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Il modo di Rauschenberg di pensare
creativamente è stato descritto i termini di un procedimento che è
stato coltivato in modo deliberato nelle sue pratiche di studio. E'
probabile che il suo metodo creativo sia anche influenzato da
un'innata caratteristica fisiologica - la dislessia. Sebbene la sua
dislessia sia comunemente risaputa, essa non è stata mai discussa in
dettaglio nella letteratura sul suo lavoro. Se davvero la dislessia è
un importante fattore nella percezione del suo ambiente da parte di
Rauschenberg, essa fornirà una nuova linea di partenza da cui dovrebbe
essere esaminata la sua arte. In un'intervista durante la quale
Rauschnberg discusse il suo 'print-making', egli fece i seguenti
commenti:
<<Bene, è ciò che accade quando stai
lavorando con un dislessico, ho già visto cose guardando indietro! Nel
'printmaking' tu vedi che ogni cosa viene fuori dall'indietro, così lo
stampare ('printing') è assolutamente naturale per me. é difficile per
una moltitudine di artisti fare delle stampe, poiché disegnano in un
modo e non lo possono immaginare in un altro modo. Ho sempre avuto
problemi nel leggere da piccolo. Ogni 5 minuti la mia mente voleva
saltare e scegliere tutte le 'O', quindi tutte le 'A' nella pagina. Ho
ancora una lotta da fare quando devo leggere e così non leggo molto...
Probabilmente la sola ragione per cui sono un pittore è perché non
potrei leggere, eppure amo scrivere, ma quando scrivo so cosa sto
scrivendo; quando leggo non posso vedere ciò che sto leggendo poiché
leggo da tutti i lati della pagina allo stesso tempo, ma ciò va molto
bene per il 'printmaking'>>1.
Una delle più interessanti
discussioni di prima mano del modo distintivo di Rauschenberg di
vedere il mondo è data dal ballerino Steve Paxton, che è stato un
amico molto intimo di Rauschenberg dal 1960 circa fino al 1970. E'
utile citare in una certa misura:
<<Nel 1961 nell'autobus in cui
viaggiavamo (nel 'tour' americano della Compagnia di danza di Merce
Cunningham), Rauschenberg disse di se stesso: "Tendo a vedere tutto".
Questa affermazione sentenziosa si ficcò nella mia mente. Come
funzionava realmente? Nei suoi dipinti, non solo vedeva una
moltitudine di immagini, ma le posizionava con passaggi di pittura,
che contestualizzava sia il tempo (...) sia il cielo che interagisce
su un paesaggio dipinto con la scena sottostante... Vedere tutto è
diverso dal modo in cui normalmente vediamo. La nostra coscienza si
focalizza di solito su una sola cosa dopo un'altra. Nel leggere, ad
esempio, ci focalizziamo su una sola sezione di parole in un dato
momento. Leggere tutto ciò che viene visto, secondo Rauschenberg, è
associare parole alle parole tutt'intorno, invece delle parole che si
trovano sulla stessa linea. Quando leggo in modo lineare, sento come
se un nastro stesse passando attraverso il mio obbiettivo. Quando
cerco di vedere tutto, ogni paragrafo diventa una 'gestalt' che si
muove.... Rauschenberg ci fa tendere tra un insieme di immagini visive
e le loro multiple interpretazioni: tanti tipi di invenzione che
accadevano immediatamente in quell'autobus, quante la sua cultura ne
sviluppava, piuttosto lentamente>> 2 .
La dislessia è una condizione
complicata, che esiste in molte variazioni, e non è ancora pienamente
compresa dagli scienziati. La maggior parte delle ricerche sulla
dislessia si concentrano su esercizi per correggere la condizione
piuttosto che su indagini sulle modalità con cui un dislessico
percepisce il mondo. Nonostante il bisogno di ulteriori ricerche, un
certo numero di caratteristiche basilari della condizione può essere
isolato, ma prima dovrebbero essere indicate alcuni errori concettuali
comuni. Mentre la dislessia è generalmente associata con le difficoltà
della lettura, influenza anche la percezione delle immagini e la
percezione di tutti i sistemi rappresentazionali, non solo le parole
scritte3 . La dislessia è più evidente
nella lettura e nella scrittura, poiché il nostro sistema scritto
richiede un insieme di segni grafici le cui regole non permettono loro
di essere alterati nell'orientamento o nella posizione. Nel resto
dell'ambiente visivo il dislessico generalmente impara a far fronte al
disorientamento visivo più agevolmente.
In
fin dei conti, si dovrebbe anche notare che, secondo le più recenti
ricerche, è scorretto pensare alla dislessia come ad un handicap. Essa
è meglio inquadrata come una modalità alternativa della percezione. E'
stato osservato che se la moderna società occidentale non avesse
sviluppato la sua enfasi sulla scrittura, che comporta il posizionare
dei segni grafici in un particolare ordine, la dislessia potrebbe non
essere notata e certamente non richiederebbe alcun trattamento. Alcuni
ricercatori hanno persino suggerito - e questa idea è particolarmente
attinente a Rauschenberg - che in un altro tipo di società gli
individui dislessici verrebbero altamente valorizzati. Le loro
modalità alternative di percezione permetterebbero loro di vedere il
mondo in modo differente rispetto agli altri, e quindi essi darebbero
capaci di portare a termine compiti che altri membri della società non
potrebbero eseguire4 .
