CARITAS VENEZIANA

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COMUNITA' EMMAUS

 

Costituzione

 

La Comunità Emmaus, sorta autonoma e diocesana, da oltre quindici anni, trae origine dal "Progetto Pilota Tossicodipendenze" integrato dalla convenzione tra Regione Veneto, attraverso l'U.L.S.S. 12, e l' Ente gestore “Opera Santa Maria della Carità”, oltre che dal modificarsi delle situazioni e dall'acquisizione di nuove esperienze.  

Scopo  

Lo spirito che anima il progetto é quello di offrire ai giovani con problemi di tossico dipendenza un ambiente nel quale riscoprire dignità umana: riscoperta sostenuta del senso del lavoro come momento di decantazione, non fine a se stesso, di realizzazione integrale della persona umana che si vede capace di produrre non solo in termini interiori, ma anche esterni e reali; dalla vita comune, dal dialogo e dal confronto diretto.

Anche il giovane che viene dall'esperienza della droga resta persona e, nell'ottica religiosa, immagine di Dio; e da quest'ottica vengono individuati due essenziali voci dell' "essere vita": la responsabilità e l'autonomia.  

Obiettivi  

L'obiettivo non é quello di formare ex tossico dipendenti, ma uomini liberi da ogni giogo, capaci di accogliere il vivere quotidiano, incluse le difficoltà e le delusioni, riconoscere le proprie risorse e limiti, senza disattendere o mortificare le necessità di ogni singola persona, ma facendole emergere con la coscienza che ogni individuo ha delle ricchezze da coltivare.

In sintesi si tende a :

*     ricreare condizioni di vita umana (non tecniche terapeutiche);

*     suscitare stimoli di vita umana ( non varianti di comodo o ideali astratti);

*     determinare l'impegno a misurarsi direttamente con la vita (non il rifugiarsi in una      realtà artificiale.

 La Comunità pertanto si costituisce:

* sul lavoro: programmato e articolato, non subito ma sentito come un diritto/dovere e un'occasione di rapporto umano che diventa strumento di decantazione per una conquista di libertà;

* sul confronto comunitario e personale: occasione di revisione di una mentalità scaturita dalla "piazza" ; di verifica degli obiettivi raggiunti o da raggiungere; di crescita nella libertà DA qualcosa/qualcuno, così da raggiungere il PER qualcosa/qualcuno, abbandonando ogni condizione strisciante per divenire uomini "verticali", capaci di aprirsi ad una esperienza trascendente.  

Operatività  

PRIMA ACCOGLIENZA

La Prima Accoglienza viene effettuata ogni qual volta ne é fatta richiesta dagli interessati, dall'Ente Pubblico o dai familiari dei tossicodipendenti, tenendo presente che comunque sarà necessario avere il nullaosta da parte del SER.T..

La Prima Accoglienza, seguita dal responsabile della Comunità e dal vice responsabile coadiuvato dall'assistente sociale si snoda in due momenti forti:

*     colloqui individuali per verificare quanto il soggetto sia motivato nell'entrare in      Comunità e quali siano le motivazioni primarie;

*     colloqui con il nucleo familiare nel quale il tossicodipendente é inserito, per avere una      anamnesi più accurata possibile.

Durante la Prima Accoglienza si potrà vagliare la possibilità di programmi diversificati opportunamente verificati con il SER.T. e gli operatori. 

ACCOGLIENZA RESIDENZIALE

Il periodo di Accoglienza Residenziale si svolge in una struttura che é fisicamente separata dalla comunità vera e propria.

L'entrata in Comunità è sempre il momento più difficile perché c'é l'impatto con una realtà che molte volte é stata idealizzata e nella quale si coglie il senso dell' "ultima possibilità"; pertanto il primo tempo dev'essere di costruzione della mentalità, cioè un'attenzione all'oggi per poter costruire il domani, e serve ad aiutare un inserimento equilibrato e fondare la conoscenza dell'andamento generale. 

Primo confronto:          La storia personale

L'obiettivo é di avere una panoramica generale della storia del ragazzo, per poter cogliere le tappe fondamentali, le relazioni significative, per capire la lettura che il ragazzo stesso fa del proprio passato. 

Secondo confronto:          Immagine sociale

L'obiettivo e quello di intravedere, nelle relazioni e nel comportamento che il ragazzo ha adottato con gli altri, le eventuali immagini o maschere indossate per sostenere il dialogo.

