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IMMAGINARY LINE
LINEA IMMAGINARIA

SOGGETTO E SCENEGGIATURA di CESARE CARUGI

ISPIRATO ALLA CANZONE "The line" di Bruce Springsteen

 

SCENA 1 - EST. DESERTO CALIFORNIA - GIORNO

Siamo in una zona desertica della Bassa California al confine con il Messico. Il sole è all'orizzonte. Tutto tace. (Panoramica dall'alto, Mdp ruota lentamente sul proprio asse)

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Il confine……Più guardo questo posto e più cose mi passano per la testa: l'idea che potresti restare qui per tutta la vita, l'idea che la notte stessa sarà la solita vecchia guerra, i soliti vecchi inseguimenti e le solite vecchie tempeste di polvere…ma anche che c'è qualcosa che noi non vediamo nel confine…e una di queste è l'idea che basti un passo in avanti di troppo per commettere un crimine…strano davvero. (6-7 secondi di silenzio)…La chiamiamo "Dusty Line", la linea polverosa. E' quel punto del confine dove in realtà non esiste confine, o meglio esiste solo nelle cartine stradali e altre cose del genere. Ma nella "Dusty Lines" non ci sono reticolati, non ci sono segnali…solo rocce e polvere…e ci siamo noi qui, su un area di confine lunga circa 2 chilometri, a controllare 24 ore su 24 il transito. Non è un casello autostradale, certo. Ma a volte si possono fare incontri interessanti. Il giorno ti spacchi il culo sotto il sole e l'unico amico che hai è un mini frigorifero portatile che quando è pieno può fare davvero comodo. A volte sei solo, a volte no e magari hai con chi parlare e passare il tempo, ma è pur sempre vita di lavoro. La notte…è lì che fai davvero il tuo lavoro…Questo è uno dei punti più prolifici degli Stati Uniti, per quanto riguarda il crimine organizzato…corrieri della droga, famiglie in cerca di salvezza, coltivatori di marijuana che cercano di piazzare il loro prodotto, pezzi grossi in vista di affari…Questo è il punto dove la gente cerca speranza ed è sicura che non va incontro a controlli e perquisizioni. E la notte quindi diventa una vera e propria caccia e noi abbiamo le nostre tattiche: si parte da Tijuana, appena passato il confine…e arriviamo qui, cominciamo la nostra caccia, fino a che non arriva il cambio direttamente da San Diego…Il confine…è il posto dove succedono tante cose…ed è il posto dove io lavoro.

TITOLI DI TESTA

SCENA 2 - INT. UFFICIO CALIFORNIA BORDER PATROL - GIORNO

Ore 11: Carl Hayden, 32 anni, capelli castani, un po' stempiato, sta leggendo un giornale appoggiato alla scrivania.

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Ciò che successe tra la primavera e l'autunno del 1989, per me è stato qualcosa di indimenticabile, nel bene e nel male, e tuttora mi ritengo una persona fortunata ad essere ancora con i piedi per terra. Erano tempi strani per me, tempi in cui dormivo tre ore al giorno e, quando avevo il turno di notte con il mio collega Bobby Ramirez, alle sette me ne tornavo dal confine vispo come un bambino di tre anni. All'epoca i giornali del posto non facevano altro che riportare notizie di grossi acquisti in appalto, ma niente si sapeva sulle guerre che si combattevano sulla linea di confine, dove noi sfidavamo i messicani clandestini, i corrieri della droga e le famiglie in corsa verso Madera. Eppure noi vivevamo per questo.

Dalla porta entra Bobby Ramirez, 42 anni, alto, capelli bianchi, con la divisa della Border Patrol di San Diego. Carl smette di leggere e si volta verso Bobby.

BOBBY:
Settore 16 stanotte
CARL:
Settore 16?
BOBBY:
Jackson e Sullivan sono malati
CARL:
Com'è che si ammalano sempre in coppia?
BOBBY:
Non dirlo a me…sono vent'anni che obbedisco agli ordini di Fletcher
CARL:
E il nostro settore?
BOBBY:
Fletcher ha detto di lasciarlo perdere per un paio di notti
CARL:
Come lasciarlo perdere?…ieri sera abbiamo scovato sei jumper e tu vuoi lasciarlo perdere?
BOBBY:
Che vuoi che ti dica?…mi pagano comunque
CARL:
A quanto è la media nel settore 16?
BOBBY:
Sette - otto messicani a notte, a volte nove
CARL:
Settore 16

Carl continua a leggere il giornale, Bobby si mette la giacca.

BOBBY:
Io vado a casa, ci vediamo stasera
CARL:
Ricevuto
BOBBY:
Che fai nel pomeriggio?
CARL:
Vado a prendere Tracy a scuola e la porto in giro. Le ho promesso un gelato
BOBBY:
Perché uno di questi giorni non venite a pranzo da noi…(Carl lo guarda)…giovedì a mezzogiorno?
CARL:
Giovedì a mezzogiorno
BOBBY:
Affare fatto…a stasera.
CARL:
A stasera.

Bobby esce dalla stanza. Carl continua a leggere il giornale.

 

SCENA 3 - EST. UFFICIO CALIFORNIA BORDER PATROL - GIORNO

Carl si reca al parcheggio. Il tempo è leggermente nuvoloso. Il parcheggio è vuoto. Carl entra nella jeep e va via.

 

SCENA 4 - EST. STRADA - GIORNO

La jeep di Carl sta percorrendo le vie della periferia di San Diego

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Il Settore 16 era piuttosto lontano dalla nostra postazione abituale. Si trovava tra Tijuana e Mexicali, proprio nel mezzo. Tijuana era invece la nostra base di caccia e aveva una media di 4-5 jumper a notte. Il jumper è il saltatore, colui che varca la linea di confine clandestinamente parlando.

La jeep di Carl si ferma davanti ad una casa di periferia. Carl esce di macchina e si ferma davanti al vialetto.

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Non avevo ancora smesso di fermarmi davanti al vialetto di casa ad aspettare mia moglie che venisse ad abbracciarmi. A volte stavo lì anche un quarto d'ora ad aspettare che uscisse (Primo piano Carl). Purtroppo dovevo ancora abituarmi a stare senza una moglie, a dormire senza nessuno accanto, a farmi da mangiare, ad accompagnare mia figlia Tracy a scuola o chissà dove.

FLASHBACK: EST. STRADA - CASA DI CARL - VIALETTO - GIORNO

Carl esce di macchina e si ferma davanti al vialetto. E' inverno ed è piuttosto freddo. Dalla porta esce Rachel Hayden, 29 anni, moglie di Carl, mora, occhi scuri e molto carina, che fa un sorriso e si ferma sulla porta.

CARL:
Bè? Ti sembra questa l'ora di uscire di casa? Sono quaranta minuti che aspetto qui fuori al freddo.
RACHEL:
Davvero? E io dovrei avere un marito talmente matto da rimanere quaranta minuti al freddo senza nemmeno chiamare sua moglie o entrare direttamente in casa da solo senza l'aiuto della baby-sitter?

Carl sorride e corre verso sua moglie. Rachel fa lo stesso e corre verso Carl. I due si abbracciano e si baciano. Poi Carl osserva Rachel.

CARL:
Cosa hai fatto? Sembri più bella.
RACHEL:
Non hai ancora risposto alla mia domanda
CARL:
Se ho bisogno di una baby-sitter o se ti meriti un marito come me?
RACHEL:
Tutte e due
CARL:
Vediamo…no, non penso di avere bisogno di una baby-sitter e…si, se non vuoi un marito tutto pantofole e televisione ventiquattro ore al giorno che non ha il minimo senso di humour.
RACHEL:
Invece avresti bisogno di una baby-sitter…(Rachel annusa la giacca di Carl)…e di una doccia

Carl sorride e insieme a Rachel entra in casa.

FINE FLASHBACK

Carl è sempre davanti al vialetto, sembra piuttosto sconvolto. Si reca verso la porta e apre.

 

SCENA 5 - INT. CASA DI CARL - GIORNO

Carl chiude la porta di casa (Mdp a mano segue Carl da dietro), posa le chiavi su un comodino alla sua sinistra, appende la giacca della Border Patrol ed entra in salotto. La casa è piuttosto in disordine. Carl entra nella cucina e apre il frigo, dal quale prende un cartone di latte e una pizza fredda. Carl prende un bicchiere e si siede al tavolino, versa il latte e dà un morso alla pizza fredda. Distrattamente, urta il bicchiere del latte e lo rovescia. Carl si muove di scatto dalla sedia e sobbalza in piedi. Apre le braccia per guardare se si è versato del latte addosso, poi alza la testa e guarda davanti a lui ponendo le mani sui fianchi. C'è un attimo di riflessione, gli occhi di Carl sono fissi verso la porta che dà sul salotto e per una decina di secondi Carl resta fermo in silenzio.

