano cercando di raggrupparsi,
dietro l'attacco di stamani. 'La vicenda adesso e' finita - ha detto il
portavoce del Comando centrale in Qatar (Centcom), capitano Frank Thorp - non
abbiamo informazioni sulla leadership che era al centro dell' operazione'.
La periferia di Baghdad e' stata colpita stamani da bombardamenti aerei,
secondo quanto riferito da un giornalista della France Presse nella capitale
irachena. Aerei da combattimento sorvolavano la citta', e nel centro si
udivano esplosioni provenire dalla periferia, senza che fosse possibile
stabilirne il luogo esatto. I bombardamenti sono cominciati verso le 07:30
locali (le 05:30 in Italia) e proseguivano ancora un'ora piu' tardi. Nel
centro di Baghdad, la situazione era calma all'inizio di mattinata, come lo e'
stata per tutta la notte.
Un giornalista dell'agenzia britannica, Khaled Yacoub Oweis, ha detto di aver
visto numerose esplosioni mentre aerei americani scendevano in picchiata sopra
il quartiere Mansur, a Baghdad ovest. Oweis ha detto che combattenti arabi,
non iracheni, controllano alcune strade di Mansur e di altri quartieri nella
parte occidentale della citta'. I miliziani hanno istituito posti di blocco e
in queste zone non si vedono soldati americani.
I marines americani hanno respinto un attacco di forze irachene al quartier
generale della Croce rossa a Baghdad. Lo ha detto oggi un portavoce del
Comando centrale in Qatar. Unita' della prima divisione dei Marines, secondo
una portavoce del Centcom, il maggiore Rumi Nielson-Green, sono state
''dirette verso il quartier generale della Croce Rossa Internazionale, per
attaccare forze irachene che ponevano una minaccia diretta alla sede''.
L'attacco alla Croce Rossa, secondo la portavoce, ''e' stato fermato dai
marines''.
Aerei americani hanno bombardato nella notte obiettivi in varie regioni
dell'Iraq. Lo ha detto un ufficiale americano a bordo della portaerei Uss
Kitty Hawk. Fra gli obiettivi dei raid, in cui sono state sganciate
complessivamente una quarantina di bombe, c'e' un radar nei pressi di
Tikrit, citta' natale di Saddam Hussein 200 chilometri a nord di Baghdad,
ha detto il tenente Brook Dewalt. Nel sud, sono stati attaccati carri armati,
camion e altri veicoli iracheni nella zona di Al Amarah. Nel Nord, gli aerei
hanno bombardato un sito missilistico e di munizioni nei pressi di Al Qayyarah
sganciando quattro bombe da una tonnellata sull'obiettivo.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 18:20)
ITALIA PRONTA A CONTINGENTE DI PACE
PESCARA 10 Apr - 'L'Italia e' pronta ad
inviare un contingente di pace in Iraq dopo un voto del Parlamento''. Lo ha
detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Pescara. Dopo aver
espresso rallegramenti per la fine della guerra, il premier ha inoltre
dichiarato che 'il filoamericanismo e' la posizione vincente'. E sulle ultime
evoluzioni della crisi irachena: ''Per il futuro immediato dell'Iraq si puo'
prevedere una gestione in due fasi: una prima espressa dagli alleati. Una
seconda in cui interverranno le istituzioni internazionali. Bisogna
considerare che ora c'e' un assoluto vuoto di potere. La gente e' spaventata
perche' teme le vendette''. E sulla posizione dell'Europa: 'Cerchiamo
ricucitura'.
VILE NON STARE IN COALIZIONE ANTITERRORISMO - ''L'Italia continua a far
parte della coalizione internazionale contro il terrorismo creatasi dopo l'11
settembre. Non dobbiamo vilmente preferire di non essere esposti ad attacchi
di terrorismo perche' non abbiamo partecipato alla coalizione'', ha detto
Berlusconi.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 18:00)
Powell: confermato accordo con Turchia per Kirkuk
Washington 10 aprile 2003 - Il Segretario di Stato americano Colin Powell ha raggiunto un accordo diplomatico con la Turchia sulla presenza delle milizie curde nella città di Kirkuk, occupata questa mattina dai peshmerga senza incontrare resistenza. Powell ha reso noto di aver raggiunto un accordo col governo turco in base al quale gli Stati Uniti si prenderanno l'incarico di controllare la città mentre ad Ankara verrà permesso di inviare i propri osservatori militari per assicurarsi del ritiro dei peshmerga. In cambio, il governo turco si impegna a non occupare militarmente il Kurdistan iracheno. L'accordo era stato raggiunto a grandi linee nel corso dei colloqui tenuti la settimana scorsa ad Ankara tra Powell e Gul. La Turchia teme che i curdi iracheni possano controllare i ricavi della vendita del petrolio per poter finanziare la creazione di un proprio stato nel nord dell'Iraq, il che potrebbe dare nuovo slancio alle aspirazioni indipendentiste della minoranza curdo turca. Gli Stati Uniti da parte loro temono che un'eventuale occupazione militare turca del Kurdistan iracheno, minacciata da Ankara in caso di occupazione dei pozzi petroliferi da parte dei curdi, possa portare a scontri a fuoco con i peshmerga, complicando in questo modo lo scenario bellico. Tuttavia, sia i curdi iracheni che gli Stati Uniti hanno più volte rassicurato Ankara del fatto che la formazione di un nuovo stato è fuori questione: anche le risoluzioni dell'Onu sull'Iraq del resto garantiscono l'integrità territoriale del Paese.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 17:40)
Najaf, assassinato il leader sciita al-Khoei, considerato vicino agli americani
Najaf 10 aprile 2003 -
Fonti
britanniche hanno riferito che un leader sciita di Najaf, nel sud dell'Iraq, è
stato assassinato.
Si tratta di Abdul Majid al-Khoei, considerato vicino agli americani,
discendente di una delle più importanti famiglie sciite dell'Iraq. Secondo
quanto rivelato, al-Khoei si contendeva la guida degli sciiti iracheni con
l'ayatollah Muhammad Bakr al-Hakim, tornato nel Paese dopo 23 anni di esilio
in Iran.
Khoei più vicino agli Usa - Due leader si contendevano la
guida degli sciiti iracheni in uno scontro che avrà riflessi sull'intero paese
e sui musulmani sciiti di tutto il mondo. Nella città santa di Najaf era già
arrivato l'ayatollah Abdul Majid al-Khoei, che aveva migliori rapporti con gli
americani, e nei prossimi giorni era atteso l'ayatollah Muhammad Bakr al-Hakim.
"Vi sarà una competizione a Najaf per la leadership spirituale della comunità
sciita", spiega al quotidiano americano Newsday Majeed Ibrahim Raza,
consigliere per gli affari religiosi dell'Unione Patriottica del Kurdistan (Puk),
uno dei due partiti laici che controllano il Kurdistan iracheno.
Come alleato dell'Iran, Al-Hakim non ha avuto
rapporti facili con l'amministrazione Bush con il quale è stato tuttavia in
contatto, come altri leader dell'opposizione. Di recente elevato allo status
di Grande Ayatollah, il 63enne al Hakim avrebbe i titoli per diventare Marja'a
ala, ovvero leader supremo sciita.
Inoltre dispone di un movimento ben organizzato, il Supremo Consiglio per la
Rivoluzione Islamica in Iraq (Sciri), con 100mila uomini armati e addestrati
in Iran.
Al Khoei aveva migliori rapporti con gli Stati Uniti e il suo rapido ritorno a
Najaf con l'aiuto americano.
L'attuale leader supremo degli sciiti è il Grande Ayatollah Ali Al-Sistani,
che era stato posto agli arresti domiciliari a Najaf dal regime di Baghdad. Al
Sistani, 73 anni, ha preso il posto del padre di Khoei, morto agli arresti
domiciliari nel 1992. Questi era succeduto al padre di Al Hakim, morto nel
1970.
Una contesa che va al di là dell'Iraq - La contesa per la guida degli sciiti iracheni assume un'importanza che va al di là dell'Iraq. Da quando l'Iraq ha ottenuto l'indipendenza nel 1932, il paese è stato guidato dalla minoranza sunnita. E con la guerra Iran-Iraq negli anni ottanta, migliaia di religiosi sciiti sono fuggiti nella città santa iraniana di Qom, che è diventato il nuovo fulcro spirituale degli sciiti. Ma ora tutto potrebbe cambiare: i 5mila sciiti iracheni di Qom potrebbero tornare, e Najaf potrebbe tornare ad essere il principale centro spirituale sciita del mondo, come è stato per 1400 anni. Qui infatti è stato sepolto Ali, il genero di Maometto il cui assassinio segnò la nascita del movimento sciita che rappresenta il 20 per cento dei musulmani.
Potrebbe tornare uno scontro tra iracheni e iraniani - Il ritorno dei leader religiosi a Najaf potrebbe portare ad uno scontro fra iracheni e iraniani per l'influenza sull'intero mondo sciita. Storicamente gli iracheni non sono favorevoli ad un forte ruolo del clero in politica, così come è avvenuto in Iran dopo a rivoluzione islamica.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 17:00)
PROSEGUE L'AVANZATA NEL NORD: PRESA ANCHE KIRKUK
SULAIMANIYA 10 Apr - I peshmerga curdi hanno
preso Kirkuk e la resistenza delle truppe fedeli a Saddam e' finita. Lo ha
affermato la Bbc e la corrispondente della rete turca Ntv.
Una reporter della televisione turca Ntv, Nevin Sungur, ha testimoniato che
era con i peshmerga nel villaggio a maggioranza turcomanna di Altunkopr, a
pochi chilometri da Kirkuk, preso nella mattinata dagli stessi combattenti
curdi, quando si e' udita una forte esplosione proveniente da Kirkuk ed
una colonna di fumo innalzarsi. Da Kirkuk la popolazione ha cominciato a
fuggire e i passanti hanno detto che i peshmerga dell'Unione patriottica del
Kurdistan (Upk) stavano entrando dentro la citta' petrolifera. Il
corrispondente della Ntv ha detto che l'operazione e' ancora in atto e ha
previsto che entro poco tempo si potra' entrare liberamente nella citta',
anche perche' alcuni battaglioni di soldati iracheni si stanno arrendendo.
Secondo la stessa fonte ci sono probabilmente resistenze da parte dei reparti
della Guardia repubblicana della divisione Nabucodonosor, particolarmente
odiati e temuti dalla popolazione e dagli stessi soldati delle altre forze
armate irachene.
Per il comandante delle forze curde ad Altun Kupri, Osman Bani Marani, che ha
stabilito un contatto telefonico satellitare con i combattenti curdi nell'area
di Kirkuk, i peshmerga controllano soltanto alcune zone della citta'
settentrionale irachena, dove vi sarebbe ancora una piccola resistenza
irachena. In particolare, secondo la fonte, i curdi controllano il quartiere
di Rahimawa, e nel centro della citta' propriamente detto non vi sarebbero al
momento forze americane.
POWELL A GUL, PESHMERGA USCIRANNO DA KIRKUK - I peshmerga curdi non
resteranno a Kirkuk. Lo ha assicurato il segretario di stato americano Colin
Powell nel corso di una sua telefonata al ministro degli esteri turco Abdullah
Gul al fine evidente di rassicurare il governo di Ankara. ''Entro poche ore''
gli americani manderanno propri paracadutisti a Kirkuk per assumere
immediatamente il controllo della citta'.
AUTOCOLONNA USA IN VIAGGIO VERSO KIRKUK - Una colonna delle forze
americane, partita da Erbil, si sta dirigendo verso la citta' di Kirkuk, nell'
Iraq settentrionale, che da questa mattina e' sotto il controllo dei
guerriglieri curdi peshmerga: lo ha constatato un giornalista dell' Ansa sul
posto. Il convoglio e' composto da 35 veicoli che per gran parte trasportano
truppe e materiale logistico e ne fanno parte solo due mezzi corazzati.
La citta' di Makhmur, situata circa 40 km a nord ovest di Erbil e a
meta' strada fra Mossul e Kirkuk, le due grandi citta' del nord dell'Iraq, e'
stata invece completamente ''liberata''. Lo ha annunciato la tv satellitare
dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk, di Jalal Talabani). ''La citta'
non e' piu' sotto il controllo dei 'baathisti' (militanti del partito Baath di
Saddam Hussein) ed e' tornata in seno al popolo curdo'', ha affermato la
Kurdsat tv senza precisare se sono stati i peshmerga (combattenti curdi) ad
aver conquistato la citta'.
Dopo Makhmur i combattenti curdi e le forze americane hanno preso oggi il
controllo anche della localita' di Altun Kupri. Lo ha annunciato un
alto responsabile militare curdo iracheno. Nella cittadina, caduta nel corso
della notte senza che vi siano stati combattimenti, i curdi sostengono di aver
sotto controllo almeno 150 soldati iracheni che si sono arresi.
Le due citta' sorgono tra Kirkuk ed Erbil, il capoluogo del Kurdistan iracheno
controllato dal 1991 da partiti curdi che si si oppongono da sempre al regime
di Saddam Hussein. Mossul e Kirkuk, le due citta' nella zona petrolifera nel
nord dell'Iraq, sono ancora controllate dalle forze irachene.
I combattenti curdi peshmerga hanno poi annunciato anche la conquista della
citta' di Tuz Khurmato, a circa 15 chilometri a sud-ovest di Kirkuk,
ancora formalmente sotto il controllo iracheno, ma dove una parte della
popolazione locale sarebbe insorta nelle prime ore di questa mattina. Fonti
locali aggiungono che sarebbero in corso negoziati con un'unita' dell'
esercito iracheno per una sua resa.
Br> Carri armati americani sono entrati oggi ad Erbil, la principale
roccaforte curda nel Kurdistan iracheno. Giornalisti sul posto hanno visto una
colonna di 12 carri da combattimento Abrams e altri quattro veicoli blindati
dirigersi verso il centro della citta' contornati da una folla festante. Aerei
americani hanno bombardato la notte scorsa obiettivi in varie regioni
dell'Iraq. Lo ha detto un ufficiale americano a bordo della portaerei Uss
Kitty Hawk. Fra gli obiettivi dei raid, in cui sono state sganciate
complessivamente una quarantina di bombe, c'e' un radar nei pressi di Tikrit,
citta' natale di Saddam Hussein 200 chilometri a nord di Baghdad, ha detto il
tenente Brook Dewalt. Nel sud, sono stati attaccati carri armati, camion e
altri veicoli iracheni nella zona di Al Amarah. Nel Nord, gli aerei hanno
bombardato un sito missilistico e di munizioni nei pressi di Al Qayyarah
sganciando quattro bombe da una tonnellata sull'obiettivo. Una dozzina di
forti esplosioni molto probabilmente dovute a bombardamenti aerei, sono state
avvertite a Chamchamal, la roccaforte curda piu' vicina al centro
petrolifero del nord dell'Iraq. I bombardamenti sono avvenuti intorno all'una
di notte (locale) e i lampi delle esplosioni sono stati visti da Chamchamal,
che dista una trentina di chilometri da Kirkuk, ma non e' stato possibile
identificare con esattezza l'area colpita.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 15:10)
Centcom: abbiamo ancora molta strada da fare
Doha 10 aprile 2003 -
"Abbiamo ancora molta strada da fare per completare la nostra operazione". E'
quanto ha dichiarato il generale Viktor Renuart, durante il briefing al
Centcom di Doha, ribadendo che ci sono "ancora sacche di resistenza a Baghdad"
ed in intere parti del paese che non sono ancora sotto il controllo
angloamericani.
"C'è ancora da fare e noi lo faremo, e raggiungeremo il nostro obiettivo" ha
detto, precisando che le sacche di resistenza nella capitale si sono raccolte
intorno a centri del regime e delle forze paramilitari. "Non sappiamo quando
una completa vittoria sarà ottenuta" ha detto ancora sottolineando che però è
già iniziata l'attività tesa a "restaurare le infrastutture civili" per
cercare di restituire al più presto le forniture vitali, acqua ed elettricità,
alla popolazione.
Tre quarti degli attacchi aerei concentrati su nord - Tre
quarti degli attacchi aerei americani sono ora concentrati sul nord dell'
Iraq. Lo indicano fonti del Comando centrale (Centcom) in Qatar.
Il Centcom non ha informazioni per il momento sulla situazione a Kirkuk, ma i
portavoce del comando indicano la città del nord tra gli obiettivi di attacchi
aerei, insieme a Tikrit, Mossul e aree vicino ad Erbil. La cattura di Kirkuk
non viene per ora confermata in Qatar, dove il Comando si limita a confermare
che gli Usa "continuano a lavorare con le forze curde".
In moschea attaccata membri della leadership - C'erano
"indicazioni che esponenti della leadership irachena" stavano cercando di
raggrupparsi, dietro l'attacco stamani da parte dei marines ad una moschea a
nord di Baghdad. "La vicenda adesso è finita - ha detto il portavoce del
Comando centrale in Qatar (Centcom), capitano Frank Thorp - non abbiamo
informazioni sulla leadership che era al centro dell' operazione".
Il portavoce ha spiegato che la moschea è nota come 'Imam Palace' e si trova
nella zona centro settentrionale della capitale irachena. "Ci risulta che
forze irachene, al momento dell'intervento dei marines, sparavano dalla
moschea", ha aggiunto Thorp. "C'è stato un intenso combattimento, che adesso è
finito. Non abbiamo ancora informazioni sull'esito dell'operazione, né su
eventuali vittime". Secondo quanto fonti militari a Baghdad hanno riferito ai
giornalisti, un marine sarebbe morto e tra 15 e 20 sarebbero rimasti feriti
nel combattimento.
La moschea, secondo il portavoce, "è nella stessa area dove si trova la
residenza di un alto esponente del partito Baath". Alcune fonti hanno parlato
nelle ultime ore dalla possibilità che lo stesso Saddam, con alcuni
fedelissimi, potesse trovarsi nella moschea.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 13:40)
Messaggio tv di Bush agli iracheni: il regime di Saddam è stato rimosso
Washington 10 aprile 2003 -
Il presidente George W. Bush ha diffuso un messaggio televisivo in tutto
l'Iraq, affermando che "il regime di Saddam Hussein è stato rimosso" e che la
libertà presto regnerà. Ne dà notizia la Casa Bianca, citata dalla Ap.
Il discorso di Bush, di due minuti e mezzo, era stato registrato martedì,
quando il presidente era in Irlanda del Nord per un vertice con il premier
britannico Tony Blair.
La sua diffusione televisiva in Iraq è stata assicurata dalle forze armate
degli Stati Uniti, attraverso i programmi tradio e tv della cosiddetta guerra
psicologica. S'ignora quante persone in Iraq abbiano potuto captare il
messaggio del presidente.
Nel suo messaggio, secondo le informazioni fornite dalla Casa Bianca, il
presidente informa gli iracheni che "la lunga era di paura e di efferatezza
sta finendo". Il messaggio, registraro insieme con il premier britannico Tony
Blair, a quanto si apprende, dovrebbe anche essere teletrasmesso da una
televisione irachena nelle prossime ore, le 18:00 locali in Iraq (le 16:00 in
Italia).
Bush dice agli iracheni che spetterà a loro determinare il loro futuro:
"Meritate di meglio che la tirannia e la corruzione e le camere di tortura.
Meritate di vivere come gente libera. E io garantisco a ogni cittadino
iracheno che la vostra nazione sarà presto libera".
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 13:20)
Nord: Guardia Repubblicana sotto attacco aereo. Curdi pronti a cedere controllo di Kirkuk a Usa
Baghdad 10 aprile 2003 -
Dopo la caduta di Baghdad il fronte principale della battaglia si concentra
nel nord dell'Iraq, sulle città di Kirkuk e Mosul.
I reparti della Guardia Repubblicana già dislocati nel Nord Iraq che stanno
cercando di raggiungere Mossul e Tikrit sono sotto intensissimo bombardamento
da parte di aerei angloamericani in Nord Iraq. Lo hanno affermato fonti
militari americane all'agenzia Anadolu.
Kirkuk, che sorge sul maggiore giacimento petrolifero iracheno è stata presa
stamane dai peshmerga curdi con l'appoggio delle forze americane. Secondo
testimoni sarebbe già cominciato il saccheggio. Più a nord si stringe il
cerchio attorno a Mosul, dove però si sarebbe attestata in difesa la guardia
repubblicana di Saddam, arroccata secondo la Reuters anche a Tikrit, città
natale del rais.
A Erbil principale roccaforte del Kurdistan gli iracheni si sono arresi, dopo
intensi bombardamenti. Carri armati sono entrati anche nel centro della città.
Curdi pronti a cedere il controllo di Kirkuk agli Usa - I
combattenti curdi peshmerga che hanno preso il controllo della città di Kirkuk
sono pronti a ritirarsi e cedere le operazioni alle forze americane in arrivo:
lo ha detto all'Ansa il loro comandante, Shirdil Hawezy, avvicinato mentre
attraversava il centro della città.
"Non posso dire se il passaggio delle operazioni di controllo avverra' gia'
entro oggi - ha aggiunto il comandante Hawezy -; posso pero' assicurare che i
miei uomini sono pronti a ritirarsi anche in questo momento". Il comandante
dei peshmerga, circondato da una nutrita scorta armata, era accompagnato da un
ufficiale in abiti civili che,
secondo una delle sue guardie del corpo, era "un funzionario militare
americano".
Il controllo di Kirkuk da parte delle forze curde rischia di aprire un
conflitto politico con il governo di Ankara che ha da tempo messo in guardia
contro il rischio che i curdi potessero occupare con le armi Kirkuk e la città
di Mossul. L' ipotesi fino ad oggi era stata esclusa dagli stessi combattenti
peshmerga, anche se poi è accaduto che oggi, dopo l'improvviso ritiro
iracheno, fossero proprio i curdi ad assumere il controllo militare di Kirkuk.
La città continua ad essere attraversata da migliaia di guerriglieri curdi in
uniformi e armati, mentre finora non si è vista traccia di soldati americani.
Solo una piccola unità di forze speciali presidia un posto di blocco a circa 4
km dall' ingresso di Kirkuk.
Gul: la Turchia farà ciò che è necessario - La Turchia farà
ciò che è necessario in Nord Iraq, e il governo sta seguendo attentamente la
situazione in Nord Iraq. Lo ha dichiarato all'agenzia turca Anadolu il
ministro degli esteri turco Abdullah Gul con riferimento alla presa di Kirkuk
di stamani da parte dei peshmerga curdi sia del Pdk, sia dell'Upk appoggiati
da marines americani, lasciando intendere che Ankara potrebbe inviare truppe
in Nord Iraq, se lo richiedesse la situazione.
Powell a Gul: i peshmerga usciranno da Kirkuk - I peshmerga
curdi non resteranno a Kirkuk. Lo ha assicurato il segretario di stato
americano Colin Powell nel corso di una sua telefonata al ministro degli
esteri turco Abdullah Gul al fine evidente di rassicurare il governo di Ankara
sulla situazione creatasi dopo la presa di Kirkuk di questa mattina da parte
di combattenti curdi del Pdk e dell'Upk appoggiati da forze speciali
americane.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 12:40)
PROSEGUE L'AVANZATA NEL NORD: 'LIBERATE' DIVERSE CITTADINE
SULAIMANIYA 10 Apr - Il comandante delle
forze curde ad Altun Kupri, Osman Bani Marani, che ha stabilito un contatto
telefonico satellitare con i combattenti curdi nell'area di Kirkuk, ha
detto oggi che i peshmerga controllano soltanto alcune zone della citta'
settentrionale irachena, dove vi sarebbe ancora una piccola resistenza
irachena. In particolare, secondo la fonte, i curdi controllano il quartiere
di Rahimawa, e nel centro della citta' propriamente detto non vi sarebbero al
momento forze americane.
La citta' di Makhmur, situata circa 40 km a nord ovest di Erbil e a
meta' strada fra Mossul e Kirkuk, le due grandi citta' del nord dell'Iraq, e'
stata invece completamente ''liberata''. Lo ha annunciato la tv satellitare
dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk, di Jalal Talabani). ''La citta'
non e' piu' sotto il controllo dei 'baathisti' (militanti del partito Baath di
Saddam Hussein) ed e' tornata in seno al popolo curdo'', ha affermato la
Kurdsat tv senza precisare se sono stati i peshmerga (combattenti curdi) ad
aver conquistato la citta'.
Dopo Makhmur i combattenti curdi e le forze americane hanno preso oggi il
controllo anche della localita' di Altun Kupri. Lo ha annunciato un
alto responsabile militare curdo iracheno. Nella cittadina, caduta nel corso
della notte senza che vi siano stati combattimenti, i curdi sostengono di aver
sotto controllo almeno 150 soldati iracheni che si sono arresi.
Le due citta' sorgono tra Kirkuk ed Erbil, il capoluogo del Kurdistan iracheno
controllato dal 1991 da partiti curdi che si si oppongono da sempre al regime
di Saddam Hussein. Mossul e Kirkuk, le due citta' nella zona petrolifera nel
nord dell'Iraq, sono ancora controllate dalle forze irachene.
I combattenti curdi peshmerga hanno poi annunciato anche la conquista della
citta' di Tuz Khurmato, a circa 15 chilometri a sud-ovest di Kirkuk,
ancora formalmente sotto il controllo iracheno, ma dove una parte della
popolazione locale sarebbe insorta nelle prime ore di questa mattina. Fonti
locali aggiungono che sarebbero in corso negoziati con un'unita' dell'
esercito iracheno per una sua resa.
Br> Carri armati americani sono entrati oggi ad Erbil, la principale
roccaforte curda nel Kurdistan iracheno. Giornalisti sul posto hanno visto una
colonna di 12 carri da combattimento Abrams e altri quattro veicoli blindati
dirigersi verso il centro della citta' contornati da una folla festante. Aerei
americani hanno bombardato la notte scorsa obiettivi in varie regioni
dell'Iraq. Lo ha detto un ufficiale americano a bordo della portaerei Uss
Kitty Hawk. Fra gli obiettivi dei raid, in cui sono state sganciate
complessivamente una quarantina di bombe, c'e' un radar nei pressi di Tikrit,
citta' natale di Saddam Hussein 200 chilometri a nord di Baghdad, ha detto il
tenente Brook Dewalt. Nel sud, sono stati attaccati carri armati, camion e
altri veicoli iracheni nella zona di Al Amarah. Nel Nord, gli aerei hanno
bombardato un sito missilistico e di munizioni nei pressi di Al Qayyarah
sganciando quattro bombe da una tonnellata sull'obiettivo. Una dozzina di
forti esplosioni molto probabilmente dovute a bombardamenti aerei, sono state
avvertite a Chamchamal, la roccaforte curda piu' vicina al centro
petrolifero del nord dell'Iraq. I bombardamenti sono avvenuti intorno all'una
di notte (locale) e i lampi delle esplosioni sono stati visti da Chamchamal,
che dista una trentina di chilometri da Kirkuk, ma non e' stato possibile
identificare con esattezza l'area colpita.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 11:30)
A BAGHDAD SI SPARA ANCORA, NUOVI BOMBARDAMENTI
BAGHDAD 10 Apr - Un marine americano e'
morto e tra 15 e 20 altri militari sono rimasti feriti stamani in un intenso
combattimento a nord di Baghdad, scoppiato mentre i soldati Usa si sono
avviati a prendere possesso di uno dei palazzi di Saddam Hussein. Ne da'
notizia l'agenzia Ap, in corrispondenze di giornalisti al seguito dei marines
nella capitale irachena.
La periferia di Baghdad e' stata colpita stamani da bombardamenti aerei,
secondo quanto riferito da un giornalista della France Presse nella capitale
irachena. Aerei da combattimento sorvolavano la citta', e nel centro si
udivano esplosioni provenire dalla periferia, senza che fosse possibile
stabilirne il luogo esatto. I bombardamenti sono cominciati verso le 07:30
locali (le 05:30 in Italia) e proseguivano ancora un'ora piu' tardi. Nel
centro di Baghdad, la situazione era calma all'inizio di mattinata, come lo e'
stata per tutta la notte.
Un giornalista dell'agenzia britannica, Khaled Yacoub Oweis, ha detto di aver
visto numerose esplosioni mentre aerei americani scendevano in picchiata sopra
il quartiere Mansur, a Baghdad ovest. Oweis ha detto che combattenti arabi,
non iracheni, controllano alcune strade di Mansur e di altri quartieri nella
parte occidentale della citta'. I miliziani hanno istituito posti di blocco e
in queste zone non si vedono soldati americani.
Aerei americani hanno bombardato nella notte obiettivi in varie regioni
dell'Iraq. Lo ha detto un ufficiale americano a bordo della portaerei Uss
Kitty Hawk. Fra gli obiettivi dei raid, in cui sono state sganciate
complessivamente una quarantina di bombe, c'e' un radar nei pressi di Tikrit,
citta' natale di Saddam Hussein 200 chilometri a nord di Baghdad, ha detto il
tenente Brook Dewalt. Nel sud, sono stati attaccati carri armati, camion e
altri veicoli iracheni nella zona di Al Amarah. Nel Nord, gli aerei hanno
bombardato un sito missilistico e di munizioni nei pressi di Al Qayyarah
sganciando quattro bombe da una tonnellata sull'obiettivo.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 11:20)
Il regime si sfalda: tanks americani a Erbil, i curdi entrano a Kirkuk
Baghdad 10 aprile 2003 - Giornalisti sul posto hanno visto una colonna di 12 carri da combattimento Abrams e altri quattro veicoli blindati dirigersi verso il centro della città accompagnati da una folla festante. L'avanzata delle forze americana e delle unità di combattenti curdi sembrano avanzare anche a Kirkuk, dove secondo un corrispondente Bbc i curdi avrebbero preso il controllo della città.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 10:50)
Baghdad, battaglia alla moschea: morto un marine. Bombe sui quartieri ad ovest del Tigri
Baghdad 10 aprile 2003 -
Prima una violenta sparatoria, poi l'assedio. I marines statunitensi stanno
setacciando una moschea nei pressi di uno dei palazzi presidenziali di Saddam
Hussein. Secondo la Bbc, i militari americani hanno preso posizione attorno al
luogo sacro in seguito a voci non confermate secondo le quali al suo interno
potrebbe nascondersi lo stesso Saddam. Ma sulla sorte del rais nessuno sembra
in grado di vantare notizie certe ed attendibili. Gruppi di miliziani arabi
controllano alcuni quartieri nella parte occidentale di Baghdad:
secondo alcuni giornalisti della Reuters aerei angloamericani hanno bombardato
obiettivi in città a ovest del fiume Tigri.
A terra: morto un marine - Nei violenti scontri, avvenuti nei
pressi della riva settentrionale del Tigri e durati oltre mezz'ora, un
marine è morto e altri 13 sono rimasti feriti. Ad attaccare all'alba i
militari americani potrebbero essere state unità speciali della Guardia
Repubblicana. "Dopo aver posto sotto controllo la zona -ha riferito David
Willis della Bbc- è giunto l'ordine di perquisire una moschea dove si pensa
che possa nascondersi Saddam Hussein. Di nuovo -ha proseguito- furiosi
combattimenti hanno accompagnato l'arrivo dei Marines. Un denso fumo nero si
stende ora sopra il Tigri e il setacciamento della moschea è attualmente in
corso". Già nella notte c'erano stati violenti scontri intorno a una moschea
nel distretto di Aadhamiya.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 09:10)
Baghdad: ancora scontri nel nord, un marine ucciso
Baghdad 10 aprile 2003 - A
Baghdad la situazione non è ancora perfettamente sotto il controllo delle
truppe Usa. Questa notte dopo tre ore di duri scontri i marine hanno preso il
controllo di un palazzo presidenziale situato nel nord della capitale
irachena. Nell'assalto a questa isolata ma combattiva roccaforte di
fedelissimi di Saddam Hussein, un marine è stato ucciso e otto sono stati
feriti da un colpo di granata.
Dal Comando Centrale del Qatar, il portavoce militare Usa Frank Thorp
sottolinea comunque che non c'è alcuna forma di "resistenza organizzata".
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 08:35)
NEL NORD IRAQ 'LIBERATA' ANCHE LA CITTA' DI MAKHMUR
SULAIMANIYA 10 Apr - La citta' di Makhmur,
situata circa 40 km a nord ovest di Erbil e a meta' strada fra Mossul e Kirkuk,
le due grandi citta' del nord dell'Iraq, e' stata ''liberata'' ieri. Lo ha
annunciato la tv satellitare dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk, di
Jalal Talabani). ''La citta' non e' piu' sotto il controllo dei 'baathisti'
(militanti del partito Baath di Saddam Hussein) ed e' tornata in seno al
popolo curdo'', ha affermato la Kurdsat tv senza precisare se sono stati i
peshmerga (combattenti curdi) ad aver conquistato la citta'. Mossul e Kirkuk,
le due citta' nella zona petrolifera nel nord dell'Iraq, sono ancora
controllate dalle forze irachene.
CHAMCHAMAL - Una dozzina di forti esplosioni provenienti dalla zona di Kirkuk,
assai probabilmente dovute a bombardamenti aerei, sono state avvertite a
Chamchamal, la roccaforte curda piu' vicina al centro petrolifero del nord
dell'Iraq. I bombardamenti sono avvenuti intorno all'una di notte (locale) e i
lampi delle esplosioni sono stati visti da Chamchamal, che dista una trentina
di chilometri da Kirkuk, ma non e' stato possibile identificare con esattezza
l'area colpita.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 08:30)
Baghdad è caduta. Ora gli aiuti umanitari
BAGHDAD 10 Apr - Le Associazioni umanitarie chiedono garanzie. Mentre il regime di Saddam Hussein sembra crollare sia nelle maggiori città che nei piccoli centri, l'attenzione sull'emergenza umanitaria assume un ruolo sempre più preminente.
Gli scontri non si sono conclusi del tutto - sacche di resistenza si continua a registrare a Saddam City, il vasto sobborgo sciita alla periferia nordorientale di Baghdad - ma le maggiori agenzie umanitarie del mondo premono sulla coalizione per avere un rapido accesso nel Paese. Il principale timore riguarda la sicurezza dei funzionari, messa in pericolo dal vuoto di potere in cui si trova, allo stato attuale, la maggior parte dell'Iraq.
L'Unicef, ad esempio, ha affermato che "i residui del caos e della paura" stanno ostacolando i propri sforzi a favore dell'infanzia e degli iracheni in generale. La Croce Rossa, dal canto suo, ha dichiarato di aver temporaneamente interrotto le proprie attività a causa dei tumulti che scuotono la nazione.
Dopo l'apparente disgregazione del regime, avvenuta tra martedì e mercoledì, la popolazione si è abbandonata ai saccheggi, soprattutto negli edifici governativi. La notte tra mercoledì e giovedì, tuttavia, è risultata abbastanza tranquilla: la stragrande maggioranza della popolazione è rimasta in chiusa in casa per i timori di un coinvolgimento nelle razzie.
Nella capitale, i marines sono segnalati in pattugliamento nelle strade anche nelle prime ore di giovedì. Baghdad manca ancora dell'elettricità e gran parte delle vie sono al buio.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 07:45)
IL REGIME E' CROLLATO, MA SADDAM DOV'E'?
ROMA 10 Apr - Saddam Hussein e' vivo e si
trova a Baqubah, alcune decine di km a nord est di Baghdad, sulla strada che
porta in Iran: e' quanto affermato alla Cnn da Ahmad Chalabi, leader del
principale movimento di opposizione iracheno, nell'ultima ipotesi formulata
sulla sorte del 'rais'. Caduta Baghdad, e con il regime iracheno crollato
davanti all'offensiva militare americana, cio' che tutti vorrebbero sapere ora
e' dove si trova Saddam, se e' ancora vivo. Per tutta la giornata di ieri si
sono accavallate le voci piu' disparate: si e' rifugiato all'ambasciata russa
a Baghdad, aveva affermato dal Libano il presidente del parlamento Nabih Berri,
attirandosi una pronta smentita di Mosca, che ha definito ''delirante, folle e
assurda'' tale ipotesi. Chalabi ha prima indicato che il 'rais' e' riparato
nella sua citta' natale e roccaforte Tikrit, circa 150 km a nord della
capitale, poi ha indicato Baqubah, che si trova a nord est di Baghdad. Voci
ricorrenti nella capitale lo hanno dato persino in Iran. E non solo Saddam e'
per ora scomparso nel nulla, ma con lui sono svaniti la sua famiglia - tra cui
i due figli Uday e Qusay - e i fedelissimi, il vice premier Tareq Aziz, il
vice presidente Taha Yassin Ramadan, Ezzat Ibrahim, ritenuto il numero due del
regime, il ministro degli esteri Naji Sabri, e il ministro dell'informazione
Mohammed Said al Sahaf, che ancora negava l'evidenza con le truppe Usa gia'
nelle strade di Baghdad. La televisione del Qatar Al Jazira ha anche affermato
che secondo sue fonti dei servizi segreti russi, la coalizione guidata dagli
Usa avrebbe raggiunto un accordo col regime per la resa di Baghdad. In cambio,
le forze anglo-americane avrebbero lasciato ''scappare'' Saddam. Ieri sera, il
ministro della difesa Usa Donald Rumsfeld, ha di nuovo chiamato in causa la
Siria: non so - ha detto - se Saddam e i suoi figli siano ancora vivi, non so
in che condizioni siano, non so dove siano, ma, ha aggiunto, ''in alcuni casi
gli iracheni trovano un rifugio sicuro nella stessa Siria. In altri casi,
proseguono verso altri Paesi'', che non ha identificato. Se regna per ora il
buio completo su dove potrebbe trovarsi Saddam - mostrato per l'ultima volta
dalla tv irachena lunedi' scorso - ancora restano dubbi sulla sua sorte: per
l'intelligence americana si trovava veramente nell'edificio preso di mira
lunedi' scorso, quando nell'attacco aereo al quartiere Al Mansour di Baghdad
rimasero uccisi 14 civili. La stampa britannica, citando fonti dei servizi,
sostiene invece che e' ancora vivo e con lui Uday e Qusay. Non puo' non
tornare alla mente la campagna militare del 2001 contro l'Afghanistan e Osama
bin Laden: e' stato rovesciato il regime dei taleban, ma il 'principe del
terrore' e il leader del regime, il mullah Omar, si sono volatilizzati,
comparendo di tanto in tanto in minacciosi filmati o messaggi registrati per
incitare a nuovi sanguinosi attentati.
TIKRIT, BOMBE SU FORT ALAMO REGIME IRACHENO - Piovono le bombe sulla
Fort Alamo del regime iracheno. Tikrit, citta' natale di Saddam Hussein e
possibile ultima roccaforte per il rais e il suo clan prima della fine, e'
sempre piu' costellata di macerie. Piu' a sud, la 101.a Divisione di fanteria
accerchia e martella con l'artiglieria la cittadina di Hillah, dove i Feddayn
di Saddam e uomini del partito Baath tentano una resistenza senza speranza a
due passi dalle rovine di Babilonia. Se a Baghdad i combattimenti vanno pian
piano spegnendosi e in gran parte delle citta' a sud della capitale il dominio
americano e britannico e' pressoche' incontrastato, restano in Iraq alcune
localita' dove la battaglia e' ancora dura. Tikrit e Hillah sono due tra gli
esempi piu' significativi, ai quali si aggiungono altre citta', soprattutto
del nord.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 07:40)
Baghdad, è caccia ai vertici del regime. Ma di Saddam nessuna traccia. Il Pentagono prepara la superbomba
Baghdad 10 aprile 2003 - Dopo una notte tranquilla, le truppe americane cercano di stroncare le ultime sacche di resistenza nella capitale passando al setaccio un'area vicina a Saddam City, l'enorme sobborgo sciita alla periferia nord-orientale della città: in azione artiglieria, mortai, mitragliatrici e lancia-granate. Ai valichi di confine, intanto, sulle strade che dall'Iraq conducono in Siria e Giordania, ferrei controlli da parte dei soldati americani e di numerosi miliziani dell'opposizione al vecchio regime: Saddam non deve uscire dal Paese.
A Baghdad - Una serie di violente esplosioni si sono udite di primo mattino (le 07.30 locali, le 05.30 in Italia) in apparenza provenienti della periferia della capitale. Pesante il bilancio di un attacco di marines americani contro un ambulanza nel centro di Baghdad, ieri sera: secondo al-Jazira, almeno due civili iracheni sono stati uccisi e altri tre feriti. I militari americani, pensando a un tentativo di fuga di uomini compromessi con il passato regime, hanno aperto il fuoco contro un ambulanza che trasferiva alcuni pazienti da un ospedale a un altro procedendo a forte velocità.
A nord della capitale - Pesante bombardamento aereo dopo la mezzanotte verso la città di Kirkuk, nell'Iraq settentrionale. Kirkuk, importante capoluogo petrolifero, è ancora controllata dalle truppe irachene, ma le milizie indipendentiste curde si preparano all'assalto e i peshmerga vengono segnalati a meno di 10 chilometri dalla città.
Prudenza a Washington - Il segretario dalla difesa amerciano Donald Rumsfeld si dice soddisfatto dei progressi fatti dalle truppe Usa, ma "non c'è dubbio -aggiunge - che ci aspettano giorni difficili e molto pericolosi".
Pronte le Moab - Fonti riservate del Pentagono riferiscono che l'aviazione statunitense sta facendo affluire verso la regione del Golfo Persico numerose bombe del tipo Moab, ordigni a guida di precisione satellitare da 9 tonnellate e mezza. E' l'ordigno più grande e potente tra quelle convenzionali esistenti.
Il dopo Saddam - Gli Stati Uniti hanno selezionato una lista di 43 delegati iracheni che parteciperanno agli imminenti colloqui sulla formazione del nuovo governo provvisorio di Baghdad: 14 personalità finora in esilio e altri 29 rappresentanti dell'opposizione interna. I colloqui si terranno indicativamente sabato nella base aerea 'Ali ibn Abi Talib', alle porte di Nassiriya; ma gli statunitensi dicono che luogo e data potrebbero variare in relazione all'andamento dei combattimenti sul campo. Incerta la presenza degli oppositori sciiti delle regioni meridionali.
E Saddam? - Abbattuti i segni del regime nella capitale, il mondo si interroga sulla sorte di Saddam Hussein, dei suoi figli e degli altri dirigenti del regime: "Li perseguiteremo ovunque si trovino" assicura il generale Richard Myers, capo di Stato maggiore interforze americano. Secondo il ministro della difesa Usa, Donald Rumsfeld, i vertici del regime iracheno sono in fuga verso la Siria e Damasco continua ad inviare consiglieri militari all'Iraq.
Ahmad Chalabi - il banchiere leader della più consistente formazione d'opposizione irachena in esilio (il Congresso Nazionale iracheno), è convinto invece che il rais, insieme ad almeno uno dei suoi figli, Qusay, si sia rifugiato nella città di Baqubah, a nord-ovest della capitale irachena; secondo Chalabi, sarebbe vivo anche Alì il chimico.
