Nel 2001 abbiamo assistito ad un ulteriore lievitazione prestazioneale da parte
dei modelli di punta delle case motociclistiche: prima su tutte la Suzuki, con
l'uscita della nuova GSX1000R accreditata di prestazioni degne di una Superbike,
ma anche in casa nostra sono nate moto in grado di mantenere il passo delle
4 cilindri giapponesi, la nuova Aprilia RSV1000 R, bicilindrica da 130 cv, fa
segnare tempi sul giro accezzionali, inoltre si attende, a breve, la nuova Benelli
Tornado 900, tricilindrica che ha fatto molto bene fin dalla prima apparizione
in Superbike.
In casa Ducati, già dallo scorso anno ci sono stati notevoli miglioramenti:
con l'uscita della 996R, spinta dal nuovo motore Testastretta, l'incremento
prestazionale fu subito chiaro a tutti.
Adesso il Testastretta, già in possesso di un titolo mondiale piloti
e di uno marca, diventa il motore di tutta la gamma delle Ducati sportive di
maggior cilindrata: dalla 998 versione base (verrà proprosta biposto
o monoposto; differiranno solo nel codone), che presentiamo in questa prova,
alla 998 S ed alla 998R, che seguiranno a breve.
Stilisticamente non cambia molto, l'unica nuova soluzione è stata quella
di adottare delle carene in tecnopolimeri completamente lisce sui fianchi, prive
dei classici estrattori e senza i sfoghi per l'aria, ricavati ora, sul bordo
superiore, per evitare che l'aria calda in turbolenza proveniente dai radiatori
disturbi l'aerodinamica. Oltre a delle nuove decalcomanie.
La tecnica
La nuova maxi di Borgo Panigale adotta ora lo stesso telaio della vecchia
996R, impreziosito da una forcella Showa con steli con riporto al nitruro di
titanio (tin) per migliorare usura e scorrevolezza. Il monoammortizzatore è
un raffinato Ohlins completamente regolabile (la moto risulta sensibilissima
alle regolazioni). Novità anche per quanto riguarda l'impianto frenante,
su tutta la gamma,
verranno adottati quelli riservati in precedenza, solo alla 996R: all'anteriore
troviamo due dischi flottanti con spessore ridotto (per diminuire il peso),
da 5 a 4,5 mm., lavorati dalle tradizionali pinze a 4 pistoncini della Brembo,
su questa versione di base, non sono state montate le pinze Triple Bridge (con
ponticello di irrigidimento centrale e 4 pastiglie), che equipaggeranno le versioni
più sportive S ed R, perchè, stando a quanto dichiarato dai tecnici
Ducati, la rispota alla leva di questo tipo di pinze assicura una potenza di
frenata potentissima, ma poco gestibile per un uso stradale. Comunque, tutte
le versioni sono state omologate, anche per questo tipo di pinze, per cui, i
possessori della versione base che volessero una frenata più potente,
non dovranno far altro che metter mano al portafoglio.
Cambia anche la disposizione di alcuni componenti elettrici ed è stato
montato un radiatore dotato di due ventole, comandate dalla centralina dell'iniezione;
con questa configurazione, la centralina decide se attivare entrambeo una sola
delle ventole per mantenere la temperatura sempre al livello più redditizio.
La maggiore e più significativa novità della nuova 998, è
il nuovo motore Testastretta (denominato così proprio per le dimensioni
contenute delle termiche, del quale trovete una prova
tecnica dettagliata all'interno del sito), derivante direttamente
da quello della 996R. In questa versione base, però, si è
privilegiato il contenimento dei costi e quindi i carter sono realizzati per
pressofusione anziché per fusione in terra, permettendo di utilizzare
le attrezzature e gli stampi della precedente versione del motore Desmo, per
cui si è tornati alla coppa alta. Nelle versioni più
sportive verranno utilizzati i carter per fusione in terra a coppa bassa, questo
anche perchè la coppa bassa, diventa strettamente necessaria per l'uso
in circuito, dove si raggiungono accellerazioni longitudinali e trasversali
tali che potrebbero inficiare il corretto pescaggio dell'olio (inutile sottolineare
l'impossibilità, su strade aperte, a raggiungere tali limiti).
