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    "LA REGOLAZIONE DEGLI AFFETTI E LA RIPARAZIONE DEL SE'" di Allan N. Schore

 

Recensione di Milton Richlin

("Adjunct Professor of Psychology" alla "San Diego State University", membro dell'"Advisory Board" dello "International Journal of Neuroscience")

 

 Questa recensione è uscita sulla rivista telematica "The Permanent Journal" ( http://xnet.kp.org/permanentejournal/spring05/edTOC.html ) nel numero della primavera 2005 (Spring 2005/ Vol. 9 No.2), che si ringrazia. La traduzione in italiano è di Giuseppe Leo.

 
 

 A.N. Schore, "La regolazione degli affetti e la riparazione del sé", Astrolabio, Roma, 2008, pagg. 466, ISBN 978-88-340-1530-8, € 36,00.


 

 

In quest'ultimo volume della sua serie di libri, Allan Schore dell'Università della California di Los Angeles descrive un esteso corpus di ricerche e di osservazioni cliniche a sostegno dell'idea che lo sviluppo precoce dell'emisfero cerebrale destro giochi un ruolo critico nell'attaccamento del bambino alla sua figura primaria di accudimento.  Nel corso dei primi tre anni di vita, i centri della corteccia prefrontale nell'emisfero destro del bambino rispondono all'interazione con le emozioni della madre nel guidare lo sviluppo emozionale dello stesso.

Nella prefazione Schore spiega il proposito ed il progetto del libro nel contesto dei volumi1,2 precedenti facenti parte di una serie:

<<In questo libro... offro un'ulteriore esposizione nei campi della psicoterapia orientata allo sviluppo ("developmentally-oriented") e della neuropsicoanalisi dello sviluppo... Il ricco corpus di dati che è emerso dalla ricerca di base sul cervello, come anche dalla psicobiologia e dalla psicofisiologia, è ora, forse  più di quanto lo sia stato mai prima, rilevante per i clinici>>3  .

Un tema importante del libro è dato dal fatto che  molti degli aspetti originali dei modelli teorici e clinici di Freud sono stati sostanzialmente aggiornati ed in alcuni casi persino radicalmente modificati. Schore dà molta enfasi alla Teoria dell'attaccamento (sistema sviluppato da Bowlby) ed al suo uso del concetto di modelli operativi interni non consci. Schore sembra credere che ogni pregiudizio tenuto dai suoi lettori debba essere misurato sulla base della sempre crescente evidenza neurobiologica che la teoria freudiana e la nostra comprensione del funzionamento cerebrale non siano più tra loro compatibili. Poiché sono uno psicoterapeuta non di orientamento psicoanalitico, ho apprezzato il constatare i grandi sforzi che sono stati fatti per indagare e rivedere la psicoanalisi in termini neuroscientifici - uno sforzo che è complementare a quello dell'approccio sperimentale all'interno della stessa psicoanalisi5,6 . E' anche interessante il fatto che una nuova rivista, "Neuro-psychoanalysis" (che ha cominciato ad essere pubblicata nel 1999) abbia una lista suggestiva di membri dell'"editorial board", compresi lo stesso Schore, Otto Kernberg ed Arnold Modell come anche neuroscienziati come Antonio Damasio, Joseph LeDoux, Eric Kandel, Karl Pribram ed Oliver Sacks.

Un altro tema importante è lo sviluppo neurobiologico del sé. Su questo argomento Schore presenta un volume di ricerche pressoché sconfinato. Da queste ricerche sono emersi due sottotemi particolarmente importanti. Il primo è il ruolo maggiore della corteccia prefrontale destra rispetto alla sinistra nel corso dei primi tre anni di vita - per quanto riguarda la capacità da parte di una base emozionale di sottofondo di influenzare lo sviluppo:

 

<<Questa regione prefrontale viene ad agire nella capacità di svolgere una funzione di controllo esecutivo per l'intera corteccia destra, l'emisfero che modula gli affetti, la comunicazione non verbale ed i processi inconsci... In questo modo, la prima relazione del bambino, quella con la madre, agisce come uno stampo per l'"imprinting" dei circuiti che nel cervello destro sono deputati all'elaborazione delle emozioni del bambino, e perciò permanentemente in grado di modellare le capacità adattative o disadattative dell'individuo che entrano in tutte le successive relazioni emozionali... Il cervello destro si pensa che davvero contenga gli elementi essenziali del sistema del sé (mesulam e Geschwind, 1978; Schore, 1994)3p18-19  .

Un secondo importante sottotema è quello del ruolo chiave delle espressioni mimiche ed emotive del volto materno   nel determinare lo sviluppo emozionale del bambino. Il volto della madre - in particolare i suoi occhi - è lo stimolo più potente dell'ambiente del bambino.