La sconfitta - "The game is over", la partita è chiusa,ammette l'ambasciatore iracheno alle Nazioni Unite, Mohammed Aldouri, che non riusce più, da alcuni giorni, a mettersi in contratto con Baghdad.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 07:20)
BAGHDAD: DOPO LA FESTA NELLE STRADE NUOVI BOMBARDAMENTI
BAGHDAD 10 Apr - La periferia di Baghdad e'
stata colpita stamani da bombardamenti aerei, secondo quanto riferito da un
giornalista della France Presse nella capitale irachena. Aerei da
combattimento sorvolavano la citta', e nel centro si udivano esplosioni
provenire dalla periferia, senza che fosse possibile stabilirne il luogo
esatto. I bombardamenti sono cominciati verso le 07:30 locali (le 05:30 in
Italia) e proseguivano ancora un'ora piu' tardi. Nel centro di Baghdad, la
situazione era calma all'inizio di mattinata, come lo e' stata per tutta la
notte.
Non si sa se fossero piu' stupiti gli americani o gli iracheni, nella convulsa
ventunesima giornata di guerra d'Iraq, cominciata con l'avanzata trionfale dei
carri armati degli Stati Uniti nel cuore di Baghdad e finita con una danza sui
simboli distrutti di un regime che si sta sgretolando, senza opporre
resistenza.
Gli americani ieri sono arrivati da est, entrando nella citta' dal poverissimo
quartiere sciita: un milione e duecentomila persone che da Saddam Hussein
hanno avuto sempre e solo sofferenze.
Sono arrivati con cautela, nel timore di attentati suicidi, di cecchini o
delle fantomatiche armi chimiche - motivo originario del conflitto - delle
quali finora non si e' vista traccia. Ma in una giornata di sole, dopo le
tempeste di sabbia da apocalisse che hanno accompagnato i terribili
bombardamenti, gli americani sono stati ricevuti con fiori e foglie di palme,
sventolate in alto, come stendardi di pace. A Medina, cosi' fu accolto
Maometto.
Solo una donna occidentale, a Baghdad come scudo umano, ha gridato ''assassini
di bambini'' alla volta dei soldati, ai quali gli iracheni si rivolgevano
sorridendo, facendo con due dita il segno a V di vittoria, ringraziandoli in
inglese per averli ''liberati''.
E poi e' arrivato lo sfogo. Nel saccheggio di ogni palazzo, edificio pubblico,
caserma. Rubavano tutti, con allegria. Tappeti, poltrone di plastica, vasi di
porcellana, perfino una composizione di fiori freschi.
Un uomo di mezza eta' invece si era impossessato soltanto di un grande
ritratto di Saddam, sul quale si accaniva in solitaria vendetta, con una
scarpa, picchiandolo, urlando ''assassino di iracheni, di curdi, di sciiti,
stupratore''. Un altro, ha interrotto per un momento il suo saccheggio, si e'
tolto una scarpa, l'ha sbattuta sul volto del rais e dopo avergli sputato
contro ha ripreso soddisfatto la sua attivita'. Ma e' stato nel primo
pomeriggio, quando i blindati sono arrivati sulla riva orientale del Tigri,
davanti agli alberghi della stampa internazionale, dove ieri due giornalisti
sono morti uccisi da un proiettile tirato da un carro americano, che si e'
compiuto il gesto simbolico della fine del regime, nella distruzione di una
nuovissima statua di Saddam. In bronzo, imponente dai suoi sei metri, dominava
la piazza del Paradiso, da un piedistallo al centro di un semicerchio di 37
colonne, come l'anno di nascita di Saddam. Il rais se l'era regalata l'anno
scorso per il suo 65/o compleanno, festeggiato il 28 aprile.
E il crollo di questa statua, in diretta mondiale, riassume simbolicamente
questa strana guerra. L'ostinazione con cui il monumento ha resistito agli
attacchi degli iracheni, poveramente armati di fune e mazza. L'intervento
degli americani che legano intorno al collo una catena, stropicciano sulla
faccia di Saddam una bandiera a stelle e strisce e, infine, con il blindato
tirano la statua, la quale si inclina, come al rallentatore, pianissimo, nel
silenzio della piccola folla che trattiene il respiro. Ma non si spezza. Si
piega, restando sospesa. Allora la gente salta, si appende alla mano e
finalmente Saddam cade dal piedistallo, e nella polvere viene calpestato dalla
gente che grida, che balla sui suoi resti. I resti solo di un simbolo. Poi la
testa viene mozzata e trascinata per le vie della citta', come a suo tempo
furono esposti all'ira del popolo i brandelli di corpi di re e primi ministri
uccisi nelle rivolte e nei colpi di stato.
Nessuno sa dove sia Saddam, se sia vivo, morto, scappato in base ad un patto
segreto che ne garantiva la fuga in cambio della resa di Baghdad. Nella
capitale, alla sera si udivano ancora spari, colpi d'artiglieria, dei suoi
fedelissimi e di cecchini appostati. E qualcuno si chiede se il rais non
riservi delle sorprese.
E nessuno osa cantare vittoria. Gli americani occupano Baghdad, ma il timore
di anarchia, violenze e caos e' forte in una citta' di cinque milioni di
abitanti, quasi tutti armati.
(Aggiornato il 10 Aprile 2003 ore 01:30)
Tikrit, Brooks: è la sua caduta il prossimo obiettivo degli Usa
As Sayliyah 9 aprile 2003 -
Il prossimo obiettivo è Tikrit. Dopo la caduta della capitale irachena,
nessuno tra i vertici militari americani fa mistero del fatto che la prossima
a capitolare dovrà essere la città natale di Saddam Hussein. Sia per la sua
importanza strategica che per il sospetto, più volte affermato
dall'amministrazione Bush, che il rais abbia nascosto proprio alle porte della
'sua' Tikrit l'arsenale proibito che la coalizione sta cercando dappertutto.
Dopo il collasso del regime a Baghdad, l'esercito americano non si aspetta una
resistenza insormontabile nell'abitato di 150mila persone che Saddam ha
trasformato da un villaggio di sassi e fango alla più ricca e moderna città
del Paese.
Soldati iracheni da Baghdad a Tikrit -
Durante una conferenza stampa al Comando centrale di Doha, il
generale Vincent Brooks ha detto che intorno a Tikrit si sono concentrate
parte delle forze che si sono ritirate da Baghdad. "Ci sono stati
riposizionamenti nel tentativo di rafforzare le difese - ha detto Brooks - di
cui stiamo ancora valutando l'entità". "Diciamo da subito che se ci saranno
dei combattimenti, se arriveremo a Tiktrit - ha aggiunto - non saranno diversi
da quelli che abbiamo dovuto affrontare fino ad ora in altre parti del Paese".
Il generale si aspetta una resistenza 'mista': forze regolari insieme a
miliziani feddayin e del partito Baath. "Non so dire quando andremo verso
Tikrit - ha concluso - ma sono certo che ci concentreremo su quella città per
impedire che possa essere utilizzata dal regime come posto di comando e
controllo o come nascondiglio".
Nei 24 anni trascorsi alla guida dell'Iraq, Saddam ha fatto di Tikrit un
ganglio vitale dei servizi di sicurezza, vi ha fatto costruire scuole,
ospedali, un'università e il più lussuoso dei suoi palazzi. Ogni anno la città
è stata teatro di grandi festeggiamenti per il compleanno del dittatore ai
quali il rais, ossessionato dalla sicurezza, non ha partecipato quasi mai.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 22:00)
Rumsfeld: la guerra non è finita, ci manca ancora Saddam. La Siria resta un problema
Washington 9 aprile 2003 - "Ci mancano ancora Saddam Hussein e i suoi figli": lo ha detto il segretario alla difesa Usa Donald Rumsfeld facendo una dichiarazione al Pentagono. Di Saddam, Rumsfeld ha detto che, con la caduta del regime, "trova il giusto posto" accanto a dittatori del passato come - ha citato - "Hitler, Stalin e Ceausescu". Rumsfeld si riferiva al fatto che gli Stati Uniti non sanno dove Saddam e i suoi figli siano e non sanno se siano ancora vivi e se si trovassero nell'edificio che è stato attaccato lunedì.
Molta gente sarà ancora uccisa - "C'è ancora molta gente che sarà uccisa, molta gente che morirà, ha detto il segretario alla difesa, aggiungendo che non è ancora il momento di celebrare la vittoria.
Sacche di resistenza - Il generale Richard Myers, capo di Stato Maggiore, ha fatto il punto della prevedibile resistenza irachena che gli americani debbono ancora attendersi. Ci sono almeno dieci divisioni regolari e una brigata della Guardia Repubblicana nel nord ed elementi della Guardia repubblicana intorno a Baghdad.
La Siria è ancora un problema - La Siria rappresenta ancora un problema per il Pentagono. "I dirigenti iracheni continuano a rifugiarsi in Siria e la Siria continua a mandare materiale bellico in Iraq", ha detto il ministro della difesa americano Donald Rumsfeld. Rumsfeld stava rispondendo a una domanda sulla voce secondo cui Saddam, ferito, e il figlio Uday starebbero cercando di fuggire in Siria.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 20:00)
'Negli ospedali arrivano circa 100 feriti all'ora'
Baghdad 9 APR - ''Negli ospedali arrivano circa 100 feriti all'ora''. Lo ha dichiarato un medico iracheno intervistato a Baghdad dall'emittente tedesca N-tv. Il medico ha spiegato che il personale sanitario e' in servizio 24 ore al giorno e che molto spesso arrivano feriti che hanno perso tutto, casa e parenti. Numerosi feriti, secondo N-tv, ci sarebbero anche tra i volontari della Croce Rossa che si sono sovente trovati tra i due schieramenti di fuoco.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 19:20)
Chalabi: Saddam e i figli nascosti nella parte nord-est di Baghdad
Baghdad 9 aprile 2003 -
Il
presidente iracheno Saddam Hussein e almeno uno dei suoi figli sono vivi. Lo
ha dichiarato alla Cnn Ahmed Chalabi, il leader del principale movimento di
opposizione, il Congresso nazionale iracheno.
Saddam Hussein e uno dei suoi figli "sono nella parte nord-orientale di
Baghdad", ha precisato Chalabi in un'intervista data alla tv americana da
Nassiriya, nel sud dell'Iraq. "Non abbiamo alcuna prova che siano rimasti
uccisi" nel bombardamento di lunedì sera nella capitale.
"Sappiamo per certo che suo figlio Qusay è sopravissuto", ha aggiunto il
leader dell'opposizione.
Chalabi ha anche detto che Ali Hassan al-Majid, detto 'Ali il chimico' è stato
solo ferito, sabato scorso a Bassora, ed è riuscito a raggiungere Saddam
Hussein a Baghdad.
Al Jazira: Saddam lasciato andare dalla Cia? - La Tv
satellitare panaraba "al-Jazira" riferisce che la Cia statunitense starebbe
trattando con il regime iracheno la fuga del presidente Saddam Hussein e dei
suoi più stretti collaboratori.
L'emittente sostiene che fonti di altissimo livello dei serviz di spionaggio russo - che non vengono identificate - avrebbero riferito di negoziati in corso tra il regime e la Cia. Ma nessuna altra fonte conferma o smentisce questa notizia.
A Baghdad stamattina erano circolatate voci di una fuga del presidente iracheno in Russia. Notizie seccamente smentite da fonti del governo russe citate dall'agenzia Interfax.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 19:00)
Tikrit e Hilla, si continua a combattere mentre si cerca Saddam
Tikrit 9 aprile 2003 -
Piovono le bombe sulla Fort Alamo del regime iracheno. Tikrit, città natale di
Saddam Hussein e possibile ultima roccaforte per il rais e il suo clan prima
della fine, è sempre più costellata di macerie. Più a sud, la 101.a Divisione
di fanteria accerchia e martella con l'artiglieria la cittadina di Hillah,
dove i Feddayn di Saddam e uomini del partito Baath tentano una resistenza
senza speranza a due passi dalle rovine di Babilonia.
In alcune città ancora si combatte - Se a Baghdad i
combattimenti vanno pian piano spegnendosi e in gran parte delle città a sud
della capitale il dominio americano e britannico è pressoché incontrastato,
restano in Iraq alcune località dove la battaglia è ancora dura. Tikrit e
Hillah sono due tra gli esempi più significativi, ai quali si aggiungono altre
città, soprattutto del nord.
"Riteniamo che se ci sarà un combattimento a Tikrit - ha detto Vincent Brooks,
uno dei generali del Comando centrale in Qatar - sarà simile a quello che
abbiamo visto in altre parti del paese". Cioè un insieme di attacchi agli
americani da parte di reparti regolari, milizie ed esponenti del Baath senza
più niente da perdere.
I vip di Tikrit -
Per
indebolire le loro resistenze, da quattro giorni Tikrit è sotto l'effetto di
bombardamenti mirati alle sedi del regime. Un esempio degli effetti degli
attacchi dal cielo lo ha mostrato lo stesso Brooks nella base As Sayliyah,
presentando foto di una cosiddetta "struttura per Vip" a Tikrit, praticamente
disintegrata.
Che fine ha fatto Saddam? - Il Vip numero uno di Tikrit è
ovviamente Saddam e nell'incertezza su cosa sia accaduto al rais e ai suoi
figli, dopo l'attacco americano di lunedì scorso che mirava ad ucciderlo in un
quartiere residenziale di Baghdad, si rincorrono le voci sulla possibilità che
il leader del regime si sia già rifugiato nella città che gli è piu' fedele.
Fuggito sulle montagne -
Secondo uno dei principali esponenti dell'opposizione irachena, Ahmed Aghaal-
Chalabi, Saddam e i vertici del regime hanno lasciato la capitale per
dirigersi sulle montagne di Hamrien, nella regione di Tikrit. L'Unione
patriottica del Kurdistan (Upk) ripete la stessa indicazione da giorni.
Per Saddam non sarebbe una novità. Nel 1959, quando l'allora giovanissimo
esponente del Baath partecipò al fallito
assassinio dell'allora primo ministro, il generale Abdel-Karim Kassem, fu
proprio a Tikrit che si rifugiò prima di scappare in Siria.
Hillah - Diversa è la situazione di Hillah, una città di mezzo milione di abitanti collocata in mezzo alle memorie dell'antica Mesopotamia. La 101.a Divisione l'ha accerchiata in forze, con i tank M1-A1 Abrams che si aggirano tra le rovine del tempio di Nabucodonosor e quelle di Babilonia. La tenace resistenza delle unità di combattenti iracheni arroccate nella città e nei dintorni, viene sottoposta ad una dura prova da giorni per effetto dei colpi d'artiglieria, guidati dalle ricognizioni degli elicotteri OH-58 Kiowa. Gli americani hanno scoperto nella zona, per la prima volta, anche un consistente numero di siriani impegnati a combattere con gli iracheni.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 18:50)
Baghdad Cicr, Ucciso a Bagdad delegato canadese Croce Rossa. Sospesa attività Croce Rossa nella capitale
Baghdad 9 aprile 2003 - E' stato trovato morto il delegato canadese del Comitato internazionale della Croce Rossa coinvolto ieri in una sparatoria a Bagdad. Il corpo senza vita di Vatche Arslanian e' stato rinvenuto nella periferia Est della capitale Il comandante della Terza divisione di fanteria Usa, Blount, ha assicurato che nel centro di Bagdad e' stata eliminata ogni forma di resistenza, ma alcune zone della citta' non sono ancora sicure. Ci vorranno altri giorni, ha aggiunto, prima della fine dei combattimenti.
Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha oggi evitato gli spostamenti nella capitale irachena: la situazione è troppo caotica e pericolosa, ma non abbiamo sospeso le nostre attività, ha affermato a Ginevra il portavoce del Cicr Florian Westphal.
Ed è morto il delegato della Cicr, Vatche Arslanian, il cui veicolo era stato colpito da colpi di armi da fuoco in un quartiere orientale della capitale. Arslanian, 48 anni esperti di logistica, era stato dato per disperso. Stava accompagnando a casa due collaboratori locali della Croce rossa quando, verso le 17 e 30 locali il convoglio di due veicoli è stato colpito da colpi di arma da fuoco. A causa degli scontri in corso sul posto i delegati che volevano soccorrerlo hanno dovuto fare marcia indietro. Due altri collaboratori hanno potuto fuggire e dare l'allarme.
Le esatte circostanze dell'incidente non sono conosciute e non è stato possibile determinare se il Cicr è stato vittima di fuochi incrociati o di un attacco mirato. Su entrambi i veicoli l'emblema dell'organizzazione visibili da lontano.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 18:20)
Baghdad, si spara ancora a ovest Tigri. Bush compiaciuto ma resta cauto
Baghdad 9 aprile 2003 -
Sulla riva ovest del fiume Tigri a Baghdad si sente il fuoco di cannoni e
dell'artiglieria. Lo ha detto un testimone della Reuters.Il fumo si leva dal
complesso presidenzaiale in cui le truppe Usa avevano fatto irruzione lunedì
scorso. Ci sarebbero scontri in corso nel quartiere di al-Mansour mentre il
ponte che attraversa il fiume all'altezza del ministero dell'informazione è
bloccato da auto in fiamme.
Infatti gli Stati Uniti aspettano a festeggiare la fine della guerra. George
Bush è "compiaciuto" per l'andamento dellla guerra in Iraq, ma invita le
truppe Usa a esercitare la "massima cautela" nel timore di colpi di coda della
milizia fedele al regime di Saddam Hussein. Lo ha reso noto la Casa Bianca.
Alcune zone restano pericolose - "Quello che stiamo vedendo in alcune parti di Baghdad - ha detto il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleisher - è esattamente questo: una sezione della città. Ci sono molte aree di Baghdad che restano pericolose per i nostri soldati".
Bush è cauto - Alla Casa Bianca, hanno riferito fonti giornalistiche, non c'è ancora aria di festa e lo stesso Bush, per bocca di Fleisher, mette in guardia dalla tentazione di cantare vittoria troppo presto. "Per quanto il Presidente sia contento di vedere l'avanzamento della campagna militare - ha detto il portavoce - resta molto cauto perché sa che grandi pericoli possono essere nascosti lungo il cammino".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 17:50)
Baghdad, sono liberi e stanno bene i 7 giornalisti italiani. Al Palestine più nessun militare iracheno
Baghdad 9 aprile 2003 -
Sono
liberi e stanno tutti bene i sette giornalisti italiani che erano stati
fermati dagli iracheni e trattenuti nell'hotel Palestine di Baghdad. Lo ha
riferito l'inviato del Corriere della Sera, Francesco Battistini, che per la
prima volta ha potuto chiamare casa utilizzando il suo satellitare. "Ci hanno
liberati, ci hanno liberati" ha detto il giornalista ai familiari. "Stiamo
tutti bene e qui non c'è più nessuno".
Nell'albergo dove i sette giornalisti si trovavano "ospiti coatti", secondo
quanto riferito da Battistini, non c'è più nessuno dei 'carcerieri'. Nei
giorni scorsi i sette giornalisti erano tenuti, infatti, sotto controllo da
funzionari iracheni. Ma stamani erano tutti scomparsi. Se n'è presentato solo
uno che ha riconsegnato tutto quello che erano stato loro sequestrato:
passaporti, telefoni satellitari, anche le chiavi delle auto su cui i sette
viaggiavano quando furono fermati, a Bassora.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 17:40)
Baghdad, giornalisti portoghesi derubati e picchiati da iracheni
Baghdad 9 aprile 2003 -
Se
la sono cavata con qualche taglio e qualche escoriazione, i sei giornalisti
portoghesi picchiati e derubati da un gruppo di iracheni armati nel centro di
Baghdad.
Quasi linciati - A raccontarlo è stato uno dei giornalisti,
Carlos Fino, della "Radiotelevisao Portuguesa" (Rtp), la televisione nazionale
portoghese. "Siamo stati quasi linciati", ha detto Fino alla Rtp. Il
giornalista ha raccontato che un uomo armato di un Kalashnikov ha sparato alle
gomme delle loro auto. Quando i reporter sono stati fatti scendere dai loro
veicoli, una folla di persone li ha circondati, alcune armate di coltelli. I
giornalisti a questo punto sarebbero stati accoltellati e colpiti con il
calcio dei fucili e nel contempo derubati dei loro oggetti personali.
Protetti da ufficiali iracheni - Alcuni uomini,
apparentemente ufficiali iracheni, giunti sul posto avrebbero messo fine
all'incubo, permettendo ai giornalisti di allontanarsi nei loro veicoli.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 17:30)
Baghdad, cade la grande statua di Saddam. Cheeney: "Il regime è al collasso, ma ci attendono altre battaglie"
Baghdad 9 aprile 2003 -
Una
bandiera irachena ed una Americana sul volto, il cappio al collo. La statua di
Saddam Hussein nel cuore di Baghdad, in Piazza del Paradiso, uno dei simboli
del regime, è caduta dopo due ore di tentativi rabbiosi e allo stesso tempo
festanti della folla e un deciso strattone di un blindato americano, al quale
i soldati avevano applicato una sorta di gru con un cavo metallico. Da
Washington, intanto, il vicepresidente americano Dick Cheeney dichiara: "Il
regime è al collasso, ma la guerra non è finita. C'è ancora molto da fare".
Una prima fune che avrebbe dovuto tirare a terra la statua si era rotta ed era
stata sostituita con una grossa catena, fatta girare intorno al collo del
rais.
Quando il carro americano ha cominciato a tendere la catena, la statua si e' prima piegata, restando appoggiata sul basamento, per poi cadere. Sul basamento sono rimasti gli stivali della statua.
Appena la statua è caduta al centro della
piazzetta sulla quale era eretta, la folla si è lanciata cominciando a
prenderla a pugni e calci. Poi dalla folla si e' staccato un uomo che ha
cominciato a colpirla con un' ascia.
Da Washington, Cheney ha puntualizzato che la presa di Baghdad non significa
la fine della guerra. "Non posso prevedere con certezza quanto velocemente
finirà questo conflitto, avvertirò tutti che c'è ancora molto da fare. Ci
attendono altre battaglie e altri pericoli".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 16:55)
Abbattuta la statua di Saddam nel centro di Bagdad
BAGDAD 09 APR - Nella piazza centrale di bagdad, alle ore 16.49 Italiane (Bagdad ore 18.49), il popolo iracheno in collaborazione con un blindato Usa, hanno legato l'enorme statua di Saddam alta oltre 6 metri ed hanno abbattuto il simbolo del potere. Una enorme folla di persone in festa ha partecipato ed esultato all'evento storico della caduta del simbolo della dittatura Irachena. Due soldati Usa sono saliti sulla statua del dittatore ed avvolto al collo una bandiera Americana ed una bandiera Irachena, successivamente prima di abbatterla, hanno tolto le bandiere ed abbattuto la statua legata con una fune e tirata dal blindato Usa. La statua del dittatore era la più grande eretta dal potere iracheno ed inaugurata circa un anno fà.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 16:50)
ASSALTO ALLE STATUE DI SADDAM
BAGDAD 09 APR -
Non e' solo quella nella piazza el Ferdous la
statua di Saddam Hussein contro cui si sta scagliando la folla a Baghdad. Un'
altra statua del rais, che si trova in una piazza del centro della capitale -
secondo le immagini della Cnn - e' stata presa d' assalto da un gruppo di
giovani che hanno cominciato a danneggiarla.
Nella citta' si sono registrati saccheggi e scene di gioia. Gli americani
continuano ad avanzare in una Baghdad che sembra abbandonata dalla presenza
militare irachena, ma mentre portavoci militari Usa avvertono che la guerra
non e' finita.
Centinaia di abitanti di tutte le eta' stanno acclamando i soldati Usa durante
la loro avanzata nell'est e nordest della capitale. Gli iracheni cantano,
sventolano bandiere, lanciano fiori, raccontano testimoni della Reuters e
della France presse. Molti altri, intanto, saccheggiano tutto cio' che possono
in qualunque luogo possano, dai palazzi di Saddam Hussein ai negozi al
quartier generale dell'Onu ai locali del Comitato olimpico che era la base
operativa del figlio maggiore di Saddam Hussein, Uday. Presi di mira in
particolare gli ex palazzi presidenziali e i loro arredi e i negozi di
articoli sportivi, vicini al Comitato olimpico. Non c'e' nessuno che li
ostacoli, nessuna traccia di polizia irachena, e non si sognano di farlo i
militari americani, cosi' come non lo hanno fatto i britannici a Bassora.
Cecchini sparano su strade del centro di Baghdad in una parte della riva
orientale del Tigri dove le forze americane non sono ancora penetrate. ''Piu'
ci si avvicina alla riva est del Tigri dove i tank americani non sono entrati
e piu' la situazione e' fuorilegge'', ha detto il corrispondente della Reuters
Hassan Hafidh.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 16:00)
BAGHDAD E' CADUTA
BAGHDAD 09 Apr - Le truppe usa nel
cuore della citta', festeggiate dagli abitanti. Ancora si spara, saccheggiati
i palazzi. Distrutta la struttura di comando di Saddam, giallo sulla sua
sorte. Centcom, presto per celebrare.
''La caduta di Baghdad e' completa'': lo ha detto il corrispondente della
Reuters Khaled Yacoub Oweis, descrivendo l'arrivo dei carri armati americani
all'hotel Palestine. Una dozzina di carri Abrams e mezzi d'assalto dei marines
sono avanzati senza che venisse sparato un colpo. ''E' come se tank iracheni
avanzassero su per la Quinta strada a New York o a Picadilly Circus a Londra''.Carri
armati americani hanno fatto il loro ingresso oggi nella piazza Tahrir, nel
centro di Baghdad. Lo ha detto un giornalista della Reuters sul posto.
Le immagini televisive da Baghdad ''sono belle scene'', ma e' ancora ''troppo
presto per celebrare'': lo ha detto all'Ansa un portavoce del Comando centrale
in Qatar (Centcom), il tenente Herb Josie, in una prima reazione da
parte delle fonti ufficiali del Comando agli sviluppi della situazione a
Baghdad. 'Abbiamo ancora molto lavoro da fare'', ha aggiunto il tenente Josie.
Al Centcom, i comandanti dell'operazione 'Iraqi Freedom' stanno seguendo in
tv, oltre che attraverso i contatti con i comandanti sul campo, gli eventi di
Baghdad. Nel centro stampa, soldati si fanno scattare foto di fronte alle
televisioni che mostrano i carri armati nella capitale irachena, come ad
immortalare un momento storico.
Nella citta' si sono registrati saccheggi e scene di gioia. Gli americani
continuano ad avanzare in una Baghdad che sembra abbandonata dalla presenza
militare irachena, ma mentre portavoci militari Usa avvertono che la guerra
non e' finita.
Centinaia di abitanti di tutte le eta' stanno acclamando i soldati Usa durante
la loro avanzata nell'est e nordest della capitale. Gli iracheni cantano,
sventolano bandiere, lanciano fiori, raccontano testimoni della Reuters e
della France presse. Molti altri, intanto, saccheggiano tutto cio' che possono
in qualunque luogo possano, dai palazzi di Saddam Hussein ai negozi al
quartier generale dell'Onu ai locali del Comitato olimpico che era la base
operativa del figlio maggiore di Saddam Hussein, Uday. Presi di mira in
particolare gli ex palazzi presidenziali e i loro arredi e i negozi di
articoli sportivi, vicini al Comitato olimpico. Non c'e' nessuno che li
ostacoli, nessuna traccia di polizia irachena, e non si sognano di farlo i
militari americani, cosi' come non lo hanno fatto i britannici a Bassora.
Cecchini sparano su strade del centro di Baghdad in una parte della riva
orientale del Tigri dove le forze americane non sono ancora penetrate. ''Piu'
ci si avvicina alla riva est del Tigri dove i tank americani non sono entrati
e piu' la situazione e' fuorilegge'', ha detto il corrispondente della Reuters
Hassan Hafidh.
GB; STRUTTURA COMANDO A BAGHDAD DISINTEGRATA -
La struttura di ''comando e controllo'' irachena a Baghdad sembra essersi
disintegrata. E' quanto ha affermato un portavoce delll'ufficio del primo
ministro britannico. Il portavoce ha comunque aggiunto che la resistenza alle
forze di coalizione potrebbe ancora essere ''dura e ostinata''. Ma le immagini
che giungono dalla capitale dell'Iraq ''parlano da sole'', ha concluso il
funzionario di Downing Street.
CENTCOM, A TIKRIT E BAGHDAD C'E ANCORA DA COMBATTERE -
A Tikrit, a nord della capitale, si concentra il grosso della resistenza alle
forze della coalizione da parte di truppe regolari ed irregolari irachene
fedeli al regime di Saddam Hussein. Lo ha detto il portavoce del comando
centrale americano, generale Vincent Brooks. Il portavoce ha aggiunto che a
Baghdad, nonostante le scene di giubilo da parte di abitanti che si sono resi
conto che il regime si e' sfaldato, sara' ancora necessario combattere.
ACCORDO PER RESA BAGHDAD, FONTI RUSSE DI AL JAZIRA -
La televisione del Qatar Al Jazira ha detto oggi che secondo sue fonti dei
servizi segreti russi, la coalizione guidata dagli Usa avrebbe raggiunto un
accordo con gli iracheni per la resa di Baghdad. In cambio, le forze
anglo-americane avrebbero lasciato ''scappare'' il presidente Saddam Hussein.
La notizia e' stata data dall'inviato da Mosca, Akram Khuzam.
USA; PENTAGONO, SONO 96 I SOLDATI AMERICANI UCCISI
Sono in totale 96 i militari americani uccisi, e 155 i feriti, dall'inizio
della guerra in Iraq il 20 marzo scorso, secondo un bilancio aggiornato
fornito dal Pentagono. Di essi, 81 sono stati uccisi in combattimento o da
'fuoco amico', gli altri 15 in diversi incidenti. I prigionieri di guerra,
secondo il Pentagono, sono sette, mentre i dispersi sono 10, inclusi i due
piloti del caccia F-15E caduto nel nord dell'Iraq domenica scorsa e la cui
perdita e' stata resa nota oggi.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 15:40)
'La caduta di Baghdad e' completa'; Cosi' l'inviato Reuters
BAGHDAD 9 APR - ''La caduta di Baghdad e' completa'': lo ha detto il corrispondente della Reuters Khaled Yacoub Oweis. Descrivendo l'arrivo dei carri armati americani all'hotel Palestine, una dozzina di carri Abrams e mezzi d'assalto dei marines che sono avanzati senza che venisse sparato un colpo, l'inviato della Reuters ha detto: ''E' come se tank iracheni avanzassero su per la Quinta strada a New York o a Picadilly Circus a Londra''.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 15:20)
Baghdad festeggia, ma gli Usa invitano alla cautela
BAGHDAD 09 Apr - Per le vie di Baghdad la gente festeggia quella che crede possa essere la fine del regime di Saddam Hussein. Vengono bruciati o fatti a pezzi i ritratti del dittatore. Ma la Casa Bianca getta acqua sul fuoco: Saddam controlla ancora una parte dell'Iraq.
Esplodono insomma i primi sentori di quell'entusiasmo popolare che l'esercito Usa si aspettava fin dall'inizio della missione, ma che ora potrebbero essere prematuri. All'entusiasmo popolare tra l'altro si accompagnano episodi crescenti di saccheggi. Non vi sono più forze di sicurezza in grado di impedirlo ed è quindi incominciata la corsa di chi non possedeva niente ad accaparrarsi tutto il possibile, nei negozi, nei magazzini, negli uffici.
A Baghdad iniziano a crearsi concentrazioni di persone in festa, in molti casi esponendo la bandiera bianca degli Sciiti. Questo nonostante nella stessa città, nei quartieri nord-orientali si combatta ancora.
Proprio per questo la Casa Bianca predica la calma . Il presidente Bush "è felice" per quanto sta avvenendo nelle vie della capitale irachena, fanno sapere funzionari dell'amministrazione, ma ne prende spunto "per ricordare al popolo americano che siamo ancora dentro una missione militare e che vi sono delle vite in gioco".
A Washington non si sa ancora se Saddam sia vivo o morto, tuttavia, commentando la voce di una fuga del raìs verso la Siria, le fonti hanno commentato: "Questo è impossibile".
Le fonti dell'amministrazione hanno poi spiegato con la brutalità del regime il fatto che il popolo iracheno ci abbia messo così tanti giorni a fraternizzare con le forze della Coalizione. "E' ovvio che finché pensavano che vi fossero ancora in circolazione gli squadroni della morte, gli iracheni non potevano festeggiare".
La Casa Bianca invita tuttavia ad evitare posizioni di "irrazionale esuberanza", ricordano che il conflitto è ancora in corso e i fedayn di Saddam sono ancora attivi. "Sono ancora presenti seri rischi sia per la popolazione che per i soldati americani".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 15:10)
Baghdad, i tanks americani prendono la città. Cadono le statue di Saddam. Centcom: "La guerra non è finita"
Bagdad 9 aprile 2003 - La capitale "è una delle aeree che vanno aggiunte alla lista dei luoghi dove il regime non ha più il controllo". Ma resta ancora "lavoro da fare" e la guerra non è finita. C'è soddisfazione, ma anche prudenza, nelle parole del generale Vincent Brooks, del Comando centrale (Centcom), di fronte alle scene di festa della popolazione irachena rilanciate dalle tv di tutto il mondo.
Una piccola folla si sta radunando intorno ad
una delle molte statue di Saddam Hussein sulla piazza al Ferdous e ha
cominciato a staccarne la targa sul piedistallo. Le immagini della Bbc
mostrano alcune decine di persone intorno alla statua, circondate da numerosi
giornalisti.
"Gran parte dell'Iraq è ora libero dall'oppressione", ha detto ancora
Brooks alla base As Sayliyah, ma restano "sacche di resistenza" anche nella
capitale e le immagini festose si riferiscono soprattutto all'area di Saddam
City e ai quartieri sciiti alla periferia est della città.
Resta inoltre molto da fare in altre zone del Paese specie a nord di Baghdad: "Siamo certamente concentrati su Tikrit, se ci andremo - ha detto Brooks - immagino che troveremo una situazione simile a quella di altre città, con forze regolari, resti del partito Baath e milizie". La città natale di Saddam Hussein continua ad essere bombardata, come confermano anche alcune immagini mostrate al briefing.
Il generale non ha fatto ipotesi sull'esito del bombardamento dei giorni scorsi che aveva preso di mira Saddam Hussein ed ha escluso per il momento qualsiasi possibilità di un cessate il fuoco: "C'è ancora lavoro da fare, arriveremo al punto in cui le ostilità cesseranno, ma non ci siamo ancora".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 14:50)
MILIZIANI IN HOTEL PALESTINE, GIORNALISTI PICCHIATI
Baghdad 09 Apr - Gli inviati dell'agenzia di
notizie Efe, la principale in Spagna, hanno cominciato ad abbandonare oggi
l'Hotel Palestine a Baghdad, dove in precedenza hanno fatto irruzione
miliziani armati e dove non viene piu' garantita la sicurezza. Lo hanno detto
fonti giornalistiche spagnole. Ieri nell'Hotel Palestine un colpo di cannone
di un carro armato americano ha ucciso due giornalisti, fra i quali il
cameraman del canale privato spagnolo Telecinco, Jose' Couso. Gli inviati
della Efe fanno parte del numeroso gruppo di giornalisti che hanno deciso di
lasciare l'albergo ''dopo l'arrivo di miliziani armati arabi'', ''la
dissoluzione di ogni tipo di autorita' irachena'' e il fatto che ''la Croce
Rossa ha comunicato che non puo' garantire la loro evacuazione dalla capitale'',
scrive il giornale spagnolo Abc nella sua edizione online.
STAMPA SPAGNOLA, GIORNALISTI CATTURATI A BAGHDAD
Alcuni giornalisti inviati a Baghdad ''sono stati catturati da un gruppo di
miliziani e portati a una sede del partito Baath'', secondo quanto riferisce
l'agenzia di notizie spagnola Efe, citata nell'edizione online del quotidiano
El Mundo. Secondo le stesse fonti, un altro gruppo di giornalisti ''e' stato
raggiunto da spari mentre circolava in macchina per le strade della capitale
irachena'', e non si sa finora se alcuni sono rimasti feriti nella sparatoria.
GIORNALISTI CATTURATI, PICCHIATI E LIBERATI - ''Alcuni giornalisti
portoghesi sono stati catturati, picchiati e derubati da miliziani arabi.
Volevavano ucciderli, poi sono riusciti liberarsi e ora sono tornati qui, sani
e salvi''. Lo ha detto in un collegamento in diretta dall'Hotel Palestine al
TG2 Giovanna Botteri. L'inviata Rai ha anche parlato di autovetture di altri
giornalisti fatte segno a tiri di kalashnikov. ''La nostra situazione e'
estramemente tesa, in questa zona si sta concentrando la resistenza di
miliziani ed elementi incontrollati dell'esercito'' ha detto la Botteri. Nel
collegamento con il Tg2, Botteri ha riferito anche di ''colpi di kalashnikov
contro le postazioni delle quali stiamo trasmettendo''. ''La zona e'
controllata dai feddayn di Saddam ed e' estramemente pericolosa'' ha ribadito.
I DIRETTORI DEI GIORNALISTI CATTURATI, VORREMMO PORTARLI VIA - I
direttori delle testate cui appartengono i sette giornalisti italiani
trattenuti a Baghdad, pensano di riportarli via il piu' presto possibile. Lo
dice Furio Colombo, direttore dell'Unita'. ''I contatti ci sono - spiega
Colombo all'Ansa - e dicevamo con i direttori degli altri giornali che
speriamo che oggi possano ricominciare a scrivere. Certo se dipendesse da noi
li riporteremmo via il piu' presto possibile. Il desiderio, lo scopo, e'
quello di portarli via il piu' presto possibile. Appena e' sufficientemente
consigliabile farlo''. Quanto a quello che accade intorno all'Hotel Palestine:
''Lo stiamo vedendo insieme in tv, non ne sappiamo di piu' o di meno. Toni
Fontana ha sentito la moglie, i contatti ci sono. Oggi hanno restituito i
passaporti e anche i computers. E' questa situazione un po' folle, nella quale
da una parte cade tutto e dall'altra - conclude Colombo - arrivano dei
funzionari del ministero degli esteri a portare loro i documenti''.
GIORNALISTI, RESTITUITI PASSAPORTI AGLI ITALIANI -
AMMAN - I sette giornalisti italiani che sono stati trattenuti, particamente
come prigionieri, per oltre una settimana nell'Hotel Palestine di Baghdad,
sono tornati in possesso dei loro passaporti. Lo ha detto all'Ansa un
testimone da Baghdad. I passaporti sono stati consegnati da un funzionario
iracheno.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 13:40)
Baghdad, i tanks USA nel centro della capitale. Ma si spara ancora, mentre dilagano i saccheggi. Sparito Saddam
Baghdad 9 aprile 2003 - La capitale vive ore di totale caos. Con i carri armati americani inarrestabili nella loro avanzata, ormai arrivata fino alla piazza Tahrir, in pieno centro, sulla riva orientale del fiume Tigri, le milizie irregolari e la Guardia Repubblicana si ritirano, la Croce Rossa sospende ogni attività perché nessuno può garantire sicurezza ai medici, e centinaia di iracheni saccheggiano quello che possono dalle sedi del potere di Saddam Hussein, sulla cui sorte nessuno può avanzare certezze. Questa mattina migliaia di militari americani sono entrati da diverse direzioni nella città senza quasi incontrare resistenza. A Saddam City, il quartiere sciita nel distretto Hababiyah, si sono viste scene di folle festanti nelle strade, inneggianti alla fine del regime. Sparita ogni forma di controllo delle autorità, Baghdad è teatro di scene di sciacallaggio: presi d'assalto il quartier generale dell'Onu; gli uffici del Comitato Olimpico, poi dato alle fiamme; i negozi, ma anche le strade. L'intera struttura di comando del regime "sembra essersi disintegrata", dice a Londra un portavoce del premier britannico, Tony Blair. Pericolosamente confusa la situazione dei giornalisti: ci sarebbe stata un'irruzione di miliziani armati all'hotel Palestine e spari sulle auto di alcuni inviati in giro per Baghdad. Secondo l'inviato della Efe, un gruppo di giornalisti è stato catturato dai miliziani e portato nella sede del Partito Baath. I corrispondenti della Bbc a Baghdad in mattinata avevano riferito che le loro attività non sono piu' sottoposte alla supervisione delle autorita' irachene e che, per la prima volta dall'inizio della guerra, si possono muovere liberamente nella città. A nord, le truppe Usa e i miliziani curdi sono a un passo da Mosul: i peshmerga hanno conquistato le montagne di Maqlub, distanti 15km da Mosul, dalle quali finora le forze irachene avevano difeso il centro petrolifero nel nord dell'Iraq. Scene di giubilo anche nella citta' di Irbil, nel territorio amministrato dai curdi. Dal Doha, tuttavia, il Comando angloamericano avverte: è troppo presto per affermare che la guerra è vinta, "potremmo avere di fronte altri giorni di feroci combattimenti mentre le forze della coalizione continuano a muoversi all'interno di Baghdad e del Paese", mette in guardia il portavoce militare statunitente, Frank Thorp, dal quartier generale del Comando centrale alleato in Qatar.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 13:15)
CARRI ARMATI IN PIAZZA CENTRO BAGHDAD
BAGHDAD 09 Apr - Carri armati americani
hanno fatto il loro ingresso oggi nella piazza Tahrir, nel centro di Baghdad.
Lo ha detto un giornalista della Reuters sul posto. Nella citta' si sono
registrati saccheggi e scene di gioia. Gli americani continuano ad avanzare in
una Baghdad che sembra abbandonata dalla presenza militare irachena, ma mentre
portavoci militari Usa avvertono che la guerra non e' finita.
Centinaia di abitanti di tutte le eta' stanno acclamando i soldati Usa durante
la loro avanzata nell'est e nordest della capitale. Gli iracheni cantano,
sventolano bandiere, lanciano fiori, raccontano testimoni della Reuters e
della France presse. Molti altri, intanto, saccheggiano tutto cio' che possono
in qualunque luogo possano, dai palazzi di Saddam Hussein ai negozi al
quartier generale dell'Onu ai locali del Comitato olimpico che era la base
operativa del figlio maggiore di Saddam Hussein, Uday. Presi di mira in
particolare gli ex palazzi presidenziali e i loro arredi e i negozi di
articoli sportivi, vicini al Comitato olimpico. Non c'e' nessuno che li
ostacoli, nessuna traccia di polizia irachena, e non si sognano di farlo i
militari americani, cosi' come non lo hanno fatto i britannici a Bassora.
Spari sporadici si sentono solo nella zona attorno all'Hotel Palestine (est),
verosimilmente da parte di paramilitari iracheni, secondo testimoni, ma i
soldati Usa non hanno risposto al fuoco. Ieri, un tank americano ha sparato
contro l'albergo dove lavora la stampa internazionale, uccidendo due
giornalisti e ferendone tre.
