THE BOX Regia di: Richard Kelly Nella Virginia del 1976 la povera Norma (si ritrova un piede mezzo fuso da un incidente col laser, avrebbe bisogno una costosa protesi e presto sarà disoccupata, per taglio dei fondi scolastici) si trova ad un bivio morale. Anche il marito Arthur Lewis non è messo bene (presto sarà disoccupato, licenziato dalla Nasa per test psicologici non superati). Il bivio morale è costituito da una semplice scatola di legno con bottone rosso soprastante: se si preme il pulsante in cima, si guadagna un milione di dollari ma un perfetto sconosciuto morrà. Il contratto è semplice! Le regole le fa Arlington Steward, un tizio dalla faccia inquietante, e dopo 24 ore la scatola verrà comunque ritirata e lo stesso contratto verrà proposto a qualcun altro. Insomma, prima o poi lo sconosciuto morrà. Questo particolare mette la coppia di fronte a problemi etici e al desiderio di ricchezza facile, con una scelta difficile e sofferta. L’indecisione si prolunga per qualche ora e poi viene presa la decisione definitiva. I due credono di poter gestire una decisione apparente semplice, ma tutto è avvolto nel mistero, c’è molta gente che perde inspiegabilmente sangue dal naso. |
Richard Kelly è quello famoso per Donnie Darko, un po’ meno per Southland Tales, e ora si cimenta in un thriller tratto dal racconto "Button, Button" di Richard Matheson (1970), nelle cronache odierne per Io sono leggenda, e che già aveva ispirato La pulsantiera, episodio del 1980 della serie Ai confini della realtà. Su tutte spicca l’interpretazione di Frank Langella, che detta le regole (ma non tutte, come non poter indagare sul mandante, e quindi gli sviluppi sono imprevedibili) dall’alto di una faccia mostruosamente deturpata e inquietante nell’aspetto, deviando il film su baratri paranormali. L’altalena tra l’esistenzialista, il visionario, il surreale, il metaforico, il religioso e il pericolo indecifrabile non è delle più riuscite, con dei momenti messi uno in seguito all’altro piuttosto che consequenziali, con un’impressione generale di incompiutezza e caos. Peraltro le ambizioni sono alte, volendo indagare sui misteri dell’animo umano che non riesce a capire la vera reazione provocata dai suoi atti, sull’impossibilità di sfuggire al richiamo del denaro nonostante l’esistenza del libero arbitrio, sulla pressione del senso di colpa, sul dichiarare che anche ti è stato accanto una vita non lo conosci abbastanza e può spararti al volo, infine che si vive tutta la vita intrappolati, e che non esiste vita fuori dalla scatola.Maurizio Ferrari Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 7 gennaio 2011 e successivamente nell’archivio. |
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