FLASHBACK: INT. CASA DI CARL - CUCINA - GIORNO

Mdp riprende lo sguardo fisso di Carl. Dal salotto entra Rachel che lo guarda quasi ironicamente.

RACHEL:
Hai versato ancora il latte?
CARL:
Forse ho davvero bisogno di una baby-sitter…per fortuna l'ho schivato…
RACHEL (Muovendosi verso di lui):
Pulisci tu?
CARL (Sorridendo):
Beh……non so se ne sono capace…
RACHEL:
Me lo immaginavo…

Rachel si reca al lavabo e da sotto il mobiletto prende uno straccio. Carl la guarda. Poi Rachel si muove verso il tavolino. Carl è fermo a guardarla.

RACHEL:
Ti sposteresti per favore?
CARL (Un po' sbadatamente):
Oh certo…certo…

Rachel si china e stende lo straccio sul latte versato. Carl continua a guardarla. Rachel alza la testa verso di lui.

RACHEL:
Cosa hai oggi?
CARL:
Forse ho solo voglia di stare con mia moglie…ha che ora esce da scuola Tracy?
RACHEL:
Tra venti minuti
CARL (Quasi dispiaciuto):
Ecco…lo sapevo…
RACHEL:
Avrei un'idea…io pulisco per terra il latte che versi tutti i giorni, e tu vai a prendere Tracy a scuola
CARL:
Anch'io avrei un'idea: da domani imparerò a pulire per terra il latte che verso tutti i giorni, e tu vai a prendere Tracy a scuola
RACHEL (Alzandosi in piedi):
Perché cerchi sempre di evitare ogni responsabilità?
CARL:
Tutte le volte che vado a prendere Tracy mi ferma sempre quella maestra odiosa, come si chiama…Wilkins…e mi fa sempre tremila prediche che noi fermiamo il fenomeno dell'immigrazione, che noi diamo una mentalità ottusa all'America e cose varie…
RACHEL:
La Wilkins?…E tu dai considerazione a quella vecchietta pazza?
CARL:
Beh…non me lo sono mai chiesto…

Rachel torna al lavabo e posa lo straccio dopodiché si reca verso Carl e lo abbraccia

RACHEL:
Secondo me la tua è paranoia dovuta alla vecchiaia
CARL:
Allora non mi abbracciare troppo se non vuoi fracassarmi l'osso del collo…
RACHEL:
Cominciano a crescerti i capelli bianchi…
CARL:
Addirittura…
RACHEL:
E le rughe…
CARL:
Quelle le ho sempre avute…
RACHEL:
Non è che adesso per fare certe cose ti serve anche un asciugamano umido?
CARL:
Così mi ferisci…
RACHEL (Voltandosi verso il tavolino):
Mmm…pizza fredda e latte…cibo da pensionati
CARL:
E perché abbracci così intimamente un vecchietto?
RACHEL:
Perché è un bel vecchietto…

Carl e Rachel si baciano appassionatamente. Poi Rachel molla la presa e Carl tenta di riprenderla, ma Rachel sguscia via.

RACHEL:
Tra poco esce Tracy, mi devo preparare…

Carl fa un'espressione di dispiacere.

FINE FLASHBACK

Carl è fisso nella cucina guardando sempre davanti a sé e si rende conto che è solo. Poi va al lavabo e prende uno straccio dal mobiletto. Si china di fianco al tavolino e stende lo straccio sul latte versato. In casa c'è silenzio. Carl rimane fisso ad osservare lo straccio.

 

SCENA 6 - EST. SCUOLA - GIORNO

Tracy, 7 anni, capelli ed occhi neri, sta uscendo insieme ad alcune compagne di classe e ridono insieme. Carl è appoggiato alla sua jeep sul ciglio della strada. Carl indossa un paio di occhiali da sole a goccia e fissa Tracy. La bambina si reca verso di lui.

TRACY:
Ti ricordi cosa mi avevi promesso?
CARL:
Sta parlando con me, signorina?
TRACY:
Non fare il finto tonto…
CARL:
Ah…guardi che sta sbagliando persona
TRACY:
D'accordo…allora non ti dico cosa mi è successo oggi…
CARL (Sorridendo)
Bè…allora sono tutto orecchi…
TRACY:
Il gelato…
CARL:
Non l'ho dimenticato, tesoro
TRACY:
Meno male…

Tracy e Carl salgono sulla jeep, sorridendo. La jeep parte.

 

SCENA 7 - EST. STRADA - GIORNO

La jeep guidata da Carl viaggia per la strada.

CARL:
Allora non vuoi dirmi cosa è successo oggi, tesoro?
TRACY:
Ho avuto la figurina di Mr. Chocolate in cambio di Stu Grabb…ho fatto un affare, sai quanto vale?
CARL:
Quanto vale?
TRACY:
Dieci verdoni almeno…
CARL:
Dieci verdoni?
TRACY:
Mr. Chocolate non ce l'ha nessuno…è la figurina più rara che ci sia
CARL:
Allora siamo ricchi…
TRACY:
Siamo molto ricchi…

Carl e Tracy si guardano e sorridono mentre la jeep imbocca un viale.

 

SCENA 8 - EST. GELATERIA - GIORNO

Tracy sta mangiando un gelato. Carl la osserva

CARL:
Stasera andrai da Jennifer?
TRACY:
Non voglio andare da Jennifer…
CARL:
E perché?
TRACY:
Perché è gelosa di me…
CARL:
E' gelosa di te?
TRACY:
Si, io ho Mr. Chocolate e lei no…
CARL:
E per questo lei è gelosa di te?
TRACY:
Si, oggi le ho fatto vedere Mr. Chocolate e lei non mi ha più considerato
CARL:
E per una figurina voi litigate?
TRACY:
Non è una figurina qualunque…è un pezzo d'antiquariato…potrebbe valere…
CARL (Interrompendola):
Si, l'hai già detto…dieci verdoni…
TRACY (Smettendo di mangiare il gelato e osservando Carl):
Tu non mi credi, vero papà?
CARL:
Ritieniti fortunata che Bobby e Cynthia ti ospitino…e Jennifer è l'unica vera amica che hai…se c'era ancora tua madre non avevi bisogno di saltare di casa in casa per trovare un posto dove dormire.
TRACY:
Non c'è problema papà…io posso dormire anche da sola
CARL:
Si, come no……Vieni qui

Tracy sale sulle ginocchia di Carl con il gelato in mano e Carl l'abbraccia.

CARL:
Mi dispiace di non poter stare più tempo con te
TRACY:
Anche a me, papà…ma se devi lavorare…

Carl smette di abbracciare Tracy e la osserva

CARL:
Se potessi cambierei lavoro anche subito…ma dove vado?…
TRACY:
Ti voglio tanto bene, papà…
CARL:
Anch'io tesoro… (Carl la abbraccia di nuovo)…anch'io

VOCE FUORI CAMPO:
Abbracciare Tracy era un po' come scalare una montagna…viste le nostre sporadiche conversazioni, era molto difficile poter parlare di noi, ma so che lei capiva…so che le mancava la madre, ma io che potevo farci?…Quel lavoro che mi dava da mangiare era una delle poche cose dignitose che mi erano rimaste insieme a Tracy e Bobby…poi molte piccolezze che però non ero riuscito ad apprezzare come i colleghi, o il gusto della caccia. Così quando lei mi parlava di Mr. Chocolate, che peraltro non sapevo nemmeno chi fosse, era come sentirsi trascinare dritto in paradiso. La verità è che io cercavo Tracy e a volte lei col pensiero mi veniva a trovare, e speravo che stesse il più possibile insieme a me, ma sapevo che era solo questione di pochi giri d'orologio.

 

SCENA 9 - EST. UFFICIO BORDER PATROL - SERA

Carl scende dalla jeep che ha appena parcheggiato e si reca verso l'entrata dell'ufficio.

 

SCENA 10 - INT. UFFICIO BORDER PATROL - SERA

Carl entra nell'ufficio. In sottofondo si sentono delle urla. Carl si toglie la giacca e la appende. Verso di lui si reca il capitano Fletcher, 53 anni, di colore, capelli bianchi.

