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 Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte  

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  PREFAZIONE AL LIBRO "IL DOLORE ESTREMO. Il trauma da Freud alla Shoah"(di Clara Mucci, Borla, 2008)

 

 

  di Otto Kernberg

 

 

 

 

Autore: Clara Mucci

Titolo: Il dolore estremo. Il trauma da Freud alla Shoah      


Editore: Borla, Roma

Anno di pubblicazione: 2008

Pagine: 202

Prezzo: € 24,00

 


 

 Il presente volume affronta un problema fondamentale per la teoria e la pratica psicoanalitica: la controversia riguardante la relazione tra trauma effettivo e fantasia inconscia come determinanti gli effetti del trauma. Tale controversia ebbe inizio con l'ipotesi originale di Freud delle fantasie di seduzione inconsce come espressione del complesso edipico, in seguito criticata come se implicasse la negazione dell'importanza della effettiva traumatizzazione sessuale nella prima infanzia. L'autrice rintraccia questa controversia fino alla sua originale ambiguità, negli scritti di Freud, prima, e nel rapporto dialettico dell'approccio di Freud e di Ferenczi su questo argomento. Come Clara Mucci elabora così bene nel testo, correnti politiche e ideologiche implicavano la contrapposizione tra negazione culturale delle fantasie sessuali infantili, e, con essa, delle caratteristiche primarie delle fantasie sessuali infantili, da un lato; e la negazione patriarcale della prevalenza dell'abuso sessuale sui bambini, dall'altro.

In teoria, la condensazione del trauma reale e della fantasia inconscia nella eziologia della psicopatologia non è contraddittoria, ed effettivamente questi fattori sono riconciliati quotidianamente nella pratica psicoanalitica. Le disposizioni innate e le fantasie inconsce unite ai conflitti edipici sono elementi individualizzati predisponenti a gradi specifici di reazione al trauma reale, mentre quest'ultimo rinforza selettivamente ed è rinforzato da tali disposizioni e dalla fantasia. Ovviamente, in circostanza estreme, il trauma oggettivo sovrasta di gran lunga i contributi della fantasia sessuale inconscia, ma non si può ignorare fino a che punto in casi non così estremi la predisposizione individuale contribuisca alla reale traumatizzazione.

Tale dialettica è potentemente rinforzata dal trauma reale, massivo, come l'Olocausto, sistemi politici totalitari, tortura e altri traumi massivi indotti socialmente. In questi casi il riconoscimento e l'elaborazione di una realtà effettiva terribile è cruciale nel trattamento psicoterapeutico del disturbo post traumatico da stress e le sue conseguenze a lungo termine. A questo proposito, va sottolineato che gli effetti diretti di un assalto massiccio all'apparato psichico, come viene riflesso clinicamente nella forma della sindrome da stress post traumatico, devono essere differenziati dagli effetti a lungo termine di tali circostanze traumatiche sulla struttura della personalità, risultanti in gravi disturbi della personalità.

Gravi traumi, l'abuso sessuale e fisico, l'assistere ripetutamente ad abuso sessuale o fisico non sono cause necessarie né sufficienti per lo sviluppo di gravi disturbi di personalità, ma un importante fattore eziologico. In circostanze simili, la psicoanalisi ha il doppio compito di riconoscere ed elaborare il trauma reale e le sue conseguenze intrapsichiche sulla personalità, ovvero, la tipica identificazione inconscia sia con la vittima che con il perpetratore del trauma. Questo riflette la natura fondamentale dell'identificazione, vale a dire, l'internalizzazione di una relazione, che implica sempre l'internalizzazione sia della rappresentazione traumatizzata del sé che il corrispondente agente traumatizzante. Le implicazioni pratiche di questa situzione sono che, nel transfert, è possibile che ci si debba aspettare la riattivazione della identificazione alterna sia della vittima che del persecutore, mentre la rappresentazione corrispondente, di persecutore e vittima, viene proiettata sull'analista.

Ciò che viene implicato qui è il più profondo livello di riconoscimento di come l'aggressività primaria sperimentata traumaticamente venga incorporata nella struttura della personalità della vittima per cui, alla fine, deve essere riconosciuta ed elaborata come parte della elaborazione del trauma. Qualora il trauma non venisse elaborato e le sue conseguenze fossero negate, questa identificazione inconscia con la vittima e il persecutore può essere messa in atto in complesse dinamiche interfamiliari e costituire un meccanismo di trasmissione intergenerazionale degli effetti del trauma. Nel caso di trauma sociale massivo su una intera generazione, queste disposizioni collettive ad attivare identificazioni possono essere scatenate da successive crisi sociali e dalla corrispondente regressione di grossi gruppi sociali, perpetrando storicamente in questo modo il rischio della violenza. A tale riguardo, la psicoanalisi ha un approccio più profondo al trauma e alla violenza della comune terapia del trauma, permettendo cambiamenti significativi nella personalità stessa e non solo l'elaborazione e la risoluzione dei sintomi post traumatici.

Come Clara Mucci sottolinea in questo libro, un compito fondamentale in tutti i casi di cura di vittime del trauma è per la psicoanalisi la ricerca di una realtà definita e oggettiva dietro l'inevitabile combinazione di verità e fantasia. La messa in atto del trauma nella situazione analitica fornisce il materiale grezzo che permette di sciogliere la relazione complessa tra realtà esterna e realtà intrapsichica. Il trauma emerge sempre come processo a due fasi: innanzitutto, l'impatto schiacciante della situazione traumatica sull'apparato psichico, e in un secondo momento l'elaborazione conscia e inconscia del trauma, che viene tessuta insieme  alle primitive disposizioni e alle successive esperienze. La psicoanalisi fornisce una cornice sicura entro cui il paziente può osare rivivere ciò che precedentemente era intollerabile, e trasformare l'indicibile  in una esperienza di vita padroneggiabile simbolicamente. Il volume di Clara Mucci ci guida  in modo affascinante attraverso le fasi complesse di questo sviluppo nella teoria e nella pratica.

 

 

 

             

 

                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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