Terzo confronto:          Immagine psicologica

L'attenzione é rivolta all'immagine che il ragazzo ha di se stesso, quindi alla conoscenza ed accettazione di sé, delle proprie paure ora riconosciute dai propri limiti, di ciò che invece é ritenuto positivo e sufficientemente acquisito. 

Quarto confronto:          Vita di piazza

Si affrontano tutte le dinamiche vissute dal ragazzo inerenti la sua esperienza ti tossicodipendente al fine di raggiungere una lettura cosciente del ruolo che la sostanza ha nella sua storia, delle sensazioni vissute, di quanto veniva richiesto dalla sostanza stessa.

Quinto confronto:          La sofferenza

L'obiettivo da far raggiungere é riuscire a dare una lettura alle situazioni di sofferenza vissute in passato e capire che cosa intende, quale significato dà a questo termine e quali sono state le cause che lo hanno fatto soffrire.

 Sesto confronto:          Pre autobiografico

Si richiamano i nodi essenziali dei confronti fatti, i momenti più significativi del cammino in accoglienza, si invita il ragazzo a tracciare le prime linee di quel ritratto di sé che poi sarà chiamato a fare nell'autobiografia. 

VITA DI COMUNITA'

Dopo il primo periodo, nel quale le uscite saranno ridotte al minimo indispensabile, inizia la vita della Comunità in senso pieno: ora il giovane deve sentirsi impegnato e responsabile, a tutti gli effetti, della Comunità e dei membri di questa, sapendo che comunque bisogna tenere uno stile adeguato in ogni ambiente e situazione e nel rapporto con le altre persone.

Tutti gli interessi esterni alla Comunità devono essere compatibili con gli impegni della Comunità stessa e con l'andamento del singolo utente; qualsiasi uscita non autorizzata o comunque non attenta alle indicazioni date potrà far scattare il provvedimento di dimissione anticipata dalla Comunità.

Gli ospiti vengono suddivisi in due gruppi, ciascuno con proprie peculiarità.

Ai residenti si propone, quotidianamente, un brano di riflessione trattante le tematiche delle verifiche o comunque fondamentali per il cammino terapeutico individuale; i giovani sono invitati anche ad accostarsi a testi presenti nella biblioteca della Comunità.

 Verifiche del 1° gruppo

Nel primo gruppo si affrontano sei temi

*     Gli altri

*     Difficoltà di relazione con l'altro

*     Amicizia

*     Riscopro me stesso

*     Approccio a se stessi

*     Affetti

OBIETTIVI

a) aiutare il singolo ad acquisire maggior consapevolezza di sé e della concezione che ha di se stesso, degli altri, del mondo;

b) tentare di aumentare o affinare gli strumenti che il singolo possiede per poter comunicare con se stesso e con gli altri;

c) promuove e far accettare il cambiamento verso modi di esistere più sani e consoni alla dignità della persona.

 

Verifiche del 2° gruppo

Nel secondo gruppo si approfondisce il lavoro fatto nel 1°, si affronta il tema dell'immagine di sé:

*     Immagine di sé (personale)

*     Evoluzione dell'immagine

*     Funzione dell'immagine

I temi da affrontare sono: maturazione affettiva e comportamento, amore e senso della condivisione, sessualità, genialità, lutto e separazione, fattori che ostacolano la risoluzione positiva del tutto.

Nel 2° gruppo si lascia più spazio ai ragazzi per intervenire e discutere tra loro; successivamente particolare attenzione viene fatta sia a far emergere punti che possono ritenersi non affrontati a sufficienza dai ragazzi, sia a verificare i reali cambiamenti.

 L'autobiografia

L'autobiografia é il momento conclusivo di ogni fase terapeutica: é il passaggio dall'Accoglienza Residenziale alla Comunità; il passaggio tra il primo gruppo ed il secondo della Comunità; il momento conclusivo della vita comunitaria ed il passaggio in Rientro.

L'autobiografia va sempre scritta e letta davanti al gruppo.

L'autobiografia di conclusione della Comunità si rivolge al futuro, alle prospettive lavorative, affettive, di relazione con la famiglia di origine, alle attenzioni da rivolgere a se stesso e ai rapporti con le persone.

 Programma di lavoro della Comunità

Sono previste le quattro seguenti attività lavorative:

1.     partecipazione a rotazione delle cure della casa, secondo le regole comunitarie;

2.     conduzione di attività di tipo artigianale (falegnameria, officina, meccanica,      pelletteria, laboratorio di maschere);

3.     attività di tipo agricolo o piccolo allevamento;

4.     qualificazione scolastica.

Va aggiunta una quinta voce, che rientra nel tempo libero "organizzato", riservato alla cultura.

