Le recensioni di Anna Maria Simm |
Dietro il sorriso del clown Nel suo secondo romanzo dopo "Il
giardino dei maggiolini" Miriam Ballerini, in cerca di una sua identità specifica di
scrittrice, vuole affinare vocaboli e similitudini affrontando tematiche allordine
del giorno e particolarmente sentite: la depressione, il rapporto coi genitori,
lamicizia, il rapporto col sesso e lamore, la violenza. Il romanzo di Miriam Ballerini sia fa leggere perché
scorrevole e facile, perché delicato pur nella tragicità delle situazioni e in esso
appare ancora una volta la sua particolare attenzione verso le persone che soffrono (gli
anziani allospizio ne "il giardino dei maggiolini", i depressi in questo). Anna M. Simm il giardino dei maggiolini Miriam Ballerini Eeditrice.com Ser.EI.International Pagg.156 / Euro 15 Essere come i maggiolini: apparire e sparire dopo una stagione, la stagione della vita. Cogliere la fuggevolezza del tutto per afferrare il senso del nostro breve esistere è uno degli intenti del piacevole libro di Miriam Ballerini. Con naturalezza, scorrevolezza e modestia, la scrittrice raccoglie in un quadro di vita comune che scorre in un piccolo centro della provincia, lesistere quieto e tradizionale della giovane Beatrice dai diciotto anni fino al fidanzamento con colui che diverrà poi suo marito. Una altro dei meriti del libro è proprio quello di render affascinante e interessante una vita qualunque. Il tono è colloquiale al punto che alcune volte lautrice si sdoppia intervenendo sulle motivazioni del suo scrivere (una sorta di crescita interiore) e stimolando un colloquio quasi diretto con il lettore. Tutto ciò senza apparire mai né invadente né supponente. Anzi questa scelta mi pare felice proprio per accentuare limpressione che per altro si ha sin dallinizio della lettura, di trovarci di fronte ad uno stretto intreccio tra realtà e realtà romanzesca. Un terzo intento del libro è quello di mettere a confronto due generazioni per così dire di "perdenti" (i giovani non ancora usciti di famiglia, gli anziani dimenticati in un piccolo ospizio) con una generazione di apparenti "vincenti" (i genitori) sino a capovolgere però i ruoli e limportanza di tutti gli attori: i giovani riescono proprio con i "vecchi" a intendersi e da loro colgono il senso dellesistere, anzi la voglia addirittura di vivere mentre gli ospiti dellistituto finalmente trovano nella ragazza che li accudisce -Beatrice- comprensione, amore, emozione, considerazione (questultima, reciproca). In particolare si staglia su tutte le figure degli anziani quella di Luce, la donna destinata con la sua morte a dare sboccio definitivo alla crescita della ragazza. Una luce sinistra si accende invece su ogni gesto e parola del babbo e della mamma di Beatrice. Divieti e umiliazioni continui che fanno concludere ogni giornata nel pianto sembrano così inutili e meschini se non fosse che la scrittrice ci avverte di aver assunto totalmente il punto di vista della giovane protagonista, così da salvare in extremis la natura apparentemente diabolica della coppia. Ancora si delinea il delicato ma forte rapporto tra la ragazza e suo fratello, e proprio in unalleanza comune contro i genitori si scoprono adulti e vicini dopo anni di quasi indifferenza caratterizzati da tipiche gelosie tra figlio maggiore e figlio minore. Un romanzo che si fa leggere con atteggiamento di curiosità e interesse reali grazie allo stile piano e assolutamente armonioso di Miriam Ballerini. Anna M. Simm |