BOARDING GATE Regia di: Olivier Assayas Si intende che c’era stato un lungo rapporto amoroso tra Sandra e il protagonista Miles. Lui è sul punto di divorziare e non si preoccupa molto di lasciare i due figli piccoli alla moglie. All'opposto lei sembrava una gran lavoratrice nel coordinamento della movimentazione dei container e invece come secondo lavoro arrotonda spacciando droga a sacchi interi alla volta. Lei ha sempre vissuto una vita borderline e con una sessualità ai limiti del proibito. Sandra chiede all’amico e socio in loschi affari di droga di cambiare vita e quello l’accontenta: dopo aver trovato la forza di sparare a bruciapelo, riceve da questi le coordinate per finire a Hong Kong, imbarco immediato. Però non è stato tanto un gran cambiar vita, finendo dalla padella nella brace. Infatti adesso deve scappare a gambe levate, se vuole salvare la pelle. |
Assayas lascia qui perdere quell’approfondimento psicologico che aveva contraddistinto il suo cinema precedente, come in Clean. Il film è tutto action, di quella bella e raccontata bene, con un cast internazionale come le ambientazioni. Asia Argento interpreta la parte di quella che ha sempre vissuto nel pericolo e salvarsi la pelle di continuo le riesce bene. Sul finale la vediamo indecisa se vendicarsi delle sofferenze patite fino a quel momento oppure lasciar perdere tutto e guadagnare finalmente quella pace e serenità che le permetterà di cambiare vita. Maurizio Ferrari |
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