LA CURA DEL GORILLA
Presentato al Noir in Festival 2005

Regia di: Carlo A. Sigon
Attori: Claudio Bisio, Ernst Borgnine, Kledi Kadiu, Bebo Storti, Stefania Rocca, Gisella Sofio e Fabio Camilli
Soggetto: omonimo romanzo di Sandrone Dazieri (edito da Giulio Einaudi)
Sceneggiatura: Sandrone Dazieri, Pasquale Plastino e Carlo A. Sigon
Costumista: Roberto Chiocchi
Scenografo: Marco Belluzzi
Suono: Tiziano Crotti
Musiche originali. Daniele Luppi
Montaggio: Claudio Cormio
Fotografia: Federico Masiero
Organizzatore generale: Antonio Tacchia
Produttore: Maurizio Totti
Origine: Italia 2005
Distributore: Warner Bros. Pictures
Link: www.warnerbros.it www.lacuradelgorilla.it
Durata: 104
Produzione: Colorado Film
Programmato dal 3 febbraio 2006

Si è creata una certa attesa intorno a "La cura del gorilla". Il ritorno al cinema di Claudio Bisio, la trasposizione di un personaggio del noir all’italiana di successo (inventato da Sandrone Dazieri), la presenza di un attore-mito come Ernest Borgnine, l’esordio di un apprezzato regista di corti, spot e film tv: tutti questi ingredienti costituivano le premesse per attendersi un prodotto nazionale di qualità sopra la media, capace di coniugare intrattenimento e riflessioni profonde sul nostro Paese. Il giudizio sul risultato non può che essere doppio, come il protagonista della storia. Quando anche noi siamo "Il Gorilla", di giorno, siamo propensi a farci prendere dalla simpatia per gli attori, l’autore del romanzo, le ambientazioni, l’ironia sempre presente. Di notte, però. quando la parte buona dorme e ci trasformiamo nel "Socio", freddamente non possiamo fare a meno di notare che le ambizioni da hard boiled franano di fronte a un protagonista con la faccia da "Zelig", la divagazione dell’attore americano è poco più di una macchietta, i riferimento sociali fanno solo da contorno e, tanto per cambiare, c’è ancora l’ingombrante nostalgia delle utopie del passato "rivoluzionario" che coinvolge molti personaggi. Sandrone, come detto, è un personaggio doppio, con turbe psichiche che si porta dietro dall’infanzia e l’insonnia perenne a tormentarlo. Fa il detective senza licenza, ha un passato politico, ma ora vive nell’ombra. Eppure, si mette sempre nei guai e spesso soccombe di fronte ai personaggi che decide di sfidare. Da Milano, si sposta a Cremona in cerca di tranquillità e accetta di fare da accompagnatore a un vecchio attore americano chiamato a esibirsi in una triste convention. Ha un’amica, Vera, con fidanzato albanese e inquieto. Quando il ragazzo muore, risorge la vena investigativa, che porterà anche il pubblico nel sottobosco notturno tanto della provincia quanto della metropoli, in cerca di una verità che si apparenta inevitabilmente con lo sfruttamento degli immigrati clandestini. Sigon mischia ingredienti classici del noir con un’insopprimibile tendenza alla commedia. La classica figura del detective disincantato, perso e un po’ filosofo si alterna agli eccessi grotteschi, l’occhio sulla deriva destrorsa e indifferente della provincia deve convivere con poliziotti che fumano erba o hacker da "centro sociale" con tanto di pizzetto (grigio) a treccia. Insomma, la storia scorre via piacevolmente, si respira un senso di appartenenza e si condivide la visione delle cose, ma non si può fare a meno di notare che, quando si vuol far male, ci vuole un po’ più di coraggio e la voglia di essere sgradevoli, pur di lasciare un segno tangibile. Bisogna fare Crash o A history of violence e non il solito prodotto carino che ammicca a mamme e bambini, ancorché solidali.

PER: Se ne fanno già pochi di film in Italia, perdipiù con lo spirito giusto. Sarebbero occasioni da sfruttare meglio.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net )
Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell'archivio.

 

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