GB; STRUTTURA COMANDO A BAGHDAD DISINTEGRATA -
LONDRA - La struttura di ''comando e controllo'' irachena a Baghdad sembra
essersi disintegrata. E' quanto ha affermato un portavoce delll'ufficio del
primo ministro britannico. Il portavoce ha comunque aggiunto che la resistenza
alle forze di coalizione potrebbe ancora essere ''dura e ostinata''. Ma le
immagini che giungono dalla capitale dell'Iraq ''parlano da sole'', ha
concluso il funzionario di Downing Street.
ACCORDO PER RESA BAGHDAD, FONTI RUSSE DI AL JAZIRA -
AMMAN - La televisione del Qatar Al Jazira ha detto oggi che secondo sue fonti
dei servizi segreti russi, la coalizione guidata dagli Usa avrebbe raggiunto
un accordo con gli iracheni per la resa di Baghdad. In cambio, le forze
anglo-americane avrebbero lasciato ''scappare'' il presidente Saddam Hussein.
La notizia e' stata data dall'inviato da Mosca, Akram Khuzam.
USA; PENTAGONO, SONO 96 I SOLDATI AMERICANI UCCISI -
WASHINGTON - Sono in totale 96 i militari americani uccisi, e 155 i feriti,
dall'inizio della guerra in Iraq il 20 marzo scorso, secondo un bilancio
aggiornato fornito dal Pentagono. Di essi, 81 sono stati uccisi in
combattimento o da 'fuoco amico', gli altri 15 in diversi incidenti. I
prigionieri di guerra, secondo il Pentagono, sono sette, mentre i dispersi
sono 10, inclusi i due piloti del caccia F-15E caduto nel nord dell'Iraq
domenica scorsa e la cui perdita e' stata resa nota oggi.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 12:40)
Al Jazeera: accordo per resa di Bagdad
Baghdad 9 aprile 2003 -
Le forze
della coalizione avrebbero raggiunto un accordo con gli iracheni per la resa
di Bagdad. Lo afferma la tv del Qatar, Al Jazeera, citando fonti dei servizi
segreti russi. In cambio della resa, gli angloamericani avrebbero 'permesso'
la fuga di Saddam Hussein. La notizia e' stata data dall'inviato da Mosca
dell'emittente. La tv ha inoltre mostrato immagini di saccheggi in un
quartiere sciita della capitale e dimostrazioni di gioia per l'arrivo degli
americani.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 12:20)
Baghdad, abitanti inneggiano a Bush; In quartiere Nord
BAGHDAD, 9 APR - 'Viva Bush, Viva Bush': con questo grido centinaia di abitanti Hababiyah, un quartiere nord di Baghdad, hanno accolto oggi l'ingresso delle forze Usa. Lo ha constatato un giornalista della France Presse. Alcuni marines, a bordo di sette mezzi da trasporto truppe, salutano la folla festante, mentre alcuni iracheni distruggono un ritratto gigante di Saddam. Intanto gli abitanti di questo quartiere hanno iniziato a saccheggiare i ministeri dell'Interno e dell'Irrigazione.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 12:10)
Baghdad: saccheggi a quartier generale Onu
Baghdad 9 aprile 2003 - Il
quartier generale dell'Onu a Baghdad è stato saccheggiato e non c'è segno di
presenza della polizia irachena. Secondo testimoni oculari per le strade di
Baghdad non sono visibili forze irachene né alcun tipo di autorità. I
saccheggiatori, riferiscono giornalisti sul posto, hanno preso di mira
numerosi negozi; alcuni di essi, accalcati su camion e altri mezzi di
trasporto, girano per le strade festeggiando e celebrando l'arrivo delle forze
anti-Saddam. Vere e proprie scene di gioia, secondo il corrispondente della
Bbc, sono segnalate nei quartieri est e nord est di Baghdad, segno, ha
affermato, "dell'inizio della fine del regime di Saddam Hussein in Iraq".
Saccheggi presso Comitato olimpico di Uday - Saccheggiatori
sono entrati in azione razziando negozi presso il palazzo del Comitato
olimpico, base di Uday, figlio del presidente iracheno Saddam Hussein. Lo
riferiscono testimoni.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 10:30)
A Baghdad la battaglia non si placa
Baghdad 09 Apr - Dopo un notte
"tranquilla", riprendono gli scontri in città. E’ arrivata l’alba,
dopo una notte relativamente tranquilla con la città immersa in un black-out
totale, a riportare la battaglia per le strade della capitale irachena.
Le truppe americane hanno ripreso la loro avanzata verso il cuore di Baghdad
da sud-est, con l'appoggio dei caccia anticarro A-10 e degli elicotteri
Apache, che bombardano e sparano missili su obiettivi come il Ministero della
Pianificazione, basi della Guardia Repubblicana. Gli americani avanzano anche
su Saddam City, sobborgo dove vivono 3 milioni di sciiti, nella parte
nord-orientale di Baghdad. Qui pare che gli americani abbiano trovato una
buona accoglienza ma in altre zone della città è guerriglia urbana.
Sarebbe andato a vuoto il blitz aereo di lunedì pomeriggio
per uccidere Saddam Hussein, esattamente come quello del primo giorno di
guerra. L'intelligence britannico ritiene che il rais non fosse nell'edificio
o sia riuscito ad uscire prima dell'inizio dell'attacco.
Intanto si diffondo voci, riportate dalle agenzie di stampa,
secondo cui carri armati statunitensi alla periferia della capitale starebbero
aprendo il fuoco contro i veicoli che cercano di lasciare la città. Lo hanno
raccontato testimoni oculari, in genere persone che a loro volta avevano
cercato di fuggire ma che sono state costrette a ritornare nella capitale dopo
essersi imbattute in carcasse di vetture distrutte, carbonizzate, talvolta
imbrattate da tracce di sangue dei passeggeri.
Dopo l’uccisione di ieri di tre giornalisti all’Hotel
Palestine, colpito deliberatamente da un tank americano, (episodio liquidato
dal Pentagono come legittima–difesa e sottovalutato dalla stampa Usa) altri 27
tra cronisti e tecnici rischiano seriamente la vita. Sono quelli dello staff
di Abu Dhabi Tv e di Al-Jazira, rimasti intrappolati nei loro uffici, in
un’area sotto il fuoco incrociato di americani e iracheni. Hanno chiesto di
essere evacuati attraverso la Croce Rosa.
Situazione difficile a Bassora, dove i britannici stanno
completando la presa della città, ormai conquistata, mentre si segnalano
ovunque saccheggi e devastazioni che i militari non riescono ad arginare.
Sul fronte nord, dove domenica è stato abbattuto un caccia
F-15 (notizia diffusa solo nelle ultime ore, dispersi i piloti), le forze
americane e quelle curde hanno conquistato una montagna strategica dalla quale
le forze irachene difendevano Mosul, nel nord dell'Iraq. Ora la via sarebbe
aperta verso questa città petrolifera curda.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:30)
Prese le montagne di Maqlub, gli americani e i curdi ad un passo dalla presa di Mossul
Baghdad 9 aprile 2003 - Sembra inarrestabile l'avanzata delle truppe Usa e dei miliziani curdi su Mosul, vero e proprio cuore petrolifero del Paese. Secondo i peshmerga, le milizie impegnate a nord dell'Iraq hanno conquistato le montagne di Maqlub, dalle quali finora le forze irachene avevano difeso la città. "Tutta la zona era stata aspramente difesa dagli iracheni nel corso della campagna: dalla nostra prospettiva, si tratta della conquista più importante nella battaglia sul fronte settentrionale", ha detto ai giornalisti Hoshiyar Zebari, consigliere politico del leader del Partito democratico del Kurdistan, Massoud Barzani. I curdi hanno conquistato il massiccio di Maqlub, che dista 15km a nord-est di Mosul, con il favore della notte e senza riportare perdite. "Siamo rimasti sorpresi dalla mancanza di resistenza", ha continuato il portavoce, secondo il quale "di fatto" adesso la città "è caduta".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:15)
SACCHEGGI E GIOIA A BAGHDAD, MILITARI AVANZANO
BAGHDAD 09 Apr - Saccheggi e scene di gioia
oggi a Baghdad, dove gli americani continuano ad avanzare in una citta' che
sembra abbandonata dalla presenza militare irachena, ma mentre portavoci
militari Usa avvertono che la guerra non e' finita.
Centinaia di abitanti di Baghdad di tutte le eta' stanno acclamando, oggi, i
soldati Usa che avanzano nell'est e nordest della capitale, cantano,
sventolano bandiere, lanciano fiori, raccontano testimoni della Reuters e
della France presse. Molti altri, intanto, saccheggiano tutto cio' che possono
in qualunque luogo possano, dai palazzi di Saddam Hussein ai negozi al
quartier generale dell'Onu ai locali del Comitato olimpico che era la base
operativa del figlio maggiore di Saddam Hussein, Uday. Presi di mira in
particolare gli ex palazzi presidenziali e i loro arredi e i negozi di
articoli sportivi, vicini al Comitato olimpico. Non c'e' nessuno che li
ostacoli, nessuna traccia di polizia irachena, e non si sognano di farlo i
militari americani, cosi' come non lo hanno fatto i britannici a Bassora.
Spari sporadici si sentono solo nella zona attorno all'Hotel Palestine (est),
verosimilmente da parte di paramilitari iracheni, secondo testimoni, ma i
soldati Usa non hanno risposto al fuoco. Ieri, un tank americano ha sparato
contro l'albergo dove lavora la stampa internazionale, uccidendo due
giornalisti e ferendone tre.
TRUPPE USA NEL SUD DI BAGHDAD - Violenti combattimenti sono scoppiati
stamani nella parte sud di Baghdad, secondo quanto riferito da un
giornalista della France Presse, che poteva udire il suono di intensi e
ripetuti tiri di armi automatiche e dell'artiglieria.
I combattimenti sono cominciati intorno alle 07.00 locali (le 05.00 in
Italia), e tiri ed esplosioni si sono uditi a intermittenza. Secondo testimoni
della Reuters, sporadiche sparatorie e fuoco di carri armati, risuonavano in
mattinata anche nel centro di Baghdad, dopo una delle notti piu' calme
dall'inizio della guerra. Poco dopo le 08.00 locali si sono uditi anche aereo
sorvolare la capitale irachena. Gli iracheni hanno tirato con un lanciarazzi
una granata attraverso il Tigri in direzione dei carri armati sulla riva ovest
della citta'. Il tiro e' apparso provenire da una zona vicina all'hotel
Palestine, dove risiedono i corrispondenti stranieri. Colpito ieri dagli
americani, vi sono morti due cameramen: uno della Reuters e uno della tv
spagnola Telecinco.
Truppe americane sono penetrate questa mattina nei quartieri nord
occidentali di Baghdad. Lo ha constatato un giornalista giunto oggi da
Amman. ''Siamo arrivati attraverso la periferia nord ovest e abbiamo visto una
decina di mezzi di trasporto truppe e altri veicoli militari americani'' ha
raccontato Frederic Lacroix, dell'agenzia francese Capa. ''La situazione e'
molto calma'' ha aggiutno. Secondo un testimone iracheno le truppe americane
si trovano nel quartieri di Ach Shaab situato a tre km dal centro citta'.
Migliaia di soldati americani, intanto, avanzano senza incontrare una forte
resistenza organizzata a Saddam City, un vasto sobborgo nordorientale
di Baghdad, mentre la capitale ha passato una delle notti piu' calme
dall'inizio della guerra. ACCORDO PER RESA BAGHDAD, FONTI RUSSE DI AL
JAZIRA
AMMAN - La televisione del Qatar Al Jazira ha detto oggi che secondo sue fonti
dei servizi segreti russi, la coalizione guidata dagli Usa avrebbe raggiunto
un accordo con gli iracheni per la resa di Baghdad. In cambio, le forze
anglo-americane avrebbero lasciato ''scappare'' il presidente Saddam Hussein.
La notizia e' stata data dall'inviato da Mosca, Akram Khuzam.
INVIATI UCCISI IN HOTEL BAGHDAD: E' POLEMICA, PENTAGONO SI DIFENDE
AMMAN - Nuove vittime tra i giornalisti in questa guerra d' Iraq che in venti
giorni ha gia' fatto 12 morti e 4 feriti tra la stampa internazionale.
Un inviato di al Jazira, Tareq Ayoub, e' rimasto ucciso all' alba in un
bombardamento aereo che ha colpito l'ufficio della televisione del Qatar e un
altro giornalista della stessa emittente e' rimasto ferito.
Nel bombardamento dell'hotel Palestine a Baghdad (dove alloggia gran parte
della stampa internazionale) e' stato ucciso un cameraman ucraino della
Reuters, Taras Protsyuk, di 35 anni e un cameramen spagnolo di
Telecinco, Jose' Couso. Altri due giornalisti della Reuters sono rimasti
feriti. Sono Samia Nakhoul, libanese e capo dell'ufficio dell'agenzia
per il Golfo, e il fotografo iracheno Faleh Kheiber. Vengono curati in
ospedale per ferite al volto e alla testa e contusioni e i medici hanno detto
che le loro ferite non sono gravi. E' stato ferito anche un tecnico televisivo
della Reuters, Paul Pasquale, britannico. Ha ferite alle gambe ma i
medici hanno detto che non e' in pericolo.
Il proiettile ha colpito i balconi al 14/0 e 15/o piano. L'ufficio della
Reuters e' andato praticamente distrutto.
Il ministro dell' Informazione iracheno, Mohammad Saed al-Sahaf, ha accusato
gli americani di ''atti isterici'' . Un portavoce del Pentagono ha confermato
che il carro armato ha sparato, ma solo in risposta a colpi d'arma da fuoco di
un cecchino, che testimoni oculari negano vi fosse.
L'incidente e' avvenuto quando due carri armati americani hanno preso
posizione questa mattina su un ponte al centro di Baghdad, sparando per la
prima volta contro la parte orientale della capitale irachena, mentre
l'aeronautica interveniva nei violenti combattimenti intorno al principale dei
complessi presidenziali di Saddam Hussein.
Ieri sono rimasti uccisi da un obice iracheno l'inviato speciale del
settimanale tedesco Focus, Christian Liebig, al seguito della Terza
divisione di fanteria americana, e il collega del quotidiano spagnolo El
Mundo, Julio Anguita Parrado.
Buone notizie almeno per due giornalisti polacchi della televisione
privata TVN24, arrestati ieri da militari iracheni nel sud dell'Iraq,
nei pressi di Najaf, che sono riusciti a scappare.
IRAQ: USA; PENTAGONO, SONO 96 I SOLDATI AMERICANI UCCISI
WASHINGTON - Sono in totale 96 i militari americani uccisi, e 155 i feriti,
dall'inizio della guerra in Iraq il 20 marzo scorso, secondo un bilancio
aggiornato fornito dal Pentagono. Di essi, 81 sono stati uccisi in
combattimento o da 'fuoco amico', gli altri 15 in diversi incidenti. I
prigionieri di guerra, secondo il Pentagono, sono sette, mentre i dispersi
sono 10, inclusi i due piloti del caccia F-15E caduto nel nord dell'Iraq
domenica scorsa e la cui perdita e' stata resa nota oggi.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:00)
Al Jazeera pronta a lasciare Baghdad: chiediamo assistenza al comando USA
Baghdad 9 aprile 2003 - Dopo la tragica giornata di ieri, i tre
giornalisti morti, la propria sede nella capitale irachena bombardata, l'hotel
Palestine centrato da un colpo di carro armato, i responsabili della
televisione qatara hanno accusato gli Usa di voler colpire premeditamente i
giornalisti. Ora rivolgono "un appello alle truppe anglo-americane perché
localizzino i nostri reporter e forniscano loro assistenza a venire via",
secondo quanto dichiarato dal direttore Hibrahim Hilal.
"Sono convinto che nessuno di loro sia più al sicuro in Iraq, né a Baghdad né
nel resto del Paese, ivi compresi quelli che sono al seguito delle truppe
statunitensi". Hilal ha aggiunto che il reporter di al-Jazira al seguito
dell'esercito a Nassiyria è già stato richiamato.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:10)
VIOLENTI COMBATTIMENTI NEL SUD DI BAGHDAD
BAGHDAD 09 Apr -
Violenti combattimenti sono
scoppiati stamani nella parte sud di Baghdad, secondo quanto riferito da un
giornalista della France Presse, che poteva udire il suono di intensi e
ripetuti tiri di armi automatiche e dell'artiglieria. I combattimenti sono
cominciati intorno alle 07.00 locali (le 05.00 in Italia), e tiri ed
esplosioni si sono uditi a intermittenza. Secondo testimoni della Reuters,
sporadiche sparatorie e fuoco di carri armati, risuonavano in mattinata anche
nel centro di Baghdad, dopo una delle notti piu' calme dall'inizio della
guerra. Poco dopo le 08.00 locali si sono uditi anche aereo sorvolare la
capitale irachena. Gli iracheni hanno tirato con un lanciarazzi una granata
attraverso il Tigri in direzione dei carri armati sulla riva ovest della
citta'. Il tiro e' apparso provenire da una zona vicina all'hotel Palestine,
dove risiedono i corrispondenti stranieri. Colpito ieri dagli americani, vi
sono morti due cameramen: uno della Reuters e uno della tv spagnola Telecinco.
INVIATI UCCISI IN HOTEL BAGHDAD: E' POLEMICA, PENTAGONO SI DIFENDE -
AMMAN - Nuove vittime tra i giornalisti in questa guerra d' Iraq che in venti
giorni ha gia' fatto 12 morti e 4 feriti tra la stampa internazionale. Un
inviato di al Jazira, Tareq Ayoub, e' rimasto ucciso all' alba in un
bombardamento aereo che ha colpito l'ufficio della televisione del Qatar e un
altro giornalista della stessa emittente e' rimasto ferito.
Nel bombardamento dell'hotel Palestine a Baghdad (dove alloggia gran parte
della stampa internazionale) e' stato ucciso un cameraman ucraino della
Reuters, Taras Protsyuk, di 35 anni e un cameramen spagnolo di
Telecinco, Jose' Couso. Altri due giornalisti della Reuters sono rimasti
feriti. Sono Samia Nakhoul, libanese e capo dell'ufficio dell'agenzia
per il Golfo, e il fotografo iracheno Faleh Kheiber. Vengono curati in
ospedale per ferite al volto e alla testa e contusioni e i medici hanno detto
che le loro ferite non sono gravi. E' stato ferito anche un tecnico televisivo
della Reuters, Paul Pasquale, britannico. Ha ferite alle gambe ma i
medici hanno detto che non e' in pericolo. Il proiettile ha colpito i balconi
al 14/0 e 15/o piano. L'ufficio della Reuters e' andato praticamente
distrutto.
Il ministro dell' Informazione iracheno, Mohammad Saed al-Sahaf, ha accusato
gli americani di ''atti isterici'' . Un portavoce del Pentagono ha confermato
che il carro armato ha sparato, ma solo in risposta a colpi d'arma da fuoco di
un cecchino, che testimoni oculari negano vi fosse.
L'incidente e' avvenuto quando due carri armati americani hanno preso
posizione questa mattina su un ponte al centro di Baghdad, sparando per la
prima volta contro la parte orientale della capitale irachena, mentre
l'aeronautica interveniva nei violenti combattimenti intorno al principale dei
complessi presidenziali di Saddam Hussein.
Ieri sono rimasti uccisi da un obice iracheno l'inviato speciale del
settimanale tedesco Focus, Christian Liebig, al seguito della Terza
divisione di fanteria americana, e il collega del quotidiano spagnolo El
Mundo, Julio Anguita Parrado.
Buone notizie almeno per due giornalisti polacchi della televisione
privata TVN24, arrestati ieri da militari iracheni nel sud dell'Iraq,
nei pressi di Najaf, che sono riusciti a scappare.
GIORNALISTI: CENTCOM, RISPOSTA A FUOCO NEMICO - In entrambi gli episodi
che hanno provocato vittime a Baghdad tra i giornalisti internazionali
presenti nella capitale, le forze americane hanno agito ''secondo il loro
diritto all'autodifesa'', rispondendo al fuoco nemico. Lo afferma il Comando
centrale in Qatar (Centcom), in una prima conclusione delle indagini sulla
morte del giornalista di Al Jazira e sulla vicenda dell'hotel Palestine. Sulla
morte dei giornalisti all'Hotel Palestine, la portavoce del Pentagono Victoria
Clarke ha sottolineato che le forze americane ''hanno sempre avuto la massima
cura nell'evitare vittime civili''. ''Abbiamo comunque sempre sostenuto - ha
aggiunto - che Baghdad non era un posto sicuro per i media o per altre
persone''.
AL JAZIRA: UCCISIONE GIORNALISTI CRIMINE DI GUERRA - L'uccisione dei
giornalisti, ''del nostro collega, di quello della Reuter, dello spagnolo, e'
un atto selvaggio e criminale, e' un crimine di guerra perpetrato
delibeatamente''. E' il commento del capo della redazione cairota di Al Jazira,
Hussein Abdel Ghani, interpellato sulla morte dell'inviato della tv qatariota
a Baghdad, Tareq Ayub. ''Americani e britannici - dice all'Ansa - sanno bene
che quello dell'albergo Palestine e' un palazzo riservato ai giornalisti e per
questo non puo' essw;e stato un caso. D'altronde sia con Al Jazira, sia con i
giornalisti in generale, gli americani avevano gia' manifestato disappunto per
le immagini dei soldati americani uccici e di quelli presi prigionieri dagli
iracheni. Non ce l'hanno perdonato''. ''E' diverso dalla prima guerra nel
Golfo - aggiunge Ghani - dove la Cnn era stata l'unica a diffondere le
immagini. Prima in Afghanistan, adesso in Iraq, c'eravamo noi, c'erano gli
altri, tanti giornalisti della carta stampata, europei e non, che hanno
raccontato come l'Afghanistan non sia stata una guerra vinta. Insomma io credo
che l'America, insieme a Israele, saranno i grandi sconfitti di questa guerra,
perche' sanno bene che prima di vincere sul terreno e' la guerra dei media che
bisogna vincere. E qui non ci stanno riuscendo. Avranno per anni l'odio del
mondo arabo e non solo di quello, per questi crimini di guerra, peggiori degli
atti delle guerre coloniali di Francia e Inghilterra''.
USA; PENTAGONO, SONO 96 I SOLDATI AMERICANI UCCISI -
WASHINGTON - Sono in totale 96 i militari americani uccisi, e 155 i feriti,
dall'inizio della guerra in Iraq il 20 marzo scorso, secondo un bilancio
aggiornato fornito dal Pentagono. Di essi, 81 sono stati uccisi in
combattimento o da 'fuoco amico', gli altri 15 in diversi incidenti. I
prigionieri di guerra, secondo il Pentagono, sono sette, mentre i dispersi
sono 10, inclusi i due piloti del caccia F-15E caduto nel nord dell'Iraq
domenica scorsa e la cui perdita e' stata resa nota oggi.
LA BATTAGLIA DI BAGHDAD - Numerosi carri armati americani hanno preso
d'assalto, ieri, obiettivi a nord del complesso dei palazzi presidenziali di
Baghdad, ingaggiando una furiosa battaglia. L'attacco e' stato lanciato poco
dopo un'incursione aerea che ha distrutto un palazzo in una zona residenziale
della capitale dove l' 'intelligence' statunitense aveva ricevuto attendibili
segnalazioni sulla presenza di Saddam Hussein e dei suoi due figli, Uday e
Qusay, per una riunione di alti responsabili del regime. Forti esplosioni sono
state avvertite poi nel palazzo sede del ministero dell'informazione, con
colpi tra artiglieria irachena e blindati. Lo sfondamento nella parte ovest
della citta' e' stato aperto dall'avanzamento di due carri armati americani
Abrams, che hanno attraversato il Ponte della Repubblica sul Tigri, dopo aver
lasciato il principale complesso presidenziale nella capitale. In breve e'
seguita un'ondata di decine di tank. In contemporanea, marines americani hanno
preso facilmente il controllo dell'aeroporto militare di Rashid, alla
periferia sud-est di Baghdad, trovandolo abbandonato. Elicotteri Apache e
aerei hanno attaccato una base della Guardia repubblicana al centro della
capitale.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:00)
Baghdad, ancora in zona di fuoco i giornalisti di Abu Dhabi
Baghdad 9 aprile 2003 -
Secondo Bbc on line i ventisette giornalisti della televisione di Abu Dhabi
hanno trascorso una notte "sotto assedio" e sperano ancora di essere portati
al più presto in un'area più sicura di Baghdad.
Ieri i giornalisti arabi sono stati presi in mezzo al fuoco incrociato delle
forze statunitensi e irachene e hanno chiesto alla Croce Rossa di intervenirli
per salvarli. "Le nostre vite sono in grave pericolo a causa dell'intenso
bombardamento nella zona in cui siamo intrappolati", aveva dichiarato ieri
Shake Hamid, inviato di Abu Dhabi tv, in un drammatico collegamento telefonico
trasmesso in diretta dalla sua emittente.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 07:50)
Baghdad, i marines a Saddam City. Amnesty: inchiesta internazionale sull'attacco al Palestine
Baghdad 9 aprile 2003 - Dopo la notte più tranquilla dall'inizio della guerra, nella capitale irachena sono ripresi violenti combattimenti a partire dalle 7.00 locali (le 5.00 in Italia): sporadiche sparatorie e fuoco di carri armati, risuonavano in mattinata anche in centro e dopo le 08.00 locali si sono uditi anche aerei americani in volo, mentre i marines avanzano a Saddam City, sobborgo della capitale. Gli iracheni hanno tirato con un lanciarazzi una granata attraverso il Tigri in direzione dei carri armati sulla riva ovest della città, da una zona vicina all'hotel Palestine, colpito ieri dagli americani causando la morte di due cameramen, uno della Reuters e uno della tv spagnola Telecinco. Un episodio che ha scatenato forti polemiche e tensione fra la stampa internazionale ed il Pentagono.
Hotel Palestine, chiesta commissione
indipendente
Amnesty International reclama un'inchiesta indipendente sull'incidente che ha
portato alla morte dei giornalisti ieri a Baghdad: "A meno che gli Stati Uniti
non dimostrino che l'hotel Palestine era stato utilizzato per finalità
militari, esso costituiva un obiettivo civile che, in quanto protetto dal
diritto internazionale umanitario, non avrebbe dovuto essere attaccato".
Saddam City
Migliaia di marines Usa sono entrati a Saddam City, un vastissimo sobborgo
popolare a nord-est di Baghdad: molto lentamente, un isolato dopo l'altro, ma
senza incontrare resistenza. Anzi, fonti giornalistiche al seguito hanno
riferito che la accoglienza da parte della popolazione e' stata calorosa. A
Saddam City vivono tra i 2 e i 3 milioni di persone, in larghissima parte
appartenenti alla maggioranza etnica degli sciiti, da sempre emarginati e
bistrattati dall'elite di confessione sunnita, da cui provengono quasi
interamente i vertici del regime di Saddam Hussein.
Senza conferma -
Saddam ancora vivo - E' incerta la sorte di Saddam Hussein, ma secondo i servizi segreti britannici il 'rais" potrebbe esser scampato al bombardamento mirato di lunedi' pomeriggio: secondo l'Mi6, i servizi segreti per l'estero, Saddam avrebbe fatto in tempo a lasciare l'edificio appena un attimo prima che un bombardiere B-1 sganciasse i quattro micidiali ordigni su un edificio nel quartiere di al-Mansur.
Dispersi - Due piloti americani sono dispersi da domenica scorsa in seguito all'abbattimento del loro caccia-bombardiere F-15E Strike Eagle in Iraq, del 40esimo Stormo da combattimento di stanza presso la base aerea 'Seymour Johnson', in North Carolina.
Bush: riporteremo a casa i prigionieri - Appena rientrato a Washington da Belfast, dopo il vertice con il premier britannico Tony Blair, George W. Bush ha assunto l'impegno a far si' che tutti i prigionieri di guerra americani tornino sani e salvi in patria.
Annan rinuncia al tour europeo - Alla vigilia della partenza, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha annullato il viaggio che avrebbe dovuto portarlo a Londra, Parigi, Berlino e poi, sabato, a San Pietroburgo per un colloquio con il presidente russo, Vladimir Putin. Annan sarà invece ad Atene il 17 aprile, per partecipare al vertice dell'Unione Europea.
I Paesi arabi: si riapra il confronto in sede ONU - I Paesi arabi membri delle Nazioni Unite hanno formalmente chiesto una riunione straordinaria dell'Assemblea Generale dell'Onu, dedicata specificamente alla guerra in Iraq.
Mosca e Putin - Cina e Russia sono tornati a criticare la guerra in Iraq; in occasione di un conversazione telefonica nella tarda serata di ieri, i ministri degli Esteri dei due Paesi, Li Zhaoxing e Igor Ivanov, Cina e Russia hanno concordato sul fatto che "la guerra in Iraq ha creato molti e gravi problemi".
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 07:10)
Palestine, il governo chiede garanzie per i giornalisti e riferisce alla Camera. L'opposizione: fatto inaccettabile
Roma 8 aprile 2003 - "Il
governo si è già attivato in via diplomatica, è già intervenuto per chiedere
assicurazioni precise circa la sicurezza dei giornalisti non solo italiani a
Bagdad". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo a
Brescia alla presentazione della candidata della Casa delle Libertà, Viviana
Beccalossi alla carica di sindaco nelle prossime elezioni amministrative del
25 maggio, chiarisce così la posizione dell'esecutivo sui sanguinosi eventi
dell'Hotel Palestine, dove sono morti due giornalisti.
Alla Camera, intanto, il ministro per i rapporti con il Parlamento Giovanardi riconosce
che il colpo che ha centrato l'Hotel Palestine di Baghdad, "sembra ormai
accertato" che sia stato sparato "da un carro armato americano". Ma
l'opposizione accusa: atto gravissimo, "25 giornalisti e tecnici hanno chiesto
l'intervento della Croce Rossa - ha denunciato Valdo Spini (Ds) - dobbiamo
dire che non esiste nessuna giustificazione per quanto avvenuto. Ci troviamo
di fronte a qualcosa di inaccettabile".
Ma se non fosse grazie a questi giornalisti presenti a Baghdad- replica Marco
Zacchera (Alleanza Nazionale) - la relatà sarebbe stata quella descritta dal
ministro dell'Informazione irachena... Gli iracheni nei giorni scorsi avevano
annunciato che avrebbero mischiato civili a militari: evitiamo ora di trarre
conclusioni di parte, auguriamoci che la guerra finisca al più presto, sapendo
che purtroppo queste cose in guerra possono avvenire".
"Il governo si è attivato perché, pur nelle difficoltà - aveva detto poco
prima ancora Giovanardi - venga salvaguardata l'incolumità dei giornalisti e
per quanto riguarda la specifica situazione al Palestine, affinché i governi
americano ed inglese prendano le misure necessarie per garantire la sicurezza
dei giornalisti".
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 18:30)
Uccisi 12 giornalisti in 20 giorni di guerra
Baghdad 8 aprile 2003 - Sono
12 i giornalisti che hanno perso la vita per raccontare il conflitto in Iraq.
Questa la cronologia di incidenti, aggressioni e attentati di cui sono rimasti
vittima e che comprende anche i dispersi.
8 Aprile - Due cameraman vengono uccisi dal fuoco di un carro armato
americano contro l'hotel Palestine di Baghdad. Si tratta dell'ucraino Taras
Protsyuk, 35 anni, in servizio alla Reuters; e dello spagnolo Jose Couso, 37
anni, della tv Telecinco. Altri tre inviati della Reuters restano feriti.
- Tareq Ayub, 34 anni, corrispondente di Al Jazira, muore nel bombardamento
degli uffici dell'emittente panaraba nella capitale irachena.
7 Aprile - Christian Liebig, 35 anni, inviato del settimanale tedesco
Focus, e Julio Anguita Parrado, 32 anni, del quotidiano spagnolo El Mundo,
restano uccisi in un attacco missilistico contro la posizione statunitense
alla quale erano aggregati.
6 Aprile - Il giornalista del network televisivo statunitense NBC,
David Bloom, 39 anni, muore, apparentemente per cause naturali, a Baghdad.
- Kamaran Abdurazaq Muhamed, 25 anni, interprete curdo al seguito di una
troupe della Bbc muore per 'fuoco amico' nel bombardamento di un convoglio di
peshmerga e truppe speciali Usa.
4 Aprile - L'editorialista del Washington Post, Michael Kelly, muore
quando il veicolo a bordo del quale viaggia al seguito delle truppe Usa
finisce in un canale durante il tentativo di sfuggire al fuoco iracheno
nell'aeroporto di Baghdad.
2 Aprile - Kaveh Golestan, 52 anni, fotografo iraniano pluripremiato,
dipendente della Bbc, finisce con la sua auto su una mina a Kifri, nel
Kurdistan iracheno, e muore dilaniato.
30 Marzo - Gaby Rado, 48 anni, inviato della tv britannica ITV, cade
dal tetto dell'hotel Abu Sanaa a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno, in
circostanze non chiarite.
22 Marzo - Il cameraman australiano Paul Moran, 39 anni, alle
dipendenze della Bbc, viene ucciso in un attentato suicida a Khurmal, nel
Kurdistan iracheno.
Il corrispondente della ITN, Terry Lloyd, 50, muore vicino Bassora, sotto i
colpi del 'fuoco amico' britannico. Un cameraman della stessa emittente rimane
ferito.
Mancano ancora all'appello un altro cameraman, il francese Fred Nerac, 43
anni, e l'interprete libanese Hussein Osman.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 18:20)
Inviati di Al Jazeera e Abu Dhabi intrappolati: "Salvateci"
Baghdad 8 aprile 2003 -
Venticinque giornalisti delle televisioni arabe al Jazeera e Abu Dhabi sono
rimasti intrappolati in mezzo a uno scontro tra forze statunitensi e irachene,
e hanno chiesto che la Croce Rossa intervenga per salvarli.
"Le nostre vite sono in grave pericolo a causa dell'intenso bombardamento
nella zona in cui siamo intrappolati", ha dichiarato Shake Hamid, inviato di
Abu Dhabi tv, in un drammatico collegamento telefonico trasmesso in diretta
dalla sua emittente.
"Chiediamo alla Mezzaluna Rossa che chiami la Croce Rossa così che intervenga
con urgenza per salvarci", ha aggiunto, "ci sono intensi bombardamenti con
missili e scambi di artiglieria nella zona".
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 16:00)
Hotel Palestine, morto anche cameraman spagnolo. Al Jazeera: non è un caso. Centcom: colpa del regime iracheno
Baghdad 8 aprile 2003 -
Jose
Couso, 37 anni, cameraman della televisione spagnola Telecinco, è morto a
seguito delle ferite riportate nell'attacco di questa mattina all'Hotel
Palestine di Baghdad. La notizia della sua morte è stata data dall'emittente
spagnola. Il cameraman era rimasto ferito nel bombardamento dell'Hotel
Palestine di Baghdad per i colpi esplosi da un carro armato americano.
La cannonata, che ha devastato le camere di tre piani dell'edificio, ha ucciso
anche un operatore dell'agenzia Reuters, l'ucraino Taras Protsyuk, 35 anni.
al Jazeera accusa: non è un caso, attacco premeditato -
Immediate le ripercussioni politiche dell'incidente. Madrid ha chiederà a
Washington di dare spiegazioni per la morte del cameraman spagnolo. Per al
Jazeera, che in un altro episodio di guerra ha perso un suo giornalista,
l'uccisione dei giornalisti, "del nostro collega, di quello della Reuter,
dello spagnolo, è un atto selvaggio e criminale, è un crimine di guerra
perpetrato delibeatamente", come commenta il capo della redazione cairota
della tv satellitare, Hussein Abdel Ghani,
"Americani e britannici - accusa - sanno bene che quello dell'albergo Palestine è un palazzo riservato ai giornalisti e per questo non può essere stato un caso. D'altronde sia con al Jazeera, sia con i giornalisti in generale, gli americani avevano già manifestato disappunto per le immagini dei soldati americani uccici e di quelli presi prigionieri dagli iracheni. Non ce l'hanno perdonato". "E' diverso dalla prima guerra nel Golfo - aggiunge Ghani - dove la Cnn era stata l'unica a diffondere le immagini. Prima in Afghanistan, adesso in Iraq, c'eravamo noi, c'erano gli altri, tanti giornalisti della carta stampata, europei e non, che hanno raccontato come l'Afghanistan non sia stata una guerra vinta.
Centocm: vittime della strategia irachena - Tesi respinte in toto dal comando angloamericano Centcom, che ribatte: nel caso dell'attacco all'ufficio di Baghdad di Al Jazira, "secondo i comandanti sul campo, le forze della coalizione sono finite sotto un significativo fuoco nemico dal palazzo dove i giornalisti di Al Jazira stavano lavorando e, in base al diritto di autodifesa, hanno risposto al fuoco. Tristemente, un reporter di Al Jazira è rimasto ucciso nel conflitto". Nel secondo caso, secondo il Centcom, "comandanti sul campo hanno riferito che le forze della coalizione hanno ricevuto significativo fuoco nemico dall'hotel Palestine di Baghdad e, in base al loro diritto all'autodifesa, le forze della coalizione hanno risposto al fuoco. Tristemente, giornalisti di Reuters e di Tele 5 sono rimasti uccisi".
"Sfortunatamente - afferma il Centcom - entrambi questi edifici venivano usati da giornalisti che stanno seguendo la guerra. Questi tragici incidenti appaiono come l'ultimo esempio della strategia continuata da parte del regime iracheno di usare strutture civili per scopi militari del regime. La coalizione si rattrista per la perdita di vite innocenti e continuerà il proprio sforzo per proteggere gli innocenti". Ad oggi, conclude il Centcom, "almeno due giornalisti al seguito delle forze della coalizione sono morti per effetto del fuoco nemico. Questi eventi servono come tragico promemoria di quanto sia pericolosa la vita sul campo di battaglia".
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 15:30)
Usa ammettono: un nostro tank ha sparato contro il Palestine. Morto un inviato, altri 4 feriti
Baghdad 8 aprile 2003 - E' stato un carro armato americano a sparare un colpo contro l'Hotel Palestine di Baghdad, sede della stampa occidentale. Lo ha confermato il generale Buford Blount, comandante della terza divisione di Fanteria Usa. "Il carro era stato fatto oggetto di fuoco dall'albergo, colpi di armi leggere e di RPG (lanciagranate) e ha risposto con un singolo colpo. Il fuoco è subito cessato". Il colpo sparato dal tank ha ucciso un telecineoperatore polacco in servizio per la Reuters e ha ferito altre 4 persone. Tra i feriti anche un cameraman della tv spagnola TeleCinco, Jose Couso. L'inviato è stato portato immediatamente in ospedale e sottoposto ad intervento chirurgico. Ma, appare certo, che gli sarà amputata un gamba.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 13:10)
Pentagono mette in guardia giornalisti: pericoloso restare. Ue chiederà protezione
Baghdad 8 aprile 2003 - Il
Pentagono mette in guardia i giornalisti: restare a Baghdad è pericoloso. Una
fonte anonima del ministero della Difesa americano ha detto che gli inviati
nella capitale irachena sono stati avvertiti "nei termini più energici" dei
pericoli rappresentati dalla scelta di restare durante il conflitto.
"Baghdad è un posto incredibilmente pericoloso - ha detto la fonte -
specialmente per i giornalisti che si mettono tra forze opposte". Tuttavia, ha
aggiunto, le truppe statunitensi "non prenderebbero mai di mira
intenzionalmente gli esponenti dei media".
Il funzionario del Pentagono ha precisato che il Palestine, l'albergo dei
giornalisti colpito oggi da una cannonata partita da un carro armato Usa, non
era certo "un bersaglio". Ma, ha puntualizzato, un'area civile diventa "un
legittimo obiettivo militare" in presenza di combattenti iracheni. "Sin
dall'inizio abbiamo detto molto chiaramente che Baghdad sarebbe stata molto
pericolosa", ha sottolineato il capitano Frank Thorp, in servizio al quartier
generale del Comando centrale statunitense in Qatar. "E' zona di guerra", ha
fatto presente.
Ue chiederà protezione per i giornalisti - L'Unione europea
chiederà alle parti in conflitto in Iraq che sia garantita la sicurezza dei
giornalisti, europei e non, che lavorano in questo momento in Iraq.
Lo ha annunciato il portavoce del governo greco Christos Protopappas,
esprimendo "grande tristezza" per i feriti tra i giornalisti all'hotel
Palestine, e affermando che un passo in questo senso verrà compiuto dal
ministro degli esteri greco e presidente del Consiglio Ue Ghiorgos Papandreou
e dal responsabile della politica estera Ue Javier Solana.
"Ancora una volta la guerra ha presentato il suo volto più orribile, e dopo le
perdite tra i civili, abbiamo anche perdite nel mondo dell'informazione", ha
detto il portavoce, esprimendo "grande tristezza per quello che è successo".
Protopappas ha detto che il governo greco è pronto ad assumere iniziative per
garantire la protezione dei giornalisti e, se gli inviati lo chideranno, per
organizzare la loro evacuazione.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 13:00)
Comandante Usa: un nostro tank ha sparato verso l'hotel Palestine
Baghdad 8 aprile 2003 - Il comandante della 3/a divisione di fanteria americana ha detto oggi che un carro armato Usa ha sparato un unico proiettile verso l'albergo Palestine di Baghdad dove si trova la maggior parte della stampa internazionale.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 12:00)
Fonti del Pentagono: hotel Palestine usato dai cecchini
Baghdad 8 aprile 2003 - L'hotel Palestine è utilizzato come copertura
dai cecchini iracheni. Lo ha detto una fonte anonima del Pentagono che sembra
così giustificare gli attacchi aerei contro le vicinanze dell'albergo in cui
sono alloggiati i giornalisti stranieri.
"Abbiamo avuto segnalazioni riguardo cecchini che sparano nei pressi e
dall'interno dell'hotel Palestine - ha detto la fonte - e per noi si tratta
della prova che il regime in agonia non si ferma davanti a nulla pur di
restare al potere".
Però "L'hotel non potrebbe mai essere un bersaglio, noi prendiamo di mira solo
le forze armate e se si piazzano in aree civili, diventano un bersaglio
militare legittimo".
Il funzionario del Pentagono ha ribadito che i giornalisti sono stati più
volte avvertiti del pericolo che corrono restando a Baghdad, ma ha
sottolineato che le forze americane "non colpirebbero mai intenzionalmente i
rappresentanti dei media".
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 11:30)
Baghdad stretta d'assedio: Apache in azione, carri armati attraversano il Tigri
Baghdad 8 aprile 2003 -
Le
truppe Usa hanno occupato tutta la riva sinistra del fiume Tigri, dove si
trovano i palazzi e gli edifici della burocrazia irachena e si muovono verso
l'abitato. La battaglia ha visto la resistenza irachena allontanarsi sempre di
più. Si combatte anche ad est e a nord, in modo che le altre due colonne che
stanno intorno a Baghdad possano stringere definitivamente la città e
prenderla. Elicotteri Apache e aerei americani hanno colpito una base della
Guardia repubblicana nella parte est di Baghdad e ci sono stati violenti
combattimenti tra mezzi di artiglieria e blindati americani e le forze
irachene all' interno del complesso del Palazzo della Repubblica, a Baghdad.