CARL (A Fletcher):
Che diavolo è questo casino?
FLETCHER:
Hayden, bentornato…Ramirez è all'interrogatorio
CARL:
Che è successo?
FLETCHER:
Casinsky e Appleton hanno beccato uno oggi
CARL:
Messicano?
FLETCHER:
Ramon Hernandez (dà un fascicolo di fogli in mano a Carl), 19 anni, incensurato…sono due ore che lo mettiamo sotto torchio ma lui respinge ogni accusa…
CARL:
Che ha fatto?
FLETCHER:
Ha passato il confine con uno zaino da campeggio. Casinsky lo ha perquisito e gli hanno trovato tre etti di cocaina in una tasca dello zaino, lui dice che l'hanno incastrato, che non ce l'ha messa lui…dicono tutti così
CARL:
Ci parlo io, capitano
FLETCHER:
Non ti sforzare troppo ragazzo, questa è gente che dalle nostre parti vediamo da più di trent'anni…
CARL:
Ci voglio parlare comunque…
FLETCHER:
Accomodati…

Mentre Fletcher va via, Carl si reca verso la stanza degli interrogatori. Fuori dalla porta ci sono Fred Casinsky, 39 anni, capelli neri, e Danny Appleton, 48 anni, nero, completamente calvo. I due stanno ridendo tra loro. Intanto si sentono provenire altre grida dalla stanza degli interrogatori.

CARL:
Ehi…Casinsky…che è successo?
CASINSKY:
Il solito sbandato chicano del cazzo…aveva quasi un chilo di coca in una tasca di uno zaino da campeggio…quel figlio di una troia…
CARL:
Fletcher ha detto "non più di tre etti"
CASINSKY:
Beh…Fletcher si è sbagliato…ti dico che era poco meno di un chilo…
CARL:
L'avete picchiato?

Silenzio…

CARL:
Ripeto la domanda (+ deciso): l'avete picchiato?
APPLETON (A Carl):
Stava facendo resistenza…gli abbiamo dato due schiaffi ed è finita lì
CARL:
Vorrei vederli…quei due schiaffi…
CASINSKY (A Carl, con tono deciso):
Che cazzo credi, eh? L'avremo dovuto portare qui su una limousine, stendere un tappeto rosso con i bordi argentati per farlo entrare, e poi preparare un pranzo d'alta scuola italiana e imboccarlo col cucchiaio d'oro? Se ti fa piacere gli abbiamo prenotato una suite al Grand Hotel…

Carl si getta arrabbiato contro Casinsky afferrandolo per il colletto della camicia e sbattendolo al muro. Appleton va per fermarlo.

CARL (A Casinsky, bisbigliando):
Stammi a sentire, stronzo. Se viene fuori che quello lì dentro non sapeva niente di avere cocaina fra le mani e sporge denuncia contro di te, tu finisci dietro le sbarre, hai capito?
CASINSKY:
Lasciami, bastardo (quasi soffocando)
CARL:
Mi hai capito? (Bisbigliando più forte)
APPLETON (A Carl):
Lascia perdere, Hayden
CARL (A Casinsky):
E se scopro che aveva solo tre etti di coca e non quanto hai detto tu, va a finire che Fletcher verrà a sapere che alcuni suoi agenti non sanno la differenza che c'è tra un cazzo e una cazzuola.
CASINSKY:
Vaffanculo

Carl lascia il colletto di Casinsky e si reca verso la stanza degli interrogatori. Casinsky e Appleton si guardano tra loro. Casinsky si sistema il colletto della camicia.

APPLETON:
Novellino figlio di puttana…

 

SCENA 11 - INT. STANZA INTERROGATORI - SERA

Carl entra nella stanza. E' una stanza piccola con un tavolo nel mezzo e tre sedie attorno ad esso. Ai muri sono appesi due microfoni a giraffa e in un angolo del soffitto un piccolo altoparlante. Al tavolo è seduto Ramon Hernandez, 19 anni, messicano, di carnagione scura, con un labbro sanguinante, la fronte sudata e un occhio gonfio con un livido; indossa una camicia marrone sporca di grasso e tiene le mani ammanettate sul tavolino. Accanto a lui è in piedi Bobby Ramirez con le mani appoggiate sul tavolo.

CARL (A Bobby):
Che abbiamo qui?
BOBBY: (A Carl):
Questo bravo ragazzo è stato preso con tre etti di coca nello zaino
RAMON (Con fatica):
Santo cielo, come ve lo devo dire?…Non era mia la roba…qualcuno mi ha incastrato…
CARL (A Ramon):
Chi c'era con te al momento della perquisizione?
RAMON:
Solo i due agenti di pattuglia
BOBBY:
Quindi tu dici che la coca era di Casinsky e Appleton…
RAMON:
Io non dico più niente finché non vedo un avvocato…
BOBBY:
Oh Cielo…questo vuole anche l'avvocato…
CARL (Avvicinandosi al tavolo e sedendosi di fronte a Ramon):
Non credo che ti serva l'avvocato…io credo che sia una cosa da poter risolvere qui, in questa stanza, tra di noi, giusto?

Ramon sta zitto

CARL:
…quindi ciò che ti consiglio è di collaborare subito e se noi capiamo che hai la coscienza pulita te ne andrai fuori di qui ben presto…
RAMON:
Altrimenti?
CARL:
Altrimenti te ne starai qui dentro finché non saremo giunti a qualcosa, costi quel che costi, anche se dovremo restarci per una settimana intera…
BOBBY (A Carl):
Vuoi fare da solo?
CARL:
Vai a prenderti un caffè, Bobby…

Bobby esce silenzioso dalla stanza. Carl e Ramon si guardano negli occhi; c'è un momento di silenzio.

CARL:
Allora…Ramon…perché hai passato il confine?
RAMON:
Ho un regolare visto…
CARL:
Non lo metto in dubbio…io ti ho solo chiesto perché hai passato il confine, alla faccia del visto…
RAMON (Dopo 5/6 secondi di silenzio):
Volevo cercarmi un lavoro…
CARL:
Che sai fare?
RAMON:
Stai cercando di piacermi?
CARL (Avvicinandosi di + con la sedia al tavolo):
Allora, Ramon, qui funziona così: sulla sedia dove posi il tuo culo messicano ci stanno le persone che hanno fatto qualcosa di male, o almeno sono sospettate di aver fatto qualcosa di male…dove sono io invece, ci sta quello che deve interrogare la persona che ha fatto qualcosa di male, o almeno quello che sospetta che la persona che ha davanti abbia fatto qualcosa di male… Dunque…quello che sospetta fa delle domande…okay?…e quello che è sospettato deve rispondere alle domande. E il gioco è questo: se quello che è sospettato risponde ad un certo numero di domande nel minor tempo possibile, il caso si risolve e tutto finisce lì…a volte vinci un bel premio, a volte vai dietro le sbarre… Se invece quello che è sospettato si gira i pollici fregandosene zero di ciò che gli accadrà…beh…rischia un bel viaggio in prima classe all'inferno…d'accordo?

Ramon fa 5/6 secondi di silenzio.

CARL:
Allora, ti ripeto la domanda… Che tipo di lavoro sai fare?
RAMON (Dopo 2/3 secondi di silenzio):
Non so…so lavorare bene la terra…
CARL:
Ehi, Ramon…dimmi una cosa?…Non so come vanno le cose lì da voi, ma qui la grande depressione è finita da un pezzo…Che credevi di trovare? Tom Joad e la mamma sul loro camioncino due per due a cercare i raccolti di pesche o i campi di barbabietola da zucchero?
RAMON:
Bè, se è per questo so fare anche altre cose…
CARL:
Avanti, non fare il timido, Ramon…
RAMON:
Ho lavorato per tre mesi in una fabbrica giù a Città del Messico…
CARL:
E che facevi in fabbrica, Ramon?
RAMON:
Saldature, soprattutto…
CARL:
Saldature ossidriche…cose così…
RAMON:
Si, cose così…
CARL:
La Pennsylvania è lontana, Ramon…di fabbriche da queste parti se ne vedono piuttosto poche…avanti…cosa sai fare?
RAMON:
Bè…ho aiutato mio padre a costruire la nostra casa…
CARL:
Sai cos'è il calcestruzzo, Ramon?
RAMON:
Bè…cemento, acqua, pietre
CARL:
Sai come si fa a semplificare la posa del calcestruzzo, Ramon?
RAMON:
Si aggiunge il lattice
CARL:
Sai come funziona un forno per il cemento?
RAMON:
Bè…
CARL:
Coraggio, Ramon…stupiscimi
RAMON:
Un forno per il cemento è inclinato di 20 gradi rispetto al piano orizzontale e ha due estremità dove entra la materia prima e dove escono le ceneri
CARL:
Che temperatura raggiunge la zona riscaldata di un forno, Ramon?
RAMON:
Non so…1200, 1300 gradi?
CARL:
Ci sei andato vicino…sono 1400 gradi centigradi
RAMON:
1400 gradi centigradi?
CARL:
Ricordati che sono io che faccio le domande, Ramon…Qual è il tipo di mattone più economico?
RAMON:
Il Fletton
CARL:
Perché?
RAMON:
Perché sono mattoni da completamento
CARL:
Sarebbe a dire?
RAMON:
L'argilla dei Fletton contiene carbonio e i mattoni vengono modellati alla cieca, dopodiché vengono bruciati a gas. Quando il carbonio brucia il gas viene spento, fino a che il carbonio non ha finito di bruciare. Vengono fuori dei mattoni piuttosto bruttini, dall'aspetto bruciacchiato, quindi sono da completamento per non influenzare l'aspetto finale di un edificio.
CARL:
Bravo, dieci punti…Sai come si tratta la cocaina, Ramon?
RAMON:
Cosa stai cercando di farmi dire?
CARL:
Ramon…io le domande, tu le risposte…Se sai la risposta, rispondi…se non la sai, basta che tu dica "Non lo so"…semplice, vero?
RAMON:
Non lo so…
CARL:
Andiamo, Ramon…non essere chiuso…vuoi che ti ripeta la domanda?
RAMON:
No, non voglio che tu mi ripeta la domanda…
CARL:
Okay…allora rispondimi Ramon…come si tratta la cocaina?
RAMON (+ arrabbiato):
Ti ho già detto che non lo so…

