TIPI FONDAMENTALI DELL'ESPERIENZA UMANA

Esperienza spontanea o empirica, esperienza scientifica o sperimentale

Esperienza riflessiva o filosofica -teologica "Particolarismo"

 

Esperienza spontanea

Anzitutto, perhè la chiamano spontanea o empirica? Perchè nasce con la vita, si sviluppa con la vita e serve alla vita. In effetti, ciò che si produce per una sorta di slancio, di istinto, che si fonda esclusivamente sulla pratica, senza cognizioni teoriche o scientifiche. In questo senso si può intravedere che l'esperienza spontanea ci conduce a esplorare una realtà da noi vissuta senza particolare attenzione e senza particolare intenzione. Certo una vita che svolgesse solo a livello di esperienza spontanea appare contrassegnata da due caratteristiche principali: L'asistematicità e la mancanza di giustificazione, in un contesto culturale fortemente marcato dall'esperienza scientifica o sperimentale e dall'esperienza riflessiva o filosofica teologica, come è il nostro attuale contesto culturale. Quindi l'uomo spontaneo vede la natura e la storia con gli occhi dell'infanzia.

UNA SCELTA PER L'UOMO

PERSONA

Esperienza spontanea o empirica

Esperienza scientifica o sperimentale

Esperienza riflessiva o filosofica teologica

UNA SCELTA PER L'UOMO

INDIVIDUO

Esperienza spontanea o empirica 

 

 

Esperienza scientifica o sperimentale

Che cosa accomuna esperienza spontanea ed esperienza scientifica? Il fatto che ambedue le forme si realizzano come contatto tra soggetto e oggetto. In effetti, ciò che si propone di esplorare lo scienziato, e proprio ciò che fa parte dell'esperienza spontanea anche se, spinto dal desiderio di conoscere, egli non si fermerà all'ambito dell'esperienza spontanea. E dove si distinguono? Almeno in due punti: uno quantitativo e uno qualitativo. Sotto l'aspetto quantitativo, l'esperienza spontanea si estende quanto l'orizzonte della vita quotidiana; l'esperienza scientifica, invece, abbraccia tutta la sfera della realtà estesa o materiale.Ma i due tipi di esperienza si distinguono anche qualitativamente e ciò perchè si costruiscono in maniera diversa. Pur cominciando ambedue con l'osservazione, la prima si elabora in maniera asistematica ed è, perciò, priva di vera e propria giustificazione; la seconda, invece, si elabora secondo un metodo preciso e, proprio per questo, fornisce una giustificazione adeguatadei risultati che raggiunge. Essa è, dunque, sistematica e giustificata. In tal  senso, essa diviene per l'uomo mezzo di liberazione dall'ignoranza e dal bisogno. Viceversa, sotto l'aspetto negativo, si può dire che non può rientrare nell'ambito dell'esperienza scientifica tutto ciò che esiste in maniera non temporale. Così, se esistono esseri puramente spirituali, tali esseri costituiscono un contenuto privo di significato per l'esperienza scientifica. 

 

L'uomo quando studia, lavora ricerca, diventa via via più uomo ed esercita un dominio sempre maggiore sulla terra e sul cosmo. Ora è proprio della natura umana il non poter raggiungere un livello di vita veramente e pienamente umano se non mediante la cultura. Infatti, l'uomo si realizza come persona, solo, quando, possiede l'unità delle tre esperienze fondamentali che gli permettono di partecipare alla società della cultura, fondamento di ogni civiltà. La persona quindi, è il risultato di un processo di evoluzione naturale e umana dell'uomo. Impedire questo naturale processo introduce un ordinamento del mondoche non solo svalutama impedisce la letturadelle vere cause dell'imbarbarimento sofferto. Per essere uomini del proprio tempo occorre integrare la cultura scientifica con quella classica, così come ognuno di noi integra l'immagine attraverso una visione binoculare. Usando un solo occhio non si ha profondità di campo e quindi viene a mancare il senso della prospettiva. Se non si ha una visione corretta di questa realtà moderna no si riesce neppure a "scrivere" il proprio tempo, cioè no si è in grado di operare dei cambiamenti.

L'esperienza spontanea o empirica, vissuta per sè stessa, e quindi separata dall'esperienza scientifica e dall'esperienza riflessiva, è assolutamente ingiustificata e, generalmente favorisce nell'uomo e nei suoi rapporti personali e sociali, il comportamento particolaristico.

Il Particolarismo

Ostentata presa di posizione che implica una linea di condotta, sensibile specialmente nell'ambito dei rapporti politici e culturali, di chi rivolge la propriacura esclusivamente ai propri interessi o alle proprie convinzioni, esercitando coscientemente o inconsapevolmente, una azione disgregatrice nei riguardi dell'organismo e della collettività di cui fa parte. Il particolarismo infatti, forte del consenso di gran parte della società, in pratica condiziona e orienta in modo direttivo, le strutture sociali, giuridiche, economiche, culturali e anche religiose. Inoltre il particolarismonon deve essere confuso con l'egoismo, prprio perchè il particolarista, a differenza dell'egoista, pratica, in tutte le circostanze, la finzione che gli consente, quando gli conviene, di essere l'opposto dell'egoista. E' lecito definire, in generale, il comportamento particolaristico dell'uomo come il risultato ultimo dell'evoluzione spontanea o empirica.

 

 

 

 

 


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