Territorio

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IL TERRITORIO MONTANO nel quale la SEZIONE prevalentemente opera, comprende i seguenti gruppi montuosi:

1) MONTI LATTARI. Costituiscono l’ossatura della Penisola sorrentino-amalfitana, a cavallo tra i golfi di Salerno e di Napoli. Le sue principali cime sono costituite dal M. S.Angelo a tre Pizzi, bastione roccioso alto m. 1443, a picco sul mare di Positano; il m. Cerreto m. 1315, alle spalle di Ravello; il m. Finestra m. 1145, tra Cava dei Tirreni ed il mare di Salerno. Di natura prevalentemente calcarea, il gruppo è noto per la sua panoramicità, consentendo escursioni sospese tra cielo e mare, spesso in vista di Capri. Famoso sotto tale aspetto è il c.d. "SENTIERO DEGLI DEI" che va da Agerola a Positano. Parimenti notevole è la VALLE DELLE FERRIERE (Riserva naturale - autorizzazione) a monte di Amalfi, ricca di acque e di vegetazione, tra cui rare specie di felci, la woodwardya radicans e la woodwardya woodwardya) che ivi alligna per un particolare microclima . Cartografia: v. supra n. 6

2) MONTI PICENTINI. Della medesima natura calcarea dei Lattari, ne costituiscono quasi la prosecuzione verso l’interno, ma integrano un complesso molto più esteso ed articolato, insistendo fra la Provincia di Salerno e quella di Avellino. Loro caratteristica è la ricchezza di acque e vegetazione. Da essi nascono i principali acquedotti della Campania e lo stesso acquedotto pugliese.

Ricchissimi sono i suoi castagneti (sino a m. 900 circa) e le sue faggete, oltre i 900 m.), ma non mancano moltissime altre specie: acero, ontano, sorbo montano, sorbo dell’uccellatore, carpino, frassino ecc. Tipico della morfologia dei Picentini è l’alternarsi di valloni profondamente incisi ad ampi e ridenti altopiani. I più noti sono quelli del Terminio (Campolaspierto, Ischia, Verteglia) quelli del Laceno ed i Lagarelli di Polveracchio. Lo schema essenziale del gruppo si articola in un grosso massiccio di nord-ovest, costituito dal Terminio (m. 1806) e da altre cime minori., da una sinuosa catena centrale estesa dalla valle dell’Irno a quella del Sele (cime principali: Pizzo S. Michele m. 1567, Mai m. 1607, Accellica m. 1660, Raiamagra m. 1667, Cevialto m. 1809), dall’ ampia e boscosa dorsale del m. Polveracchio m. 1790, posta a sud-est. Se i Lattari vanno frequentati in inverno ed in primavera, i Picentini sono buoni per tutte le stagioni, garantendo l’innevamento la pratica dello sci-escursionismo e la fitta vegetazione e le acque il fresco, anche nei più caldi periodi estivi. Cartografia: v. supra n. 6.

3) ALBURNI. Grande altopiano esteso per due decine di chilometri, contornato da superbi bastioni di bianco calcare ippuritico nei lati di N.O. e N.E. Sito nella parte settentrionale del Parco del Cilento e del Vallo di Diano. Alterna estese e fitte faggete a prati e profonde grave. Queste ultime connotano la carsicità del massiccio e costituiscono famose palestre speleologiche. Di carattere turistico, ma non meno belle, sono le grotte di Pertosa e di Castelcivita, site alla base del gruppo. Cime principali: M. Alburno o Panormo m. 1742, La Nuda m. 1704, m. Urto m. 1661. Sentieri e cartografia allo studio da parte della Sezione. Servirsi, allo stato, di quella dell’I.G.M.

4) COMPLESSO DEL MARZANO-EREMITA. Al confine fra le province di Salerno e quelle di Potenza ed Avellino, è costituito da un singolare altopiano fatto di cime per lo più arrotondate e boscose e da un intrico di piccole valli dove è facile e fascinoso perdersi. Non mancano facili percorsi su strade sterrate. Cime principali: M. Eremita m. 1542 e il M. Marzano m. 1530

5) CERVATI, GELBISON e MONTI DEL CILENTO. Con i suoi m. 1898 il Cervati è la cima più alta della regione. Le sue creste calcaree che, elevandosi dalle sottostanti faggete, racchiudono un armonioso altopiano, gli danno un aspetto inconfondibilmente alpestre. Assieme agli altri monti del Cilento - che terminano a mare con la cima minore, ma pittoresca nel suo isolamento, del m. Bulgheria (m. 1126), costituisce un groviglio disordinato ed affascinante di monti nel quale invano cercheresti un sistema. Trattasi di montagne di non facile accesso per la loro eccentricità rispetto al capoluogo e per questioni di viabilità, ma proprio per questo stimolanti e selvagge. Sono affidate al Parco del Cilento.

Cartografia allo studio; per ora I.G.M.