Esperenzialmente, se non proprio
scientificamente, la dislessia è stata connessa con il pensiero
laterale. Nel 1990 Priscilla Vail, uno dei più importanti educatori di
bambini dislessici, ha parlato ad una conferenza nazionale sui tratti
che ha trovato in tali bambini5 . Vail ha
identificato una grande curiosità come tratto comune tra i bambini
dislessici e ha affermato che la curiosità spesso deriva da
un'esperienza pratica tri-dimensionale. Notava che gli stessi bambini
possono non essere eccitati per nulla da astrazioni o analisi verbali.
Vail ha osservato che, contrariamente all'opinione popolare, gli
individui dislessici hanno grande concentrazione in compiti per cui
provano interesse, ma questa concentrazione può scemare quando sono
alle prese con tradizionali programmi che permettono periodi limitati
e prestabiliti nel tempo per i compiti. Così affermava: "Molti
dislessici hanno un senso del tempo debole o assente; possono essere
letteralmente atemporali quando si immergono nei loro pensieri". In
terzo luogo, Vail ha osservato che numerosi dislessici hanno
eccezionali ricordi per eventi esperenziali ed emozionali, ma la loro
memoria per le regole astratte, come ad es. lo spelling o le tabelle
per la moltiplicazione, può essere molto debole.
Vail ha trovato che i dislessici
spesso mostrano di "afferrrae rapidamente i concetti. Essi sono capaci
di trovare soluzioni a certi tipi di problemi così rapidamente da
sembrare che la conoscenza si trova dentro di loro, aspettando solo di
essere risvegliata con l'essere semplicemente menzionata". Allo stesso
tempo, ella notava, una tale persona può non essere capace di
analizzare in che modo ha ottenuto una tale intuizione. La conclusione
della Vail è stata che i dislessici sono spesso dei pensatori
divergenti (laterali). Così diceva:
<<I pensatori divergenti che provano
piacere nei confronti delle domande aperte possono tollerare
l'ambiguità di vedere le cose da svariati e differenti punti di vista,
e sono i più felici di esplorare questioni che non hanno alcuna
risposta verificabile...Il pensiero divergente è la sorgente (...)
delle questioni e dei concetti che rompono barriere. Il dislessico può
essere ricco di tutto ciò, ma entrare anche in crisi per tutto
questo>>.
Priscilla Vail parla nel linguaggio
pieno di ispirazione che hanno gli insegnanti pieni di dedizione,
eppure le sue osservazioni sono basate su decenni di esperienza.
I suoi commenti formano un parallelo rispetto alle osservazioni di
Rauschenberg al lavoro nel suo studio e ad un'analisi dell'arte che ne
scaturisce. Nello studio Rauschenberg oscilla tra movimenti
rapidi da un progetto ad un altro ed un'intensa concentrazione su un
particolare lavoro. I suoi lunghi orari di lavoro, che spesso coprono
l'intera durata della notte, sono indicativi della sua sensibilità
atemporale. Rauschenberg ha una memoria notevole per immagini
specifiche ed una capacità di afferrare soluzioni a particolari
problemi senza un interesse per i sistemi sottostanti. La sua arte
poggia sulla capacità di improvvise intuizioni senza investigare su
come arrivare a queste scoperte. Infatti, Rauschenberg crede che
tali investigazioni distruggerebbero la freschezza della sua arte. Nel
corso della sua lunga carriera Rauschenberg ha sviluppato tecniche
creative ed un ambiente che sostiene la sua modalità fisiologica di
percezione. Il successo delle soluzioni di Rauschenberg è degno di
nota date le osservazioni della Vail che sono suffragate da un buon
numero di studi sulla dislessia e sulle autobiografie degli stessi
dislessici che descrivono in dettaglio i loro tentativi di far fronte
ad un mondo che sembra disorientare loro più di quanto faccia con le
altre persone.
Note bibliografiche:
(1) Maxime de la Falaise McKendry, "Robert
Rauschenberg talks to Maxime de la Falaise McKendry", Interview 6,
n.5 (maggio 1976), 34.
(2) Steve Paxton, "Robert Rauschenberg:
A Retrospective", 262-63.
(3) MacDonald Critchley and Eileen A.
Critchley, "Dyslexia Defined" (London: William Heinemann Medical
Books, 1978); T.J. Wheeler and E.J. Watkins "Dyslexia: A Review of
Symptomatology", Dyslexia Review 2, n.1 (1979), 12-14.
(4) Bobbie H. Jones, "The Gifted Dyslexic",
Annals of Dyslexia 36, 1986, 301-17.
(5) Priscilla L. Vail, "Gifts, Talents and
the Dyslexias: Wellsprings, Springboards, and finding Foley's
Rocks", Annals of Dyslexia 40 (1990), 3-17.
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