Il nuovo propulsore, è quasi completamente nuovo, le cinghie seguono
un percorso differente, per aumentarne la durata (finalmente mi verrebbe da
dire!), e per diminuire il "timing error", cioè la variazione
di fasatura che affliggono le distribuzioni di questo tipo agli alti regimi;
nuovi anche i pistoni, l'imbiellaggio e il sistema di alimentazione, molto evoluto,
conta su due corpi farfallati da 54 mm (erano da 50 mm), dotati di iniettore
fuori farfalla, è una soluzione da F1, consente guadagni in termini di
coefficente di riempimento grazie al notevole raffreddamento della colonna gassosa
in entrata, durante il tragitto dall'iniettore alla camera di combustione, in
parole povere: miscela più fredda, uguale carica più densa, uguale
più benzina ed aria nel motore (complimenti!, e grazie F1 dai fortunati
possessori di una 998).
A livello di gestione, interessante ladozione della nuova centralina
Marelli 5.9 (anchessa utilizzata per la prima volta sulla 996R), passata
dalle dimensioni di un autoradio, a quelle di un cellulare, di quelli piccoli
poi, oltre a garantire migliori prestazioni.
Le dimensioni della 998 sono le stesse della 996 R (che
abbiamo provato alla sua uscita), mentre cambierà l'alesaggio
della 998 R 2002, incrementato a 104 mm: 100 mm per l'alesaggio abbinati a una
corsa di 63,5 mm.
Comfort e funzionalità
Lo scarso confort delle supersportive Ducati nell'uso di tutti i giorni,
diverso da quello prettamente pistaiolo, sono ben noti: soprattutto per i più
grossi di statura, ovvero: dolori cervicali e lungo tutta la colonna vertebrale,
nonché su mani e polsi, più generalmente una sensazione di indolenzimento
ed affaticamento muscolare già dai primi Km; per non parlare del povero
disgraziato di turno, costretto a fare da passeggero su quel pezzetto di strapuntino
posizionato altissimo con le gambe tutt'altro che rilassate, a causa del posizionamento
delle pedane, e senza nessun appiglio. Ma questo è il prezzo da pagare,
è sempre stato così, dall'uscita della prima 916, per fare sfoggio
di questi gioielli in città o durante le uscite del fine settimana. Le
più grandi soddisfazioni da una Ducati di questa "classe",
l'avrete certamente in circuito, la moto è nata per correre in pista,
e così strutturata in ogni suo dettaglio, anche secondario: cupolino
rastremato (se non si viaggia con il casco sotto al cupolino, la protezione
è pressochè inesistente, e diventa impossibile spingersi sopra
i 200 Km/h); pedane alte ed arretrate (ma non è forse vero che la maggior
parte di acquirenti delle varie CBR, GSX R, come primo acquisto after market,
sono subito costretti ad un notevole esborso di denaro, proprio destinato alla
sostituzione delle pedane di serie? Non proprio adatte per un uso sportivo della
moto, ma che permettono una posizione in sella abbastanza comoda; ma, evidentemente,
la maggior parte dei possessori di queste "belve" non cerca certo
la comodità per prima. Bene, con la Ducati potrete risparmiare il costo
delle pedane, magari destinandolo ad un anticipo per l'acquisto di terminali
più aperti, che vi faranno gustare a pieno le potenzialità, e
cosa non meno importante per una Ducati, il vero rombo della vostra bicilindrica);
inoltre, sospensioni rigidissime, di certo non in grado, di assorbire perfettamente
asperità tipo sanpietrini, presenti nelle nostre strade di città,
dove metterete veramente a rischio l'incolumità del vostro fondo schiena;
ma in grado di farvi veramente divertire nell'uso in pista.
Come nelle precedenti versioni, tutto è stato studiato per consentire
la massima resa nella guida al limite, sulla nuova 998, poi, questo è
avvalorato dal nuovo motore che permette alla nuova Ducatona, prestazioni sconosciute
al precedente modello, con un sostansioso aumento di CV, fin dalla versione
di base. Aspettando poi, le versioni S, e soprattutto R che, grazie all'innesto
di molti componenti pregiati, consentiranno un incremento di potenza ancora
maggiore, ed una consistente diminuzione di peso; oltre a freni e sospensioni
di altissima qualità e naturalmente di miglior resa.
Portata al limite la 998 spalanca le porte al paradiso della
guida: stando in sella, il busto si trova in una posizione che porta naturalmente
a caricare lavantreno, il serbatoio permette di ancorarsi per bene durante
le staccate al limite e non interferisce minimamente durante gli spostamenti
da una parte allaltra, le pedane collocate perfettamente rispetto al piano
di seduta, permettono al pilota più smaliziato di giocare con gli spostamenti
di peso e di pressione sulle stesse senza accusare precoci affaticamenti delle
gambe e il cupolino dal canto suo offre una limitata protezione solo se si decide
di spalmarsi letteralmente sul serbatoio. Ma non crediamo che tutto
ciò sia fondamentale per il potenziale utente di questo mezzo, la cosa
essenziale è che in sella alla 998 si ha la costante e totale sensazione
di essere tuttuno con la moto.
