FRENIS zero | ||||||||||||||||
Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte | ||||||||||||||||
Foto: Erich Kandel Questo perlomeno è quanto affermato da François Ansermet e Pierre Magistretti, docenti dell'Università di Losanna, nel volume A ciascuno il suo cervello. Plasticità neuronale e inconscio, dove viene individuato il punto di partenza del possibile incontro tra Psicoanalisi e Neuroscienze nelle ricerche sui meccanismi della memoria (ed è qui che l'Aplysia entra in scena). L'esperienza lascia una traccia, scrivono gli autori, e oggi noi possiamo studiare le manifestazioni di questa traccia non solo attraverso la Teoria Psicoanalitica, dove essa è indagata nella sua dimensione semantica, ma anche a livello cerebrale, - attraverso la nozione di plasticità neuronale. Grazie a ricerche come quelle proposte da Antonio Damasio nel forunato volume L'errore di Cartesio (Adelphi), è oggi possibile indagare la natura dei meccanismi neurali che permettono all'esperienza di dare forma alla struttura emozionale del soggetto. Foto: Antonio Damasio Nella ricostruzione degli autori, alcune esperienze che lasciano una traccia nella "rete sinaptica" si legano a stati somatici, cui si assocerebbero in seguito ulteriori "valutazioni" emotive spesso non accessibili alla coscienza. Col passare del tempo il legame tra valutazione emotiva ed esperienza originaria si perderebbe sempre più, giungendo alla creazione di una realtà inconscia fantasmatica, non disponibile direttamente all'individuo, che ne condiziona tuttavia l'esistenza. Se a questo quadro aggiungiamo la tesi secondo cui l'unico accesso alla realtà fantasmatica <<passa necessariamente attraverso un lavoro analitico>> - il solo in grado di cogliere i <<significanti sepolti nella rete associativa di tale scenario>>, possiamo farci un'idea del perché Ansermet e Magistretti considerino la propria proposta un tentativo di conciliazione tra Neuroscienze e Psicoanalisi. In verità, malgrado le qualità anche espositive degli autori, il passaggio dalla Biologia all'Ermeneutica così prospettato appare per ora più suggestivo che supportato da dati di fatto conclusivi. Troppe sono le domande che ancora attendono una risposta, prima di poter dichiarare colmata la lacuna tra apparato analitico e spiegazione dei meccanismi cerebrali. Resta comunque un volume interessante e di gradevole lettura, che aiuta a pensare in modo nuovo l'annoso problema del rapporto tra cause e ragioni - e muove in questo senso un passo nella direzione auspicata da Freud.
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