All'alba, si è diffusa la notizia di un bombardamento su un palazzo, in una
zona residenziale della città dove, secondo i servizi segreti statunitensi,
si trovavano Saddam Hussein e i suoi due figli per una riunione. Fonti
americane non escludono che nel bombardamento possa essere rimasto coinvolto
lo stesso Rais.
Apache e caccia in azione a sud-est - Con un attacco
combinato, elicotteri Apache e caccia Usa hanno bombardato una caserma della
Guardia Repubblicana a Baghdad. I velivoli statunitensi hanno colpito il
complesso, a sud-est del centro cittadino, utilizzato dalle truppe d'elite
della Guardia Repubblicana. Il complesso colpito sorge tra il centro e la base
d'atterraggio militare Rashid, nella parte sud-orientale della città, sulla
strada Kut.
Tanks varcano ponte sul Tigri verso est
- Un carro armato americano ha varcato oggi un ponte sul Tigri nel
centro di Baghdad, raggiungendo la parte est della capitale. Lo ha detto il
giornalista della Reuters Khaled Yacoub Oweis. E' la prima volta che forze
Usa varcano il Tigri nel cuore della capitale.
Giornalisti dell'Afp hanno d'altro canto riferito che tanks americani
posizionati sulla riva ovest del Tigri hanno sparato contro edifici della riva
est e che i proiettili hanno colpito un immobile che ospita un centro di
telecomunicazioni già colpito nei giorni scorsi ripetutamente da
bombardamenti.
Attaccati obiettivi a nord della città - Numerosi carri armati americani hanno preso d'assalto all' alba alcuni obiettivi a nord del complesso dei palazzi presidenziali di Baghdad, ingaggiando una furiosa battaglia. I carri armati americani hanno sparato colpi di artiglieria contro un palazzo presidenziale nella zona nord della capitale prima di prenderne possesso.
Carri armati verso il distretto dei
ministeri - Tanks americani stanno avanzando verso il ministero
dell'Informazione dopo che la zona centrale di Baghdad, questa mattina, è
stata bersaglio di massicci bombardamenti aerei.
Gli altri frontiSul fronte settentrionale i combattenti
Peshmerga curdi, alleati delle forze statunitensi, proseguono nella loro
avanzata verso Mosul, la terza città dell'Iraq, conquistando la cittadina di
Faida, lungo la direttrice della loro offensiva. Sul fronte centrale della
guerra, le truppe statunitensi hanno conquistano Karbala, 80km a sudovest di
Baghdad, dopo una durissima battaglia casa per casa. Infine sul fronte
meridionale, le forze britanniche controllano gran parte di Bassora e sono
arrivate nel centro cittadino senza incontrare grande resistenza; i militari
hanno dovuto però fermare il saccheggio nella città.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 11:20)
Colpito Hotel Palestine, feriti 5 giornalisti. Gruber: morto un cameraman della Reuters
Baghdad 8 aprile 2003 - E'
stato colpito il 15esimo piano dell'Hotel Palestine, da dove trasmettono i
giornalisti stranieri inviati a Baghdad.
Tre giornalisti della Reuters sono rimasti feriti. Colpito anche un
telecineoperatore di Telecinco, Jose Couso. Ancora sconosciuta invece
l'identità del quinto ferito. Secondo l'inviato della Rai, Lilli Gruber, un
cameraman polacco che lavorava per la Reuters è rimasto ucciso.
Per quel che riguarda il giornalista spagnolo, Couso si trovava al 14esimo
piano ed era sul terrazzo per riprendere alcune immagini di Baghdad. Secondo
numerose fonti giornalistiche, sarebbe rimasto ferito alla gamba e alla
mandibola.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 10:50)
Baghdad: colpito Hotel Palestine, dove alloggiano i giornalisti
Baghdad 8 aprile 2003 - Cinque persone sono state lievemente ferite nel bombardamento che ha colpito l'Hotel Palestine a Baghdad, che ospita gran parte dei giornalisti stranieri. E' stato colpito il 15 e il 18 piano. Lo ha detto la Bbc, che ha anche mostrati immagini dell'albergo con leggeri danni. Sono tutti illesi i giornalisti Italiani e lievemente feriti i giornalisti di altre nazionalità. L'albergo è stato colpito dagli americani nel tentativo di colpire i cecchini iracheni sul tetto del palazzo, che utilizzavano i giornalisti come scudi umani.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 10:00)
Tv irachena e radio interrompono le trasmissioni
Baghdad 8 aprile 2003 -
La televisione nazionale irachena ha interrotto oggi le trasmissioni mentre le
truppe Usa avanzano nel cuore di Baghdad. Anche Radio Baghdad non trasmette
più. Lo ha riferito un corrispondente della Reuters nella capitale irachena.
In precedenza l'emittente tv mandava in onda solo musica e canti in onore di
Saddam Hussein.
La tv satellitare irachena aveva interrotto i programmi fin da domenica sera e
non emette segnali né visivi né audio.
La terza rete irachena, quella della gioventù diretta dal figlio maggiore del
presidente Saddam Husseim, Uday, è stata muta da fine marzo, dopo un attacco
missilistico contro il ministero dell'informazione a Baghdad.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 08:40)
Baghdad: occupata la riva sinistra del Tigri. Elicotteri Apache in azione
Baghdad 8 aprile 2003 - Le truppe Usa hanno
occupato tutta la riva sinistra del fiume Tigri, dove si trovano i palazzi
e gli edifici della burocrazia irachena e ora si muovono verso l'abitato. La
battaglia ha visto la resistenza irachena allontanarsi sempre di più. Si
combatte anche all'estremo est e a nord-ovest, in modo che le altre due
colonne che stanno intorno a Baghdad possano stringere definitivamente la
città e prenderla. Elicotteri Apache e aerei americani stanno colpendo una
base della Guardia repubblicana nella parte est di Baghdad.
Secondo il corrispondente della Reuters dall'alba le forze americane sono
avanzate di circa tre chilometri penetrando nell'area della capitale sede dei
principali edifici amministrativi e ministeriali.
Ci sono stati violenti combattimenti tra mezzi di artiglieria e blindati
americani e le forze irachene all' interno del complesso del Palazzo della
Repubblica, a Baghdad.
Apache e caccia in azione - Con un attacco combinato,
elicotteri Apache e caccia Usa hanno bombardato una caserma della Guardia
Repubblicana a BaghdadI velivoli statunitensi hanno colpito il complesso, a
sud-est del centro cittadino, utilizzato dalle truppe d'elite della Guardia
Repubblicana.
Osservando la scena dal tetto di un palazzo del centro, il reporter della
Reuters ha riferito che i due Apache, elicotteri da combattimenti mai visti
prima nei cieli di Baghdad, hanno aperto il fuoco con razzi e mitragliatrici
contro la caserma e poco dopo, all'attacco, si è unito il fuoco dei jet
alleati. Il complesso colpito sorge tra il centro e la base d'atterraggio
militare Rashid, nella parte sud-orientale della città, sulla strada Kut.
Tank sono avanzati sul Ponte della Repubblica - Carri armati
americani sono stati visti avanzare su un ponte nel centro di Baghdad
sparando. Gli Abrams, sono avanzati sul Ponte della Repubblica, sul Tigri,
dopo aver lasciato il principale complesso presidenziale nella capitale.
Carri armati verso il distretto dei ministeri - Tank
americani stanno avanzando verso il ministero dell'Informazione dopo che la
zona centrale di Baghdad, questa mattina, è stata bersaglio di massicci
bombardamenti aerei.
Un corrispondente della Reuters sul posto, Hassan Hafidh, ha riferito di aver
visto un certo numero di tank muoversi in direzione di nordest da un'area
intorno al complesso presidenziale sulla riva occidentale del fiume Tigri dove
avevano preso posizione lunedì.
Attaccati obiettivi a nord della città - Numerosi carri armati
americani hanno preso d' assalto all' alba alcuni obiettivi a nord del
complesso dei palazzi presidenziali di Baghdad,
ingaggiando una furiosa battaglia. I carri armati americani hanno sparato
colpi di artiglieria contro un palazzo presidenziale nella zona nord della
capitale prima di prenderne possesso. Lo riferisce l' inviato dell' agenzia
Reuter, Samia Nakhoul, secondo il quale è in corso una pesante offensiva
alleata per espandere le aree sotto il loro controllo nella zona nord della
città.
Cacciabombardieri sorvolano Baghdad - Cacciabombardieri americani
sfrecciano nel cielo di Baghdad in quella che sembra una manovra di protezione
per le truppe di terra che stanno attaccando postazioni irachene.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 08:30)
Baghdad: occupata tutta la riva sinistra del Tigri. Si stringe la morsa sulla città
Baghdad 8 aprile 2003 - Oggi
violenti combattimenti tra mezzi di artiglieria e blindati americani e le
forze irachene all' interno del complesso del Palazzo della Repubblica, a
Baghdad. La battaglia ha visto la resistenza irachena allontanarsi sempre di
più. Le truppe Usa hanno occupato tutta la riva sinistra del fiume Tigri, dove
si trovano i palazzi e gli edifici della burocrazia irachena e ora si muovono
verso l'abitato. Si combatte anche all'estremo est e a nord-ovest, in modo che
le altre due colonne che stanno intorno a Baghdad possano stringere
definitivamente la città e prenderla.
Tank avanzano sul Ponte della Repubblica - Carri armati
americani avanzano su un ponte nel centro di Baghdad e sparano. Gli Abrams,
che avanzano sul Ponte della Repubblica, sul Tigri, dopo aver lasciato il
principale complesso presidenziale nella capitale.
Cacciabombardieri sorvolano Baghdad - Cacciabombardieri
americani sfrecciano nel cielo di Baghdad in quella che sembra una manovra di
protezione per le truppe di terra che stanno attaccando postazioni
irachene. Lo ha mostrato la tv di Abu Dhabi ripresa dalla Cnn, senza dare per
ora altri dettagli.
Carri armati Usa attaccano obiettivi a nord della città - Numerosi
carri armati americani hanno preso d' assalto all' alba alcuni obiettivi a
nord del complesso dei palazzi presidenziali di Baghdad,
ingaggiando una furiosa battaglia. I carri armati americani hanno sparato
colpi di artiglieria contro un palazzo presidenziale nella zona nord della
capitale prima di prenderne possesso. Lo riferisce l' inviato dell' agenzia
Reuter, Samia Nakhoul, seocndo il quale è in corso una pesante offensiva
alleata per espandere le aree sotto il loro controllo nella zona nord della
città. Il corrispondente ha riferito di almeno dieci esplosioni nella stessa
direzione.
Esplosioni vicino Ministero dell'Informazione - Due forti esplosioni
sono state avvertite vicino al Ministero dell' Informazione. Lo riferiscono
testimoni. Le due esplosioni sarebbero state provocate da bombe sganciate da
aerei che sono stati visti sorvolare la zona. Lo riferisce un testimone che ha
visto anche fumo nero levarsi dai dintorni del Ministero dell'
Informazione. Lo scambio di colpi tra artiglieria irachena e blindati
statunitensi si sarebbe intensificato.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 08:20)
BASSORA SOTTO IL CONTROLLO DEI SOLDATI BRITANNICI
BASSORA 08 Apr - Le truppe della coalizione
rafforzano progressivamente il loro controllo sul territorio iracheno,
soprattutto nel sud dove i britannici hanno ormai preso possesso di Bassora. I
soldati Gb stanno allargando la zona sotto il loro diretto controllo, e la
resistenza in citta' sarebbe, a detta dei generali del comando alleato, ''insignificante''.
Persistono tuttavia sacche di violenza difficili da domare: i saccheggi
continuano e la popolazione ha messo sottosopra le sedi del partito Baath, il
simbolo piu' odiato del potere di Saddam.
Bassora non e' quindi da considerare ''totalmente al sicuro''. Le truppe
britanniche stanno ancora in tenuta da combattimento, mentre diversa sembra la
situazione a Umm Qasr, Safwan e Zubayr: i militari hanno qui cominciato da
qualche giorno a levarsi il giubbotto antiproiettile e l'elmo, sostituito da
un semplice berretto militare.
SOLDATI ACCOLTI DALLA POPOLAZIONE - Le forze della coalizione hanno
accesso a tutte le parti di Bassora ed i soldati vengono ''accolti con calore
dalla popolazione locale'', ha detto il ministro della Difesa britannico Geoff
Hoon alla Camera dei Comuni. Le truppe britanniche hanno assunto il pieno
controllo dell' Universita' della seconda citta' del Paese, finora controllata
dagli iracheni, e la stanno pattugliando a piedi.
I britannici affermano di avere in mano la maggior parte della citta' ma che
vi sono ancora sacche di resistenza. Il portavoce britannico presso il Comando
centrale americano in Qatar, Al Lokwood ha detto che sono state mandate truppe
fresche a Bassora per vincere le ultime resistenze. ''Nelle prossime ore'' i
britannici contano di avere la meglio e prendere il completo controllo della
citta'. Lockwood ha confermato che nei combattimenti delle ultime 24 ore hanno
perso la vita tre soldati britannici.
ARMI CHIMICHE: SCOPERTO SITO SOSPETTO NEL SUD - Militari americani
hanno scoperto nel sud dell'Iraq un sito nel quale potrebbero essere nascoste
armi di distruzione di massa. Il maggiore Ross Coffman, un ufficiale delle
pubbliche relazioni della 3.a divisione di fanteria americana, ha precisato
che il sito sospetto si trova nei pressi della citta' di Hindiyah, circa un
centinaio di chilometri a sud di Baghdad. Parlando con i giornalisti
all'aeroporto internazionale di Baghdad, l'ufficiale non ha fornito
particolari sulla scoperta, limitandosi a precisare che il sito non e'
tuttavia ''un luogo dove si puo' trovare del gas ovunque''. Alcuni giornali
del gruppo editoriale americano Knight-Ridder Newspaper hanno riferito che un
gruppo di militari americani sono stati evacuati da un complesso militare
nella regione di Hindiyah dopo che analisi hanno rivelato la presenza nella
zona di gas sarin, altrimenti detto gas nervino per il suo effetto devastante
sul sistema nervoso. Secondo i giornali, l'analisi e' stata fatta da un
laboratorio mobile dopo che una decina di soldati della 101.a divisione
aviotrasportata, che erano a guardia del complesso, sono stati colti da crisi
di vomito e da vertigini, mentre sulla loro pelle comparivano macchie
sospette.
FORTI PROVE DELLA MORTE DI ALI' IL CHIMICO - ''Abbiamo forti prove''
che Ali Hassan al-Majid, detto Ali il Chimico, cugino del dittatore iracheno
Saddam Hussein, sia morto. E' quanto ha dichiarato il ministro della Difesa
britannico Geoff Hoon nel corso di una conferenza stampa. Frattanto pero' il
capitano Al Lockwood, portavoce britannico presso il commando centrale in
Qatar, ha detto di non poter dare conferma che l'uomo, responsabile
dell'attacco con armi chimiche contro la popolazione curda nel 1988, sia
morto. ''Stiamo ancora aspettando la conferma ufficiale'', ha detto alla
televisione satellitare Sky News. ''Abbiamo avuto informazioni molto buone da
fonti attendibili che il suo corpo sarebbe stato ritrovato tra le macerie di
un edificio attaccato due notti fa, ma non ci sono conferme ufficiali ancora'',
ha detto Lockwood. Fonti di intelligence britannica hanno dichiarato di essere
certi al 90% che il cugino di Saddam sia morto. Al gerarca del regime era
stato affibbiato questo nome perche' aveva deciso l'attacco con armi chimiche
contro la popolazione curda nel 1988.
KARBALA SOTTO CONTROLLO, DICE IL PENTAGONO - Le truppe americane hanno
assunto il controllo della citta' di Karbala, nel centro dell'Iraq, in
un'operazione costata la vita ad almeno 400 iracheni in circa 48 ore di
combattimenti, fa sapere un portavoce della 101/esima divisione
aerotrasportata.
COMBATTENTI IRACHENI ESULI A FIANCO DI USA E GB - Una 'legione' di
CIRCA 700 fuoriusciti iracheni che ''combatteranno per la liberta'' da Saddam
Hussein e' da ieri in Iraq, nei pressi di Nassiriya, dove e assiste i marines
nei rapporti con la popolazione. Sono arrivati grazie a un ponte aereo
americano. Entro pochi giorni - fa sapere il Pentagono, un migliaio di esuli,
guidati dallo stesso Chalabi, si installera' in una base del sud del Paese.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:45)
Aspri combattimenti nei palazzi di Saddam
BAGHDAD 08 Apr - Violenti combattimenti sono stati ingaggiati all'alba di martedì fra soldati americani e unità delle Guardia Repubblicana all'interno del complesso del Palazzo Repubblicano - la più importante tra le residenze ufficiali di Saddam Hussein - situato in piena capitale irachena sulla riva destra del Tigri. Lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti in città. Carri armati Usa hanno ripreso a muoversi dentro al perimetro del complesso medesimo, conquistato ieri con un blitz da soldati dela terza divisione fanteria aprendo il fuoco in direzione nord nel bel mezzo di un intenso sbarramento da parte di artiglierie di ogni calibro.
Gli scontri sono iniziati verso le 5 del mattino ora locale, le 3 in Italia, dopo una serie di esplosioni lungo la sponda del fiume seguite da massicce raffiche di mitragliatrice. Stando alle fonti, sullo sfondo di un cielo appena rischiarato dalle prime luci era ben visibile un vasto incendio dalla parte ovest del complesso, che avvolgeva tra fumo e bagliori una serie di edifici, come pure la vegetazione. Di primo mattino, inoltre, lo stesso Palazzo della Repubblica è stato preso di mira da un bombardiere A-10 detto anche 'tank killer', cioè 'uccisore di carri armati'. Tre i passaggi sulla struttura, conquistata ieri dalle truppe americane: a due riprese il velivolo è sfrecciato radente e ha aperto il fuoco, prima sull'ingresso settentrionale e poi sul ministero della Pianificazione, che sorge entro il perimetro del complesso. È quindi tornato indietro per martellare una zona situata proprio dietro la sede del dicastero, forse una strada che conduce verso il ministero per l'Informazione. Concluso ogni passaggio, nel riprendere quota l'A-10 lasciava dietro di sè vampate abbaglianti: emissioni di calore per sviare eventuali missili lanciati dalla contraerea.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:40)
Centcom: Franks, guerra forse più corta del previsto
Washington 8 aprile 2003 -
"Ho avuto un'ottima impressione": il generale Tommy Franks, comandante
dell'operazione "Libertà per l'Iraq", ha concluso ieri una visita alle truppe
americane e britanniche in Iraq, la prima nel teatro del conflitto, lasciando
capire che la guerra potrebbe finire prima di quanto immaginato.
Non lo ha detto in termini espliciti, ma lo ha indicato dopo aver parlato con
i militari della resistenza degli iracheni e dopo aver visto la reazione dei
civili a Najaf.
"Ho capito cose che mi hanno consentito di avere opinioni nuove su quanto
durerà ancora il conflitto. Non intendo dirvi quali sono queste opinioni. Ma
sono molto incoraggianti. Molto incoraggianti", ha detto due volte Franks dopo
aver concluso il viaggio a Najaf, città santa degli musulmani sciiti.
Ai militari della 101/a divisione aviotrasportata, che hanno allestito una
base in una scuola locale, il generale ha detto: "Girando su e giù per queste
strade e vedendo questi iracheni felici, si capisce come ci si puo' sentire
uscendo da un lungo incubo di terrore, stupri e violenza".
"Riconosciamo che la parte più difficile forse sta ancora davanti a noi, non
dietro. Ed e' chiaro: continueremo a fare quello che stiamo facendo non solo
finche' vinceremo la guerra, ma fino a quando non avremo vinto anche la pace",
ha detto Franks.
Sulla situazione a Bassora, dove i soldati britannici stanno allargando la
zona sotto il loro controllo, Franks è stato informato a Zubayr dal generale
Robin Brinks, comandante della divisione britannica.
La resistenza a Bassora sarebbe "insignificante", ma c'è molta violenza in
città: i saccheggi continuano e la popolazione ha messo sottosopra le sedi del
partito Baath, il simbolo piu' odiato del potere di Saddam.
Bassora non è quindi da considerare "totalmente al sicuro". Le truppe
britanniche stanno ancora in tenuta da combattimento, mentre i militari a Umm
Qasr, Safwan e Zubayr hanno cominciato da qualche giorno a levarsi il
giubbotto antiproiettile e l'elmo, quest'ultimo sostituito da un semplice
berretto militare.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:20)
Baghdad: colpita in raid Usa la sede tv Al Jazeera
Baghdad 8 aprile 2003 - Gli uffici di Baghdad della televisione satellitare del Qatar Al Jazeera sono stati colpiti questa mattina dai bombardamenti americani sulla capitale irachena. Secondo le prime informazioni, un cameramen della tv sarebbe stato ferito mentre risulta disperso un corrispondente.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:15)
ATTACCO AL PALAZZO PER UCCIDERE SADDAM
BAGHDAD 08 Apr - Poco prima dell'alba del
ventesimo giorno dagli Stati Uniti viene diffusa la notizia che ieri, lunedi',
e' stato bombardato un palazzo al cui interno potevano esserci Saddam Hussein,
i suoi figli e un numero imprecisato di alti ufficiali. Nessuna informazione
e' stata pero' fornita in merito all' esito dell' operazione. Battaglia a piu'
ondate nella notte e fino al mattino tra le forze irachene e quelle
statunitensi - armati con quattro mezzi blindati - che da ieri occupano un
palazzo presidenziale nella capitale. Si tratterebbe di un attacco americano
nel tentativo di avanzare verso Nord.
BOMBARDATO SADDAM? - E' l' interrogativo che si pone il mondo intero
dopo la notizia diffusa nella notte da Washington di un bombardamento compiuto
ieri a Baghdad su un edificio in un distretto residenziale di Baghdad al cui
interno si sarebbe tenuto un incontro al vertice tra Saddam, i suoi figli ed
alti ufficiali dei servizi segreti iracheni. L'attacco e' scattato subito dopo
che l'intelligence Usa aveva raccolto l' informazione. Come accade in questi
casi, l' operazione e' scattata immediatamente e un bombardiere B-1B si e'
levato in volo sganciando almeno cinque bombe da mille tonnellate, anti-
bunker, sull'edificio segnalato. Il Pentagono ha fatto sapere di non conoscere
ancora, pero', l'esito del bombardamento, avvenuto nella ore diurne di lunedi'
(ora di Baghdad). L'edificio e' stato distrutto ed ''al suo posto c'e' adesso
una grande voragine'' hanno riferito fonti militari.
BATTAGLIA INTORNO A PALAZZO OCCUPATO DA USA - Dopo una notte
stranamente tranquilla, intorno alle cinque ora di Baghdad sono state udite
cinque forti esplosioni provenire da Ovest, probabilmente dal palazzo
presidenziale occupato ieri dalle truppe americane. Alle esplosioni e' seguito
uno scambio di colpi di armi automatiche e successivamente un grande incendio.
Si sarebbe trattato, sembra, di un attacco iracheno. Dopo una cinquantina di
minuti e' tornato il silenzio, ma e' durato poco: all' alba la capitale si e'
svegliata con il rumore di nuove esplosioni. La battaglia e' ripresa,
violentemente, sembra all' interno del complesso del Palazzo della Repubblica.
Secondo altre testimonianze, invece, gli americani, nel tentativo di aprirsi
la strada in direzione Nord della capitale, avrebbero cominciato a sparare
contro un altro palazzo presidenziale. Due esplosioni sarebbero avvenute
vicino al ministero dell' Informazione.
LA BATTAGLIA DI BAGHDAD - Quello a Baghdad, secondo il Comando centrale
in Qatar, e' 'un raid di mezzi blindati' che coinvolge decine di carri armati
M1A1 Abrams e Bradley del Quinto corpo d'armata. Nessuna indicazione viene
invece dal Centcom sulla posizione dei marines, che stanno entrando a Baghdad
da sud-est. Carri armati e veicoli blindati hanno preso posizione al centro
della capitale irachena e sono penetrati in almeno tre dei cosiddetti palazzi
presidenziali. Il colonnello Pete Bayer, responsabile delle operazioni della
terza divisione di fanteria ha affermato che le forze americane hanno ''messo
in sicurezza il principale palazzo presidenziale'' - il Palazzo della
Repubblica -, che si trova nel centro di Baghdad. Sotto controllo Usa anche
altri due palazzi presidenziali: uno sempre al centro della capitale, un terzo
vicino all'aeroporto, che si trova a 20 km dal centro.
COLPITA IN RAID LA SEDE DELLA TV AL JAZEERA - Gli uffici di Baghdad
della televisione satellitare del Qatar Al Jazeera sono stati colpiti questa
mattina dai bombardamenti americani sulla capitale irachena. Secondo le prime
informazioni, un cameramen della tv sarebbe stato ferito mentre risulta
disperso un corrispondente.
QUATTRO AMERICANI UCCISI - Secondo fonti Usa sono morti due soldati
americani e due giornalisti nelle ultime ore nella zona di Baghdad e altri sei
sono rimasti feriti. I due marines sono morti in scontri con gli iracheni
fuori Baghdad, all'altezza del fiume Diyala, quando un proiettile di
artiglieria ha colpito il loro mezzo d'assalto anfibio.
POSTI BLOCCO ATTORNO BAGHDAD, CITTA' ISOLATA - Tutte le arterie che
entrano ed escono da Baghdad sono state chiuse con posti di blocco dagli
americani. Baghdad e' isolata, secondo fonti militari Usa. Ma i posti di
blocco non riguardano i civili, e' stato precisato. ''Voglio chiarire che
stiamo chiudendo con posti di blocco tutte le arterie che escono ed entrano a
Baghdad'', ha detto il portavoce del Comando centrale maggiore Rumi Nielson
Green alla tv americana Fox. ''Vogliamo assicurare i militari iracheni che
essi non possono muoversi liberamente, in nessuna direzione, mentre la
popolazione civile puo' attraversare i checkpoint e condurre la sua vita il
piu' normalmente possibile'', ha precisato. ''Continueremo a esercitare questa
pressione fino a che il regime non crollera''', ha concluso il portavoce
militare americano.
FRANKS: FORSE CONFLITTO PIU' CORTO DEL PREVISTO - ''Ho avuto un'ottima
impressione'': il generale Tommy Franks, comandante dell'operazione 'Liberta'
per l'Iraq', ha concluso una visita alle truppe americane e britanniche in
Iraq, la prima nel teatro del conflitto, lasciando capire che la guerra
potrebbe finire prima di quanto immaginato. Non lo ha detto in termini
espliciti, ma lo ha indicato dopo aver parlato con i militari della resistenza
degli iracheni e dopo aver visto la reazione dei civili a Najaf.
RUMSFLED: A SADDAM RESTA BEN POCO POTERE - Il ministro della difesa
Donald Rumsfeld ha detto che Saddam Hussein non controlla piu' ''molto
dell'Iraq''. Rumsfeld, nel corso del briefing del Pentagono, ha detto che le
truppe della coalizione controllano ormai gran parte del paese con i 125 mila
soldati che sono dislocati in Iraq. ''A Saddam e' rimasto ben poco potere - ha
sottolineato Rumsfeld - il cerchio si sta chiudendo su di lui, le sue opzioni
stanno svanendo una ad una''. Rumsfeld ha detto che sono gia' ben avviati i
piani per restituire agli iracheni con compromessi col regime di Saddam il
controllo di alcuni dei ministeri. La vittoria della guerra, secondo Rumsfeld,
non sara' decisa dal destino personale di Saddam. ''Nel momento in cui non
sara' piu' in grado di gestire il paese - ha osservato il ministro della
difesa - il cambiamento di regime sara' gia' automaticamente avvenuto''.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:15)
Baghdad: bombardato il palazzo dove forse si trovava Saddam
Baghdad 8 aprile 2003 - Gli
Stati Uniti hanno bombardato lunedì un edificio in un distretto residenziale
di Baghdad nel tentativo di uccidere Saddam Hussein, si è appreso oggi a
Washington.
C'è una "forte probabilità" che Saddam sia stato colpito dai bombardamenti di
ieri pomeriggio, riferiscono fonti ufficiali Usa a FoxNews. Oltre al rais, i
raid aerei potrebbero aver centrato anche "almeno uno dei figli".
L'attacco è scattato dopo che all'intelligence Usa era giunta l' informazione
che nella località era in corso una riunione della leadership irachena,
compreso il presidente Saddam Hussein ed i suoi figli, e di alti ufficiali dei
servizi segreti iracheni.
"Si trattava di agire subito o perdere la preziosa occasione", ha confermato
una fonte del Pentagono. L'attacco è stato condotto da un bombardiere B-1B
che ha sganciato almeno cinque bombe da mille tonnellate, anti-bunker,
nell'edificio segnalato dall'intelligence.
Il Pentagono ha fatto sapere di non conoscere ancora l'esito del
bombardamento, avvenuto nella ore diurne di lunedì (tempi di Baghdad).
L'edificio è stato distrutto nell'attacco durante il quale è stata usata una
grande quantità di esplosivo. "Al posto dell'edificio c'e' adesso una grande
voragine", hanno riferito fonti militari.
Un'altra fonte militare ha rivelato che si è ripetuta la situazione del 19
marzo scorso quando gli Usa avevano attaccato una località a Baghdad, poco
dopo la scadenza dell'ultimatum del presidente George Bush al presidente
iracheno, dopo aver ricevuto attendibili informazioni di intelligence circa la
presenza di Saddam e dei suoi figli in un determinato edificio della
capitale.
Ieri una analoga informazione, captata dall'intelligence Usa, era rimbalzata
al Comando Centrale di Doha, in Qatar, dove gli alti ufficiali americani hanno
il potere di ordinare questo tipo di attacchi.
Alla riunione ieri a Baghdad avrebbero partecipato circa due dozzine di leader
iracheni, secondo le informazioni in possesso dei generali Usa.
L' informazione sul "bersaglio di opportunità" era legata a una stretta
scadenza temporale: bisognava, cioé, agire subito con un attacco o rischiare
di perdere la preziosa opportunita' per decapitare il regime iracheno, hanno
riferito le fonti militari americane.
Il bombardiere B-1B sarebbe stato autorizzato, dopo aver ricevuto le
coordinate esatte dell'obiettivo, a colpire con la massima rapidita' il
bersaglio segnalato dall'intelligence.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:10)
Baghdad: combattimenti nel complesso del Palazzo della Repubblica
Baghdad 8 aprile 2003 -
Violenti combattimenti tra mezzi di artiglieria e blindati americani e le
forze irachene sono in corso all' interno del complesso del Palazzo della
Repubblica,a Baghdad. Lo riferisce il corrispondente dell' agenzia 'France
Press' dalla capitale irachena.
Tank avanzano sul Ponte della Repubblica - Due carri armati
americani avanzano su un ponte nel centro di Baghdad e sparano. Lo ha detto la
Abu Dhabi television. Anche un giornalista dell'Afp ha riferito di due carri
armati americani, due Abrams, che avanzano sul Ponte della Repubblica, sul
Tigri, dopo aver lasciato il principale complesso presidenziale nella
capitale.
Esplosioni vicino Ministero dell'Informazione - Due forti
esplosioni sono state avvertite vicino al Ministero dell' Informazione. Lo
riferiscono testimoni. Le due esplosioni sarebbero state provocate da bombe
sganciate da aerei che sono stati visti sorvolare la zona. Lo riferisce un
testimone che ha visto anche fumo nero levarsi dai dintorni del Ministero
dell' Informazione. Lo scambio di colpi tra artiglieria irachena e blindati
statunitensi si sarebbe intensificato.
Carri armati Usa attaccano obiettivi a nord di Baghdad -
Numerosi carri armati americani hanno preso d' assalto all' alba alcuni
obiettivi a nord del complesso dei palazzi presidenziali di Baghdad,
ingaggiando una furiosa battaglia. I carri armati americani hanno sparato
colpi di artiglieria contro un palazzo presidenziale nella zona nord della
capitale prima di prenderne possesso. Lo riferisce l' inviato dell' agenzia
Reuter, Samia Nakhoul, seocndo il quale e' in corso una pesante offensiva
alleata per espandere le aree sotto il loro controllo nella zona nord della
città. Il corrispondente ha riferito di almeno dieci esplosioni nella stessa
direzione.
(Aggiornato il 08 Aprile 2003 ore 07:00)
BASSORA RESISTE ANCORA, IN ARRIVO TRUPPE FRESCHE GB
BASSORA 07 Apr - Adesso le forze della
coalizione hanno accesso a tutte le parti di Bassora ed i soldati vengono
''accolti con calore dalla popolazione locale''. Lo ha detto il ministro della
Difesa britannico Geoff Hoon alla Camera dei Comuni. Le truppe britanniche
hanno assunto il pieno controllo dell' Universita' della seconda citta' del
Paese, finora controllata dagli iracheni, e la stanno pattugliando a piedi.
I giornalisti al loro seguito hanno notato i corpi di alcuni miliziani,
vestiti parzialmente in divisa. I britannici affermano di avere in mano la
maggior parte della citta' ma che vi sono ancora sacche di resistenza. Il
portavoce britannico presso il Comando centrale americano in Qatar, Al Lokwood
ha detto che stamattina sono state mandate truppe fresche a Bassora per
vincere le ultime resistenze. ''Nelle prossime ore'' i britannici contano di
avere la meglio e prendere il completo controllo della citta'. Lockwood ha
confermato che nei combattimenti delle ultime 24 ore hanno perso la vita tre
soldati britannici.
Le forze britanniche ''sono a Bassora e ci rimarranno'', ha detto oggi il
ministro della difesa britannico Geoff Hoon, sottolineando comunque che
sarebbe un errore pensare che, a Bassora cosi' come a Baghdad, la ''resistenza
del regime sia finita''.
ARMI CHIMICHE: SCOPERTO SITO SOSPETTO NEL SUD - Militari americani
hanno scoperto nel sud dell'Iraq un sito nel quale potrebbero essere nascoste
armi di distruzione di massa. Lo ha reso noto oggi un portavoce militare. Il
maggiore Ross Coffman, un ufficiale delle pubbliche relazioni della 3.a
divisione di fanteria americana, ha precisato che il sito sospetto si trova
nei pressi della citta' di Hindiyah, circa un centinaio di chilometri a sud di
Baghdad. Parlando con i giornalisti all'aeroporto internazionale di Baghdad,
l'ufficiale non ha fornito particolari sulla scoperta, limitandosi a precisare
che il sito non e' tuttavia ''un luogo dove si puo' trovare del gas ovunque''.
Oggi alcuni giornali del gruppo editoriale americano Knight-Ridder Newspaper
hanno riferito che un gruppo di militari americani sono stati evacuati da un
complesso militare nella regione di Hindiyah dopo che analisi hanno rivelato
la presenza nella zona di gas sarin, altrimenti detto gas nervino per il suo
effetto devastante sul sistema nervoso. Secondo i giornali, l'analisi e' stata
fatta da un laboratorio mobile dopo che una decina di soldati della 101.a
divisione aviotrasportata, che erano a guardia del complesso, sono stati colti
da crisi di vomito e da vertigini, mentre sulla loro pelle comparivano macchie
sospette.
FORTI PROVE DELLA MORTE DI ALI' IL CHIMICO - ''Abbiamo forti prove''
che Ali Hassan al-Majid, detto Ali il Chimico, cugino del dittatore iracheno
Saddam Hussein, sia morto. E' quanto ha dichiarato il ministro della Difesa
britannico Geoff Hoon nel corso di una conferenza stampa. Frattanto pero' il
capitano Al Lockwood, portavoce britannico presso il commando centrale in
Qatar, ha detto di non poter dare conferma che l'uomo, responsabile
dell'attacco con armi chimiche contro la popolazione curda nel 1988, sia
morto. ''Stiamo ancora aspettando la conferma ufficiale'', ha detto alla
televisione satellitare Sky News. ''Abbiamo avuto informazioni molto buone da
fonti attendibili che il suo corpo sarebbe stato ritrovato tra le macerie di
un edificio attaccato due notti fa, ma non ci sono conferme ufficiali ancora'',
ha detto Lockwood. Fonti di intelligence britannica hanno dichiarato di essere
certi al 90% che il cugino di Saddam sia morto. Al gerarca del regime era
stato affibbiato questo nome perche' aveva deciso l'attacco con armi chimiche
contro la popolazione curda nel 1988.
KARBALA SOTTO CONTROLLO, DICE IL PENTAGONO - Le truppe americane hanno
assunto il controllo della citta' di Karbala, nel centro dell'Iraq, in
un'operazione costata la vita ad almeno 400 iracheni in circa 48 ore di
combattimenti, fa sapere un portavoce della 101/esima divisione
aerotrasportata. Nel centro di Karbala e' stata abbattuta la statua di Saddam
Hussein.
COMBATTENTI IRACHENI ESULI A FIANCO DI USA E GB - Una 'legione' di
CIRCA 700 fuoriusciti iracheni che ''combatteranno per la liberta'' da Saddam
Hussein e' da ieri in Iraq, nei pressi di Nassiriya, dove e assiste i marines
nei rapporti con la popolazione. Sono arrivati grazie a un ponte aereo
americano. Entro pochi giorni - fa sapere il Pentagono, un migliaio di esuli,
guidati dallo stesso Chalabi, si installera' in una base del sud del Paese.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 17:20)
Baghdad, Afp: un missile ha colpito un quartiere residenziale, 9 morti
Baghdad 7 aprile 2003 - Un missile ha colpito un quartiere popolare di
Baghdad. A denunciarlo sono alcuni giornalisti dell'agenzia di stampa France
Press. Secondo i reporter, nove civili sarebbero rimasti uccisi
nell'esplosione.
Il missile ha lasciato un cratere del diametro di una decina di metri e ha
distrutto tre case nel quartiere Al-Mansur, dove il dittatore Saddam Hussein
passeggiava tra la folla esultante nel video trasmesso venerdi' dalla
televisione irachena.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 17:10)
BAGHDAD: LE FORZE USA OCCUPANO TRE PALAZZI PRESIDENZIALI
BAGHDAD 07 Apr - Si combatte furiosamente,
dall'alba di oggi, per le vie di Baghdad. I giornalisti, che hanno il divieto
di lasciare il loro albergo, riferiscono di movimenti di carri armati
americani e di intensi sorvoli della citta', mentre avvertono l'eco di scontri
con armi leggere e pesanti. Nove civili sono stati uccisi dall'esplosione
provocata da un missile caduto nel centro della citta'. Lo hanno detto
testimoni alla France Presse sul luogo dell'attacco.
LA BATTAGLIA DI BAGHDAD - Quello in corso a Baghdad, secondo il Comando
centrale in Qatar, e' 'un raid di mezzi blindati' che coinvolge decine di
carri armati M1A1 Abrams e Bradley del Quinto corpo d'armata. Nessuna
indicazione viene invece dal Centcom sulla posizione dei marines, che stanno
entrando a Baghdad da sud-est. Carri armati e veicoli blindati hanno preso
posizione al centro della capitale irachena e sono penetrati in almeno tre dei
cosiddetti palazzi presidenziali. Il colonnello Pete Bayer, responsabile delle
operazioni della terza divisione di fanteria ha affermato che le forze
americane hanno ''messo in sicurezza il principale palazzo presidenziale'' -
il Palazzo della Repubblica -, che si trova nel centro di Baghdad. Sotto
controllo Usa anche altri due palazzi presidenziali: uno sempre al centro
della capitale, un terzo vicino all'aeroporto, che si trova a 20 km dal
centro. Nella presa dei due complessi nel centro della citta' le forze
americane - la seconda brigata della divisione ha inviato due battaglioni
blindati e un battaglione di fanteria meccanizzata - hanno incontrato una
certa resistenza. Nel terzo palazzo non c'e' stata alcuna resistenza.
QUATTRO AMERICANI UCCISI - Secondo fonti Usa sono morti due soldati
americani e due giornalisti nelle ultime ore nella zona di Baghdad e altri sei
sono rimasti feriti. I due marine sono morti in scontri con gli iracheni fuori
Baghdad, all'altezza del fiume Diyala, quando un proiettile di artiglieria ha
colpito il loro mezzo d'assalto anfibio.
GUARDIA REPUBBLICANA DIFENDE MINISTERI CON GRANATE A RAZZO E FA ESPLODERE 2
PONTI SU TIGRI - Membri della Guardia repubblicana dotati di Rpg stanno
difendendo i ministeri a Baghdad. Molti ponti sul Tigri a Baghdad sono stati
bloccati da forze irachene e due di essi sono stati fatti esplodere per
tentare di ritardare l'invasione della citta' da parte degli americani. Gli
iracheni avrebbero anche incendiato del petrolio a Baghdad per creare una
cortina di fumo a protezione dei palazzi presidenziali. Colpi di artiglieria
pesante si sentono a Baghdad. Gli iracheni - dicono - stiamo sparando sugli
americani.
POSTI BLOCCO ATTORNO BAGHDAD, CITTA' ISOLATA - Tutte le arterie che
entrano ed escono da Baghdad sono state chiuse con posti di blocco dagli
americani. Baghdad e' isolata, fonte militare Usa. Ma i posti di blocco non
riguardano i civili, e' stato precisato. ''Voglio chiarire che stiamo
chiudendo con posti di blocco tutte le arterie che escono ed entrano a
Baghdad'', ha detto il portavoce del Comando centrale maggiore Rumi Nielson
Green alla tv americana Fox. ''Vogliamo assicurare i militari iracheni che
essi non possono muoversi liberamente, in nessuna direzione, mentre la
popolazione civile puo' attraversare i checkpoint e condurre la sua vita il
piu' normalmente possibile'', ha precisato. ''Continueremo a esercitare questa
pressione fino a che il regime non crollera' '', ha concluso il portavoce
militare americano.
CENTCOM: ANCORA MOLTA BATTAGLIA DAVANTI - Nel primo commento dal
Comando centrale in Qatar sulla situazione a Baghdad, un portavoce ha detto
oggi che si tratta di un raid di blindati ''nel cuore della citta''' e che
c'e' ancora molta battaglia davanti. ''Stiamo colpendo obiettivi del regime'',
ha detto il capitano Frank Thorp. ''Bisogna stare calmi'', ha ancora detto
Thorp, che non ha quantificato la resistenza irachena e non ha fornito
particolari precisi sugli obiettivi americani, limitandosi a rimandare alle
immagini trasmesse dalle televisioni. L'operazione e' ancora in corso
attraverso il cuore della citta', ha aggiunto il portavoce.
