ASL LE/2 Maglie - PRESIDIO OSPEDALIERO "F.FERRARI" - CASARANO (LE)

DIVISIONE DI CARDIOLOGIA UNITA' CORONARICA

Primario Dott. Giacinto PETTINATI

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LA CARDIOVERSIONE ELETTRICA ESTERNA DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE CON SHOCK BIFASICO IN CONFRONTO A SHOCK MONOFASICO

Pettinati G. – Storti G. – Marzo A. – Perrone C. – Muscella A.

Divisione di Cardiologia, Ospedale “F. Ferrari” – Casarano.

19/06/2001

 

Recenti studi clinici hanno dimostrato che la defibrillazione elettrica nella Fibrillazione Atriale è più efficace e richiede minori quantità di energia quando lo shock è erogato con forma d’onda bifasica piuttosto che la tradizionale forma d’onda monofasica.

MATERIALI E METODI:

Allo scopo di verificare tali studi, abbiamo randomizzato 40 pazienti (26 M, 14 F, di età media 58 +/- 16) affetti da Fibrillazione Atriale, trattando 20 pazienti con shock bifasico (S.B.) e 20 pazienti con shock monobasico (S.M.). In entrambi i gruppi, sono stati erogati quantità di energia progressivamente crescenti (50 – 75 – 100 – 150 – 200 joule) per S.B. e (100 – 150 – 200 – 300 – 360 joule) per S.M.. Lo shock bifasico veniva effettuato con defibrillatore Zoll serie M Biphasic, in grado di erogare una forma d’onda rettilinea bifasica, mentre per lo shock monofasico sono stati usati defibrillatori Zoll tradizionali. In entrambi i gruppi sono state usate piastre adesive monouso poste in posizione antero-posteriore.

RISULTATI:

Il ripristino del ritmo sinusale si è ottenuto in 19/20 pazienti del gruppo S.B. (95%) e 17/20 del gruppo S.M. (85%). La prima scarica è risultata efficace in 13/19 pazienti (68%) del gruppo S.B. e in 9/17 (52,9%) del gruppo S.M. Pertanto nei soggetti con Fibrillazione Atriale, lo shock bifasico ha consentito il ripristino del ritmo sinusale, ad un più basso livello di energia (50 J.) nel 68% dei casi rispetto allo shock monofasico in cui il livello di energia (100 J.) occorrente per lo stesso risultato era risultato efficace solo nel 52% dei pazienti, dovendosi ricorrere a quantità di energia superiore in quasi il 50% dei restanti. Per  ripristinare il ritmo sinusale è stato necessario erogare una quantità totale di energia pari a 2450 joule per il gruppo S.B. versus 3900 joule del gruppo S.M. con una media di 128,9 joule a paziente nel gruppo S.B. e 229, 4 joule per il gruppo S.M. ed un risparmio medio di 100 joule a paziente.

CONCLUSIONI:

Lo shock bifasico transtoracico nella Fibrillazione Atriale, è più efficace dello shock monofasico e richiede energie nettamente minori con un minor danno miocardio post shock ed una sedazione più breve e più lieve.

 
cardiologiacasarano@tiscali.it