Carl guarda Ramon negli occhi. Ramon lo guarda a sua volta. C'è un attimo di silenzio.

CARL:
D'accordo…Voglio crederti, Ramon, voglio crederti…

Ramon sta zitto.

CARL:
Da che età lavori, Ramon?
RAMON:
Da quando avevo tredici anni
CARL:
E quante volte hai lavorato negli Stati Uniti?
RAMON:
Tre volte…
CARL:
Sei teso, Ramon…vuoi una sigaretta?
RAMON:
Magari…
CARL:
Bè…rassegnati…ho smesso di fumare…
RAMON:
Io non credo…
CARL:
Cosa?
RAMON:
Il tuo alito puzza ancora di fumo…come se avessi spento l'ultima sigaretta mezz'ora fa…

Carl tira fuori dalla tasca della camicia un pacchetto di Marlboro e lo apre. Ramon prende una sigaretta.

RAMON:
Hai da accendere papà…
CARL:
Carino il nominativo…bè ricorda che io non sono tuo padre…Prima di tutto tu sei Ramon e io sono Carl…chiaro? Carl…C A R L…Carl……E poi sinceramente sono troppo giovane per essere tuo padre.

Ramon accenna un sorriso.

RAMON:
Hai da accendere…Carl?
CARL:
Così va bene…Ramon

Carl estrae una confezione di zolfanelli dalla tasca e la passa a Ramon. Ramon accende la sigaretta e fa un tiro. C'è un attimo di silenzio.

CARL:
Dove vivi, Ramon?
RAMON:
Sonora
CARL:
Con tuo padre?
RAMON:
Mio padre, mia madre, mia sorella e un nipote appena nato.
CARL:
E il marito di tua sorella…
RAMON:
Un chitarrista Mariachi di passaggio…
CARL:
Anche loro hanno lavorato negli Stati Uniti?
RAMON:
Solo io…mio padre ha un'ernia al disco da quattro anni e non può più lavorare…mia sorella e mia madre non sono mai riuscite ad avere un visto per passare il confine…
CARL:
Quindi sei tu che tiri avanti la famiglia…
RAMON:
In pratica si…me ne vado un paio di mesi a lavorare…e poi torno a casa con un po' di soldi.
CARL:
Il tuo visto è in fase di scadenza…quanto avevi intenzione di rimanere in California?
RAMON:
Tredici giorni…il tempo necessario…
CARL:
E quanto avresti lavorato in tredici giorni?
RAMON:
Mio zio abita nella contea di Madera…dovevo aiutarlo a costruire una serra…mi avrebbe pagato 600 dollari.
CARL:
Un bel guadagno…muy facile
RAMON:
Si, un bel guadagno…
CARL:
Bè, credo che tuo zio ti stia aspettando…
RAMON (sorpreso):
Mi lasciate andare?!

A quel punto, nella stanza entra Bobby.

BOBBY (A Carl):
Allora, sei giunto a qualcosa?
CARL:
Lascialo andare…

Ramon fa un'espressione sollevata.

BOBBY:
Cosa?…Così, su due piedi?
CARL:
Esatto
BOBBY:
Dovremmo prima consultare Fletcher…
CARL:
Mi prendo io la responsabilità, poi ti spiego il perché della mia decisione…
BOBBY:
Lo credo bene…
CARL (A Ramon)
Puoi andare figliolo…
RAMON:
Grazie…

Mentre Ramon sta per uscire, Carl lo afferra per un braccio

CARL:
Ricorda, Ramon…pensa bene…io ho voluto crederti…io ho voluto crederti
RAMON:
…Tu hai voluto credermi…
CARL:
Se venissi a scoprire che quella coca era tua, io finirei a chiedere l'elemosina all'angolo di una strada, lo sai questo?
RAMON:
Me ne rendo conto…
CARL:
E ti rendi conto che se succedesse ti verrei a cercare anche se avrò la schiena spezzata e la barba lunga fino alle palle?
RAMON:
Mi rendo conto anche di questo…

Carl lascia il braccio di Ramon, che esce dalla stanza. Bobby si siede accanto a Carl e appoggia i gomiti sul tavolo.

BOBBY:
Si può sapere che ti è preso?
CARL:
Mi sembra troppo intelligente per distruggersi la vita a smerciare coca al di qua del confine…
BOBBY:
Tu non capisci…un uomo che entra in questa stanza e non ha questa divisa, automaticamente è un sospetto, e fino a che una voce dall'alto dei cieli non dice il contrario, rimane sempre un sospetto.
CARL:
Era una perdita di tempo…
BOBBY:
E cosa ti fa dire che era una perdita di tempo…

Carl si alza di scatto dalla sedia.

CARL (Parlando a voce + alta):
Ma insomma, Bobby…dobbiamo catturare i clandestini e noi ci fissiamo su di un ragazzino di 19 anni che ha passato regolarmente la frontiera per riportare a casa un po' di soldi puliti e sudati…
BOBBY:
Sta' calmo…non me ne frega un cazzo se aveva un visto o un mandato del Presidente degli Stati Uniti…ciò che voglio sapere è come fai a sapere che quella droga non era sua.
CARL:
Non lo so…credo che uno come lui possa andare in una qualsiasi fabbrica metallurgica o nei cantieri di ristrutturazione della Casa Bianca e diventare subito capo squadra. Ha un padre immobilizzato, una madre e una sorella con un figlio appena nato, e lui ha deciso di passare la frontiera per offrire un po' di speranza ai suoi…dimmi la verità: quante possibilità credi abbia lui di essere uno spacciatore?
BOBBY:
Non lo so…io…può darsi che tu abbia ragione…ma non conosci la razza con la quale abbiamo a che fare…
CARL (Mettendosi nuovamente a sedere):
Stai parlando di te…
BOBBY:
E' per questo che io la conosco…io ci sono nato…Carl…la fame è una cosa molto potente…fai qualsiasi cosa per averla ed uscirci pulito, ma molti non esitano a far cadere qualche pedina dalla scacchiera…non so se mi spiego
CARL:
Non basarti solo su quello che puoi aver visto trent'anni fa…tutti i giorni si imparano cose nuove…
BOBBY:
Non in Messico…
CARL:
Parlami del Messico, Bobby…
BOBBY:
Non c'è molto da dire del Messico…certo che se una persona cerca qualcosa di bello deve stare attenta a dove mettere i piedi in Messico…Mi ricordo che una volta mio padre mi portò a vedere il Chichen Itzà…era il 21 marzo, me lo ricordo come se fosse ora…e quando arrivai mi trovai davanti questo paradiso…c'è un enorme campo dove gli antichi giocavano a palla…era una specie di football…e sui recinti murati del campo ci sono ancora le incisioni. E poi c'era il tempio di Castillo, straordinario…qualcuno diceva che era una sorta di visione Maya per le previsioni cosmologiche, ma nell'insieme aveva anche le influenze dei Toltechi. Bè appena misi gli occhi sul tempio di Castillo vidi una sorta di serpente che si dipanava sul tempio. Mi girai verso mio padre e lui mi disse che era un effetto ottico dovuto dal particolare momento, visto che il 21 marzo era l'equinozio. Avevo 9 anni e non avevo la minima idea di dove avrei raccontato questa storia quando ne avrei avuti 40…
CARL:
E Guanajuato?
BOBBY:
Non lo so…non so come è ora…e non voglio saperlo…e non ho idea di come sarà né tra dieci giorni né tra cinquant'anni…

Bobby si alza dalla sedia ed esce dalla stanza. Carl rimane seduto a pensare giocherellando con la sua fede nuziale, facendola rimbalzare più volte sul tavolino. All'ennesimo rimbalzo, Carl agguanta nel suo pugno la fede nuziale e si alza, uscendo dalla stanza. Sul tavolino sono rimaste le sue Marlboro e gli zolfanelli. La sedia dove era seduto Ramon è fuori posto e sul pavimento ci sono alcune macchie di sangue.

