In
quest'ultimo volume della sua serie di libri, Allan Schore
dell'Università della California di Los Angeles descrive un esteso
corpus di ricerche e di osservazioni cliniche a sostegno dell'idea che
lo sviluppo precoce dell'emisfero cerebrale destro giochi un ruolo
critico nell'attaccamento del bambino alla sua figura primaria di
accudimento. Nel corso dei primi tre anni di vita, i centri
della corteccia prefrontale nell'emisfero destro del bambino
rispondono all'interazione con le emozioni della madre nel guidare lo
sviluppo emozionale dello stesso.
Nella
prefazione Schore spiega il proposito ed il progetto del libro nel
contesto dei volumi1,2 precedenti facenti parte di una
serie:
<<In
questo libro... offro un'ulteriore esposizione nei campi della
psicoterapia orientata allo sviluppo ("developmentally-oriented")
e della neuropsicoanalisi dello sviluppo... Il ricco corpus di dati
che è emerso dalla ricerca di base sul cervello, come anche dalla
psicobiologia e dalla psicofisiologia, è ora, forse più di
quanto lo sia stato mai prima, rilevante per i clinici>>3
.
Un tema
importante del libro è dato dal fatto che molti degli aspetti
originali dei modelli teorici e clinici di Freud sono stati
sostanzialmente aggiornati ed in alcuni casi persino radicalmente
modificati. Schore dà molta enfasi alla Teoria dell'attaccamento
(sistema sviluppato da Bowlby) ed al suo uso del concetto di modelli
operativi interni non consci. Schore sembra credere che ogni
pregiudizio tenuto dai suoi lettori debba essere misurato sulla base
della sempre crescente evidenza neurobiologica che la teoria freudiana
e la nostra comprensione del funzionamento cerebrale non siano più tra
loro compatibili. Poiché sono uno psicoterapeuta non di orientamento
psicoanalitico, ho apprezzato il constatare i grandi sforzi che sono
stati fatti per indagare e rivedere la psicoanalisi in termini
neuroscientifici - uno sforzo che è complementare a quello
dell'approccio sperimentale all'interno della stessa psicoanalisi5,6
. E' anche interessante il fatto che una nuova rivista, "Neuro-psychoanalysis"
(che ha cominciato ad essere pubblicata nel 1999) abbia una lista
suggestiva di membri dell'"editorial board", compresi lo stesso Schore,
Otto Kernberg ed Arnold Modell come anche neuroscienziati come Antonio
Damasio, Joseph LeDoux, Eric Kandel, Karl Pribram ed Oliver Sacks.
Un altro
tema importante è lo sviluppo neurobiologico del sé. Su questo
argomento Schore presenta un volume di ricerche pressoché sconfinato.
Da queste ricerche sono emersi due sottotemi particolarmente
importanti. Il primo è il ruolo maggiore della corteccia prefrontale
destra rispetto alla sinistra nel corso dei primi tre anni di vita -
per quanto riguarda la capacità da parte di una base emozionale di
sottofondo di influenzare lo sviluppo:
<<Questa regione prefrontale viene
ad agire nella capacità di svolgere una funzione di controllo
esecutivo per l'intera corteccia destra, l'emisfero che modula gli
affetti, la comunicazione non verbale ed i processi inconsci... In
questo modo, la prima relazione del bambino, quella con la madre,
agisce come uno stampo per l'"imprinting" dei circuiti che nel
cervello destro sono deputati all'elaborazione delle emozioni del
bambino, e perciò permanentemente in grado di modellare le capacità
adattative o disadattative dell'individuo che entrano in tutte le
successive relazioni emozionali... Il cervello destro si pensa che
davvero contenga gli elementi essenziali del sistema del sé (mesulam e
Geschwind, 1978; Schore, 1994)3p18-19 .
Un secondo importante sottotema è
quello del ruolo chiave delle espressioni mimiche ed emotive del volto
materno nel determinare lo sviluppo emozionale del
bambino. Il volto della madre - in particolare i suoi occhi - è lo
stimolo più potente dell'ambiente del bambino.
