IL GINECOLOGO COME MEDICO DELLA DONNA
UNA NUOVA DIMENSIONE PER LA GINECOLOGIA MODERNA
Ho trovato molto costruttivo e soddisfacente, dal punto di vista professionale e personale, fornire delle prestazioni cliniche che si ispirano ad una nuova figura di ginecologo ambulatoriale, che non si limiti ad esercitare solamente come medico specialista dell’apparato genitale, ma che possa diventare il medico di riferimento della donna, per una più ampia salvaguardia della sua salute, agendo su diverse problematiche cliniche, perlomeno in chiave preventiva.
Vai a queste altre pagine per sapere ciò che oggigiorno si può fare, tra prevenzione e diagnosi precoce, alle diverse età della donna:
Prevenzione nell'adolescenza | Prevenzione nella donna adulta
Quindi per lavorare in chiave preventiva ritengo sia corretto, durante una visita ginecologica, non trascurare un contesto medico più generale che comprenda, ad esempio, la valutazione del rischio cardiovascolare, del rischio oncologico (e non solo dei tumori genitali), dell'osteoporosi, dell’assetto endocrino e delle problematiche della menopausa e della senilità.
A
questo scopo,
aggiungere nel mio bagaglio culturale e professionale, oltre all'ecografia ostetrica e ginecologica, anche l'ecografia
della mammella, dell'addome completo e della tiroide, è una scelta
professionale che ho desiderato fare per garantire validamente una tutela più ampia della
salute femminile.
Vediamo qual è il razionale che mi ha portato a lavorare in questo modo:
1. Lo specialista in ginecologia è, tra i medici, quello che più degli altri ha l’opportunità di incontrare periodicamente le donne, nel corso di tutta la loro vita. Questa opportunità andrebbe sfruttata e valorizzata molto meglio di quanto oggigiorno avviene, a favore della donna stessa.
In tal
senso, l'attività ginecologica ambulatoriale dovrebbe
essere tesa alla tutela della salute femminile in senso più ampio di quel che
mediamente un ginecologo oggi intende o riesce a realizzare.
a) Primo esempio: il ginecologo non deve abbandonare lo studio della mammella.
Oggigiorno le Facoltà universitarie di Medicina e Chirurgia hanno spostato lo studio della mammella prevalentemente verso il Chirurgo Generale e l'Oncologo. La diagnostica mammaria, fondandosi sulla mammografia, è occupazione prevalente di questi specialisti in combinazione col Radiologo; invece la palpazione mammaria e l'ecografia della mammella (eseguita di scelta nella donna giovane, o come complemento della mammografia nella donna anziana) potrebbero essere validamente applicabili anche dal Ginecologo, purché quest'ultimo sia stato messo e/o abbia desiderato mettersi in condizioni di studiarle ed impararle.
Togliere la diagnostica mammaria al ginecologo è una scelta accademica sbagliata che le donne non devono pagare: il ginecologo deve recuperare lo studio della mammella, deve sensibilizzare la donna all'autopalpazione, deve procedere a visitare il seno e possibilmente, quando indicato, dovrebbe saper eseguire l'ecografia mammaria (procurandosi l'apparecchiatura adatta).
b) Altro esempio: se una donna soffre di emicrania (o di altri disturbi e malattie) e ne deve parlare ad un medico, perché non dovrebbe sfruttare la periodica visita ginecologica con PAP-test? Per farlo:
ha bisogno di un ginecologo che abbia voglia e abbia tempo ambulatoriale sufficiente per impegnarsi ad andare al di là della sua stretta specializzazione e che naturalmente sia abbastanza preparato ed aggiornato per farlo;
non deve venire abituata ad eseguire il PAP-test senza la visita ginecologica e, per giunta, andare magari ad eseguire il PAP-test da una figura professionale diversa dal ginecologo.
Io credo quindi nella validità pratica che un ginecologo possa essere il principale medico di riferimento della donna.