IRNA, SCONTRI TRA POPOLAZIONE E FEDDAYN A BAGHDAD - L'agenzia iraniana
Irna riferisce di scontri che sarebbero in corso in tre quartieri sciiti di
Baghdad tra la popolazione e i Feddayn di Saddam, con molte vittime. ''In
seguito all'avanzata delle forze americane nella capitale - scrive il
corrispondente dell'agenzia da Baghdad - gli scontri hanno avuto inizio in tre
quartieri che erano stati sottoposti alla maggiore pressione da parte dei
miliziani del partito Baath e dei Feddayn di Saddam''. La stessa fonte parla
di 35 miliziani fedeli al regime uccisi. Le forze di Saddam Hussein starebbero
pero' prendendo il sopravvento, attaccando le abitazioni in cui ribelli si
sono rifugiati e uccidendo molti civili.
CONVOGLIO RUSSO - Sarebbe da attribuire agli americani la
responsabilita' dell' attacco contro il convoglio di diplomatici russi in fuga
da Baghad. A sostenerlo e' l' ambasciatore russo in Iraq Vladimir Titorenko,
che viaggiava nel convoglio, per il quale proiettili riconducibili ai mitra
M-16 delle forze Usa sarebbero stati trovati all' interno delle vetture
attaccate. E l' ambasciatore ha anche parlato di ''fuoco deliberato''.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 17:00)
Baghdad, popolazione si rivolta ai Feddayn
Baghdad 7 aprile 2003 - L'agenzia di stampa kuwaitiana ha reso noto che decine di residenti di Baghdad stanno combattendo in queste ore per le strade della città contro i Feddayn di Saddam, i miliziani in uniforme nera che rispondono direttamente al rais.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 16:40)
Baghdad, due giornalisti e due soldati Usa uccisi da razzo
Baghdad 7 aprile 2003 - Due
soldati americani e due giornalisti sono morti, nel corso di un attacco
iracheno contro un centro di telecomunicazioni delle forze Usa alla periferia
sud di Baghdad. I feriti sono quindici, di cui due in condizioni critiche. A
darne notizia sono state fonti militari.
Il maggiore Michael Birmingham aveva già reso noto che il centro operazioni
tattiche della Seconda brigata della Terza divisione di fanteria era stato
colpito da un razzo.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 14:40)
I BRITANNICI SONO A BASSORA, MA LA RESISTENZA NON E' FINITA
BASSORA 07 Apr - Le forze britanniche ''sono
a Bassora e ci rimarranno'', ha detto oggi il ministro della difesa britannico
Geoff Hoon, sottolineando comunque che sarebbe un errore pensare che, a
Bassora cosi' come a Baghdad, la ''resistenza del regime sia finita''.
FORTI PROVE DELLA MORTE DI ALI' IL CHIMICO - ''Abbiamo forti prove''
che Ali Hassan al-Majid, detto Ali il Chimico, cugino del dittatore iracheno
Saddam Hussein, sia morto. E' quanto ha dichiarato il ministro della Difesa
britannico Geoff Hoon nel corso di una conferenza stampa. Frattanto pero' il
capitano Al Lockwood, portavoce britannico presso il commando centrale in
Qatar, ha detto di non poter dare conferma che l'uomo, responsabile
dell'attacco con armi chimiche contro la popolazione curda nel 1988, sia
morto. ''Stiamo ancora aspettando la conferma ufficiale'', ha detto alla
televisione satellitare Sky News. ''Abbiamo avuto informazioni molto buone da
fonti attendibili che il suo corpo sarebbe stato ritrovato tra le macerie di
un edificio attaccato due notti fa, ma non ci sono conferme ufficiali ancora'',
ha detto Lockwood. Fonti di intelligence britannica hanno dichiarato di essere
certi al 90% che il cugino di Saddam sia morto. Al gerarca del regime era
stato affibbiato questo nome perche' aveva deciso l'attacco con armi chimiche
contro la popolazione curda nel 1988.
BRITANNICI ASSUMONO CONTROLLO UNIVERSITA' BASSORA - Diverse centinaia
di soldati britannici sono pentrati a piedi nel centro di Bassora, nel sud
dell'Iraq, ed hanno assunto il controllo dell'Universita' che era in mano ai
miliziani iracheni. Lo hanno verificato giornalisti della France Presse.
GB, BASSORA QUASI TUTTA PRESA, SACCHE RESISTENZA - I britannici
affermano di avere in mano la maggior parte della citta' di Bassora (sud
dell'Iraq), ma che vi sono ancora sacche di resistenza. Il portavoce
britannico presso il Comando centrale americano in Qatar, Al Lokwood ha detto
che stamattina sono state mandate truppe fresche a Bassora nel tentativo di
vincere le ultime sacche di resistenza. Ci sono pochi combattenti iracheni che
resistono nel vecchio souk, e' una situazione molto difficile, ha detto il
portavoce GB, secondo il quale comunque ''nelle prossime ore'' i britannici
contano di avere la meglio e prendere il completo controllo della seconda
citta' dell'Iraq. Lockwood ha confermato che nei combattimenti delle ultime 24
ore hanno perso la vita tre soldati britannici.
KARBALA SOTTO CONTROLLO, DICE IL PENTAGONO - Le truppe americane hanno
assunto il controllo della citta' di Karbala, nel centro dell'Iraq, in
un'operazione costata la vita ad almeno 400 iracheni in circa 48 ore di
combattimenti, fa sapere un portavoce della 101/esima divisione
aerotrasportata. Nel centro di Karbala e' stata abbattuta la statua di Saddam
Hussein.
COMBATTENTI IRACHENI ESULI A FIANCO DI USA E GB - Una 'legione' di
CIRCA 700 fuoriusciti iracheni che ''combatteranno per la liberta'' da Saddam
Hussein e' da ieri in Iraq, nei pressi di Nassiriya, dove e assiste i marines
nei rapporti con la popolazione. Sono arrivati grazie a un ponte aereo
americano. Entro pochi giorni - fa sapere il Pentagono, un migliaio di esuli,
guidati dallo stesso Chalabi, si installera' in una base del sud del Paese.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 12:20)
INTENSO BOMBARDAMENTO SU POSTAZIONI IRACHENE A MOSSUL
MOSSUL 07 Apr - Almeno quattro postazioni
irachene a Mossul vengono bombardate da questa mattina da aerei americani. Lo
ha reso noto la rete televisiva turca Ntv precisando che si tratta di
bombardamenti molto piu' intensi rispetto ai giorni passati.
TV CURDA, UFFICIALI E SOLDATI SI ARRENDONO A PDK - Un centinaio di
effettivi dell'esercito iracheno, tra cui sette ufficiali superiori, si
sarebbero arresi stamane alle milizie curde del Pdk che da Arbil avanzano
verso Mossul, secondo quanto riferisce la Kurdistan Tv, citata dall'agenzia
iraniana Irna. La resa, secondo la fonte, e' avvenuta nell'area di Pir Dawud,
che insieme alle altre localita' vicine di Zorgezraw, Sheikh Shirvan e Herveh,
e' caduta nelle ultime ore nelle mani del Pdk. Gli stessi guerriglieri si
sarebbero impadroniti di un carro armato e nove veicoli militari iracheni.
SADDAM SAREBBE NASCOSTO NELLA SUA TIKRIT - Quattro giorni fa, quando ha
avuto la certezza dell'imminente arrivo delle truppe americane a Baghdad,
Saddam Hussein e' fuggito dalla capitale irachena e si e' nascosto a Tikrit,
sua citta' natale. E' quanto scrive Haitham Rashid Wihaib, ex capo del
protocollo del rais, sul tabloid domenicale britannico The Mail on Sunday.
L'esule iracheno conosce molto bene Saddam per averci lavorato assieme per
quasi 20 anni, occupandosi del suo ufficio privato. Il ritratto che Wihaib
traccia del leader iracheno e' di una persona senza scrupoli, spietata, furba
e egoista. ''Saddam non e' un uomo coraggioso. E' piuttosto matto e disperato
e si sta preparando a vivere in esilio. Quando ha saputo che gli americani si
stavano avvicinando, ha abbandonato Baghdad senza esitazione'', ha scritto
Wihaib. Per la fuga segreta il rais avrebbe rinunciato alle solite comodita' e
alle sua Mercedes blindate, preferendo viaggiare su un anonimo taxi che lo
avrebbe trasportato fino a Tikrit, citta' 170 chilometri a nord della
capitale.
COMBATTENTI CURDI, PRESA AIN SIFNI (NORD) - I combattenti curdi
appoggiati dagli americani hanno detto oggi di aver conquistato la citta' di
Ain Sifni, che si trova a nordest di Mosul, nel nord dell'Iraq. I peshmerga
hanno detto di aver preso la citta' del nord iracheno Ain Sifni oggi, dopo una
battaglia contro le forze irachene. Babekir Zebari, comandante di questi
combattenti, ha affermato che un peshmerga e' rimasto ucciso e uno ferito
negli scontri per la conquista della citta', 45 km a nodest di Mosul. Quest'ultima
e' stata bombardata, stamattina, dagli angloamericani. ''Siamo entrati ad Ain
Sifni alle 07 del mattino (le 05 in Italia). Due ore dopo, avevamo il pieno
controllo della situazione'', ha affermato Zebari.
IRAQ NORD, FUOCO AMICO AEREO USA SU MARINE E PESHMERGA- Il fuoco amico
ha compito ancora ed anche al Nord, facendo strage tra peshmerga e marines
americani: 18 peshmerga curdi sono rimasti uccisi e 46 sono rimasti feriti,
alcuni gravemente; anche tre soldati americani sono rimasti feriti (ma,
secondo diverse fonti, vi sarebbero almeno tre marines uccisi). Tra i
feriti gravi Wajih Barzani, fratello minore del leader del Partito
democratico del Kurdistan (Pdk), Massud Barzani e uno dei principali leader
dello stesso Partito. Una vera catastrofe anche politica, data l'importanza
del clan Barzani in Nord Iraq.
NORD, CONTRATTACCO IRACHENO SU PESHMERGA A KALAK - L'artiglieria
irachena ha contrattaccato oggi sui peshmerga curdi e marines americani che
avevano occupato posizioni abbandonate in precedenza dai soldati iracheni. Lo
riferiscono fonti giornalistiche da Kalak, aggiungendo che alcuni peshmerga
sono rimasti feriti. La localita' di Kalak si trova al confline tra la zona
controllata dai curdi e quella controllata dai soldati iracheni in Nord Iraq.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 12:15)
Bassora, britannici occupano palazzo presidenziale
Bassora 7 aprile 2003 - I soldati britannici hanno occupato un imponente complesso presidenziale a Bassora. Alle prime luci dell'alba gli uomini del 42mo Commando hanno fatto irruzione nell'edificio che sorge sulle sponde dello Shatt el-Arab. Per tutta la giornata di ieri, gli FA-18 'Hornet' avevano bombardato le torri di guardia intorno al complesso e quando questa mattina vi sono entrati, i marines della compagnia Juliet e i Dragoni britannici non hanno trovato nessuno. Impressionante, dopo giorni di combattimenti nei quartieri ridotti alla fame della città, la sontuosità dei giardini e delle costruzioni, della piscina e degli ormeggi per gli yacht.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 12:00)
Baghdad, soldati Usa sparano su troupe di al Jazeera
Baghdad 7 aprile 2003 - Una
troupe televisiva dell'emittente al Jazeera è stata presa di mira dai soldati
americani sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, ha riferito l'emittente
stessa precisando che nessuno dei membri della troupe è rimasto ferito.
L'emittente ha inoltre mostrato le immagini dell'auto dei giornalisti,
visibilmente danneggiata, con numerosi vetri infranti e con diversi fori di
proiettili, anche sul parabrezza. Sulle fiancate dell'auto era ben visibile il
logo 'al Jazeera', mentre sul cofano anteriore era altrettanto visibile la
scritta 'Tv'.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 11:20)
Massiccio raid dei marines a Bagdad
Bagdad 7 aprile 2003 -
Dall'alba di oggi è in corso quella che sembra, se non la battaglia finale,
almeno il raid finora più massiccio e più in profondità delle truppe americane
per il controllo di Baghdad.
Intanto il comando britannico ha reso noto di avere sotto controllo la maggior
parte della città meridionale di Bassora.
Il futuro assetto dell'Iraq sarà al centro dell'incontro, previsto oggi e
domani in Irlanda del Nord, tra il presidente George Bush e il premier
britannico Tony Blair.
Dello stesso argomento stanno discutendo a Mosca il consigliere per la
sicurezza nazionale Condoleezza Rice ed il ministro degli esteri russo Igor
Ivanov.
La battaglia di Bagdad -
La
capitale irachena si è svegliata all'alba con colonne di blindati e veicoli
corazzati della terza divisione di fanteria americana che entravano in città.
"Questo è l'attacco vero", ha detto il portavoce della 3.a divisione di
fanteria americana mentre carri armati e veicoli blindati prendevano posizione
al centro della captale irachena e penetravano in almeno due dei tre palazzi
presidenziali. Secondo fonti del Pentagono, però, quella in corso ancora non
sarebbe la battaglia finale, anche se i combattimenti segnalati per le strade
della capitale lasciano intendere che la morsa si sta ormai serrando sui
palazzi del potere iracheno. Elementi della guardia repubblicana stanno
tentando di opporsi all'avanzata delle truppe americane sia difendendo i
palazzi presidenziali sia i ponti che, da sud, danno l'accesso al centro
cittadino. Gli iracheni controllano tuttora i ministeri. Secondo una fonte
Usa, un paio di ponti a est di Bagdad sarebbero stati fatti saltare per
ritardare l'avanzata americana.
Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said Al Sahaf è comparso alla
Tv satellitare irachena per negare che la capitale stia cadendo in mano alle
truppe Usa. "Gli americani si stanno suicidando sulle mura di Baghdad", ha
detto il ministro.
Si combatte anche nelle aree
residenziali di Bagdad - Secondo fonti giornalistiche, le truppe
americane hanno ingaggiato combattimenti con quelle irachene trasformando il
centro della capitale in "zona di guerra".
"Bagdad è un campo di battaglia - ha detto la fonte - è ovunque scossa dalle
esplosioni, anche tra le case nelle aree residenziali".
I britannici controllano Bassora - Un portavoce del comando britannico ha detto che truppe fresche sono entrate stamane a Bassora per aver ragione delle ultime sacche di resistenza. Gli ultimi combattenti iracheni sono asserragliati nel vecchio mercato al centro della città, ha detto il portavoce, aggiungendo che nelle prossime ore i militari GB avranno totalmente sotto controllo quella che è la seconda città del paese. Egli ha infine confermato che nelle ultime 24 ore tre soldati britannici hanno perso la vita a Bassora.
Secondo il Pentagono anche Karbala è sotto controllo - Le truppe americane hanno assunto il controllo della città di Karbala, nel centro dell'Iraq, in un'operazione costata la vita ad almeno 400 iracheni in circa 48 ore di combattimenti, fa sapere un portavoce della 101/esima divisione aerotrasportata. Nel centro di Karbala è stata abbattuta la statua di Saddam Hussein.
Scontri tra popolazione e Feddayn di
Saddam - L'agenzia iraniana Irna riferisce di scontri che sarebbero
in corso in tre quartieri sciiti di Bagdad tra la popolazione e i Feddayn di
Saddam, con molte vittime.
"In seguito all'avanzata delle forze americane nella capitale - scrive il
corrispondente dell'agenzia da Bagdad - gli scontri hanno avuto inizio in tre
quartieri che erano stati sottoposti alla maggiore pressione da parte dei
miliziani del partito Baath e dei Feddayn di Saddam".
La stessa fonte parla di 35 miliziani fedeli al regime uccisi. Le forze di
Saddam Hussein starebbero però prendendo il sopravvento, attaccando le
abitazioni in cui ribelli si sono rifugiati e uccidendo molti civili.
Alì il chimico è morto - Un ufficiale britannico ha detto all'emittente Sky Tv che Ali Hassan Al-Majid, il cugino di Saddam ricercato dagli anglo-americani nel sud iracheno e detto Ali il chimico, è morto. Al gerarca del regime era stato affibbiato questo nome perchè aveva deciso l'attacco con armi chimiche contro la popolazione curda nel 1988. Secondo Radio Teheran, Alì è morto nel bombardamento della sua sede a Bassora, colpita sabato da aerei della coalizione.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 11:00)
Baghdad: proseguono i combattimenti
BAGHDAD 07 Apr - Mentre la nebbia della propaganda cerca di stendere cortine di fumo su quanto avviene a Baghdad, dalla vie della capitale irachena nella mattinata di lunedì sale denso fumo nero, dovuto in parte al petrolio bruciato dai difensori della città e in parte dagli scontri ancora in atto. La resistenza irachena infatti, ammette lo stesso comando Usa, è ancora forte in città.
Rispetto alle notizie diffuse in precedenza pare che né il Ministero dell'Informazione, né l'Hotel Al-Rashid siano stati presi dalle truppe Usa che però si sono avvicinate agli obiettivi, mentre sembra confermato che uno dei palazzi presidenziali, sulle rive occidentali del fiume Tigri, sia controllato dai tank americani.
Le forze armate Usa, al cui raid si sarebbero di recente uniti i Marines, avrebbero abbattuto una statua di Saddam Hussein al Parco Zawra, nel tentativo, anche simbolico, di distruggere le vestigia del passato regime e piantare la bandiera americana nel centro della capitale irachena.
Secondo il Colonnello David Perkins, comandante del Terzo Fanteria, l'operazione in corso "intende essere una decisa manifestazione di forza diretta a Saddam Hussein", mentre per il Maggiore Michael Birmingham quello attuale "è un vero attacco e non un'incursione come quelle di sabato e domenica".
"Spero sia chiaro per gli iracheni - ha aggiunto ancora Perkins - che il regime è caduto e che loro possono incominciare a godersi una nuova libertà". In precedenza il Comando militare americano aveva rivolto agli iracheni un invito alla resa.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 09:50)
Secondo fonti britanniche è stato trovato il corpo di "Ali il chimico"
Bassora 7 aprile 2003 - Un
ufficiale britannico ha detto alla Sky tv che è stato ritrovato il corpo di
"Ali il chimico". Il corpo di "Ali il chimico" secondo la Cnn sarebbe stato
ritrovato vicino a Bassora. Ali Hassan al Majid, conosciuto come
"Ali il chimico", il cui corpo è stato ritrovato secondo fonti
britanniche, è uno dei personaggi più tristemente noti del regime del Baghdad.
Cugino di Saddam Hussein, era un motociclista dell'esercito quando il partito
Baath prese il potere nel 1968 ed ha iniziato ad assumere una posizione
preminente dieci anni dopo, quando il rais è diventato presidente nel 1979.
Il generale Al Majid, ora al comando delle forze nel sud dell'Iraq, deve il
suo soprannome all'operazione di repressione contro i curdi, da lui diretta
come capo del partito Baath nel nord dell'Iraq, che il 16 marzo 1988 culminò
nel massacro di Halabja, con la morte di 5mila civili uccisi da armi chimiche.
In totale sarebbero stati 100 mila i curdi eliminati col gas.
Nell'agosto del 1990 fu nominato governatore del Kuwait occupato e diresse la
durissima repressione contro la resistenza nell'emirato. Subito dopo la guerra
fu lui a soffocare nel sangue la rivolta che scoppiò fra gli sciiti nel sud
dell'Iraq. E probabilmente ha avuto un ruolo anche nell'assassinio dei due
generi di Saddam, quando rientrarono in Iraq dalla Giordania. Alla vigilia
della guerra, Saddam lo ha nominato alla testa del comando militare di
Bassora. Fra i fedelissimi del dittatore, fa parte del Consiglio di comando
della rivoluzione.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 09:30)
FORZE USA PRENDONO POSIZIONE IN 3 PALAZZI PRESIDENZIALI
BAGHDAD 07 Apr - Le forze armate americane
hanno preso il controllo di tre palazzi presidenziali a Baghdad, (nel
principale hanno anche issato la bandiera a stelle e strisce). Le fonti
hanno dichiarato che nell'attacco sferrato al centro sono stati impiegati
65 carri armati e 40 veicoli blindati Usa.
LA BATTAGLIA DI BAGHDAD - La capitale irachena si e' svegliata all'alba
con colonne di blindati e veicoli corazzati della terza divisione di fanteria
americana che entravano in citta'. ''Questo e' l'attacco vero'', ha detto il
portavoce della 3.a divisione di fanteria americana mentre carri armati e
veicoli blindati prendevano posizione al centro della captale irachena e
penetravano in almeno due dei tre palazzi presidenziali. Secondo fonti del
Pentagono, pero', quella in corso ancora non sarebbe la battaglia finale,
anche se i combattimenti segnalati per le strade della capitale lasciano
intendere che la morsa si sta ormai serrando sui palazzi del potere iracheno.
GUARDIA REPUBBLICANA DIFENDE MINISTERI CON GRANATE A RAZZO E FA ESPLODERE 2
PONTI SU TIGRI - Membri della Guardia repubblicana dotati di Rpg stanno
difendendo i ministeri a Baghdad. Molti ponti sul Tigri a Baghdad sono stati
bloccati da forze irachene e due di essi sono stati fatti esplodere per
tentare di ritardare l'invasione della citta' da parte degli americani. Gli
iracheni avrebbero anche incendiato del petrolio a Baghdad per creare una
cortina di fumo a protezione dei palazzi presidenziali. Colpi di artiglieria
pesante si sentono a Baghdad. Gli iracheni - dicono - stiamo sparando sugli
americani.
CENTCOM: ANCORA MOLTA BATTAGLIA DAVANTI - Nel primo commento dal
Comando centrale in Qatar sulla situazione a Baghdad, un portavoce ha detto
oggi che si tratta di un raid di blindati ''nel cuore della citta''' e che
c'e' ancora molta battaglia davanti. ''Stiamo colpendo obiettivi del regime'',
ha detto il capitano Frank Thorp. ''Bisogna stare calmi'', ha ancora detto
Thorp, che non ha quantificato la resistenza irachena e non ha fornito
particolari precisi sugli obiettivi americani, limitandosi a rimandare alle
immagini trasmesse dalle televisioni. L'operazione e' ancora in corso
attraverso il cuore della citta', ha aggiunto il portavoce.
SI COMBATTE IN PERIFERIA BAGHDAD, STRETTA NELLA MORSA - La capitale
irachena si e' svegliata all'alba con l'ormai consueta scarica di bombe e di
proiettili d'artiglieria, e circa un'ora dopo sono cominciati quelli che
testimoni descrivono come intensi combattimenti, con armi di ogni calibro, che
dalla periferia ovest starebbero dirigendosi verso il centro. Bersagliato dai
cannoni anche un palazzo presidenziale alla periferia est. Da ieri la citta'
e' stretta in una morsa dalle truppe anglo-americane, che controllano tutte le
vie d'accesso e hanno corpi speciali all'interno. Il controllo dall'aria e da
terra attorno alla citta' e' sostanziale, dice il Pentagono, tanto che il
primo aereo militare americano, un cargo C-130, e' atterrato ieri
all'aeroporto.''Stiamo isolando la citta' con molti metodi diversi'', spiegano
al Comando centrale in Qatar (Centcom), anche se ancora ieri il ministro
dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf proclamava che gli
anglo-americani ''si sono ritirati su tutti i fronti''.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 09:20)
AL JAZIRA MOSTRA POTENTI ESPLOSIONI A MOSSUL
MOSSUL 07 Apr - L'emittente Tv al Jazira sta
mostrando le immagini di potenti esplosioni in corso nella citta'
settentrionale di Mossul, con alte fiamme ed una colonna di fumo che si levano
al cielo. Le esplosioni si stanno verificando tutte in uno stesso luogo ''che
appare essere un deposito di munizioni'', ha detto l'emittente.
SADDAM SAREBBE NASCOSTO NELLA SUA TIKRIT - Quattro giorni fa, quando ha
avuto la certezza dell'imminente arrivo delle truppe americane a Baghdad,
Saddam Hussein e' fuggito dalla capitale irachena e si e' nascosto a Tikrit,
sua citta' natale. E' quanto scrive Haitham Rashid Wihaib, ex capo del
protocollo del rais, sul tabloid domenicale britannico The Mail on Sunday.
L'esule iracheno conosce molto bene Saddam per averci lavorato assieme per
quasi 20 anni, occupandosi del suo ufficio privato. Il ritratto che Wihaib
traccia del leader iracheno e' di una persona senza scrupoli, spietata, furba
e egoista. ''Saddam non e' un uomo coraggioso. E' piuttosto matto e disperato
e si sta preparando a vivere in esilio. Quando ha saputo che gli americani si
stavano avvicinando, ha abbandonato Baghdad senza esitazione'', ha scritto
Wihaib. Per la fuga segreta il rais avrebbe rinunciato alle solite comodita' e
alle sua Mercedes blindate, preferendo viaggiare su un anonimo taxi che lo
avrebbe trasportato fino a Tikrit, citta' 170 chilometri a nord della
capitale.
COMBATTENTI CURDI, PRESA AIN SIFNI (NORD) - I combattenti curdi
appoggiati dagli americani hanno detto oggi di aver conquistato la citta' di
Ain Sifni, che si trova a nordest di Mosul, nel nord dell'Iraq. I peshmerga
hanno detto di aver preso la citta' del nord iracheno Ain Sifni oggi, dopo una
battaglia contro le forze irachene. Babekir Zebari, comandante di questi
combattenti, ha affermato che un peshmerga e' rimasto ucciso e uno ferito
negli scontri per la conquista della citta', 45 km a nodest di Mosul. Quest'ultima
e' stata bombardata, stamattina, dagli angloamericani. ''Siamo entrati ad Ain
Sifni alle 07 del mattino (le 05 in Italia). Due ore dopo, avevamo il pieno
controllo della situazione'', ha affermato Zebari.
IRAQ: NORD, FUOCO AMICO AEREO USA SU MARINE E PESHMERGA- Il fuoco amico
ha compito ancora ed anche al Nord, facendo strage tra peshmerga e marines
americani: 18 peshmerga curdi sono rimasti uccisi e 46 sono rimasti feriti,
alcuni gravemente; anche tre soldati americani sono rimasti feriti (ma,
secondo diverse fonti, vi sarebbero almeno tre marines uccisi). Tra i
feriti gravi Wajih Barzani, fratello minore del leader del Partito
democratico del Kurdistan (Pdk), Massud Barzani e uno dei principali leader
dello stesso Partito. Una vera catastrofe anche politica, data l'importanza
del clan Barzani in Nord Iraq.
NORD, CONTRATTACCO IRACHENO SU PESHMERGA A KALAK - L'artiglieria
irachena ha contrattaccato oggi sui peshmerga curdi e marines americani che
avevano occupato posizioni abbandonate in precedenza dai soldati iracheni. Lo
riferiscono fonti giornalistiche da Kalak, aggiungendo che alcuni peshmerga
sono rimasti feriti. La localita' di Kalak si trova al confline tra la zona
controllata dai curdi e quella controllata dai soldati iracheni in Nord Iraq.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 09:15)
Bagdad, iracheni fanno esplodere ponti per ritardare avanzata ma ministro al Sahaf nega presenza truppe Usa
Bagdad 7 aprile 2003 - Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso davanti ai giornalisti e ha negato che gli americani siano entrati a Bagdad con 65 carri armati: "posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Bagdad", ha detto. "Gli americani si stanno suicidando sulle mura di Bagdad", ha detto il ministro dell'informazione al Sahaf, che ha duramente attaccato l'emittente Tv al al Jazira, affermando che "fa propaganda per gli americani". L'emittente quatariota, ha detto al Sahaf "ha diffuso informazioni secondo cui il ministero dell'informazione e l'hotel Rashid erano in mano agli americani, come se sostenesse tali illazioni".
Iracheni fanno esplodere ponti a Bagdad
- Un generale americano ha detto oggi che forze irachene hanno fatto
esplodere due ponti vicino a Bagdad sul fiume Diyala, a est di Bagdad, per
cercare di ritardare l'invasione della capitale da parte delle truppe Usa.
"I due ponti sul fiume Diyala che hanno fatto esplodere non sono stati
completamente distrutti ma sono inutilizzabili", ha detto all'Afp il generale
John Kelly.
Il generale ha detto che dall'inizio della guerra è la prima volta che gli
iracheni fanno saltare dei ponti ma ha assicurato che questa azione non
rallenterà l'avanzata americana.
Bagdad è divisa a metà - Le forze fedeli al regime hanno chiuso i ponti sul fiume Tigri isolando la parte occidentale, in cui sono penetrate le truppe americane. Secondo testimoni, le forze irachene si sono attestate sui sette ponti mentre gli americani sono arrivati nel quartiere di Karj, nella periferia occidentale della città.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 09:00)
FORZE USA PRENDONO POSIZIONE IN 3 PALAZZI PRESIDENZIALI
BAGHDAD 07 Apr - Le forze armate americane
hanno preso il controllo di tre palazzi presidenziali a Baghdad, (nel
principale hanno anche issato la bandiera a stelle e strisce). Le fonti
hanno dichiarato che nell'attacco sferrato al centro sono stati impiegati
65 carri armati e 40 veicoli blindati Usa.
Poco prima il maggiore Michael Birmingham, portavoce della 3/a divisione di
fanteria Usa aveva spiegato: ''Stiamo attaccando nel bel mezzo della citta'
proprio ora. Quella dell'altro giorno era stata solo un'incursione. Questo e'
quello vero''.
GUARDIA REPUBBLICANA DIFENDE MINISTERI CON GRANATE A RAZZO E FA ESPLODERE 2
PONTI SU TIGRI - Membri della Guardia repubblicana dotati di Rpg stanno
difendendo i ministeri a Baghdad. Molti ponti sul Tigri a Baghdad sono stati
bloccati da forze irachene e due di essi sono stati fatti esplodere per
tentare di ritardare l'invasione della citta' da parte degli americani. Gli
iracheni avrebbero anche incendiato del petrolio a Baghdad per creare una
cortina di fumo a protezione dei palazzi presidenziali.
SI COMBATTE IN PERIFERIA BAGHDAD, STRETTA NELLA MORSA - La capitale
irachena si e' svegliata all'alba con l'ormai consueta scarica di bombe e di
proiettili d'artiglieria, e circa un'ora dopo sono cominciati quelli che
testimoni descrivono come intensi combattimenti, con armi di ogni calibro, che
dalla periferia ovest starebbero dirigendosi verso il centro. Bersagliato dai
cannoni anche un palazzo presidenziale alla periferia est. Da ieri la citta'
e' stretta in una morsa dalle truppe anglo-americane, che controllano tutte le
vie d'accesso e hanno corpi speciali all'interno. Il controllo dall'aria e da
terra attorno alla citta' e' sostanziale, dice il Pentagono, tanto che il
primo aereo militare americano, un cargo C-130, e' atterrato ieri
all'aeroporto.''Stiamo isolando la citta' con molti metodi diversi'', spiegano
al Comando centrale in Qatar (Centcom), anche se ancora ieri il ministro
dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf proclamava che gli
anglo-americani ''si sono ritirati su tutti i fronti''.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 08:50)
Pentagono: "Non è ancora la battaglia per Bagdad"
Washington 7 aprile 2003 -
L'operazione in atto da parte delle forze americane dentro Baghdad è una
"dimostrazione di forza" che manda al regime iracheno un messaggio di potenza
ma non è ancora la tanto annunciata "battaglia per Bagdad", ha detto oggi un
portavoce del Pentagono. "Questa è una dimostrazione di forza, un'operazione
il cui scopo è mandare un messaggio forte al regime che noi possiamo andare
dove vogliamo quando vogliamo", ha affermato la fonte.
"Ma chiamare quella in atto la 'battaglia per Bagdad' è un'iperbole non adatta
a questo punto", ha precisato.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 08:40)
Bagdad, la guardia presidenziale si schiera a difesa dei ministeri
Bagdad 7 aprile 2003 - Unità della Guardia Repubblicana sono schierate nel centro di Bagdad a difesa dei principali ministeri, per contrastare con i lanciagranate la avanzata apparentemente inarrestabile delle forze Usa. Lo hanno riferito testimoni oculari, che pure in precedenza avevano notato numerosi membri del corpo di elite del regime di Saddam Hussein arrendersi agli avversari. I dicasteri dell'Informazione e degli Esteri al momento resterebbero in mani irachene.
Molti i ponti bloccati dagli iracheni - Molti ponti sul Tigri a Baghdad sono bloccati da forze irachene. Lo ha detto un testimone della Reuters.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 08:20)
FORZE USA PRENDONO POSIZIONE NEL CUORE PALAZZO PRESIDENZIALE
BAGHDAD 07 Apr - Le forze armate americane
hanno preso posizione bene all'interno del principale palazzo presidenziale a
Baghdad (dove hanno anche issato la bandiera a stelle e strisce),
mentre l'edificio e' scosso da numerose violente esplosioni. I militari
americani hanno annunciato che controllano un palazzo presidenziale e che
sono entrati in un secondo. Secondo altre fonti militari americane i
palazzi presidenziale occupati sono tre, uno dei quali e' il Palazzo della
Repubblica. Le fonti militari americane hanno dichiarato che nell'attacco
sferrato al centro sono stati impiegati 65 carri armati e 40 veicoli
blindati Usa. Poco prima dell'attacco il maggiore Michael Birmingham,
portavoce della 3/a divisione di fanteria Usa aveva spiegato: ''Stiamo
attaccando proprio nel bel mezzo della citta' proprio ora. Quella dell'altro
giorno era stata solo un'incursione. Questo e' quello vero''.
INCENDIATO PETROLIO A PROTEZIONE PALAZZI BAGHDAD - Gli iracheni
avrebbero incendiato del petrolio a Baghdad per creare una cortina di fumo a
protezione dei palazzi presidenziali. Lo affermano testimoni.
SI COMBATTE IN PERIFERIA BAGHDAD, STRETTA NELLA MORSA - La capitale
irachena si e' svegliata all'alba con l'ormai consueta scarica di bombe e di
proiettili d'artiglieria, e circa un'ora dopo sono cominciati quelli che
testimoni descrivono come intensi combattimenti, con armi di ogni calibro, che
dalla periferia ovest starebbero dirigendosi verso il centro. Bersagliato dai
cannoni anche un palazzo presidenziale alla periferia est. Da ieri la citta'
e' stretta in una morsa dalle truppe anglo-americane, che controllano tutte le
vie d'accesso e hanno corpi speciali all'interno. Il controllo dall'aria e da
terra attorno alla citta' e' sostanziale, dice il Pentagono, tanto che il
primo aereo militare americano, un cargo C-130, e' atterrato ieri
all'aeroporto.''Stiamo isolando la citta' con molti metodi diversi'', spiegano
al Comando centrale in Qatar (Centcom), anche se ancora ieri il ministro
dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf proclamava che gli
anglo-americani ''si sono ritirati su tutti i fronti''.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 07:30)
CARRI ARMATI USA ATTACCANO CENTRO BAGHDAD
BAGHDAD 07 Apr - Carri armati e veicoli
blindati americani stanno attaccando il centro di Baghdad. Lo rendono noto i
militari Usa. ''Stiamo attaccando proprio nel bel mezzo della citta' proprio
ora'', ha spiegato il maggiore Michael Birmingham, portavoce della 3/a
divisione di fanteria Usa. ''Quella dell'altro giorno era stata solo
un'incursione. Questo e' quello vero'', ha aggiunto, spiegando che si tratta
di una colonna di carri armati e di veicoli blindati.
TANK USA PENETRANO PALAZZO PRESIDENZIALE - Due carri armati americani
sono entrati nel palazzo presidenziale al centro di Baghdad. Lo riferiscono
testimoni.
INCENDIATO PETROLIO A PROTEZIONE PALAZZI BAGHDAD - Gli iracheni
avrebbero incendiato del petrolio a Baghdad per creare una cortina di fumo a
protezione dei palazzi presidenziali. Lo affermano testimoni.
SI COMBATTE IN PERIFERIA BAGHDAD, STRETTA NELLA MORSA - La capitale
irachena si e' svegliata all'alba con l'ormai consueta scarica di bombe e di
proiettili d'artiglieria, e circa un'ora dopo sono cominciati quelli che
testimoni descrivono come intensi combattimenti, con armi di ogni calibro, che
dalla periferia ovest starebbero dirigendosi verso il centro. Bersagliato dai
cannoni anche un palazzo presidenziale alla periferia est. Da ieri la citta'
e' stretta in una morsa dalle truppe anglo-americane, che controllano tutte le
vie d'accesso e hanno corpi speciali all'interno. Il controllo dall'aria e da
terra attorno alla citta' e' sostanziale, dice il Pentagono, tanto che il
primo aereo militare americano, un cargo C-130, e' atterrato ieri
all'aeroporto.''Stiamo isolando la citta' con molti metodi diversi'', spiegano
al Comando centrale in Qatar (Centcom), anche se ancora ieri il ministro
dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf proclamava che gli
anglo-americani ''si sono ritirati su tutti i fronti''.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 06:30)
VIE PER BAGHDAD IN MANO USA, KARBALA E BASSORA CEDONO
BASSORA 07 Apr - I reparti speciali
britannici avanzano seppur con prudenza a Bassora e li' come a Karbala, la
citta' santa sciita definitivamente caduta nelle mani dei marines, migliaia di
persone accolgono festosamente le forze alleate.
KARBALA SOTTO CONTROLLO, DICE IL PENTAGONO - Le truppe americane hanno
assunto il controllo della citta' di Karbala, nel centro dell'Iraq, in
un'operazione costata la vita ad almeno 400 iracheni in circa 48 ore di
combattimenti, fa sapere un portavoce della 101/esima divisione
aerotrasportata. Nel centro di Karbala e' stata abbattuta la statua di Saddam
Hussein.
INGLESI PENETRATI A BASSORA, NE MUOIONO TRE - I carri armati dei
marines britannici sono penetrati fino al cuore di Bassora, anche se l'attacco
finale della seconda citta' irachena non e' ancora stato sferrato.
Nell'operazione, ha fatto sapere in serata il ministero della difesa di
Londra, sono morti tre militari britannici.
ALI' IL CHIMICO E' VIVO O MORTO? - E' ancora un mistero la sorte di Ali
Hassan Al-Majid, il gerarca cugino di Saddam ricercato dagli anglo-americani
nel sud iracheno e detto 'Ali il chimico' perche' decise l'attacco con armi
chimiche contro la popolazione curda nel 1988. Secondo Radio Teheran e' morto
nel bombardamento della sua sede a Bassora, colpita sabato da aerei della
coalizione; potrebbe essere morto, precisa il comando americano dal Qatar;
tutte ''illusioni'', ha risposto il ministro dell'informazione iracheno.
COMBATTENTI IRACHENI ESULI A FIANCO DI USA E GB - Una 'legione' di
CIRCA 700 fuoriusciti iracheni che ''combatteranno per la liberta'' da Saddam
Hussein e' da ieri in Iraq, nei pressi di Nassiriya, dove e assiste i marines
nei rapporti con la popolazione. Sono arrivati grazie a un ponte aereo
americano. Entro pochi giorni - fa sapere il Pentagono, un migliaio di esuli,
guidati dallo stesso Chalabi, si installera' in una base del sud del Paese.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 06:00)
Baghdad, nella città accerchiata Usa preparano l'assalto finale
Baghdad 7 aprile 2003 -
Circondata dalle forze americane, Baghdad è sotto assedio e all'interno già
sarebbero attive forze speciali Usa. Il primo aereo militare americano è
atterrato all'aeroporto della capitale irachena. Sei forti esplosioni si sono
udite in nottata provenire dalla periferia sud, mentre in precedenza si
udivano nel centro colpi di artiglieria e raffiche di mitragliatrici. Preso
nel fuoco incrociato un convoglio diplomatico russo. Diciotto i peshmerga
curdi uccisi dal fuoco amico nel nord. Truppe Usa prendono il controllo di
Karbla, mentre a Bassora, nuova massiccia
incursione delle forze britanniche, che vi perdono tre soldati.
(Aggiornato il 07 Aprile 2003 ore 00:15)
Bassora, truppe GB penetrano a centro città, ma aspettano per l'attacco finale
Bassora 6 aprile 2003 -
Con
i carri armati arrivati nel centro della vecchia Bassora, i marines britannici
hanno lanciato la più importante operazione fino ad oggi compiuta nella guerra
d'Iraq, ma non hanno sferrato l'attacco finale
contro la seconda città irachena. Hanno fatto sapere, comunque che da stasera
controllano la maggior parte di Bassora. Tre soldati britannici sono stati
uccisi in battaglia, ha fatto sapere il ministero della Difesa britannico.
Alì il chimico è morto? - La sede del partito Baath
(Rinascita, al potere in Iraq dal 1968) è stata ridotta in macerie. Nella casa
di 'Ali il chimico', cugino di Saddam Hussein, uno dei personaggi più odiati
del regime, responsabile della morte di migliaia di curdi uccisi con i gas nel
1988, sono stati trovati solo cadaveri; non è ancora chiaro se anche il suo.
Due settimane di assedio -
La
città è sotto assedio da due settimane, i bombardamenti non lasciano dubbi
sulla superiorità degli inglesi, eppure qualcuno resiste, risponde alle bombe
con i kalashnikov.
I carri armati hanno fatto una passeggiata per le vie del centro della città.
Il colonnello Chris Vernon, portavoce dei britannici, ha detto oggi che i
residenti hanno dato informazioni sulla dislocazione dei paramilitari e dei
militanti del Baath. Un testimone ha raccontato che combattenti di Saddam
hanno aperto il fuoco contro un'auto privata per costringere gli occupanti a
lottare al loro fianco.
Irlandesi e scozzesi - L'operazione delle Guardie irlandesi e
dei Draghi reali scozzesi sono cominciate all'alba da una base nei pressi di
un ponte nella parte meridionale di Bassora, con 14 carri armati e 14
blindati, ha detto il capitano Alex Cosby al giornalista della Reuters al
seguito. "Abbiamo incontrato resistenza - ha aggiunto - ma abbiamo distrutto
molto, fra cui dei blindati".
Non si sa se le forze britanniche, da due settimane sulla linea del fronte sul
ponte all'ingresso della città, abbiano deciso di mantenere una presenza fissa
nel centro o di ritarsi dopo le operazioni della giornata.
(Aggiornato il 06 Aprile 2003 ore 23:30)
Usa: Karbala è caduta
Karbala 6 aprile 2003 - Dopo una durissima battaglia casa per casa, le truppe americane si sono spinte oggi fin nel centro di Karbala che ormai ritengono conquistata. La certezza è arrivata in serata, quando i soldati si sono mischiati a migliaia di abitanti della città sciita sorridenti. "I feddayn hanno perso un loro centro di potere", ha dichiarato il colonnello Chris Holden, della 101esima divisione aviotrasportata che ha combattuto a Karbala.
Una città strategica per gli
angloamericani - Il controllo della città, un centinaio di chilometri
a sudovest della capitale, era fondamentale per proteggere l'avanzata verso
Baghdad delle truppe angloamericane. "Tutte le strade qui portano a Baghdad e
ora possiamo usarle", ha aggiunto Holden, "sono sicure, il pericolo di
imboscate è minimo".
Decine di vittime tra i feddayn - Le truppe statunitensi
hanno ucciso circa 400 iracheni nelle ultime 48 ore di scontri accaniti che
hanno consentito loro di assumere il controllo di Karbala, città dell'Iraq
centrale. Meno di cento sarebbero invece stati fatti prigionieri.