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Il Messico era così vicino a noi che lo sentivamo nelle nostre vene…i messicani ti squadravano da capo a piedi se entravi nel loro territorio e quando hai una divisa della polizia di frontiera per loro significa "La persona che fermerà il tuo viaggio nella terra promessa". Bobby diceva sempre cose sagge, anche perché lui vedeva le cose in maniera diversa da me…giudicava solo quello per cui lui era già stato giudicato in precedenza. Una cosa per lui è brutta senza pensarci due volte, perché magari venti anni prima lui ha deciso che quella cosa era brutta… Ma noi non dobbiamo giocare con la gente, visto che messicani, filippini, vietnamiti…sono tutti uguali a noi…o almeno hanno una testa, un paio di occhi, una bocca e per ascoltare e sentire hanno orecchie tali e quali alle nostre…Il fatto di aver lasciato andare Ramon non era casuale…sentivo che da qualche parte, in qualche posto lo avrei ritrovato…avevo la sensazione che quella cosa non sarebbe finita lì.

 

SCENA 12 - UFF. FLETCHER - SERA

VOCE FUORI CAMPO (Carl):
Il fatto che non avesse gridato il mio nome ai quattro venti era già rassicurante, magari si era fatto un doppio caffè con panna Bonchard, come lo chiama lui. La cosa più buona che ci possa essere su questo pianeta, diceva. E il fatto che giocherellasse con un elastico appollaiato alla sua sedia come un pipistrello afrodisiaco era una cosa piuttosto insolita.

Carl si affaccia nell'ufficio di Fletcher, che è seduto sulla sua sedia girevole con i piedi appoggiati sulla scrivania e sta giocherellando con un elastico. Carl bussa appena alla porta. Fletcher di scatto si ricompone.

FLETCHER:
Ah, Hayden…entra
CARL:
Mi hanno detto che mi stava cercando, capitano (Carl si siede)
FLETCHER:
Si può sapere che ti è saltato in testa?
CARL:
Riguardo a cosa?
FLETCHER:
Riguardo a tante cose…
CARL:
Per esempio?
FLETCHER:
Per esempio riguardo al fatto che hai tranquillamente lasciato andare Hernandez come se tu fossi il capo della baracca qui, e come se lui fosse Dio se ne è uscito in bello stile…
CARL:
Hernandez non c'entrava…è troppo istruito per passare la frontiera carico di droga per rivenderla e ricavarci un po' di denaro sporco…
FLETCHER:
Questo dovrei essere io a deciderlo, non credi?
CARL:
Ah, santo Dio, capitano…se una cosa è nera non c'è bisogno di chiamare il figlio di Rembrandt per capire che è nera…una persona lo vede da sé.
FLETCHER (Dopo 2/3 secondi di silenzio):
E' una risposta ragionevole…
CARL:
L'ho lasciato andare perché la ritenevo la cosa più giusta da farsi…quella droga gli è stata messa nello zaino da qualcuno…per una volta si fidi di me.
FLETCHER:
Sesto senso, eh?
CARL:
Lo so che è stata una decisione affrettata, che forse ne pagherò le conseguenze, ma lo sentivo, e lo sento tuttora che quel ragazzo è innocente.
FLETCHER:
Se sapevo che avrei avuto dei chiaroveggenti di pattuglia magari non chiedevo tanti rinforzi al fronte orientale…comunque il discorso è chiuso. Punto numero 2: Casinsky mi ha detto che gli hai dato un pugno e l'hai minacciato.
CARL:
Andiamo…se Casinsky scrivesse canzoni sarebbe accusato di plagio da tutti i musicisti del Tennessee e dintorni…
FLETCHER:
Si, è la prima cosa che ho pensato anch'io…non so se gli hai dato un pugno nello stomaco o se gli hai dato un bacio in bocca, e sinceramente non me ne frega un cazzo. Da quanto sei nella polizia di frontiera, da un anno e mezzo?
CARL:
Giorno più, giorno meno…
FLETCHER:
E tu pensa…non ho ancora imparato a comportarmi nel modo giusto con te. So dei problemi che hai avuto con tua moglie e ti capisco…ma che devo fare?…Un giorno sembri un agnellino così docile che sembra che tu stia per andare al mattatoio, il giorno dopo interroghi un tipo sospettato di traffico di droga e lo lasci andare come se tu fossi il coadiutore del presidente degli Stati Uniti, il giorno dopo ancora te ne stai alla tua scrivania ad ascoltare "Love me tender" come un povero rincoglionito col cuore spezzato, il giorno dopo ancora aggredisci un tuo collega…come devo comportarmi con te? Solo questo ti chiedo…
CARL (Dopo 5/6 secondi di silenzio):
E' una domanda difficile, con una risposta altrettanto difficile…io sono un poliziotto di frontiera che fa il suo lavoro meglio che può…se credo che debba esserci giustizia, io devo permetterlo…e se il poliziotto di frontiera più odioso viene da lei e accusa me di aver fatto cose delle quali ne ho fatte una frazione insignificante allora vorrei sapere io come devo comportarmi con lui.
FLETCHER (Accennando un sorriso):
Ah, Hayden…sei il mago della risposta…non so gli altri ma io rimango affascinato dal modo in cui rispondi alle mie domande…
CARL:
Contento di piacerle…
FLETCHER (Ridendo):
Che fenomeno…
CARL:
Posso andare? Dobbiamo raggiungere il settore 16…io e Bobby abbiamo più di 50 miglia da fare in jeep.
FLETCHER:
Puoi andare…ma ricordati di controllare i tuoi sforzi nervosi, Hayden…
CARL:
Ricevuto, capo.

Carl si alza dalla sedia e esce dall'ufficio, mentre Fletcher lo guarda sfogliando delle carte che ha in mano.

 

SCENA 13 - UFF. BORDER PATROL - SERA

Carl, appena uscito dall'ufficio, si reca all'appendiabiti a sinistra della porta e si infila la giacca. Lo segue Bobby che ha già la giacca addosso.

BOBBY:
Com'è andata la pratica Fletcher?
CARL:
Mi ha invitato a cena in un ristorantino di Fountain Grove
BOBBY:
Me lo immagino…
CARL:
Che vuoi che ti dica…c'è gente che beve caffè doppio tutta la vita e gente che tutta la vita sente aliti al caffè doppio…spero di non essere il secondo…

Bobby ride. Entrambi escono dall'ufficio.

 

SCENA 14 - EST. UFFICIO BORDER PATROL - PARCHEGGIO - SERA

Carl e Bobby si stanno incamminando verso i loro Broncos.

BOBBY:
Hai visto Tracy oggi?
CARL:
Si…mi ha fatto una lezione di business del mondo delle figurine…
BOBBY:
Stasera è a casa mia, vero?
CARL:
Già…così lei e tua figlia potranno battersi al rialzo della figurina di Mr. Chocolate…
BOBBY:
Ah si…Mr. Chocolate
CARL:
Lo conosci pure tu?
BOBBY:
In casa mia questo nome rimbalza da una parete all'altra…
CARL:
Io l'ho conosciuto solo oggi, sono fortunato?
BOBBY:
Si, sei piuttosto fortunato

Bobby e Carl arrivano ai loro rispettivi Broncos. Bobby sale sul suo e mette in moto. Carl sta cercando la chiave per aprire la portiera.

BOBBY:
Ci vediamo da Miguel
CARL:
Ce la faremo poi ad arrivare in tempo per il cambio al settore 16?
BOBBY:
Se hai il piede pesante si…
CARL:
Allora ci vediamo da Miguel.

Bobby parte col suo Bronco ed esce dal parcheggio. Carl trova la chiave e apre la portiera. Prima di montare su, il suo sguardo si fissa sul cielo e sul sole appena tramontato.

