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Ben Elton:
l'uomo che ha stregato il West End


di Emanuele Buzzi

 
03/03/2000
 

"Un morality play velenosamente divertente…un debutto da incorniciare": con queste parole il Sunday Times salutava l'esordio sulle scene teatrali di uno dei più brillanti autori inglesi dell'ultimo decennio: Ben Elton. Ironico, intelligente, irriverente: le commedie di questo quarantunenne di Notting Hill sono tutte caratterizzate da un forte attacco alla società moderna e ai gravi problemi che da essa sorgono.

A partire da Gasping (1990) un coro unanime di consensi di pubblico e critica ha accompagnato e consacrato l'affermarsi di questo giovane talento, che non solo ha stregato il West End, ma che ha letteralmente conquistato lo show-business britannico, imponendosi anche nel mondo dei media e dell'editoria. Il suo stile violento e crudo, come del resto le sue trame, è già scuola nelle generazioni più giovani. Colpito da tutto questo interesse nei suoi confronti, Elton si schermisce e dichiara:" Gran parte delle cose che scrivo è semplicemente un amalgama di fatti che ho visto o conosciuto attraverso discussioni".

Così può essere senz'altro per Gridlock, opera del 1991, che tratta in chiave surreale il problema dell'inquinamento da monossido diventato in una immaginaria cittadina feroce mietitore di vittime, un inquinamento che, comunque, in questo caso, certamente uccide divertendo. Abbandonate le tematiche ambientaliste, vero filo rosso dei primi lavori del drammaturgo londinese, Elton passa poi ad analizzare e ridicolizzare un mondo a lui sicuramente più familiare: l'ambiente dei mass media e del cinema e l'impatto che questi possono avere sulla gente.

Vi è di sicuro in Silly Cow e in Popcorn, da tutti ritenuto il suo capolavoro, un distacco dalla continua ricerca di effetti comici ad una maggiore attenzione nei confronti dello sviluppo psicologico dei personaggi, rivelando ancor più, se possibile la sue visione disincantata e amara dell'uomo del terzo millennio. Popcorn è, senza dubbio, esempio chiarificatore della nuova poetica eltoniana. L'opera, che ha forti affinità di intreccio con " Natural Born Killers", il famoso film diretto da Oliver Stone, narra la follia omicida scatenatasi in una coppia di giovani successivamente alla proiezione di una pellicola molto cruenta. Ovvie sono le implicazioni morali riguardo alle carenze formative di scuola e genitori e al ruolo educativo svolto nelle nuove generazioni dal mezzo televisivo.

Elton si mostra conscio delle proprie responsabilità di drammaturgo e uomo di spettacolo e si offre al contempo la possibilità di un bagno catartico in quella assurda violenza che ha decretato in parte il suo successo. Infatti, se come lui asserisce "tutto è parte del gioco", perché non continuare a giocare?

 

 


 
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