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Con qualche capello in meno ...
La mia storia e’ breve, ma di tempo in fondo ne è passato molto. Oggi, a 32 anni con qualche capello di meno (molti) e qualche capello bianco (ancora pochi) posso dire di essere soddisfatto della mia posizione. In altre parole, il punto in cui mi trovo oggi un lavoro che mi piace nonostante mi occupi oltre 12 ore al giorno, un nome affermato nel mio settore di attività, la stima dei miei colleghi e, non ultimo, lo stipendio che va al di là delle mie aspettative di qualche anno fa. Se oggi io dovessi dire quali sono le caratteristiche che mi consentono di dare qualcosa di più nel mio lavoro, mi viene senz'altro in mente la scuola che state frequentando (o che state per frequentare). I 5 anni di ragioneria insegnano molte cose che apparentemente non servono a molto e alcune cose che sono critiche e che distinguono il ragioniere molto spesso anche dal laureato. Sapete che un bocconiano non ragioniere generalmente non ha capito la partita doppia? Lo sapete che il 90% dei laureati in economia non sa di matematica finanziaria? Ciò non significa che un diplomato sia meglio di un laureato, per l'amor di Dio. Ciò significa che i 5 anni di ragioneria consentono di imparare delle cose in una età e con un approfondimento che non sarà mai più possibile. Nella mia esperienza professionale e nel mio confronto con i colleghi ho sempre una parola in più da dire sulla partita doppia, sulla matematica finanziaria e sul calcolo computistico. Duro da accettare ma vero. Cosa vi consiglio di fare? Oltre che cercare di spendere bene il tempo delle scuole superiori, due sono le cose che consentono a giovane laureato/diplomato di distinguersi: l'uso del computer e la conoscenza della lingua inglese. Per quanto possa turbarvi, coloro i quali sono in grado di sfruttare (badate bene sfruttare) le potenzialita’ di un programma come Excel o Access hanno quello che per le aziende si chiama un vantaggio competitivo sostenibile”: e’ una loro prerogativa e se la coltivano (non servono dopotutto molti sforzi) lo sarà. La seconda èl'inglese. L'inglese. L'inglese. Sono completamente d’accordo con chi dice che sapere il francese o il tedesco è utile. Io lavoro in una banca francese, quindi se potessi parlare correntemente francese potrei forse avere un rapporto più veloce con i miei colleghi e capi a Parigi. Però è soltanto utile. Nella mia responsabilita’ di oggi seleziono persone e analisti finanziari: non sa l'inglese è una annotazione che nel 90% dei casi porta me e chi è al mio posto a scartare una persona. Studiate se potete ma soprattutto se ne avete voglia, se ve la sentite. E' un cammino lungo, con tanti sacrifici, ma se questi sacrifici vengono replicati nella vita professionale è di sicura soddisfazione. Marco Baccaglio
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