Nel '91 la rivolta sciita finì nel sangue - Karbala è una
delle città sante degli sciiti, insieme con Najaf. Qui nel 1991 gli sciiti
tentarono una rivolta contro Saddam Hussein, finita nel sangue dopo la
speranza delusa di un sostegno degli americani che avevano ricacciato dal
Kuwait le truppe irachene.
(Aggiornato il 06 Aprile 2003 ore 21:00)
Usa: controlliamo tutte le strade, dentro e fuori Baghdad
BAGHDAD 06 Apr - Militari iracheni si stanno asserragliando in siti civili. Secondo fonti militari Usa, Baghdad sarebbe ora completamente circondata. La manovra "a vite" dell'esercito americano sarebbe giunta a compimento nel pomeriggio di domenica. I marines e l'Esercito controllano le strade dentro e fuori la città. A dispetto dell'ultimatum degli angloamericani, che hanno ordinato agli iracheni di stare lontani dalle strade, pena l'attacco da parte dei militari Usa, fonti della Coalizione all'esterno e all'interno di Baghdad confermano che gli iracheni stanno dislocando le truppe in ospedali, scuole, moschee e, perfino, case private.
La Guardia repubblicana nei luoghi sacri e negli ospedali di Baghdad - Il comando centrale americano ha anche reso noto che le unità della Guardia repubblicana di stanza nella capitale irachena sono state dislocate nella moschea 'madre di tutte le battaglie' e nell'ospedale Saddam, due siti che la Coalizione si è impegnata a non bombardare. Ufficiali dell'esercito Usa, direttamente impegnati in prima linea, riferiscono che forze irregolari irachene, come i Fedayn di Saddam, hanno trovato riparo nelle scuole, da dove potrebbero lanciare, nella notte, attacchi contro i militari americani. Il corrispondente di CNN dalla Giordania, Rula Amin, ha affermato di essere venuta a conoscenza del fatto che, in alcuni casi, famiglie di iracheni sono state cacciate dal proprio domicilio, per far posto a militari o miliziani del regime. Nei giorni passati le forze della Coalizione hanno accusato gli iracheni, in più occasioni, di aver utilizzato siti storici e religiosi per acquartierare le truppe, come pure di aver dislocato obiettivi militari all'interno di zone residenziali. Le autorità irachene hanno rispedito al mittente le accuse, lamentando bombardamenti su aree residenziali.
Brooks: abbiamo trovato combattenti stranieri, accorsi a difendere l'Iraq - In occasione del consueto breefing con la stampa, il generale Brooks, numero due del comando centrale americano nel Golfo, ha affermato, domenica, che le operazioni attualmente condotte in Baghdad erano parte del piano militare messo a punto dagli strateghi. Brooks ha anche annunciato che gli statunitensi hanno trovato combattenti stranieri, giunti in Iraq in soccorso del regime del raìs.
Gli Usa: oltre 2.000 iracheni uccisi o feriti nella capitale tra sabato e domenica - Gli aerei della Coalizione continuano a monitorare i cieli sopra la capitale irachena, mentre estemporanee esplosioni rompono il silenzio atterrito di una città ormai sotto assedio. Secondo Frank Thorp, portavoce del comando centrale statunitense, sarebbero oltre 2.000 gli iracheni uccisi o feriti nelle missioni di ricognizione effettuate sabato. Gli statunitensi spiegano di aver inaugurato una strategia bellica differente. Ora, l'aeronautica assicura una continua sorveglianza sui cieli sopra Baghdad, con lo scopo di proteggere alle spalle le truppe che tentano di affondare, sempre più numerose, sino al cuore del regime iracheno. Il generale di corpo d'armata dell'aviazione, Michael Moseley, spiega che i velivoli della Coalizione saranno equipaggiati con munizioni speciali "in grado di colpire le unità della Guardia repubblicana senza causare eccessive perdite civili". I raid aerei si dirigeranno anche, spiega il generale Moseley, contro le postazioni missilistiche e di artiglieria antiaerea del nemico.
Le strategie di difesa degli iracheni e le mosse degli assedianti - Le Forze fedeli a Saddam scavano trincee e progettano una resistenza più lunga possibile, mentre la popolazione civile tenta di scappare dalla città attaccata. "Mantenete la pressione per alcuni giorni e non consentite agli iracheni di difendersi", avrebbe detto un generale del Settimo cavalleggeri, l'unità di punta della Terza divisione di fanteria dell'esercito statunitense, ai suoi soldati, schierati nella periferia occidentale di Baghdad. Dopo essere penetrati per la prima volta, sabato, dentro Baghdad, militari della Terza Divisione hanno effettuato anche domenica raid all'interno della capitale. Lo riferisce Walter Rodgers, corrispondente di CNN al seguito delle truppe. L'artiglieria, intanto, mantiene sotto tiro la città dalle proprie postazioni a sud. Fonti all'interno di Baghdad hanno anche riferito a un altro reporter della CNN, Nic Robertson, che sono state avvertiti boati nell'area sud-occidentale della città, in direzione dell'aeroporto, ufficialmente sotto il controllo della Coalizione. Secondo quanto hanno riferito a Rodgers fonti militari, l'esercito Usa potrebbe iniziare presto le missioni di 'stabilizzazione e messa in sicurezza del territorio' all'interno di Baghdad. I militari statunitensi, tuttavia, annunciano di attendersi deboli controffensive da parte delle sporadiche sacche di resistenza del nemico.
L'Iraq nega tutto. Al-Sahaf: americani cacciati dall'aeroporto - L'Iraq, intanto, nega che di essere sotto scacco e cita i propri progressi militari. Il ministro dell'Informazione, Mohammed Said al-Sahaf, ha riferito domenica, nel corso di una conferenza stampa, della distruzione di carri armati e due elicotteri Apache. Al-Sahaf ha nuovamente negato che la Coalizione controlli l'aeroporto Saddam, dal quale, riferisce "si sono ritirati dopo essere stati distrutti". Il ministro dell'Informazione ha affermato che nella battaglia dell'aeroporto sono morti 50 soldati nemici e ha attaccato gli invasori, lamentando attacchi rivolti contro le aree residenziali.
Il portavoce del comando centrale Usa, generale Vincent Brooks, ha replicato nel prosieguo della giornata che l'aeroporto di Baghdad "è chiaramente sotto il controllo della Coalizione, che sta anzi espandendo la propria area di influenza nei dintorni dello scalo". Gli americani confermano di aver ribattezzato l'aeroporto 'Baghdad international'.
Saddam apparso di nuovo in tv con i due figli?
In Iraq, infine, pur sotto le bombe, la televisione di Stato continua a trasmettere, anche se il segnale è intermittente. Una fonte irachena ha affermato che sabato sera il network di Stato ha mandato in onda un video con Saddam Hussein e i suoi due figli, anche se non è chiaro quando sarebbero state effettuate le riprese.
(Aggiornato il 06 Aprile 2003 ore 19:00)
NORD, FUOCO AMICO AEREO USA SU MARINE E PESHMERGA
ANKARA 06 Apr - Il fuoco amico ha compito
ancora ed anche al Nord, facendo strage tra peshmerga e marines americani:
18 peshmerga curdi sono rimasti uccisi e 46 sono rimasti feriti, alcuni
gravemente; anche tre soldati americani sono rimasti feriti (ma, secondo
diverse fonti, vi sarebbero almeno tre marines uccisi). Tra i feriti gravi
c'e' Wajih Barzani, fratello minore del leader del Partito democratico del
Kurdistan (Pdk), Massud Barzani e uno dei principali leader dello stesso
Partito. Una vera catastrofe anche politica, data l'importanza del clan
Barzani in Nord Iraq.
FUOCO AMICO - Un convoglio misto di 10 mezzi con a bordo combattenti
curdi e marines americani aveva appena passato il villaggio di Makhmur, a
circa 70 chilometri a sudest di Mossul e 50 chilometri a sudovest di Erbil, a
pochi chilometri da Kalak, dove poco prima l'artiglieria irachena aveva
sparato colpi di mortaio su una posizione da poco abbandonata da soldati
iracheni. Il convoglio stava ispezionando la ex postazione irachena, non
lontano dalla linea di confine tra la zona controllata dal Pdk e la zona
controllata dai soldati iracheni. All'improvviso, si e' profilata la sagoma
silenziosa di uno o due caccia americani che volavano a bassa quota a
velocita' supersonica. E' stato un attimo. A nulla sono serviti i segnali
accennati con le mani e bandierine dai marines e dai peshmerga. Il pilota di
uno dei caccia americani evidentemente non ha voluto rischiare e non ha
attivato alcuna misura di riconoscimento del bersaglio. Ha cosi' sganciato
senza esitare almeno un paio di missili aria-terra a guida laser che hanno
inesorabilmente colpito il convoglio amico combinando un disastro. Tra i
rottami delle auto e delle jeep colpite sono rimasti uccisi 18 peshmerga curdi,
ed almeno tre marines americani sono rimasti feriti insieme ad altri 46 curdi.
Tra i feriti gravi, Wajih Barzani, che e' stato trasportato subito in
Germania. Tra quelli leggeri il giornalista della Bbc John Simpson. E' stato
lo stesso Simpson a dare per primo la notizia ed a descrivere lo spettacolo
dei corpi uccisi e feriti dal ''fuoco amico''. A Simpson e' sembrato che ''10
o 12'' americani fossero rimasti uccisi. Poi le fonti curde, tra notizie
contraddittorie, che ancora aspettano una conferma ufficiale (anche per
verificare che non vi sia un black out americano su una notizia evidentemente
imbarazzante per i militari americani), hanno ridimensionato a tre feriti il
bilancio dei marines colpiti. Trasportato Barzani en Germania, gli altri 48
feriti, tra cui i tre americani, sono stati ricoverati all'ospedale di
'Emergency' ad Erbil.
TRAGICO ERRORE - Trattandosi di un convoglio improvvisato, privo di
mezzi americani, dove sono istallati di norma dispositivi elettronici ed
ottici di riconoscimento del mezzo amico, il tragico errore e' spiegabile
probabilmente con l'assenza di quei dispositivi. Gli uomini delle forze
speciali Sas degli inglesi sono dotati, pero', di dispositivi individuali per
il riconoscimento e per la guida degli aerei sui bersagli avversari. Di questi
dispositivi sembrano sprovvisti gli uomini delle forze speciali americane.
Oppure essi non sono riconoscibili da tutti i piloti dell'aviazione americana,
che in qualche caso sembrano non andare troppo per il sottile per non perdere
tempo e rischiare di essere abbattuti a causa dell' esitazione. ''Nel dubbio,
meglio un amico morto che un nemico vivo'', dice un vecchio adagio della
accortezza militare in battaglia. Un portavoce curdo ad Ankara, che conosce
l'italiano, ha commentato: ''Dagli amici ci guardi Dio, che dai nemici mi
guardo io''. Si tratta, comunque, dell'ennesimo episodio di una lunga serie di
incidenti da ''fuoco amico'' che mostrano un punto che si sta rilevando
tragicamente carente nel dispositivo militare americano, data la frequenza
degli episodi di questo tipo gia' avvenuti dall'inizio della campagna
militare.
AVANZANO I PESHMERGA - Oggi e' stato un giorno di movimento sul Fronte
Nord, che ha visto un paio di azioni di attacco dei peshmerga curdi appoggiati
da forze speciali americane, mentre le postazioni irachene attorno a Mossul,
uno dei centri petroliferi piu' importanti dell'Iraq, sono state bombardate
ancora una volta, come avviene da almeno una settimana, da aerei americani. I
combattenti curdi, appoggiati dai marines, hanno conquistato la citta' di
Domiz, abbandonata dai soldati iracheni e, dopo un combattimento costato un
morto ed un ferito, anche la citta' di Ain Sifni, 45 chilometri a nordest di
Mosul. Si e' trattato comunque di operazioni tattiche che non cambiano il
quadro del fronte Nord, dove si aspetta l'esito della battaglia.
(Aggiornato il 06 Aprile 2003 ore 18:40)
Centcom: siamo a 7 miglia dal centro di Baghdad, ma la battaglia è lontana dalla fine
Baghdad 5 aprile 2003 -
"L'operazione a tenaglia verso Baghdad ci ha portato a sette miglia dal centro
della città. Abbiamo il controllo dell'aeroporto e stiamo attaccando i resti
della divisione Baghdad e delle truppe regolari irachene". Lo detto il
generale Victor Renuart nel briefing quotidiano del comando operazioni
americano in Qatar.
La battaglia di Baghdad "è lungi dall'esser conclusa", ha precisato il
generale Victor Renuart, che ha comunque sottolineato che le forze Usa hanno
dimostrato di avere la capacità di entrare nella capitale irachena dove e
quando vogliono.
Il generale Renuart, che ha detto di non avere informazioni dirette su un
asserito attentato di un kamikaze all'aeroporto di Baghdad, ha aggiunto che le
operazioni militari nella capitale irachena proseguiranno e che finora sono
state effettuate da due task force.
Pronti ad affrontare nemico "non convenzionale" - "Stiamo
fronteggiando un nemico non convenzionale, ma non un nemico contro il quale
non ci eravamo preparati", ha detto il portavoce del Comando centrale
americano in Qatar, aggiungendo: "Siamo in grado di sconfiggere questo
nemico".
6500 prigionieri iracheni - Le forze anglo-americane hanno
catturato 6.500 combattenti iracheni, secondo quanto affermato oggi da un
responsabile del comando centrale Usa nel Qatar.
(Aggiornato il 05 Aprile 2003 ore 14:30)
PRIMI SCONTRI TRA MARINES E IRACHENI A BAGHDAD
BAGHDAD 05 Apr - Nel 17.o giorno della
guerra contro l'Iraq, soldati americani appoggiati da carri armati sono
entrati all'alba a Baghdad, bombardata per tutta la notte e parte della
mattinata, annuncia il Comando centrale Usa in Qatar. A sudest di Baghdad i
marine sfondano le difese della divisione Al Nida della Guardia repubblicana e
sono alla periferia della citta'. Scontri tra forze Usa e irachene a 10 km dal
centro di Baghdad, decine di blindati iracheni in fiamme.
USA, MILLE SOLDATI IRACHENI UCCISI OGGI A BAGHDAD - Violenti
combattimenti hanno opposto stamattina presto unita' americane a forze
irachene in un quartiere di Baghdad a una decina di km dal centro della citta'.
''I combattimenti sono durati dalle 05:00 alle 08:00 del mattino'', ha detto
un testimone alla France Press. ''Era un inferno. Eravamo in un campo di
battaglia'', ha aggiunto. Secondo il colonnello David Perkins, circa mille
soldati iracheni sono stati uccisi in violenti combattimenti durante l'entrata
dei carri armati americani oggi a Baghdad.
COMANDO ALLEATO: SIAMO DENTRO BAGHDAD - La penetrazione di forze Usa
all'interno della capitale e' stata confermata dal comando centrale
anglo-americano in Qatar. Le forze di terra americane che hanno conquistato
l'aeroporto di Baghdad hanno colto nella notte ''l'opportunita' per avanzare''
e sono penetrate dentro la citta', verso il centro, spiegano dal Centcom. A
sud-est della capitale, nelle stesso ore, i marines hanno sfondato le linee
difensive della divisione 'Al Nida' della Guardia repubblicana e sono arrivate
alla periferia della citta'. Secondo quanto riferito dal Centcom, le forze
americane stanno incontrando una resistenza sporadica. Il generale Victor
Renuart nel briefing quotidiano del comando operazioni americano in Qatar ha
detto che ''l'operazione a tenaglia verso Baghdad ci ha portato a sette miglia
dal centro della citta'. Abbiamo il controllo dell'aeroporto e stiamo
attaccando i resti della divisione Baghdad e delle truppe regolari irachene''.
BAGHDAD ANCORA BOMBARDATA, COLPITI CENTRO E SUD CITTA'- Nuove e
violente esplosioni continuano incessamente a colpire dalle prime ore
dell'alba le zone semi-centrali e della periferia sud della citta'. Nella
notte, un intenso fuoco di artiglieria aveva martellato la parte est di
Baghdad, illuminando il cielo con esplosioni. Intenso e' stato anche il fuoco
di risposta da parte dei difensori iracheni. La battaglia si e' sviluppata a
circa 30 km a est dal centro della capitale. Secondo quanto riferisce la Cnn
molta gente di Baghdad sarebbe in fuga dalla capitale.
ATTACCO AEREO E DA TERRA SU KARBALA - Fonti militari americani hanno
annunciato che un attacco aereo e da terra e in corso su Karbala, citta'
dell'Iraq centrale a sud ovest di Baghdad. L'attacco di caccia e di truppe di
terra su Karbala viene compiuto per proteggere le forze americane che stanno
muovendo verso la capitale.
USA, PRESO QUARTIER GENERALE DIVISIONE MEDINA - Fonti militari
americane affermano di aver preso il quartier generale della Divisione Medina
della Guardia repubblicana irachena. Secondo i militari Usa il governo di
Baghdad avrebbe ordinato alle brigate 8/a e 15/a della Guardia repubblicana di
andare a schierarsi nel centro della capitale.
ATTACCO SUICIDA ALL'AEROPORTO DI BAGHDAD - Un kamikaze ha compiuto un
attentato contro soldati americani allo scalo internazionale della capitale
irachena. A riferirlo sono fonti militari Usa. La battaglia per l'aeroporto
prosegue in queste ore tra informazioni discordanti. Militari americani hanno
sollecitato l'intervento dell'aviazione per attaccare gli iracheni intorno
allo scalo, cui sarebbe gia' stato cambiato il nome in Aeroporto
internazionale di Baghdad. Secondo i militari americani, gli stessi che ieri
avevano detto di aver strappato il controllo dell'aeroporto, gli iracheni
stanno infatti ancora combattendo con i carri armati nelle zone limitrofe a
nord. Il Pentagono ha annunciato che ci vorranno ancora giorni prima che
l'aeroporto sia del tutto al sicuro nelle mani delle forze della coalizione.
Il generale americano Victor Renuart ha detto che una delle piste
dell'aeroporto internazionale di Baghdad potra' tornare presto in uso ed ha
aggiunto che l'aeroporto stesso non ha subito gravi danni.
MINISTERO IRACHENO, CACCIATE TRUPPE USA DA AEROPORTO - Il ministero
dell'informazione iracheno ha detto che gli iracheni hanno cacciato le truppe
Usa dall'aeroporto di Baghdad. La dichiarazione e' stata riferita da al Jazira.
''Grazie a Dio, il nostro coraggioso popolo e' riuscito a cacciare gli
invasori dall'aeroporto internazionale Saddam'', ha detto un funzionario del
ministero. Secondo i portavoce militari iracheni centinaia di soldati
americani sarebbero stati uccisi nei combattimenti. Il ministero
dell'informazione iracheno non e' credibile, e' stato il commento del comando
centrale anglo-americano in Qatar.
CADE ELICOTTERO COBRA, MORTI DUE MARINES - Un elicottero d'attacco
Super Cobra si e' schiantato al suolo nell'Iraq Centrale: i due piloti a
bordo, due marines, sono morti. Le cause dell'incidente, che non sembra essere
stato provocato da fuoco ostile, non sono ancora note. E' il primo episodio
mortale che coinvolge un elicottero Cobra in questo conflitto.
(Aggiornato il 05 Aprile 2003 ore 14:20)
TRUPPE GB TROVANO RESTI DI CENTINAIA DI CORPI NEL SUD
LONDRA 05 Apr - Truppe britanniche hanno
trovato nel sud dell'Iraq un obitorio di fortuna contenente i resti di
centinaia di corpi. La notizia e' stata diffusa dell'agenzia Press
Association. Crani, mucchi di ossa con pezzi di uniforme militare ancora
attaccati, sono stati buttati in sacchi di plastica ed in bare non chiuse. Le
truppe britanniche hanno trovato i resti umani in una base militare
abbandonata alla periferia di Al Zubayr.
BRITANNICI LANCIANO OFFENSIVA SU BASSORA - Le forze britanniche
sarebbero penetrate nei quartieri occidentali di Bassora e i combattimenti
sarebbero ora in corso all'interno della citta', secondo quanto riferisce
l'agenzia iraniana Irna. L'offensiva e' stata lanciata questa mattina,
conquistando tre localita' intorno alla seconda citta' iraniana. Le truppe
britanniche si sono impadronite di Tannuma, che e' di fronte a Bassora
sull'altra sponda dello Shatt al Arab, di Abu Hasib, una decina di chilometri
a sud-est, e di Az Zubair, venti chilometri a sud-ovest della citta'.
L'agenzia iraniana aggiunge che intensi combattimenti sono ancora in corso e
che, secondo fonti non confermate, i soldati britannici sarebbero gia' entrati
in alcune parti della citta' ''dopo aver rotto la linea difensiva intorno a
Bassora''. Bassora si trova a una ventina di chilometri dal confine iraniano.
NASSIRIYA: ANGLOAMERICANI CONQUISTANO BASE AEREA - La base aerea di
Nassiriyah, la piu' importante nel sud dell'Iraq, e' caduta oggi nelle mani
delle forze anglo-americane, secondo l'agenzia iraniana Irna. Conquistata
anche la citta' di As Samawa, un centinaio di chilometri a nord-ovest di
Nassiriyah, sulla strada che collega Bassora a Baghdad.
A BASSORA BOMBE, CIBO E VOLANTINI - Conquistare lo stomaco e la mente,
e' la strategia dei britannici a Bassora, la seconda citta' dell'Iraq che in
due settimane i cannoni e i bombardieri non sono riusciti ad assicurare alle
forze anglo-americane. Un milione e mezzo di persone, di musulmani sciiti, che
per il contrasto con i sunniti al potere a Baghdad, avrebbero dovuto
accogliere a braccia aperte i liberatori, restano timorosi, diffidenti, se non
ostili.
E cosi' sono arrivati i volantini per spiegare la missione, per chiarire che
quei militari armati fino ai denti non sono ostili, non sono una forza
occupante. ''Siamo qui per liberare il popolo iracheno - dice il volantino -
Il nostro nemico e' il regime, non la popolazione. Abbiamo bisogno del vostro
aiuto per identificare il nemico, per ricostruire l'Iraq. Resteremo qui solo
il tempo necessario''. In una tenda militare, un soldato e' addetto alla
stesura di altri messaggi: un militare di sua maesta' che stringe la mano a un
iracheno e gli dice ''questa volta non vi abbandoneremo'', in arabo e in
inglese. Cioe', gli sciiti, che nel 1991 dopo la Guerra del Golfo si
ribellarono contro Saddam e vennero lasciati alla terribile vendetta del rais,
non devono temere il ripetersi della storia.
Ma la gente non si fida, raccontano i giornalisti inglesi al seguito delle
truppe. Vuole mangiare, vuole bere, ma non capisce perche' per essere liberati
devono avere morti e feriti e gli acquedotti distrutti e le case bombardate.
Prendono il foglietto, ringraziano, lo guardano, lo accartocciano e lo gettano
poco piu' avanti. Finora l'unico gesto di vero successo, nei difficili
rapporti con i locali, e' stato quello di un anonimo comandante americano che
a Najaf, citta' sacra sciita, davanti ad una folla inferocita perche' temeva
che gli infedeli violassero la sacralita' della moschea ha ordinato ai suoi
uomini di ritirarsi.
Poi, allontanandosi a sua volta, si e' rivolto alla gente e' con la canna del
fucile rivolta a terra, si e' inchinato con la mano sinistra sul petto alla
maniera musulmana, per salutare. A Bassora, le truppe britanniche continuano a
cercare ''alcune centinaia di miliziani'' , che costituiscono la resistenza di
Saddam Hussein.
FEDELI DI SADDAM VOGLIONO ARRENDERSI - Leader del partito Baath a
Bassora vogliono arrendersi alle forze britanniche che stanno assediando la
citta' irachena. Lo ha detto il giornale arabo Asharq al-Aswat, citando il
teologo sciita Mohammed al-Bosslimi. Al-Aswat ha riferito che i dirigenti del
partito di Saddam Hussein a Bassora hanno fatto pervenire al religioso un
messaggio in cui dicevano di aver paura delle rappresaglie della popolazione e
volevano concordare una resa nel caso in cui Baghdad cadesse. ''Il problema e'
che gli odiati membri del partito vogliono essere protetti dalla rabbia della
popolazione se dovessero consegnare le loro armi'', ha spiegato Al-Bosslini.
(Aggiornato il 05 Aprile 2003 ore 13:30)
Baghdad, arrivano le truppe Usa. Fonti americane: uccisi 1000 iracheni
Baghdad 5 aprile 2003 -
Prima incursione delle forze di terra americane nella città di Baghdad. Circa
mille soldati iracheni sono stati uccisi in violenti combattimenti durante
l'entrata dei carri armati americani oggi a Baghdad, ha detto il colonnello
americano David Perkins.
I soldati statunitensi per la prima volta sono entrati in città ma si combatte
ancora nell'area dell'aeroporto internazionale. I militari americani hanno
chiesto l'intervento dell' aviazione per contrastare il fuoco dei carri armati
nemici asserragliati nell'area nord dello scalo. Scontri e
bombardamenti - I carri armati sono entrati stamattina all'alba a
Baghdad, bombardata per tutta la notte e parte della mattinata, ha annunciato
il Comando centrale Usa in Qatar. Scontri tra forze Usa e irachene a 10 km dal
centro di Baghdad, decine di blindati iracheni in fiamme. Secondo gli Usa,
Baghdad ha chiamato la Guardia Repubblicana, da altre zone, a schierarsi a
difesa del centro della capitale. Centom: colta occasione per entrare
a Baghdad - E' stata colta l'opportunità per avanzare dentro Baghdad,
dice il Comando centrale americano che ha definito "sporadica" la resistenza
incontrata. Non è un attacco, ma neppure una semplice ricognizione, non si
tornerà indietro, si terranno le posizioni. A sud-est della capitale, nelle
stesso ore, i marines hanno sfondato le linee difensive della divisione Al
Nida della Guardia repubblicana e sono arrivate alla periferia della città. I
marines risultano anche aver fatto un primo incontro con la Guardia
repubblicana speciale, il corpo d'elite di Saddam Hussein a cui dovrebbe
essere affidata la difesa estrema della città. Corrispondente Reuters:
nessuna traccia truppe Usa nel cuore di Baghdad - Un corrispondente
dell'agenzia Reuters ha compiuto un giro per Baghdad per verificare se le
forze Usa, come sostenuto dal comando del Qatar, sono penetrate effettivamente
nel cuore della citta'. "Non ho visto truppe americane", ha riferito Khaled
Yacoub Oweis, dopo aver attraversato in macchina la periferia meridionale,
quella
sudorientale e quella sudoccidentale. E' passato anche vicino ai palazzi
presidenziali e ai principali edifici della sicurezza, con lo stesso
risultato.
Il corrispondente, nel segnalare un fuoco di artiglieria pesante a distanza,
ha riferito che i soldati regolari e i miliziani iracheni si preparano alla
battaglia nel centro cittadino.
(Aggiornato il 05 Aprile 2003 ore 12:50)
Baghdad, violenti bombardamenti scuotono la capitale e i sobborghi
Baghdad 5 aprile 2003 - Violenti bombardamenti stanno scuotendo Baghdad e i suoi sobborghi, secondo la testimonianza di un giornalista della Afp. Il centro della città è stato sorvolato da un caccia della coalizione. Al 17/mo giorno della guerra, un primo scontro in un quartiere di Baghdad ha visto opposte per tre ore un'avanguardia dei carri americani e delle unita' irachene, che hanno lasciato sul terreno decine di veicoli militari distrutti.
(Aggiornato il 05 Aprile 2003 ore 11:50)
In fiale sospette solo esplosivi, non armi chimiche
Washington 4 aprile 2003 - I
primi test effettuati indicano che la polvere bianca trovata in un sito
industriale vicino Baghdad è una sostanza esplosiva e non un composto per armi
chimiche, come si era pensato in un primo momento.
Lo ha detto oggi a Washington un alto funzionario, rilevando che nel sito
continuano comunque le ricerche di possibili armi di sterminio.
Il ritrovamento di migliaia di scatole di fiale contenenti una polvere
bianca, assieme ad altre con un liquido che serve come antidoto contro il gas
nervino, aveva inizialmente fatto pensare alle armi chimiche che gli Stati
Uniti hanno sempre accusato Baghdad di avere.
Sempre nella zona di Latifya, a sudovest della capitale
irachena, le truppe americane hanno trovato altre fiale con una polvere e un
liquido simili a quelli ritrovati nel deposito vicino Bagdad e manuali di
guerra chimica. Fra le fiale, una con la scritta 'tabun', un agente nervino
usato forse dagli iracheni nella guerra contro l'Iran degli anni Ottanta.
Il generale Vincent Brooks ha dichiarato che la piccola quantità
trovata suggerisce che il sito aveva scopi di addestramento.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 17:00)
Sahaf minaccia: questa notte azioni "non convenzionali". Attacchi kamikaze?
Baghdad 4 aprile 2003 - Il regime iracheno si mostra per nulla
intimorito dall'inizio dell'assalto a Baghdad e minaccia "azioni
non-convenzionali" questa notte. A dirlo è il ministro dell'Informazione
Mohammed Said al-Sahaf.
"Faremo qualcosa che sarà di grande esempio per questi mercenari": una
operazione "non necessariamente militare" che non verrà condotta con "armi di
distruzione di massa". Potrebbe trattarsi piuttosto di una "operazione di
martirio", ovvero attacchi suicidi
"L'aeroporto sarà il cimitero delle forze alleate", ha aggiunto il ministro
sostenendo che la coalizione angloamericana ha subito "perdite molto pesanti"
nel corso degli scontri delle ultime ore.
I pochi soldati ancora vivi nell'area dell'aeroporto - ha sostenuto Sahaf -
sono isolati.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 16:30)
Usa: trovato un secondo deposito di sostanze chimiche
Washington 4 aprile 2003 - I soldati americani avrebbero trovato un
secondo deposito di sostanze chimiche alla periferia di Baghdad, non lontano
dal primo ritrovamento a Latifiya.
Entrambi i depositi contengono fiale di liquido non identificato e recipienti
con polvere bianca.
Nel deposito di Latifiya le truppe Usa avevano trovato anche dosi di antidoto
al gas nervino e documenti sulla guerra bio-chimica.
Solo le analisi di laboratorio potranno comunque rivelare se le sostanze
trovare nei depositi siano collegabili alle 'armi di sterminio' che gli
americani accusano il regime di Saddam Hussein di possedere.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 16:15)
Brooks: "Trovati sostanze e manuali armi chimiche"
As Sayliyah 4 aprile 2003 - Le forze americane hanno detto di aver
trovato in una fabbrica vicino a Baghdad quello che sembra essere un centro di
addestramento per la guerra chimica e batteriologica: fiale di polvere,
liquidi e manuali per armi chimiche. Anche se non è chiara la natura delle
sostanze trovate. Lo ha detto oggi il portavoce del Comando Centrale americano
in Qatar, generale Richard Brooks.
Oltre alla notizia di questo ritrovamento Brooks si è soffermato sulla
situazione attuale a Baghdad. Il generale ha chiarito che la Guardia
repubblicana irachena, benché pesantemente colpita, è ancora operativa in
città e che i combattimenti proseguono.
All'aeroporto di Baghdad, i militari americani hanno trovato "una serie di
strutture sotterranee che sono attualmente in corso di valutazione" ha detto
Brooks al termine del briefing al Comando centrale. La presenza dei
sotterranei è uno dei motivi per i quali richiederà del tempo per esaminare
tutto il complesso dell'aeroporto per dichiararlo sicuro.
Il generale ha precisato che lo scalo è stato reso "inutilizzabile per le
normali operazioni aeree", ma non ha precisato con quali mezzi e quale sia lo
stato delle piste: "Abbiamo i nostri mezzi per ottenere questi risultati - ha
detto - e sono cose che il regime non ha".
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 15:20)
Attacco suicida al checkpoint, morti 3 soldati angloamericani. USA:trovato deposito iracheno di sostanze chimiche
Doha 4 aprile 2003 - "Più il
regime è disperato, più diventa disperata la sua tattica. Questo è solo
l'ultimo tragico esempio". Con queste parole l'ufficiale americano Jim
Wilkinson ha confermato l'attentato avvenuto la scorsa notte 18 chilometri a
sud est di Haditha Dam, a 130 chilometri dal confine iracheno con la Siria.
Un mezzo civile si è avvicinato al checkpoint degli angloamericani, ha
dichiarato Wilkinson; poi "una donna incinta è uscita fuori dal veicolo
cominciando a urlare spaventata. A questo punto il veicolo è esploso uccidendo
tre soldati della coalizione che si stavano avvicinando all'auto, ferendone
altri due". La donna e l'autista del veicolo sono stati uccisi.
L'episodio odierno è il secondo attacco suicida contro uomini della coalizione
angloamericana dall'inizio della guerra; la scorsa settimana un autista di
taxi imbottito di esplosivo si era fatto esplodere nei pressi della città di
Najaf uccidendo 4 soldati angloamericani. Il quotidiano israeliano Haaretz,
intanto, cita fonti americane (il colonnello John Peabody, terza divisione di
fanteria) e riferisce della scoperta di un magazzino iracheno con materiale
sospetto nel complesso industriale di Latifiyah, a sud di Baghdad: oltre a
migliaia di casse di polvere bianca e documenti su armi chimiche e biologiche
ci sarebbero anche quantità di antidoto dell'agente nervino.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 13:30)
Il comando angloamericano: "Prendere l'aeroporto Saddam richiederà tempo. Davanti a noi i giorni più difficili"
Doha 4 aprile 2003 -
"Abbiamo attraversato le linee della Guardia repubblicana ma sappiamo che ci
sono reparti della Guardia repubblicana speciale in città. I giorni più
difficili sono davanti a noi". Mentre si continua a sparare all'aeroporto
Saddam, quasi completamente sotto il controllo americano, è il portavoce del
comando centrale in Qatar, il capitano Frank Thorp a spegnere facili
entusiasmi alla vigilia di quella che si annuncia come una battaglia durissima
e al tempo stesso rischiosissima: la presa di Baghdad è tutt'altro che
imminente, "le nostre forze si muoveranno quando saranno pronte".
All'aeroporto Saddam - "Si tratta di un aeroporto internazionale
estremamente grande - ha detto Thorp - e la sua presa richiederà del tempo. Le
nostre forze sono comunque al lavoro secondo i nostri ritmi".
La zona rossa - Riguardo alla cosiddetta zona rossa, che
secondo gli Usa delimita l'area all'interno della quale il regime di Saddam
Hussein sarebbe pronto ad usare armi di distruzione di massa, il portavoce del
comando ha sottolineato che è una barriera ormai superata e che il pericolo
resta alto. "Si è molto discusso di questa 'linea rossa' - ha detto Thorp - e
ormai siamo ben oltre. Sappiamo che il regime ha quel particolare tipo di armi
e che può usarle. I soldati sono pronti e sono in allerta, ma fino ad ora,
grazie a Dio, le armi non sono state usate".
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 12:00)
Il comando angloamericano: "Prendere l'aeroporto Saddam richiederà tempo. Davanti a noi i giorni più difficili"
Doha 4 aprile 2003 -
"Abbiamo attraversato le linee della Guardia repubblicana ma sappiamo che ci
sono reparti della Guardia repubblicana speciale in città. I giorni più
difficili sono davanti a noi". Mentre si continua a sparare all'aeroporto
Saddam, quasi completamente sotto il controllo americano, è il portavoce del
comando centrale in Qatar, il capitano Frank Thorp a spegnere facili
entusiasmi alla vigilia di quella che si annuncia come una battaglia durissima
e al tempo stesso rischiosissima: la presa di Baghdad è tutt'altro che
imminente, "le nostre forze si muoveranno quando saranno pronte".
All'aeroporto Saddam - "Si tratta di un aeroporto internazionale
estremamente grande - ha detto Thorp - e la sua presa richiederà del tempo. Le
nostre forze sono comunque al lavoro secondo i nostri ritmi".
La zona rossa - Riguardo alla cosiddetta zona rossa, che
secondo gli Usa delimita l'area all'interno della quale il regime di Saddam
Hussein sarebbe pronto ad usare armi di distruzione di massa, il portavoce del
comando ha sottolineato che è una barriera ormai superata e che il pericolo
resta alto. "Si è molto discusso di questa 'linea rossa' - ha detto Thorp - e
ormai siamo ben oltre. Sappiamo che il regime ha quel particolare tipo di armi
e che può usarle. I soldati sono pronti e sono in allerta, ma fino ad ora,
grazie a Dio, le armi non sono state usate".
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 11:50)
Evacuati i civili dalla zona dell'aeroporto
BAGHDAD 04 Apr - Fonti ufficiali irachene hanno invitato i cittadini abitanti nella zona dell'aeroporto internazionale Saddam di Baghdad a lasciare le proprie case e a spostarsi verso zone più interne della stessa città. L'area attorno all'aeroporto è ora "zona militare chiusa", secondo quanto riporta Nic Robertson di CNN, e vi si stanno portando i Fedayn di Saddam Hussein. L'area civile attorno all'aeroporto è ormai praticamente deserta. D'altra parte Walter Rodgers, altro reporter CNN al seguito del settimo cavalleggeri delle truppe Usa, riferisce che a poche miglia dall'aeroporto è ancora in grado di vedere civili nelle proprie abitazioni. Sull'esito e soprattutto sulla durata della battaglia le fonti ancora divergono. Mentre secondo alcuni si sarebbe per ora conclusa la prima parte dello scontro tra le truppe di terra, con le forze della coalizione che controllerebbero buona parte dell'aeroporto, secondo altri, tra cui Rodgers, i combattimenti continuano. Resta la sensazione, riportata anche dai reporter di guerra, che la resistenza incontrata nell'avvicinarsi alla città sia stata "tiepida" e questo lascia sorgere dubbi su cosa le forze irachene stiano preparando nella capitale. Il timore dell'uso di armi chimiche o biologiche cresce. Peraltro da fonte americana cresce anche l'idea di lasciare Baghdad isolata al suo destino, come sostiene il Capo di Stato Maggiore, Generale Myers: "Un Baghdad isolata come può influire sul resto del Paese?".
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 11:15)
Battaglia all'aeroporto Saddam, civili in fuga verso Baghdad. Hoon: "La presa sarà un grosso colpo al regime"
Londra 4 aprile 2003 - In
un'intervista a Bbc radio, il ministro della difesa britannico ha detto che
gli americani "controllano una significativa parte dell'aeroporto" Saddam, ma
di non poter confermare che lo scalo è stato conquistato. Tutt'intorno, gli
abitanti dei quartieri vicini cercano scampo alla furiosa battaglia fuggendo
verso il centro di Baghdad. Mentre le forze alleate e gli uomini della Guardia
Repubblicana continuano a fronteggiarsi attorno all'aeroporto, dove ancora ci
sono sacche di resistenza, decine di automobili stracariche e lanciate a
grande velocità viaggiano lungo la strada principale che congiunge l'aeroporto
al centro. Baghdad, invece, resta in silenziosa attesa: strade deserte, pochi
segni di operazioni militare oltre ai miliziani nelle uniformi verdi.
Continuano a mancare acqua e luce, i negozi sono rimasti in gran parte con le
saracinesche abbassate. La gente è in gran parte chiusa in casa, disorientata
dalle notizie, celate dalla tv di Stato irachena, che vogliono le forze
angloamericane all'aeroporto cittadino.
La sua occupazione, ha spiegato Hoon, sarà "un grosso colpo psicologico per il
regime. Ciò dimostra al regime, e speriamo anche agli abitanti di Baghdad che
siamo lì". Secondo il ministro, la Guardia repubblicana potrebbe essersi
ritirata verso la capitale per riorganizzarsi dopo l'attacco delle truppe Usa
all'aereoporto internazionale Saddam.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 11:10)
SI CONTINUA A COMBATTERE A BASSORA, UCCISI PARAMILITARI IRACHENI
BASSORA 04 Apr - Le forze britanniche hanno
affermato di aver ucciso otto miliziani paramilitari iracheni in una battaglia
in una strada alla periferia di Bassora, nel Sud dell'Iraq. Il capitano James
Moulton ha detto che dieci carri armati e blindati britannici sono entrati in
una baraccopoli proprio di fronte alle loro posizioni al margine di Bassora,
alla ricerca di miliziani iracheni, e sono finiti sotto il fuoco. Moulton ha
detto che nella battaglia che ne e' scaturita, e che era ancora in corso, otto
miliziani sono stati uccisi. Un giornalista della Reuters a poche centinaia di
metri di distanza ha visto civili iracheni correre per mettersi al riparo
mentre nella zona si susseguivano esplosioni e spari.
PORTAVOCE IRACHENO: CONTROLLIAMO BASSORA, BAGHDAD RESISTE - Un
portavoce militare iracheno ha affermato in nottata che l'Iraq controlla
tuttora la citta' di Bassora, nel sud, e che Baghdad ''inghiottira'''
qualsiasi forza di invasione che tentasse di entrarvi. ''La situazione
continua ad essere stabile a Bassora, c'e' un controllo totale e il nemico sta
subendo pesanti perdite'', ha detto il generale Hazem al Rawi alla televisione
satellitare irachena. Il portavoce ha aggiunto che violenti combattimenti sono
ancora in corso a Nassiriya (sud). ''Quanto a Baghdad, vi assicuro che le sue
mura sono munite e piene di uomini, armi e cavalleria, il che le consentira'
di inghiottire per intero gli uomini americani, assieme alle riserve che hanno
richiamato dall'America'', ha aggiunto il generale.
MEDICO-GIORNALISTA TENTA OPERAZIONE SU BAMBINO FERITO - Un inviato di
guerra della Cnn, Sanjay Gupta, ha dovuto agire in Iraq nella sua veste di
neurochirurgo per cercare, anche se invano, di salvare un bambino iracheno di
due anni ferito alla testa. Il bambino era a bordo di un taxi che non si era
fermato a un posto di blocco a sud di Baghdad. I marine hanno aperto il fuoco,
uccidendo due passeggeri della vettura e ferendo gravemente il bimbo. Gupta,
un medico-giornalista che segue la guerra per la Cnn nell'unita' dei 'devil
docs' (medici del diavolo) della marina militare statunitense, era l'unico
chirurgo presente in grado di compiere l'operazione. Sebbene il suo intervento
non sia riuscito a salvare il bambino, Gupta si e' detto convinto, dai punti
di vista ''medico e morale'', di aver fatto ''la cosa giusta''. La Cnn e'
d'accordo con lui: ''siamo estremamente fieri di lui''.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 10:30)
Sky News: truppe Usa ribattezzano aeroporto di Baghdad
Baghdad 4 aprile 2003 - Dopo aver combattuto tutta la notte per
strapparlo alle milizie della guardia repubblicana, le truppe americane hanno
già provveduto a ribattezzare il "Saddam Hussein Airport" in "Baghdad
International". Lo riporta l'emittente Sky News secondo cui tutti i grandi
ritratti del dittatore presenti nello scalo sono già stati rimossi e fatti a
pezzi.
