Manifestazioni

 

 

 

Minturno e le sue frazioni

 a cura di Mario Rizzi

Minturno è situata su una collina a 145 metri sul livello del Mar Tirreno. Fino al 13 luglio 1879 ha conservato l'originale nome di "Traetto". Costruita a partire dalla fine del 590 d.C., fu cinta da una muraglia e da torri quadrate e circolari con tre porte d'accesso principali : "La Portella", "S. Stefano" e "Porta Nova".

Castello Baronale

Per volere del pontefice Leone III, dal 795 all'816 fu costruito il Castello Baronale, che nel 1108 passò alla famiglia dei Dell'Aquila. In seguito fu residenza dei Caetani. Ospitò personaggi illustri, come S. Tommaso d'Aquino (1272).

Nel castello furono eseguiti notevoli lavori (1452) per volere di Alfonso D'Aragona. Nel secolo XVI ospitò la più bella donna d'Italia, Giulia Gonzaga, contessa di "Traetto" e di Fondi, e Isabella Colonna. Fu sede dei Caracciolo - Carafa dal 1693 al 1948. Il Principe Giovanbattista Caracciolo - Carafa fu Francesco donò parte del castello all'Ente Morale per gli Asili d'Infanzia (istituito il 27/3/1930 con R.D. n°372) di Minturno il 17/12/1948, con rogito n°678 del notaio Cesare Castelli  affinché fosse adibito "a scopo veramente educativo di apostolato e di cultura". Il Comune di Minturno ha acquistato parte del Castello Baronale dal Principe Francesco Caracciolo - Carafa e parte dall'Ente Asili il 28/12/1990 (repertorio n°631) per lire 15 milioni. Dal 1998 i lavori di restauro, di consolidamento e di copertura sono a buon punto.

Chiesa di S. Francesco

"Extra moenia", a pochi passi dal Castello, sorge la chiesa di S. Francesco, fatta costruire da Onorato 1° Caetani agli inizi del 1300. Nella lunetta, sopra l'ingresso, è stato allogato un mosaico  dipinto da Antonio Notari nel 1971. L'interno della chiesa è in pietra viva e a una sola navata, così come la preferivano i francescani, perché più consona alla predica. Sulla parete destra c'è l'affresco della "Madonna delle Grazie". In suo onore si celebra, nella seconda decade di luglio, la mitica festa della "Sagra delle Regne" (Sagra dei covoni di grano).

Nel 1552, il 21 luglio, la "Madonna degli Angioli" fu murata, perché sulla spiaggia di Scauri sbarcarono turchi e saraceni capitanati dal corsaro Dragut. Gli infedeli incendiarono "Traetto" facendo 200 prigionieri. Una pia leggenda narra che un fortunale fece affondare la nave del comandante e Dragut, pur di aver salva la vita, invocò il nome della Madonna. Subito le acque si calmarono e l'infedele tornò sulla spiaggia, liberò i "traettesi" e restituì il maltolto.

Nel 1621, durante i lavori di restauro, nella chiesa venne alla luce l'affresco della Madonna, murata 69 anni prima. Mentre si procedeva all'opera un grosso masso si staccò dalla parete e precipitò sul muratore Simonelli. Il malcapitato, però, rimase illeso e immediatamente si gridò al miracolo. Da quel giorno la "Madonna degli Angioli" cambiò l'appellativo in quello di "Madonna delle Grazie". Si fece una gran festa e per le vie di "Traetto" si snodò una lunga processione. Dai balconi e dalle finestre i "traettesi" appesero le coperte e le lenzuola ricamate in onore della Madonna, che veniva portata in trionfo fra gli astanti. Dietro l'altare si trova un crocefisso ligneo scolpito dall'artista Paolo Frattari.

Altra chiesa fuori le mura è quella dell'Annunziata, costruita intorno al 1300, che ha subìto varie ristrutturazioni durante i secoli per i danneggiamenti arrecati dai Turchi nel 1552, dalle truppe franco - polacche nel 1779, dall'incendio del 1888 e dall'ultimo conflitto mondiale del 1943.

Davanti all'ingresso si erge un pròtiro, con tre arcate a sesto acuto, dove sostavano i catecumeni, cioè i cristiani non ancora battezzati, che non erano ammessi a tutte le fasi del culto

All'interno della chiesa, sul lato sinistro, è allogata un'urna cineraria, materiale di spoglio di Minturnae.

Al centro della parete è situato  un busto bronzeo di Pietro Fedele, storico e ministro della Pubblica Istruzione. In alto si trovano tre affreschi di Maso Di Banco eseguiti dal 1340 al 1343 (Angeli musicanti).

Dietro l'altare è situato un affresco raffigurante la "Crocifissione", dipinto nel 1333 da Giotto o dai suoi adepti durante il ritorno da Napoli.

Sulla parete destra fa bella mostra di sé una scultura lignea, a basso rilievo, raffigurante l'Annunciazione, donata da Pietro Fedele nel 1931. Sulla stessa parete vi è  una tela ad olio "Madonna con Bambino e Santi Domenicani" eseguita da Francesco Curia nel 1580.

Su una seconda tela è dipinta la "Vergine col Bambino tra Santa Lucia e santa Caterina" eseguita nel 1540 dall'artista Giovan Filippo Crisciuolo.