VOCE FUORI CAMPO:
C'era un bar a Tijuana, il bar di Miguelito Hendoras, dove io e Bobby ci facevamo coraggio prima di iniziare la nostra caccia. E' una cosa molto strana, ma alcune delle persone che passavano da quel bar, a volte erano quelle che la sera stessa rimandavamo a casa per evitare loro di passare il confine. Alcuni li potevi notare perché bisbigliavano tra di loro e ti facevano la radiologia completa. E quella sera potevano stare tranquilli, visto che il nostro settore era completamente libero. Nel bar di Miguel c'era un gran bel juke-box, che mandava continuamente vecchie canzoni, da "Your cheatin' heart" di Hank Williams a "Black magic woman" di Carlos Santana. E a volte io mi fissavo su quelle canzoni che piacevano anche a Rachel, quelle canzoni che stranamente sembrano insignificanti, ma che invece ti tieni dentro tutta la vita. Una di queste era "Late for the sky" di Jackson Browne. Gran bella canzone.

 

SCENA 15 - EST. AUTOSTRADA PER TIJUANA - NOTTE

Il sole è ormai tramontato. Carl guida il suo Bronco fissando attentamente la strada (Mdp parallela all'auto).

VOCE FUORI CAMPO:
Nel cuore della notte devi aspettarti sempre ciò che non ti aspetteresti mai…un messicano sul ciglio della strada grondante di sangue o l'odore della tequila che ti scorre già nelle vene… Ogni cosa è possibile qui. Cerchi di essere il più lucido possibile nonostante tu abbia bisogno di dormire almeno un'ora; fissi la strada senza battere ciglio e ogni curva è come una sfida a te stesso…Sono abbastanza sveglio da poter completare la manovra?

Carl continua a guidare (L'auto si allontana sempre di + dalla Mdp - Carrello aereo)

 

SCENA 16 - EST. MIGUEL'S BAR - NOTTE

Il parcheggio del bar di Miguel è pieno di utilitarie bianco sporco. Alcuni messicani sono seduti su una panchina appena fuori del bar. Il Bronco di Bobby è parcheggiato fuori e sta giungendo il Bronco di Carl. Carl parcheggia appena fuori dal locale e scende dalla macchina, osservando due messicani che lo stanno fissando e stanno parlottando. I due hanno sui trent'anni e indossano entrambi tute da lavoro sporche e si stanno passando una sigaretta.

1° MESSICANO (Parlando in spagnolo):
Sta diventando la congrega degli sbirri

L'altro messicano ride. Carl continua ad osservarli mentre si dirige all'entrata. I due messicani lo fissano da capo a piedi.

2° MESSICANO (A Carl, sottovoce):
Mira Hombre!

Carl apre la porta del bar e osserva i due con sguardo rassegnato. (Mdp si sposta poi sui due messicani)

 

SCENA 17 - INT. MIGUEL'S BAR - TIJUANA - NOTTE

Carl, appena entrato nel locale, dà uno sguardo in giro. Il locale è piuttosto pieno, soprattutto di messicani. Lo sguardo di Carl si impunta su una coppia apparentemente di turisti. Lui ha l'aspetto di un inglese, 45 anni, con un cappello bianco e un vestito elegante e lei, 30 anni, sembra una messicana, capelli scuri e ricci, con una gonna nera lunga e un viso molto curato. I due passano accanto a Carl, lui si mette nella tasca interna della giacca il portafogli. Carl si volta mentre i due stanno uscendo (Sequenza leggermente rallentata). Magari Carl ha rivisto Rachel nella donna. Il juke-box sta suonando "On the way home" dei Buffalo Springfield. Carl si sente chiamare dal bancone. E' Miguel, il titolare del bar, 52 anni, messicano, scapigliato con due grossi baffi neri e il volto leggermente butterato. Al momento Miguel sta tenendo in mano una bottiglia di rum cubano.

MIGUEL (A Carl):
Ehi…Carl

Carl si volta di scatto e nota Miguel.

CARL:
Ciao Miguel…come butta stasera? (Dando la mano a Miguel)
MIGUEL:
Che vuoi che ti dica amigo?… Sta diventando una meta per turisti…
CARL:
Quei due? (Intendendo l'uomo e la donna che sono appena usciti)
MIGUEL:
Ah…vengono tutte le sere e spendono un patrimonio…ho fatto arrivare una cassa di champagne da Los Angeles proprio per loro…
CARL:
Se non altro è stato un buon affare
MIGUEL:
Che ti preparo?…Una birra?
CARL:
Una birra andrà benissimo…
MIGUEL:
E birra sia…

Carl si appoggia al bancone e si guarda intorno. Alcuni messicani ad un tavolo lo stanno fissando da capo a piedi. Lo sguardo di Carl si impunta su un messicano che non aveva mai visto. Un tipo piuttosto grosso, di circa trent'anni, con un cappellino senza scritte e una salopette da lavoratore. Miguel ritorna da Carl e gli serve la birra. Mentre Miguel sta tornando al suo lavoro, Carl lo richiama.

CARL:
Miguel…
MIGUEL (Ritornando davanti a Carl):
Dimmi Carl…
CARL (Indicando con la testa il messicano che stava osservando):
Chi è il nuovo pezzo da novanta?
MIGUEL:
Chi? Quel quarto di bue?
CARL:
Si, quello col cappello…
MIGUEL:
Non lo so…credo di non averlo mai visto qui…
CARL:
E la gente che ha attorno?
MIGUEL:
Sono quasi tutti dipendenti di Mendoza…
CARL:
Mendoza l'appaltatore?
MIGUEL:
Si, lui…Sta costruendo a cinque miglia da qui…roba grossa…un supermercato credo…
CARL:
Se riesci a dirmi qualcosa di quello lì la prossima volta, mi fai veramente un favore…
MIGUEL:
Proverò
CARL:
Grazie
MIGUEL:
Ehi…comunque cerca di stare coi piedi per terra, Carl…Magari è solo un operaio che si sta bevendo una birra per riposarsi un po'…
CARL:
Può essere…comunque tienimi informato…
MIGUEL:
Te l'ho già detto…proverò
CARL:
Hai mica visto Bobby?
MIGUEL:
E' laggiù nell'angolo…

Mdp inquadra Bobby che sta sorseggiando una birra solitario.

CARL:
Grazie

Miguel torna al lavoro. Carl prende la sua birra e si dirige verso il tavolo di Bobby. Passa accanto al gruppo degli uomini di Mendoza e per un attimo li sfiora con lo sguardo, mentre loro se ne stanno a conversare amichevolmente. Il messicano col cappellino lo osserva per un attimo (Sequenza leggermente rallentata). Carl raggiunge il tavolo di Bobby, che sta continuando a sorseggiare la sua birra, e si siede.

BOBBY:
Anche stai volta non sei riuscito a raggiungermi…
CARL:
Non volevo umiliarti (sorridendo)
BOBBY:
E così tutta questa gente stasera avrà via libera eh?
CARL:
Non è detto…magari non ci sono jumper…magari sono tutti a posto
BOBBY:
Davvero?…Allora che mi dici di quello al bancone, a ore dieci?…

Mdp inquadra un messicano che sta guardando Bobby e Carl. Ha un tatuaggio sul braccio sinistro e indossa un giubbotto di jeans con le maniche tagliate. Ha i capelli neri, brizzolati, due grossi baffi e una cicatrice sullo zigomo. Appena si accorge che Bobby e Carl lo stanno osservando, il messicano si volta e fa finta di niente.

CARL (Voltandosi nuovamente verso Bobby):
Che ti dico di quello?
BOBBY:
Andiamo…quello stasera si ritrova contento come una pasqua appena vede che Tijuana non è sorvegliata
CARL:
Tu giudichi le persone dai tratti somatici? Anche tu allora potresti sembrare un trafficante di droga
BOBBY:
Smettila di prendere per il culo e osserva bene come si è voltato appena si è accorto che aveva gli occhi puntati addosso…e come continua a guardare da questa parte con la coda dell'occhio…
CARL:
Magari gli piaci…

Bobby si volta verso Carl e sorridono. Bobby dà un sorso alla sua birra e continua a tenere d'occhio il messicano al bancone. Poi si volta verso Carl e lo osserva. Carl, che sta bevendo anche lui la sua birra, si accorge che Bobby lo sta osservando e alza la testa.