Schore
cita gli studi di Hoffman (1987) e Panksepp et al. (1985), i quali
mostrano che lo scambio reciproco interattivo di sguardi tra la madre
ed il bambino porta ad alti livelli di endorfine nel cervello in
crescita di quest'ultimo. Queste scoperte vengono correlate alla
Teoria della Regolazione di Schore, che enfatizza il fatto che
l'attaccamento sia essenzialmente la regolazione a sede nel cervello
destro della sincronizzazione biologica tra gli organismi.
Un altro tema discusso nel libro si
indirizza alla relazione tra l'emisfero destro ed i centri cerebrali
inferiori, in particolare il sistema nervoso autonomo (SNA). I medici
i cui pazienti hanno una patologia con una forte componente
psicosomatica saranno particolarmente interessati ad esso. La
citazione seguente è rappresentativa della presentazione di Schore:
<<...la risposta psicobiologica del
bambino al trauma comprende due distinti 'patterns' di risposta,
l'eccessiva attivazione ('arousal') e la dissociazione ... Allo stato
iniziale della minaccia traumatica inizia una reazione di allarme, in
cui la componente simpatica del SNA viene attivata improvvisamente ed
in modo significativo, con conseguente incremento della frequenza
cardiaca, della pressione ematica e della respirazione. Il disagio si
esprime nel pianto e nelle grida... Questo stato di paura-terrore
viene mediato dall'eccessiva attivazione del simpatico, e riflette un
incremento dei livelli del fattore di rilascio dell'ACTH, il maggior
ormone dello stress, che a sua volta regola l'attività dell'adrenalina
e della noradrenalina...>>
Ma una seconda reazione, a comparsa più
tardiva ma più duratura, consiste nella dissociazione, in cui il
bambino disinveste gli stimoli provenienti dal mondo esterno e si
rivolge ad un mondo "interno"... I bambini traumatizzati appaiono
guardare con fissità nello spazio come se avessero uno sguardo
trasparente. Questo stato, in cui predomina la componente
parasimpatica, di conservazione-ritiro si verifica nelle situazioni
stressogene caratterizzate da vissuti di inaiutabilità e di
disperazione in cui l'individuo diventa inibito e si sforza di
sfuggire all'attenzione per poter essere "non visto".
Tale processo primario di regolazione
per il mantenimento dell'omeostasi dell'organismo è caratterizzato da
un blocco metabolico e da bassi livelli di attività. E' comune nel
corso della vita quando l'individuo stressato si disimpegna al fine di
<<conservare le energie... di favorire la sopravvivenza grazie alla
postura rischiosa di fingere la morte, di permettere la guarigione
delle ferite e il recupero delle risorse esaurite grazie
all'immobilità>> (Powles, 1992, p. 213)3p124 .
Nel valutare il valore potenziale del
libro di Schore (...), vorrei confrontarlo con il libro di Lewis,
Amini e Lannon7 , "A General Theory of Love",
recensito favorevolmente di recente da Vincent J. Felitti8
. Entrambi i libri ricoprono lo stesso materiale di base: lo sviluppo
nel bambino di un sé sulla base dello sviluppo cerebrale; e le
interazioni con la figura primaria di accudimento. Ma il libro di
Schore può essere visto come un testo completo, mentre "A General
Theory of Love" è piuttosto un buon riassunto dei materiali
scientifici. Per molti scopi (ad es., per risparmiare tempo) un
riassunto può essere sufficiente. Comunque, ci sono svariati difetti
nel libro di Lewis e collaboratori che potrebbero indurre il lettore a
spendere un po' più di tempo per leggere il libro di Schore.
Quest'ultimo è di gran lunga meglio corredato, anche per uno studioso,
di riferimenti bibliografici9,10 e rappresenta un tentativo
più completo di spiegare in che modo le idee psicodinamiche in
evoluzione si stiano integrando con il campo delle neuroscienze. Per
parafrasare una vecchia espressione, "spendi il tuo denaro ed il tuo
tempo, e fai la tua scelta".
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