Secondo quanto dichiarato dal generale Richard Myers all'interno
dell'aeroporto ci sarebbero tuttavia ancora delle sacche di resistenza
irachene anche se gli americani avrebbero già preso controllo di tutte le
strutture principali.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 09:20)
CONTINUANO I COMBATTIMENTI ALL'AEROPORTO DI BAGHDAD
BAGHDAD 04 APR - Violenti combattimenti sono
in corso questa mattina tra le forze americane e gli iracheni all'aeroporto
Saddam Hussein di Baghdad, 20 km a sud della capitale. I nuovi scontri sono
cominciati poco dopo le 07:30 locali (le 05:30 italiane) nel momento in cui le
forze americane affermavano di controllare l'80% dello scalo. Secondo il
giornalista dell'Afp sul posto le forze irachene tiravano sulle posizioni
americane all'interno del perimetro dell'aeroporto. Il colonnello Will
Grimsley, comandante della prima brigata della terza divisione di fanteria ha
detto che durante i combattimenti le forze Usa hanno fatto 40 prigionieri,
''tutti appartenenti alla Guardia repubblicana''.
CENTCOM, AEROPORTO BAGHDAD NON ANCORA SOTTO CONTROLLO - L'aeroporto
internazionale di Baghdad non e' ancora completamente sotto il controllo delle
forze alleate. Lo ha detto all'Ansa il portavoce britannico nel Comando
centrale (Centcom) in Qatar, capitano di gruppo Al Lockwood. ''Richiedera' del
tempo controllarlo completamente - ha detto Lockwood - perche' e' un'area
enorme, sono quattro miglia per due''. Le fonti americane al Centcom per il
momento non danno valutazioni sulla situazione all'aeroporto.
LA BATTAGLIA PER L'AEROPORTO - La Cnn ha mostrato stamattina immagini
in diretta provenienti dall'aeroporto di Baghdad, con mezzi corazzati
americani in movimento. Il comando americano riferisce che nella battaglia
sono stati finora uccisi 320 iracheni e catturati o distrutti 31 pezzi di
artiglieria contraerea, tre blindati trasporto truppe, 23 automezzi e un
cannone da campagna.
BOMBARDATO IL CENTRO DI BAGHDAD - Per tutta la notte sono proseguiti i
raid contro obiettivi nel centro della citta'. Ci sono stati una trentina di
bombardamenti, di cui 16 nell'arco di tre ore. Tra gli obiettivi i palazzi
presidenziali, che sono stati ripetutamente colpiti.
BAGHDAD RIVENDICA, DISTRUTTI ELICOTTERI E TANK - Fonti ufficiali
irachene hanno rivendicato l'abbattimento di due elicotteri da combattimento
Apache e la distruzione di 18 fra carri armati e mezzi blindati angloamericani
in diverse zone del fronte di guerra. Nella battaglia per il controllo della
zona dell'aeroporto di Baghdad, le forze irachene avrebbero catturato cinque
carri armati e un elicottero.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 09:00)
FRONTE NORD: ARTIGLIERIA IRACHENA SPARA SULLA VIA DI MOSSUL
MOSSUL 04 Apr - Le forze irachene che
avevano ripiegato nella localita' di Khazer, nel nord del paese, hanno sparato
colpi di artiglieria questa nattina sulla zona che avevano abbandonato ieri,
sulla via per Mossul. Pressati sul fronte nord dai peshmerga curdi appoggiati
dagli americani, gli iracheni sono arretrati di 5 km. Echi di forti esplosioni
sono stati avvertiti la notte scorsa in un raggio di diverse decine di
chilometri da Mossul e in particolare nella zona di Dohuk, che dista circa 60
km.
SALTA SU MINA E MUORE UN CAMERAMAN DELLA BBC - Un cameraman della Bbc,
un freelance iraniano di 52 anni, e' stato ucciso da una mina anti-persona
mentre scendeva dalla sua auto nella citta' di Kifri, nel nord dell'Iraq. Con
lui c'erano altre tre persone: una ferita a un piede, le altre due rimaste
illese.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 08:50)
USA ANNUNCIANO CONQUISTA AEROPORTO BAGHDAD MA CONTINUANO GLI SCONTRI
BAGHDAD 04 Apr - Violenti combattimenti sono
in corso questa mattina tra le forze americane e gli iracheni all'aeroporto
Saddam Hussein di Baghdad, 20 km a sud della capitale.
I nuovi scontri sono cominciati poco dopo le 07:30 locali (le 05:30 italiane)
nel momento in cui le forze americane affermavano di controllare l'80% dello
scalo. Secondo il giornalista dell'Afp sul posto le forze irachene tiravano
sulle posizioni americane all'interno del perimetro dell'aeroporto. Il
colonnello Will Grimsley, comandante della prima brigata della terza divisione
di fanteria ha detto che durante i combattimenti le forze Usa hanno fatto 40
prigionieri, ''tutti appartenenti alla Guardia repubblicana''.
LA BATTAGLIA PER L'AEROPORTO - La Cnn ha mostrato stamattina immagini
in diretta provenienti dall'aeroporto di Baghdad, con mezzi corazzati
americani in movimento. I marine starebbero in queste ore mettendo in
sicurezza l'area del complesso aeroportuale alla periferia sud della capitale
irachena. Il comando americano riferisce che nella battaglia sono stati finora
uccisi 320 iracheni e catturati o distrutti 31 pezzi di artiglieria
contraerea, tre blindati trasporto truppe, 23 automezzi e un cannone da
campagna.
BOMBARDATO IL CENTRO DI BAGHDAD - Per tutta la notte sono proseguiti i
raid contro obiettivi nel centro della citta'. Ci sono stati una trentina di
bombardamenti, di cui 16 nell'arco di tre ore. Tra gli obiettivi i palazzi
presidenziali, che sono stati ripetutamente colpiti.
BAGHDAD RIVENDICA, DISTRUTTI ELICOTTERI E TANK - Fonti ufficiali
irachene hanno rivendicato l'abbattimento di due elicotteri da combattimento
Apache e la distruzione di 18 fra carri armati e mezzi blindati angloamericani
in diverse zone del fronte di guerra. Nella battaglia per il controllo della
zona dell'aeroporto di Baghdad, le forze irachene avrebbero catturato cinque
carri armati e un elicottero.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 08:30)
A Baghdad gli americani non controllano ancora tutto l'aeroporto Saddam. Più di 300 morti, si combatte ancora
Baghdad 4 aprile 2003 - Durante la notte, unità corazzate americane
hanno preso il controllo quasi totale dell'aeroporto Saddam Hussein di Baghdad
e ne stanno ora rendendo sicuro il perimetro, neutralizzando i punti di
resistenza che restano. Violenti combattimenti sono ancora in corso tra le
forze americane e gli iracheni. Lo ha constatato un giornalista dell'agenzia
France Presse e confermato il portavoce britannico nel Comando centrale (Centcom)
in Qatar, capitano di gruppo Al Lockwood: "Richiederà del tempo controllarlo
completamente perché è un'area enorme, sono quattro miglia per due". Le fonti
americane al Centcom per il momento non danno valutazioni sulla situazione
all'aeroporto.
Complessivamente, la battaglia per l'aeroporto ha fatto, secondo fonti
militari alleate, 320 caduti iracheni e ha portato all'annientamento di 31
pezzi d'artiglieria antiaerea, tre mezzi blindati per trasporto truppe, 23
automezzi, un pezzo d'artiglieria di campagna e un camion di munizioni.
E, non lontano dell'aeroporto, c'è stata una battaglia di carri: una compagnia
di mezzi corazzati iracheni è stata annientata quando ha cercato di bloccare
l'avanzata di una colonna del 7.o cavalleggeri, che ha avuto il supporto di
elicotteri d'assalto Apache. Lo indicano fonti militari americane al Pentagono
e al quartier generale del Comando Centrale nel Qatar e lo confermano le
immagini che vengono trasmesse in diretta dalle tv americane e i racconti dei
giornalisti "embedded", cioè al seguito delle unità d'avanguardia.
Mentre infuriava la battaglia all'aeroporto, nella capitale senza luce,
secondo i quotidiani inglesi, forze speciali anglo-americane sono entrate a
Baghdad. Si tratterebbe di decine di uomini dell'esercito e dei servizi
segreti, penetrati nella città per dare la caccia dei dirigenti iracheni e
valutare le capacità di resistenza della Guardia Repubblicana.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 07:20)
Gli Usa ammettono: "trascurabile" la minaccia chimica e batteriologica
Baghdad 4 aprile 2003 - Per la prima volta dall'inizio del conflitto
fonti militari statunitensi hanno riconosciuto che la minaccia rappresentata
dai potenziali arsenali chimici e batteriologici iracheni è "trascurabile", o
quanto meno lo è diventata.
Finora le forze del regime di Saddam Hussein non si sono servite di tali armi
di distruzione di massa in nessuna delle tre aree principali ove si combatte e
nelle quali si pensava che a simili aggressivi sarebbe stato fatto ricorso:
nell'ordine a Karbalka, nella cintura esterna di Baghdad fino a una trentina
di chilometri di distanza, e infine in prossimità della capitale.
È stato il capitano Adam Mastrianni, responsabile dell'intelligence per la
Brigata Aerea della 101ma Divisione Usa Aviotrasportata, ad ammettere che il
pericolo è considerato ormai considerevolmente scemato, se non del tutto
scomparso; anche perché, ha aggiunto, "di aree chimiche finora non è che ne
abbiamo trovate granché".
A riprova di tale assunto, il capitano ha reso noto che a partire da domattina
il comandante della 101ma, generale David Petraeus, ha dato ordine di
consentire a tutti i subordinati di togliersi le speciali tute protettive e
altri tutori anti-chimici o anti-biologici, come maschere anti-gas e stivaloni
isolanti in gomma.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 06:30)
Baghdad, le forze angloamericane occupano l'aeroporto. Bombardamenti anche nel Nord
Baghdad 4 aprile 2003 - All'alba del sedicesimo giorno di guerra, dopo aspri combattimenti durati tutta la notte scorsa, le forze americane hanno assunto il controllo dell'aeroporto di Baghdad. Ciò non sarebbe però il preludio dell'ingresso nella capitale irachena delle forze di terra della coalizione. Secondo il Pentagono gli alleati puntano infatti a impossessarsi di obiettivi-chiave tutto intorno alla città in modo da isolare la leadership irachena dal resto del Paese. Il Congresso degli Stati Uniti ha frattanto approvato lo stanziamento di 80 miliardi di dollari per il finanziamento della guerra. La Cnn ha mostrato stamattina immagini in diretta provenienti dall'aeroporto di Baghdad, con mezzi corazzati americani in movimento. I marines starebbero in queste ore mettendo in sicurezza l'area del complesso aeroportuale alla periferia sud della capitale irachena.
Il comando americano riferisce che nella battaglia sono stati finora uccisi 320 iracheni e catturati o distrutti 31 pezzi di artiglieria contraerea, tre blindati trasporto truppe, 23 automezzi e un cannone da campagna.
Numerose esplosioni sono state udite all'alba alla periferia sud di Baghdad, dove si trova l'aeroporto.
Anche la contraerea irachena è entrata in azione. La capitale da ieri sera, è senza energia elettrica, per la prima volta dall'inizio della guerra.
Le forze della coalizione hanno bombardato anche il fronte nord. Dopo aver respinto un contrattacco delle forze irachene, che cercavano di riprendere il controllo di un ponte strategico, peshmerga e soldati americani sono arrivati a meno di 30 chilometri da Mosul.
Nel sud, infine, per la prima volta dall'inizio del conflitto, le truppe britanniche sono riuscite a stabilire ieri un campo a Bassora.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 06:00)
Cnn: i video di Saddam registrati prima dell'inizio della guerra
Baghdad 4 aprile 2003 - Tutti i video di Saddam Hussein andati in onda
sulla tv irachena dall'inizio dell'offensiva americana sono stati registrati
prima dell'attacco, scagliato il 19 marzo scorso.
Come riportato dalla Cnn, è questa la conclusione alla quale sono giunti gli
esperti di intelligence Usa dopo aver analizzato attentamente in nastri.
I video erano fino ad ora l'unica prova che il rais sia ancora in vita.
(Aggiornato il 04 Aprile 2003 ore 02:00)
Baghdad, Usa attaccano l'aeroporto. Decine di morti fra gli iracheni
Baghdad 3 aprile 2003 - Le
forze americane che stanno procedendo verso Baghdad hanno lanciato l'attacco
all'aeroporto principale della capitale irachena e non stanno incontrando
resistenza: lo affermano fonti militari citate dall'agenzia Reuters un cui
giornalista è al seguito della Terza divisione di fanteria.
"Non possiamo ancora fare un bilancio della battaglia, ma i soldati non hanno
incontrato alcuna resistenza finora", ha detto il reporter Luke Baker, che è
al seguito della terza divisone di fanteria Usa. Decine di morti iracheni -
Decine di iracheni sono rimasti uccisi nell'attacco sferrato all'aeroporto
di Baghdad. Lo ha riferito un corrispondente della Reuters.
Le truppe avanzate del terzo fanteria, ha aggiunto, tengono anche le posizioni
a sudest e a ovest dell'aeroporto. Richiesto di dire se il fuoco di
artiglieria e di missili americani fosse diretto verso l'aeroporto, un
ufficiale del terzo ha detto: "possiamo ritenere che sia tutto indirizzato
verso quella direzione".
Baghdad al buio - Tutta l'area, come l'intera capitale, per
la prima volta dall'inizio della guerra, sono al buio: si ignora se
l'elettricità sia saltata, dopo una serie di esplosioni in città, o se sia
stata tolta. Ma gli Stati Uniti hanno fatto sapere che il black out non è
opera loro.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 19:40)
BASSORA RESISTE ANCORA, GLI INGLESI RECLUTANO SPIE
LONDRA 03 Apr -
Le forze britanniche
schierate nella zona intorno a Bassora, nel sud dell'Iraq, stanno cercando di
reclutare membri del partito di Saddam Hussein, il Baath, disposti a fare da
spie. Secondo quanto riferito oggi dal quotidiano britannico Daily Telegraph,
le truppe del Regno Unito sperano di riuscire a scoprire i luoghi in cui si
nascondono i membri dell'esercito iracheno e i guerriglieri, prima di avanzare
all'interno della citta'. I soldati britannici sono gia' entrati in contatto
con alcuni membri del Baath disposti ad infiltrarsi tra i gruppi di militari
iracheni nascosti nelle scuole e negli ospedali per sfuggire agli attacchi
delle forze alleate. Secondo un alto funzionario britannico, l'obiettivo e'
''prenderli uno ad uno'' per chiedere loro di collaborare. ''Sono stato
costretto ad entrare nel partito. Molti di noi si sono trovati iscritti senza
nemmeno rendersene conto'', ha detto uno degli iracheni che ha accettato di
collaborare con i britannici. ''Io vado a Bassora per voi perche' non ho
alcuna fiducia in questo regime''.
KARBALA - Un elicottero Blackhawk Usa e' stato abbattuto nel sud
del Paese, non lontano da Karbala: il Pentagono ha confermato che sette
soldati americani sono morti mentre altri quattro sono stati feriti ma tratti
in salvo. All' alba, poi, si e' appreso che un caccia Fa-18 da combattimento
partito da una portaerei nel Golfo e' stato centrato da un missile terra-aria
mentre era in missione sull' Iraq meridionale. Ancora nessuna notizia sulla
sorte del pilota.
Gli Stati Uniti hanno confermato oggi con un comunicato diffuso dal Comando
centrale in Qatar l'abbattimento di un caccia FA-18 Hornet in Iraq. In
un comunicato intitolato 'Abbattuto in Iraq aereo Hornet monoposto', il
Comando Centrale (CentCom) della guerra in Iraq afferma che sono ancora in
corso indagini sull'episodio, e il nome del pilota non sara' per ora reso
noto. GB, MILIZIANI E
REGOLARI RESISTONO A BASSORA - Le forze britanniche impegnate nella presa
di Bassora (sud dell'Iraq) si stanno scontrando oggi con un migliaio di
miliziani iracheni che resistono alla loro avanzata, e con truppe regolari che
hanno ripiegato nella citta', ha detto oggi un portavoce militare britannico.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 19:00)
A NORD CONTINUA AVANZATA PESHMERGA VERSO MOSSUL
Baghad 03 Apr - Le truppe americane stanno
bombardando le vie di comunicazione tra Tikrit, a nord di Baghad, e la
capitale per impedire i movimenti da nord verso sud alle divisioni irachene.
Lo ha detto a Doha, durante il briefing quotidiano, il generale Brooks,
portavoce del comando centrale Usa (Centcom).
A KALAK - Continua l' avanzata dei peshmerga verso il centro
petrolifero di Mossul e, secondo quanto riferito dal corrispondente della
Reuters, i gruppi di armati curdi si trovano a poche miglia da quelle che
erano le posizioni tenute dagli iracheni sino alla scorsa notte. I combattenti
curdi nordi-racheni si sono scontrati oggi con soldati iracheni nei pressi di
Mossul, riferiscono dal posto fonti giornalistiche citate dall'agenzia Anadolu.
Lo scontro e' cominciato sulla strada tra Kalak e Mossul la notte scorsa,
quando l'avanzata dei peshmerga, accompagnati da un piccolo gruppo di marines
americani, verso posizioni abbandonate in precedenza dagli iracheni e' stata
contrastata da un intenso fuoco di mitragliatrici. Successivamente le
postazioni irachene sono state sottoposte a colpi di artiglieria. Lo scontro
e' proseguito in mattinata. Le postazioni irachene, intanto, continuano ad
essere bersaglio delle artiglierie americane.
SALTA SU MINA E MUORE UN CAMERAMAN DELLA BBC - Un cameraman della Bbc,
un freelance iraniano di 52 anni, e' stato ucciso da una mina anti-persona
mentre scendeva dalla sua auto nella citta' di Kifri, nel nord dell'Iraq. Con
lui c'erano altre tre persone: una ferita a un piede, le altre due rimaste
illese.
FIXING - L'obiettivo principale delle operazioni a Nord bombardamenti
delle postazioni irachene arroccate attorno alle citta' petrolifere di Mossul
e Kirkuk, costruzione di basi e operazioni antiterroristiche) non sembra per
ora quello di operare uno sfondamento delle due citta' petrolifere del Nord
Mosul e Kirkuk per poi marciare verso Baghdad, ma piuttosto quello di tenere,
con bombardamenti e col minor numero di soldati possibile, ancorate ('fixing')
al Nord le 10 divisioni irachene (compresa la Nabuccodonosor della Guardia
Repubblicana che terrorizza la popolazione e vigila sulla fedelta' delle altre
divisioni) impedendogli di accorrere a difesa di Baghdad.
OPERAZIONI TATTICHE - ''Le operazioni sul fronte nord saranno
soprattutto di carattere tattico e molto diverse da quelle del fronte sud. Non
vi aspettate al Nord operazioni come nel fronte sud''- ha confermato il
portavoce del Partito democratico del Kurdistan (Pdk), Hoshyar Zebari,
aggiungendo, comunque, che al Nord ''si attendono da un momento all'altro
nuovi soldati americani'', le quali, secondo alcune fonti curde starebbero
gia' arrivando e vengono distribuite lungo la linea di confine tra la zona
controllata dai curdi e quella controllata dai soldati iracheni.
BOMBARDAMENTI - Le postazioni dell'esercito iracheno intorno a Mossul e
Kirkuk, nel Nord Iraq, sono state gia ''quasi completamente distrutte'' dai
bombardamenti americani dello scorso fine settimana, ma i bombardamenti
continuano su Mossul, Kirkuk e Kalak. L'esercito iracheno si e' ritirato per
ragioni tattiche, oltre che da Chamchamal e Kushtepe anche dalle posizioni
vicine a Duhoc, evacuando anche 8 villaggi dell'area, per attestarsi attorno e
dentro la citta' di Kirkuk e nella citta' di Pirde tra Kirkuk ed Erbil. Gli
americani e i curdi stanno concentrando veicoli militari (ma non ancora carri
armati e artiglieria, che probabilmente non arriveranno mai) nella loro base
costruita nei giorni scorsi a ridosso dell'aeroporto di Hariri, a circa 40
chilometri a Nordest di Erbil.
TURCHI E CURDI - La funzione delle truppe americane in Nord Iraq sembra
anche quella di prevenire un intervento turco che Ankara si riserva di
compiere nel caso che vengano superate alcune 'linee rosse' da parte dei curdi.
Ankara teme che i curdi nord iracheni, approfittando della guerra, possano
prendere Kirkuk e Mossul e costituire uno stato curdo indipendente che
potrebbe divenire polo di attrazione di una nuova ondata di separatismo curdo
in Turchia ad opera del Kadek-Pkk. ''La Turchia non dovrebbe nutrire soverchie
preoccupazioni dato che i gruppi curdi nordiracheni non intendono ne' formare
uno stato curdo ne' impossessarsi dei pozzi di petrolio che in futuro andranno
a profitto dell'intero popolo iracheno e non di alcuni gruppi''- ha detto lo
stesso Zebari avvertendo tuttavia con riferimento ad un possibile intervento
turco: ''Mossul e Kirkuk sono citta' del popolo iracheno. Un intervento di
altri paesi e' fuori in questione''. Gli Usa, d'altra parte, stanno
rassicurando la Turchia che i gruppi curdi nordiracheni ''non tenteranno di
prendere Kirkuk e Mossul ne militarmente ne' politicamente -ha detto in una
conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri turco, Huseyin
Dirioz. La cosa e' stata confermata dal consigliere di Washington per il Nord
Iraq, Zalmay Khalilzad dopo un suo ennesimo incontro con il sottosegretario
agli esteri turco Ali Tuygan. ''Risolveremo i potenziali problemi nell'ambito
del centro di coordinamento turco-americano-curdo che sta per essere formato a
Silopi''- ha detto Khalilzad.
EMERGENZA KAMIKAZE - Una terza funzione delle truppe americane e'
quella della lotta al terrorismo, soprattutto dopo l'annuncio di ieri della
Jihad islamica di avere inviato in Iraq 4 mila kamikaze pronti ad attacchi
suicidi. Nei giorni scorsi gli americani hanno prima bombardato e poi
attaccato, spalleggiati da tre mila militanti curdi del Puk (Unione
patriottica del Kurdistan), le postazioni di Ansar Al-Islam, un gruppo
fondamentalista filo-taleban vicino ad Al Qaida. Durante questi scontri piu'
di 100 miliziani (di Ansar al-Islam) sono stati uccisi e 10 sono stati fatti
prigionieri. Altri 800 si sono rifugiati sulle montagne al confine con l'Iran.
''Trasformeremo l'Iraq in un cimitero per i crociati e i loro agenti servili.
Piu' di 300 combattenti martiri hanno prestato gia' giuramento'', ha
minacciato l'emiro Abou Abdallah Al-Chafei di Ansar al Islam, che conta anche
molti militanti afghani. Anche in Nord Iraq, quindi, l'emergenza kamikaze e'
per il momento la minaccia piu' insidiosa ai piani della coalizione sul fronte
Nord.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 16:30)
Avanguardia Usa a 10 km da Bagdad
Bagdad 03 Apr - L'avanguardia della 3/a divisione della fanteria americana
sarebbe alle porte di Bagdad. Secondo fonti militari Usa, le truppe alleate
sono a 10 chilometri dalla capitale irachena. Uomini dell'esercito
angloamericano avrebbero già preso posizione intorno all'aeroporto
internazionale della città.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 10:30)
Bassora, Cnn: Topi del deserto britannici entrano in città. Baghdad, i marines a 15 km. Uccisi 2 soldati USA
Bassora 3 aprile 2003 - Secondo la tv satellitare americana le truppe britanniche hanno cominciato ad entrare nei quartieri periferici della città, mentre a nord, stando a Fox news, la terza divisione della fanteria americana sta attraversando l'Eufrate, stringendo su Baghdad, lontana appena una quindicina di chilometri. Trova conferme ufficiali, intanto, la notizia di due soldati americani morti "in un attacco con razzi Rpg" a ovest dell'Eufrate. La battaglia nella capitale, anticipa il New York Times, potrebbe non essere imminente: il tempo, ora, potrebbe diventare un fattore favorevole alle forze angloamericane.
I due livelli -
In un breve
briefing con la stampa, Chris Vernon,
portavoce delle forze armate britanniche, ha distinto due piani
dell'intervento armato britannico:"Contro l'esercito regolare iracheno stiamo
distruggendo postazioni con flessibilità, costanza; contro le forze
irregolari, dobbiamo ancora capire chi sono, dove operano, interrompere le
loro comunicazioni, separarli dal popolo iracheno, espellerli dalla
popolazione. Dobbiamo sfruttare il contatto che esiste fra popolazione e
irregolari... guadagnare la fiducia del popolo iracheno: per questo abbiamo
iniziato la distribuzione del cibo, spieghiamo che non c'è alcuna possibilità
che il regime di Saddam resti in piedi".
"Non utilizziamo bombe a grappolo, assolutamente - ha detto ancora Vernon -
Quando la popolazione capirà che il regime non esiste più, la situazione
cambierà. A Bassora resta la paura, il sospetto".
Bbc: scoperta una camera di tortura - Lo ha riportato un
giornalista della Bbc a seguito dei "Royal marines": i militari britannici
erano entrati in un edificio della polizia di Saddam alla ricerca di tracce
delle forze paramilitari irachene. Negli uffici al piano superiore della
stazione di Abu al Khasib sono stati trovati documenti e mappe, ed al piano di
sotto la stanza della tortura, con i fili elettrici per torturare con le
scariche elettriche gli interrogati.
A pochi chilometri da Baghdad - Circa 500 soldati sono rimasti uccisi nella battaglia per la riconquista di uno strategico ponte sul fiume Eufrate, a circa 30km a sud-ovest di Baghdad, secondo quanto riferito dal maggiore John Altman, un ufficiale dell'intelligence al seguito della Prima Brigata e della terza divisione di Fanteria dell'esercito Usa. Nella notte, i militari statunitensi avevano respinto due contrattacchi iracheni, per riprendere il controllo del ponte conquistato ieri dagli angloamericani a nordest della città santa sciita di Karbala. Da lì è ripresa oggi l'avanzata della terza divisione. Non ci sono state notizie di caduti nei combattimenti, ma sette soldati sono morti nell'elicottero "Black Hawk", addetto al trasporto di truppe, abbattuto dall'artiglieria leggera nei pressi di Karbala.
Saddam e l'ultima resistenza -
L'avanzata della terza divisione non è mai stata contrastata dai mezzi
corazzati della divisione Medina della guardia repubblicana. Nelle due
settimane di bombardamenti un grande numero di questi mezzi corazzati sono
stati distrutti, ma gli analisti sottolineano anche come ci sia la possibilità
che Saddam Hussein stia conservando il grosso della sua residua capacità di
difesa per la battaglia a Baghdad, dove la superiorità tecnologica e militare
americana sarà meno decisiva.
New York Times - Ora che le forze statunitensi sono a 30
chilometri dalla capitale, al Pentagono preparano i piani finali per la
battaglia per Baghdad, che, scrive oggi il New York Times, "sarà un microcosmo
della stessa guerra" perché avrà, in scala ridotta, gli stessi obiettivi:
distruggere le forze che sostengono Saddam Hussein, evitare vittime civili e
limitare i danni alle infrastrutture civili permettendo l'arrivo di aiuti. Ma
l'obiettivo militare fondamentale sarà quello di evitare i combattimenti
strada per strada e le azioni di guerriglia cui invece sembrano prepararsi le
forze irachene che si sono ritirate nella capitale. "Se la battaglia per
Baghdad diventa una guerra urbana strada per strada, allora vorra' dire che
abbiamo sbagliato qualcosa" ha detto un alto ufficiale militare al quotidiano
americano.
Le forze statunitensi potrebbero non affrettare l'attacco finale alla città e
aspettare qualche giorno: "La pazienza è un elemento chiave dell'attuale
piano, e sta pagando sempre più man mano che passano i giorni" ha recentemente
detto il capo degli Stati Maggiori Riuniti, generale Richard Myers, che, dopo
aver messo l'accento sulla velocità, sembra ora preferire un ritmo più lento,
per ottenere quelle che il Pentagono definisce le condizioni migliori per
l'attacco. Il timore principale rimane quello che le forze irachene, i membri
della guardia repubblicana, le altre formazioni di elite e le forze
paramilitari, possano adottare tattiche da guerriglia: "Possono usare le
tattiche usate dai ceceni contro i russi o dai palestinesi contro gli
israeliani" ha spiegato Randy Gangle, un colonello a riposo che ha partecipato
alla formulazione della nuova dottrina di combattimento urbano dei "marines".
"Potrebbero agire in piccoli commando, togliersi le uniformi e cercare di
uccidere gli americani" ha detto. C'è, inoltre, il pericolo del ricorso alle
armi di distruzioni di massa: nonostante non siano state usate finora, e non
siano stati trovati depositi, Washington continua a sottolineare che il regime
di Baghdad ha l'intenzione di farlo. "Noi ci aspettiamo, o almeno ci
prepariamo, ad una battaglia molto difficile - ha spiegato il generale Stanley
McChrystal, del Pentagono - non ci aspettiamo di entrare a Baghdad e prenderla
con un colpo di mano".
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 09:40)
Sempre più vicino l'attacco al cuore del regime
BAGHDAD 03 Apr - Nuove e violentissime esplosioni hanno colpito per tutta la notte il centro e la periferia di Baghdad: particolarmente insistenti soprattutto i bombardamenti alle estremità meridionale e sud-orientale della capitale irachena dove si trovano le postazioni della Guardia Repubblicana schierate a difesa della città. Bombardato anche un importante centro di comando e controllo operativo iracheno situato a Radwaniyah, a sud-ovest di Baghdad. Fonti del Comando Centrale Usa dal quartier generale per il Golfo Persico di Camp as-Sayliyah, in Qatar, hanno precisato che l'obiettivo era dissimulato in un'azienda agricola; il centro colpito "permetteva al regime iracheno di ridispiegare forze militari e paramilitari, nonché di mantenere su di esse la propria autorità". Devastato anche un deposito di munizioni nel distretto di al-Karkh, a nord della capitale dell'Iraq. Le stesse fonti hanno anche reso noto che almeno una quarantina di "bombe leggere" non meglio identificate sono state sganciate su un deposito militare, situato nel sobborgo di Karkh. Numerose possenti esplosioni sono state udite dopo l'alba anche a ridosso della frontiera tra l'Iraq settentrionale e la Turchia. Alcuni testimoni oculari della cittadina di Silopi, un piccolo centro in territorio turco situato a una decina di chilometri dal confine internazionale, hanno riferito che le deflagrazioni, da un minimo di tre ad almeno cinque, provenivano da un'area che si trova sotto il controllo delle milizie curde. La battaglia finale è dunque sempre più vicina: le forze guidate dagli anglo-americani sono infatti a meno di 25 chilometri dalla capitale. Proprio con l'intento di fermare l'avanzata delle forze della Coalizione, unità della Guardia Repubblicana sono uscite da Baghdad all'alba di giovedì muovendo in direzione sud. Fonti militari statunitensi hanno inoltre segnalato che il corpo di elite del regime di Saddam Hussein sta cercando di rafforzare le proprie posizioni intorno all'aeroporto internazionale fuori città. Le truppe statunitensi in marcia su Baghdad hanno intanto respinto due massicci contrattacchi, sferrati dagli iracheni nel tentativo di riprendere lo strategico ponte sull'Eufrate conquistato mercoledì dalle forze della Coalizione. Gli unici due successi delle forze irachene sono l'abbattimento di un elicottero americano con sei persone a bordo e di un caccia bombardiere Usa Fa-18 Hornet.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 09:00)
Baghdad si prepara alla battaglia. Colpiti un elicottero e un caccia americani: 7 morti.
Baghdad 3 aprile 2003 - Sono in corso duri combattimenti in tutto l'Iraq, ormai anche alle porte di Baghdad. Le truppe anngloamericane sarebbero a meno di 25 chilometri dalla capitale. Nella notte la guardia repubblicana e' uscita verso sud nel tentativo di bloccare l'offensiva. Sempre questa notte un elicottero americano e' stato abbattuto vicino Karbala: 7 i militari uccisi. Anche un cacciabombardiere Hornet sarebbe stato colpito da un missile: la notizia e' stata confermata poco fa dal comando di Doha. Intanto Saddam Hussein è tornato a farsi vivo. In un messaggio, ha ribadito che "la vittoria e' vicina" ed ha chiesto ai capi curdi di non allearsi agli invasori. Intanto, l'Iraq ha espulso un giornalista di Al Jazeera ed ha vietato le trasmissioni ad un altro reporter dell'emittente che a sua volta ha deciso di sospendere tutte le trasmissioni in diretta dall'Iraq. Ucciso un cameramen della Bbc nela zona a maggioranza curda del Paese. I 7 giornalisti italiani agli arresti in un albergo di Baghdad dovrebbero essere espulsi verso la Giordania. Sul fronte diplomatico torna in scena il segretario di stato americano Colin Powell, da stanotte a Bruxelles per ricucire i rapporti con l'Unione europea e mettere in chiaro chi gestirà il dopo guerra. Ieri Powell, dopo aver lasciato la Turchia, ha fatto una rapida tappa a Belgrado.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 08:20)
ASSALTO A BAGHDAD, RESISTENZA IRACHENA SEMPRE PIU' DEBOLE
BAGHDAD 03 Apr - Mentre continuano a piovere
a centinaia le bombe alla periferia e nel centro di Baghdad, l'offensiva di
terra delle forze anglo americane avanza incontrando una resistenza sempre
meno tenace da parte dei militari iracheni. Superate le sponde del Tigri e
dell' Eufrate, le divisioni di fanteria, appoggiate da un intenso fuoco di
sbarramento dell' artiglieria, sono ormai ad una ventina di chilometri dalla
capitale ed e' proprio qui che, secondo il Pentagono, ci si aspetta l' ultima
battaglia, benche' i generali americani comunichino l' annientamento delle
divisioni della Guardia repubblicana poste a difesa di Baghdad. Circostanza,
quest' ultima, che Saddam ed i suoi fedelissimi si sono affrettati a smentire.
Nella notte unita' della Guardia repubblicana sono state spostate a sud per
rafforzare le posizioni a difesa dell' aeroporto della capitale.
BAGHDAD SOTTO LE BOMBE IL PENTAGONO ESULTA PER L'AVANZATA - Il
Pentagono annuncia che e' stato sferrato ''l'attacco al cuore del regime''
iracheno, mentre una manovra a tenaglia supera le citta' di Al Kut e Karbala e
spinge verso Baghdad gli americani. Sganciate bombe a grappolo su una
divisione della Guardia Repubblicana, mentre la capitale e' stata di nuovo
pesantemente bombardata in nottata. Saddam lancia un appello ai curdi e
compare di nuovo, sorridente, in tv.
SFERRATO L'ATTACCO AL CUORE DEL REGIME - L'attacco cominciato nel 14.o
giorno di guerra e' quello cruciale, annuncia il generale McChrystal dello
Stato maggiore, mentre da Belgrado il segretario di Stato Powell annuncia:
siamo quasi ai sobborghi di Baghdad. Le truppe Usa hanno conquistato anche il
passaggio sul Tigri ad Al Kut, 170 km a sud-est di Baghdad che offre ai
marines un via d'accesso verso la capitale. Annientata la divisione Baghdad
della Guerra Repubblicana, bombardata con bombe a grappolo dai B-52. Gli
iracheni negano. Avanzata anche a sud-ovest, con l'attraversamento
dell'Eufrate a nord di Karbala. Myers: nonostante il caldo in arrivo, andiamo
avanti.
IN NOTTATA, ANCORA BOMBE SU BAGHDAD - A diverse riprese, a partire
dalle 20 locali (le 19 in Italia) possenti esplosioni si sono di nuovo udite
nella capitale irachena, dove si sono interrotte le trasmissioni della tv di
Stato, mentre quella satellitare ha continuato a trasmettere.
VITTIME IRACHENE - Da ieri, durante i bombardamenti anglo-americani,
sono morti 24 iracheni e circa 200 sono rimasti feriti. Lo ha detto il
ministro dell'informazione iracheno Mohammed Said al Sahhaf.
NAJAF - e' stata accerchiata dalle truppe della coalizione, una parte
delle quali sono entrate nella citta' santa sciita, 150 chilometri a sud di
Baghdad. Centinaia di civili iracheni hanno acolto tra gli applausi i soldati
americani della 101 divisione, secondo quanto ha riferito un ufficiale.
I bombardieri B-52 americani per colpire la Guardia Repubblicana hanno
sganciato sei bombe a grappolo di precisione da 1.000 libbre ciascuna,
quasi mezza tonnellata, su una colonna di carri schierata a difesa di Baghdad.
Le bombe sono di nuova concezione, secondo fonti militari. Sono denominate
CBU-105 e liberano degli ordigni anti-carro capaci di penetrare le superfici
corazzate. Le nuove bombe sono state utilizzate per impedire alla colonna di
portare rinforzi alle unita' della Guardia attaccate da forze alleate nel sud
del paese.
(Aggiornato il 03 Aprile 2003 ore 06:30)
Forze Usa e curde conquistano ponte vicino a Mosul
Baghdad 2 aprile 2003 - Forze scelte statunitensi e "peshmerga" della milizia curda hanno conquistato questa sera un ponte sul fiume Hahr al Khazir, a 20 km a nord est di Mosul. Due brigate irachene hanno tentato di tenere la posizione.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 23:10)
IL PENTAGONO ESULTA PER L'AVANZATA, IL REGIME NEGA
BASE AS SAYLIYAH 02 Apr - Le forze americane
sono a poche decine di chilomentri da Baghdad. Una fonte militare Usa parla di
un'avanguardia a 30 km, la Cnn dice che il Settimo Cavalleggeri si trova a 40
km dalla capitale irachena, dopo aver conquistato la cittadina di Karbala. E
proprio a nord della citta', secondo la Reuters, unita' americane hanno
attraversato il fiume Eufrate.
Il generale Vincent Brooks, del comando centrale Usa, ha confermato che i
marines hanno attraversato il fiume Tigri a al Kut, dove ''e' stata
annientata'' una divisione della Guardia repubblicana. Il ministro
dell'informazione iracheno al Sahaf aveva negato poco prima che lo avessero
fatto. Secondo il comando centrale delle operazioni anglo-americane in Qatar,
le forze Usa hanno anche assunto il controllo della diga di Haditha, a
nord-ovest di Baghdad.
BAGHDAD SMENTISCE DISTRUZIONE DIVISIONE GUARDIA - Un portavoce militare
iracheno ha smentito in una dichiarazione all'Afp la distruzione della
divisione Baghdad della Guardia repubblicana, annunciata dal Comando centrale
(Centcom) in Qatar. In precedenza, il ministro dell'informazione iracheno al
Sahaf aveva che le forze anglo americane abbiano attraversato il fiume Tigri:
''Hanno detto che hanno passato il Tigri e noi diamo loro il benvenuto:
peccato che non sia vero''. PENTAGONO, B-52 SGANCIANO NUOVA BOMBA GRAPPOLO
- I bombardieri B-52 utilizzati nell'attacco alla Guardia Repubblicana
hanno sganciato sei bombe a grappolo di precisione da 1.000 libbre
ciascuna,quasi mezza tonnellata, su una colonna di carri schierata a difesa di
Baghdad. Le bombe sono di nuova concezione, secondo quanto indicano fonti
militari americane citate da giornalisti dal Pentagono. NAJAF;SOLDATI USA
ENTRANO IN CITTA', CIVILI APPLAUDONO VICINO NAJAF (SUD DI BAGHDAD) -
Centinaia di civili iracheni hanno accolto tra gli applausi l'ingresso dei
soldati americani a Najaf, citta santa sciita, 150 chilometri a sud di
Baghdad. Lo ha riferito un ufficiale americano sul posto. ''Cio' che conta e'
la reazione della popolazione'', ha dichiarato il colonnello Greg Grass
comandante della brigata di aviazione della 101/ma divisione aviotrasportata
commentando l'ingresso dei soldati Usa a Najaf. ''Centinaia di civili hanno
accolto i soldati applaudendo, salutando e incoraggiandoli'', ha raccontato il
colonnello. Il giornalista della France Presse al seguito delle truppe
americane non e' potuto entrare in citta' e quindi verificare la situazione di
persona. La resistenza incontrata dai soldati americani intorno a Najaf e'
stata piuttosto sostenuta e secondo alcune fonti, combattenti leali al
presidente Sddam Hssein si sono rifugiati vicino al sepolcro di Ali, il genero
del profeta Maometto, uno dei luoghi piu' sacri agli sciiti, a Njaf.
Informazione, questa, che il colonnello ha rifiutato di commentare limitandosi
a dire ''fino a che saremo li' le minacce saranno numerose''.
CENTCOM, ATTACCATE 4 DIVISIONI GUARDIA REPUBBLICANA -
DOHA - Quattro divisioni della guardia repubblicana sono state attaccate dalle
forze della coalizione intorno a Baghdad. Gli attacchi avvengono con forze
terrestri ed aeree. Lo indicano fonti del comando centrale americano in Qatar.
BOMBARDATO PALAZZO PRESIDENZIALE, COLONNA FUMO - Ancora bombe su
Baghdad, dopo i raid che in mattinata hanno colpito il Palazzo presidenziale.
Bombardamenti anche a sud della citta', dove e' stato udito il fuoco della
contraerea irachena. Lo hanno riferito testimoni.
SAHAF, 24 IRACHENI MORTI E CIRCA 200 FERITI DA IERI - Il ministro
dell'informazione iracheno Mohammed Said al Sahaf ha detto che 24 iracheni
sono morti e circa 200 sono rimasti feriti da ieri nei bombardamenti
anglo-americani in tutto il Paese. Parlando con i giornalisti, Sahaf ha detto,
che dopo la sua precedente conferenza stampa, ieri, i bombardamenti su Baghdad
hanno causato dieci morti e circa 90 feriti. Altre 14 persone sono morte e un
centinaio sono rimaste ferite in altri governatorati, tra cui quelli di Ninive
(nord), di Babilonia e Al Muthanna (sud).
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 21:30)
Bbc annuncia la morte di un proprio cameramen
Baghdad 2 aprile 2003 -
L'emittente televisiva britannica Bbc ha annunciato questa sera la morte di un
suo cameraman nel Nord dell'Iraq. L'operatore, un freelance iraniano di 52
anni, si chiamava Kaveh Golestan; è rimasto ucciso da una mina anti-uomo.