Collegiata Cattedrale di S. Pietro

La Collegiata Cattedrale di S. Pietro fu edificata nel IX secolo d.C. e riedificata nel XII. Durante il corso degli anni ha subìto diversi rimaneggiamenti. La chiesa presenta un nartèce con arcate a sesto acuto disuguali, dove sostavano i catecumeni durante la fase sacrificale della messa. Sul pròtiro si erge centralmente il campanile a tre piani, con finestre a bifore,  poggiato su due capitelli corinzi. La pianta della chiesa è a croce latina (tre navate). Le due navate laterali sono state aggiunte durante i secoli. Le arcate ogivali poggiano su colonne in pietra e in marmo con capitelli di stili diversi. Il materiale fu trasportato dall'antica "Minturnae". La navata centrale è coperta con cassettone ligneo (1851) a riquadri e rosoni centrali dorati. Al centro c'è lo stemma con tiara papale e le chiavi di S. Pietro. Nella navata destra si apre un gioiello d'arte barocca, la "Cappella del Sacramento" del 1587, rivestita di marmi polìcromi. Sulla parete centrale una tela raffigurante "l'Ultima Cena", opera   di Andrea da Salerno, detto il Sabatino. In questa cappella si celebravano le nozze dei nobili. Nella navata di sinistra c'è un altare dedicato a S. Vittore, protettore di "Traetto" fino al 6 - 9 - 1850 (delibera di Papa Pio IX).

Di notevole interesse artistico è il "Pergamo". Le colonne su cui poggia sono disuguali, come pure i capitelli dell' VIII e IX secolo. I parapetti del "Pergamo" sono a riquadri elegantemente decorati in mosaico di stile geometrico del XIII secolo. I due parapetti laterali alla piccola gradinata d'accesso sono in lastre di marmo (1150) con un bassorilievo raffigurante l'episodio biblico di Giona che viene ingoiato e rigettato dal mostro marino, il "Pistrice" (prefigurazione della morte e della risurrezione di Cristo). Tutto il "Pergamo" fu composto nel 1618 come è riportato nello stemma comunale allogato sul parapetto centrale. Accanto c'è il "Cero Pasquale" (1264) su un elegante candelabro tutto decorato a mosaico di stile geometrico. Sull'altare maggiore è stato allogato un affresco raffigurante la Madonna delle Grazie. Dietro l'altare si trovano alcuni resti di affreschi databili al 1400 (Madonna della Neve).

Contigua alla chiesa c'è la "Congrega", costruita a tre navate con archi gotici su colonne in pietra. Sulla seconda colonna si può notare una nicchia dalla quale è stata spiccata, e posta sull'altare maggiore della chiesa di S. Pietro, la Madonna delle Grazie venuta alla luce durante i lavori di restauro del 1954. La "Congrega" è dedicata a S. Filippo Neri, come pure la piccola cappella laterale nella cui volta sono dipinti affreschi del periodo Barocco. Sulla sinistra un coro ligneo del 1700 fa bella mostra di sé. Al disopra del coro, nove tele e tavole (La gloria di San Filippo Neri) del più importante artista del Rococò italiano, Francesco De Mura, detto "Franceschiello". Sotto al piano di calpestìo della "Congrega" c'era il cimitero dove veniva sepolta la plebe. I nobili, invece, venivano seppelliti sotto il pavimento della chiesa.

Molto materiale di spoglio dell'antica città è stato utilizzato per la costruzione della chiesa di S. Pietro di Minturno. Qua e là nei nuclei delle vecchie costruzioni furono inseriti materiale di recupero, sicché è possibile scorgere, negli angoli dei vicoli, frammenti di decorazioni marmoree, capitelli, mezze colonne, tutti provenienti da "Minturnae".

Verso la foce del fiume Garigliano si trovano i resti del tempio della ninfa Marica.

Recentemente è stato terminato il ripristino del primo ponte pensile a carenaria d'Italia (1828-1832), progettato e fatto costruire dall'ing. Luigi Giura.

Contigua alla via per Castelforte, a circa 300 metri dall'incrocio per Minturno, è posta la chiesa rurale di S. Anna. Restaurata da Raffaele Morelli nel 1839, ripristinata da suo figlio Tommaso nel 1876 e fu completata dal nipote Mariano nel 1937.

All'interno c'è un altare in marmo rivestito, alla fine del 1700, di maioliche provenienti dalla vicina Campania. Sulle volte sono dipinti affreschi eseguiti da artisti locali che raffigurano: "l'incontro fra S. Elisabetta e S. Anna", il "battesimo di Gesù" e "la fuga in Egitto".

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MINTURNO è circondata da quattro frazioni collinari : Tufo, Tremensuoli, S. Maria Infante e Pulcherini e due frazioni balneari : Scauri e Marina di Minturno

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Il Comune di Minturno consta di circa 18.400 abitanti.
Si raggiunge dall'Appia Roma - Napoli, dall'autostrada del Sole, con uscita a Cassino, e con il treno Roma - Napoli con fermata a Minturno - Scauri.

Per comunicazioni:

Mario RIZZI via Monte Ducale, 20
04026-MINTURNO (LT)
Tel: +39 (0) 771-65348 

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Sito redatto ed a cura di Miniello Gianpaolo

Ultimo aggiornamento: 18/06/00