Questa figura di ginecologo non è una mia invenzione, ma esiste già fuori dal nostro Paese. Ad esempio negli Stati Uniti d'America, dove non è previsto un medico di famiglia (già stipendiato da un Servizio Sanitario Nazionale), si è sviluppata una tal figura di ginecologo poiché diventa molto conveniente per una donna (anche economicamente) "sfruttare" un professionista come il ginecologo, dal quale comunque la donna deve già recarsi con periodicità annuale, anche per parlare di problemi non strettamente genitali, sessuali o della gravidanza.
Quindi, in un Paese come gli USA, si sa che quando si trova un ginecologo preparato (e disposto ad impegnarsi) anche in problematiche mediche generali, non strettamente facenti parte della sua specializzazione, si risparmia tempo e denaro. Questo è uno degli aspetti, tra parentesi, che ridimensiona un po' il presunto "demonio" della sanità americana.
In Italia, invece, data la presenza del Servizio Sanitario Nazionale con i Medici di Medicina Generale, non solo il ginecologo non ha mai sentito la necessità di formarsi nel senso più ampio di "medico della donna", ma addirittura vi sono dei ginecologi che nei loro studi privati scelgono di non eseguire neanche un PAP-test o un tampone vaginale (sic !!). Scelta questa solitamente determinata da due ordini di fattori :
a) dalla preponderante importanza riservata all'attività ospedaliera da parte di molti ginecologi - in tal caso l'ambulatorio diventa soltanto un "trampolino di lancio" per la corsia ospedaliera e non riveste l'importanza che dovrebbe avere in sé e per sé;
b) dalla significativa differenza di costi per l'utenza tra l'eseguire questi esami nel pubblico ed eseguirli nel privato.
Attenzione (!), perché comportamenti come questo sono svilenti la professionalità dello specialista e, pensandoci bene, se alla donna può sembrare di risparmiare qualche soldo, in realtà le strade da fare, le code da sopportare e la burocrazia da seguire per riuscire ad avere tutte le prestazioni che servono, rendono solo apparente il risparmio, o addirittura rischiano di scoraggiare la donna stessa dal fare degli esami importanti ed essenziali per la sua salute.
2. E’ prioritario che la donna riesca a mantenere un'elevata qualità della vita, per svolgere al meglio tutti i suoi compiti quotidiani:
Sul lavoro la donna ha via via acquisito posizioni e ruoli sempre più rilevanti, molte volte non inferiori a quelli ricoperti dall’uomo.
Tuttavia la donna incontra maggiore difficoltà, rispetto all’uomo, a mantenere un livello di salute e di qualità della vita sempre ottimale.
Infatti
i dati epidemiologici
trasversali italiani (“Le condizioni di salute della popolazione”, ISTAT
2001) indicano che:
Riassumendo possiamo dire che,
se
da una parte la donna ha una spettanza di vita superiore all’uomo,
dall’altra parte è maggiormente affetta e limitata quoad valetudinem da
una prevalenza più elevata di malattie acute e croniche e da una percezione di
malattia più negativa.
3. Dai punti 1. e 2. emerge la necessità di promuovere una nuova figura di ginecologo, che possa rivolgersi non solo alla prevenzione e al riconoscimento precoce delle patologie genitali femminili, ma anche ad una più ampia salvaguardia della salute generale della donna.
Pertanto, nell'ambito delle
consuete prestazioni specialistiche, come la visita ginecologica, il PAP test e
l'ecografia pelvica, il ginecologo dovrebbe essere in grado e dovrebbe essere
motivato ad inserire la sua opera in un contesto medico più generale che
comprenda ad esempio la valutazione del rischio cardiovascolare, del rischio
tumorale, dell'osteoporosi, dell’assetto endocrino e delle problematiche della
pre- e post-menopausa.
Significa che il ginecologo, approfittando del vantaggio strategico di essere l'unico medico a visitare periodicamente la stessa donna, dovrebbe svolgere compiti di medicina preventiva sulla salute generale delle pazienti e non limitarsi all'esame, pur rilevante, delle problematiche genitali.
Contatta il Dr. Roberto Rovida
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