L’ENFANT - UNA STORIA D’AMORE
Premiato con la Palma d’Oro per il miglior film al Festival di Cannes 2005

Regia di: Jeanne-Pierre e Luc Dardenne
Attori: Jérémie Renier (Bruno), Déborah François (Sonia), Jérémie Segard (Steve), Olivier Gourmet (il poliziotto) e Fabrizio Rongione (il giovane ladro)
Fotografia: Alain Marcoen
Montaggio: Marie Hélène Dozo
Produttori: Jeanne-Pierre e Luc Dardenne e Denis Freyd
Produttore esecutivo: Olivier Bronckart
Produttori associati: Arlette Zylberberg, Geneviève Lemal e Alexandre Lippens
Titolo originale: L’enfant
Titolo internazionale: The Child
Origine: Belgio e Francia 2005
Distributore: Bim
Link: www.cineart.be www.celluloid-dreams.com www.sonyclassics.com/thechild www.lesfilmsdufleuve.be www.diaphana.fr www.bimfilm.com
Durata: 95’
Produzione: Les films du fleuve, Archipel, RTBF, Scope Invest e Arte France Cinéma
Programmato dal 6 dicembre 2005

Si vogliono bene ma non hanno un soldo. Lui è Bruno, vent’anni, lei è Sofia, diciotto. Vivono di espedienti, lui ruba e per dormire vanno al dormitorio. All’apparenza vivono nella precarietà, ma a lui i soldi gli girano, o per lo meno qualcuno in tasca ce l’ha. Naturalmente con i ricavi dei furti, traffici di anelli, braccialetti, macchine fotografiche, videocamere. Fa anche il borseggiatore, sempre con il suo giovane socio. La sua maggiore convinzione è che "lavorare è da stronzi". Intanto Sonia ha appena partorito Jimmy, il loro bambino. Tutta l’incertezza del futuro di Bruno a diventare un padre pesa molto sulla coppia, in quanto Sofia non lo vede come il padre partecipe e serio che vorrebbe. Oltretutto Bruno si dimostra distaccato e approssimativo, tutto immerso nel ladrocinio. La novità del bambino l’ha spaesato e non riesce a capire molto che fare, ma alla fine si decide per la manovra più inaspettata: vende il figlio. Non solo è ladro, ma anche delinquente, forse perché non si accetta come padre. Ma non ha fatto i conti con la madre, che se fino a quel momento era stata remissiva, adesso sfodera una grinta inaspettata e lo reclama, senza appello. Lui l’ha venduto e lui lo deve riacquistare. Il ritmo sale. E’ tutto un andare e venire avanti e indietro alla ricerca del figlio, che riottiene a caro prezzo. Se già prima era ad un passo dal finire in un brutto giro, con la storia del bambino finire totalmente rovinato, costretto a rubare per gli altri e non per sé. Come uscirne?

 

 

Dopo la Palma d’Oro per Rosetta, i fratelli Dardenne replicano con un’altra Palma d’Oro, con un film che apre una speranza sull’avvenire della coppia, dopo aver prospettato le soluzioni più tragiche. L’osservazione è inesorabile ma anche emozionata e partecipe. Lo stile è quello della presa diretta, quasi documentaristica, affidando molto alla camera a mano sempre addosso ai protagonisti per raccontare di un grande dolore materno e una riconquistata coscienza paterna, affrontata con l’incarcerazione e successiva redenzione. Sembrerebbero due ragazzi senza speranze perché senza la forza sufficiente per ingaggiare una lotta contro la loro situazione traballante, ma il loro risalire la china non può provocare altro che una forte spinta emozionale e commovente.

Maurizio Ferrari

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