Secondo l'agenzia missionaria Misna, che aveva anticipato il coinvolgimento di
giornalisti occidentali nell'esplosione di una mina nel nord Iraq, la troupe
era formata da tre persone. I due colleghi di Golestan sono rimasti feriti.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 21:10)
Saddam torna in tv sorridente. Messaggio ai curdi: non alleatevi con invasori, potreste pentirvene
Baghdad 2 aprile 2003 - La televisione irachena ha mostrato immagini, riferite a oggi, del presidente Saddam Hussein che ride e scherza con i suoi ministri. Un corrispondente della Reuters a Baghdad, sintonizzato sull'emittente, ha raccontato che Saddam indossava l'uniforme e che dalle immagini è sembrato che la riunione fosse in una stanza disadorna, senza finestre o tendine. Precedentemente la televisione irachena aveva riferito che Saddam aveva presieduto una riunione al vertice, cui avevano partecipato anche i suoi due figli Udai e Qusay. Messaggio ai curdi - In un messaggio letto alla tv irachena, il presidente Saddam Hussein ha rivolto un appello ai capi curdi a non allearsi con gli "invasori" nella guerra contro l'Iraq e a non opporsi alle truppe irachene". Saddam consiglia quindi ai curdi: "non lanciatevi in cose di cui potreste pentirvi", perché aggiunge il presidente nel messaggio diretto a Jalalal Talabani, capo dell'Unione patriottica del Kurdistan (Puk) "come sapete questo potere e questo stato che stanno combattendo contro gli invasori resteranno al loro posto". Un messaggio simile è stato indirizzato a Massoud Barzani, capo del Partito democratico del Kurdistan (Pdk). Le due organizzazioni curde controllano il Kurdistan iracheno nel nord del paese. Per bocca del ministro dell'informazione Mohamed Said al-Sahhaf, che ha letto il messaggio, Saddam ha quindi mandato a dire a Talabani di "evitare ogni scontro con l'esercito e il popolo" iracheni.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 21:00)
Giornalisti occidentali vittima di una mina: un morto (Misna)
Roma 2 aprile 2003 - Una
troupe di giornalisti occidentali sarebbe rimasta coinvolta nell'esplosione di
una mina in una zona non meglio precisata nel nord dell'Iraq.
Si tratterebbe comunque di territorio sotto controllo curdo. Secondo fonti
dell'agenzia missionaria cattolica Misna, una delle tre persone coinvolte
sarebbe deceduta, mentre gli altri due sarebbero feriti.
Per il recupero della vittima ed il soccorso dei feriti sarebbe stato
impiegato un elicottero che si è diretto verso una destinazione per ora
sconosciuta.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 19:00)
Scudi umani arrivati sani e salvi a Amman
Amman 2 aprile 2003 -
Il convoglio di scudi umani rientrati in nottata ad Amman da Baghdad non è
stato attaccato dall'aviazione americana durante il tragitto, ha detto il
portavoce del gruppo, Michael Birmingham, ma ha comunque vissuto una brutta
avventura. "Abbiamo avuto un incidente stradale, ci è scoppiata una gomma, ma
niente bombe", ha detto all'Ansa Birmingham, 32 anni, irlandese.
Il ministro dell'Informazione iracheno Mohammad Al-Sahhaf ieri aveva detto che
due autobus di scudi umani occidentali erano stati bombardati da un caccia Usa
a Rutba, una città nell'Iraq occidentale, a 170 km dal confine giordano.
I 14 pacifisti dell'Iraqi Peace Team - Ipt, otto americani, quattro canadesi,
un irlandese e un sud-coreano - hanno detto di aver fatto tappa a Rutba
martedì, cercando una clinica per un loro compagno rimasto ferito dopo che la
macchina su cui viaggiava si era ribaltata. Weldon Nisly, americano, ha una
clavicola rotta ed è adesso ricoverato in un ospedale di Amman.
Ma a Rutba di altri pacifisti non vi era neppure l'ombra, ha dichiarato
Birmingham. "Se parlavano di qualche altro gruppo, potrebbe essere una
coincidenza, ma a noi non risulta alcun altro gruppo a Rutba. Forse è successo
da qualche altra parte, o forse è stato tutto un malinteso: gli abitanti si
sono passati voce del nostro incidente e tutt'a un tratto è diventato un
bombardamento".
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 18:50)
Karbala è presa; Nel mirino ora c'è Baghdad
KARBALA 02 Apr - La città di Karbala è stata conquistata "senza troppa fatica". Le avanguardie della coalizione sono a 40 chilometri da Baghdad. Lo riferisce mercoledì pomeriggio il corrispondente della CNN, Walter Rodgers, che si trova al seguito delle truppe della terza divisione di fanteria e del settimo cavalleggeri dell'esercito statunitense. In precedenza, lo stesso Rodgers aveva riferito della conquista, da parte della prima e della terza brigata della divisione, della città di Karbala, circa 70 chilometri a sud-ovest di Baghdad. Una presa definita "senza grande fatica". Rodgers precisa che i militari stimavano di incontrare un'unità della Guardia repubblicana nella città. "Ammesso che ci fosse - afferma il reporter della CNN - non ha opposto una grande resistenza". La prima brigata ha svolto la funzione di apripista, entrando da sola nella città per fronteggiare l'opposizione degli iracheni. La resistenza si è risolta, in effetti, in qualche carro armato e alcuni copli di mortaio. La terza brigata, giunta successivamente, ha consolidato la posizione.Secondo Rodgers, le due divisioni si starebbero muovendo in fretta verso Baghdad. Il corrispondente della CNN riferisce di aver visto le strade che conducono alla capitale disseminate dei cadaveri dei nemici e di gruppi di prigionieri in attesa di essere trasferiti nei campi nel sud dell'Iraq. Il Settimo cavalleggeri, informa Rodgers, è stato invece impegnato in aspri combattimenti durante la marcia di avvicinamento a Baghdad: ai colpi dell'artiglieria anti-aerea nemica, ha risposto con i mortai distruggendo quasi completamente le batterie irachene. Nel momento in cui stava inviando il report, Rodgers ha riferito che ingegneri militari stavano facendo saltare in aria una batteria nemica, di fabbricazione della vecchia Urss. In precedenza, il generale Vincent Brooks, portavoce dell'alto comando militare di Doha, aveva evitato, durante il breefing di mercoledì, di precisare quanto le truppe anglo-americane siano distanti dalla capitale irachena, pur puntualizzando che "il regime è stato pugnalato al cuore e lo stiletto resterà infisso sino a quando il raìs e il suo clan non avranno abbandonato il potere". Incalzato dai giornalisti sui tempi presumibili dell'attacco decisivo, Brooks aveva confermato che gli sviluppi futuri saranno influenzati da eventi imprevedibili sui campi di battaglia. Le forze irachene, intanto, sono sottoposte a una fortissima pressione anche nel nord del Paese. I bombardamenti contro obiettivi iracheni si sono intensificati. Il corrispondente della CNN da Kirkuk ha parlato di "feroci" raid aerei, con esplosioni "estremamente potenti". Brent Sadler, da una postazione sicura a nord della città, ha raccontato di "due o tre boati nello spazio di un secondo". Negli ultimi giorni l'esercito iracheno si è progressivamente ritirato dalle zone a nord di Kirkuk, messo in difficoltà dagli intensi bombardamenti della Coalizione. Le truppe di Saddam, tuttavia, si stanno asserragliando attorno all'importante centro petrolifero. Gli iracheni a difesa del nord sono contemporaneamente sottoposti all'attacco dei partigiani curdi del Peshmerga, che hanno occupato diverse posizioni abbandonate dagli iracheni e sono ad appena 25 chilometri dalla città di Kirkuk. Prendere la città, comunque, non sarà facile. Ufficiali del Peshmerga hanno dichiarato alla CNN che Baghdad ha inviato rinforzi per tenere la posizione il più a lungo possibile. Secondo i curdi ci sarebbero almeno 25.000 uomini attorno alla città, appartenenti all'esercito regolare, alla Guardia repubblicana, alle milizie dei Fedayn di Saddam, oltre a militanti del partito Baath e membri della polizia locale. Negli ultimi giorni, intanto, anche il centro di Mossul, nel nord, è stato oggetto di intensi bombardamenti.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 18:20)
AVANGUARDIA USA A 30 KM DA BAGHDAD
BASE AS SAYLIYAH 02 Apr - Le forze americane
sono a poche decine di chilomentri da Baghdad. Una fonte militare Usa parla di
un'avanguardia a 30 km, la Cnn dice che il Settimo Cavalleggeri si trova a 40
km dalla capitale irachena, dopo aver conquistato la cittadina di Karbala.
Il generale Vincent Brooks, del comando centrale Usa, ha confermato che i
marines hanno attraversato il fiume Tigri a al Kut, dove ''e' stata
annientata'' una divisione della Guardia repubblicana. Il ministro
dell'informazione iracheno al Sahaf aveva negato poco prima che lo avessero
fatto. Secondo il comando centrale delle operazioni anglo-americane in Qatar,
le forze Usa hanno anche assunto il controllo della diga di Haditha, a
nord-ovest di Baghdad.
La strada principale che collega al Kut alla capitale Baghdad (170 chilometri)
a nordovest, corre lungo la riva nord del fiume Tigri. L'avanzata delle truppe
americane verso Baghdad sul fronte orientale procede parallela
all'accerchiamento di Karbala, 110 chilometri a sud dalla capitale, da giorni
sottoposta a pesanti bombardamenti da parte della coalizione angloamericana.
NAJAF; SOLDATI USA ENTRANO IN CITTA', CIVILI APPLAUDONO - VICINO NAJAF
(SUD DI BAGHDAD) - Centinaia di civili iracheni hanno accolto tra gli applausi
l'ingresso dei soldati americani a Najaf, citta santa sciita, 150 chilometri a
sud di Baghdad. Lo ha riferito un ufficiale americano sul posto. ''Cio' che
conta e' la reazione della popolazione'', ha dichiarato il colonnello Greg
Grass comandante della brigata di aviazione della 101/ma divisione
aviotrasportata commentando l'ingresso dei soldati Usa a Najaf. ''Centinaia di
civili hanno accolto i soldati applaudendo, salutando e incoraggiandoli'', ha
raccontato il colonnello. Il giornalista della France Presse al seguito delle
truppe americane non e' potuto entrare in citta' e quindi verificare la
situazione di persona. La resistenza incontrata dai soldati americani intorno
a Najaf e' stata piuttosto sostenuta e secondo alcune fonti, combattenti leali
al presidente Sddam Hssein si sono rifugiati vicino al sepolcro di Ali, il
genero del profeta Maometto, uno dei luoghi piu' sacri agli sciiti, a Njaf.
Informazione, questa, che il colonnello ha rifiutato di commentare limitandosi
a dire ''fino a che saremo li' le minacce saranno numerose''.
KARBALA CIRCONDATA, TRUPPE AMERICANE PUNTANO SU BAGHDAD -
VICINO A KARBALA - Le truppe americane hanno circondato Karbala, un centinaio
di km circa a sud di Baghdad, prendendo il controllo di tutte le principali
strade di uscita dalla citta' e stanno ora avanzando verso nord. Lo riferisce
il giornalista della Reuters Luke Baker, al seguito della 3.a divisione di
fanteria Usa.
I comandanti militari americani - ha riferito Baker - pensavano ci volesse una
intera giornata di combattimenti per prendere il controllo del perimetro della
citta', ma l'operazione e' stata completata in tre ore. Invece di entrare a
Karbala, e affrontare le truppe irachene che potrebbero esservi stazionate, le
truppe Usa stanno superandola e avanzano a nord e ovest.
Una vera e propria battaglia campale tra truppe statunitensi e reparti della
Guardia Repubblicana irachena ha caratterizzato la fine della tredicesima
giornata di guerra e segnato l' inizio dell' attacco forse decisivo delle
forze della coalizione per la conquista di Baghdad. L' offensiva terrestre e'
stata scatenata quando i mezzi corazzati di Usa e Gb hanno puntato
direttamente sulla capitale ed hanno ingaggiato una furiosa battaglia con due
divisioni della Guardia repubblicana di Saddam Hussein nei dintorni di Karbala.
CENTCOM, ATTACCATE 4 DIVISIONI GUARDIA REPUBBLICANA -
DOHA - Quattro divisioni della guardia repubblicana sono state attaccate dalle
forze della coalizione intorno a Baghdad. Gli attacchi avvengono con forze
terrestri ed aeree. Lo indicano fonti del comando centrale americano in Qatar.
BOMBARDATO PALAZZO PRESIDENZIALE, COLONNA FUMO -
BAGHDAD - Bombe molto potenti sono state sganciate sul palazzo presidenziale
nel centro di Baghdad, dal quale si alza una alta colonna di fumo. Lo
riferiscono testimoni. Bombardamenti anche a sud della citta', dove e' stato
udito il fuoco della contraerea irachena. Lo hanno riferito testimoni. Dopo
una notte di bombe Baghdad e' stata nuovamente bersaglio dei raid americani
questa mattima all'alba.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 15:00)
Usa: siamo a 20 miglia da Bagdad
Una divisione della Guardia repubblicana e' stata 'annientata' vicino ad Al
Kut e le forze Usa hanno assunto il controllo della diga di Hadita, a
nordovest di Bagdad. Lo ha detto il generale Brooks, del Comando Usa in Qatar,
ribadendo che i marines hanno attraversato il Tigri ad Al Kut, circostanza
gia' negata da Bagdad. Fonti militari Usa sostengono inoltre che
un'avanguardia e' a 20 miglia a Sud di Bagdad.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 14:50)
Bombardato ospedale di Baghdad: "Ancora un massacro
di civili"
Baghdad 02 Apr - La clinica ostetrica di Baghdad è stata colpita
nel corso degli ultimi bombardamenti sulla capitale irachena. A quanto
riferito da testimoni, vi sono vittime. Alcune bombe sono finite anche su
automobili in transito sulle strade della città. Vi sarebbero diversi morti.
La clinica ostetrica colpita era gestita dalla Mezzaluna Rossa, l'equivalente
della Croce Rossa dei paesi islamici. Bombe sono cadute anche sulla fiera e su
altri edifici civili situati vicino a un palazzo governativo che invece è
stato mancato. A quanto riferito da fonti mediche, vi sono diversi morti e
almeno 25 feriti, tra cui tre fra medici e infermiere dell' ospedale. Numerosi
anche i feriti tra i pazienti che si erano rivolti alla Mezzaluna Rossa in
cerca di aiuto. Gli attacchi più duri sono arrivati verso le 9 e 30 ora
locale, le 8 e 30 in Italia, e hanno colto di sorpresa molti automobilisti che
si erano avventurati per strada dopo una pausa nei bombardamenti.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 14:00)
Bombardato un palazzo presidenziale. Tv: Saddam presiede un vertice. Ma il video non c'è
Baghdad 2 aprile 2003 - Ancora un palazzo presidenziale nel mirino dei
cacciabombardieri angloamericani. Una delle residenze di Saddam è stata
colpita da alcune bombe.
"E' stata un'esplosione potentissima", ha raccontato l'inviato delle Reuters.
Intanto la televisione irachena ha reso noto che il presidente Saddam Hussein
ha presieduto oggi una riunione con i figli Uday e Qusay e i vertici dello
Stato, ma non ha mostrato le immagini dell'incontro.
L'assenza di immagini aumenta i dubbi sulla sorte del raìs.
A nord, i guerriglieri 'peshmerga' curdi sono avanzati di altri 10-15
chilometri verso Mosul, nel nord dell'Iraq, dopo che le forze irachene erano
ripiegate nella notte verso la città.
La zona di Mosul è stata pesantemente bombardata anche questa mattina dai B-52
statunitensi.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 13:00)
Najaf, Usa: gli iracheni sparano dalla moschea di Ali
Doha 2 aprile 2003 - Le forze irachene asserragliate a Najaf, una delle
città sante degli sciiti a sud di Baghdad, stanno facendo fuoco sui reparti
americani dall'interno della moschea di Ali, "uno dei più importanti santuari
religiosi per la Shia di tutto il mondo".
Lo rende noto il Comando centrale (Centcom) Usa in Qatar, aggiungendo che "le
forze della coalizione continuano i loro sforzi per proteggere i luoghi sacri
e religiosi e rifiutano di rispondere al fuoco".
La moschea custodisce quello che la tradizione indica come il luogo di
sepoltura di Ali, genero del profeta Maometto e figura di riferimento per gli
sciiti di tutto il mondo.
Intanto il dipartimento della Difesa australiano ha accusato il regime
iracheno di nascondere armi proibite in siti archeologici e in luoghi di
interesse storico, per evitare che siano distrutte dagli attacchi della
coalizione angloamericana.
La Convenzione dell'Aja vieta infatti di considerare questi luoghi come teatro
di guerra.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 12:20)
Nassiriya, forze Usa trovano 11 corpi
Nassiriya 02 Apr - Le forze americane hanno scoperto 11 corpi non identificati
durante il blitz all'ospedale di Nassiriya, in cui e' stata liberata Jessica
Lynch. Lo ha comunicato il comando centrale americano, in Qatar. Non e' ancora
possibile stabilire, dicono i vertici militari Usa, se le vittime siano
soldati americani, tenuti prigionieri dagli iracheni..
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 11:50)
Saddam: vivo o morto?
BAGHDAD 02 Apr - Nella notte tra martedì e mercoledì la televisione satellitare irachena ha trasmesso un nuovo messaggio di Saddam Hussein, in cui il 'rais' ha garantito che la vittoria è vicina.
Una vittoria - ha aggiunto - facilitata dal fatto che l'esercito iracheno finora ha messo in campo neppure un terzo delle sue forze, mentre "il criminale aggressore" ha già dispiegato tutto il suo potenziale bellico. Ma neanche in questo caso Saddam è apparso dal vivo, aumentando le domande sul suo stato di salute. E l'amministrazione Bush ne trae spunto per moltiplicare gli sforzi per sapere se il presidente iracheno è ancora vivo oppure no. Il portavoce della Casa Bianca Arj Fleischer ha detto martedì che l'annuncio della comparsa di Saddam in Tv aveva suscitato "un grande interesse presso l'amministrazione. Ma Saddam non è apparso". Alla domanda se la Casa Bianca ha qualche prova del fatto che il dittatore iracheno sia vivo o morto Fleischer ha risposto: "Non lo sappiamo. Sono un paio di settimane che non abbiamo prove certe in questo senso. Quando avremo qualcosa di certo e di concreto da comunicare lo faremo". "Prove che sia vivo non ce ne sono: apparizioni dal vivo, riferimenti a fatti attuali o immagini di giornata. Ma per provare che sia morto occorre vedere un corpo. Proprio non lo sappiamo". Sul contenuto del messaggio Fleischer taglia corto: "niente di nuovo. Niente di originale: Retorica di regime che sta perdendo presa sul popolo". Nemmeno il nuovo messaggio della notte quindi riesce a dissipare il mistero sulla sorte del 'rais'. Martedì la televisione irachena aveva preannunciato che Saddam sarebbe comparso sugli schermi e invece all'ultimo momento è stato il ministro dell'informazione, Mohammed Saed Sahaf a presentarsi davanti ai microfoni per leggere un messaggio di incitamento alla 'jihad'. Inevitabile il sospetto che il presidente sia davvero rimasto ferito, come gli Stati Uniti hanno sempre sostenuto, già nel primo bombardamento di Baghdad. Il fatto che Saddam non sia apparso personalmente neppur stanotte sui teleschermi comunque ha fatto impennare i mercati finanziari asiatici nella mattinata.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 11:00)
Baghdad, i marines avanzano da sud. A nord B-52 in azione, si prepara la tenaglia sulla capitale
Doha 2 aprile 2003 - Tre ondate di bombe dal cielo, un convoglio armato in avanzamento a terra. Mentre a 180 chilometri a sud di Baghdad la conquista di un ponte strategico sul Tigri permettono al primo corpo di spedizione dei Marines di avanzare verso la capitale aggirando Kut, a nord le forze angloamericane accentuano la pressione sul secondo fronte per stringere in una morsa Saddam Hussein.
A nord - I bombardieri strategici statunitensi hanno compiuto almeno tre incursioni, sganciando mezza dozzina di bombe ogni volta. Un reporter Reuters ha riferito di aver visto un convoglio composto di circa 25 camion con targa turca (forse a bordo i commando della resistenza curda) diretti verso il sud lungo la strada che conduce a Dohuk, scortati da militari statunitensi. Le truppe statunitensi, che hanno stabilito nel nord del Paese un punto di appoggio la settimana scorsa sbarcando nell'area un migliaio di paracadutisti, stanno cercando di bersagliare le posizioni difensive irachene per aprire con decisione un nuovo fronte a nord di Baghdad. Secondo la tv satellitare in lingua araba al Jazira sono almeno 21 i civili morti e 75 i feriti per un bombardamento angloamericano nel villaggio cristiano di Bartala (15km a nord-est di Mosul). L'emittente ha mostrato le immagini di vari feriti gravi, tra i quali diverse donne e bambini, distesi in letti dell'ospedale Saddam di Mosul, dove erano stati trasportati dopo l'attacco.
A sud - L'offensiva di terra dei marines ha spinto nelle ultime ore la prima linea americana più vicina a Baghdad, con la conquista di un importante passaggio sul fiume Tigri e la sconfitta nei pressi di Kut di reparti della divisione 'Baghdad' della Guardia repubblicana. Fonti del Comando centrale in Qatar hanno definito di grande importanza" i progressi compiuti dai marines, supportati da massicci bombardamenti su Baghdad ma anche sulle forze irachene nella zona di Mossul, nel nord del paese e a durissimi combattimenti nelle città sacre sciite di Najaf e Karbala. A Karbala la Terza divisione di fanteria è impegnata in quello che viene definito da fonti americane "un enorme" scontro con la divisione Medina della Guardia repubblicana, a 80 km a sud di Baghdad e nelle vicinanze di quella è ritenuta la linea rossa intorno alla capitale, che il regime sarebbe deciso a difendere a tutti i costi.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 10:00)
B-52 MARTELLANO FRONTE PRESSO MOSSUL
NORD DI BAGHDAD 02 Apr -
Aerei B52 americani
stanno bombardando le linee del fronte presso Mossul, nel nord
dell'Iraq. Lo affermano testimoni. Bersaglio degli aerei da guerra americani
e' la linea del fronte tra le citta' di Dohuk e Mossul nel nord dell'Iraq. Un
reporter della Reuters, Jon Hemming, ha riferito di aver visto colonne di fumo
levarsi all'orizzonte in direzione di Mossul, ultimo bastione settentrionale
del regime iracheno prima della zona amministrata dai curdi.
A Kirkuk, intanto, aerei americani hanno lanciato bombe nelle vicinanze
della citta' settentrionale irachena di Kirkuk, da dove si leva una alta
colonna di fumo. Lo riferiscono testimoni.
Nelle prime ore del mattino i caccia decollati dalla portaerei statunitense
Theodore Roosevelt avevano bombardato postazioni nel nord dell'Iraq con
l'obiettivo di garantire la copertura delle truppe sul terreno. Tra gli
obiettivi dei tre raid, compiuti da una cinquantina di caccia statunitensi
decollati dalla portaerei che incrocia nel Mediterraneo, c'erano installazioni
d'artiglieria, bunker e formazioni militari.
Lo ha reso noto l'incaricato dei rapporti con la stampa della Marina Usa, John
Oliveira, il quale ha spiegato che l'obiettivo dei raid era quello di
garantire la copertura delle truppe speciali sul terreno e dei militari della
173esima brigata, paracadutati la scorsa settimana nell'area per aprire un
fronte settentrionale nella guerra irachena.
FIXING - L'obiettivo principale delle operazioni a Nord (bombardamenti
delle postazioni irachene arroccate attorno alle citta' petrolifere di Mossul
e Kirkuk, costruzione di basi e operazioni antiterroristiche) non sembra per
ora quello di operare uno sfondamento delle due citta' petrolifere del Nord
Mosul e Kirkuk per poi marciare verso Baghdad, ma piuttosto quello di tenere,
con bombardamenti e col minor numero di soldati possibile, ancorate ('fixing')
al Nord le 10 divisioni irachene (compresa la Nabuccodonosor della Guardia
Repubblicana che terrorizza la popolazione e vigila sulla fedelta' delle altre
divisioni) impedendogli di accorrere a difesa di Baghdad.
OPERAZIONI TATTICHE - ''Le operazioni sul fronte nord sono gia'
cominciate, ma esse saranno soprattutto di carattere tattico e molto diverse
da quelle del fronte sud. Non vi aspettate al Nord operazioni come nel fronte
sud''- ha confermato il portavoce del Partito democratico del Kurdistan (Pdk),
Hoshyar Zebari, aggiungendo, comunque, che al Nord ''si attendono da un
momento all'altro nuovi soldati americani'', le quali, secondo alcune fonti
curde starebbero gia' arrivando e vengono distribuite lungo la linea di
confine tra la zona controllata dai curdi e quella controllata dai soldati
iracheni.
BOMBARDAMENTI - Le postazioni dell'esercito iracheno intorno a Mossul e
Kirkuk, nel Nord Iraq, sono state gia ''quasi completamente distrutte'' dai
bombardamenti americani dello scorso fine settimana, ma i bombardamenti
continuano su Mossul, Kirkuk e Kalak. L'esercito iracheno si e' ritirato per
ragioni tattiche, oltre che da Chamchamal e Kushtepe anche dalle posizioni
vicine a Duhoc, evacuando anche 8 villaggi dell'area, per attestarsi attorno e
dentro la citta' di Kirkuk e nella citta' di Pirde tra Kirkuk ed Erbil. Gli
americani e i curdi stanno concentrando veicoli militari (ma non ancora carri
armati e artiglieria, che probabilmente non arriveranno mai) nella loro base
costruita nei giorni scorsi a ridosso dell'aeroporto di Hariri, a circa 40
chilometri a Nordest di Erbil.
TURCHI E CURDI - La funzione delle truppe americane in Nord Iraq sembra
anche quella di prevenire un intervento turco che Ankara si riserva di
compiere nel caso che vengano superate alcune 'linee rosse' da parte dei curdi.
Ankara teme che i curdi nord iracheni, approfittando della guerra, possano
prendere Kirkuk e Mossul e costituire uno stato curdo indipendente che
potrebbe divenire polo di attrazione di una nuova ondata di separatismo curdo
in Turchia ad opera del Kadek-Pkk. ''La Turchia non dovrebbe nutrire soverchie
preoccupazioni dato che i gruppi curdi nordiracheni non intendono ne' formare
uno stato curdo ne' impossessarsi dei pozzi di petrolio che in futuro andranno
a profitto dell'intero popolo iracheno e non di alcuni gruppi''- ha detto oggi
lo stesso Zebari avvertendo tuttavia con riferimento ad un possibile
intervento turco: ''Mossul e Kirkuk sono citta' del popolo iracheno. Un
intervento di altri paesi e' fuori in questione''. Gli Usa, d'altra parte,
stanno rassicurando la Turchia che i gruppi curdi nordiracheni ''non
tenteranno di prendere Kirkuk e Mossul ne militarmente ne' politicamente -ha
detto oggi in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri
turco, Huseyin Dirioz. La cosa e' stata confermata dal consigliere di
Washington per il Nord Iraq, Zalmay Khalilzad dopo un suo ennesimo incontro
con il sottosegretario agli esteri turco Ali Tuygan. ''Risolveremo i
potenziali problemi nell'ambito del centro di coordinamento
turco-americano-curdo che sta per essere formato a Silopi''- ha detto
Khalilzad.
EMERGENZA KAMIKAZE - Una terza funzione delle truppe americane e'
quella della lotta al terrorismo, soprattutto dopo l'annuncio di ieri della
Jihad islamica di avere inviato in Iraq 4 mila kamikaze pronti ad attacchi
suicidi. Nei giorni scorsi gli americani hanno prima bombardato e poi
attaccato, spalleggiati da tre mila militanti curdi del Puk (Unione
patriottica del Kurdistan), le postazioni di Ansar Al-Islam, un gruppo
fondamentalista filo-taleban vicino ad Al Qaida. Durante questi scontri piu'
di 100 miliziani (di Ansar al-Islam) sono stati uccisi e 10 sono stati fatti
prigionieri. Altri 800 si sono rifugiati sulle montagne al confine con l'Iran.
''Trasformeremo l'Iraq in un cimitero per i crociati e i loro agenti servili.
Piu' di 300 combattenti martiri hanno prestato gia' giuramento'', ha
minacciato l'emiro Abou Abdallah Al-Chafei di Ansar al Islam, che conta anche
molti militanti afghani. Anche in Nord Iraq, quindi, l'emergenza kamikaze e'
per il momento la minaccia piu' insidiosa ai piani della coalizione sul fronte
Nord.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 08:20)
Le truppe Usa attraversano il Tigri ad al-Kut, "ultimo ponte per Baghdad"
Al Kut 2 aprile 2003 - "Abbiamo preso l'ultimo ponte di cui avevamo
bisogno" prima di Baghdad. Così un ufficiale americano ha spiegato all'agenzia
di stampa Reuters l'importanza strategica della conquista del ponte di al-Kut.
Questa mattina, infatti, le truppe di terra sono riuscite ad attraversa il
fiume Tigri nei pressi della città che si trova 170 km a sud della capitale.
Ora la coalizione angloamericana punta al cuore del regime.
Tenaglia su Baghdad - Va così prendendo forma la tenaglia americana su
Baghdad. Dopo che la fanteria Usa aveva circondato e neutralizzato Karbala,
superandola e proseguendo l'avanzata su una duplice direttrice nord-ovest, i
marines ora si apprestano a coprire il fronte a sud-est.
La conquista di al-Kut si è svolta in due fasi: prima le forze statunitensi
hanno sottoposto ad un bombardamento a tappeto la città, concentrando il fuoco
in particolare sulle postazioni della Guardia Repubblicana tutto intorno; poi
hanno attraversato il corso del Tigri.
Bombardamenti a Najaf e Mosul - Intanto la forza aerea americana è
intervenuta oggi per bombardare i miliziani di Saddam Hussein presso Najaf,
mentre le forze di terra attaccano.
Attacchi dal cielo anche a Mosul con i potenti B52.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 08:10)
Nuovo messaggio di Saddam: La vittoria è vicina
Baghdad 2 aprile 2003 - Il presidente iracheno Saddam Hussein ha affermato - in un nuovo messaggio letto in nottata da un annunciatore della tv satellitare irachena - che "la vittoria è vicina", e aggiunto che l'Iraq ha finora lanciato meno di un terzo delle sue forze contro le truppe anglo-americane. "La vittoria - ha promesso - è vicina... Abbiamo usato solo un terzo delle nostre forze o anche meno, mentre i criminali hanno utilizzato tutte le forze che hanno portato per l'aggressione contro l'Iraq". In un precedente messaggio letto alla tv di Stato ieri sera dal ministro dell'informazione Mohammed Said al Sahhaf, Saddam aveva chiamato alla jihad, la guerra santa, sollecitando il popolo iracheno a lottare contro il nemico. Nel nuovo testo a lui attribuito - e che secondo l'annunciatore recava la data di ieri - Saddam ha incitato le forze irachene nella città meridionale di Nassiriya a continuare a resistere alle truppe della coalizione, affermando che il loro spirito di lotta è un esempio da seguire per tutti gli iracheni.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 07:10)
LIBERATA IN OSPEDALE DONNA SOLDATO AMERICANA
WASHINGTON 02 Apr - Una prigioniera di
guerra dell'esercito americano, Jessica Lynch di 19 anni, e' stata liberata
nel corso di un'operazione di salvataggio da parte delle forze della
coalizione contro Saddam Hussein. Lo ha annunciato il generale Vincent Brooks
del comando centrale dell'operazione 'Liberta' per l'Iraq'. La Lynch era stata
data inizialmente per dispersa.
La Cnn ha riferito che la prigioniera ha subito ''multiple ferite'' di armi da
fuoco, prima di essere fatta prigioniera il 23 marzo o durante la prigionia,
ed era ricoverata nell'ospedale di Nassiriya, quando e' stata liberata e
trasportata in un ospedale militare americano, dove le sue condizioni sono
giudicate ''stabili''.
RAID HILLAH, DECINE CIVILI UCCISI - Trentatre civili, tra cui alcuni
bambini, sono stati uccisi e 310 sono rimasti feriti in un bombardamento
angloamericano stamane nella citta' di Hillah, provincia di Babilonia, sud di
Baghdad. Lo ha riferito il direttore del locale ospedale. Secondo testimoni,
gli ordigni hanno colpito il quartiere residenziale di Nader, nel sud della
citta' situata a circa 80 chilometri a sud della capitale irachena.
Confermando la sanguinosa incursione aerea sulla citta', il ministro
dell'informazione Mohammed Saeed al Sahaf ha precisato che i bambini uccisi
nel bombardamento di oggi a Hillah sono nove. ''Tra questi martiri - ha
aggiunto - c'e' anche un neonato''. I delegati del Comitato internazionale
della Croce Rossa che hanno visitato l'ospedale di Hillah hanno descritto ''un
orrore'', contando ''decine di corpi smembrati'' dai bombardamenti.
La popolazione di Hillah ha pagato la presenza, subito fuori citta', di un
ponte strategico su un canale, che e' stato conquistato dai marines dopo
violenti combattimenti, grazie anche all'appoggio di due bombardieri B-52 e
dell'artiglieria.
BOMBE SU BASSORA - Esplosioni sono avvenute nella zona di Tanuma, a est
di Bassora. Secondo Al Jazira, e' il primo raid aereo sulla citta' da cinque
giorni a questa parte.
Intensi combattimenti tra le truppe irachene e i soldati della
coalizione, soprattutto nel quartiere residenziale di Baas, ultima zona
abitata prima dell'aeroporto. La popolazione, disperata, affamata e assetata
da dodici giorni di guerra, comincia a lasciare Bassora.
Avanzati durante la notte, i soldati britannici hanno attaccato le forze
irachene nel villaggio di Abu al-Qassib e sono arrivate a due chilometri dalla
citta', la seconda dell'Iraq, riferisce un' inviata della BBC al seguito dei
marines.
Per conquistare il 'caposaldo' iracheno di 30.000 uomini c'e' voluta un'intera
giornata di combattimenti. Cinque ufficiali iracheni sono stati fatti
prigionieri, insieme a centinaia di soldati, apparentemente dell'esercito
regolare. I britannici, in questa che e' stata definita la piu' importante
operazione dei marines, hanno impiegato mille uomini. Bassora, con la
conquista di Abu al-Qassib, e' di fatto circondata.
Secondo i portavoce britannici, la resistenza e' molto allentata ''di fatto
non combattono, stanno li' seduti''. Eppure la citta', con il milione e mezzo
di abitanti, non e' ancora sotto controllo. Dopo giorni e notti di
bombardamenti, le immagini rilanciate dalla televisione del Qatar, l'unico
organo d'informazione straniero presente e dichiaratamente di parte, non
mostrano scene di giubilo verso i militari. Bensi' le prime di profughi che
scappano dalla citta', in cerca di cibo e acqua. Ma fuori non ci sono campi
profughi - stranamente e' l'unico posto dove non sono stati organizzati - e i
rifugiati non hanno dove andare.
La situazione umanitaria a Bassora, dove solo il 60 per cento della
popolazione ha accesso all'acqua potabile, e' al centro di una campagna di
Save the Children, che vorrebbe raccogliere 6 milioni di sterline.
L'organizzazione inglese, che lavora da dodici anni in Iraq, ritiene che il
conflitto potrebbe spingere un milione di persone ad abbandonare le proprie
abitazioni.
Violenti combattimenti sono continuati anche dentro e intorno alla citta' di
Nassiriya, 375 chilometri a sud-est di Baghdad. Lo ha affermato il
portavoce militare iracheno, aggiungendo che pesanti perdite sarebbero state
inflitte agli anglo-americani: 'Il sangue del nemico scorre profusamente. Dio
benedica le vostre mani, la vittoria sara' vostra'', ha detto. Alla battaglia
parteciperebbero, da parte irachena, la milizia del partito Baath e civili in
armi. I marines erano riusciti una settimana fa ad aprirsi una strada verso la
citta' attraverso la conquista di alcuni ponti, ma sarebbero soggetti a
continui agguati da parte degli iracheni.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 07:00)
Superata Karbala le truppe della coalizione puntano ora su Baghdad. Scontri anche a Bassora
Baghdad 2 aprile 2003 - È
stata un'operazione-lampo quella sferrata in piena notte dalle forze americane
contro Karbala, la città santa sciita che costituiva l'ultimo importante
ostacolo sulla via da sud per Baghdad, dalla quale dista meno di un centinaio
di chilometri.
Prima un imponente fuoco di sbarramento da parte delle artiglierie, poi
l'offensiva della fanteria, appoggiata anche dagli aerei e da elicotteri
d'assalto Apache. Secondo quanto riferito da fonti giornalistiche al seguito,
i comandanti Usa si aspettavano che l'offensiva avrebbe richiesto almeno
un'intera giornata di combattimenti; invece nel giro di tre ore in pratica era
conclusa, e i soldati statunitensi hanno potuto avanzare ulteriormente verso
nord e verso ovest, in direzione della capitale irachena.
Bombe su Baghdad - Sono
proseguiti nella notte i bombardamentisulla capitale: è stato colpito tra
l'altro uno dei palazzi presidenziali, quello normalmente utilizzato da Qusay
Hussein, figlio maggiore di Saddam; al termine del raid, l'edificio era
semidistrutto. Scontri a Bassora - Mentre intorno a Bassora
le truppe britanniche ingaggiano in più punti scontri a fuoco con le forze di
difesa irachene, caccia-bombardieri F/A-18 Hornets e F-14 Tomcats decollati
dalla portaerei 'Uss Kitty Hawk', in navigazione nel Golfo Persico, hanno
bombardato senza risparmio non meglio precisate strutture dell'intelligence
irachena nella città. Nell'Iraq settentrionale caccia statunitensi hanno
bombardato obiettivi vicino a Kirkuk e Mosul.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 06:50)
TRUPPE AMERICANE ATTRAVERSANO TIGRI, PUNTANO SU BAGHDAD
SUD DI BAGHDAD 02 Apr - Le forze americane
hanno attraversato il Tigri nei pressi di al Kut, citta' chiave a sud-est
della capitale, e puntano su Baghdad. Lo affermano Nbc e Fox tv. Nella loro
avanzata verso la capitale irachena, le forze americane hanno scavalcato il
fiume Tigri e tagliato l'autostrada che collega Baghdad con la citta' di al
Kut.
L'inviato di Msnbc e Fox tv, Bob Arnot, ha detto in diretta che i marines del
Primo corpo di spedizione hanno attraversato il Tigri e ora puntano su Baghdad
dopo aver incontrato le forze della Guardia repubblicana. ''Ora i marines Usa
sono in grado di superare al Kut - ha detto il giornalista - Ora hanno
attraversato il fiume e sono sulla Strada 6, diretti verso Baghdad.... e,
ancora piu' importante, hanno incontrato la divisione Baghdad della Guardia
repubblicana... e l'hanno resa una forza completamente inoffensiva...''.
Nel frattempo Marines americani hanno cominciato a bombardare al-Kut, citta
chiave, a sud-est della capitale, sul fiume Tigri. Lo riferiscono testimoni.
''Ho visto i lampi di un pesante bombardamento su unita' della Guardia
Repubblicana che si ritengono posizionate attorno alla citta' di al Kut'', ha
riferito Sean Maguire, corrispondente della Reuters al seguito delle truppe
americane da una postazione a sud di al Kut. La strada principale che collega
al Kut alla capitale Baghdad (170 chilometri) a nordovest, corre lungo la riva
nord del fiume Tigri. L'avanzata delle truppe americane verso Baghdad sul
fronte orientale procede parallela all'accerchiamento di Karbala, 110
chilometri a sud dalla capitale, da giorni sottoposta a pesanti bombardamenti
da parte della coalizione angloamericana.
USA, PRESO ULTIMO PONTE PER BAGHDAD - A SUD DI BAGHDAD -
''Abbiamo preso l'ultimo ponte di cui avevamo bisogno'' prima di Baghdad. Lo
ha detto alla Reuters un ufficiale americano durante l'offensiva di terra
presso al Kut.
KARBALA CIRCONDATA, TRUPPE AMERICANE PUNTANO SU BAGHDAD
VICINO A KARBALA - Le truppe americane hanno circondato Karbala, un
centinaio di km circa a sud di Baghdad, prendendo il controllo di tutte le
principali strade di uscita dalla citta' e stanno ora avanzando verso nord. Lo
riferisce il giornalista della Reuters Luke Baker, al seguito della 3.a
divisione di fanteria Usa.
I comandanti militari americani - ha riferito Baker - pensavano ci volesse una
intera giornata di combattimenti per prendere il controllo del perimetro della
citta', ma l'operazione e' stata completata in tre ore. Invece di entrare a
Karbala, e affrontare le truppe irachene che potrebbero esservi stazionate, le
truppe Usa stanno superandola e avanzano a nord e ovest.
Una vera e propria battaglia campale tra truppe statunitensi e reparti della
Guardia Repubblicana irachena ha caratterizzato la fine della tredicesima
giornata di guerra e segnato l' inizio dell' attacco forse decisivo delle
forze della coalizione per la conquista di Baghdad. L' offensiva terrestre e'
stata scatenata quando i mezzi corazzati di Usa e Gb hanno puntato
direttamente sulla capitale ed hanno ingaggiato una furiosa battaglia con due
divisioni della Guardia repubblicana di Saddam Hussein nei dintorni di Karbala.
CENTCOM, ATTACCATE 4 DIVISIONI GUARDIA REPUBBLICANA DOHA -
Quattro divisioni della guardia repubblicana sono state attaccate dalle forze
della coalizione intorno a Baghdad. Gli attacchi avvengono con forze terrestri
ed aeree. Lo indicano fonti del comando centrale americano in Qatar.
BOMBARDAMENTI SUD BAGHDAD, CONTRAEREA RISPONDE - Sono ripresi i
bombardamenti americani a sud di Baghdad ed e' stato udito il fuoco della
contraerea irachena. Lo hanno riferito testimoni. Esplosioni e fuoco della
contraerea irachena sono stati uditi a sud della capitale da un testimone
della Reuter. Dopo una notte di bombe Baghdad e' stata nuovamente bersaglio
dei raid americani questa mattima all'alba.
AEREI BOMBARDANO FEDDAYN A NAJAF - La forza aerea americana e'
intervenuta per bombardare i miliziani di Saddam Hussein presso Najaf, mentre
le forze di terra attaccano. Lo dicono alla Reuters alcuni testimoni.
L'offensiva delle truppe americane e' diretta contro la resistenza dei feddayn
di Saddam annidati dentro la citta'. Aerei A-10 anticarro sono volati sopra
Najaf bombardando sospetti feddayn, che dal 22 marzo impegnano i reparti della
3/a divisione fanteria Usa. Il col. Chris Holden, della 101/a divisione
aviotrasportata, che e' intervenuta da qualche giorno a rinforzo della
fanteria, ha detto che la citta' e' il centro della resistenza dei feddayn
iracheni. ''Il nostro obiettivo - ha detto - e' di distruggere le loro unita'
e qualsiasi altro che cerca di sabotare le nostre linee di comunicazione. Li
elimineremo''.
(Aggiornato il 02 Aprile 2003 ore 06:40)
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Ultimo aggiornamento:
27-12-03.
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