CARL:
Che c'è?
BOBBY:
Tu hai qualcosa…
CARL:
Qualcosa?…Perché?…Cosa ho?
BOBBY:
Si…hai qualcosa…come dire…di strano
CARL:
Ad esempio?
BOBBY:
Sei un po'…floscio
CARL:
Un po' floscio?
BOBBY:
Bè…non so se è il termine giusto, però ti vedo un po'…strano, ecco
CARL:
Sarà che non dormo da almeno una settantina di notti…
BOBBY:
Io da almeno un migliaio…
CARL:
Forse è il fatto che vorrei vedere di più Tracy…Forse è il fatto che non sopporto più di rassettare la cucina e le cose che faceva Rachel…
BOBBY:
Devi smetterla di preoccuparti sempre di Tracy come se non fosse in mani sicure…Cynthia la ama e io pure…non certo come te, questo è ovvio…ma tutti stiamo provando a darti una mano
CARL:
Io ti ringrazio Bobby, ma non posso certo ignorare che Tracy ha solo me
BOBBY:
Carl…Rachel è stata una delle più belle cose che ti siano mai capitate, ma purtroppo nella vita c'è anche il rovescio della medaglia…devi rassegnarti ad essere così…ormai non puoi cambiare le carte in tavola…
CARL:
Forse hai ragione…
BOBBY:
Rilassati…bevi una birra…ricarica le pile e poi partiamo

Carl e Bobby sorseggiano le loro birre. Carl osserva Bobby che non smette di tenere d'occhio il messicano appoggiato al bancone.

VOCE FUORI CAMPO:
Parlare con Bobby era un po' come avere davanti un libro aperto. Stava nella polizia di frontiera da vent'anni e sapeva cosa c'era dietro la linea…anche se era una persona precipitosa, che credeva di sapere tutto di tutti, alla fine per il novanta per cento delle volte aveva ragione…Certo, io e lui eravamo diversi…lui proveniva dai bassifondi di Guanajuato, io dai ceti medio borghesi di San Francisco…Potevo essere un ingegnere, come mio zio…potevo essere come mio padre, avvocato d'ufficio per ventiquattro anni e poi una bella pensione nel cassetto…potevo essere come mio nonno, vecchio sognatore e capitano di vascello nella seconda guerra mondiale, a pilotare caccia bombardieri sopra la Germania, con i proiettili che ti passavano così vicino che senti tuttora i loro sibili…E invece eccomi qua…in divisa da poliziotto di frontiera direttamente da Fort Irwin e subito in prima linea.

 

SCENA 18 - EST. DESERTO CALIFORNIA - SETTORE 16 - NOTTE

I Broncos di Carl e Bobby sono a circa cinquecento metri di distanza l'uno dall'altro. La notte è stellata. Il deserto si apre con un'immensa distesa di piccoli torrenti prosciugati dalla siccità e miriadi di rocce grandi quanto una mela sparse qua e là. Ad ovest, distante circa duecento metri, si intravede la maestosità di un altopiano di circa ottanta metri, che si innalza come un piccolo vulcano. Bobby esce dal Bronco e si guarda attorno. Prende dalla jeep il fucile, un semplice Beretta, e si accinge a caricarlo. Prende due cartucce e le spolvera con un soffio. Carica il fucile e controlla l'otturatore, mirando due o tre volte in aria. Poi ripone il fucile al posto di guida e chiude la portiera del Bronco.
Anche Carl scende dal Bronco e si guarda attorno passeggiando con le mani intasca per un raggio di circa dieci metri, dando calci a qualche sasso qua e là. Poi si ferma e guarda una stella molto brillante.

FLASHBACK - EST. DESERTO CALIFORNIA - NOTTE

Rachel e Carl sono seduti sul cofano del Bronco e puntano le stelle.

RACHEL:
Che stella è quella là? (indicando la stella che stava prima osservando Carl)
CARL:
Quale?
RACHEL:
Quella lassù (Indicando nuovamente la stella)…Quella che brilla più di tutte.
CARL:
Ah…non so…forse è un satellite…forse è un pianeta
RACHEL:
Vedo che l'astronomia non è certo il tuo forte…
CARL:
Potrebbe essere Orione
RACHEL:
No, Orione non è lì…è in un altro punto
CARL:
Avrà un altro nome…tipo "Galileo Galilei" o "Albert Einstein"…
RACHEL (Sorridendo):
Si, come no…
CARL:
Bè…non avrò grande esperienza in campo astronomico…magari potrei parlarti della California…sono anche un grande storico, sai?
RACHEL:
Non iniziare…siamo venuti nel deserto per guardare una pioggia di stelle cadenti, che non cadono nemmeno…figuriamoci se piovono…
CARL:
Infatti…sto cercando di porre rimedio a questo…allora…la California fu battezzata nel sedicesimo secolo…allora era solo una terra di simboli sacri e grosse speranze, ma non aveva mai avuto un nome, nemmeno dalle numerose popolazioni che la abitavano…
RACHEL:
No…no…ti prego…torniamo a casa
CARL:
Come?…Questa è storia antica, sai?…La storia di tutte le storie d'America…
RACHEL:
Come devo fare perché tu non dica altre parole?
CARL:
Bè…un modo ci sarebbe
RACHEL:
Cioè?

Carl si avvicina a Rachel. I due si baciano e mentre lui sta cercando di curvarsi su di lei, scivola col corpo dal cofano del Bronco e casca a terra. Rachel ride. Carl si rialza subito, piuttosto polveroso, e si dà una scossa per togliere la polvere. Rachel continua a ridere.

CARL:
Sono…ehm…scivolato
RACHEL (Ridendo):
Sembri uscito da "Scuola di polizia"…

Mentre Rachel continua a ridere, Carl la guarda e sorride anche lui ripensando alla caduta…Poi il sorriso si trasforma in una fragorosa risata.

FINE FLASHBACK

Carl sta sorridendo mentre guarda le stelle quando si accorge di aver avuto un flashback. La sua radio sta gracchiando, come se qualcuno cercasse di prendere contatto con lui. Carl se ne accorge e va al Bronco, sintonizza la radio e sente la voce di Bobby.

BOBBY (Via radio):
vedi qualcosa Sherlock?…Passo…
CARL:
Niente in vista, capitano Nemo…Passo…
BOBBY (Via radio):
Teniamo d'occhio l'altopiano…ieri sera tre clandestini sono arrivati proprio da lì…passo
CARL:
Potrebbero aggirarci…passare da dietro intendo…passo
BOBBY (Via radio):
Non credo proprio…c'è la fattoria del vecchio McKinlay…ha un cane da guardia che abbaia per ogni lucciola che vede volare…farebbero troppo rumore…passo
CARL:
D'accordo collega…comunque per adesso è tutto tranquillo…passo
BOBBY (Via radio):
Passo e chiudo

Carl ripone la radio e prende il fucile. Apre il portaoggetti al posto del passeggero e prende la torcia riponendola sul sedile del guidatore. Poi esce nuovamente dal Bronco e si guarda attorno appoggiandosi alla fiancata dell'auto. Carl guarda l'orologio e vede che segna le tre. Fa un espressione come di disprezzo e una di rassegnazione. Osserva l'altopiano (Mdp inquadra la base dell'altopiano dove si scorgono due ombre che stanno correndo via). Carl guarda ancora e si prepara a rientrare nel Bronco. Prende la radio e sposta la torcia.

CARL (Parlando a Bobby via radio, urgentemente):
Bobby…mi senti?
BOBBY (Via radio):
Ti sento
CARL:
Due jumper…all'altopiano
BOBBY (Via radio):
A che distanza li hai?
CARL:
Duecento…non so…forse trecento metri…
BOBBY (Via radio):
Mettiamoci in marcia…

Carl ripone velocemente la radio e posa il fucile sul sedile posteriore. Monta sul Bronco e lo mette in moto (Mdp inquadra le due ombre che si allontanano). Anche Bobby è già sul Bronco che sta partendo. Carl parte a fari spenti, Bobby lo supera alzando un po' di polvere. I due jumper (sempre intravisti come due ombre) si accorgono dell'arrivo dei poliziotti e cercano di correre più veloce. Quando è vicino a raggiungerli, Bobby frena. Da dietro arriva Carl che si ferma dietro al Bronco di Bobby. Bobby esce di corsa dal Bronco ed estrae la pistola dalla fondina, mentre nella mano sinistra impugna la torcia. Carl afferra il fucile e segue Bobby correndo.

BOBBY (Ai 2 jumper, puntando la pistola):
Fermi…

I due jumper continuano a correre.

