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  UNA REGIA PER IPHIGENIE: CONSCIO E SUBCONSCIO

 

 

  di Oliver Kloeter

 

 

 

  Foto: Olga Kotlyarova nel ruolo di Ifigenia  nella rappresentazione del 1.10.2009 della "Iphigenie auf Tauris" di Gluck-Strauss a Martina Franca

 

 In concomitanza con il 35° Festival della Valle d'Itria, è andata in scena il 1 agosto 2009 la prima rappresentazione italiana dell'"Iphigenie auf Tauris" di Ch.W. Gluck(1779) nella versione di Richard Strauss del 1899. Strauss adattò l'Ifigenia al teatro tedesco lasciando quasi immutata la partitura musicale di Gluck, ma concentrandosi sulla resa del testo in tedesco attraverso una soppressione ovvia della rima ed un mantenimento del metro. Anche la struttura complessiva dell'opera venne modificata da Strauss con un passaggio dai quattro atti originari ai tre atti. Restarono invariati i personaggi principali, i cori, maschile e femminile, mentre vennero modificati i personaggi secondari e scomparvero tutte le sezioni più legate al gusto settecentesco (tutti i balletti del primo Atto e le pantomime del secondo Atto). Il regista della rappresentazione martinese, Oliver Kloeter, nelle sue note di regia evidenzia come egli abbia tenuto conto di due grossi correnti culturali che accomunarono Austria e Germania all'inizio del XX secolo: il recupero del misticismo religioso e la scopera dell'inconscio con Freud.

Interpreti: Olga Kotlyarova (Iphigenie), Liu Song-Hu (Orest), Marcello Nardis (Pylades), Costantino Finucci (Toas), Alessandra Gioia (Diana), Graziano De Pace (Ein Diener des Temples), Pietro Lisi (Ein Diener), Maria D’Antini(Griechen), Anna Schiavulli (Priesterin).
Accompagna il Coro Internazionale di Bratislava, diretto dal M° Pavol Prochazka. Dirige l’Orchestra Internazionale d’Italia Ramòn Tébar, regia di Oliver Kloeter, scene e costumi a cura di Darko Petrovic.
 


 

 La Germania e l'Austria del primo Novecento: da un lato il misticismo religioso e razzista come reazione all'avanzata delle ideologie totalitarie anticlericali (Idomeneo di Mozart nella versione di R. Strauss), dall'altra la scoperta del subconscio dell'emergente Sigmund Freud. La sua Interpretazione dei sogni esce nel 1899, un anno dopo ha luogo la prima dell'Iphigenie auf Tauris di Gluck in un'edizione in lingua tedesca di Richard Strauss.

 

Gluck dimostra un particolare interesse verso il regno dei morti(Ifigenia, Alceste, Orfeo) e ne risulta un dramma etico e cupo ma lineare che la regia sottolinea in immagini ed effetti scenici quasi da camera. La scenografia non è realistica ma una combinazione di uno spazio reale e di soggettivismo psicologico dal quale emerge il passato evocato da Ifigenia, Oreste e soprattutto da Toas. Il passato ed il sogno si materializzano nello spazio e nelle luci: il Conscio ed il Subconscio si incontrano e si scontrano. La regia illustrerà questo mondo usando una combinazione di passaggi sfumanti e di tagli bruschi tra le varie scene, accentuando l'espressionismo psicologico sia tramite la caratterizzazione dei personaggi che mediante l'impostazione rispettiva delle luci tenendosi però sempre facilmente leggibile ed elegante per coinvolgere lo spettatore. Le Erinni diventano figure deformate uscite dalla radicale immaginazione di Hieronymus Bosch o Francis Bacon e hanno un valore decisamente maggiore delle semplici "donne vendicatrici". Originale ma logico l'uso della passerella intorno alla buca d'orchestra per dare ai personaggi una definizione il più precisa possibile. Ne risultano situazioni di grande tensione ed è interessante osservare come Gluck, che non conosceva il concetto moderno della psiche, dia al subconscio in quest'opera un'importanza basilare.

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

             

 

                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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