 IL RIENTRO

Ultima fase della vita Comunitaria é il Rientro che, anche come struttura, si colloca in un ambiente diverso con la tendenza ad una conduzione comune fra gli operatori del Rientro e gli utenti che stanno per intraprendere attività lavorativa o di studio mentre nel frattempo lavoreranno in casa.

Le verifiche settimanali rimangono punto fondamentale per comunicare esperienze e difficoltà.

Il Reinserimento

Dopo il periodo di Comunità, finito il progetto residenziale, l'utente riprenderà la sua vita sociale.

E' opportuno che "l'ex-residente" settimanalmente relazione sull'andamento del nuovo periodo con un momento trascorso in Rientro, preceduto opportunamente e secondo necessità, da telefonate dove relazioni l'andamento giornaliero e le difficoltà incontrate.

 

Sedi operative  

Prima accoglienza Mestre Via Querini 9

Tel. 041975857     Fax 041989089

Accoglienza residenziale e Comunità Santa Maria del Mare 310 S. Pietro in Volta VE

Tel. 0415279373   Fax. 0415279405

Rientro Via Resia 9  30170 Favaro Veneto Venezia

Tel. 041632859

Sede amministrativa San Marco 1830 30124 Venezia

Tel. 0415203444    Fax. 0415203265

 

Volontariato  

La comunità si apre ad accogliere persone che si rendono disponibili a svolgere servizi all'interno della stessa comunità. Il loro servizio dev'essere rispettoso dell'andamento della vita comunitaria e non sostitutivo dei servizi che i giovani stessi hanno il compito di svolgere

Per essere accolti nel gruppo volontari bisogna, oltre aver accolto lo spirito e gli obiettivi della Comunità, avere una funzione che sia realmente di utilità all'andamento della vita comunitaria.

 

Come intervenire  

I versamenti, sempre chiaramente motivati, possono essere effettuati nelle Sedi della Caritas Venezia, oppure presso:

Conto corrente postale 16095309 intestato a Caritas Veneziana Santa Croce 495/a 30135 Venezia,

 Conto corrente intestato a Caritas Veneziana presso Cassa di Risparmio di Venezia Sede di Venezia

Abi 06345 cab 02000 c/c 659536a

 Conto corrente postale 16945305 intestato a Associazione Comunità Emmaus 

Servizio civile   La Comunità Emmaus si avvale del Servizio Civile prestato dagli Obiettori di Coscienza gestito dalla Caritas Veneziana. (Vedi pagina “Servizio Civile”)  

Responsabile operativo   Don Dino Pistolato

BREVE RELAZIONE ANNO 1999

La Comunità “Emmaus” nell’anno 1999 ha continuato la sua attività ed il suo impegno nella prevenzione, cura, inserimento di giovani con problemi di tossico dipendenza. Numerose le situazioni affrontate, soprattutto nella fase della prima accoglienza. I “casi” presi in carico sono stati una cinquantina.

Sono stati accolti anche cinque ragazzi agli arresti domiciliari in attesa di affidamento sociale alla comunità e quindi a titolo gratuito. Di questi se ne dovrebbe far carico il Ministero di Grazia e Giustizia, ma praticamente ala nuro grazia è talmente macchinosa per cui nessuno paga la retta giornaliera. Dono stati accolti anche tre ragazzi di spalato, anche questi a titolo gratuito.

 E’ stata data molta attenzione alla formazione degli Operatori, agevolandoli in loco e fuori attraverso corsi, seminari, supervisioni.

C’è stata una buona collaborazione con i Servizi Pubblici che hanno visto impegnato particolarmente il responsabile Don Dino, il suo vice dr. Volpato Alessandro ed il dr. Biancardi sia nel COVEST, come nel CNCA. E’ stata data attenzione a parecchi ragazzi reclusi in carcere con colloqui richieste a Don Dino. Si sono tenuti regolarmente degli incontri per le famiglie dei ragazzi con un lavoro di coscientizzazione ed accompagnamento dei loro figli e anche con sedute di psicoterapia per singole coppie; ed organizzate due feste aperte a tutti i familiari ed amici dei ragazzi in occasione delle festività del Natale e della Pasqua.

E’ stato organizzato un Seminario di Studio aperto a tutti i Servizi del territorio e a tutte le comunità del Veneto sul tema :”Le occasioni terapeutiche degli interventi di aiuto nelle tossico dipendenze”.

Sono state affrontate delle spese per quanto riguarda le caldaie dell’impianto di riscaldamento e la messa a norma dell’impianto della luce anche con l’aiuto continuo della Caritas.