 Schore cita gli studi di Hoffman (1987) e Panksepp et al. (1985), i quali mostrano che lo scambio reciproco interattivo di sguardi tra la madre ed il bambino porta ad alti livelli di endorfine nel cervello in crescita di quest'ultimo. Queste scoperte vengono correlate alla Teoria della Regolazione di Schore, che enfatizza il fatto che l'attaccamento sia essenzialmente la regolazione a sede nel cervello destro della sincronizzazione biologica tra gli organismi.

Un altro tema discusso nel libro si indirizza alla relazione tra l'emisfero destro ed i centri cerebrali inferiori, in particolare il sistema nervoso autonomo (SNA). I medici i cui pazienti hanno una patologia con una forte componente psicosomatica saranno particolarmente interessati ad esso. La citazione seguente è rappresentativa della presentazione di Schore:

<<...la risposta psicobiologica del bambino al trauma comprende due distinti 'patterns' di risposta, l'eccessiva attivazione ('arousal') e la dissociazione ... Allo stato iniziale della minaccia traumatica inizia una reazione di allarme, in cui la componente simpatica del SNA viene attivata improvvisamente ed in modo significativo, con conseguente incremento della frequenza cardiaca, della pressione ematica e della respirazione. Il disagio si esprime nel pianto e nelle grida... Questo stato di paura-terrore viene mediato dall'eccessiva attivazione del simpatico, e riflette un incremento dei livelli del fattore di rilascio dell'ACTH, il maggior ormone dello stress, che a sua volta regola l'attività dell'adrenalina e della noradrenalina...>>

 

Ma una seconda reazione, a comparsa più tardiva ma più duratura, consiste nella dissociazione, in cui il bambino disinveste gli stimoli provenienti dal mondo esterno e si rivolge ad un mondo "interno"... I bambini traumatizzati appaiono guardare con fissità nello spazio come se avessero uno sguardo trasparente. Questo stato, in cui predomina la componente parasimpatica, di conservazione-ritiro si verifica nelle situazioni stressogene caratterizzate da vissuti di inaiutabilità e di disperazione in cui l'individuo diventa inibito e si sforza di sfuggire all'attenzione per poter essere "non visto".

Tale processo primario di regolazione per il mantenimento dell'omeostasi dell'organismo è caratterizzato da un blocco metabolico e da bassi livelli di attività. E' comune nel corso della vita quando l'individuo stressato si disimpegna al fine di <<conservare le energie... di favorire la sopravvivenza grazie alla postura rischiosa di fingere la morte, di permettere la guarigione delle ferite e il recupero delle risorse esaurite grazie all'immobilità>> (Powles, 1992, p. 213)3p124  .

Nel valutare il valore potenziale del libro di Schore (...), vorrei confrontarlo con il libro di Lewis, Amini e Lannon7  , "A General Theory of Love", recensito favorevolmente di recente da Vincent J. Felitti8  . Entrambi i libri ricoprono lo stesso materiale di base: lo sviluppo nel bambino di un sé sulla base dello sviluppo cerebrale; e le interazioni con la figura primaria di accudimento. Ma il libro di Schore può essere visto come un testo completo, mentre "A General Theory of Love" è piuttosto un buon riassunto dei materiali scientifici. Per molti scopi (ad es., per risparmiare tempo) un riassunto può essere sufficiente. Comunque, ci sono svariati difetti nel libro di Lewis e collaboratori che potrebbero indurre il lettore a spendere un po' più di tempo per leggere il libro di Schore.  Quest'ultimo è di gran lunga meglio corredato, anche per uno studioso, di riferimenti bibliografici9,10 e rappresenta un tentativo più completo di spiegare in che modo le idee psicodinamiche in evoluzione si stiano integrando con il campo delle neuroscienze. Per parafrasare una vecchia espressione, "spendi il tuo denaro ed il tuo tempo, e fai la tua scelta".

                                    

 

 

 

        

Note bibliografiche:
  1. Schore AN. Affect regulation and the origin of the self: the neurobiology of emotional development. Hillsdale (NJ): Erblaum; 1994.
  2. Schore AN. Affect dysregulation & disorders of the self. New York: WW Norton; 2003.
  3. Schore AN. Affect regulation and the repair of the self. New York: WW Norton; 2003
  4. Bowlby J. Attachment and loss. New York: Basic Books; 1969-1980.
  5. Fisher S, Greenberg RP. The scientific credibility of Freud's theories and therapy. New York: Basic Books; 1977.
  6. Duberstein PR, Masling JM, editors. Psychodynamic perspectives on sickness and health. Washington (DC): American Psychological Association; 2000.
  7. Lewis T, Amini F, Lannon R. A general theory of love. New York: Random House; 2000.
  8. Felitti VJ. A general theory of love, by Thomas Lewis, MD; Fari Amini, MD; and Richard Lannon, MD. [book review]. Perm J 2004 Winter;8(1):113-4.
  9. LeDoux J. The emotional brain: the mysterious underpinnings of emotional life. New York: Simon & Schuster; 1996.
  10. Siegel DJ. The developing mind: toward a neurobiology of interpersonal experience. New York: Guilford Press; 1999.

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

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