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del CPPC
Ultimo aggiornamento
(last update):
21.08.2003
Curatore del sito
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Gabriele Chiari
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Come tutti sappiamo, la medicina sta ottenendo dei notevoli risultati nello studio e nella terapia del cancro. Non tutti sanno invece che da diversi anni il problema cancro viene studiato anche da un punto di vista psicologico. E' facile immaginare come la psicologia possa mostrarsi utile per migliorare la qualità della vita della persona che ne è o ne è stata affetta, o come possa studiare la reazione individuale alla malattia, o assistere il personale sanitario nello svolgimento di un compito a volte ingrato e comunque sempre delicato. Più difficile accettare l'idea che addirittura nell'insorgenza e nello sviluppo del cancro possano avere un ruolo dei fattori psicologici: cioè, che esistano delle personalità o degli stili di vita che possono predisporre al cancro, così come è stato dimostrato per l'ulcera o per l'infarto. I grossi sforzi della medicina e della biologia hanno indicato il ruolo svolto dall'azione di fattori ambientali sull'organismo, ma non hanno permesso di chiarire perché questi fattori svolgono un'azione patogena verso alcune persone e non verso altre. Se è senz'altro vero, dal punto di vista statistico, che esiste una forte correlazione tra il fumo delle sigarette e il cancro del polmone, è anche vero che non tutti i fumatori sviluppano una neoplasia polmonare.

Ricerche pubblicate in numerosi lavori (ormai nell'ordine di qualche centinaio) hanno verificato l'importanza che nell'insorgenza del cancro ricoprono eventi considerati stressanti come la perdita di una persona importante, o particolari caratteristiche della personalità come la difficoltà a manifestare le proprie emozioni. Il riconoscimento dell'importanza dei fattori psicosociali e di personalità accanto a quelli ambientali e biologici ha condotto a quello che viene considerato l'"approccio multifattoriale" alle malattie neoplastiche.

L'Associazione per la ricerca psicologica sul cancro (ARPC) ritiene di poter dare ulteriori contributi inserendo in un nuovo modello psicologico le attuali acquisizioni e aprendo così nuove prospettive d'indagine. Ritiene che ciò sia possibile partendo da una impostazione generale del problema consistente in una descrizione psicologica della persona intesa come unità psicosomatica, anziché in una ricerca delle componenti o delle cause psicologiche del cancro in una persona scomposta in una parte psichica e in una parte fisica. Tale descrizione, inoltre, deve riguardare la conoscenza che la persona stessa ha di sé, degli altri e della realtà in genere: in quanto è tale conoscenza a determinare l'effetto stressante o patogeno di un evento, e non l'evento di per sé.

Basandosi su questa moderna impostazione psicologica, costruttivista, del problema cancro, l'Associazione si propone il perseguimento di due obiettivi: l'identificazione di caratteristiche personali che, attraverso la successiva messa a punto di specifici test psicologici, permetta l'individuazione della popolazione "a rischio" facilitando così la prevenzione del cancro; e lo sviluppo di strategie e tecniche psicoterapeutiche che, affiancandosi ai più avanzati trattamenti medici e chirurgici, possano contribuire ad aumentare le possibilità di terapia del "male del secolo".

Affinché gli obiettivi dell'ARPC possano essere perseguiti, e la psicologia possa così coprire efficacemente quella che attualmente è una lacuna nella lotta contro i tumori, occorrono dei fondi: fondi che permettano la creazione di centri nei quali svolgere le attività di ricerca e di assistenza psicologica, la formazione di personale specializzato, l'organizzazione di seminari e di convegni internazionali, l'opera di diffusione dei risultati raggiunti e di informazione sulle nuove prospettive aperte.