BOBBY:
Avete una pistola puntata alla schiena…non importa quanto siete lontani…vi sparo…lo giuro su Dio che vi sparo…

I due jumper si fermano e alzano le mani. A circa venti metri di distanza, Bobby accende la torcia e resta con la pistola puntata. Carl da dietro tiene il fucile puntato ai due jumper. Bobby si avvicina ai due, ripone la pistola nella fondina, mentre Carl rimane col fucile puntato.

CARL (Urlando ai 2 jumper):
Giratevi lentamente…

I due jumper si voltano con le mani in aria. Bobby punta loro la torcia in faccia. Il jumper a sinistra (Jumper 1) è un messicano di circa ventitré anni, col volto impaurito. Ha un taglio sul labbro, con del sangue essiccato. Ha i capelli rasati e tiene in mano un piccolo zaino militare. Il jumper a destra (Jumper 2) è un messicano di circa diciotto anni, anche lui impaurito e tremolante. Ha i capelli neri e folti.

CARL (Al jumper 1):
Getta a terra lo zaino…

Il jumper 1 getta a terra lo zaino, mentre Bobby si avvicina a loro sempre con la torcia accesa. Carl resta a cinque metri di distanza col fucile puntato. Bobby, sempre tenendo la torcia nella mano sinistra, va a perquisire i due jumper. Carl lo osserva. Bobby non trova niente addosso ai due jumper. Ritorna di fronte a loro e continua a puntare loro la torcia in faccia.

BOBBY:
Non avete documenti addosso?
JUMPER 1:
Nello zaino, senor
BOBBY (a Carl):
Abbassa il fucile…non hanno armi addosso…

Carl abbassa il fucile e si avvicina ai due jumper. Bobby si accuccia per aprire lo zaino che era stato gettato a terra. Carl afferra la torcia di Bobby e la punta in faccia ai due messicani.

CARL (A Bobby):
Trovato qualcosa?

Bobby estrae dallo zaino un piccolo portadocumenti di pelle consumata ed estrae i documenti dei due jumper. Poi Bobby si rialza in piedi.

BOBBY:
Solo stracci, niente di serio

Bobby si porta davanti ai due e controlla il documento del jumper 1

BOBBY (Al jumper 1):
Dunque…tu sei…Luis Borrego…giusto?
JUMPER 1 (timidamente):
Si, senor
BOBBY (Al jumper 2):
E tu sei…vediamo un po'…tu sei Fernando Borrego…
JUMPER 2:
Si, senor
BOBBY:
Fratelli?
JUMPER 1:
Cugini, senor
BOBBY:
Vi è andata bene, ragazzi…siete ancora in territorio messicano…altri due metri e avreste commesso un crimine…lo sapete questo?
JUMPER 1:
Si, senor
BOBBY:
Bè…io non vedo visti doganali, non vedo niente di niente…
JUMPER 1:
No, senor
BOBBY:
Non avete neanche del denaro?
JUMPER 1:
Si, senor…un po'
BOBBY:
E dove lo tieni?
JUMPER 1:
Ho quaranta dollari…nella mia tasca

Il jumper 1 prende i soldi di tasca e li consegna a Bobby. Sono quattro biglietti da dieci dollari. Bobby li prende e poi li riconsegna al jumper 1.

BOBBY:
Non faccio estorsioni…rimettili dove erano…e non voglio nemmeno sapere come te li sei guadagnati.
JUMPER 1:
Lavoro, senor…solo lavoro manuale
BOBBY:
E dove?
JUMPER 1:
Giù, vicino a Mexicali…costruiamo un supermercato, senor…
BOBBY:
Mendoza, eh?
JUMPER 1:
Si senor…el senor Mendoza ha dato lavoro a tutta mia familia
BOBBY:
Da come scappavate non sembrereste tanto soddisfatti di lavorare per Mendoza

I due stanno zitti. Carl continua a puntare la torcia in faccia ai due. Ad un certo punto Bobby vede qualcosa a sud. La Mdp inquadra due piccole luci che si avvicinano verso Carl e Bobby. Sono i fari di un auto che sta arrivando, distante circa un chilometro e mezzo.

BOBBY (Ai due jumper):
Sono con voi, quelli lì
JUMPER 1:
No, senor
BOBBY (A Carl):
Tieni pronto il fucile…stiamo attenti

La macchina si sta avvicinando. Carl, Bobby e i 2 jumper la osservano. I due jumper si guardano tra loro. Carl ha il fucile e la torcia in mano. Bobby prende la torcia dalle mani di Carl e tiene pronta la mano destra sulla pistola nella fondina. La macchina raggiunge Carl, Bobby e i jumper. E' una Berlina nera, con le fiancate piuttosto sporche a causa della polvere del deserto, con i vetri offuscati. L'autista ferma l'auto. Dal sedile posteriore qualcuno apre la portiera. Scende Hugo Mendoza, 54 anni, messicano, con capelli bianchi brizzolati, con una giacca nera gessata e una prorompente cravatta color fantasia. Sulla cravatta aveva una spilla d'oro di modeste dimensioni e nel taschino della giacca un foulard bordeaux. Appena sceso dall'auto si scuote il vestito, squadra Carl e Bobby e nota i jumper. L'autista spegne il motore.

MENDOZA (A Carl e Bobby):
Potete mettere giù le armi…è tutto a posto

Bobby spegne la torcia (la macchina di Mendoza resta con i fari accesi) e fa cenno a Carl di mettere via il fucile.

MENDOZA (A Carl):
Mi dispiace per questo inconveniente spiacevole, agente…questi due ragazzi (indicando i jumper) lavorano per me
CARL:
Così lei è il famoso Hugo Mendoza…
MENDOZA:
In persona…le dispiace se riporto indietro i ragazzi, prima che commettano qualche sciocchezza?
CARL:
Sono andati a due metri dal commettere un reato…
MENDOZA:
Il confine, eh?…Io credo che possiamo imparare tanto gli uni dagli altri, ma qualcuno proprio non ci arriva…
CARL:
La fame è una cosa molto potente, signor Mendoza…
MENDOZA:
Quando avevo sette anni, mia madre puliva le scale della prigione di Ciudad Juarez per mantenere me e i miei sei fratelli…so cosa è la fame…
CARL:
Perché uno come lei insegue alle tre di notte due ventenni da pochi spiccioli da Mexicali fino alla frontiera?…Devono essere ottimi lavoratori, immagino…
MENDOZA:
Sono regolarmente assunti…non sfrutto personale senza pagare le tasse…la gente abbassa la testa quando mi vede, ma da dentro se avessero una pistola mi sparerebbero subito, quando invece non sanno come lavoro. Io do speranza, non morte, non fame e nemmeno odio
CARL:
Questo mi consola, signore
MENDOZA:
Vi ringrazio per la collaborazione, meritate una ricompensa…
CARL:
Non siamo cacciatori di taglie, signor Mendoza…e nemmeno principianti
MENDOZA:
Lo comprendo…se capitate dalle parti di Mexicali sarete miei ospiti…un bicchierino fuori servizio, intendo…
CARL:
Inteso…

Mendoza si scuote le mani e apre la portiera posteriore.

MENDOZA (Ai jumper):
Andiamo…

I due jumper si recano alla macchina di Mendoza e montano sul sedile posteriore. Carl e Bobby si guardano tra loro. Mendoza sale sul sedile accanto ai due jumper. L'autista mette in moto e fa un'inversione a U, puntando verso Mexicali (sud est). Carl e Bobby guardano i fari di posizione che si allontanano. (La Mdp riprende Bobby in primo piano con Carl sullo sfondo).

BOBBY:
Sfruttatore figlio di gran puttana…

Bobby e Carl ritornano ai Broncos. Carl getta il fucile sul sedile del passeggero. Bobby sistema la torcia nel portaoggetti e sale sul Bronco. (Mdp fa un campo lungo sul deserto e sui due Broncos). Dai Broncos Carl e Bobby si guardano.

 

SCENA 19 - EST. STRADA - GIORNO

Il mattino si è alzato da poco e Carl sta percorrendo sulla sua jeep la strada per tornare a casa.

VOCE FUORI CAMPO:
Bobby odiava Mendoza. Suo fratello Julio lavorava per Mendoza circa dieci anni prima e una volta tentò di denunciarlo ad un sindacato di Mexicali per sfruttamento, ma Mendoza riuscì in qualche maniera a provare che le accuse di Julio Ramirez erano infondate. Bobby l'aveva visto tante volte sui giornali, ma quella era la prima volta che lo vedeva di persona. Mendoza aveva ragione: molti a quella distanza, di notte, senza nessuno attorno, l'avrebbero ucciso. Ma Bobby non era un vendicatore pubblico e nemmeno uno stupido.

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