In
pista
Appena si lascia la frizione, stupisce la dolcezza (sconosciuta ai precedenti
motori) con cui il nuovo Testastretta inizia a fare strada: i vistosi strappi
delle precedenti versioni sono un vecchio ricordo, questo grazie all'adozione
di alberi a camme dal diagramma differente, e una mappatura della centralina
adatta a questi ed al nuovo impianto di scarico con collettori da 45 mm (prima
erano di 50 mm, sono stati portati alla misura della sorella minore, la 748).
Inoltre, è da evidenziare, l'aumento dello spessore della testa nella
zona dove appoggiano i prigionieri, per incrementarne la rigidità. Il
propulsore è complessivamente molto corposo e dolce, accelerando non
ha mai, su tutto larco derogazione, una netta entrata in coppia
(non dà la classica botta che spesso metteva in crisi i neofiti)
ma spinge in modo progressivo e costante. Questo motore ha "schiena"
da vendere, fin dai 4-5000 giri, la spinta si fa corposa, per mantenersi sostenuta
fino ai 9000, dai quali si corre velocemente ai 9.750 giri, dove raggiunge la
massima potenza di 123 CV, contro i 112 della 996 (ma soprattutto senza le incertezze
che accompagnavano l'erogazione del vecchio modello), che sinceramente, cominciavano
ad essere un po pochini per mantenere il passo delle altre; mentre la coppia
massima la si raggiunge già agli 8000 giri ed è un valore veramente
ragguardevole: 97 Nm (buone impennate a tutti). Per sfruttarlo al meglio conviene
inserire le marce in progressione senza cercare linutile fuorigiri (il
limitatore entra a 10.200 giri indicati). Queste caratteristiche hanno una felice
influenza su tutto il comportamento dinamico della moto. La ciclistica e le
sospensioni sono meno stressate e reagiscono in modo più omogeneo ed
equilibrato rispetto al passato: in staccata, anche quelle al limite, il freno
motore è meno brusco e gli ondeggiamenti sono veramente ridotti, senza
considerare che la percorrenza di curva è ancora più fluida e
redditizia. Ottime le sospensioni, molto sensibili alle regolazioni e costanti
nel rendimento.
Ora la nuova 998 si guida con un passo più veloce e soprattutto con
un impegno psicofisico dimezzato. Anche limpianto frenante ha subito degli
affinamenti: la sensazione iniziale è che manchi un po di mordente,
ma con il passare dei giri ci si rende conto di come sia estremamente modulabile
e che basta applicare un poco di forza sulla leva per ottenere le massime decelerazioni.
Motore: a 4 tempi, bicilindrico a L longitudinale
di 90°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 100 x 63,5 mm, cilindrata
998 cc, rapporto di compressione 11,4:1; distribuzione bialbero desmodromica
in testa a quattro valvole per cilindro; lubrificazione a carter umido. Alimentazione
ad iniezione elettronica integrata allaccensione, con iniettori soprafarfalla;
capacità serbatoio 17 litri. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione
a dischi multipli a secco con comando idraulico. Cambio a sei marce.
Ciclistica:
telaio a traliccio in tubi tondi d'acciaio; inclinazione perno di sterzo 23,5°-24,54°.
Sospensione anteriore: forcella Showa a steli rovesciati completamente
regolabile con trattamento al TiN, escursione 127 mm;
Sospensione posteriore: forcellone oscillante monobraccio ad azione
progressiva con monoammortizzatore Ohlins completamente regolabile, escursione
130 mm.
Ruote: anteriore e posteriore in lega leggera pressofusa a cinque razze,
pneumatico anteriore 120/70 ZR17, posteriore 190/50 ZR17.
Freni: anteriore a due dischi semiflottanti da 320 mm con pinze
a quattro pistoncini; posteriore a disco da 220 mm con pinza a due pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1410 mm, altezza sella 790 mm, altezza
massima 1080 mm, lunghezza massima 2030 mm. Peso a secco: 198 kg.
Prestazioni:
Potenza: 123 CV (91 kW) a 9750 giri, coppia 9,89 kgm (96,9 Nm) a 8000
giri/min.
Omologazione Euro-1; i colori disponibili sono sempre il rosso ed il giallo.
Per finire, il prezzo: serviranno 30.980.000 £. per portare a casa una
998 "base", giustificati si, dalle tante novità, ma pur sempre
un sacco di soldi.